pdf - Fondazione Internazionale Menarini
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n° 362 - ottobre 2013 © Tutti i diritti sono riservati Fondazione Internazionale Menarini - è vietata la riproduzione anche parziale dei testi e delle fotografie Direttore Responsabile Lorenzo Gualtieri - Redazione, corrispondenza: «Minuti» Via W. Tobagi, 8 - 20068 Peschiera Borromeo (MI) - www.fondazione-menarini.it Una finestra sull’Europa e sul Mediterraneo A Marsiglia, Capitale della Cultura 2013, nasce il MuCEM, museo dedicato alle civiltà, culture e tradizioni che convivono nei paesi che si affacciano sul Mare Nostrum “Che cos’è il Mediterraneo? Mille cose per volta, non è un paesaggio, ma innumerevoli paesaggi, non è un mare, ma una successione di mari, non è una civiltà, ma una serie di civiltà ammucchiate una sull’altra.” Fernand Braudel Nell’anno in cui Marsiglia è capitale europea della cultura, nel calendario degli eventi è stata inserita anche l’inaugurazione del MuCEM, il Museo delle Civiltà dell’Europa e del Mediterraneo. Un ambizioso progetto che vede la luce dopo dodici anni di lavori, grandi investimenti e qualche inevitabile polemica, ma che indubbiamente propone uno dei più grandi siti culturali dell’ultimo decennio. A diretto contatto col mare si presenta subito come un museo fuori dal comune, l’agorà di un dibattito multiculturale completamente libero da ogni tabù per far dialogare tutte le sponde del Mediterraneo; un luogo di scambio dove le civiltà che vi si sono affacciate vengono messe a fuoco nella loro interazione e dove i vari campi della conoscenza diventano un tutto unico senza alcun limite geografico o temporale. Si tratta di un complesso, composto da tre poli distinti (J4, Forte di Saint Jean e CCR), destinato ad accogliere iniziative culturali di ogni tipo, esposizioni, spettacoli musicali, rappresentazioni teatrali, proiezioni cinematografiche. Non si tratta solo di un museo di belle arti, ma di un luogo nel quale si vogliono affrontare e confrontare i fenomeni sociali, le espressioni dei modi di vivere, le culture, i conflitti: un museo di civiltà e di società esteso a tutto il territorio euromediterraneo. L’edificio del museo vero e proprio, chiamato J4, ospita la Galleria del Mediterraneo che si propone di illustrare al pubblico le caratteristiche comuni Esterno del MuCEM pag. 2 e le diversità nate sulle rive di questo mare. La collezione del museo permette un affaccio sull’antropologia, la storia, l’arte, l’artigianato, coprendo ogni campo delle scienze umane attraverso una considerevole quantità di oggetti, stampe, disegni, pitture, fotografie, lettere, registrazioni audiovisive. Ai piani superiori la Mediateca e gli spazi per allestimenti temporanei. Gran parte della collezione del MuCEM nasce dal trasferimento della raccolta del Musée National des Arts e Traditions populaires di Parigi, aperto nel 1937 e chiuso nel 2005. A questa si aggiungono un importante contributo dal Musée de l’Homme, che permette di dilatare i confini geografici dalla Francia al resto dell’Europa e una serie di recenti acquisizioni mirate a estendere il raggio di interesse a tutto il bacino del Mediterraneo, con particolare interesse per l’Oriente e il Maghreb. In mostra poi si trovano anche i prestiti di musei partner, esteri e della Francia. Al MuCEM anche il compito di riqualificare una parte significativa della città: il punto di connessione tra il vecchio porto e quello nuovo in un serrato confronto con uno degli edifici simbolo di Marsiglia, l’imponente e dominante Forte di Saint-Jean. Il forte, opportunamente restaurato e per la prima volta aperto al pubblico, entra così a far parte del nuovo complesso museale ospitando esposizioni temporanee, presentazioni tematiche di alcuni oggetti della collezione e non ultimi un singolare percorso botanico attraverso i sentieri del giardino ed eccezionali affacci sulla città e sul mare. Il terzo polo del complesso museale è il Centro di Conservazione e delle Risorse (CCR), a qualche chilometro di distanza nel quartiere Belle de Mai che contiene le riserve del museo, i fondi documentari, la biblioteca e gli archivi scientifici. Ma non si può parlare del MuCEM senza far riferimento allo spettacolare “contenitore” - progettato dall’architetto Rudy Ricciotti - della parte museale vera e propria, il cosiddetto J4: un parallelepipedo in vetro rivestito da un “pizzo” di cemento, scenograficamente adagiato sulla riva del mare. Un edificio al tempo stesso massiccio e permeabile. Duplicità che si porta dietro anche nella doppia funzione di ospitare, in sezioni strutturalmente indipendenti, sia la parte amministrativa sia quella per il pubblico, così come nel coniugare le disposizioni interne di grande sem- Il fort Saint-Jean Una sala del MuCEM pag. 3 plicità con un sistema costruttivo di incredibile complessità. La parte amministrativa che si affaccia sui lati nord e ovest dell’edificio è chiusa da semplici facciate a vetro, mentre quella pubblica, quella del museo, dei lati sud ed est - così come la copertura è rivestita da una sorta di “calza a rete” di fibrocemento. La scelta di un materiale come il fibrocemento ad alta performance (BFUP) diventa una stimolante scommessa. Questo materiale, compatibile con le necessità di un ambiente esposto a un’umidità e una salinità altissime, presenta considerevoli qualità: una resistenza meccanica alla compressione di sei/otto volte maggiore di quella di un cemento classico, una sigillatura perfetta e una grande plasticità, che permette di adattarlo a qualsiasi stampo. In questo intervento Ricciotti dimostra tutta la sua abilità nel trattare questo materiale: «Con il calce-struzzo si può fare tutto, purché lo si ami, gli si parli e lo si metta in tensione»; così si esprime e di con-seguenza agisce. Ricciotti ha disegnato una struttura esterna dell’edificio composta da 308 pali prefabbricati in forma arborescente, ma la sfida maggiore la lancia con la realizzazione della maglia di rivestimento esterno: progetta infatti un reticolo che evoca forme naturali, lasciando al computer il compito di stabilire l’esatta sezione e disposizione degli steli per l’assoluta stabilità della struttura decorativa, completamente autoportante e collegata all’edificio tramite un sistema di bracci d’acciaio. Il risultato è di grande suggestione: il “ricamo” di copertura proietta ovunque il suo doppio d’ombra, con un effetto decorativo scenografico e disorientante che cela il ruolo di brise-soleil, così da distribuire negli interni una luce frantumata che varia continuamente. Il motivo di trame e ombre è poi moltiplicato e trasformato, nel diretto contatto con l’acqua, in un infinito e volubile gioco di riflessi. Se il progetto al primo impatto può apparire austero, la permeabilità cercata dall’architetto crea un edi-ficio che non si osserva con timore o timidezza, ma che si penetra e attraversa; nello spazio tra la facciata e la ragnatela di rivestimento, per esempio, corre un percorso di metallo e vetro che permette di raggiungere dall’esterno la panoramica terrazza di copertura. Una suggestiva passeggiata tra interno ed esterno, pieni e vuoti, trasparenze e riflessi, luce e ombra. La vicinanza del blocco del J4 al forte di Saint-Jean permette a Ricciotti un’altra esplorazione delle prestazioni del cemento, quelle che gli consentono di regalare delle linee purissime: una spettacolare passerella di collegamento tra i due poli che si duplica poi sul retro del forte per allacciarlo alla città. La visita al MuCEM perciò diventa un’esperienza complessa: un salto che ci proietta nella ricca complessità del mondo mediterraneo, immersi in un dedalo culturale e abbacinati dalla magia della luce mediterranea, quella che Monet temeva di non riuscire a riprodurre, “... ci vorrebbe una tavolozza di diamanti e pietre preziose...”. francesca bardi sopra La cattedrale di Marsiglia vista dalla terrazza del MuCEM sotto vedute del MuCEM