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La Settimana Parlamentare n. 23/2015 Roma, 3 luglio 2015 Indice SENATO...................................................................................................... 3 DDL LEGGE EUROPEA 2014 ....................................................................................................... 3 SCHEMI D.LGS JOBS ACT ........................................................................................................... 4 DDL RIQUALIFICAZIONE AREE INDUSTRIALI DISMESSE ................................................. 4 DL ENTI TERRITORIALI .............................................................................................................. 6 CAMERA .................................................................................................... 7 DDL CONCORRENZA ................................................................................................................... 7 DDL RIFORMA PA ........................................................................................................................ 7 DDL DELEGAZIONE EUROPEA ................................................................................................. 9 DDL DELEGA APPALTI E CONCESSIONI ................................................................................ 9 SCHEMA D.LGS RICERCA IDROCARBURI IN MARE ........................................................ 10 PACCHETTO UNIONE DELL’ENERGIA .................................................................................. 11 2 SENATO DDL LEGGE EUROPEA 2014 (AS 1962) La Commissione Politiche dell’UE ha iniziato l’esame del disegno di legge recante disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge europea 2014 (AS. 1962, approvato dalla Camera dei deputati). Su proposta del Presidente, Vannino Chiti (PD), la Commissione ha deciso di fissare il termine per la presentazione degli emendamenti alle 11:00 di giovedì, 9 luglio. Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è stato fissato alle ore 12:00 di martedì, 14 luglio. Il relatore, Franco Mirabelli (PD), ha svolto l’intervento introduttivo facendo presente che, analogamente a quanto fatto dal Senato per la legge di delegazione europea 2014, la Camera ha prodotto un testo che potrebbe consentire l'approvazione definitiva in tempi congrui delle due leggi per poi affrontare da settembre sia la legge di delegazione sia quella europea 2015, riducendo così significativamente i ritardi accumulati negli anni scorsi, con evidenti benefici anche per il numero complessivo delle procedure di infrazione pendenti. Nel corso della seduta, Luis Alberto Orellana (Misto) ha chiesto informazioni più dettagliate sulle motivazioni che sono alla base dell'eliminazione dell'autorizzazione del MISE all'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi, come previsto dall'articolo 2 (Disposizioni relative all'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi. Caso EU Pilot 3799/12/TRADE). Tra le disposizioni di interesse, si segnalano: articolo 2 -Disposizioni relative all'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi. Caso EU Pilot 3799/12/TRADE; articolo 16 -Disposizioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri temporanei o mobili. Caso EU Pilot 6155/14/EMPL; articolo 17 -Disposizioni di attuazione della direttiva 2009/13/CE sul lavoro marittimo. Procedura di infrazione n. 2014/0515; articolo 24 -Disposizioni relative allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio- Caso EU-PILOT 7334/15/CLIM; 3 articolo 25 -Disposizioni relative allo stoccaggio di scorte petrolifere. Procedura di infrazione n. 2015/4014; articolo 26 -Disposizioni per la corretta attuazione del terzo pacchetto energia. Procedura di infrazione n. 2014/2286. SCHEMI D.LGS JOBS ACT (Atti nn. 176 – 177 – 178 – 179) La Commissione Lavoro ha proseguito il ciclo di audizioni nell’ambito dell’esame, in sede consultiva, degli schemi di decreto legislativo recanti disposizioni di razionalizzazione e semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese e altre disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità (Atto n. 176), diposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive (Atto n. 177), disposizioni per la razionalizzazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione sociale (Atto n. 178) e disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori sociali in costanza di rapporto di lavoro (Atto n. 179). Nella seduta del 30 giugno sono stati ascoltati i rappresentanti di: CISAL, USB e ANIV. Nella seduta del 1° luglio sono stati ascoltati i rappresentanti di: CGIL, CISL UIL e UGL (sintesi), Confindustria, R.ete. Imprese Italia, Confetra, Confprofessioni, Alleanza Cooperative Italiane e Federdistribuzione. Nella seduta del 2 luglio sono stati ascoltati i rappresentanti di: Consulenti del Lavoro e ADAPT. DDL RIQUALIFICAZIONE AREE INDUSTRIALI DISMESSE (AS. 1836) La Commissione Industria ha iniziato l’esame del disegno di legge recante misure per favorire la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse (AS. 1836 Camilla Fabbri – PD). Il correlatore, Gianni Pietro Girotto (M5S), ha illustrato il provvedimento composto da 5 articoli. L’articolo 1 (Istituzione del Fondo per la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse) prevede l’istituzione, presso il MISE, di un Fondo per la riconversione e la riqualificazione produttiva delle aree industriali dismesse, con dotazione iniziale di 50 milioni di euro annui per il triennio 2015-2017, e attribuisce alle Regioni il compito di individuare, d’intesa con i Comuni ricadenti nel proprio territorio, le aree in questione, nonché di adottare i relativi 4 progetti di riconversione. E’ assegnata priorità alle aree in cui sono presenti edifici contenenti amianto o costituiti anche solo in parte da manufatti contenenti cemento-amianto. L'articolo 2 (Modalità di accesso al Fondo) stabilisce che per l'accesso al cofinanziamento del Fondo, i progetti regionali - da adottare mediante appositi accordi di programma - devono promuovere la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse con destinazione degli immobili e dei terreni a finalità pubbliche, produttive, commerciali, residenziali e turistiche, favorendo il recupero e la bonifica ambientale dei siti e la realizzazione di infrastrutture strettamente funzionali agli interventi di recupero. Le opere e gli impianti compresi nei progetti sopra citati sono dichiarati di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. I criteri e le modalità di ripartizione del Fondo saranno individuati, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con decreto del MISE, d'intesa con il MEF, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le province autonome. L'articolo 3 (Progetti di riconversione e riqualificazione delle aree industriali dismesse) prevede una serie di prescrizioni per i progetti di riconversione e riqualificazione che dovranno prevedere in particolare interventi di bonifica delle aree oggetto di riconversione e riqualificazione, con particolare riferimento alle aree in cui sono presenti edifici in amianto, e la destinazione di una quota non inferiore al 20% degli edifici a finalità di utilizzo pubblico e a servizi di interesse pubblico. L'articolo 4 (Agevolazioni per il recupero e la messa in sicurezza degli immobili ubicati nelle aree industriali dismesse) prevede agevolazioni per i soggetti proprietari degli edifici e dei terreni ricadenti nelle aree industriali dismesse a fini di riqualificazione energetica e messa in sicurezza. L'articolo 5 (Copertura finanziaria) quantifica in 75 milioni di euro per ciascuno degli anni del triennio 2015-2017 l'onere derivante dalle misure contenute nel disegno di legge ai quali si fa fronte mediante il Fondo per interventi strutturali di politica economica. Il correlatore, Francesco Scalia (PD), ha proposto, anche in considerazione dei numerosi soggetti interessati dal provvedimento, lo svolgimento di un ciclo di audizioni informali. Il vicepresidente, Paola Pelino (FI-PDL), ha invitato i Gruppi a segnalare entro la prossima settimana i soggetti da coinvolgere. 5 DL ENTI TERRITORIALI (AS. 1977) La Commissione Bilancio ha iniziato l’esame del disegno di legge di conversione in legge del decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali (AS. 1977) (scade il 18 agosto 2015). La Commissione ha fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18:00 di giovedì, 9 luglio. Nella mattinata di martedì, 7 luglio la Commissione svolgerà alcune audizioni informali. In particolare, verranno ascoltati i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL, UGL, CONFSAL, ANCI, UPI e della Conferenza dei presidenti delle Regioni. Tra le disposizioni di interesse si segnala l’articolo 14 -Clausola di salvaguardia, che sposta al 30 settembre 2015 il termine - previsto dall'articolo 1, comma 632, della legge di stabilità per il 2015 (reverse charge) - per l'eventuale aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti in misura tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 1.716 milioni di euro a decorrere dal 2015. 6 CAMERA DDL CONCORRENZA (AC. 3012) Le Commissioni riunite Finanze e Attività produttive hanno proseguito il ciclo di audizioni informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza (AC. 3012 Governo) (collegato alla manovra di finanza pubblica). Le Commissioni hanno ascoltato, in particolare, il Presidente facente funzioni della Commissione di Vigilanza sui Fondi Pensioni (COVIP), Francesco Massicci, il Ministro per lo sviluppo economico, Federica Guidi e il Presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Andrea Camanzi (la memoria è disponibile al seguente link). Disposizioni di interesse: Articolo 19 -Cessazione della disciplina transitoria dei prezzi del gas per i clienti domestici; Articolo 20 -Cessazione della disciplina transitoria dei prezzi dell'energia elettrica; Articolo 21 -Attuazione della cessazione della disciplina transitoria dei prezzi dell'energia elettrica e del gas; Articolo 22 -Concorrenza nella distribuzione dei carburanti per autotrazione. DDL RIFORMA PA (AC. 3098 Governo) La Commissione Affari costituzionali ha proseguito l’esame del disegno di legge recante deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (AC. 3098 Governo, approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica). La Commissione ha proseguito le votazioni degli emendamenti e ha in particolare approvato: alcune ulteriori modifiche all’articolo 6 -Revisione e semplificazione delle disposizioni in materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, volte a integrare i principi e i criteri direttivi relativi alla delega sul riordino della disciplina riguardante gli obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche amministrazioni; alcune modifiche all’articolo 8 -Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di commercio, industria, artigianato e agricoltura, volte in particolare: a prevedere la 7 possibilità di mantenere la singola camera di commercio non accorpata sulla base di una soglia dimensionale minima a 75.000 imprese e unità locali iscritte o annotate nel registro delle imprese; a prevedere misure per assicurare alle Camere di commercio accorpate la neutralità fiscale delle operazioni derivanti dai processi di accorpamento e dalla cessione e dal conferimento di immobili e di partecipazioni, da realizzare attraverso l'eventuale esenzione da tutte le imposte indirette, con esclusione dell'IVA; a introdurre una disciplina transitoria che tenga conto degli accorpamenti già deliberati alla data di approvazione della legge; diverse ulteriori modifiche all’articolo 9 -Dirigenza pubblica (nessuna di particolare interesse); un articolo aggiuntivo dopo il 9 che reca disposizioni in materia di Avvocatura dello Stato; alcune modifiche all’articolo 10 -Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca (nessuna di particolare interesse); diverse modifiche all’articolo 13 -Riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche relative perlopiù ai requisiti dei candidati e alle procedure per l’espletamento delle prove concorsuali; un articolo aggiuntivo dopo il 13 -Delega per la definizione di un nuovo Regolamento di procedura dei giudizi innanzi la Corte dei conti; una ulteriore modifica all’articolo 15 -Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di interesse economico generale, volta a prevedere la promozione di strumenti per supportare gli enti proprietari nelle attività previste all'articolo 14 (Riordino della disciplina delle partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche), per favorire investimenti nel settore dei servizi pubblici locali e per agevolare i processi di razionalizzazione, riduzione e miglioramento delle aziende che operano nel settore. Durante la seduta, il relatore, Ernesto Carbone (PD), ha presentato l’emendamento 2. 10011 in materia di Conferenza di servizi. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato fissato alle ore 10:00 di martedì, 7 luglio. 1 Cliccare sulla voce “Art. 2” 8 DDL DELEGAZIONE EUROPEA (AC. 3123) Giovedì, 2 luglio, con 270 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti, l’Aula ha approvato definitivamente il disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2014 (AC. 3123, approvato dal Senato). Il provvedimento verrà ora inviato alla GU per la pubblicazione. DDL DELEGA APPALTI E CONCESSIONI (AC. 3194 Governo) La Commissione Ambiente ha iniziato l’esame, in sede referente, del disegno di legge recante delega al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (AC. 3194 Governo, approvato dal Senato). Il correlatore, Raffaella Mariani (PD), ha svolto l’intervento introduttivo segnalando che si tratta di un provvedimento di assoluta rilevanza, volto a riformare in maniera complessiva e sostanziale il settore degli appalti pubblici e delle concessioni, e che la delega coglie l'occasione del recepimento delle direttive per procedere a un riordino più ampio e a una razionalizzazione delle disposizioni legislative e regolamentari vigenti. Le direttive, infatti, uniscono ad un'esigenza di semplificazione delle norme un approccio innovativo, che si traduce nella flessibilità di utilizzo delle procedure e in una maggiore considerazione degli obiettivi ambientali e sociali nelle procedure di appalto. Il presidente, Ermete Realacci (PD), ha rilevato come il provvedimento, sul quale al Senato si è registrata un'ampia convergenza di consensi, potrebbe essere suscettibile di alcuni miglioramenti. In risposta a Serena Pellegrino (SEL), che ha invitato a valutare l'opportunità di svolgere una serie di audizioni, al fine di effettuare ulteriori necessari approfondimenti, Realacci ha fatto presente come, fatta eccezione per le audizioni del Ministro per le infrastrutture e del presidente dell'ANAC, sarebbe preferibile chiedere contributi scritti agli altri soggetti comunque interessati, anche in considerazione dell'ampio e articolato ciclo di audizioni già svoltosi al Senato. 9 SCHEMA D.LGS RICERCA IDROCARBURI IN MARE (Atto n. 169) Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive nell’ambito dell’esame dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE (Atto n. 169), hanno audito i rappresentanti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, della Società geologica italiana e dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (le memorie sono disponibili in allegato all’email). *** La Commissione Bilancio ha iniziato l’esame in sede consultiva, per il parere alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, dello schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE (Atto n. 169). Il relatore, Gianfranco Librandi (SCpI), ha illustrato il provvedimento per le parti di competenza, sottolineando, in merito ai profili di quantificazione, che la relazione tecnica allegata ipotizza che il pieno funzionamento del Comitato per la sicurezza delle operazioni in mare, di cui all'articolo 8, sia garantito: dalla possibilità di avvalersi delle risorse umane e delle strutture delle amministrazioni che lo compongono (Ufficio nazionale minerario idrocarburi e georisorse, Direzione generale protezione natura e mare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, Direzione centrale per la prevenzione e per la sicurezza tecnica del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Sottocapo di Stato maggiore della Marina militare); dai contributi posti a carico degli operatori; dall'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente; dalla possibilità di avvalersi dell'EMSA (Agenzia europea per la sicurezza marittima). Librandi ha quindi preso atto che lo schema reca, all'articolo 35, una clausola esplicita di invarianza finanziaria. Ciò premesso, ha rilevato che la relazione tecnica non fornisce una quantificazione delle risorse finanziarie complessivamente poste ogni anno a disposizione del Comitato né indica una stima dell'effettivo fabbisogno annuo del Comitato per lo svolgimento dei compiti previsti dal testo in esame. In proposito ha giudicato opportuno acquisire dati ed elementi di valutazione, al fine di verificare la congruità delle risorse di cui potrà usufruire il Comitato, con particolare riferimento al flusso dei contributi a carico degli operatori. 10 Su tale ultimo aspetto ha osservato, inoltre, che in base all'articolo 34 le disposizioni da adottare in conformità al presente decreto trovano applicazione soltanto a decorrere da luglio 2018 per gli impianti già esistenti e da luglio 2016 per gli altri impianti. A suo giudizio andrebbe chiarito se tale previsione possa ritardare o, comunque, incidere sulla dinamica temporale della contribuzione a carico degli operatori destinata al funzionamento del Comitato. Andrebbe altresì chiarito se siano stati valutati gli effetti di riduzione del gettito tributario connessi alla deducibilità dei contributi posti a carico degli operatori ai fini del funzionamento del medesimo Comitato. Infine, riguardo all'articolo 30, che prevede – in caso di incidente grave – che la Capitaneria di porto possa assistere l'operatore anche con la disponibilità di ulteriori risorse, ha giudicato opportuno acquisire elementi volti a suffragare l'assenza di oneri, asserita dalla relazione tecnica, derivanti da tale previsione. Il Sottosegretario per l’economia e le finanze, Paola De Micheli, anche in considerazione della mancanza del parere della Conferenza unificata, si è riservata di fornire in una prossima seduta i chiarimenti richiesti. PACCHETTO UNIONE DELL’ENERGIA (Atto n. 60 – 61 – 62) Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive hanno proseguito l’esame congiunto, in sede consultiva, delle comunicazioni della Commissione Europea recante Pacchetto «Unione dell'energia» (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca europea per gli investimenti "Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici" (COM (2015) 80 definitivo) (Atto n. 60), comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Il protocollo di Parigi Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020" (COM (2015) 81 definitivo) (Atto n. 61), e comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Raggiungere l'obiettivo del 10% di interconnessione elettrica. Una rete elettrica pronta per il 2020" (COM (2015) 82 definitivo) (Atto n. 62). Il Presidente, Ettore Guglielmo Epifani (PD), ha annunciato che i relatori, Stella Bianchi (PD) per la Commissione Ambiente e Marietta Tidei (PD) per la Commissione Attività produttive, hanno predisposto una proposta di documento finale (riportata di seguito). Il Sottosegretario per 11 l’ambiente, Silvia Velo, si è riservata di approfondire, congiuntamente a un rappresentante del Ministero dello sviluppo economico, i contenuti della proposta di documento finale presentato PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE Le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive), esaminate, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento: la comunicazione «Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici» (COM(2015)80); la comunicazione «Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020» (COM(2015)81); la comunicazione «Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020» (COM(2015)82); preso atto degli utili elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte; considerato che: l'energia rappresenta un fattore decisivo per le prospettive di ripresa e lo sviluppo economico e una componente sempre più incisiva nelle attività produttive e nella organizzazione della vita civile; l'Europa non dispone di fonti proprie in grado di garantirle la piena autosufficienza, atteso che l'impiego del carbone e della lignite, ampiamente utilizzati da alcuni partner, non risultano coerenti con l'obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra per il contrasto ai cambiamenti climatici; l'elevata dipendenza dell'Europa si traduce in una considerevole incidenza delle spese per l'acquisto di fonti energetiche nella sua bilancia commerciale; la dipendenza dall'estero espone, inoltre, l'Europa ad una condizione di vulnerabilità per la inaffidabilità di alcuni paesi fornitori; la riduzione della dipendenza dall'estero e la realizzazione di significativi progressi sul versante dell'efficienza e del risparmio energetico costituiscono, quindi, obiettivi prioritari per il rafforzamento della capacità competitiva dell'Europa negli scenari globali; per le stesse finalità è indispensabile realizzare una piena integrazione delle reti energetiche nel nostro continente, posto che le interconnessioni potranno evitare discontinuità nella disponibilità di energia, soprattutto nei paesi più periferici e che attualmente registrano una maggiore dipendenza da singoli fornitori, e concorrere ad una riduzione dei prezzi attraverso una distribuzione ottimale dell'energia; l'obiettivo di assicurare all'Europa approvvigionamenti energetici a prezzi competitivi, sia nel settore del gas che nel settore elettrico, diversificando fonti, fornitori e rotte di 12 approvvigionamento deve quindi costituire uno degli assi portanti della strategia europea in materia; l'Europa può legittimamente rivendicare un ruolo di guida, a livello internazionale, nella lotta ai cambiamenti climatici per la riduzione di emissioni di gas serra anche alla luce del Pacchetto clima energia al 2030 adottato dal Consiglio dell'unione europea il 14 ottobre 2014 nel semestre di presidenza italiano; l'Europa ha raggiunto traguardi di grande rilievo nella promozione dell'energia pulita, efficienza energetica e energia da fonti rinnovabili, tanto che si registrano già i primi risultati di disaccoppiamento tra aumento del PIL e andamento delle emissioni di gas serra; tra il 1990 e il 2013 si è avuta infatti una crescita del PIL nella Ue28 pari a +45 per cento e una riduzione dei gas serra con –19 per cento; i risultati conseguiti nel contrasto ai cambiamenti climatici non appaiono tuttavia ancora pienamente soddisfacenti per garantire che il riscaldamento globale sia contenuto entro la soglia di aumento della temperatura media globale non superiore ai due gradi rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale, indicata dagli scienziati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) che risponde alle Nazioni unite come soglia da non valicare per evitare effetti catastrofici e ribadita da ultimo nel comunicato conclusivo del G7 a Elmau in Germania del 7 e 8 giugno scorso; l'Europa deve essere tra i promotori del raggiungimento nel vertice Onu di Parigi di dicembre 2015 di un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni che consenta di non oltrepassare la soglia critica di un aumento di due gradi della temperatura media globale rispetto ai livelli precedenti alla rivoluzione industriale; nel rispetto degli obiettivi già fissati al 2050, con una riduzione delle emissioni di gas serra di una quota tra il 40 per cento e il 70 per cento rispetto ai livelli del 2010, e di una totale decarbonizzazione a fine secolo, l'Europa deve farsi promotrice di una profonda riconversione in chiave ecologica dell'economia per arrivare ad una economia a bassissime emissioni di carbonio e attuare così politiche efficaci di contrasto ai cambiamenti climatici; le politiche per il clima sono infatti per loro natura trasversali e riguardano tutti i settori, dalla produzione industriale all'agricoltura, dai trasporti all'edilizia, dall'organizzazione delle città alla ricerca e innovazione fino alla politica estera e di cooperazione allo sviluppo; è quindi indispensabile che l'Europa prosegua nella definizione di una strategia organica e coerente in materia per massimizzare l'efficacia delle risorse impegnate e conseguire i massimi risultati possibili; 13 apprezzata l'iniziativa assunta dalla Commissione per la realizzazione di un'Unione dell'energia che, dopo l'Unione monetaria, rappresenta il primo e più significativo progresso sul terreno dell'integrazione negli ultimi anni, tanto più rilevante in quanto investe l'economia reale; tale iniziativa, che aggiorna gli obiettivi dell'UE in materia di riduzione delle emissioni, rendendoli più ambiziosi, va inserita nello scenario più ampio costituito dal dibattito in atto ai fini della progressiva decarbonizzazione dell'economia, su cui è recentemente intervenuto il G7, anche in vista della riunione del prossimo novembre del COP21 di Parigi; in tale scenario affinché l'Europa possa esercitare efficacemente la leadership nei negoziati internazionali, in modo che anche gli altri Paesi e, in particolare, quelli che sono attualmente responsabili delle più consistenti emissioni, a partire dalla Cina e dagli Stati Uniti, siano chiamati ad un impegno serio e concreto per la lotta ai cambiamenti climatici, è indispensabile sostenere con forza la necessità di pervenire ad una disciplina vincolante e condivisa; preso atto del parere approvato dalla XIV Commissione il 30 giugno 2015, esprimono una valutazione favorevole sulle comunicazioni in esame; con le seguenti osservazioni: a) il Governo italiano intervenga tempestivamente e puntualmente nelle sedi negoziali sulle comunicazioni europee oggetto del documento e sulle decisioni ulteriori che ad esso faranno seguito, in modo che siano recepiti gli obiettivi e le priorità nazionali in vista della sicurezza energetica e del contrasto ai cambiamenti climatici; b) il Governo italiano si attivi affinché l'Unione europea promuova il raggiungimento nel vertice Onu di Parigi (30 novembre – 11 dicembre 2015) di un accordo globale vincolante che garantisca il rispetto dell'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale entro la soglia di due gradi rispetto ai livelli precedenti la rivoluzione industriale in vigore dal 2020, come stabilito anche nelle conclusioni del G7 che si è concluso a Elmau, in Germania l'8 giugno 2014; c) il Governo italiano si attivi affinché l'Unione europea promuova in sede di negoziato ONU la definizione e l'avvio di un sistema di revisione dinamica degli impegni assunti di riduzione delle emissioni di gas serra e di monitoraggio degli stessi per assicurare il rispetto effettivo dell'obiettivo di non superare la soglia di aumento dei due gradi così come la definizione e implementazione di misure di riduzione delle emissioni di gas serra nel periodo tra il 2015 e il 2020, data di entrata in vigore dell'accordo da sottoscrivere alla fine dell'anno a Parigi; 14 d) con riguardo al tema delle interconnessioni, il Governo si attivi per un impegno concreto dell'Unione europea per consentire la realizzazione, nel più breve tempo possibile, della piena interconnessione delle reti a livello continentale, individuando e stanziando le risorse necessarie allo scopo, a integrazione di quelle già disponibili – tra le quali, in particolare, quelle del Meccanismo per collegare l'Europa – che appaiono largamente insufficienti; e) si percorra con decisione la via della piena interconnessione, il potenziamento e l'ammodernamento delle reti elettriche e del gas, anche per ridurre le dispersioni, sulla base di un disegno strategico coerente che non sia rimesso alle iniziative di singoli paesi o operatori, ma che risponda a una logica sistemica che assuma le esigenze comuni; f) si valuti con attenzione l'opportunità di rapportare l'obbligo del 10 per cento di interconnessione minima non tanto alla capacità installata ma all'energia complessivamente utilizzata in un Paese in un dato periodo o alla punta di capacità effettivamente utilizzata nell'anno; g) si consideri che una completa interconnessione potrà risultare decisiva anche ai fini di nuove modalità di approvvigionamento quali, ad esempio, la realizzazione di un hub del gas nell'Europa meridionale per il quale l'Italia può legittimamente candidarsi e si valuti, in prospettiva, l'affrancamento dalle fonti fossili in coerenza con gli obiettivi al 2050 e con la decarbonizzazione a fine secolo; h) si rafforzi il coordinamento tra le autorità di regolazione con l'obiettivo finale di un regolatore unico in concomitanza con il mercato unico; i) si operi affinché si arrivi a convergenza in materia di accesso alle reti, di funzionamento dei mercati e all'armonica attuazione delle liberalizzazione di settore; j) si provveda senza indugio e con tutte le misure necessarie a superare le barriere tecniche e regolatorie che ancora impediscono la piena realizzazione di un mercato integrato; k) si promuova l'ampliamento della generazione distribuita, come indicato nella comunicazione sull'Unione energetica, favorendo quindi una maggiore capacità da fonti di energia rinnovabile con gli opportuni e necessari interventi di semplificazione amministrativa e con una disciplina dell'autoconsumo e degli oneri di sistema che tenga insieme le esigenze di garantire la piena ed equa funzionalità della rete di trasmissione senza penalizzare in modo improprio la generazione distribuita; l) si promuova in sede europea un disegno di riordino complessivo dei meccanismi di incentivazione alle fonti rinnovabili di energia per favorirne lo sviluppo su scala continentale con un sistema di regole stabile e omogeneo tra i diversi paesi; 15 m) si promuova la ricerca e l'innovazione nell'ambito della produzione e distribuzione di energia da fonti rinnovabili per sostenere lo sviluppo dell'industria del settore, anche nel nostro paese, e promuovere i sistemi di accumulo e stoccaggio dell'energia prodotta da fonti rinnovabili per migliorarne così la stabilità nell'immissione in rete; n) si definiscano, all'interno della strategia complessiva dell'Unione dell'energia, obiettivi coerenti nei diversi settori interessati, a partire dai trasporti, favorendo in particolare la ricerca e l'utilizzo di biocombustibili di seconda e terza generazione, promuovendo la mobilità sostenibile e il trasporto pubblico, l'uso dell'auto ibrida ed elettrica e i sistemi di car-sharing; o) si sostengano, anche mediante lo stanziamento di risorse finanziarie, gli investimenti per la realizzazione di reti elettriche intelligenti (smart grids) e dei sistemi di gestione intelligente attraverso l'utilizzo della tecnologia digitale, relativamente alle quali il nostro Paese può offrire la best practice costituita dall'esperienza dei contatori intelligenti; p) si provveda a promuovere una revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) per correggerne i limiti e i difetti che ne hanno pregiudicato la capacità di svolgere la funzione di strumento rilevante dell'Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra, con particolare riguardo ai cosiddetti settori energivori. Tale riforma dovrà perseguire l'obiettivo di rendere il sistema efficace nell'attribuire un costo alle emissioni di gas serra prodotte, anche allargando l'ambito delle imprese coinvolte; q) si valuti l'opportunità di una definizione in sede europea di sistemi di tassazione che attribuiscano un costo al carbonio – carbon tax – e di un sistema di regole chiaro, coerente, uniforme e stabile nel tempo che dia il giusto segnale alle imprese per indirizzare le proprie scelte di investimento verso tecnologie e attività a bassissimo impatto di carbonio; r) si traduca concretamente l'obiettivo prospettato della partecipazione della Commissione europea nei rapporti con i Paesi fornitori, anche promuovendo il coinvolgimento dell'Alto Rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in modo da rafforzare la capacità negoziale dell'Europa nel suo complesso; s) nel quadro della cooperazione internazionale, si promuovano partenariati con i paesi del Nord Africa, finalizzati non soltanto a garantire all'UE l'accesso alle fonti energetiche ma anche a favorire lo sviluppo di tali paesi, in particolare incoraggiando le loro potenzialità in termini di produzione di energia da fonti rinnovabili, solare innanzitutto; t) il Governo valuti l'opportunità di avviare un riesame della strategia energetica nazionale per renderla coerente con gli obiettivi dell'Unione energetica e della politica per il clima e, in 16 particolare, con il raggiungimento dell'obiettivo di contenere in non più di due gradi l'aumento della temperatura media globale rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale; u) si avvii una ricognizione dei sussidi alle fonti fossili ancora presenti nel nostro Paese e si proceda alla loro eliminazione così come previsto dalle comunicazioni oggetto del documento; v) si prosegua con forza nell'azione di promozione dell'efficienza energetica quale vera e propria fonte di energia, sostenendo con le opportune misure anche di natura finanziaria la stabilità di strumenti quali il credito di imposta per chi realizza interventi di riqualificazione ambientale ed energetica così come la definizione e attuazione di un piano di messa in sicurezza ed efficientamento energetico degli edifici pubblici e, infine, definendo e attuando gli strumenti finanziari opportuni per avviare interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico su ampia scala, anche per migliorare la qualità edilizia nelle città e, in particolare, nelle aree periferiche; w) si sostenga con gli opportuni strumenti l'azione dei sindaci e delle amministrazioni locali impegnati nel rendere le città e i territori amministrati esempi di eccellenza nella trasformazione in smart cities and areas, città e territori intelligenti nella prestazione dei servizi ai cittadini e nell'uso delle risorse naturali e dell'energia, e comunità resilienti in grado di sopportare al meglio l'impatto dei cambiamenti climatici in atto anche con interventi costanti e programmati nel tempo di messa in sicurezza del territorio; x) il Governo provveda all'adozione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, già approvata dalla Conferenza unificata, con decreto del competente Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in vista della definizione e attuazione di un piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici; y) si promuova la definizione di criteri e modalità con i quali gli appalti pubblici possano diventare un catalizzatore di innovazione industriale e uno stimolo alla ricerca e alla crescita ecologica; z) si promuova un rafforzamento della ricerca pubblica e un maggiore coordinamento a livello europeo per indirizzarla con più efficacia verso la non più rinviabile riconversione ecologica dell'economia che deve diventare a bassissime emissioni di carbonio in coerenza con gli obiettivi di politica per il clima adottati; aa) si definiscano e si dia avvio a politiche industriali per promuovere tecnologie e attività economiche a bassissime emissioni di carbonio in coerenza con gli obiettivi di politica per il clima adottati e si dia impulso all'economia circolare, efficiente nell'uso di risorse naturali. *** 17 La Commissione Politiche dell’UE ha concluso l’esame congiunto, in sede consultiva, delle comunicazioni della Commissione Europea recante Pacchetto «Unione dell'energia», approvando la proposta di parere favorevole predisposta dal relatore, Marina Berlinghieri (PD), con le seguenti condizioni: con riguardo alla sicurezza energetica: 1) sia assicurata, in coerenza con le indicazioni della Commissione, la diversificazione delle forniture di gas, mediante l'accelerazione dei lavori relativi al corridoio meridionale per l'importazione del gas dai paesi dell'Asia centrale e la creazione di hub di gas liquefatto con più fornitori, in particolare nell'area mediterranea; 2) si proceda alla istituzione o al rafforzamento dei partenariati strategici dell'UE con paesi o regioni produttori e di transito di energia. In particolare, i partenariati con i paesi del Nord Africa potrebbero assicurare non soltanto l'accesso dell'UE alle fonti energetiche ma anche lo sviluppo di tali paesi, in particolare sfruttando le loro potenzialità in termini di produzione di energia solare e di energie rinnovabili; 3) sia prevista la partecipazione della Commissione europea alla negoziazione degli accordi relativi all'acquisto di energia da paesi terzi, in modo da garantire una migliore valutazione ex ante della loro compatibilità con le norme relative al mercato interno e con i criteri di sicurezza dell'approvvigionamento; 4) sia rafforzata la collaborazione tra gli Stati membri, attraverso la condivisione delle scorte e la gestione comune delle crisi; con riferimento alla piena integrazione del mercato europeo dell'energia: 5) sia ribadito l'obiettivo di interconnessione minima per l'energia elettrica, da raggiungere entro il 2020, fissato al 10 per cento della capacità di produzione elettrica installata degli Stati membri; 6) siano promossi ulteriori investimenti nella generazione, nelle reti e nell'efficienza energetica, nella misura di almeno 200 miliardi di euro l'anno per il prossimo decennio, avvalendosi degli strumenti finanziari europei esistenti, quali il Meccanismo per collegare l'Europa, i finanziamenti a titolo dei fondi strutturali e d'investimento europei nonché del Fondo europeo per gli investimenti strategici e della BEI; 7) sia assicurata una maggiore trasparenza nella composizione dei costi e dei prezzi dell'energia, predisponendo un monitoraggio e una rendicontazione periodici e dettagliati, anche per quanto riguarda gli impatti dei costi e dei prezzi dell'energia sulla competitività; con riferimento all'efficienza energetica: 18 8) siano promossi investimenti adeguati per sviluppare il teleriscaldamento e il teleraffreddamento, facendo un più ampio ricorso agli strumenti finanziari esistenti e a nuovi modelli di finanziamento basati sul principio dell'aggregazione di più progetti in programmi più vasti, capaci di ridurre i costi delle transazioni e di attirare il settore privato su vasta scala; 9) si stabilisca un inasprimento delle norme sulle emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni dopo il 2020, e l'introduzione di misure volte a migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti e degli autobus nonché a promuovere una migliore gestione del traffico; 10) si disponga l'utilizzo di sistemi di tariffazione stradale sulla base dei principi «chi usa paga» e «chi inquina paga» e si proceda alla eliminazione degli ostacoli alle modalità di trasporto che producono meno emissioni di gas a effetto serra, quali il trasporto ferroviario, marittimo e le vie navigabili interne; 11) sia promossa una maggiore diffusione dei carburanti alternativi e dalla elettrificazione, per promuovere la quale occorre una rapida realizzazione delle infrastrutture necessarie, quali le stazioni di rifornimento e ricarica; con riguardo alla decarbonizzazione dell'economia e, in particolare, alla promozione delle energie rinnovabili e alla ricerca e innovazione e competitività in materia energetica: 12) siano introdotti, al fine di promuovere le energie rinnovabili, dispositivi basati sul mercato, che garantiscano l'efficacia in termini di costi, evitando sovracompensazioni e distorsioni e assicurando nel contempo la cooperazione e la convergenza dei regimi di sostegno nazionali, anche a favore di una maggiore apertura transfrontaliera; 13) sia definita una nuova strategia basata su una stretta collaborazione fra la ricerca, l'industria, il settore finanziario e le autorità pubbliche nel campo delle tecnologie rinnovabili e delle soluzioni di stoccaggio; 14) sia assicurato a questo scopo l'utilizzo prioritario dei finanziamenti del programma Orizzonte 2020 per lo sviluppo della prossima generazione di tecnologie delle energie rinnovabili nonché di sistemi energetici efficienti, di sistemi di trasporto più sostenibili, della cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e della cattura e del consumo del carbonio (CCU); 15) sia promosso l'utilizzo effettivo degli strumenti della politica commerciale dell'UE al fine di migliorare l'accesso ai mercati esteri per le tecnologie e i servizi connessi all'Unione dell'energia nonché per proteggere il mercato dell'UE dalle pratiche commerciali sleali e sostenere altri paesi nell'istituzione di sistemi energetici moderni e sostenibili; 19 16) l'Unione promuova l'istituzione di nuovi percorsi di formazione professionale o la modifica di quello esistenti per corrispondere alle nuove esigenze delle imprese e fornire alle persone solide competenze in materia; ai fini della preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si svolgerà a Parigi nel dicembre 2015: 17) l'Unione si adoperi affinché la Conferenza raggiunga un accordo, in forma di un protocollo alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che stabilisca per le Parti contraenti obblighi tali da ridurre le emissioni mondiali di almeno il 60 per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010, stabilendo, tale scopo, il coinvolgimento dei settori dell'aviazione civile e dei trasporti marittimi. L'accordo dovrebbe entrare in vigore una volta ratificato dai paesi che rappresentano l'80 per cento delle emissioni globali; e con le seguenti osservazioni: a) si valuti se procedere ad una revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) per correggerne limiti e i difetti che ne hanno pregiudicato parzialmente la capacità di svolgere la funzione di strumento prioritario dell'Unione europea per ridurre le emissioni, con particolare riguardo ai cosiddetti settori energivori; b) si consideri se precisare che l'obiettivo di aumentare l'energia prodotta all'interno dell'Unione va perseguito primariamente con riferimento alle fonti rinnovabili; c) si valuti la graduale soppressione delle tariffe regolamentate che, limitando lo sviluppo di una concorrenza effettiva e scoraggiando l'emersione di operatori di mercato nuovi, finiscono per nuocere alle classi più deboli di consumatori per i quali erano state introdotte. Al posto dei prezzi regolamentati, gli Stati membri potrebbero introdurre un meccanismo di tutela dei consumatori vulnerabili per mantenere bassi i costi complessivi e limitare le distorsioni derivanti dai prezzi regolamentati; d) si valuti l'opportunità di invitare la Commissione europea a presentare una tabella di marcia che indichi in modo puntuale i termini, le risorse e gli strumenti necessari per l'attuazione di ciascuna delle misure e degli obiettivi del pacchetto in esame. 20