“IL BELLO, MIRO`, I BAMBINI” Progetto di ricerca
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“IL BELLO, MIRO`, I BAMBINI” Progetto di ricerca
“IL BELLO, MIRO’, I BAMBINI” Progetto di ricerca-azione Educare al bello è un progetto tanto semplice quanto ambizioso che al Nido si traduce in un percorso che ha inizio nella mente degli adulti educatori, nel loro pensiero buono e positivo verso la vita e le relazioni: un educatore che si propone con disponibilità ed apertura è la più bella condizione emotiva che si offre al bambino e la sua famiglia. È un percorso che prosegue attraverso la presentazione di un ambiente altamente pensato ed organizzato con cura ed attenzione: l’ordine degli spazi, l’armonia dei colori negli arredi, l’equilibrio delle forme e delle dimensioni e la realizzazione di contesti piacevoli e “caldi” per il bambino. L’educatore, inoltre, attraverso una ricerca costante, frutto di riflessione e preparazione affinata negli anni, offre ai bambini la possibilità di una sperimentazione sensoriale ed affettiva buona e fruttuosa. Quindi il Nido come un luogo fisico ed affettivo, teatro di avvenimenti e relazioni dove ciascun bambino è rispettato nei suoi tempi di crescita ed apprendimento. In questo quadro si inseriscono le esperienze di gioco ed attività che tanto piacciono e coinvolgono, vissute in piena libertà da ciascuno dei piccoli, da soli o in gruppo, osservando a distanza oppure immergendosi nell’esperienza. È in questo contesto di rispetto della libera espressione, della naturale e gioiosa visione del mondo attraverso il gioco, che si inserisce a pieno titolo il pensiero e l’opera di Mirò, l’artista che, raggiunta la conoscenza del reale ne ricerca poi l’essenza, le tracce primordiali attraverso una pittura che per forme, colori, equilibri e relazioni fra loro, molto somiglia alla naturale capacità di rappresentazione grafico-pittorica dei bambini. “…Lavoro molto con le dita: sento il bisogno di essere immerso nella realtà fisica del colore. Bisogna che sia sporco dalla testa ai piedi” Questo è Mirò che lavora e questi sono i bambini all’opera durante le esperienze di pittura a dita, di pittura con le mani o con pennelli, mentre impastano o spalmano su se stessi o sopra superfici, composti di farine, acqua, colla, creta, granaglie, realizzando esperienze ed elaborati “materici” che sollecitano, stimolano ed inorgogliscono i bambini anche nel momento in cui mostrano il loro “prodotto” agli adulti. L’utilizzo del colore e di tanti altri materiali, che proponiamo solitamente ai nostri bambini nei laboratori di manipolazione e colore è per prima cosa approccio alla materia –un rapporto già iniziato con il contatto e la manipolazione del cibo ed ancora prima “sentendo e toccando” la mamma–, contatto ed esplorazione con il colore puro, lasciando al piccolo la libertà di osservarlo, toccarlo, spalmarlo, stringerlo tra le mani e poi stenderlo sul foglio, tracciando linee e segni, impronte di sé, inizialmente per il piacere di farlo, poi, gradualmente e spontaneamente attribuendo loro senso e significato . Il Progetto “Il bello, Mirò ed i bambini” verrà realizzato coinvolgendo i quattro gruppi dei bambini e delle bambine che frequentano il Nido d’Infanzia Stacciaburatta, in contemporanea al nostro corso di aggiornamento che avrà durata biennale a partire da quest’anno e sarà condotto dal prof. Gianfranco Staccioli docente in Scienze della Formazione all’Università di Firenze. Il Progetto ha preso l’avvio nel dicembre 2011 con la realizzazione di un laboratorio in cui gli stessi genitori precedentemente informati intorno al senso ed all’idea di questo percorso d’esperienza che andremo ad intraprendere con i loro figli- hanno realizzato il “pupazzo Erri” tratto dall’immagine del protagonista del libro “Con gli occhi di Mirò” (P. Franceschini, Con gli occhi di Mirò, Ed. Artebambini, 2008). Insieme ai bambini del gruppo abbiamo poi iniziato una serie di esperienze con il colore ed intorno al colore con l’intenzione educativa di creare situazioni stimolanti, sollecitare la meraviglia, attivare l’esplorazione con un progetto che partendo da questi presupposti, procederà come progredisce l’opera di un artista: in modo originale, spontaneo, nuovo e personale quindi un progetto non programmato ma in divenire… per dirla con Antonio Machado (autore spagnolo): “Al andar se hace camino, se hace camino al andar” ovverosia: “Andando si costruisce il cammino, si costruisce il cammino andando”. Nel corso degli incontri di aggiornamento il dottor Staccioli ha proposto di lavorare su “Le 10 strade dei bambini”, di queste pensiamo che le prime 4 siano quelle più appropriate per l’età dei nostri bambini. Le 10 “strade” dei bambini 1-Per mettere in azione il corpo 2-Per etichettare, descrivere e raccontare 3-Per vedere cosa succede se… 4-Per comunicare emozioni e percezioni 5-Per rappresentare azioni in movimento 6-Per piacere di decorare e rendere “bello” 7-Per darsi delle regole 8-Per significare suoni 9-Per scrivere disegnando 10-Per darsi spiegazioni 1- Per mettere in azione il corpo Nei bambini in età di nido è interessante, all’inizio, osservare il movimento spontaneo apparentemente privo dei condizionamenti dovuti all’ambiente e al proprio vissuto. Nella realtà “Le reazioni spontanee non sono pensate, ma ciò non toglie che esse siano a poco a poco dirette da un’intenzionalità, da una vera e propria coscienza dello scopo da raggiungere… I movimenti spontanei, benché non pensati, dipendono quindi dalle esperienze vissute precedentemente; non si tratta di una memorizzazione di tipo intellettuale, ma della manifestazione di una vera memoria del corpo, carica di affettività e orientata da essa. E’ senz’altro questo che conferisce un valore di espressione nella misura in cui il corpo non è dotato semplicemente di efficacia, ma vive la sua presenza nel mondo come unità fondamentale originale, come ”corpo proprio”.” (J.Le Boulch, Lo sviluppo psicomotorio dalla nascita a 6 anni, Armando Editore, 1984) Se pensiamo ad un’implicazione totale della persona nell’atto dell’uso dei materiali, il bambino usa il corpo come strumento per conoscere e relazionarsi con il mondo esterno, per recepire e utilizzare in maniera uniforme e contemporanea la globalità dei linguaggi. Globalità “che, nell’adulto, con l’abbandono forzato e quasi totale della propria fisicità, e matericità, e l’esaltazione della raggiunta capacità di astrazione, generalmente condizionano all’uso di un solo linguaggio alla volta.” (L. Mancini, Un sasso, Ed. Junior, 1996) Interessante, ci pare, quello che Marco Dallari dice a proposito del movimento sull’attività grafica infantile: “Un aspetto senza dubbio rilevante e fondamentale dell’attività grafica infantile, dal primo scarabocchio in poi, è quello denominato motorio. Per aspetto motorio si intende il rapporto che esiste tra la capacità che il bambino possiede di controllare la propria mano sul foglio e i segni che, in dipendenza da questa capacità di controllo, egli è in grado di tracciare. Man mano che il bambino acquista la coscienza di poter controllare i movimenti della mano, del braccio, della spalla e del busto, questi segni si affinano e diventano coscienti.” (M. Dallari, Pastrocchi, macchie e scarabocchi, Ed Nuova Italia, 1988) 2- Per etichettare, descrivere e raccontare “L’aspetto narrativo dello scarabocchio infantile è senza dubbio quello più sconosciuto all’adulto e che, solo recentemente, è stato osservato e comincia ad essere analizzato e stimolato… Il bambino, anche molto piccolo, mentre scarabocchia sta quasi sempre raccontando qualcosa a se stesso, e usa il foglio come scenario, visto dall’alto dell’avvenimento che costruisce. Quando… il bambino più grande, vuole raccontare qualcosa, attraverso il linguaggio delle immagini, lo fa … fermando delle sequenze della narrazione sul foglio. Consci, quindi, dell’importanza di questo fenomeno dovremmo… cercare di non interferire negativamente nell’operazione che il bambino sta facendo, rischiando di bloccarla, ma di essere al contempo elementi di stimolazione e di interlocuzione del racconto. E’ infatti evidente che un bambino, motivato e stimolato dal materiale messogli a disposizione e dalla sua fantasia e disponibilità intellettuale a giocare in questo modo, potrà aver un tempo di attenzione… abbastanza limitato… mentre, invece, la presenza di un adulto,… disposto ad interagire, a stimolare, ad essere interlocutore, a comprendere e spiegare meglio, … consente di allungare i processi mentali e narrativi legati a questa attività… (M. Dallari, Pastrocchi, macchie e scarabocchi, Ed Nuova Italia, 1988) 3- Per vedere cosa succede se… Sperimentare attraverso i sensi i materiali, perché gli organi di senso sono elementi indispensabili per l’organizzazione logica del pensiero. Il tatto non è ovviamente riferito solo alla percezione attraverso le dita, ma a quella che si effettua mediante tutta l’epidermide del corpo; esso offre al bambino quotidianamente molte occasione per provare sensazioni che scaturiscono dalla percezione e manipolazione di materiali più svariati. L’uso di elementi naturali (terra, sabbia, argilla, etc.), di materiali e di oggetti vari aiuta il bambino a sviluppare la percezione di sé e partendo dalla trasformazione della materia grezza stimola la sua creatività, attraverso le possibili combinazioni in forme nuove e impreviste. 4- Per comunicare emozioni e percezioni Considerando l’età dei bambini va tenuto in considerazione in maniera particolare “L’ascolto visivo” cioè il rispettoso ed attento ascolto silenzioso che fa sentire l’interlocutore accolto e contenuto nella mente e negli occhi dell’educatore. Questo metodo osservativo si traduce in un’attenzione per il bambino, fatta di sguardi, espressività del volto, linguaggio del corpo; quindi, ascoltare “visivamente” consente all’educatore di focalizzare di più e meglio la sua attenzione intorno al fare del bambino. Il silenzio del bambino esprime con chiarezza agli occhi di un educatore attento, il bisogno di vivere intimamente la “bellezza” del primo approccio con quanto l’adulto propone ed offre. Nel silenzio si ascoltano piccoli rumori: ad esempio i pennelli che si muovono sui fogli, il respiro dei compagni, i passi di chi va a prendere un altro colore, etc. Per un educatore è importante verbalizzare e dare senso a quanto si sta concretizzando sul foglio, ma è altrettanto importante rispettare il silenzio del bambino, dimostrando una disponibilità reale e non invadente, della quale può fidarsi ed affidarsi. Il percorso ha le caratteristiche di un “itinerario sensoriale”, di approccio e conoscenza del materiale; attraverso il corpo i bambini riescono a percepire emozionalmente le varie sostanze materiche. Tutto questo nel rispetto dell’immediatezza delle reazioni legate alla meraviglia della scoperta, alla nuova inaspettata capacità individuale di intervenire sulla materia stessa, che può essere espressa verbalmente ma può anche essere vissuta in silenzio, nel proprio intimo. Giocare con la materia significa modellare la realtà esterna, in maniera autonoma ed individuale: ogni azione lascia un’impronta e questa è una significativa espressione di sé. Il collegamento tra ciò che il bambino prova a livello emotivo e quello che produce è, all’inizio, assolutamente inconscio, ci vuole molto tempo, perché il collegamento tra stato d’animo o percezioni e prodotto sia capito e poi usato coscientemente. La proposta rivolta in quest’anno educativo ai bambini è quella della sperimentazione come conoscenza di materiali molto diversi tra loro. Volutamente dopo aver costruito il pupazzo Erri, con i genitori, che sarà il “filo rosso” che ci legherà al prossimo anno, non abbiamo ritenuto necessario mostrare nessuna immagine delle opere di Mirò ai bambini per non influenzare il loro fare con i materiali proposti. Ambienti: gli ambienti saranno diversi, oltre ai laboratori del colore e della manipolazione, verranno usate le sezioni e il giardino. Materiali: i materiali usati saranno molteplici: cartoncini vari e di più dimensioni, rotoli di carta, carta velina, nylon, giornali, schiuma da barba, terra, creta, colla, colore, polveri, argilla, carta stoffa, garza di varie dimensioni, lenzuoli, vasche, vaschette, pennelli di vario tipo, carta assorbente, stracci da pavimento. Obiettivi: Favorire l’esplorazione e la conoscenza dei materiali Favorire l’uso creativo-simbolico dei diversi materiali Favorire l’uso convenzionale dei diversi materiali. Favorire la coordinazione oculo-manuale e la manualità fine. Favorire l’attenzione da parte dei bambini. Favorire lo sviluppo della capacità rappresentativa. Favorire l’evoluzione delle diverse forme di rappresentazione. Favorire l’acquisizione dei concetti dimensionali. Favorire lo sviluppo della competenza comunicativa e linguistica. Contesti di esperienza Il progetto si articolerà nei seguenti contesti: Contesto di esperienza 1: argilla Contesto di esperienza 2: trasparenze e trasformazioni (collage con carta velina e cellophane) Contesto di esperienza 3: sperimen…garzando (manipolazione delle garze con il colore, strisce di garza e colore, colore, garza,cartoncino, gesso, garza e spago) Contesto di esperienza 4: fiori (collage) Contesto di esperienza 5: carta straccia Contesto di esperienza 6: colore e stoffa Contesto di esperienza 7: bianco e nero Contesto di esperienza 8: strade di farina Contesto di esperienza 9: stracci d’autore Contesto di esperienza 10: creta meccanica (creta e materiali ferrosi) Contesto di esperienza 11: colore graffiato Contesto di esperienza 12: grattacieli colorati (legnetti e colore) Contesto di esperienza 13: acqua e terra Contesto di esperienza 14: mosaico Contesto di esperienza 15: cilindri dipinti Contesto di esperienza 16: “collorando” (colore e colla) Contesto di esperienza 17: spruzzi di colore Contesto di esperienza 18: colore strizzato (spugne e colore) Contesto di esperienza19: body art (colore con il corpo) Contesto di esperienza 20: segni e parole (pennarelli) Modalità di verifica: Le educatrici avendo il compito di rilevare elementi “oggettivi” propongono al bambino prove predeterminate tali da dimostrare o meno l’acquisizione di precise competenze, anche attraverso le osservazione scritte e la visione delle foto e dei filmati realizzati durante le varie attività. Valutazione del progetto: Essendo il progetto rivolto a bambini in età di nido, che in molti casi non hanno un linguaggio verbale evoluto, la valutazione riguarderà aspetti più “qualitativi” del comportamento infantile e prenderà in esame la personalità del bambino nel suo complesso. Le educatrici cercheranno di valutare così la comprensione e il raggiungimento degli obiettivi definiti in precedenza. Strumenti di documentazione: osservazioni scritte. videocamera, foto e