Valutazione di dieci protesi mocompartimentali Oxford fratturate E

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Valutazione di dieci protesi mocompartimentali Oxford fratturate E
Valutazione di dieci protesi mocompartimentali Oxford fratturate
E. Pegg, H. Pandit, H. S. Gill, G. W. Keys, U. G. C. Svard, J. J. O’Connor,
D. W. Murray
From Nuffield Department of Orthopaedics, Rheumatology and Musculoskeletal
Sciences, Oxford, United Kingdom
J Bone Joint Surg [Br] 2011;93-B:1610–1616.
Da quando la protesi monocompartimentale Oxford è stata utilizzata per la prima volta
nel 1982, un piccolo numero di componenti si sono rotte. Dei 14 inserti recuperati,
abbiamo esaminato dieci campioni con durate note in situ (4 fasi 1, 4 fasi 2 e 2 fasi 3). In
tutte le componenti vi è stata prova di un conflitto e di un abnorme sovraccarico ad esso
associato (> 0.05 mm per anno) così come di ossidazione. In quattro componenti la
frattura era associata al filo radio-opaco marcatore posteriore. Le superfici di frattura
hanno indicato un cedimento da fatica e la microscopia elettronica ha indicato che la
frattura si è originata dalla porzione più sottile. L’incidenza stimata di frattura è stata di
3.20% per la fase 1, 0.74% per la fase 2, 0.35% per la fase 3, e 0% per la fase 3 senza il
filo radio-opaco posteriore. Fattori eziologici importanti per la frattura dell’inserto sono
il conflitto, che porta a sovraccarico, l’ossidazione e il filo radio-opaco posteriore. Con
il miglioramento della tecnica chirurgica, il conflitto e il sovraccarico dovrebbero
essere prevenuti e il moderno polietilene dovrebbe ridurre il rischio di ossidazione. Il
filo posteriore marcatore non è più utilizzato nel menisco in polietilene. Pertanto il tasso
di frattura, che ora è molto basso, dovrebbe essere portato ad un livello trascurabile.