La sezione aurea - Istituto Comprensivo di S.Pietro in Cariano (VR)
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La sezione aurea - Istituto Comprensivo di S.Pietro in Cariano (VR)
LABORATORIO DI MATEMATICA E INFORMATICA CLASSE 3°D ANNO SCOLASTICO 2006-2007 Introduzione Durante l’anno scolastico 2006 – 2007 la nostra classe, nell’ambito dell’organizzazione con 33 ore settimanali, ha lavorato per tutto l'anno (un’ora alla settimana) al progetto del laboratorio di matematica-informatica proposto e organizzato dalla prof. ssa Emmanuela Chignola. Il nostro lavoro ha affrontato il tema della Sezione Aurea: ecco come viene presentato da Johannes Kepler (1571 - 1630): " La geometria ha due grandi tesori: uno è il Teorema di Pitagora, l'altro è la Sezione Aurea di un segmento. Il primo lo possiamo paragonare ad un oggetto d'oro, il secondo lo possiamo definire un prezioso gioiello". La Sezione Aurea (i nomi storici sono anche "Divina Proportione" o "Numero Aureo") è un numero che si indica con la lettera greca φ (fi): il suo valore (φ = 1,6180339887) è noto fin dall'antichità e ha influenzato da sempre il lavoro di architetti, pittori e scultori. Non solo: la Sezione Aurea è alla base, in natura, della disposizione delle foglie sui rami, dei semi nei girasoli, delle brattee legnose nelle pigne, fino alla curva di accrescimento delle ammoniti. Iniziamo il nostro percorso dalle biografie di due importanti matematici: Pitagora e Fibonacci. Pitagora Pitagora nacque all’incirca nel 575 a.c. nell'isola di Samo (nell'Egeo orientale, poco lontano dalle coste della Turchia). A proposito della sua formazione, la maggior parte degli autori afferma che egli avrebbe appreso le scienze chiamate matematiche dagli Egizi, dai Caldei e dai Fenici: gli Egizi, infatti, da tempi immemorabili, si erano occupati di geometria, i Fenici dei numeri e della scienza dei calcoli, i Caldei dello studio del cielo. Intorno al 530 a.c. si stabilì in Magna Grecia a Crotone (sulla costa ionica della Calabria) dove fondò la famosa scuola che prende il suo nome: si trattava in realtà di una vera e propria setta regolata da precetti rigidissimi. Gli ambiti del suo pensiero hanno investigato tutto il sapere dell’epoca, che può essere suddiviso nelle seguenti discipline: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ Musica Aritmetica Filosofia Geometria Astronomia MUSICA Un aneddoto racconta che Pitagora stava passeggiando per Crotone quando, udendo i suoni che venivano dalla bottega di un fabbro,si accorse che alcuni erano consonanti e altri erano invece dissonanti. Confrontando i pesi dei martelli che battevano sull’incudine scoprì che i suoni consonanti erano prodotti da martelli i cui pesi erano in relazione numerica fra loro. Peso martello 1 Peso martello 2 500 500 800 1000 750 600 Rapporto pesi 1:2 2:3 4:3 Suono martello Suono martello 1 2 sol sol do sol do fa Rapporto fra le note ottava quinta quarta Attraverso la musica Pitagora scopre il numero 5 che rappresenta l’intervallo fra note piacevoli da ascoltare insieme. Compie molti studi sulla lunghezza necessaria di corde e sul loro diametro affinché producano determinati suoni e scopre che queste relazioni sono esprimibili attraverso rapporti e quindi numeri frazionari. ARITMETICA Il numero, secondo Pitagora, è lo strumento che permette di leggere la realtà. Il numero cardine della conoscenza è il cinque (il pentagramma è il simbolo della scuola pitagorica). Introduce la distinzione fra numeri pari e numeri dispari e il concetto di numero quadrato. FILOSOFIA Pitagora ha introdotto il concetti di metempsicosi: il corpo è una gabbia per l’anima dalla quale l’anima stessa deve liberarsi. Compiuto questo processo l’anima potrà trasmigrare in un altro corpo (reincarnazione). GEOMETRIA In questo ambito Pitagora è famoso per il noto teorema che prende il suo nome: la somma delle aree dei quadrati costruiti sui cateti è equivalente all’area del quadrato costruito sull’ipotenusa. ASTRONOMIA Oltre ovviamente alla Terra e all’insieme delle “stelle fisse”, al tempo di Pitagora erano conosciuti i seguenti corpi celesti: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ LUNA MERCURIO VENERE SOLE MARTE GIOVE SATURNO Abbiamo scritto questi corpi celesti nell’ordine in cui appaiono a un osservatore posto sulla Terra: poiché questi corpi sono sette, come le note musicali, Pitagora applicò la sua teoria del numero cinque a questa successione. Contando per cinque partendo dalla Luna si ottiene il seguente ordine: ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ ¾ LUNA MARTE MERCURIO GIOVE VENERE SATURNO SOLE (lunedì) (martedì) (mercoledì) (giovedì) (venerdì) (sabato) … che è quello ancora oggi noi usiamo per la successione dei giorni della settimana! LEONARDO PISANO (DETTO FIBONACCI) Leonardo Pisano nacque a Pisa nel 1170circa. Ancora fanciullo seguì il padre Guglielmo dei Bonacci che in Algeria curava gli interessi dei mercanti pisani. Qui ebbe contatti con il mondo dei mercanti e imparò tecniche matematiche allora sconosciute in Occidente. Si deve a Fibonacci (filius Bonacci) l'introduzione in Europa delle cifre arabe e del sistema di numerazione posizionale, permesso dal numero zero, mai utilizzato fino ad allora. Fibonacci è conosciuto anche per la sua famosa serie. La serie di Fibonacci si ottiene a partire dai numeri 0 e 1: ogni numero successivo si ricava dalla somma dei due numeri precedenti. 0 1 1 2 3 5 8 13 21 34 55 89 = = = = = = = = = = 1 + 0 1 + 1 1 + 2 2 + 3 3 + 5 5 + 8 8 + 13 13 + 21 21 + 34 34 + 55 Una particolarità presentata dalla serie si trova nel rapporto fra due numeri successivi: il valore del rapporto si avvicina al valore 1,618 che è la sezione aurea ( SECTIO AUREA ). La Serie di Fibonacci può essere considerata anche sotto l’aspetto geometrico, individuando in ogni numero della serie la misura del lato di un quadrato: Se si congiungono i due vertici opposti di ogni quadrato tramite un arco di cerchio potremo ottenere una spirale logaritmica: Piccolo approfondimento sul logaritmo La potenza è un’operazione composta da due numeri: la base e l’esponente. Questa operazione non gode della proprietà commutativa e questo determina la presenza di due operazioni inverse: la radice e il logaritmo. operazione diretta: 102 = 100 operazioni inverse: radice 2 100 = 10 logaritmo log10100 = 2 La spirale logaritmica in natura Molto numerosi sono gli esempi, sia in animali che in piante, in cui troviamo degli accrescimenti che rispettano esattamente la spirale logaritmica o, in altri termini, che rispettano esattamente la Serie di Fibonacci: qui sotto abbiamo riportalo la conchiglia di un nautilus, una pianta grassa, un cavolfiore romano, una pigna e un girasole. La Sezione Aurea E’ il punto di arrivo del nostro lavoro; questo numero così famoso fin dall’antichità nasce proprio dalla Serie di Fibonacci, e precisamente calcolando il rapporto fra due numeri successivi della serie: 55 : 34 = 89 : 55 = 144 : 89 = 233 : 144 = 1,618 Come abbiamo visto troviamo la SEZIONE AUREA in molti ambiti del mondo naturale. Proprio perché anche nel passato gli uomini avevano riconosciuto il valore di questo rapporto, la Sezione Aurea è stata presa a riferimento sia in architettura (dai templi greci all’architettura romanica fino a quella contemporanea) sia nella pittura (ad esempio la Gioconda di Leonardo da Vinci), sia nella scultura; qui si potrebbe aprire un altro approfondimento, che per noi non è possibile sviluppare per motivi di tempo. Per concludere riportiamo un brano tratto dal libro “Il codice Da Vinci” di Dan Brown che ben sintetizza tutto il nostro argomento: ... All'improvviso gli parve di essere ritornato ad Harvard, davanti ai suoi studenti del corso “il simbolismo nell'arte” e di scrivere alla lavagna il suo numero preferito 1,618. Langdon si era voltato verso la sua aula piena di studenti ansiosi. “Chi mi sa dire che numero è?”. Un diplomato in matematica, nelle ultime file, aveva alzato la mano. “Il numero phi “. Lo pronunciava “fi”. “Bene, Stettner” aveva commentato Langdon. “Signori, vi presento phi .Da non confondere con il pi greco” aveva commentato Stettner, sorridendo “come diciamo noi matematici, il phi è di un'acca più interessante del pi”. Langdon aveva riso, ma nessun altro aveva capito la battuta. Stettner era tornato a sedere deluso. “Questo numero phi” aveva continuato Langdon, “uno virgola seicentodiciotto, è un numero molto importante per l'arte. Chi mi sa dire il perché?” Stettner aveva cercato di riabilitarsi. “Perchè è bello?”. Tutti avevano riso. “A dire il vero” aveva commentato Langdon ”Stettner ha di nuovo ragione. In genere phi è considerato il più bel numero dell'universo”. Le risate erano cessate e subito Stettner aveva sorriso. Mentre caricava il proiettore delle diapositive, Langdon aveva spiegato che il numero “phi” proviene dalla sequenza di Fibonacci, una progressione famosa non solo perché la somma di due termini adiacenti era uguale al termine successivo, ma perché il quoziente di due numeri adiacenti tendeva sorprendentemente al valore 1, 618, phi! Nonostante la bizzarra origine matematica del phi, aveva spiegato Langdon, il suo più sorprendente aspetto era il suo ruolo di mattone fondamentale della natura. Piante, animali e persino uomini avevano misure che rispettavano esattamente il rapporto tra phi e uno. ”L'onnipresenza del phi in natura” aveva detto Langdon mentre spegneva la luce ”va chiaramente al di là delle coincidenze e perciò gli antichi pensavano che fosse stato stabilito dal Creatore dell'universo. I primi scienziati la chiamarono “ proporzione divina” . ” Un momento,” aveva detto una giovane donna seduta in prima fila. “Io sono diplomata in biologia e non ho mai visto questa divina proporzione in natura.” “No?” Langdon aveva sorriso. “Non ha mai studiato il rapporto tra femmine e maschi in un alveare?” ”Certo, le femmine sono sempre in numero superiore ai maschi”. “Esatto. E sa che in qualsiasi alveare se si prende il numero delle femmine e lo si divide per quello dei maschi si ottiene sempre lo stesso numero?” “Davvero?” “Si, Il numero del phi”. La ragazza era rimasta a bocca aperta. “Non è possibile!” - “Certo che lo è!” aveva ribattuto Langdon, sorridendo, e aveva proiettato la diapositiva di una conchiglia. “Riconosce questa?” “E' un nautilus” aveva detto la diplomata in biologia “un mollusco cefalopode che pompa gas nelle camere della sua conchiglia per regolare la spinta di galleggiamento.” - “ Esatto: e mi sa dire il rapporto tra il diametro di una spira e quello della successiva?” La ragazza aveva guardato con aria incerta le curve concentriche della spirale del nautilus. Langdon aveva annuito. “Phi, la proporzione divina, uno virgola seicentodiciotto a uno.” La ragazza l'aveva guardato con aria stupita. Langdon era passato alla successiva diapositiva, l'ingrandimento dei semi di un girasole. “I semi di girasole crescono secondo spirali opposte. Chi sa dire il rapporto tra una rotazione e la successiva?” “Il numero phi?” avevano chiesto tutti. “Tombola!” Langdon aveva continuato a proiettare altre diapositive, ma assai più in fretta: una pigna e la sua suddivisione secondo due serie di spirali, la disposizione delle foglie sui rami, i segmenti di alcuni insetti. Tutti rispettavano in modo stupefacente la proporzione divina. “Incredibile” aveva esclamato qualcuno. “D'accordo,” aveva commentato qualcun altro “ma cosa c'entra con l'arte?” “Ah!” aveva esclamato Langdon, “sono lieto che l'abbia chiesto”. Proiettò un'altra diapositiva: una pergamena ingiallita in cui si scorgeva il famoso nudo maschile di Leonardo da Vinci, l'uomo vitruviano, così chiamato dal nome di Marco Vitruvio, il grande architetto romano che aveva tessuto le lodi della proporzione divina nel suo libro De Architectura. “Nessuno capiva meglio di Leonardo da Vinci la divina struttura del corpo umano. Leonardo disseppelliva i corpi per misurare le proporzioni esatte della struttura ossea umana. Fu il primo a mostrare che il corpo umano è letteralmente costituito di elementi che stanno tra di loro in rapporto di phi”. Tutti l'avevano guardato con aria dubbiosa. “Non mi credete?” li aveva sfidati Langdon , “la prossima volta che fate la doccia, portatevi un metro”. Un paio di giocatori di football avevano riso di lui. “Non soltanto voi scimmioni insicuri” aveva continuato Langdon. “Tutti, maschi e femmine. Fate la prova. Misurate la vostra altezza poi dividetela per la distanza da terra del vostro ombelico. Indovinate che numero si ottiene.” “Non phi!” aveva detto uno degli “scimmioni”. “Proprio phi, invece” aveva risposto Langdon. “Uno virgola seicentodiciotto. Volete un altro esempio? Misurate la distanza dalla spalla alla punta delle dita e dividetela per la distanza dal gomito alla punta delle dita. Di nuovo phi. Altro esempio? Dal fianco al pavimento diviso per la distanza dal ginocchio al pavimento. Di nuovo phi. Le articolazioni delle dita, le sezioni della colonna vertebrale, ancora phi. Amici miei ciascuno di voi è il tributo ambulante alla proporzione divina.”(...) Gli alunni della III B a. s. 2006-‘07