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Il MuCEM a Marsiglia
Vanina Sartorio, foto di Lisa Ricciotti
Ricami strutturali
Inaugurato a Marsiglia a giugno di quest'anno, il MuCEM
(Museo delle Civiltà dell'Europa e del Mediterraneo) si
staglia incontrastato sul cielo e il mare del Porto Vecchio di
Marsiglia. Un concentrato di raffinata tecnologia.
Adagiato sul molo J4, l’edificio progettato da
Rudy Riciotti, rappresenta una cerniera culturale tra il nord e il sud del bacino del Mar Mediterraneo, all’interno di un volume in equilibrio
tra trasparenza e matericità. Per la prima volta
nella storia museale, uno spazio espositivo
viene dedicato al Mediterraneo e alla sua ricchezza dal punto di vista della civilizzazione,
con il duplice intento di concepire una storia
comune e meglio comprendere i fenomeni
contemporanei. Per questa ragione Marsiglia,
città emblematica per i numerosi e continui
contatti tra le due coste del Mediterraneo nord
e sud è parsa la città più adatta ad ospitare tale
ambizioso progetto culturale.
Lo stesso molo J4 assume una valenza simbolica: fu proprio da qui infatti che durante la decolonizzazione, viaggiatori arrivavano e partivano
da e per ogni parte del mondo; sempre dal J4 la
musica Jazz giunse a Marsiglia negli anni Venti
e gli artisti e scrittori, perseguitati dal Nazismo,
lasciavano l'Europa molti anni più tardi.
Ecco dunque che il luogo dove sorge il MuCEM
assurge a confine e a ponte al contempo; limite, ma anche collegamento tra culture diverse,
luogo di partenze, ma anche arrivi, in uno scam-
bio oggi rappresentato dal museo stesso.
Da quando Marsiglia, nel 2008, venne insignita
del titolo di Città Europea della Cultura per il
2013, l'intera zona portuale ha subito importanti
e significativi interventi urbanistici e architettonici, andando a interessare anche le zone più
interne rispetto al porto.
Il complesso museale del MuCEM si articola
in più parti distinte: il parallelepipedo vetrato
del J4, l’antistante Fort Saint-Jean per la prima
volta accessibile al pubblico e utilizzato per
ospitare mostre (intervento di François Botton) - e il CCR (Centre de Conservation et de
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Identikit
MuCEM - Museo delle Civiltà dell'Europa e
del Mediterraneo
Località: Marsiglia, Francia
Committente: Ministero della Cultura
Architetti: Rudy Ricciotti con C+T architecture
Strutture: Sica Sa
Acustica: Thermibel
Facciate: Ouest Alu
Produttore cemento UHPC: Lafarge
Ressources) di Corinne Vezzoni collocato nel
quartiere di La Belle de Mai.
La trasformazione del waterfront del porto è
stata dunque pianificata su volontà dell'agenzia
dello sviluppo urbanistico Euromediterranèe,
in stretta collaborazione con le autorità locali e
l'Unione Europea, con l'obiettivo di convertire
l'area in un nuovo centro economico, dando
così impulso anche ai quartieri adiacenti.
Il fulcro del complesso resta indubbiamente il
cubo vetrato progettato da Rudy Ricciotti.
Realizzato su un'area di 1500 mq, contiene
3600 mq di spazi espositivi, 1600 mq al piano
Planimetria del
complesso museale.
terra dove trova collocazione la Galleria del Mediterraneo e 2000 mq al primo livello dedicato
alle esposizioni temporanee.
La passerella sospesa
L'edificio sorge su un basamento in cemento che galleggia sul mare e si articola a partire da una base quadrata di 52m x 52m, con
fronti della medesima altezza, tutti completamente vetrati.
Tra l'esterno e l'edificio vero e proprio, su
due dei quattro lati, si crea un percorso filtro,
delimitato da una particolare pelle che, realiz-
zata come un merletto di cemento, riveste e
protegge i prospetti maggiormente esposti
all'irraggiamento solare.
All'interno di questo spazio ibrido trovano
collocazione i pilastri dalla forma organica che
servono da sostegno alle due solette e alla
copertura, caratterizzati da un'originale forma
a Y e a N che ricordano, per via delle torsioni
a cui sono sottoposti, dei rami d'albero.
Sempre percorrendo questa scenografica intercapedine si giunge a due rampe che conducono alla sommità dell'edificio da dove è
possibile collegarsi a Fort Saint-Jean grazie a
Il complesso museale del MuCEM, composto
dall'edificio J4 di Rudy Ricciotti e dal recupero di Fort
Saint-Jean (foto Lisa Ricciotti).
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Il MuCEM a Marsiglia
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Il fascino notturno dell'installazione di luci led
colorate, create da Yann Keralé
(foto Lisa Ricciotti).
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Rudy Ricciotti
Nato in Algeria nel 1952, fondò il suo primo studio a
Bandol, un villaggio vicino Tolone. Nel 2006 fu insignito
del Grand Prix National d’Architecture.
Tra i suoi principali progetti in Francia citiamo
lo Stadio di Vitrolles, il Pavillon Noir / Centro
Choregrafico Nazionale in Aix-en-Provence, il
restauro del Grands Moulins di Parigi, il MuCEM a
Marsiglia e una nuova ala del Museo del Louvre a
Parigi.
Ricciotti ha anche concepito progetti fuori dalla rancia: il Ponte della Pace sul iume Han che congiunge
la città di Seoul all'isola Sunyodo Island, il Potsdam Nikolaisaal, che è una sala concerti a Brandeburgo, il
Nuovo Palazzo del Cinema a Venezia, il Centro Internazionale d'Arte e della Cultura di Liegi e l'Arts Gstaad,
un nuovo centro culturale in Svizzera.
“Ho intrapreso l’intervento al MuCEM in uno stato di ansia. Non ero preoccupato di perdere il concorso di
progettazione, ho avuto paura di vincere. Ho disegnato con la paura nelle mie viscere, sotto la pressione
di quel orizzonte metafisico che è il Mediterraneo, di quel blu cobalto che diventa blu oltremare, che ti fa
impazzire dopo un po ' e si trasforma in argento quando il vento si alza”.
una passerella sospesa sul mare, realizzata
come una gigantesca trave a U, lunga 135
metri. Sulla terrazza di copertura pavimentata in legno flottante, l’involucro esterno di
calcestruzzo si eleva e si piega in orizzontale
a formare un pergolato che protegge dal sole
il volume del ristorante e al contempo lascia
filtrare i raggi luminosi. L'architetto francese,
denota con quest'opera, oltre alla maestria
tecnica, una grande sensibilità nel saper
cogliere le tematiche stesse del progetto.
Sono molteplici infatti le interpretazioni a cui
si presta la scelta compositiva e di materiali
dell'edificio J4, ma la metafora più calzante, in
considerazione della storia appunto di questi
luoghi, è quella della nave in attracco, trattenuta dal partire nuovamente solo dalla passerella, agganciata al forte quattrocentesco.
E la pelle in cemento fibrato appare allora
come la rete di un peschereccio intrecciata
di alghe e vegetazione marina e i pilastri che
si torcono in forme arboree, diventano alberi
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Il percorso pedonale
Particolarmente rivelanti del progetto sono le due passerelle pedonali sospese realizzate in cemento fibrato
BFUP con grandi segmenti (conci) uniti fra loro con tolleranze minime (< 0,2 mm) a formare un insieme continuo
e rettilineo controventato inferiormente da croci di Sant’Andrea. All’interno dei parapetti in cemento fibrato
corrono in alto e in basso cavi di acciaio.
Anche le passerelle sospese che permettono il passaggio delle persone tra l’involucro interno vetrato e il
rivestimento esterno in cemento fibrato e quindi la salita al terrazzo superiore girando attorno all’edificio
meritano attenzione. Hanno un’ossatura metallica e un pavimento in legno e sono appese in cascata su 4 livelli a
bracci che ricordano quelli delle gru posti sulla terrazza dell’edificio. I tronconi di passerella sono stabilizzati da
pali di collegamenti che ricordano i tangoni delle imbarcazioni, disposti tra la passerella e il rivestimento esterno
in cemento fibroso e fissati dall’altro lato all’involucro vetrato del museo.
La passerella pedonale sospesa di collegamento
(foto Lisa Ricciotti).
Il ricamo della facciata autoportante appoggiata sulle fondamenta e mantenuto orizzontalmente attraverso
tangoni biarticolati che appoggiano sulla facciata del cubo vetrato interno. Gli elementi del ricamo sono muniti
di boccole di collegamento filettate che permettono il fissaggio del ricamo su sistemi di tenuta a quattro bracci
con l’interposizione di rondelle in poliuretano e a loro volte collegate ai tangoni.
Infine non va tralasciata la struttura generale dell’edificio che tra un piano e l’altro vede la presenza di un
sistema di pali di sostegno. Questi tronchi si declinano in 3 famiglie: quelli dritti, quelli a forma di Y e quelli a
forma di N. Presentano altezze variabili a secondo del livello a cui sono posti da 2,79 a 8,79 m e diametri da 25
a 40 cm. Sono stati testati con campioni a grandezza naturale presso il Cstb per la resistenza e la resistenza al
fuoco.
L’interno del museo con vista sui pilastri (foto di Lisa
Ricciotti).
a sostegno di vele di pizzo.
Ma ancora, la simbologia del progetto cattura la fantasia del visitatore, foriera di ulteriori
livelli di lettura: non ricorda forse anche le
mashrabiye questa cortina a difesa della trasparenza del cubo vetrato? Con la sua trama
assolve proprio la funzione che hanno questi
che tra i due linguaggi espressivi dell'architettura del nord e del sud del Mediterraneo.
La sottile consistenza delle membrature, che
rende la trama della pelle esterna leggera e
concreta allo stesso tempo, è resa possibile
dall’uso di calcestruzzo ad alta resistenza
armato con trucioli metallici (Ductal® della
sistemi di raffrescamento passivo tipiche del
Nord Africa e del mondo arabo, fungendo
da frangisole sulle facciate maggiormente
esposte alle radiazioni solari e da garante di
privacy degli ambienti interni. E allora anche
la sua valenza bioclimatica non è altro che la
cucitura tra tecnologia e tradizione, ma an-
L'effetto mashrabiye.
Il MuCEM a Marsiglia
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Sezione nord-est sudovest.
Sezione della facciata
dell'amministrazione con in
evidenza i pannelli vetrati
bombati.
Lafarge). Gli elementi prefabbricati dell’involucro e della passerella pedonale, lunga 135
metri, sono realizzati con lo stesso materiale
definito cemento BFUP (Bétons Fibrés Ultrahautes Performances), precompresso con
un trefolo internamente annegato. L'aspetto
omogeneo delle parti, fa dunque percepire
questo passaggio come un prolungamento
naturale dell'involucro, un tronco d'albero,
scavato, che congiunge due formazioni rocciose separate dall'acqua di un fiume. Opaca
o quasi trasparente, questa cortina ha una
conformazione tale per cui varia la propria percezione a seconda dell'incidenza della luce.
Dall'esterno acquistando gradualmente porosità nell'accentuazione della esilità delle membrature e, all'interno, proiettando giochi di ombre sul pavimento, un particolare rivestimento
in listoni di legno appositamente studiato per
questo progetto.
Facciate vetrate
Le facciate vetrate, realizzate dalla Ouest
ALU, si dividono in due tipologie: la “vetrata
dell'Esposizione” che compone i fronti protetti dalla pelle in cemento fibrato, è costituita da
cellule in alluminio e vetro preassemblate in
fabbrica della dimensione massima di 3 x 5,7
m con un peso di 1200 kg.
Le vetrate sono costituite da vetro temperato
isolante (10T+16+10T.10T72) fissato alla struttura d'alluminio con silicone strutturale (VEC).
La facciata della parte amministrativa invece
è libera dal frangisole ed è composta da vetri
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Le parole
MuCEM Acronimo di Musée des civilisationes de
l’Europe e de la Méditerranée, museo delle civiltà
dell’Europa e del Mediterraneo, realizzato a Marsiglia.
Fort Saint Jean Fortificazione costruita nel 1660 da
Luigi XIV e che si trova all'ingresso del Vieux Port
della città di Marsiglia.
Molo J4 Antico molo portuale del Porto Vecchio di
Marsiglia. Qui sono approdati i pied-noirs, ovvero i francesi
provenienti dall’Algeria dopo il rimpatrio dal 1962.
BFUP Cementi Fibrati ad alte prestazioni. Sono
materiali a struttura micrometrica che presentano
sostanzialmente una base in cemento e degli additivi,
granulati o fibre di piccole dimensioni e presentano
porosità ridotta. Da qui ne risulta una resistenza
eccellente (da 130 a 250 MPa in compressione e da 20
a 50 MPa in trazione per flessione).
Ductal È il nome registrato del cemento fibrato
prodotto dalla francese Lafarge.
Mashrabiye termine arabo che descrive una finestra
sporgente racchiusa da un graticolato di legno
intagliato con funzione di schermatura solare passiva.
È un elemento comune dell'architettura islamica
tradizionale, che si trova in genere sul lato strada
di case e palazzi e che consente agli occupanti
dell'abitazione di vedere che cosa succede fuori
senza essere visti a loro volta.
LED diodo a emissione luminosa o LED (sigla inglese
di light emitting diode).
CSTB Ente pubblico francese al servizio
dell’innovazione in, CSTB è l’acronino di Centre
Scientifique et Technique du Bâtiment.
Tangone asta usata nelle barche a vela per facilitare
l’estensione delle vele di prua (fiocco o spinnaker).
Telaio Pompier il termine telaio “pompier” identifica le
aperture in facciata per permettere l’accesso ai Vigili
del Fuoco (Pompiers in francese).
Vista dell'involucro in fibrocemento che rigira a formare
un pergolato al piano della terrazza (foto Lisa Ricciotti).
Ombre proiettate dalla tessitura esterna, all'interno delle
sale espositive (foto Lisa Ricciotti).
Il museo e la passerella pedonale (foto Lisa Ricciotti).
analoghi ai precedenti montati su un telaio
“pompier”, con pannelli apribili per rispondere
alla normativa antincendio e con una parte
sagomata, costituita da pannelli bombati.
Le tecniche non tradizionali messe in atto per
le parti vetrate di questo progetto, sono state
oggetto di due certificazioni ATEx (Valutazione Tecniche Sperimentali), una specifica per
ogni tipologia costruttiva (vetrata incollata di
grandi dimensioni e vetrata incollata di grandi
dimensioni con una zona bombata).
La notte l'oggetto architettonico assume ancora maggior fascino grazie all'installazione di
luci colorate, create da Yann Keralé. Le luci a
led, posizionate nell'intercapedine, giocano
proprio sull'ambivalenza materica del progetto, riflettendosi sulle facciate vetrate e frammentandosi attraverso l'involucro, rendendo
l'edificio un punto di riferimento per la città,
visibile anche a grande distanza.
Si ringraziano lo Studio Riccotti e il MuCEM.