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La Settimana Parlamentare
n. 23/2015
Roma, 3 luglio 2015
Indice
SENATO...................................................................................................... 3
DDL LEGGE EUROPEA 2014 ....................................................................................................... 3
SCHEMI D.LGS JOBS ACT ........................................................................................................... 4
DDL RIQUALIFICAZIONE AREE INDUSTRIALI DISMESSE ................................................. 4
DL ENTI TERRITORIALI .............................................................................................................. 6
CAMERA .................................................................................................... 7
DDL CONCORRENZA ................................................................................................................... 7
DDL RIFORMA PA ........................................................................................................................ 7
DDL DELEGAZIONE EUROPEA ................................................................................................. 9
DDL DELEGA APPALTI E CONCESSIONI ................................................................................ 9
SCHEMA D.LGS RICERCA IDROCARBURI IN MARE ........................................................ 10
PACCHETTO UNIONE DELL’ENERGIA .................................................................................. 11
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SENATO
DDL LEGGE EUROPEA 2014 (AS 1962)
La Commissione Politiche dell’UE ha iniziato l’esame del disegno di legge recante disposizioni per
l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza dell'Italia all'Unione europea - Legge
europea 2014 (AS. 1962, approvato dalla Camera dei deputati).
Su proposta del Presidente, Vannino Chiti (PD), la Commissione ha deciso di fissare il termine per
la presentazione degli emendamenti alle 11:00 di giovedì, 9 luglio.
Il termine per la presentazione di eventuali subemendamenti è stato fissato alle ore 12:00 di martedì,
14 luglio.
Il relatore, Franco Mirabelli (PD), ha svolto l’intervento introduttivo facendo presente che,
analogamente a quanto fatto dal Senato per la legge di delegazione europea 2014, la Camera ha
prodotto un testo che potrebbe consentire l'approvazione definitiva in tempi congrui delle due leggi
per poi affrontare da settembre sia la legge di delegazione sia quella europea 2015, riducendo così
significativamente i ritardi accumulati negli anni scorsi, con evidenti benefici anche per il numero
complessivo delle procedure di infrazione pendenti.
Nel corso della seduta, Luis Alberto Orellana (Misto) ha chiesto informazioni più dettagliate sulle
motivazioni che sono alla base dell'eliminazione dell'autorizzazione del MISE all'importazione di
prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi, come previsto dall'articolo 2 (Disposizioni relative
all'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi terzi. Caso EU Pilot 3799/12/TRADE).
Tra le disposizioni di interesse, si segnalano:
 articolo 2 -Disposizioni relative all'importazione di prodotti petroliferi finiti liquidi da Paesi
terzi. Caso EU Pilot 3799/12/TRADE;
 articolo 16 -Disposizioni in materia di salute e sicurezza dei lavoratori nei cantieri
temporanei o mobili. Caso EU Pilot 6155/14/EMPL;
 articolo 17 -Disposizioni di attuazione della direttiva 2009/13/CE sul lavoro marittimo.
Procedura di infrazione n. 2014/0515;
 articolo 24 -Disposizioni relative allo stoccaggio geologico di biossido di carbonio- Caso
EU-PILOT 7334/15/CLIM;
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 articolo 25 -Disposizioni relative allo stoccaggio di scorte petrolifere. Procedura di
infrazione n. 2015/4014;
 articolo 26 -Disposizioni per la corretta attuazione del terzo pacchetto energia. Procedura
di infrazione n. 2014/2286.
SCHEMI D.LGS JOBS ACT (Atti nn. 176 – 177 – 178 – 179)
La Commissione Lavoro ha proseguito il ciclo di audizioni nell’ambito dell’esame, in sede
consultiva, degli schemi di decreto legislativo recanti disposizioni di razionalizzazione e
semplificazione delle procedure e degli adempimenti a carico dei cittadini e delle imprese e altre
disposizioni in materia di rapporto di lavoro e pari opportunità (Atto n. 176), diposizioni per il
riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive (Atto n.
177), disposizioni per la razionalizzazione dell'attività ispettiva in materia di lavoro e legislazione
sociale (Atto n. 178) e disposizioni per il riordino della normativa in materia di ammortizzatori
sociali in costanza di rapporto di lavoro (Atto n. 179).
Nella seduta del 30 giugno sono stati ascoltati i rappresentanti di: CISAL, USB e ANIV.
Nella seduta del 1° luglio sono stati ascoltati i rappresentanti di: CGIL, CISL UIL e UGL (sintesi),
Confindustria, R.ete. Imprese Italia, Confetra, Confprofessioni, Alleanza Cooperative Italiane e
Federdistribuzione.
Nella seduta del 2 luglio sono stati ascoltati i rappresentanti di: Consulenti del Lavoro e ADAPT.
DDL RIQUALIFICAZIONE AREE INDUSTRIALI DISMESSE (AS. 1836)
La Commissione Industria ha iniziato l’esame del disegno di legge recante misure per favorire la
riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse (AS. 1836 Camilla Fabbri – PD).
Il correlatore, Gianni Pietro Girotto (M5S), ha illustrato il provvedimento composto da 5 articoli.
L’articolo 1 (Istituzione del Fondo per la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali
dismesse) prevede l’istituzione, presso il MISE, di un Fondo per la riconversione e la
riqualificazione produttiva delle aree industriali dismesse, con dotazione iniziale di 50 milioni di
euro annui per il triennio 2015-2017, e attribuisce alle Regioni il compito di individuare, d’intesa
con i Comuni ricadenti nel proprio territorio, le aree in questione, nonché di adottare i relativi
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progetti di riconversione. E’ assegnata priorità alle aree in cui sono presenti edifici contenenti
amianto o costituiti anche solo in parte da manufatti contenenti cemento-amianto.
L'articolo 2 (Modalità di accesso al Fondo) stabilisce che per l'accesso al cofinanziamento del
Fondo, i progetti regionali - da adottare mediante appositi accordi di programma - devono
promuovere la riconversione e la riqualificazione delle aree industriali dismesse con destinazione
degli immobili e dei terreni a finalità pubbliche, produttive, commerciali, residenziali e turistiche,
favorendo il recupero e la bonifica ambientale dei siti e la realizzazione di infrastrutture
strettamente funzionali agli interventi di recupero. Le opere e gli impianti compresi nei progetti
sopra citati sono dichiarati di pubblica utilità, urgenti e indifferibili. I criteri e le modalità di
ripartizione del Fondo saranno individuati, entro 60 giorni dall’entrata in vigore della legge, con
decreto del MISE, d'intesa con il MEF, sentita la Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato,
le Regioni e le province autonome.
L'articolo 3 (Progetti di riconversione e riqualificazione delle aree industriali dismesse) prevede
una serie di prescrizioni per i progetti di riconversione e riqualificazione che dovranno prevedere in
particolare interventi di bonifica delle aree oggetto di riconversione e riqualificazione, con
particolare riferimento alle aree in cui sono presenti edifici in amianto, e la destinazione di una
quota non inferiore al 20% degli edifici a finalità di utilizzo pubblico e a servizi di interesse
pubblico.
L'articolo 4 (Agevolazioni per il recupero e la messa in sicurezza degli immobili ubicati nelle aree
industriali dismesse) prevede agevolazioni per i soggetti proprietari degli edifici e dei terreni
ricadenti nelle aree industriali dismesse a fini di riqualificazione energetica e messa in sicurezza.
L'articolo 5 (Copertura finanziaria) quantifica in 75 milioni di euro per ciascuno degli anni del
triennio 2015-2017 l'onere derivante dalle misure contenute nel disegno di legge ai quali si fa fronte
mediante il Fondo per interventi strutturali di politica economica.
Il correlatore, Francesco Scalia (PD), ha proposto, anche in considerazione dei numerosi soggetti
interessati dal provvedimento, lo svolgimento di un ciclo di audizioni informali.
Il vicepresidente, Paola Pelino (FI-PDL), ha invitato i Gruppi a segnalare entro la prossima
settimana i soggetti da coinvolgere.
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DL ENTI TERRITORIALI (AS. 1977)
La Commissione Bilancio ha iniziato l’esame del disegno di legge di conversione in legge del
decreto-legge 19 giugno 2015, n. 78, recante disposizioni urgenti in materia di enti territoriali
(AS. 1977) (scade il 18 agosto 2015).
La Commissione ha fissato il termine per la presentazione degli emendamenti alle ore 18:00 di
giovedì, 9 luglio.
Nella mattinata di martedì, 7 luglio la Commissione svolgerà alcune audizioni informali.
In particolare, verranno ascoltati i rappresentanti di CGIL, CISL, UIL, UGL, CONFSAL, ANCI,
UPI e della Conferenza dei presidenti delle Regioni.
Tra le disposizioni di interesse si segnala l’articolo 14 -Clausola di salvaguardia, che sposta
al 30 settembre 2015 il termine - previsto dall'articolo 1, comma 632, della legge di stabilità per il
2015 (reverse charge) - per l'eventuale aumento dell'aliquota dell'accisa sui carburanti in misura
tale da determinare maggiori entrate nette non inferiori a 1.716 milioni di euro a decorrere dal 2015.
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CAMERA
DDL CONCORRENZA (AC. 3012)
Le Commissioni riunite Finanze e Attività produttive hanno proseguito il ciclo di audizioni
informali nell’ambito dell’esame del disegno di legge recante Legge annuale per il mercato e la
concorrenza (AC. 3012 Governo) (collegato alla manovra di finanza pubblica).
Le Commissioni hanno ascoltato, in particolare, il Presidente facente funzioni della Commissione di
Vigilanza sui Fondi Pensioni (COVIP), Francesco Massicci, il Ministro per lo sviluppo economico,
Federica Guidi e il Presidente dell’Autorità di regolazione dei trasporti, Andrea Camanzi (la
memoria è disponibile al seguente link).
Disposizioni di interesse:
Articolo 19 -Cessazione della disciplina transitoria dei prezzi del gas per i clienti domestici;
Articolo 20 -Cessazione della disciplina transitoria dei prezzi dell'energia elettrica;
Articolo 21 -Attuazione della cessazione della disciplina transitoria dei prezzi dell'energia
elettrica e del gas;
Articolo 22 -Concorrenza nella distribuzione dei carburanti per autotrazione.
DDL RIFORMA PA (AC. 3098 Governo)
La Commissione Affari costituzionali ha proseguito l’esame del disegno di legge recante deleghe al
Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche (AC. 3098 Governo,
approvato dal Senato) (collegato alla manovra di finanza pubblica).
La Commissione ha proseguito le votazioni degli emendamenti e ha in particolare approvato:
 alcune ulteriori modifiche all’articolo 6 -Revisione e semplificazione delle disposizioni in
materia di prevenzione della corruzione, pubblicità e trasparenza, volte a integrare i
principi e i criteri direttivi relativi alla delega sul riordino della disciplina riguardante gli
obblighi di pubblicità, trasparenza e diffusione di informazioni da parte delle pubbliche
amministrazioni;
 alcune modifiche all’articolo 8 -Riordino delle funzioni e del finanziamento delle camere di
commercio, industria, artigianato e agricoltura, volte in particolare: a prevedere la
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possibilità di mantenere la singola camera di commercio non accorpata sulla base di una
soglia dimensionale minima a 75.000 imprese e unità locali iscritte o annotate nel registro
delle imprese; a prevedere misure per assicurare alle Camere di commercio accorpate la
neutralità fiscale delle operazioni derivanti dai processi di accorpamento e dalla cessione e
dal conferimento di immobili e di partecipazioni, da realizzare attraverso l'eventuale
esenzione da tutte le imposte indirette, con esclusione dell'IVA; a introdurre una disciplina
transitoria che tenga conto degli accorpamenti già deliberati alla data di approvazione della
legge;
 diverse ulteriori modifiche all’articolo 9 -Dirigenza pubblica (nessuna di particolare
interesse);
 un articolo aggiuntivo dopo il 9 che reca disposizioni in materia di Avvocatura dello Stato;
 alcune modifiche all’articolo 10 -Semplificazione delle attività degli enti pubblici di ricerca
(nessuna di particolare interesse);
 diverse modifiche all’articolo 13 -Riordino della disciplina del lavoro alle dipendenze delle
amministrazioni pubbliche relative perlopiù ai requisiti dei candidati e alle procedure per
l’espletamento delle prove concorsuali;
 un articolo aggiuntivo dopo il 13 -Delega per la definizione di un nuovo Regolamento di
procedura dei giudizi innanzi la Corte dei conti;
 una ulteriore modifica all’articolo 15 -Riordino della disciplina dei servizi pubblici locali di
interesse economico generale, volta a prevedere la promozione di strumenti per supportare
gli enti proprietari nelle attività previste all'articolo 14 (Riordino della disciplina delle
partecipazioni societarie delle amministrazioni pubbliche), per favorire investimenti nel
settore dei servizi pubblici locali e per agevolare i processi di razionalizzazione, riduzione e
miglioramento delle aziende che operano nel settore.
Durante la seduta, il relatore, Ernesto Carbone (PD), ha presentato l’emendamento 2. 10011 in
materia di Conferenza di servizi. Il termine per la presentazione dei subemendamenti è stato
fissato alle ore 10:00 di martedì, 7 luglio.
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DDL DELEGAZIONE EUROPEA (AC. 3123)
Giovedì, 2 luglio, con 270 voti favorevoli, 113 contrari e 22 astenuti, l’Aula ha approvato
definitivamente il disegno di legge recante delega al Governo per il recepimento delle direttive
europee e l'attuazione di altri atti dell'Unione europea - Legge di delegazione europea 2014
(AC. 3123, approvato dal Senato).
Il provvedimento verrà ora inviato alla GU per la pubblicazione.
DDL DELEGA APPALTI E CONCESSIONI (AC. 3194 Governo)
La Commissione Ambiente ha iniziato l’esame, in sede referente, del disegno di legge recante
delega al Governo per l'attuazione delle direttive 2014/23/UE, 2014/24/UE e 2014/25/UE del
Parlamento europeo e del Consiglio, del 26 febbraio 2014, sull'aggiudicazione dei contratti di
concessione, sugli appalti pubblici e sulle procedure d'appalto degli enti erogatori nei settori
dell'acqua, dell'energia, dei trasporti e dei servizi postali, nonché per il riordino della disciplina
vigente in materia di contratti pubblici relativi a lavori, servizi e forniture (AC. 3194 Governo,
approvato dal Senato).
Il correlatore, Raffaella Mariani (PD), ha svolto l’intervento introduttivo segnalando che si tratta di
un provvedimento di assoluta rilevanza, volto a riformare in maniera complessiva e sostanziale il
settore degli appalti pubblici e delle concessioni, e che la delega coglie l'occasione del recepimento
delle direttive per procedere a un riordino più ampio e a una razionalizzazione delle disposizioni
legislative e regolamentari vigenti. Le direttive, infatti, uniscono ad un'esigenza di semplificazione
delle norme un approccio innovativo, che si traduce nella flessibilità di utilizzo delle procedure e in
una maggiore considerazione degli obiettivi ambientali e sociali nelle procedure di appalto.
Il presidente, Ermete Realacci (PD), ha rilevato come il provvedimento, sul quale al Senato si è
registrata un'ampia convergenza di consensi, potrebbe essere suscettibile di alcuni miglioramenti. In
risposta a Serena Pellegrino (SEL), che ha invitato a valutare l'opportunità di svolgere una serie di
audizioni, al fine di effettuare ulteriori necessari approfondimenti, Realacci ha fatto presente come,
fatta eccezione per le audizioni del Ministro per le infrastrutture e del presidente dell'ANAC,
sarebbe preferibile chiedere contributi scritti agli altri soggetti comunque interessati, anche in
considerazione dell'ampio e articolato ciclo di audizioni già svoltosi al Senato.
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SCHEMA D.LGS RICERCA IDROCARBURI IN MARE (Atto n. 169)
Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive nell’ambito dell’esame dello schema di
decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in
mare nel settore degli idrocarburi e che modifica la direttiva 2004/35/CE (Atto n. 169), hanno
audito i rappresentanti dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, della Società geologica
italiana e dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (le memorie sono
disponibili in allegato all’email).
***
La Commissione Bilancio ha iniziato l’esame in sede consultiva, per il parere alle Commissioni
riunite Ambiente e Attività produttive, dello schema di decreto legislativo recante attuazione della
direttiva 2013/30/UE sulla sicurezza delle operazioni in mare nel settore degli idrocarburi e che
modifica la direttiva 2004/35/CE (Atto n. 169).
Il relatore, Gianfranco Librandi (SCpI), ha illustrato il provvedimento per le parti di competenza,
sottolineando, in merito ai profili di quantificazione, che la relazione tecnica allegata ipotizza che il
pieno funzionamento del Comitato per la sicurezza delle operazioni in mare, di cui all'articolo
8, sia garantito: dalla possibilità di avvalersi delle risorse umane e delle strutture delle
amministrazioni che lo compongono (Ufficio nazionale minerario idrocarburi e georisorse,
Direzione generale protezione natura e mare del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio
e del mare, Direzione centrale per la prevenzione e per la sicurezza tecnica del Corpo nazionale dei
vigili del fuoco, Comando generale del Corpo delle Capitanerie di porto, Sottocapo di Stato
maggiore della Marina militare); dai contributi posti a carico degli operatori; dall'utilizzo delle
risorse finanziarie disponibili a legislazione vigente; dalla possibilità di avvalersi dell'EMSA
(Agenzia europea per la sicurezza marittima).
Librandi ha quindi preso atto che lo schema reca, all'articolo 35, una clausola esplicita di invarianza
finanziaria.
Ciò premesso, ha rilevato che la relazione tecnica non fornisce una quantificazione delle risorse
finanziarie complessivamente poste ogni anno a disposizione del Comitato né indica una stima
dell'effettivo fabbisogno annuo del Comitato per lo svolgimento dei compiti previsti dal testo in
esame. In proposito ha giudicato opportuno acquisire dati ed elementi di valutazione, al fine di
verificare la congruità delle risorse di cui potrà usufruire il Comitato, con particolare riferimento al
flusso dei contributi a carico degli operatori.
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Su tale ultimo aspetto ha osservato, inoltre, che in base all'articolo 34 le disposizioni da adottare
in conformità al presente decreto trovano applicazione soltanto a decorrere da luglio 2018 per
gli impianti già esistenti e da luglio 2016 per gli altri impianti. A suo giudizio andrebbe chiarito
se tale previsione possa ritardare o, comunque, incidere sulla dinamica temporale della
contribuzione a carico degli operatori destinata al funzionamento del Comitato.
Andrebbe altresì chiarito se siano stati valutati gli effetti di riduzione del gettito tributario connessi
alla deducibilità dei contributi posti a carico degli operatori ai fini del funzionamento del medesimo
Comitato.
Infine, riguardo all'articolo 30, che prevede – in caso di incidente grave – che la Capitaneria di porto
possa assistere l'operatore anche con la disponibilità di ulteriori risorse, ha giudicato opportuno
acquisire elementi volti a suffragare l'assenza di oneri, asserita dalla relazione tecnica, derivanti da
tale previsione.
Il Sottosegretario per l’economia e le finanze, Paola De Micheli, anche in considerazione della
mancanza del parere della Conferenza unificata, si è riservata di fornire in una prossima seduta i
chiarimenti richiesti.
PACCHETTO UNIONE DELL’ENERGIA (Atto n. 60 – 61 – 62)
Le Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive hanno proseguito l’esame congiunto, in sede
consultiva, delle comunicazioni della Commissione Europea recante Pacchetto «Unione
dell'energia» (Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato
economico e sociale europeo, al Comitato delle Regioni e alla Banca europea per gli
investimenti "Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica
lungimirante in materia di cambiamenti climatici" (COM (2015) 80 definitivo) (Atto n. 60),
comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio "Il protocollo di Parigi Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020" (COM (2015) 81
definitivo) (Atto n. 61), e comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio
"Raggiungere l'obiettivo del 10% di interconnessione elettrica. Una rete elettrica pronta per il
2020" (COM (2015) 82 definitivo) (Atto n. 62).
Il Presidente, Ettore Guglielmo Epifani (PD), ha annunciato che i relatori, Stella Bianchi (PD) per la
Commissione Ambiente e Marietta Tidei (PD) per la Commissione Attività produttive, hanno
predisposto una proposta di documento finale (riportata di seguito). Il Sottosegretario per
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l’ambiente, Silvia Velo, si è riservata di approfondire, congiuntamente a un rappresentante del
Ministero dello sviluppo economico, i contenuti della proposta di documento finale presentato
PROPOSTA DI DOCUMENTO FINALE
Le Commissioni riunite VIII (Ambiente) e X (Attività produttive),
esaminate, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento:
la comunicazione «Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una
politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici» (COM(2015)80);
la comunicazione «Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020»
(COM(2015)81);
la comunicazione «Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete
elettrica europea pronta per il 2020» (COM(2015)82);
preso atto degli utili elementi di conoscenza e valutazione acquisiti nel corso delle audizioni svolte;
considerato che:
l'energia rappresenta un fattore decisivo per le prospettive di ripresa e lo sviluppo economico e una
componente sempre più incisiva nelle attività produttive e nella organizzazione della vita civile;
l'Europa non dispone di fonti proprie in grado di garantirle la piena autosufficienza, atteso che
l'impiego del carbone e della lignite, ampiamente utilizzati da alcuni partner, non risultano coerenti
con l'obiettivo della riduzione delle emissioni di gas serra per il contrasto ai cambiamenti climatici;
l'elevata dipendenza dell'Europa si traduce in una considerevole incidenza delle spese per l'acquisto
di fonti energetiche nella sua bilancia commerciale;
la dipendenza dall'estero espone, inoltre, l'Europa ad una condizione di vulnerabilità per la
inaffidabilità di alcuni paesi fornitori;
la riduzione della dipendenza dall'estero e la realizzazione di significativi progressi sul versante
dell'efficienza e del risparmio energetico costituiscono, quindi, obiettivi prioritari per il
rafforzamento
della
capacità
competitiva
dell'Europa
negli
scenari
globali;
per le stesse finalità è indispensabile realizzare una piena integrazione delle reti energetiche nel
nostro continente, posto che le interconnessioni potranno evitare discontinuità nella disponibilità di
energia, soprattutto nei paesi più periferici e che attualmente registrano una maggiore dipendenza da
singoli fornitori, e concorrere ad una riduzione dei prezzi attraverso una distribuzione ottimale
dell'energia; l'obiettivo di assicurare all'Europa approvvigionamenti energetici a prezzi competitivi,
sia nel settore del gas che nel settore elettrico, diversificando fonti, fornitori e rotte di
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approvvigionamento deve quindi costituire uno degli assi portanti della strategia europea in
materia;
l'Europa può legittimamente rivendicare un ruolo di guida, a livello internazionale, nella lotta ai
cambiamenti climatici per la riduzione di emissioni di gas serra anche alla luce del Pacchetto clima
energia al 2030 adottato dal Consiglio dell'unione europea il 14 ottobre 2014 nel semestre di
presidenza italiano;
l'Europa ha raggiunto traguardi di grande rilievo nella promozione dell'energia pulita, efficienza
energetica e energia da fonti rinnovabili, tanto che si registrano già i primi risultati di
disaccoppiamento tra aumento del PIL e andamento delle emissioni di gas serra; tra il 1990 e il
2013 si è avuta infatti una crescita del PIL nella Ue28 pari a +45 per cento e una riduzione dei gas
serra con –19 per cento;
i risultati conseguiti nel contrasto ai cambiamenti climatici non appaiono tuttavia ancora
pienamente soddisfacenti per garantire che il riscaldamento globale sia contenuto entro la soglia di
aumento della temperatura media globale non superiore ai due gradi rispetto ai livelli precedenti alla
rivoluzione industriale, indicata dagli scienziati dell'IPCC (Intergovernmental Panel on Climate
Change) che risponde alle Nazioni unite come soglia da non valicare per evitare effetti catastrofici e
ribadita da ultimo nel comunicato conclusivo del G7 a Elmau in Germania del 7 e 8 giugno scorso;
l'Europa deve essere tra i promotori del raggiungimento nel vertice Onu di Parigi di dicembre 2015
di un accordo globale vincolante di riduzione delle emissioni che consenta di non oltrepassare la
soglia critica di un aumento di due gradi della temperatura media globale rispetto ai livelli
precedenti alla rivoluzione industriale;
nel rispetto degli obiettivi già fissati al 2050, con una riduzione delle emissioni di gas serra di una
quota tra il 40 per cento e il 70 per cento rispetto ai livelli del 2010, e di una totale
decarbonizzazione a fine secolo, l'Europa deve farsi promotrice di una profonda riconversione in
chiave ecologica dell'economia per arrivare ad una economia a bassissime emissioni di carbonio e
attuare
così
politiche
efficaci
di
contrasto
ai
cambiamenti
climatici;
le politiche per il clima sono infatti per loro natura trasversali e riguardano tutti i settori, dalla
produzione industriale all'agricoltura, dai trasporti all'edilizia, dall'organizzazione delle città alla
ricerca e innovazione fino alla politica estera e di cooperazione allo sviluppo; è quindi
indispensabile che l'Europa prosegua nella definizione di una strategia organica e coerente in
materia per massimizzare l'efficacia delle risorse impegnate e conseguire i massimi risultati
possibili;
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apprezzata l'iniziativa assunta dalla Commissione per la realizzazione di un'Unione dell'energia che,
dopo l'Unione monetaria, rappresenta il primo e più significativo progresso sul terreno
dell'integrazione negli ultimi anni, tanto più rilevante in quanto investe l'economia reale;
tale iniziativa, che aggiorna gli obiettivi dell'UE in materia di riduzione delle emissioni, rendendoli
più ambiziosi, va inserita nello scenario più ampio costituito dal dibattito in atto ai fini della
progressiva decarbonizzazione dell'economia, su cui è recentemente intervenuto il G7, anche in
vista
della
riunione
del
prossimo
novembre
del
COP21
di
Parigi;
in tale scenario affinché l'Europa possa esercitare efficacemente la leadership nei negoziati
internazionali, in modo che anche gli altri Paesi e, in particolare, quelli che sono attualmente
responsabili delle più consistenti emissioni, a partire dalla Cina e dagli Stati Uniti, siano chiamati ad
un impegno serio e concreto per la lotta ai cambiamenti climatici, è indispensabile sostenere con
forza
la
necessità
di
pervenire
ad
una
disciplina
vincolante
e
condivisa;
preso atto del parere approvato dalla XIV Commissione il 30 giugno 2015,
esprimono una valutazione favorevole sulle comunicazioni in esame;
con le seguenti osservazioni:
a) il Governo italiano intervenga tempestivamente e puntualmente nelle sedi negoziali sulle
comunicazioni europee oggetto del documento e sulle decisioni ulteriori che ad esso faranno
seguito, in modo che siano recepiti gli obiettivi e le priorità nazionali in vista della sicurezza
energetica e del contrasto ai cambiamenti climatici;
b) il Governo italiano si attivi affinché l'Unione europea promuova il raggiungimento nel vertice
Onu di Parigi (30 novembre – 11 dicembre 2015) di un accordo globale vincolante che garantisca il
rispetto dell'obiettivo di contenere l'aumento della temperatura media globale entro la soglia di due
gradi rispetto ai livelli precedenti la rivoluzione industriale in vigore dal 2020, come stabilito anche
nelle conclusioni del G7 che si è concluso a Elmau, in Germania l'8 giugno 2014;
c) il Governo italiano si attivi affinché l'Unione europea promuova in sede di negoziato ONU la
definizione e l'avvio di un sistema di revisione dinamica degli impegni assunti di riduzione delle
emissioni di gas serra e di monitoraggio degli stessi per assicurare il rispetto effettivo dell'obiettivo
di non superare la soglia di aumento dei due gradi così come la definizione e implementazione di
misure di riduzione delle emissioni di gas serra nel periodo tra il 2015 e il 2020, data di entrata in
vigore dell'accordo da sottoscrivere alla fine dell'anno a Parigi;
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d) con riguardo al tema delle interconnessioni, il Governo si attivi per un impegno concreto
dell'Unione europea per consentire la realizzazione, nel più breve tempo possibile, della piena
interconnessione delle reti a livello continentale, individuando e stanziando le risorse necessarie allo
scopo, a integrazione di quelle già disponibili – tra le quali, in particolare, quelle del Meccanismo
per collegare l'Europa – che appaiono largamente insufficienti;
e) si percorra con decisione la via della piena interconnessione, il potenziamento e
l'ammodernamento delle reti elettriche e del gas, anche per ridurre le dispersioni, sulla base di un
disegno strategico coerente che non sia rimesso alle iniziative di singoli paesi o operatori, ma che
risponda a una logica sistemica che assuma le esigenze comuni;
f) si valuti con attenzione l'opportunità di rapportare l'obbligo del 10 per cento di interconnessione
minima non tanto alla capacità installata ma all'energia complessivamente utilizzata in un Paese in
un dato periodo o alla punta di capacità effettivamente utilizzata nell'anno;
g) si consideri che una completa interconnessione potrà risultare decisiva anche ai fini di nuove
modalità di approvvigionamento quali, ad esempio, la realizzazione di un hub del gas nell'Europa
meridionale per il quale l'Italia può legittimamente candidarsi e si valuti, in prospettiva,
l'affrancamento dalle fonti fossili in coerenza con gli obiettivi al 2050 e con la decarbonizzazione a
fine secolo;
h) si rafforzi il coordinamento tra le autorità di regolazione con l'obiettivo finale di un regolatore
unico in concomitanza con il mercato unico;
i) si operi affinché si arrivi a convergenza in materia di accesso alle reti, di funzionamento dei
mercati e all'armonica attuazione delle liberalizzazione di settore;
j) si provveda senza indugio e con tutte le misure necessarie a superare le barriere tecniche e
regolatorie che ancora impediscono la piena realizzazione di un mercato integrato;
k) si promuova l'ampliamento della generazione distribuita, come indicato nella comunicazione
sull'Unione energetica, favorendo quindi una maggiore capacità da fonti di energia rinnovabile con
gli opportuni e necessari interventi di semplificazione amministrativa e con una disciplina
dell'autoconsumo e degli oneri di sistema che tenga insieme le esigenze di garantire la piena ed
equa funzionalità della rete di trasmissione senza penalizzare in modo improprio la generazione
distribuita;
l) si promuova in sede europea un disegno di riordino complessivo dei meccanismi di
incentivazione alle fonti rinnovabili di energia per favorirne lo sviluppo su scala continentale con un
sistema di regole stabile e omogeneo tra i diversi paesi;
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m) si promuova la ricerca e l'innovazione nell'ambito della produzione e distribuzione di energia da
fonti rinnovabili per sostenere lo sviluppo dell'industria del settore, anche nel nostro paese, e
promuovere i sistemi di accumulo e stoccaggio dell'energia prodotta da fonti rinnovabili per
migliorarne così la stabilità nell'immissione in rete;
n) si definiscano, all'interno della strategia complessiva dell'Unione dell'energia, obiettivi coerenti
nei diversi settori interessati, a partire dai trasporti, favorendo in particolare la ricerca e l'utilizzo di
biocombustibili di seconda e terza generazione, promuovendo la mobilità sostenibile e il trasporto
pubblico,
l'uso
dell'auto
ibrida
ed
elettrica
e
i
sistemi
di
car-sharing;
o) si sostengano, anche mediante lo stanziamento di risorse finanziarie, gli investimenti per la
realizzazione di reti elettriche intelligenti (smart grids) e dei sistemi di gestione intelligente
attraverso l'utilizzo della tecnologia digitale, relativamente alle quali il nostro Paese può offrire
la best practice costituita dall'esperienza dei contatori intelligenti;
p) si provveda a promuovere una revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS)
per correggerne i limiti e i difetti che ne hanno pregiudicato la capacità di svolgere la funzione di
strumento rilevante dell'Unione europea per ridurre le emissioni di gas serra, con particolare
riguardo ai cosiddetti settori energivori. Tale riforma dovrà perseguire l'obiettivo di rendere il
sistema efficace nell'attribuire un costo alle emissioni di gas serra prodotte, anche allargando
l'ambito delle imprese coinvolte;
q) si valuti l'opportunità di una definizione in sede europea di sistemi di tassazione che attribuiscano
un costo al carbonio – carbon tax – e di un sistema di regole chiaro, coerente, uniforme e stabile nel
tempo che dia il giusto segnale alle imprese per indirizzare le proprie scelte di investimento verso
tecnologie e attività a bassissimo impatto di carbonio;
r) si traduca concretamente l'obiettivo prospettato della partecipazione della Commissione europea
nei rapporti con i Paesi fornitori, anche promuovendo il coinvolgimento dell'Alto Rappresentante
per gli affari esteri e la politica di sicurezza, in modo da rafforzare la capacità negoziale dell'Europa
nel suo complesso;
s) nel quadro della cooperazione internazionale, si promuovano partenariati con i paesi del Nord
Africa, finalizzati non soltanto a garantire all'UE l'accesso alle fonti energetiche ma anche a favorire
lo sviluppo di tali paesi, in particolare incoraggiando le loro potenzialità in termini di produzione di
energia da fonti rinnovabili, solare innanzitutto;
t) il Governo valuti l'opportunità di avviare un riesame della strategia energetica nazionale per
renderla coerente con gli obiettivi dell'Unione energetica e della politica per il clima e, in
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particolare, con il raggiungimento dell'obiettivo di contenere in non più di due gradi l'aumento della
temperatura media globale rispetto al periodo precedente alla rivoluzione industriale;
u) si avvii una ricognizione dei sussidi alle fonti fossili ancora presenti nel nostro Paese e si proceda
alla loro eliminazione così come previsto dalle comunicazioni oggetto del documento;
v) si prosegua con forza nell'azione di promozione dell'efficienza energetica quale vera e propria
fonte di energia, sostenendo con le opportune misure anche di natura finanziaria la stabilità di
strumenti quali il credito di imposta per chi realizza interventi di riqualificazione ambientale ed
energetica così come la definizione e attuazione di un piano di messa in sicurezza ed
efficientamento energetico degli edifici pubblici e, infine, definendo e attuando gli strumenti
finanziari opportuni per avviare interventi di riqualificazione ed efficientamento energetico su
ampia scala, anche per migliorare la qualità edilizia nelle città e, in particolare, nelle aree
periferiche;
w) si sostenga con gli opportuni strumenti l'azione dei sindaci e delle amministrazioni locali
impegnati nel rendere le città e i territori amministrati esempi di eccellenza nella trasformazione
in smart cities and areas, città e territori intelligenti nella prestazione dei servizi ai cittadini e
nell'uso delle risorse naturali e dell'energia, e comunità resilienti in grado di sopportare al meglio
l'impatto dei cambiamenti climatici in atto anche con interventi costanti e programmati nel tempo di
messa in sicurezza del territorio;
x) il Governo provveda all'adozione della strategia nazionale di adattamento ai cambiamenti
climatici, già approvata dalla Conferenza unificata, con decreto del competente Ministro
dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, in vista della definizione e attuazione di un
piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici;
y) si promuova la definizione di criteri e modalità con i quali gli appalti pubblici possano diventare
un catalizzatore di innovazione industriale e uno stimolo alla ricerca e alla crescita ecologica;
z) si promuova un rafforzamento della ricerca pubblica e un maggiore coordinamento a livello
europeo per indirizzarla con più efficacia verso la non più rinviabile riconversione ecologica
dell'economia che deve diventare a bassissime emissioni di carbonio in coerenza con gli obiettivi di
politica per il clima adottati;
aa) si definiscano e si dia avvio a politiche industriali per promuovere tecnologie e attività
economiche a bassissime emissioni di carbonio in coerenza con gli obiettivi di politica per il clima
adottati e si dia impulso all'economia circolare, efficiente nell'uso di risorse naturali.
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La Commissione Politiche dell’UE ha concluso l’esame congiunto, in sede consultiva, delle
comunicazioni della Commissione Europea recante Pacchetto «Unione dell'energia», approvando la
proposta di parere favorevole predisposta dal relatore, Marina Berlinghieri (PD), con le seguenti
condizioni:
con riguardo alla sicurezza energetica:
1) sia assicurata, in coerenza con le indicazioni della Commissione, la diversificazione delle
forniture di gas, mediante l'accelerazione dei lavori relativi al corridoio meridionale per
l'importazione del gas dai paesi dell'Asia centrale e la creazione di hub di gas liquefatto con più
fornitori, in particolare nell'area mediterranea;
2) si proceda alla istituzione o al rafforzamento dei partenariati strategici dell'UE con paesi o
regioni produttori e di transito di energia. In particolare, i partenariati con i paesi del Nord Africa
potrebbero assicurare non soltanto l'accesso dell'UE alle fonti energetiche ma anche lo sviluppo di
tali paesi, in particolare sfruttando le loro potenzialità in termini di produzione di energia solare e di
energie rinnovabili;
3) sia prevista la partecipazione della Commissione europea alla negoziazione degli accordi relativi
all'acquisto di energia da paesi terzi, in modo da garantire una migliore valutazione ex ante della
loro compatibilità con le norme relative al mercato interno e con i criteri di sicurezza
dell'approvvigionamento;
4) sia rafforzata la collaborazione tra gli Stati membri, attraverso la condivisione delle scorte e la
gestione comune delle crisi;
con riferimento alla piena integrazione del mercato europeo dell'energia:
5) sia ribadito l'obiettivo di interconnessione minima per l'energia elettrica, da raggiungere entro il
2020, fissato al 10 per cento della capacità di produzione elettrica installata degli Stati membri;
6) siano promossi ulteriori investimenti nella generazione, nelle reti e nell'efficienza energetica,
nella misura di almeno 200 miliardi di euro l'anno per il prossimo decennio, avvalendosi degli
strumenti finanziari europei esistenti, quali il Meccanismo per collegare l'Europa, i finanziamenti a
titolo dei fondi strutturali e d'investimento europei nonché del Fondo europeo per gli investimenti
strategici e della BEI;
7) sia assicurata una maggiore trasparenza nella composizione dei costi e dei prezzi dell'energia,
predisponendo un monitoraggio e una rendicontazione periodici e dettagliati, anche per quanto
riguarda gli impatti dei costi e dei prezzi dell'energia sulla competitività;
con riferimento all'efficienza energetica:
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8) siano promossi investimenti adeguati per sviluppare il teleriscaldamento e il teleraffreddamento,
facendo un più ampio ricorso agli strumenti finanziari esistenti e a nuovi modelli di finanziamento
basati sul principio dell'aggregazione di più progetti in programmi più vasti, capaci di ridurre i costi
delle transazioni e di attirare il settore privato su vasta scala;
9) si stabilisca un inasprimento delle norme sulle emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni
dopo il 2020, e l'introduzione di misure volte a migliorare l'efficienza energetica e ridurre le
emissioni di CO2 dei veicoli pesanti e degli autobus nonché a promuovere una migliore gestione del
traffico;
10) si disponga l'utilizzo di sistemi di tariffazione stradale sulla base dei principi «chi usa paga» e
«chi inquina paga» e si proceda alla eliminazione degli ostacoli alle modalità di trasporto che
producono meno emissioni di gas a effetto serra, quali il trasporto ferroviario, marittimo e le vie
navigabili interne;
11) sia promossa una maggiore diffusione dei carburanti alternativi e dalla elettrificazione, per
promuovere la quale occorre una rapida realizzazione delle infrastrutture necessarie, quali le
stazioni di rifornimento e ricarica;
con riguardo alla decarbonizzazione dell'economia e, in particolare, alla promozione delle
energie rinnovabili e alla ricerca e innovazione e competitività in materia energetica:
12) siano introdotti, al fine di promuovere le energie rinnovabili, dispositivi basati sul mercato, che
garantiscano l'efficacia in termini di costi, evitando sovracompensazioni e distorsioni e assicurando
nel contempo la cooperazione e la convergenza dei regimi di sostegno nazionali, anche a favore di
una maggiore apertura transfrontaliera;
13) sia definita una nuova strategia basata su una stretta collaborazione fra la ricerca, l'industria, il
settore finanziario e le autorità pubbliche nel campo delle tecnologie rinnovabili e delle soluzioni di
stoccaggio;
14) sia assicurato a questo scopo l'utilizzo prioritario dei finanziamenti del programma Orizzonte
2020 per lo sviluppo della prossima generazione di tecnologie delle energie rinnovabili nonché di
sistemi energetici efficienti, di sistemi di trasporto più sostenibili, della cattura e lo stoccaggio del
carbonio (CCS) e della cattura e del consumo del carbonio (CCU);
15) sia promosso l'utilizzo effettivo degli strumenti della politica commerciale dell'UE al fine di
migliorare l'accesso ai mercati esteri per le tecnologie e i servizi connessi all'Unione dell'energia
nonché per proteggere il mercato dell'UE dalle pratiche commerciali sleali e sostenere altri paesi
nell'istituzione di sistemi energetici moderni e sostenibili;
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16) l'Unione promuova l'istituzione di nuovi percorsi di formazione professionale o la modifica di
quello esistenti per corrispondere alle nuove esigenze delle imprese e fornire alle persone solide
competenze in materia;
ai fini della preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che
si svolgerà a Parigi nel dicembre 2015:
17) l'Unione si adoperi affinché la Conferenza raggiunga un accordo, in forma di un protocollo alla
Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che stabilisca per le Parti
contraenti obblighi tali da ridurre le emissioni mondiali di almeno il 60 per cento entro il 2050
rispetto ai livelli del 2010, stabilendo, tale scopo, il coinvolgimento dei settori dell'aviazione civile e
dei trasporti marittimi. L'accordo dovrebbe entrare in vigore una volta ratificato dai paesi che
rappresentano l'80 per cento delle emissioni globali;
e con le seguenti osservazioni:
a) si valuti se procedere ad una revisione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS) per
correggerne limiti e i difetti che ne hanno pregiudicato parzialmente la capacità di svolgere la
funzione di strumento prioritario dell'Unione europea per ridurre le emissioni, con particolare
riguardo ai cosiddetti settori energivori;
b) si consideri se precisare che l'obiettivo di aumentare l'energia prodotta all'interno dell'Unione va
perseguito primariamente con riferimento alle fonti rinnovabili;
c) si valuti la graduale soppressione delle tariffe regolamentate che, limitando lo sviluppo di una
concorrenza effettiva e scoraggiando l'emersione di operatori di mercato nuovi, finiscono per
nuocere alle classi più deboli di consumatori per i quali erano state introdotte. Al posto dei prezzi
regolamentati, gli Stati membri potrebbero introdurre un meccanismo di tutela dei consumatori
vulnerabili per mantenere bassi i costi complessivi e limitare le distorsioni derivanti dai prezzi
regolamentati;
d) si valuti l'opportunità di invitare la Commissione europea a presentare una tabella di marcia che
indichi in modo puntuale i termini, le risorse e gli strumenti necessari per l'attuazione di ciascuna
delle misure e degli obiettivi del pacchetto in esame.
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