Verso l`Asia - Missionari della Consolata
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Verso l`Asia - Missionari della Consolata
Un giornale dei Missionari e Missionarie della Consolata lavorando in Asia Autunno 2013 Uno sguardo verso l’Asia Carissime consorelle e confratelli: Ottobre missionario, e’ missionario per eccellenza. il mese In tutte le parti del mondo si fanno testimonianze missionarie sulle missioni, campagne di aiuto a una certa missione o paese, e si proclama l’urgenza dell’ annuncio della Parola di Dio a tutti i popoli. Verso l’Asia MISSIONARI E MISSIONARIE DELLA CONSOLATA In questo nuovo numero della nostra newsletter vogliamo anche noi in questo mese lanciarvi la sfida di approfondire, riflettere sulla missione in Asia e la necessità dell’ annuncio della Parola di Dio in questo Continente. Percio’, vogliamo evidenziare le sfide, le particolarità di questa missione e le grandi diversità culturali e religiose all’interno dello stesso continente. Senza dubbio, non ci sono luoghi di missione facili, ma tenendo in conto che siamo, prima di ogni cosa, per i non cristiani, questa terra è, senza dubbio, terra di primo annuncio. Ricordiamo che in questo vasto continente che è l’Asia, i cattolici rappresentano soltanto il 2 o 3% della popolazione totale. La messe è grande ma gli operai sono pochi. In uno dei suoi articoli, la Conferenza dei Vescovi dell’Asia ci parla del profilo o decalogo dei nuovi evangelizzatori dell’Asia. Come sarebbe bello che molti si identificassero con questo nuovo evangelizzatore dell’Asia e sentissero vivo questo ardore di venire in Asia. Vogliamo con questo invitare a tutti i missionari e missionarie, non soltanto, a pregare per questa grande sfida che è la missione in Asia, ma a sentire vivo l’appello che il Signore ci fa oggi a ognuno di noi, missionario e missionaria della Consolata. 07 OTTOBRE 2013 – 07 OTTOBRE 2014 ANNO DEL FONDATORE Individual Highlights: Asia – Missione di Dialogo ......................2 La nuova evagelizzazione in Asia ...........4 Per toccare il cuore dell’Asia ..................6 Corea del Sud: P. Eugenio Boatella .......8 Mongolia: Sr Esperanza .........................9 Verso l'Asia Page 2 Asia - Missione di Dialogo di Sr. Clemens Mendonca La realtà asiatica Povertà colossale Missione in Asia è oggi inconcepibile se non prendiamo in considerazione la ricchezza della diversità culturale e multi-religiosità dell’Asia. L’ Asia è ricca di risorse umane e di potenziale umano. Gli asiatici costituiscono il 54% della popolazione mondiale e la popolazione cristiana è solo il 2,3%. Questo nonostante il fatto che il cristianesimo ha avuto la sua genesi in Asia. Considerando la vasta popolazione, la percentuale dei cristiani dopo più di 2000 anni è ancora molto piccola. Il perché di questa scarsa risposta al messaggio del Vangelo sembra essere il fallimento della Chiesa asiatica in articolare e comunicare la fede cristiana in un modo adatto alla mentalità asiatica e rilevante per i segni dei tempi . Cio’ è evidente nello stile di vita occidentale, adottato dai cristiani , le strutture ecclesiali occidentali , l'arte e l'architettura , liturgie , la musica e soprattutto i modelli di pensiero teologico occidentale , formulazioni cristologiche ed ecclesiologiche , ecc. E 'solo dopo Vat II che si fa un passo verso lo sviluppo della teologia asiatica - che tuttavia è ancora guardato con sospetto . . Pluralità culturale e religiosa Le grandi distanze dell’Asia sono attraversate da una molteplicità di razze, religioni e culture. Esistono forti contrasti tra i popoli, culture, religioni e le condizioni di vita da paese a paese. Ecclesia in Asia (EA) mete in rilievo la caratteristica più evidente del continente: la varietà delle sue popolazioni che sono "eredi di antiche culture, religioni e tradizioni" (EA 6). L’Asia è il luogo di nascita di diverse tradizioni religiose come l'Induismo, il Buddismo, Ebraismo, Cristianesimo, Islam, Taoismo, Confucianesimo, Zoroastrismo, Jainismo, Sikhismo, Scintoismo, ecc. Tutte queste tradizioni religiose incarnano valori religiosi profondi. "La Chiesa ha il rispetto più profondo per queste tradizioni e cerca di intrecciare un dialogo sincero con i loro seguaci" (EA 6). Dal punto di vista economico, un certo numero di paesi dell'Asia hanno fatto notevoli progressi economici, ma esiste ancora una povertà degradante e inumana, disuguaglianza, distribuzione ineguale delle risorse e delle opportunità, ecc. “Pur prendendo atto dei molteplici aspetti positivi della globalizzazione, hanno rilevato anche il fatto che essa si è risolta a svantaggio dei poveri per l'intrinseca tendenza a spingere le Nazioni più povere ai margini dei rapporti internazionali di carattere economico e politico. Molti Paesi asiatici non sono in grado di inserirsi in una economia globale di mercato"(EA 39). Sistemi sociali oppressivi Sistemi oppressivi basati in classi, caste, razza e disparità di genere sono molto dominanti nei paesi asiatici e sono fattori di divisione nelle società. La migrazione all'interno dei paesi asiatici e in altri paesi è anche un grande problema in Asia. Migranti, rifugiati e quelli che richiedono asilo sono molte volte trattati disumanamente. In Asia, c’e’ anche una serie di altre minacce come traffico di esseri umani, violazioni dei diritti umani, mancanza di rispetto per la vita umana, la disuguaglianza istituzionalizzata delle donne, ecc,. Il terrorismo è diventato un corpo organizzato che sta diffondendo semi di vendetta e di odio tra le persone. Disordini politici e la militarizzazione Politicamente l’Asia è molto diversificata: dittatura, democrazia, e la militarizzazione - tutti questi si possono trovare in Asia. Sconvolgimento politico costante e incontrollata corruzione a tutti i livelli politici. In alcuni paesi, la vita intera è politicizzata, colpendo ogni settore. I governi sono costretti ad adottare politiche e pratiche come le Verso l'Asia politiche di aggiustamento strutturale dettate dal FMI, la Banca Mondiale e l’ Organizzazione mondiale del commercio. Queste politiche sono prive di un volto umano e preoccupazione sociale. La militarizzazione ha lo scopo di sicurezza nazionale. Ma nonostante questa apparente sicurezza-molte nazioni vivono nella costante insicurezza e sotto la minaccia di guerre. Gli effetti della militarizzazione si manifestano oggi più che mai nel grande numero di rifugiati. Missione in Asia oggi Missione in Asia è oggi inconcepibile se non prendiamo in considerazione la ricchezza della diversità culturale e multi-religiosità dell’Asia. Espressioni come 'missione, evangelizzazione e conversione', così vitale per la fede cristiana, sono molto fraintese in molti paesi asiatici. Questo dovrebbe farci capire che il 'come' della missione è importante quanto il suo 'perché' e 'cosa', se si deve fare comprensibile in un dato contesto. L'evangelizzazione non è più considerata solo come un lavoro di arruolamento di nuovi membri, oggi il concetto di evangelizzazione è più ampio, come insegnano i Documenti Conciliari, Evangelii nuntiandi e Redemptoris Missio. L'evangelizzazione comprende lo sviluppo umano integrale (non solo elevazione religiosa e spirituale delle persone, ma anche il loro sviluppo fisico ed economico). L'enfasi è sulla diffusione e la condivisione della buona notizia del Regno di Dio a tutti gli uomini di buona volontà. L'evangelizzazione comprende la promozione della pace e della giustizia - raggiungendo tutte le persone a prescindere dalla classe, casta, credo, e il sesso, e lavorando per la trasformazione della società. Nella nuova comprensione dell’ evangelizzazione - liberazione, il dialogo e inculturazione sono visti come componenti essenziali. Ma la Chiesa asiatica deve tenere in mente la sua triplice responsabilità nel compimento questo compito: In primo luogo, deve prendere la sua missione di evangelizzazione sul serio - non può rinunciarvi. Essa è chiamata a proclamare la Buona Novella . Page 3 conforto , la guarigione e la speranza per quelli che hanno il cuore spezzato, la libertà a quelli in schiavitù , la luce a coloro che sono nelle tenebre dell'ignoranza, e proclamare la pace e la riconciliazione dove l'odio, la vendetta e l'ingiustizia abbondano in tutto il mondo ( cf. Lc 4,18-19 ) . In secondo luogo, questa missione di evangelizzazione deve essere proclamata in modo tale che gli altri (per esempio, le altre tradizioni religiose ) lo capiscono . Ciò implica l’ "ascolto" della loro ricerca spirituale, e delle loro espressioni di fede e da lì imparare a esprimere in modo a loro comprensibile le espressioni della nostra fede . Questa è la funzione del dialogo . In terzo luogo, la missione di evangelizzazione deve essere rilevante nel contesto di oggi, cioè deve essere contestualizzata e concretizzata nel nostro impegno per la giustizia , la pace e il benessere di tutti, compresa la terra . Questa si chiama diakonia o evangelizzazione in servizio . Evangelizzazione in servizio è un mezzo per condividere la Buona Novella del Regno di Dio con tutta la creazione cioè , il destinatario di questa Buona Novella deve essere tutta la creazione . Questa buona notizia è : la cura per i poveri e gli oppressi portando loro Il 'come' della missione è importante quanto il suo 'perché' e 'cosa', se si deve fare comprensibile in un dato contesto. Verso l'Asia Page 4 La nuova evangelizzazione in Asia La relazione tenuta al Sinodo dal cardinale arcivescovo di Bombay (India) Le Chiese in Asia hanno individuato tre punti di forza per la nostra opera, legati alle tre sfide più importanti che ci si presentano. Dobbiamo quindi aprire un dialogo con le culture, un dialogo con i poveri e un dialogo con le religioni. L’Asia è un continente che sta vivendo le speranze e le gioie di una costante rinascita nello Spirito (Ecclesia in Asia). Sappiamo tutti che il 60% della popolazione mondiale vive in Asia. Si tratta di un giovane continente in cui la maggioranza della popolazione è giovane. Perciò, per molti aspetti, l’Asia occupa un posto centrale nel futuro dell’evangelizzazione. L’India e la Cina, dove vive il 37% della popolazione mondiale, stanno emergendo quali protagonisti della scena internazionale in molti settori. Non c’è uniformità nello scenario asiatico ed è quindi difficile definire cosa sia il mondo asiatico. Riscontriamo alti livelli di sviluppo economico in paesi quali il Giappone, la Corea del sud e Taiwan; in altri paesi lo sviluppo è in crescita; e alcuni combattono con la povertà. L’Asia è benedetta da una ricchezza di culture, antiche e ben sviluppate. È anche la culla di molte delle religioni del mondo. Forse a causa della natura spirituale profondamente radicata nell’anima asiatica che cerca costantemente l’Assoluto? Le Chiese in Asia hanno individuato tre punti di forza per la nostra opera, legati alle tre sfide più importanti che ci si presentano. Dobbiamo quindi aprire un dialogo con le culture, un dialogo con i poveri e un dialogo con le religioni: studiare cosa significa per noi il mandato evangelico riguardo al nostro rapporto con queste tre importanti realtà. Un impulso enorme che incombe su di noi e che tocca tutti gli aspetti della vita in Asia è quello della globalizzazione. Si tratta di un processo continuo, inesorabile, complesso e ambivalente, che tocca ogni sfera della nostra vita e della nostra attività. Iniziato come un di Oswald Gracias processo economico che ha portato alla libera concorrenza, talvolta a detrimento dei paesi più poveri, è diventato adesso un fenomeno culturale. Influenza valori culturali asiatici custoditi gelosamente, portando con sé materialismo, individualismo, consumismo e relativismo. Sono i giovani in particolare i più esposti ai suoi effetti. Ovunque si osservi, gli effetti della globalizzazione interessano il nostro sistema di valori. I valori tradizionali asiatici, le tradizioni e le culture che ci stanno più a cuore vengono colpite e smantellate. Mentre diamo il via al grande progetto della nuova evangelizzazione, vorrei segnalarne alcuni: 1. Come ho detto, uno spirito di secolarismo e materialismo sta diventando più preponderante. I popoli asiatici sono religiosi per natura, con centinaia di migliaia di persone che fanno la coda per visitare templi e luoghi di culto per ricevere benedizioni divine in occasione di eventi speciali. Adesso alcuni stanno scoprendo che Dio dal centro della vita della gente è stato relegato alla periferia. Dalla nostra prospettiva cristiana, vediamo che le nostre chiese ospitano ancora ampie congregazioni. Ma sarà sempre così? L’Anno della Fede ci porrà di fronte alla sfida di presentare il messaggio della fede in modo invitante e autorevole e come una risposta agli interrogativi del nostro tempo. 2. I legami familiari, una volta considerati importantissimi e ben radicati per tutti i nuclei familiari asiatici, si stanno lentamente sfaldando. Con loro sono iniziati anche gli attacchi alla santità della vita matrimoniale. Il divorziò, una volta considerato un tabù, adesso non è più così insolito. Si sono levate anche flebili voci a favore dei matrimoni omosessuali. Non è ancora un movimento di una certa portata, ma sta lentamente guadagnando terreno in nome della libertà. Verso l’Asia Molti movimenti di famiglie sono sorti in seno alla Chiesa in Asia. Questo apostolato ha portato molto frutto, perché la famiglia viene vista come cellula fondamentale della società, il luogo da cui una volta scaturivano felicità, successo e missione nella vita. La sfida che dobbiamo affrontare è quella di trovare nuovi modi per preservare la sacralità della famiglia e del focolare. 3. I movimenti contro la vita - mentre l’anima asiatica considera importanti tutti gli aspetti della vita, stanno facendo aumentare le minacce alla vita che sgomentano sotto molti aspetti. I conflitti etnici, la soppressione violenta di diversi credo religiosi; la tragica minaccia alla vita dei più indifesi: i bimbi non ancora nati; la soppressione di feti femminili viene comunemente pratica in alcune zone in quanto una bambina viene considerata una maledizione divina o un fardello finanziario. L’anima asiatica di per sé ha un grande rispetto per la vita. In alcune tradizioni religiose gli animali e le piante vengono considerati sacri e trattati col massimo rispetto. In questo ambiente il messaggio evangelico a favore della vita troverà facile accoglienza. 4. L’anima asiatica cerca la comunità. Adesso anche questo aspetto è interessato da un’individualismo strisciante, con un’assenza di sollecitudine per gli altri, con l’indifferenza alle loro necessità, con una mancanza di ospitalità, che era tradizionalmente importante in tutte le società. La Chiesa in Asia ha scelto il metodo delle comunità cristiane di base come il nostro nuovo modo di essere Chiesa. Ciò ha avuto un gran successo in molti luoghi e ha portato alla partecipazione dei laici nella Chiesa, alla formazione dei laici e al contatto con gli altri. Ha dato un senso di appartenenza a molti che altrimenti sarebbero stati trascurati. 5. Purtroppo assistiamo anche a un numero crescente di attacchi alla religione. In alcuni paesi la persecuzione dei cristiani è in aumento. L’opposizione viene dalla religione dominante o talvolta da una spinta ideologica, che vuole imporre autorità politica ai gruppi religiosi. Le comunità cristiane in alcuni luoghi si sentono deboli e indifese, ma abbiamo assistito a casi di testimonianze eroiche in mezzo alla sofferenza. Le grandi intuizioni del documento del Vaticano II Nostra Aetate sono importanti ancora oggi. Per noi in Asia il dialogo è una necessità, non un lusso. Un dialogo di vita è qualcosa in cui tutti noi siamo coinvolti quotidianamente. In Asia rappresentiamo soltanto il 3% della popolazione totale, con una maggioranza di cristiani soltanto in due paesi, le Filippine e Timor est. Anche nel nostro continente il fondamentalismo religioso si fa sentire. Questi incidenti, per quanto sporadici, sono sufficienti a destare allarme. Page 5 Asia è benedetta da un’esplosione di comunicazioni senza precedenti. Ciò non va visto come una minaccia, bensì come un gran dono di Dio, da usare per diffondere la Buona novella. La nostra vocazione è quella di preparare i nostri giovani in modo particolare all’uso dei nuovi mezzi di comunicazione e a trarne beneficio. Guardiamo con speranza all’Anno della Fede affinché possiamo comprendere più profondamente la nostra fede, viverla in modo più autentico e proclamarla con più fiducia. Vorrei concludere con due ulteriori elementi tratti dal nostro contesto asiatico: per noi la religione è più il discepolato di una persona che l’adesione a una dottrina o l’obbedienza a una serie di regole. La persona di Gesù è profondamente affascinante: il suo messaggio e la sua vita, la sua passione, morte e risurrezione. L’adesione a una dottrina nasce come il frutto dell’essere discepolo di un maestro. In questo modo i primi cristiani hanno proclamato la Buona novella. Per noi la religione è più il discepolato di una persona Inoltre la mentalità asiatica trova maggior significato nella preghiera contemplativa che nella meditazione discorsiva. Queste sono ricchezze su cui possiamo lavorare e condividere col mondo. Le nostre liturgie rappresentano un punto centrale della nostra fede cristiana, ma se la contemplazione viene posta al centro almeno del servizio para liturgico, ciò potrebbe portare una profonda gioia alla nostra gente, che sente la presenza di Dio e da lui si sente rafforzata.Le sfide che dobbiamo affrontare sono immense. Ma le possibilità sono grandi. La giovane che l’adesione a una dottrina o l’obbedienza a una serie di regole. La persona di Gesù è profondamente affascinante: il suo messaggio e la sua vita, la sua passione, morte e risurrezione. L’adesione a una dottrina nasce come il frutto dell’essere discepolo di un maestro. In questo modo i primi cristiani hanno proclamato la Buona novella. Verso l'Asia Page 6 Per toccare il cuore dell’Asia (dal Messaggio della 10ª Assemblea FABC) . Per essere rinnovati come evangelizzatori dobbiamo rispondere allo Spirito che è all’opera nel mondo, nel profondo di noi stessi, nei segni dei tempi e in tutto ciò che è autenticamente umano. Abbiamo bisogno di vivere una spiritualità della nuova evangelizzazione. [...] Lo stesso Spirito che ha animato il Vaticano II ora ci convoca per renderci nuovi evangelizzatori per una nuova evangelizzazione. È lo Spirito che modella questa novità nella Chiesa e in ciascuno di noi. È lo Spirito che ci abilita a rispondere effettivamente e in maniera credibile alle tendenze sociali e alle realtà ecclesiali che la nostra Assemblea ha esaminato. Per essere rinnovati come evangelizzatori dobbiamo rispondere allo Spirito che è all’opera nel mondo, nel profondo di noi stessi, nei segni dei tempi e in tutto ciò che è autenticamente umano. Abbiamo bisogno di vivere una spiritualità della nuova evangelizzazione. Vi prospettiamo alcune dimensioni fondamentali di questa spiritualità. 1. Un incontro personale con Gesù Cristo. I nuovi evangelizzatori hanno bisogno anzitutto e soprattutto di una fede viva, radicata in un profondo, personale e rigenerante incontro con la persona viva di Gesù Cristo, un incontro che porti alla conversione personale e alla sequela di Gesù, in parole e opere. In definitiva, noi proclamiamo colui che abbiamo visto, sentito e toccato (cf. 1Gv 1,1-3). Questo incontro personale e questa sequela sono indispensabili. Senza, nessuno sarà in grado di toccare il cuore dell’Asia. 2. Passione per la missione. Se esistiamo per la missione, dobbiamo averne la passione. La storia della Chiesa in Asia è intrecciata con la storia dimissionari e martiri – laici e laiche, consacrati e clero – che hanno osato rischiare la loro vita per Cristo. La loro storia ci ispira e ci incoraggia. Essi compendiano la passione per la missione in forme impossibili all’uomo, ma possibili per Dio (cf. Lc 18,27). [...] 3. Il regno di Dio al centro. La proclamazione di Gesù attinge ogni aspetto della vita e ogni stato della società – l’intera vita umana. La spiritualità del nuovo evangelizzatore perciò non separa il nostro mondo dal regno di Dio. Non separa ciò che è materiale da ciò che è religioso, né separa la vita nella fede dalla necessità di trasformare la vita socioeconomica e politica. E soprattutto la spiritualità del nuovo evangelizzatore non separa Gesù Cristo dal Regno, né disgiunge i valori del regno dalla persona di Gesù. Porre al centro il regno di Dio significa dedicarsi a Gesù e alla sua visione di una nuova umanità modellata su di lui. 4. Impegno per la comunione. Gesù ha pregato perché noi fossimo in comunione col Padre, con lui e tra di noi (cf. Gv 17,20-22). Nella sua passione, morte e risurrezione ha ricapitolato in sé tutte le cose e ha condotto l’umanità e l’intero creato alla comunione con il Padre e lo Spirito. Come Gesù, i nuovi evangelizzatori devono essere uomini e donne che promuovono comunione. La spiritualità della comunione è, in verità, la spiritualità della nuova evangelizzazione. Il beato Giovanni Paolo II ci ricorda che «comunione e missione sono inseparabilmente connesse». La comunione con il Dio trinitario è, «insieme, sorgente e frutto della missione: la comunione suscita la missione e la missione trova compimento nella comunione» (Ecclesia in Asia 24, cita Christi fideles laici 32). Questo deve essere dunque il nostro motto: “comunione per la missione” e “missione per la comunione” (Ecclesia in Asia 25). Gli evangelizzatori saranno efficaci nella misura in cui vivranno una profonda e contemplativa comunione con Gesù e si impegneranno generosamente per essere testimoni e promotori della comunione con Dio, gli uni con gli altri, Verso l’Asia con il creato. Nell’aspirazione asiatica all’armonia nel mezzo di conflitti e tensioni crescenti i membri della chiesa sono chiamati a essere artefici di comunione [...] 5. Dialogo, una forma di vita e di missione. donne e bambini e di quanti sono costretti a vivere in condizioni quasi di non-persone nella società asiatica. Denunciando l’ingiustizia, il nuovo evangelizzatore annuncia l’amore di Dio, “le prescrizioni più gravi della legge”: la giustizia, la misericordia e la fedeltà (Mt 23,23), e l’amore preferenziale di Gesù per i poveri. Page 7 indurre al letargo o al pessimismo dalle tendenze sociali che in Asia minacciano l’edificazione della nostra società, la stabilità della famiglia ela visione di fede della stessa comunità cristiana. In esse possono giacere nascoste profonde risorse dello Spirito, velate dentro i valori asiatici; i semi di una nuova umanità assetata della pienezza di vita in Gesù. [...] La nuova evangelizzazione invita a una spirito di dialogo che animi la vita quotidiana e privilegi relazioni che uniscano a quelle che creano competizione. Il dialogo deve essere il marchio di riconoscimento di ogni forma di ministero e di servizio in Asia. Esso è caratterizzato da un’umile sensibilità alla presenza nascosta di Dio nelle lotte dei poveri, nelle ricchezze delle culture dei popoli, nella varietà delle tradizioni religiose e nel profondo di ogni cuore d’uomo. Tale dialogo è la nostra forma di vita e di missione. Esso è fondamentale per una spiritualità della comunione dei nuovi evangelizzatori. Abbiamo notato in assemblea che il numero delle vittime della globalizzazione, dell’ingiustizia, dei disastri naturali e nucleari, degli attacchi di fondamentalisti e terroristi è oggi in crescita. Gesù ha preso la parte delle vittima dei disastri e delle ingiustizie. Era solidale con gli esclusi dalla considerazione sociale. La solidarietà e la compassione per le vittime e gli emarginati devono costituire una dimensione essenziale della spiritualità per i nuovi evangelizzatori. 6. Presenza umile. 9. Sollecitudine per il creato. Crediamo che ognuno in Asia sia un partner e un compagno di viaggio nel cammino verso il regno di Dio, che i campi della missione siano terreni della presenza e dell’azione misteriosa dello Spirito di Dio. Nella vasta missione in Asia la testimonianza silenziosa ma eloquente di una vita autenticamente cristiana richiede una testimonianza umile, un modo di vivere in dialogo che comprende uno stile di vita orante e “contemplativo”. Questo è un imperativo per i nuovi evangelizzatori nel contesto di culture che apprezzano il nascondimento e la preghiera. Una presenza umile è caratterizzata dalla semplicità di vita e dalla comunione con i poveri. La nostra Assemblea ha altresì notato il persistente abuso del creato per trarne guadagni economici egoistici e ottusi. Cause umane contribuiscono significativamente al riscaldamento globale e al cambio climatico, che colpiscono in maniera più devastante il povero e il derelitto. La preoccupazione per l’ecologia, la sollecitudine per l’integrità del creato, compresa la giustizia e la compassione intergenerazionale, è fondamentale per una spiritualità della comunione. soprattutto di una fede viva, 10. Coraggio della fede e del martirio. personale e rigenerante 7. Evangelizzatori profetici. Essere profetici significa essere consapevoli, nella luce dello Spirito Santo, delle contraddizioni del nostro mondo asiatico e denunciare tutto ciò che sminuisce, degrada e spoglia i figli di Dio nella loro dignità. I nuovi evangelizzatori devono proteggere la dignità umana di tutti, in particolare di 8. Solidarietà con le vittime. I nuovi evangelizzatori hanno bisogno anzitutto e radicata in un profondo, Dagli inizi della cristianità fino ad oggi il suolo dell’Asia è segnato dal sangue dei martiri. Se oggi noi siamo chiamati alla testimonianza di fede fino all’estremo sacrificio, non ci tiriamo indietro. Gesù ci ha preconizzato che questo sacrificio è il segno più alto della fedeltà a lui e alla sua missione. I martiri della nostra terra, molti dei quali venerati sugli altari, ci ispirino con il loro esempio e ci rafforzino con la loro intercessione. [...] [In conclusione,] non dobbiamo lasciarci incontro con la persona viva di Gesù Cristo, un incontro che porti alla conversione personale e alla sequela di Gesù, in parole e opere. Verso l'Asia Corea del Sud Page 8 di P. Eugenio Boatella soffocante ti faceva sudare di continuo; strade straripanti di cartelli pubblicitari pieni di segni allora per me indecifrabili; persone anziane accucciate sui talloni che riposavano lungo i marciapiedi; un fiume in piena di persone che correvano da una parte all’altra, di gran fretta. Tutto totalmente nuovo per me e molto, molto diverso. “Farti prossimo, cioè fratello, del lontano, del diverso da te.” Farti prossimo, cioè fratello, lontano, del diverso da te. del Proprio una bella l’immagine di missione ci lascia la parabola del buon samaritano, vero? Arrivare a sentirsi fratello di chi un tempo non era se non un lontano e un diverso da te. Oggi, con il cuore in mano, posso dire che lo sforzo di farmi fratello dei coreani è valso la pena; e che se oggi dovessi lasciare questo paese, mi costerebbe tante lacrime quanti sono i fratelli e le sorelle che ho qui. 13 anni fa, la Corea era proprio questo per me: un popolo sconosciuto e soprattutto molto, molto lontano; non solo nello spazio, bensì nella cultura, e quindi anche affettivamente. Ricordo ancora le mie prime impressioni di quel 3 agosto del 2000, quando arrivai in questo paese, mosso dalla speranza di realizzare il mio sogno di missione in Asia. Che differenza con le prime impressioni che avevo avuto quando arrivai per la prima volta in Colombia, dove mi ero sentito come a casa mia fin dal primo giorno. Qui un’afa Sentivo che la mera curiosità - che pure non era certo poca in me – per qualcosa di così nuovo e diverso, non sarebbe stata sufficiente per entrare nel cuore di questa nuova realtà. Ci sarebbe voluto tempo, e un grande sforzo prolungato, non solo per imparare una lingua che sapevo già essere difficile, ma soprattutto per poter un giorno aprire la porta dei cuori di queste persone e poter creare con esse vincoli profondi di amicizia e fraternità. E’ stato un tragitto lungo e difficile quello che ho percorso verso di loro; ma allo stesso tempo anch’essi facevano lo stesso percorso verso di me. Sono stati loro a rendermi tutto molto più facile e mi hanno dato la forza di superare tutte le barriere che ci separavano. Conservo ancora tanti ricordi pieni di gratitudine: quelle professoresse che mi hanno insegnato il coreano con una pazienza senza limiti; la signora Marta che mi correggeva le prime omelie quasi incomprensibili; quei fedeli che sopportavano con estrema delicatezza quel mio coreano indecifrabile che mi usciva di bocca quando celebravo la messa; quei giovani, affamati di vicinanza umana e poter sentirsi liberi con qualcuno che li guidasse a Dio… Con alcuni di loro ho condiviso esperienze indimenticabili, come il Cammino di Santiago, o un campo di esperienza missionaria in Kenya, ritiri,… E quando sono arrivato a poter comunicare con una certa fluidità, essi mi hanno aperto il loro cuore. “Eugenio shinbunim (padre), sei occupato? No, ho sempre tempo per te. Volevo commentarti qualcosa… Sono tutto orecchi”. Tempo e orecchi attenti, ecco quanto ho gioiosamente offerto ai miei fratelli coreani. E quanto viene apprezzato questo dono, dato che qui tutti vivono super-occupati e non hanno tempo per niente e per nessuno. In cambio, essi mi hanno donato la loro fiducia, condividendo con me le loro preoccupazioni, gioie e sofferenze. Che gran regalo mi hanno fatto! Fidarsi di uno straniero, così diverso da loro. A dir la verità, non mi sono preoccupato troppo di “farmi coreano”, quanto di cercare di conoscerli e capirli il meglio possibile, per creare ponti tra di noi. Soprattutto, ho sempre cercato di essere me stesso, perché sono convinto che l’autenticità ti faccia superare tutto ciò che ci separa: cultura, età, ruolo. Così, proprio perché non sei come loro, hai qualcosa di nuovo da offrire loro e qualcosa di nuovo da ricevere. E così si è realizzato il miracolo dell’incontro vero, quello dove non c’entrano maschere, ruoli, nazionalità,. Incontro di fratelli, a cuore aperto. Per me questa è stata la cosa più preziosa di questi anni: migliaia di chiacchierate a cuore aperto, che hanno permesso un’immersione nell’intimità e là, assieme, intravvedere quel Dio che e’ più intimo e vicino a noi di noi stessi. E’ così come ho vissuto questi anni di missione in Corea, tessendo tutta una rete di relazioni e meravigliandomi di come Dio rendesse possibile questo miracolo: arrivare a farti fratello del lontano, del diverso. Sì, ne è valsa la pena. Verso l’Asia Mongolia Page 9 by Sr. Esperanza SCINTILLE DI LUCE SUL NOSTRO CAMMINO In questa bella terra di Mongolia, terra di orizzonti meravigliosi ed immensi, il Seme della Parola di Dio è caduto ed ha bisogno di cura, pazienza di sedersi ai margini della strada e vedere e sentire a quale ritmo e con quale movimenti danzare la gioia del incontro, manifestando la vita che sorge in questa novità! Ecclessia in Asia al numero 42 ; afferma con forza che « La prima forma di testimonianza è la vita stessa del missionario/a, della famiglia cristiana e della comunità ecclesiale, che rende visibile un modo nuovo di comportarsi [...]. “La nostra missione anche se si esprime nel nostro lavoro attraverso la gioia e la fatica quotidiana non trova il suo compimento nella ferialità se non testimoniamo la nostra appartenenza a Dio nel servizio gratuito agli altri.” La nostra missione anche se si esprime nel nostro lavoro attraverso la gioia e la fatica quotidiana non trova il suo compimento nella ferialità se non testimoniamo la nostra appartenenza a Dio nel servizio gratuito agli altri. Noi come chiesa in Mongolia siamo pienamente convinti dell’importanza de una testimonianza autentica nella evangelizzazione. E como lo afferma ecclesia in Asia; « l'uomo contemporaneo crede più ai testimoni che ai maestri, più all'esperienza che alla dottrina, più alla vita e ai fatti che alle teorie ». 207 Gesú spesso suscita ammirazione e riconoscimento per la sua autenticità, ma vi è un salto moto grande per arrivare a riconoscerlo Signore e Salvatore. Ma sotto voce possiamo dire che siamo dei privilegiati perché stiamo vedendo, gustando questo incontro tra la nostra gente e Gesù. Questo è un regalo grande che viviamo nella nostra cara amata Mongolia, con la nostra gente, nelle piccole comunità che si stano costituendo attorno a Gesù pane di vita e sorgente d’amore. Paolo nella lettera agli Efesini nel capitolo 3 ci offre la sua testimonianza di evangelizzatore: “Per questo, dico, io piego le ginocchia davanti al Padre, dal quale ogni paternità nei cieli e sulla terra prende nome, perché vi conceda, secondo la ricchezza della sua gloria, di essere potentemente rafforzati dal suo Spirito nell'uomo interiore. Che il Cristo abiti per la fede nei vostri cuori e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l'ampiezza, la lunghezza, l'altezza e la profondità, e conoscere l'amore di Cristo che sorpassa ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio”. (Ef 3, 14-19) ... i tempi cambiano e non si ripetono – la Parola di Dio è sempre antica e sempre nuova- è fonte di inspirazione e sapienza per il nostro oggi. Cercherò di mettere a fuoco quattro movimenti, fatti da quattro personaggi del antico testamento che credo possono oggi essere piccole scintille nel nostro viaggio con Gesú nostro amato Maestro nel nostro sevizio missionario. Andare oltre come Giona Giona viveva tranquillo sapeva ciò che Dio voleva, E improvvisamente, Dio ha fatto irruzione nella sua vita come un turbine e le frontiere e i confini furono rimossi: "Alzati, va 'a Ninive , la grande città, a predicare quello che dico. " Era un invito a scrutare le profondità di quell’abisso appassionante del suo amore per comunicare a tutti, il suo desiderio di accogliere e offrire a tutti la su misericordia accattivante. Ninive " la grande città " era un simbolo dei lontani, separati... Sicuramente anche noi dovremmo rivedere le idee di Dio che coltiviamo e che ci fanno camminare e lavorare... però come Giona potremmo sentire la chiamate alla nuova avventura di Ninive, ad accettare il rischio di una nuova alleanza che ci spinge ad andare al dì là del conosciuto per incontrare l’altro. Verso l'Asia Essere più vicini come Rut Questa meravigliosa figura ci offre una luce su come essere vicini al nostro popolo Mongolo. Rut contro ogni logica e previsione, decide di prendere una rischiosa e sorprendente decisione: rimanere vicino alla sua suocera e in qualunque circostanza, accompagnarla nel suo futuro incerto...(Rut 1, 16-18). La presenza di Dio in questa narrazione é discreta e silenziosa, nel semplice quotidiano. Questo é una sfida per qualificare il nostro stare con questo popolo. Vivere questo luogo come presenza di Dio, senza essere super uomini o super donne, riconoscendo la nostra fragilità, i nostri limiti, le nostre povertà, lasciando spazio perché l’altro sia “altro” e possa esprimere la sua realtà. Scendere nel più profondo come Elia Nella narrazione del profeta Elia appare insistentemente il tema dello spostamento del profeta. Lo vediamo nell’ alto del monte, nella discesa e fuggendo verso il deserto. La sua esistenza é mossa dalla presenza di Dio ed è affascinata per la sua trascendenza. Quel Dio che vuole servire lo va conducendo dalla relazione con il re, all’incontro con la povera vedova…dal confronto con gli adoratori dei Baal, al riconoscimento del Dio vero. Nel nostro cammino Missionario ci incamminiamo con Elia verso il monte Horeb. Si tratta di un pellegrinaggio verso le radici della sua e della nostra fede. Ci indica che in realtà nella ricerca di Dio, si riparte, si continua da ciò che siamo, dalla nostra stessa vita, dall’esperienza che ci portiamo dentro per incontrare il Dio che ci attende a celebrare con tutti i popoli il Banchetto da Lui preparato da tutti tempi sul monte Santo. Page 8 Intrare più Giacobbe in profonditá come Giacobbe é l’uomo che affronta la profondità della notte, del buio, della prova in una lotta con lo stesso Dio. Penso che nei momenti di buio, difficoltá la tentanzione é di lasciare o di rimanere in superfice, di alienarsi, di addormentarsi come dice Simone Weil; “se la nostra attenzione é tiepida e addormentata, dispersa in tante preocupazioni banali che ci prendono, possiamo vivere i nostri giorni disratti, vegetando nella indifferenza e ruitna. Pero Dio puo essere il pericoloso lottarote che senza tregua ci raggiunge e ci afferra”. È di grande importanza chiederci verso dove ci moviamo, con chi incontriamo,..., perchè la qualità della relazione ci può mantenere lontani da Dio e altre che ci spingono alla riva del Yabbok, dove possiamo avere il rischio che Dio ci trovi per combattere con noi. Siamo pronti ad oltrepasare il fiume e disporci alla lotta? Il mio augurio è che possiamo essere comunitá missionaria, che anuncia caminando, nella consapevolezza, che quest’annuncio si arricchisce, si incrementa col cammino che si sta facendo e sopratutto perché stiamo con il maestro che ci guida, illumina ci fa andare oltre, ci spinge ad essere più presenti, e ci incoraggia ad entrare più in profondità, perché tutti possiamo gustare la Vita, in abbondanza! “... i tempi cambiano e non si ripetono – la Parola di Dio è sempre antica e sempre nuova- è fonte di inspirazione e sapienza per 1 il nostro oggi..” Verso l'Asia “ «Chi si dà veramente e totalmente al Signore gode il benessere e la felicità anche quaggiù. Più si ha fame e sete di santità, fame e sete di Dio e più si è contenti. I santi che hanno questa fame e sete sono i più felici. La loro pace interiore e la gioia del loro cuore sono così grandi, che traspaiono anche all’esterno e si comunicano agli altri» (Così vi voglio, 8). Consolata Mongola Consolata Missionaries Siamo sul web! www.consolatamissionmongolia.org www.consolata.org www.consolata.or.kr “È davvero un mistero perché mai il Salvatore del mondo, nato in Asia, sia rimasto fino ad ora largamente sconosciuto ai popoli del Continente 1 asiatico.”