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NF 398 36 Il MuCEM a Marsiglia Vanina Sartorio, foto di Lisa Ricciotti Ricami strutturali Inaugurato a Marsiglia a giugno di quest'anno, il MuCEM (Museo delle Civiltà dell'Europa e del Mediterraneo) si staglia incontrastato sul cielo e il mare del Porto Vecchio di Marsiglia. Un concentrato di raffinata tecnologia. Adagiato sul molo J4, l’edificio progettato da Rudy Riciotti, rappresenta una cerniera culturale tra il nord e il sud del bacino del Mar Mediterraneo, all’interno di un volume in equilibrio tra trasparenza e matericità. Per la prima volta nella storia museale, uno spazio espositivo viene dedicato al Mediterraneo e alla sua ricchezza dal punto di vista della civilizzazione, con il duplice intento di concepire una storia comune e meglio comprendere i fenomeni contemporanei. Per questa ragione Marsiglia, città emblematica per i numerosi e continui contatti tra le due coste del Mediterraneo nord e sud è parsa la città più adatta ad ospitare tale ambizioso progetto culturale. Lo stesso molo J4 assume una valenza simbolica: fu proprio da qui infatti che durante la decolonizzazione, viaggiatori arrivavano e partivano da e per ogni parte del mondo; sempre dal J4 la musica Jazz giunse a Marsiglia negli anni Venti e gli artisti e scrittori, perseguitati dal Nazismo, lasciavano l'Europa molti anni più tardi. Ecco dunque che il luogo dove sorge il MuCEM assurge a confine e a ponte al contempo; limite, ma anche collegamento tra culture diverse, luogo di partenze, ma anche arrivi, in uno scam- bio oggi rappresentato dal museo stesso. Da quando Marsiglia, nel 2008, venne insignita del titolo di Città Europea della Cultura per il 2013, l'intera zona portuale ha subito importanti e significativi interventi urbanistici e architettonici, andando a interessare anche le zone più interne rispetto al porto. Il complesso museale del MuCEM si articola in più parti distinte: il parallelepipedo vetrato del J4, l’antistante Fort Saint-Jean per la prima volta accessibile al pubblico e utilizzato per ospitare mostre (intervento di François Botton) - e il CCR (Centre de Conservation et de > NF 398 37 > Identikit MuCEM - Museo delle Civiltà dell'Europa e del Mediterraneo Località: Marsiglia, Francia Committente: Ministero della Cultura Architetti: Rudy Ricciotti con C+T architecture Strutture: Sica Sa Acustica: Thermibel Facciate: Ouest Alu Produttore cemento UHPC: Lafarge Ressources) di Corinne Vezzoni collocato nel quartiere di La Belle de Mai. La trasformazione del waterfront del porto è stata dunque pianificata su volontà dell'agenzia dello sviluppo urbanistico Euromediterranèe, in stretta collaborazione con le autorità locali e l'Unione Europea, con l'obiettivo di convertire l'area in un nuovo centro economico, dando così impulso anche ai quartieri adiacenti. Il fulcro del complesso resta indubbiamente il cubo vetrato progettato da Rudy Ricciotti. Realizzato su un'area di 1500 mq, contiene 3600 mq di spazi espositivi, 1600 mq al piano Planimetria del complesso museale. terra dove trova collocazione la Galleria del Mediterraneo e 2000 mq al primo livello dedicato alle esposizioni temporanee. La passerella sospesa L'edificio sorge su un basamento in cemento che galleggia sul mare e si articola a partire da una base quadrata di 52m x 52m, con fronti della medesima altezza, tutti completamente vetrati. Tra l'esterno e l'edificio vero e proprio, su due dei quattro lati, si crea un percorso filtro, delimitato da una particolare pelle che, realiz- zata come un merletto di cemento, riveste e protegge i prospetti maggiormente esposti all'irraggiamento solare. All'interno di questo spazio ibrido trovano collocazione i pilastri dalla forma organica che servono da sostegno alle due solette e alla copertura, caratterizzati da un'originale forma a Y e a N che ricordano, per via delle torsioni a cui sono sottoposti, dei rami d'albero. Sempre percorrendo questa scenografica intercapedine si giunge a due rampe che conducono alla sommità dell'edificio da dove è possibile collegarsi a Fort Saint-Jean grazie a Il complesso museale del MuCEM, composto dall'edificio J4 di Rudy Ricciotti e dal recupero di Fort Saint-Jean (foto Lisa Ricciotti). NF 398 38 Il MuCEM a Marsiglia > Il fascino notturno dell'installazione di luci led colorate, create da Yann Keralé (foto Lisa Ricciotti). > Rudy Ricciotti Nato in Algeria nel 1952, fondò il suo primo studio a Bandol, un villaggio vicino Tolone. Nel 2006 fu insignito del Grand Prix National d’Architecture. Tra i suoi principali progetti in Francia citiamo lo Stadio di Vitrolles, il Pavillon Noir / Centro Choregrafico Nazionale in Aix-en-Provence, il restauro del Grands Moulins di Parigi, il MuCEM a Marsiglia e una nuova ala del Museo del Louvre a Parigi. Ricciotti ha anche concepito progetti fuori dalla rancia: il Ponte della Pace sul iume Han che congiunge la città di Seoul all'isola Sunyodo Island, il Potsdam Nikolaisaal, che è una sala concerti a Brandeburgo, il Nuovo Palazzo del Cinema a Venezia, il Centro Internazionale d'Arte e della Cultura di Liegi e l'Arts Gstaad, un nuovo centro culturale in Svizzera. “Ho intrapreso l’intervento al MuCEM in uno stato di ansia. Non ero preoccupato di perdere il concorso di progettazione, ho avuto paura di vincere. Ho disegnato con la paura nelle mie viscere, sotto la pressione di quel orizzonte metafisico che è il Mediterraneo, di quel blu cobalto che diventa blu oltremare, che ti fa impazzire dopo un po ' e si trasforma in argento quando il vento si alza”. una passerella sospesa sul mare, realizzata come una gigantesca trave a U, lunga 135 metri. Sulla terrazza di copertura pavimentata in legno flottante, l’involucro esterno di calcestruzzo si eleva e si piega in orizzontale a formare un pergolato che protegge dal sole il volume del ristorante e al contempo lascia filtrare i raggi luminosi. L'architetto francese, denota con quest'opera, oltre alla maestria tecnica, una grande sensibilità nel saper cogliere le tematiche stesse del progetto. Sono molteplici infatti le interpretazioni a cui si presta la scelta compositiva e di materiali dell'edificio J4, ma la metafora più calzante, in considerazione della storia appunto di questi luoghi, è quella della nave in attracco, trattenuta dal partire nuovamente solo dalla passerella, agganciata al forte quattrocentesco. E la pelle in cemento fibrato appare allora come la rete di un peschereccio intrecciata di alghe e vegetazione marina e i pilastri che si torcono in forme arboree, diventano alberi 39 NF 398 > Il percorso pedonale Particolarmente rivelanti del progetto sono le due passerelle pedonali sospese realizzate in cemento fibrato BFUP con grandi segmenti (conci) uniti fra loro con tolleranze minime (< 0,2 mm) a formare un insieme continuo e rettilineo controventato inferiormente da croci di Sant’Andrea. All’interno dei parapetti in cemento fibrato corrono in alto e in basso cavi di acciaio. Anche le passerelle sospese che permettono il passaggio delle persone tra l’involucro interno vetrato e il rivestimento esterno in cemento fibrato e quindi la salita al terrazzo superiore girando attorno all’edificio meritano attenzione. Hanno un’ossatura metallica e un pavimento in legno e sono appese in cascata su 4 livelli a bracci che ricordano quelli delle gru posti sulla terrazza dell’edificio. I tronconi di passerella sono stabilizzati da pali di collegamenti che ricordano i tangoni delle imbarcazioni, disposti tra la passerella e il rivestimento esterno in cemento fibroso e fissati dall’altro lato all’involucro vetrato del museo. La passerella pedonale sospesa di collegamento (foto Lisa Ricciotti). Il ricamo della facciata autoportante appoggiata sulle fondamenta e mantenuto orizzontalmente attraverso tangoni biarticolati che appoggiano sulla facciata del cubo vetrato interno. Gli elementi del ricamo sono muniti di boccole di collegamento filettate che permettono il fissaggio del ricamo su sistemi di tenuta a quattro bracci con l’interposizione di rondelle in poliuretano e a loro volte collegate ai tangoni. Infine non va tralasciata la struttura generale dell’edificio che tra un piano e l’altro vede la presenza di un sistema di pali di sostegno. Questi tronchi si declinano in 3 famiglie: quelli dritti, quelli a forma di Y e quelli a forma di N. Presentano altezze variabili a secondo del livello a cui sono posti da 2,79 a 8,79 m e diametri da 25 a 40 cm. Sono stati testati con campioni a grandezza naturale presso il Cstb per la resistenza e la resistenza al fuoco. L’interno del museo con vista sui pilastri (foto di Lisa Ricciotti). a sostegno di vele di pizzo. Ma ancora, la simbologia del progetto cattura la fantasia del visitatore, foriera di ulteriori livelli di lettura: non ricorda forse anche le mashrabiye questa cortina a difesa della trasparenza del cubo vetrato? Con la sua trama assolve proprio la funzione che hanno questi che tra i due linguaggi espressivi dell'architettura del nord e del sud del Mediterraneo. La sottile consistenza delle membrature, che rende la trama della pelle esterna leggera e concreta allo stesso tempo, è resa possibile dall’uso di calcestruzzo ad alta resistenza armato con trucioli metallici (Ductal® della sistemi di raffrescamento passivo tipiche del Nord Africa e del mondo arabo, fungendo da frangisole sulle facciate maggiormente esposte alle radiazioni solari e da garante di privacy degli ambienti interni. E allora anche la sua valenza bioclimatica non è altro che la cucitura tra tecnologia e tradizione, ma an- L'effetto mashrabiye. Il MuCEM a Marsiglia 40 NF 398 > Sezione nord-est sudovest. Sezione della facciata dell'amministrazione con in evidenza i pannelli vetrati bombati. Lafarge). Gli elementi prefabbricati dell’involucro e della passerella pedonale, lunga 135 metri, sono realizzati con lo stesso materiale definito cemento BFUP (Bétons Fibrés Ultrahautes Performances), precompresso con un trefolo internamente annegato. L'aspetto omogeneo delle parti, fa dunque percepire questo passaggio come un prolungamento naturale dell'involucro, un tronco d'albero, scavato, che congiunge due formazioni rocciose separate dall'acqua di un fiume. Opaca o quasi trasparente, questa cortina ha una conformazione tale per cui varia la propria percezione a seconda dell'incidenza della luce. Dall'esterno acquistando gradualmente porosità nell'accentuazione della esilità delle membrature e, all'interno, proiettando giochi di ombre sul pavimento, un particolare rivestimento in listoni di legno appositamente studiato per questo progetto. Facciate vetrate Le facciate vetrate, realizzate dalla Ouest ALU, si dividono in due tipologie: la “vetrata dell'Esposizione” che compone i fronti protetti dalla pelle in cemento fibrato, è costituita da cellule in alluminio e vetro preassemblate in fabbrica della dimensione massima di 3 x 5,7 m con un peso di 1200 kg. Le vetrate sono costituite da vetro temperato isolante (10T+16+10T.10T72) fissato alla struttura d'alluminio con silicone strutturale (VEC). La facciata della parte amministrativa invece è libera dal frangisole ed è composta da vetri 41 NF 398 > Le parole MuCEM Acronimo di Musée des civilisationes de l’Europe e de la Méditerranée, museo delle civiltà dell’Europa e del Mediterraneo, realizzato a Marsiglia. Fort Saint Jean Fortificazione costruita nel 1660 da Luigi XIV e che si trova all'ingresso del Vieux Port della città di Marsiglia. Molo J4 Antico molo portuale del Porto Vecchio di Marsiglia. Qui sono approdati i pied-noirs, ovvero i francesi provenienti dall’Algeria dopo il rimpatrio dal 1962. BFUP Cementi Fibrati ad alte prestazioni. Sono materiali a struttura micrometrica che presentano sostanzialmente una base in cemento e degli additivi, granulati o fibre di piccole dimensioni e presentano porosità ridotta. Da qui ne risulta una resistenza eccellente (da 130 a 250 MPa in compressione e da 20 a 50 MPa in trazione per flessione). Ductal È il nome registrato del cemento fibrato prodotto dalla francese Lafarge. Mashrabiye termine arabo che descrive una finestra sporgente racchiusa da un graticolato di legno intagliato con funzione di schermatura solare passiva. È un elemento comune dell'architettura islamica tradizionale, che si trova in genere sul lato strada di case e palazzi e che consente agli occupanti dell'abitazione di vedere che cosa succede fuori senza essere visti a loro volta. LED diodo a emissione luminosa o LED (sigla inglese di light emitting diode). CSTB Ente pubblico francese al servizio dell’innovazione in, CSTB è l’acronino di Centre Scientifique et Technique du Bâtiment. Tangone asta usata nelle barche a vela per facilitare l’estensione delle vele di prua (fiocco o spinnaker). Telaio Pompier il termine telaio “pompier” identifica le aperture in facciata per permettere l’accesso ai Vigili del Fuoco (Pompiers in francese). Vista dell'involucro in fibrocemento che rigira a formare un pergolato al piano della terrazza (foto Lisa Ricciotti). Ombre proiettate dalla tessitura esterna, all'interno delle sale espositive (foto Lisa Ricciotti). Il museo e la passerella pedonale (foto Lisa Ricciotti). analoghi ai precedenti montati su un telaio “pompier”, con pannelli apribili per rispondere alla normativa antincendio e con una parte sagomata, costituita da pannelli bombati. Le tecniche non tradizionali messe in atto per le parti vetrate di questo progetto, sono state oggetto di due certificazioni ATEx (Valutazione Tecniche Sperimentali), una specifica per ogni tipologia costruttiva (vetrata incollata di grandi dimensioni e vetrata incollata di grandi dimensioni con una zona bombata). La notte l'oggetto architettonico assume ancora maggior fascino grazie all'installazione di luci colorate, create da Yann Keralé. Le luci a led, posizionate nell'intercapedine, giocano proprio sull'ambivalenza materica del progetto, riflettendosi sulle facciate vetrate e frammentandosi attraverso l'involucro, rendendo l'edificio un punto di riferimento per la città, visibile anche a grande distanza. Si ringraziano lo Studio Riccotti e il MuCEM.