malattie, le (2) - Chiesa ADI Milano
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CHIESA DI MILANO VIA F. ARMATE 338 incontri amo la Parola SOLO LA VERITA’ CI RENDE LIBERI Cristo ritorna! ……………………………………………..……………………...….. “Uomini di Galilea, perché state a guardare verso il cielo? Questo Gesù, che vi è stato tolto, ed è stato elevato in cielo, ritornerà nella medesima maniera in cui lo avete visto andare in cielo.” (Atti 1:11) “… il Signore stesso, con un ordine, con voce d’arcangelo e con la tromba di Dio, scenderà dal cielo, e prima risusciteranno i morti in Cristo; poi noi viventi, che saremo rimasti, verremo rapiti insieme con loro, sulle nuvole, a incontrare il Signore nell’aria; e così saremo sempre con il Signore. Consolatevi dunque gli uni gli altri con queste parole.” (1 Tessalonicesi 4:16-18) ………………………………………………………………………………………………………… Introduzione La materia del ritorno del Signore ha occupato un vasto spazio nella storia del Cristianesimo. A volte di dibattito, altre di conflitto. Il seme di questo insegnamento è stato gettato da Dio nell’Antico Testamento e la radice è rimasta a lungo nascosta fino ad emergere nei Vangeli per bocca di Gesù e a crescere con le rivelazioni escatologiche sia negli scritti di Paolo e di Pietro, sia nel libro che per eccellenza toglie il velo dagli eventi degli ultimi tempi, che è l’Apocalisse. Approfondire l’argomento è possibile, anzi viene regolarmente effettuato nei corsi delle Scuole Bibliche evangeliche, facendo ampio ricorso alle regole dell’ermeneutica così necessaria per interpretare il testo. È possibile ma richiede parecchio tempo. Pertanto con questo incontro ci limiteremo a rappresentarne un quadro di sintesi. Cristo ritorna: è il coronamento del Cristianesimo Il progetto di Dio è perfetto. Nelle ere ha attraversato le sue diverse fasi (o dispensazioni), quelle: della ribellione angelica nei cieli; della disubbidienza delle prime due creature che hanno avuto il privilegio di stare alla diretta presenza di Dio; della promessa di un MessiaRedentore; della prima venuta di Cristo e al Suo sacrificio espiatorio; della risurrezione dai morti e ascensione del Figlio di Dio; dell’opera dello Spirito Santo nella Chiesa; della giustificazione per grazia mediante la fede e della santificazione… e infine quella del Suo ritorno! Se Cristo non tornasse il progetto di Dio sarebbe incompleto, e vana la fede dei credenti col loro… “rinunciare all’empietà e alle passioni mondane, per vivere in questo mondo moderatamente, giustamente e in modo santo, aspettando la beata speranza e l’apparizione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore, Cristo Gesù.” (Tito 2:12,13). Vana sarebbe per uomini di Dio come l’apostolo Paolo l’attesa della “…corona di giustizia che il Signore, il giusto giudice, mi assegnerà in quel giorno; e non solo a me, ma anche a tutti quelli che avranno amato la sua apparizione.” (2 Timoteo 4:8). No, Dio non fa le cose a metà! E Cristo tornerà! I credenti vivranno con Lui per sempre! Questo è il senso del Cristianesimo, anche se se ne parla davvero poco. Cristo ritorna: la Bibbia lo attesta Il ritorno di Cristo è una dottrina fondamentale della Scrittura. Dove si trova la promessa del Suo ritorno? principali passi Antico Testamento principali passi Nuovo Testamento Genesi 49:10; Giobbe 19:25; Isaia 11; 42:4, 49:7, 61:1,2; 65:17-25; Geremia 23:5,6; Amos 9:11,12; Zaccaria 8:3-5 e cap. 14. nei suoi 360 capitoli questa promessa è menzionata 318 volte: Matteo 16:21,27; cap. 24; 25:1-13; Marco 13:24-27; Luca 19:11-27; 21:25-28; Giovanni 14:1-3; 21:21; Atti 1:9-11; 15:14-17; 1 Corinzi 4:5; 15:24-28; 15:51-53; 1 Tessalonicesi 4:13-18; 2 Tessalonicesi 2:1-12; 1 Timoteo 6:14-16; Tito 2:11-13; Ebrei 9:24-28; Giacomo 5:7-8; 1 Pietro 1:10; 5:4; 2 Pietro 3; 1 Giovanni 2:28; 3:1,2; Giuda 1:14; Apocalisse 1:7; 22:7,12,20. Come avverrà? La Bibbia parla ripetutamente del “giorno del Signore”, indicando così un periodo di pesante ira o giudizio divino sugli impenitenti al tempo della fine, riferendosi specificamente al tempo della grande tribolazione che precederà il ritorno di Cristo. Altra cosa è “il giorno di Gesù Cristo” (1 Corinzi 1:7,8; 2 Corinzi 1:14; 1 Pietro 1:7; ecc.) che per i santi rappresenta l’inizio del Regno con Gesù con la manifestazione della Sua gloria. Il ritorno del Signore avverrà in due fasi distinte, chiamate dal greco: Parousia o Presenza personale o venuta (cfr. 1 Corinzi 16:17; 2 Corinzi 7:6-7; 1 Corinzi 15:23; 1 Tessalonicesi 4:14-17). Si riferisce al primo periodo, ovvero al Rapimento della Chiesa, PRIMA dell’inizio della grande tribolazione. Questo ritorno riguarderà la Chiesa, avverrà nell’aria (1 Tessalonicesi 4:17), per i credenti, in maniera inaspettata. Apokalypsis o Rivelazione, togliere il velo (2 Tessalonicesi 1:6,7; 1 Pietro 1:7-13). Si riferisce al Ritorno di Cristo con la Chiesa, DOPO la grande tribolazione. Questo avverrà con la Chiesa, sulla terra, per tutto il mondo, dopo l’adempimento dei segni illustrati dalla Parola di Dio. 2 Nota Non tutti concordano su questo, sostenendo che la Chiesa dovrà passare attraverso la Grande tribolazione, cioè subire l’ira di Dio destinata a Israele e alle nazioni (cfr. Matteo 24). Altri ritengono che Cristo tornerà durante la tribolazione. Quando avverrà? Numerose sono le date annunciate da tanti falsi profeti, dall’ascensione a oggi. Le occasioni più clamorose si sono verificate alla caduta dell’Impero romano nel 476 d.C.; allo scadere dell’anno 1000; all’inizio delle due guerre mondiali, ecc. Oscurantismo, secolarizzazione e indifferenza religiosa sono solo alcune delle tante ragioni per le quali la beata speranza nel ritorno di Gesù non è poi così viva, nel Cristianesimo. In piena epoca di risvegli evangelici e pentecostale Dio guardi il Suo popolo dal seguire quell’esempio, e lo aiuti a non preoccuparsi delle parole degli “schernitori beffardi” di cui parla l’apostolo Pietro, i quali diranno: “Dov’è la promessa della sua venuta? Perché dal giorno in cui i padri si sono addormentati, tutte le cose continuano come dal principio della creazione”. (2 Pietro 3:3,4). Non esistono segni specificamente connessi al rapimento della Chiesa. Il ritorno del Signore per i Suoi santi è sempre presentato come l’immediata speranza della Chiesa (Filippesi 3:20; 1 Tessalonicesi 1:9,10) in vista del quale ogni credente deve essere sempre pronto (cfr. parabola dieci vergini, Matteo 25:1-13). I segni riguardano invece la rivelazione di Cristo o Apokalypsis. La Parousia e l’Apokalypsis sono così vicine tra loro (sette anni), che i segni premonitori avvertono che la Parousia è ancora più vicina. Quali sono questi segni? I segni nel mondo: Aumento di peccato e d’iniquità (2 Timoteo 3:1-4; Luca 17:20-30; Genesi 6:11); grandi distrette nazionali, perplessità e timori (Luca 21:25,26); carestie, pestilenze, terremoti, guerre (Matteo 24:6,33); problemi nel mondo del lavoro, del commercio e dell’industria (Zaccaria 8:10; Giacomo 5:4); ammasso di ricchezze (Giacomo 5:1-3); aumento della scienza e facilità di viaggi (Daniele 12:3 Diodati; Naum 2:3-4; Isaia 60:8); proclami di pace (1 Tessalonicesi 5:1-3). I segni nella cristianità: Apostasia (2 Tessalonicesi 2:3; 1 Timoteo 4:1); ipocrisia o professione esteriore (2 Timoteo 3:5); tiepidezza (Matteo 24:12; Apocalisse 3:14-16); schernitori della verità (2 Pietro 3:3,4); falsi profeti ed eresie (Matteo 24:14; 2 Pietro 2:12); persecuzioni per i fedeli (Matteo 24:8-10; Marco 13:9, 11-13); evangelizzazione mondiale (Marco 13:10). I segni in Israele: il ritorno di Israele in Palestina (Isaia 11:11,12; Ezechiele 36:24; 37:21; 43:5-6; Geremia 23:3-8; 32:37-41; Amos 9:14-15; Luca 21:24); lo sviluppo sociale, agricolo ed economico della Palestina (Ezechiele 36:33-35). La più chiara delle profezie dell’Antico Testamento in materia si trova in Daniele 9:25-27: “Sappi dunque e comprendi bene: dal momento in cui è uscito l’ordine di restaurare e ricostruire Gerusalemme fino all’apparire di un unto, di un capo, ci saranno sette settimane e sessantadue settimane; essa sarà restaurata e ricostruita, piazza e mura, ma in tempi angosciosi. Dopo le sessantadue settimane un unto sarà soppresso, nessuno sarà per lui. Il popolo d’un capo che verrà distruggerà la città e il santuario; la sua fine 3 verrà come un’inondazione ed è decretato che vi saranno devastazioni sino alla fine della guerra. Egli stabilirà un patto con molti, per una settimana; in mezzo alla settimana farà cessare sacrificio e offerta; sulle ali delle abominazioni verrà un devastatore. Il devastatore commetterà le cose più abominevoli, finché la completa distruzione, che è decretata, non piombi sul devastatore”. Daniele prende spunto dalle profezie di Geremia sui 70 anni di deportazione di Giuda (25:11,12; 29:10). La sua profezia sulle 70 settimane è tanto chiara da diventare la base di una predizione panoramica sull’intera storia dei Giudei dalla ricostruzione delle mura di Gerusalemme fino all’instaurazione finale del Regno del Messia. Nella figura le 70 settimane (ebr. sabua, gr. heptads = sette) sono heptads di anni, cioè 490 anni. Nota La risposta di Dio alla preghiera di Daniele sarà storicamente completa quando si concluderà il giudizio sulla nazione di Israele, ed allora la visione profetica sarà suggellata, perché adempiuta (cfr. Atti 3:20,21 “…affinché vengano dalla presenza del Signore dei tempi di ristoro e che egli mandi il Cristo che vi è stato predestinato, cioè Gesù, che il cielo deve tenere accolto fino ai tempi della restaurazione di tutte le cose; di cui Dio ha parlato fin dall’antichità per bocca dei suoi santi profeti.” ) e sarà conferita ad Israele giustizia perpetua, quando finalmente accetterà Gesù Cristo come Messia (Daniele 9:24). Il totale di 70 settimane viene prima diviso in 7 settimane di 49 anni (v. 25). Al principio di questo tempo l’ordine di “restaurare e ricostruire” fu impartito con il decreto di Artaserse I di riedificare Gerusalemme (marzo-aprile del 445 a.C. – cfr. Neemia 2). Durante questo periodo (445-396 a.C.) “essa sarà restaurata e ricostruita, piazza e mura, ma in tempi angosciosi.”. La divisione successiva è di 62 settimane cioè 434 anni (v. 26). Dopo questo periodo (più le prime sette settimane – cfr. v. 25), “un unto sarà soppresso” (dal 396 a.C. a marzoaprile del 32 d.C.). Il periodo di 62 settimane terminò e Cristo fu messo a morte, e nessuno fu per Lui. Tra queste due date intercorrono 69 settimane di anni (69x7). Poiché nella Bibbia l’anno secondo i profeti dura 360 giorni (cfr. Apocalisse 11:2,3 con 12:14), questo periodo consta esattamente di 173.880 giorni. Dopo le 62 settimane viene profetizzato un periodo di tempo indeterminato, del quale non si conosce la lunghezza, in cui la nazione di Israele sarà rigettata, durante il quale “il popolo d’un capo che verrà [la Bestia, il capo mondiale degli ultimi tempi dei Gentili, cfr. 7:8; Apocalisse 19:20] distruggerà la città e il santuario (v. 26). I Romani, sotto Tito, distrussero Gerusalemme nel 70 d.C. Da allora la città è stata calpestata dai Gentili (cfr. Luca 21:24), i Giudei sono stati dispersi e guerre e desolazioni hanno caratterizzato l’epoca. La settantesima settimana, sette anni di grande tribolazione, costituisce il culmine della storia giudaica precedente all’instaurazione del Regno messianico (v. 27). Essa è divisa a metà (tre anni e mezzo ciascuna). Durante la prima metà il “capo” (il “piccolo corno” di Daniele 7:8,24,25) farà un patto coi Giudei, che saranno ristabiliti in Palestina e potranno riprendere il culto nel tempio. “Il capo” è “l’uomo del peccato” del quale parla Paolo in 2 Tessalonicesi 2:3. È chiamato anche “la bestia che viene dal mare” in 4 Apocalisse 13:1, definito antiCristo, che sarà supportato dalla “bestia che viene dalla terra” di Apocalisse 13:11, ovvero il falso profeta. In mezzo alla settimana l’antiCristo infrangerà il patto, porrà la sua immagine nel nuovo Tempio di Gerusalemme e vi siederà (2 Tessalonicesi 2:4), così il culto dei Giudei cesserà (2 Tessalonicesi 2:3,4). Egli si auto-attribuirà il titolo di Messia e richiederà adorazione come se fosse Dio in terra, il Cristo. Seguiranno tre anni e mezzo di estrema tribolazione. La venuta di Cristo concluderà questo periodo di dolori, portando giustizia eterna ad Israele (v. 24) e giudizio su colui che è causa di desolazione, “il capo e i suoi eserciti” (Apocalisse 19:20). 7 settim. di 49 anni 62 settimane – 434 anni Periodo indeterminato 445 aC – 396 aC 396 aC – marzo/aprile 32 dC ? 3,5 anni 3,5 anni Dalla ricostruzione delle mura di Gerusalemme alla crocifissione di Cristo Israele rigettato Distruzione di Gerusalemme nel 70 dC Patto coi Giudei, ripresa del culto nel tempio L’anti Cristo rompe il patto e si fa adorare Decreto di Artsese di riedificare Gerusalemme 1 settimana (70^) Grande Tribolazione Quando avverrà il ritorno del Signore, nessun uomo o angelo lo sa, neppure il Figlio dell’uomo che era sottomesso al Padre, proprio come disse lo stesso Gesù esortando alla vigilanza: “Ma quanto a quel giorno e a quell’ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo.” (Matteo 24:36). Riepilogando i momenti principali, dopo il rapimento della Chiesa (risurrezione dei morti in Cristo e glorificazione del corpo per coloro che saranno in vita) vi saranno: la manifestazione dell’antiCristo; l’ira del Giorno del Signore con tutti i segni descritti in Matteo 24, Luca 19 e Apocalisse da 6 a 18; le nozze dell’Agnello; il ritorno di Cristo per instaurare il Suo regno con la Chiesa e gli angeli (questo momento sarà visibile per tutti); l’antiCristo e il falso profeta saranno gettati vivi nello stagno di fuoco e Satana sarà legato per mille anni; il regno di Cristo di mille anni; gli ultimi colpi di coda di Satana prima di essere gettato vivo nello stagno di fuoco per sempre; la risurrezione dei reprobi (seconda risurrezione); il giudizio finale e la condanna (gettati vivi nello stagno di fuoco); infine, la vita eterna dei credenti in nuovi cieli e nuova terra, con la nuova Gerusalemme. Lo schema della pagina seguente può dare un contributo visivo, necessariamente indicativo, al succedersi degli eventi dalla croce ai nuovi cieli e nuova terra. 5 Tavola indicativa eventi degli ultimi tempi Grande tribolazione Battaglia di Harmaghedon Nozze dell’ Agnello nel cielo Crocifissione Battaglia di Gog e Magog Satana legato per 1000 anni Risurrezione Satana rilasciato Ascensione Dispensazione della Grazia - Incontro con Gesù nell’aria Rapimento della Chiesa Gli abitanti della terra non vedranno Cristo Ritorno di Cristo con la Chiesa e gli angeli visibile da tutti gli uomini Apparizione dei martiri della grande tribolaz. che non hanno adorato l’antiCristo Risurrezione reprobi e giudizio finale (gran trono bianco) (gettati vivi nello stagno di fuoco) Eternità Millennio - Risurrezione morti in Cristo - Glorificazione corpo credenti viventi Satana gettato vivo nello stagno di fuoco AntiCristo e falso profeta gettati vivi nello stagno di fuoco Millennio I credenti di ogni tempo risuscitati e glorificati regnano con Cristo Nuovi cieli e nuova terra Nuova Gerusalemme La gloria dell’eternità Perché la Chiesa di Cristo non passerà attraverso la Grande tribolazione? Dopo aver parlato del rapimento della Chiesa nel cap. 4 di 1 Tessalonicesi, l’apostolo Paolo aggiunge: “Quanto poi ai tempi e ai momenti, fratelli, non avete bisogno che ve ne scriva; perché voi stessi sapete molto bene che il giorno del Signore verrà come viene un ladro nella notte.” (1 Tessalonicesi 5:1,2). Inoltre, a motivo dell’errata comprensione di queste cose, in 2 Tessalonicesi 2 Paolo interviene per dare ulteriori chiarimenti. Il ritorno del Signore non avverrà prima della manifestazione dell’apostasia (l’allontanamento dalla fede descritto in 2 Timoteo 4:1) e dell’antiCristo (2 Tessalonicesi 2:3,4). Ma l’uomo del peccato non può manifestarsi e anzi è trattenuto dalla presenza dello Spirito Santo, che sarà “tolto di mezzo” (2:6,7) congiuntamente al rapimento della Chiesa. Spirito Santo e Chiesa sono strettamente collegati. L’azione dello Spirito Santo avviene attraverso i credenti e la Chiesa non potrebbe operare senza lo Spirito Santo. Ecco perché l’antiCristo si potrà manifestare in libertà soltanto dopo il rapimento. Naturalmente, il libro dell’Apocalisse contribuisce notevolmente al chiarimento profetico. Infatti, subito nel capitolo 4 leggiamo della visione di Giovanni che vede il trono di Dio nei cieli e “… attorno al trono c’erano ventiquattro troni su cui stavano seduti ventiquattro anziani vestiti di vesti bianche e con corone d’oro sul capo.” (4:2-4). I ventiquattro anziani sono comunemente riconosciuti come una rappresentanza dei santi di ogni tempo (Antico e Nuovo Testamento): sono nel cielo prima che lo sviluppo della profezia illustri la Grande tribolazione. 6 Nota Parlando del tempo del ritorno del Signore, Paolo scrive: “Quando diranno: «Pace e sicurezza», allora una rovina improvvisa verrà loro addosso, come le doglie alla donna incinta; e non scamperanno.” (1 Tessalonicesi 5:3). Se la Chiesa non venisse rapita prima avrebbe dovuto scrivere “non scamperemo” al posto di “scamperanno”. Infine, per sua natura la Chiesa è un popolo a parte, che non può essere condannato con il mondo (Apocalisse 15:1-4). Infatti, della Chiesa è scritto che “Gesù ci libera dall’ira imminente” (Luzzi: “a venire”) (1 Tessalonicesi 1:10), e la Grande tribolazione è la manifestazione dell’ira divina sopra i Suoi nemici. Quello della Grande tribolazione sarà un tempo di opportunità per Israele Durante la settantesima settimana di Daniele, Dio mostrerà la Sua misericordia verso Israele a motivo delle promesse rivolte ai loro padri e per amor loro, e gli Ebrei riconosceranno il Cristo come il Messia, a differenza del tempo della Sua prima venuta: “Spanderò sulla casa di Davide e sugli abitanti di Gerusalemme lo Spirito di grazia e di supplicazione; essi guarderanno a me, a colui che essi hanno trafitto, e ne faranno cordoglio come si fa cordoglio per un figlio unico, e lo piangeranno amaramente come si piange amaramente un primogenito.” (Zaccaria 12:10). In quel tempo Dio sceglierà tra il Suo popolo centoquarantaquattromila persone che saranno segnate con il sigillo di Dio. A loro spetterà di evangelizzare coloro che attraverseranno gli anni della grande prova (soprattutto Israele), e saranno preservati dal sigillo di Dio in mezzo alle persecuzioni di Satana tramite l’antiCristo e il falso profeta (cfr. Apocalisse 7 e 14:1-5). Il risultato di questa “evangelizzazione” è “una folla immensa che nessuno poteva contare, proveniente da tutte le nazioni, tribù, popoli e lingue… Essi hanno lavato le loro vesti, e le hanno imbiancate nel sangue dell’Agnello.” (7:9; 14). Anche in quel tempo Satana non potrà riuscire nel Suo piano di distruzione: le porte dell’Ades non potranno vincere la Chiesa! (Matteo 16:18). Il Millennio Il Nuovo Testamento non dice molto del millennio. Esplicitamente ne troviamo la citazione in Apocalisse 20:3,4,7. Per trovarne i dettagli dobbiamo ricorrere all’Antico Testamento. Durante il regno millenniale Cristo regnerà quale Sovrano assoluto (Salmo 66:3). Il Suo sarà un regno caratterizzato da pace e giustizia. La pace sarà universale (Isaia 2:4; 9:6,7; Michea 4:3; Salmo 46:9). Per quanto riguarda la giustizia, Cristo è il re di Isaia 32:1, che regnerà con giustizia su tutte le nazioni del mondo (Michea 4:1-8). Nel Millennio cesseranno la seduzione di Satana (Apocalisse 20:2,3), la sofferenza e la morte per i santi (Isaia 65:20). Continuerà ad essere possibile peccare e la sofferenza e la distretta per il peccatore (Isaia 65:20). Comincerà la conoscenza universale di Dio (Isaia 11:9; Abacuc 2:14, Zaccaria 8:22,23; 14:16); la natura sarà liberata dalla corruzione (Romani 8:19-21) e il peccato sarà immediatamente punito (Apocalisse 2:27). Durate il Millennio vi sarà prosperità universale (Isaia 65:21-24; Amos 9:13-15; Michea 4:4-5); fertilità universale simile a quella dell’Eden (Amos 9:13-16; Isaia 35:1; Ezechiele 36:8-12); il regno animale sarà ristorato (Isaia 11:6-8; 65:25); la luce del sole e della luna aumenterà (Isaia 30:26). La Palestina sarà interessata da trasformazioni naturali; il Monte degli Ulivi diverrà una valle (Zaccaria 14:4); un fiume uscirà dal santuario (Zaccaria 14:8); la terra frutterà (Isaia 65:21-23). 7 Al termine del Millennio la giustizia degli uomini sarà provata: Satana verrà liberato per breve tempo (Apocalisse 20:7); sedurrà le nazioni (20:8); assedierà i santi (20:9). Le nazioni saranno distrutte dal fuoco che scenderà dal cielo (20:9) e il tentatore sarà definitivamente condannato (20:10). Il giudizio universale o finale L’evento conclusivo della storia del mondo sarà il giudizio universale, che avverrà dopo la seconda risurrezione. Il giudizio sarà universale nel senso che tutti i perduti di ogni tempo vi saranno soggetti. I perduti sono tutti coloro che non avranno fatto parte alla prima risurrezione (Luca 14:13,14; Giovanni 5:29; Apocalisse 20:5). Il giudizio finale non deciderà il destino futuro, perché già deciso, ma il grado di punizione (Matteo 11:24; Luca 12:48), secondo il perfetto registro divino (Apocalisse 20:12); le opere (Matteo 11:22); i peccati nascosti (Geremia 17:9; Proverbi 28:13; Luca 12:2,3) e quelli del cuore (1 Giovanni 3:15; Matteo 23:27,28); la testimonianza negativa del libro della vita. Il giudizio, irrevocabile, sancirà la morte seconda, cioè la separazione eterna da Dio (Apocalisse 20:14,15). L’Inferno è chiamato anche Geenna per sottolinearne la realtà: è abitato da malvagi (Apocalisse 21:8), un luogo di prigionia (Apocalisse 20:2,10), di dolore e di sofferenza (Luca 13:28), di oscurità (Matteo 25:30). Nuovi cieli e nuova terra La terra sarà purgata col fuoco (2 Pietro 3:10-13) e Dio creerà nuovi cieli e nuova terra (Apocalisse 21:1-8). Dal cielo scenderà la Nuova Gerusalemme (Apocalisse 21:9-27) poiché lo scopo ultimo di Dio è di portare il Cielo sulla terra e Dio sarà ogni cosa in tutti (1 Corinzi 15:28). La Nuova Gerusalemme è descritta come una città a forma di cubo di circa 2.400 chilometri per lato, con un muro di cinta di diaspro alto 72 metri. I fondamenti della città saranno di 12 differenti pietre preziose. La vita nella Nuova Gerusalemme sarà di comunione con Cristo (1 Corinzi 13:12; 1 Giovanni 3:2; Apocalisse 22:4); riposo (Apocalisse 14:13); completa conoscenza (1 Corinzi 13:12); santità (Apocalisse 21:27); gioia (Apocalisse 21:4); servizio (Apocalisse 22:3); abbondanza (Apocalisse 21:6); gloria (2 Corinzi 4:17; Colossesi 3:4); adorazione (Apocalisse 10:1; 7:9-12). Perché nella cristianità si parla così poco del ritorno di Cristo? I veri cristiani amano Dio al di sopra di tutto. Il Signore Gesù è l’Autore della nostra salvezza eterna. Il Suo sacrificio vicario è il risultato concreto dell’Amore di Dio. Come si fa a non volerlo incontrare? È una delle anomalie che dovrebbe far riflettere. Probabilmente nella cristianità si parla molto poco del ritorno di Cristo perché fa paura. Invece chi è stato riscattato da Cristo non deve temere alcun giudizio, perché come dice Gesù “Chi crede in lui non è giudicato; chi non crede è già giudicato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio.” (Giovanni 3:18) e “chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita.” (Giovanni 5:24). Conclusione Cristo ritorna! Per i credenti sarà il coronamento di una vita di fede. Lo vedremo faccia a faccia come Egli è. Quindi, insieme, uniamoci alla preghiera della Chiesa: “Lo Spirito e la sposa dicono: «Vieni». E chi ode, dica: «Vieni». Chi ha sete, venga; chi vuole, prenda in dono dell’acqua della vita. […] Colui che attesta queste cose, dice: «Sì, vengo presto!» Amen! Vieni, Signore Gesù!” (Apocalisse 22:17;20). Elio Varricchione giovedì 25 febbraio 2016 Bibliografia: Commentario Biblico Illustrato ADI-Media, dispense IBI-SCB Lombardia 8