Marsiglia capitale della cultura si fa bella. Nonostante

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Marsiglia capitale della cultura si fa bella. Nonostante
Marsiglia capitale della cultura si fa bella. Nonostante sprechi...
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Marsiglia capitale della cultura si fa bella. Nonostante
sprechi e polemiche
Inaugurato ieri il Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo dell’architetto Rudy Ricciotti, che sorge
sulla punta del vecchio porto e rappresenta la nouvelle vague della città, che però discute sull'utilizzo dei
fondi europei
di Redazione Il Fatto Quotidiano | 8 giugno 2013
Sembra tutta nuova Marsiglia. Spariti gli odori di pesce, il traffico congestionato, la sporcizia e il caos del
porto. Nel 2013 la città, nominata Capitale Europea della Cultura, prova a far dimenticare una reputazione di
città malfamata e pericolosa, cambiando i connotati come prima di lei hanno fatto Barcellona, Genova o
Lilla.
E ieri ha aperto il faro di questo grande progetto culturale e urbanistico: il Museo delle Civiltà d’Europa e del
Mediterraneo dell’architetto Rudy Ricciotti, che sorge sulla punta del vecchio porto, tra cielo e mare. Il
MuCem era previsto, in realtà, da più di dieci anni, facendo parte di Euromediterranee, vasto programma di
riabilitazione della città, costato 3,5 miliardi di euro tra fondi pubblici e privati, di cui 600 milioni finanziati dal
comune. Euromed nasce con l’ambizione di delocalizzare l’attività portuale e industriale per lasciare spazio
all’edilizia urbana, alla cultura e rilanciare un turismo che oggi rappresenta solo 7% del Pil.
Il museo delle idee
Primo museo consacrato interamente al Mediterraneo e anche primo museo nazionale decentralizzato, il
Mucem è innanzitutto una prodezza architettonica. Ricciotti l’ha realizzato in una resina di cemento ultraresistente, impiegata di solito nelle centrali nucleari e qui, utilizzata per la prima volta in scala così grande.
All’interno, dai muri scuri e grezzi come in una grotta marina, sarà esposta la collezione di 250mila opere:
sculture, pitture, fotografie e oggetti del quotidiano che i conservatori hanno acquisito nel corso degli anni.
Dall’agricoltura alla nascita delle religioni, passando per il concetto di cittadinanza, la galleria permanente
vuole essere un tuffo nelle origini del Mediterraneo. Mentre, per le prime due mostre temporanee, il Mucem
sceglie la complessità presentando Il Nero e Il Blu, percorso che mette in relazione/opposizione le due rive
del bacino mediterraneo. Ma è soprattutto la mostra Al bazar del genere che rischia di far discutere con una
riflessione sulle questioni di genere e famiglia. Più che mai d’attualità in un paese diviso sulla legge del
matrimonio gay.
La missione di questo “museo delle idee” non è da poco: accogliere almeno 300mila visitatori l’anno per fare
da traino all’economia turistica, e al contempo risvegliare l’interesse del pubblico locale, anche quello più
popolare. “Si dice che i marsigliesi preferiscano lo stadio o la spiaggia al museo. Ma questo cambierà con la
nuova offerta culturale della città” spiega Bruno Suzzarelli, ex direttore delle Arts Déco di Parigi, chiamato
a dirigere il progetto dal 2009.
L’inaugurazione è stata però caratterizzata da una certa polemica di fondo, per i ritardi e soprattutto per le
spese eccessive. Nel 2001 il budget del museo a venire era di 100 milioni di euro e nel 2012 la Corte dei
Conti ne registrava il doppio. Troppo per i marsigliesi preoccupati più per la crisi e per la criminalità
dilagante che per la mancanza di musei. La nomina di Capitale della Cultura e i conseguenti fondi sono stati
provvidenziali per un progetto che altrimenti “sarebbe rimasto solo un’idea”, confessa Anthony Abihssira di
Euromediterranee. Anche Riccciotti ci ha messo del suo: l’enfant prodige dell’architettura francese è sotto
inchiesta da metà maggio per ricorso a lavoro nero, frode fiscale e infrazione al codice dell’urbanismo nella
sua abitazione di Cassis. Lo staff di Euromed butta acqua sul fuoco: “Si tratta di un suo cantiere privato, non
ci riguarda”. Per ora sembra prevalere l’euforia delle grandi novità, ma di tutto questo se ne riparlerà
sicuramente nel 2014, elezioni municipali obligent.
di Federica Quaglia
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