4. Eucaristia - Roberto Nardin

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4. Eucaristia - Roberto Nardin
Pontificia Università Lateranense
Facoltà di S. Teologia
a.a. 2015/16
Corso 10134
TEOLOGIA
SACRAMENTARIA
L’ E U C A R I S T I A
4a P a r t e
Eucaristia
Roberto Nardin
Ad uso degli studenti
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INDICE
Gli studenti, oltre a studiare in uno dei manuali consigliati,
sono tenuti a prendere accurata visione di:
- Tutti i riferimenti biblici e del magistero indicati negli schemi.
- I Praenotanda ai riti [disponibili in files].
- Il CCC e il CIC [disponibili in files].
- L’esortazione apostolica postsinadale di Benedetto XVI
Sacramentum caritatis [disponibile in file].
L’EUCARISTIA
Premesse
- Prospettiva fonomenologica
- Terminologia
Si consiglia la lettura di:
• I commentari biblici per le pericopi prese in esame
soprattutto per il NT.
• Le parole chiave di sacramentaria biblica speciale nel GLNT.
• I commentari del conc. Vat. II per i passi citati negli schemi.
• Un commento all’esortazione apostolica postsinodale
Sacramentum caritatis (es. Scola, Fisichella, Semeraro).
• I temi fondamentali di sacramentaria nei dizionari teologici.
1. Il fondamento biblico
1.1. La radice veterotestamentaria
1.1.1. Gli eventi tipologico-eucaristici nell’AT
- La Pasqua di liberazione dall’Egitto
- Il sangue e il sacrificio dell‘alleanza
- Il banchetto di comunione
- La dimora di Dio
1.1.2. La berākāh
La bibliografia da portare per l’esame è segnalata a parte.
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1.2. Il Nuovo Testamento
1.2.1. L’istituzione dell’Eucaristia
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2. L’esperienza e la riflessione patristica
2.1. L’Eucaristia nel II secolo
2.1.1. Didaché
2.1.2. Ignazio di Antiochia
2.1.3. Giustino
2.1.4. Ireneo di Lione
2.1.5. Ippolito di Roma
- Le quattro redazioni
- La Cena di Gesù: un banchetto pasquale ebraico?
1.2.2. L’Eucaristia in Paolo
- La comunione con il Signore
- Il vincolo di unità
- L’annuncio di Cristo crocifisso
- Il banchetto escatologico
2.1.1. Tematiche
A. Rendere grazie:
1.2.3. L’Eucaristia in Giovanni
- Anamnesi
- Sacrificio
- Benedizione - epiclesi
- La Cena di Gesù: lavanda dei piedi
- L‘Eucaristia: rimanere in Cristo
1.2.4. Tematiche bibliche
B. Valenze:
- Cultura biblica di sfondo
- Mangiare insieme
- Morte e vita
- Ecclesiologiche
- Cristologiche
- Antropologiche
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1
3. Il medioevo
3.1. L’epoca carolingia: Pascasio Radberto - Ratramno
3.2. L’inizio del II millennio: Lanfranco - Berengario
3.3. Corpus Christi verum / mysticum
3.4. I Concili medievali: la trasustanziazione
3.5. La pietà eucaristica
3.6. La Scolastica:
2.2. Padri latini
2.2.1. Tertulliano
2.2.2. Cipriano
2.2.3. Ambrogio
- Segno sacramentale
- Consecratio
- Sacrificio
- Cancellare i peccati
- Pietro Lombardo; Ugo di S. Vittore
- Tommaso
- Bonaventura
2.2.4. Agostino
- Platonismo agostiniano
- Dimensione cristologica
- Dimensione ecclesiologica
- Dimensione sacrificale
3.7. Il tardo Medioevo:
- Teorie
- Limiti
- Negazioni
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4. La Riforma protestante
4.1. Lutero
4.2. Zwingli
4.3. Calvino
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7. Il concilio Vaticano II
7.1. Sacrosanctum concilium
- Mistero pasquale
- Partecipazione attiva
- Unità della Messa
5. Il concilio di Trento
5.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
5.2. La comunione
5.3. La Messa come sacrificio
7.2. Lumen gentium
- Eucaristia: culmen et fons
7.3. Unitatis redintegratio
6. Dal concilio di Trento al concilio Vaticano II
6.1. La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
6.2. Il carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
6.3. La frequenza alla comunione eucaristica
6.4. Il movimento liturgico
6.5. La teologia dei misteri
6.6. Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
8. La celebrazione del sacramento
8.1. Paolo VI, Missale Romanum (1969)
8.2. Institutio Generalis Messalis Romani
(Principi e norme per l’uso del MR)
9
9. Magistero postconciliare
9.1. Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
9.2. Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia (2003)
9.3. Benedetto XVI, Esort. Sacramentum caritatis (2007)
9.4. Benedetto XVI, Cost. Ap. Summorum Pontificum (2007)
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Indicazioni bibliografiche
10. Aspetti
10.1. Ecumenismo
10.2. Aspetti liturgici
11. Tematiche
11.1. La transustanziazione
11.2. L’Eucaristia come sacrificio (questioni soteriologiche)
11.3. La centralità dell’Eucaristia
11.4. La frequenza della celebrazione eucaristica
11.5. Il culto eucaristico
11.6. L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
11.7. Pubblicazioni sull’Eucaristia
R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis. Studi
e commenti sull’esortazione apostolica postsinodale, LUP,
Città del Vaticano 2008, bibliografia pp. 775-804.
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Indicazioni bibliografiche
P r e m e s s e:
- Prospettiva fenomenologica
- Terminologia
M. Brouard (ed.), Eucharistia. Enciclopedia dell’Eucaristia,
EDB, Bologna 2004, bibl. 101-102; 131-134; 235-237; 885-907
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Dimensione
antropologica
PROSPETTIVA
Dimensione
biblica
(AT)
Prospettiva
fenomenologica
FENOMENOLOGICA
Aspetto
individuale
Dimensione
sacrificale
Aspetto
conviviale
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Dimensione antropologica
Il mangiare e il bere
L’Eucaristia:
L’Eucaristia nella sua radice antropologica pone in
evidenza il valore del nutrimento nella vita terrena,
nei suoi vari aspetti, annunciando il Vero
nutrimento per la vera Vita.
realtà che si inserisce
nell’ambito più profondo dell’esistenza umana,
trasfigurandolo in una tangibilità
che dice, invera e anticipa
Aspetto individuale
(= nutrirsi; avere la vita)
la comunione con Dio,
Mangiare e bere
vivendo la comunione con i fratelli e le sorelle
Aspetto conviviale
(= stare insieme; communio)
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18
3
Dimensione antropologica
Dimensione antropologica
Il mangiare e il bere
Il mangiare e il bere
L’aspetto conviviale esprime e rafforza la
comunione tra i membri di un gruppo.
«Comunque sia, il luogo normale del pasto (e, per
la maggior parte degli uomini, il luogo reale,
almeno una volta al giorno) è la famiglia o anche
un’altra comunità di vita, la communitas vitae che
comporta e suppone sempre la communitas
victus. Il punto importante è che il nutrirsi sia
condividere il cibo comune e non prendere
insieme un cibo individuale, anche se occorre che
la ripartizione sia equa tra tutte le persone»
Il pasto del gruppo
si compie nei momenti più importanti
della sua vita o della vita di un suo membro.
(Nascita, matrimonio, funerale, ricorrenze)
Gh. Lafont, Eucaristia il pasto e la parola, 38
Nella cultura dell’antico Oriente e non solo ...
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19
Dimensione biblica
Dimensione biblica
Il mangiare e il bere (AT)
Il mangiare e il bere (AT)
Nell’aspetto conviviale
si esprime la comunione umana
che si manifesta come:
Nell’aspetto individuale
permette di vivere
e di compiere ciò che si deve fare
- Saul senza forze mangia (1Sam 28,20-25)
- Ospitalità (Gen 18,1-8)
- Davide mangia pani dell’offerta (1Sam 21,4-7; Mt 12,3-4)
- Suggello di un’alleanza (Gen 26,30; 31,4)
non tollerabile la presenza
di un falso amico o di un traditore (Sal 41,10)
- Elia camminò per 40 giorni … Oreb (1Re 19,5-8)
- Mangiare è segno di vita
- Non mangiare è segno di morte
- Perdono (2Re 25,27-30)
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Dimensione biblica
Dimensione sacrificale
Il mangiare e il bere (AT)
Il mangiare e il bere
Nell’aspetto conviviale
si esprime la comunione con la divinità.
Il cibarsi implica il morire
- Sacrifici di comunione con il Dio d’Israele
(Lv 7,15; Dt 12,7.18; Sir 35,1; Ez 43,27; 44,3)
Qualcosa cessa di vivere (si dona/sacrifica)
- Pasti sacri: mangiare carni immolate agli idoli
perché possa diventare cibo
(1Cor 10,14-30)
che dà la vita
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Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Eucaristia, perché è rendimento di grazie
a Dio. I termini εὐ-χαριστεν (Lc 22,19; 1Cor
11,24) e εὐ-λογεν (Mt 26,26; Mc 14,22)
ricordano le benedizioni ebraiche che –
soprattutto durante il pasto – proclamano le
opere di Dio: la creazione, la redenzione e la
santificazione».
TERMINOLOGIA
F. Courth, I sacramenti, 202-204
J. Auer - J. Ratzinger, Il mistero dell’Eucaristia, 195-196
CCC 1328-1332
GLNT
CCC 1328 (cf. berākāh)
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Eucaristia
Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Frazione del pane, perché questo rito, tipico della cena
ebraica, è stato utilizzato da Gesù quando benediceva e
distribuiva il pane come capo della mensa, (cf. Mt 14,19;
15,36; Mc 8,6.19) soprattutto durante l’ultima Cena (cf Mt
26,26; 1Cor 11,24). Da questo gesto i discepoli lo
riconosceranno dopo la sua risurrezione (cf. Lc 24,13-35),
e con tale espressione i primi cristiani designeranno le loro
assemblee eucaristiche (cf. At 2,42.46; 20,7.11). In tal
modo intendono significare che tutti coloro che mangiano
dell’unico pane spezzato, Cristo, entrano in comunione con
lui e formano in lui un solo corpo (cf. 1Cor 10,16-17)».
«Cena del Signore, (cf. 1Cor 11,20)
perché si tratta della Cena che il Signore
ha consumato con i suoi discepoli la
vigilia
della
sua
passione
e
dell’anticipazione della cena delle nozze
dell’Agnello
(cf.
Ap
19,9)
nella
Gerusalemme celeste».
CCC 1329
CCC 1329 (cf. Didaché 14, 1)
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Eucaristia
Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Memoriale
della passione
risurrezione del Signore».
eucaristica (σύναξις), in
quanto
l’Eucaristia
viene
celebrata
nell’assemblea dei fedeli, espressione
visibile della Chiesa (cf. 1Cor 11,17-34)».
«Assemblea
e
della
CCC 1330 (cf. shekināh)
CCC 1329
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5
Eucaristia
Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Santa e divina liturgia, perché tutta la liturgia
«Santo sacrificio, perché attualizza l’unico
della Chiesa trova il suo centro e la sua più
densa espressione nella celebrazione di questo
sacramento;
è nello stesso senso che lo si chiama pure
celebrazione dei santi misteri.
Si parla anche del Santissimo Sacramento, in
quanto costituisce il sacramento dei sacramenti.
Con questo nome si indicano le specie
eucaristiche conservate nel tabernacolo».
sacrificio di Cristo Salvatore e comprende
anche l’offerta della Chiesa; o ancora santo
sacrificio della Messa, “sacrificio di lode” (Eb
13,15) (cf. Sal 116,13.17), sacrificio
spirituale (cf. 1Pt 2,5), sacrificio puro (cf Ml
1,11) e santo, poiché porta a compimento e
supera tutti i sacrifici dell’Antica Alleanza».
CCC 1330 (cf. Eb 10,5.10.14)
CCC 1330 (cf. Fons et culmen: SC 10)
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Eucaristia
32
Eucaristia
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
Si dice in molti nomi
CCC 1328-1332
«Comunione, perché, mediante questo sacramento,
ci uniamo a Cristo, il quale ci rende partecipi del suo
Corpo e del suo Sangue per formare un solo corpo
(cf. 1Cor 10,16-17)
viene inoltre chiamato le cose sante (τὰ ἄγια;
sancta) (Didaché 9,5) – è il significato originale
dell’espressione “comunione dei santi” di cui parla il
Simbolo degli Apostoli –
pane degli angeli, pane del cielo, farmaco
d’immortalità (Ignazio di Antiochia), viatico...».
«Santa Messa, perché la liturgia, nella
quale si è compiuto il mistero della
salvezza, si conclude con l’invio dei fedeli
(“missio”) affinché compiano la volontà di
Dio nella loro vita quotidiana».
CCC 1330
CCC 1330
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Eucaristia
Eucaristia
Si dice in molti nomi
Si dice in molti nomi
Paolo
Agostino
Calice del Signore (1Cor 11,27)
Comunione con il sangue di Cristo
(e fare la Sua volontà)
«Sacramentum altaris».
Agostino, Sermo 59, 3
«Sacramentum unitatis et caritatis».
Non comunione
con il “calice di demoni”
(1Cor 10,21)
Agostino, Super Ioannem tract. 26,13
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6
Eucaristia
Si dice in molti nomi
Eucaristia nel NT
Tommaso
due riferimenti fondamentali
1. Cena del Signore (1Cor 11,20)
«Sacramentum caritatis».
2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11)
Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]
«Est autem haec Eucharistia specialiter
sacramentum unitatis et caritatis, ut dicit
Augustinus, Super Ioannem».
1. Riferimento all’evento dell’ultima cena del Signore
Tommaso, Super Primam Ep. ad Corinthios
2. Riferimento alla celebrazione della Chiesa apostolica
R. Ferri, Sacramentum caritatis nel pensiero di Tommaso d’Aquino
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 163-176
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Eucaristia nel NT
38
Eucaristia nel NT
1. Cena del Signore (1Cor 11,20.23-26)
2. Frazione del pane (At 2,42; 20,7.11; cf. CCC 1329)
Partecipare al mistero pasquale
nella “memoria” di quanto il Kyrios ha detto e fatto:
Riferimento alla cena pasquale ebraica
Antipasto:
- Benedizione del capofamiglia sul 1°calice
- Verdure intinte nella passata di frutta (cf. Mc 14,20)
- «Nella notte in cui fu tradito» (1Cor 11,23): gesuano
- «Il calice … il pane … comunione … con Cristo»
(1Cor 10,16): cristologico
Pasto principale:
- Benedizione del capofamiglia sul 2°calice
- Benedizione del capofamiglia sul pane non fermentato
- Il capofamiglia spezza il pane
e ne distribuisce un pezzo ai commensali
- «Siamo un solo corpo» (1Cor 10,17): ecclesiologico
- «Ogni volta … annunciate la morte del Signore finché
egli venga» (1Cor 11,26; cf. Ap 19,9): escatologico
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IL FONDAMENTO
LA RADIC E
BIBLICO
VETEROTESTAMENTARIA
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7
LA RAD IC E
VETEROTESTAMENTARIA
GLI EVENTI
TIPOLOGICO - EUCARISTICI
1. Gli eventi tipologico-eucaristici nell’AT
N E L L’ A T
2. La berākāh
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Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
Comprensione storico salvifica che guarda al
passato, lo rende presente e lo annuncia per un
ulteriore intervento di Dio nella storia (Messia)
typos
Archetypos
Prototypos
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù dell’Egitto
AT
Evento
CRISTO
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
antitypos
3. Il banchetto di comunione
NT
4. La dimora di Dio
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Eventi tipologico-eucaristici dell’AT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
Evento tipologico-eucaristico dell’AT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
a. Passaggio
dalla schiavitù senza identità
alla libertà di servire Dio
come popolo in cammino
nella mediazione (Mosè) verso la terra promessa
Pasqua
festa di primavera legate alle primizie:
- frutti della terra con offerta di pane azzimo (nord)
- pastorizia con l’offerta dell’agnello (sud).
b. Il mangiare pane azzimo
Dopo la liberazione dall’Egitto
diventa “memoria” del passaggio
dalla schiavitù alla libertà.
c. L’immolazione dell’agnello
d. Essere sotto la nube e attraversare il mare
e. La manna dal cielo e la bevanda dalla roccia
Evento centrale della storia di salvezza di Israele
che verrà sempre richiamato dai profeti.
f. Un paese dove scorre latte e miele
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8
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
Evento tipologico-eucaristico dell’AT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
«Prima della festa di Pasqua, sapendo che era
giunta la sua ora di passare da questo mondo al
Padre, dopo aver amato i suoi che erano nel mondo
li amò sino alla fine. Mentre cenavano […] depose le
vesti, e preso un asciugatoio, […]» (Gv 13,1-2)
a. Passaggio
- dalla schiavitù senza identità
(insieme di tribù, un non-popolo)
- alla libertà di servire Dio
(offrire il sacrificio nel deserto: Es 3,18; 5,1 …)
Pasqua di Cristo:
- passaggio da questo mondo al Padre
- come popolo in cammino
(il popolo di Dio nella storia, la storia è historia salutis)
- orizzonte agapico-diaconale
- offre se stesso (il suo corpo e il suo sangue)
- per la salvezza di tutti (Gv 3,13-15; 12,32) nuovo esodo
- nella mediazione (Mosè) verso la terra promessa
(pellegrinare non vagabondare)
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Evento tipologico-eucaristico dell’AT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
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Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
b. Il mangiare pane azzimo
b. Il mangiare pane azzimo
«Togliete via il lievito vecchio, per essere pasta
nuova, poiché siete azzimi. E infatti Cristo, nostra
Pasqua, è stato immolato. Celebrate dunque la
festa non con il lievito vecchio, né con lievito di
malizia e di perversità, ma con azzimi di sincerità e
di verità» (1Cor 5,7-8)
Pane azzimo (senza lievito): partire in fretta.
Es 12,15-19
- Far sparire il lievito dalle case
- Si mangia pane non lievitato
- Partire in fretta: urgenza della conversione
- Far sparire il lievito: radicalità della conversione
- Si mangia pane non lievitato: esperienza concreta
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Evento tipologico-eucaristico dell’AT
52
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
c. L’immolazione dell’agnello
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
c. L’immolazione dell’agnello (in Egitto)
Gesù, nell’ultima Cena, quando è il momento di
mangiare l’agnello, prende il pane e il vino,
benedice e rivela: Questo è il mio corpo dato per
voi … questo è il mio sangue versato per voi
Es 12,3-14
Il sangue dell’agnello immolato aveva preservato
gli ebrei dall’angelo sterminatore (sono salvati)
L’ultima Cena è l’anticipazione dell’evento della
morte di Gesù espressa attraverso i simboli del
pane dato e del vino versato.
L’immolazione dell’agnello
celebrata nella terra promessa
rende partecipi i frutti della liberazione dall’Egitto:
la salvezza
La morte di Gesù è l’immolazione del vero agnello
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Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
d. Essere sotto la nube e attraversare il mare
e. La manna dal cielo e la bevanda dalla roccia
c. L’immolazione dell’agnello
«[…] i nostri padri furono tutti sotto la nuvola, tutti
attraversarono il mare, tutti furono battezzati in
rapporto a Mosè nella nuvola e nel mare,
tutti mangiarono lo stesso cibo spirituale, tutti
bevvero la stessa bevanda spirituale: bevevano
infatti da una roccia spirituale che li accompagnava,
e quella roccia era Cristo.
Ma della maggior parte di loro Dio non si
compiacque e perciò furono abbattuti nel deserto».
Gesù:
- Agnello che toglie il peccato del mondo
(Gv 1,29)
- Agnello immolato in piedi, riceve adorazione
(Ap 5,6-14)
1Cor 10,1-5
55
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
typos
Morti
56
e. Manna dal cielo e bevanda dalla roccia
2
1
Archetypos
Prototypos
Nube e mare AT
Manna
bevanda
(Roccia)
Evento
CRISTO
3
antitypos
Eucaristia
Dio
Sangue
di Cristo (De myst.)
Battesimo
(De sacr.)
2 Morti
Ermeneutica patristica di 1Cor 10, 3
NT
1
Battesimo
1Cor 10,1-5
Ambrogio (De myst. 48; De sacr. V,3-4)
Eucaristia
3
57
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
1. La Pasqua di liberazione dalla schiavitù di Egitto
58
Evento tipologico-eucaristico dell’AT
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
f. Un paese dove scorre latte e miele
- Abramo (gesto ancestrale) nel sangue (Gen 15,9-18)
Es 3,8; Is 7,22
- Al Sinai: Mosé asperge con il sangue
Tipologia nel catecumenato:
l’altare e il popolo (Es 24,8)
Dopo il battesimo e la confermazione
prima di ricevere il corpo e il sangue di Cristo
si mangiava del miele intinto nel latte.
Simbolo della terra promessa
ormai raggiunta con l’imminente Eucaristia
- Unica oblazione sacrificale con il Messia (Ml 1,1-11)
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60
10
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
Il sangue della croce
è il sangue della nuova ed eterna alleanza
(1Pt 1,18-19; Eb 8,6-13)
Gesù nell’ultima Cena
pone un riferimento esplicito all’alleanza
Il sangue di Gesù dà la vita al mondo
(Gv 6,51-56)
Mc 14,24; Mt 26,27
Mio sangue dell’alleanza
Lc 20,20; 1Cor 11,25
Calice, nuova alleanza nel mio sangue
L’Eucaristia: “memoria” dell’alleanza definitiva
61
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
Partecipare all’Eucaristia: dimorare nell’alleanza
(Gv 6,56-57)
62
Evento tipologico-eucaristico dell’AT
2. Il sangue e il sacrificio dell’alleanza
3. Banchetto di comunione
- Ancestrale indica comunione con la divinità
(1Cor 10,14-30)
L’ultima cena anticipa la morte di Gesù
quale oblazione di sacrificio della croce.
La croce di Cristo
ricapitola e porta a compimento
tutti i precedenti sacrifici
- I profeti descrivono l’alleanza messianica
come un banchetto in cui tutti sono invitati
(Is 25,6; 55,1-3)
- A livello antropologico (Abele)
- A livello religioso (Melchisedech)
- A livello di fede biblica dell’AT (Abramo)
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Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
64
Evento tipologico-eucaristico dell’AT
3. Banchetto di comunione
4. Dimora di Dio (shekināh)
- In mezzo al suo popolo (Ez 37,27)
- In Gerusalemme (Ez 48,35)
- Mostrato dal Gesù storico
- Dio è un Dio-con-noi (Is 7,14)
- Anticipo messianico della presenza dello sposo
(Mc 2,18-22)
- Nel tempio (1Re 8,10-13)
- Banchetto messianico
(Lc 22,29-30)
- Dio vicino ogni volta che lo invochiamo (Dt 4,7)
- Nella tenda (cielo)
che contiene l’arca dell’alleanza
(Dt 12,5) Nome
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Abside
Altare
Presenza/essenza
66
11
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
typos
Evento tipologico-eucaristico dell’AT nel NT
4. Dimora di Dio (shekināh)
Cristo nuova e definitiva presenza di Dio:
AT
- Incarnazione (Gv 1,14)
Archetypos
Evento
Prototypos CRISTO
Per giungere alla:
antitypos
- Gerusalemme celeste (Ap 21,3)
NT
L’Eucaristia si pone come intermedio
67
68
Eventi tipologico-eucaristici dell’AT nel NT
Is 43,18-21
2
1 Liberaz. Egitto
Sacrificio
4 Dimora di Dio
AT
Manna
Evento
3
«Non ricordate più le cose passate,
non pensate più alle cose antiche.
Ecco io faccio una cosa nuova:
CRISTO
1
Salvezza Chiesa
(1Cor 10,6)
2
NT
4
Offrire la vita
(Rm 12,1)
Proprio ora germoglia, non ve ne accorgete?
- Passaggio al Padre
- Unico sacrificio
- Pane della vita
- Dimora di Dio piena
Aprirò anche nel deserto una strada,
immetterò fiumi nella steppa.
Mangiare pane = avere vita
3 (Gv 6,58)
Noi siamo il tempio del Dio vivente
Dio stesso ha detto: Abiterò in mezzo a loro
(2Cor 6,16)
[…]
Il popolo che io ho plasmato per me
celebrerà le mie lodi»
69
70
Is 43,22-23
«Invece tu non mi hai invocato, o Giacobbe;
Anzi ti sei stancato di me, o Israele.
Non mi hai portato neppure un agnello
per olocausto,
Non mi hai onorato con i tuoi sacrifici.
[…]
mi hai stancato con le tue iniquità.
Io, io cancello i tuoi misfatti,
per riguardo a me non ricordo più i tuoi peccati»
LA
71
BERĀKĀH
72
12
La berākāh
Berākāh
Non semplice ringraziamento
Atto di rendimento di grazie
come risposta ai benefici operati da Dio
Comprende:
in favore del suo popolo
Lode, narrazione, ricordo, dossologia.
Celebrazione che rimanda e ripresenta
Non semplice gesto rituale (formale ed estrinseco)
le meraviglie compite da Dio nella storia.
Non semplice “gratitudine” (affettiva e soggettiva)
Berākāh
Comprendere l’Eucaristia
nell’orizzonte della storia della salvezza
(primi atteggiamenti)
Stupore
Confessione
74
73
Berākāh
Berākāh
1. Stupore e ammirazione per le opere di Dio (alleluja)
2. Confessione di fede
- Canto di lode
- Proclamazione di Dio come unico liberatore (Esodo)
- Contemplare le opere di Dio
- Proclamazione di Dio come unico Signore (nel deserto)
- Contemplare lo splendore di Dio
- Proclamazione di Dio come unico Dio (2°Esodo)
Sal 111; 113; 116-118; 135-138; 145-150
Sal 30; 46-47; 66; 68
75
76
Berākāh
Opere di Dio
Berākāh
(primi atteggiamenti)
Stupore
Confessione
Opere
di Dio
Berākāh
Riconoscimento dell’infedeltà all’alleanza
- Domanda di perdono
- Abbandono fiducioso in Dio
Sal 106-107
77
78
13
Opere di Dio:
La berākāh ha radici extra cultuali
- Creazione (il novum) (Sal 104)
- Redenzione (nella storia) (Sal 103; 144)
Benedizione del servitore di Abramo (Gen 24,27)
Benedizione di Jetro (Es 18,10)
Berākāh
- Discendente
Sal 75,2; 115,12-15
Entra nella liturgia del tempio (Sal 106)
- Ascendente
80
79
Berākāh, tre componenti:
Memoriale:
1. Benedizione (iniziale, breve)
2. Memoriale (anamnesi) delle opere di Dio
- Ricordo delle opere di Dio (passato-memoria)
3. Benedizione finale (dossologia)
- reso contemporaneo (presente-celebrazione)
- prepara e anticipa l’incontro (futuro-profezia)
1; 3 inclusione
2 Più sviluppato
81
«E poiché le opere divine vanno dalla creazione alla
nascita d’Israele fino ai tempi messianici, il
rendimento di grazie abbraccia in un solo sguardo
tutta la storia, diventando memoria collettiva di ciò
che di grande JHWH ha compiuto per la
realizzazione del suo disegno eterno di salvezza.
Proprio per questa sua ampiezza, la berākāh biblica
non è in genere una produzione estemporanea di
individui isolati, ma l’espressione della fede del
popolo ed è pronunciata dall’assemblea. Un
esempio significativo, in tal senso, ci è fornito dalla
preghiera di benedizione del libro di Neemia,
capitolo 9»
82
Berākāh
- Benedizione introduttiva
- Memoriale (anamnesi) delle opere di Dio
- Benedizione dossologica
Fondamentale è la comunità:
il soggetto è Israele
Neemia 9
C. Rocchetta, I sacramenti della fede, II, 120-121
83
84
14
Opera di Dio (AT) per eccellenza e sintetica: Esodo
- liberazione dall’Egitto
Paolo/Lc in generale
εὐχαριστέω
- passaggio del mar Rosso
(Dt 6,2-22; 26,5-8; Gs 24,3-7)
Berākāh
Mt/Mc per il calice
LXX
εὐλογέω
Mt/Mc per il pane
Festa di Pasqua (Es 12,14.25-27; Dt 16,1-3)
Pane
Calice
85
86
Il NUOVO TESTAMENTO
1. L’istituzione dell’Eucaristia
1.1. Le quattro redazioni
1.2. La Cena di Gesù: un banchetto pasquale ebraico?
IL NUOVO
2. L’Eucaristia in Paolo
2.1. La comunione con il Signore
2.2. Il vincolo di unità
2.3. L’annuncio di Cristo crocifisso
2.4. Il banchetto escatologico
TESTA MENTO
3. L’Eucaristia in Giovanni
3.1. La Cena di Gesù: lavanda dei piedi
3.2. L’Eucaristia: rimanere in Cristo
87
L’ISTITUZIONE
ISTITUZIONE DELL’EUCARISTIA
DELL EUCARISTIA
A
4. Tematiche bibliche
4.1. Cultura biblica di sfondo
4.2. Mangiare insieme
4.3. Morte e vita
88
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
B
Dato storico:
Triplice dimensione
La cena di Gesù
- Il tempo di Gesù
come “memoria anticipata” e “profezia in atto”
L’ultima cena di Gesù con gli apostoli prima di morire
dell’evento pasquale
- Il tempo della Chiesa
Cristallizzazione liturgica palestinese e antiochena
- Il tempo degli scritti
Tradizione comune, concorde e con peculiarità proprie
89
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
P.-R. Tragan, La cena del Signore negli scritti sinottici e paolini,
in L’Eucaristia nella Bibbia, 82-127
(Dizionario di spiritualità biblico-patristica 19)
90
15
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
C
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Concordanze delle 4 redazioni
D
Concordanze delle 4 redazioni
- Cena di Gesù con gli apostoli in contesto pasquale
- Legame tra ultima cena e mistero della Pasqua di
Gesù, quale servo che dona la vita in riscatto di
molti (Is 53,12)
- Due riti (giudaismo):
1. Benedizione e distribuzione del pane
2. Offerta del calice ai commensali
- Legame tra ultima cena e il banchetto escatologico
- Gesù pone una duplice relazione tra
1. Suo corpo e pane “dato per”
2. Suo sangue e vino “versato per”
- Eco della valenza liturgica già vissuta dalla Chiesa
92
91
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
E
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Divergenze delle 4 redazioni
F
Divergenze delle 4 redazioni
Lc - 1Cor
Mt - Mc le due benedizioni sono unite da sembrare una
Maggiore distinzione tra la benedizione sul pane
(prima della cena) e quella sul vino (dopo la cena)
Mt - Mc risentono della prassi liturgica della Chiesa
Lc - 1Cor rispettano maggiormente l’ordine giudaico
93
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
G
94
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Divergenze delle 4 redazioni
Divergenze delle 4 redazioni
Lc - 1Cor
Ordine di Gesù «fate questo in memoria di me»
Mt - Mc
Non c’è l’Ordine di Gesù
«fate questo in memoria di me»
Lc - 1Cor rispettano maggiormente la convinzione
giudaica, sulla necessità di ripetere in forma
celebrativa l’evento fondamentale e costitutivo
95
H
Mt - Mc risentono della prassi liturgica della Chiesa
96
16
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
I
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Lc - 1Cor
«la nuova alleanza nel mio sangue»
Tradizione palestinese
(prima del 40)
Tradizione antiochena
(prima del 45)
Mt - Mc
«il mio sangue dell’alleanza»
Pietro
Gerusalemme
Ambito semitico
Paolo
Antiochia
Ambito ellenistico
L
Divergenze delle 4 redazioni
97
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
98
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mt 26,20-21.26-29
Lc 22,14-20
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Mc 14,17-18.22-25
1Cor 11,23-26
Novità sostanziali a livello gesuano
Gesù benedicendo il pane
porta come motivo non solo fare memoria della
pasqua di liberazione dall’Egitto, ma la Pasqua
della sua morte, espresso nella corrispondenza:
corpo donato
Pane spezzato
Gesù benedicendo il vino
pone il passaggio dall’antica alla nuova alleanza
nel “mio sangue”
Due modalità complementari
di descrizione dell’ultima cena
- Necessità di contestualizzare le pericopi
- Necessità di cogliere la vicenda di Gesù in una
prospettiva globale che tiene conto del passato
e del futuro
99
100
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
- Prioritaria è la paradosi di Mc 14,22-25 a causa di
diversi semitismi e del logion testamentario sul
“frutto della vite” (R. Pesch).
- Prioritaria è la tradizione di 1Cor 11,23-25 a causa
della sequenza della cena che prevede la frazione
del pane (v. 24), la consumazione del pasto (v.
25a) e le parole sul calice (I.H. Marshall).
- Prioritaria è la tradizione di Lc 22,15-20 a motivo del
contesto pasquale della cena (H. Schürmann).
- Nessuna tradizione è prioritaria ma per ogni termine il
peso della bilancia cade sull’una o sull’altra
paradosi (G. Barbaglio).
La prospettiva delle due tradizioni,
palestinese e antiochena, fortemente separate,
non è accolta da tutti gli esegeti
Molteplici posizioni negli ultimi decenni:
J. Jeremias, Le parole dell’ultima cena (or. 1935, 19674)
R. Pesch (1978); G. Friedrich (1982); X. Léon Dufour (1983);
H. Schürmann (1987); I.H. Marshall (1999)
101
A. Pitta, Quale impatto comunitario della paradosi di 1Cor 11,17-34?
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 81-94
102
17
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
Istituzione dell
dell’Eucaristia
Eucaristia
«Rispetto al dibattito sulle diverse paradosi
dell’istituzione eucaristica ci sembra di poter
sostenere l’ipotesi che prevede a livello pre-paolino
e pre-sinottico la compresenza di due tradizioni
autonome a causa della redazione lucana che
attesta di conoscere quella paolina e quella
marciana [...].
I dati di continuità di Lc 22,15-20 rispetto a 1Cor
11,23-25 e a Mc 14,22-25 si spiegano soltanto con
la dipendenza dalle due tradizioni confluite nella
redazione paolina e in quella marciana
dell’istituzione e non con il percorso inverso»
Tradizione presinottica
Mc 14,22-25
[Mt 26,20-21.26-29]
Tradizione prepaolina
1Cor 11,23-25
Lc 22,15-20
A. Pitta, Quale impatto comunitario della paradosi di 1Cor 11,17-34?
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 81-94, 83
103
104
Gesù istituisce l’Eucaristia
all’interno della cena pasquale ebraica?
Gesù istituisce l’Eucaristia
all’interno della cena pasquale ebraica?
«Dove vuoi che andiamo a preparare
perché tu possa mangiare la Pasqua?»
(Mc 14,12; Mt 26,17; cf. Lc 22,8)
Gesù muore poco prima della notte di Pasqua
(Gv 18,28; 19, 14.31.42)
per i Sinottici la cena del Signore
è nel contesto di un banchetto pasquale.
per Gv la cena del Signore
è avvenuta il giorno prima di Pasqua
quindi non in un contesto di un banchetto pasquale.
106
105
13 Nisan
14 Nisan
Storicità della cronologia sinottica
15 Nisan
J. Jeremias, Le parole dell’Ultima Cena, Paideia,
Brescia 1973 (or. ted. 1935, 19674),
Immolazione agnelli
al Tempio
AT
Consumazione
dell’agnello.
Sinottici
Morte di Gesù
Ultima cena
(pasquale)
Gv
Ultima cena
(non pasquale)
Morte di Gesù
La cronologia giovannea dettata da una
motivazione teologica: presentare Gesù come il
vero agnello pasquale (cf. Gv 1,29; 19,36).
Influsso esegetico, teologico, liturgico, pastorale
enorme
107
108
18
Storicità della cronologia giovannea
Storicità della cronologia giovannea
G. Ogg, The Chronology of the Last Supper,
in D.E. Nineham et al. (edd.), Historicity and Chronology in
the New Testament, SCM Press, London 1965, 75-96.
Scoperta dei rotoli di Qumran
Morte
storica
di
Gesù
in
concomitanza
dell’immolazione degli agnelli al tempio.
Nei racconti della cena del Signore è assente ogni
riferimento agli elementi tipici della cena pasquale
ebraica: gli azzimi, l’agnello e le erbe amare
Ultima Cena secondo il calendario di Qumran,
quindi almeno un giorno prima della Pasqua ebraica
L’Ultima Cena non fu pasquale
Apre il dibattito
109
«Si è molto discusso fino a qualche tempo fa, ad esempio,
sulla cronologia della passione di Gesù e sulla data
dell’ultima Cena. Qualunque sia l’interesse di queste
discussioni io mi domando se esse non abbiano lasciato
troppo da parte ciò che sembra in realtà l’intenzione
convergente dei vangeli sinottici e di san Giovanni. Poiché
non concordano sull’ultimo pasto di Gesù vuol dire che il
problema di sapere se quest’ultimo pasto di Gesù è stato
effettivamente e letteralmente un pasto pasquale giudeo
non gli interessa. Ciò che vogliono dire, invece, e che
dicono molto bene, ognuno a suo modo, è che la morte di
Gesù celebrata nell’Eucaristia della Chiesa è la vera
Pasqua. È a partire da qui realtà che occorre comprendere
l’uso del vocabolario pasquale della redenzione»
110
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
Tema poco presente (a differenza del battesimo)
Tratta dell’Eucaristia
“costretto” dalla situazione di Corinto:
lecito mangiare la carne offerta agli idoli?
Gli idoli non esistono, però:
non si può entrare in comunione con essi
G. Lafont, Dio, il tempo e l’essere, Piemme, 1992, 152-153
111
L’Eucaristia in Paolo
A
B
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
112
L’Eucaristia in Paolo
C
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
1. Eucaristia: la comunione con il Signore
1. La comunione con il Signore (1Cor 10,14-16)
(1Cor 10,14-16)
2. Il vincolo di unità (1Cor 10,17)
Il calice che benediciamo
comunione con il sangue di Cristo
3. L’annuncio di Cristo crocifisso (1Cor 11,26)
4. Il banchetto escatologico (1Cor 11,26)
Il pane che spezziamo
comunione con il corpo di Cristo
113
114
19
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
D
E
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
2. Eucaristia: il vincolo di unità
Il calice che benediciamo
comunione con il sangue di Cristo
(1Cor 10,17)
Il pane che spezziamo
comunione con il corpo di Cristo
A
Il corpo di Cristo
è presente attraverso la figura del pane
B
Comunità/Chiesa: non è una semplice unione
di persone, che sanziona la propria
unità/identità
attraverso
la
celebrazione
dell’eucaristia, ma:
Corpo di Cristo unificato dall’Eucaristia
(1Cor 10,17)
La comunione con il Signore
è realizzata nella “mensa” offerta dal Signore
116
115
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
E
2. Eucaristia: il vincolo di unità
2. Eucaristia: il vincolo di unità
(1Cor 10,17)
(1Cor 10,17)
A
Eucaristia funzionale alla comunità/Chiesa
B
Eucaristia fondativa della comunità/Chiesa
A
εθος
B
ηθος
F
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
Corpo di Cristo
Eucaristia
Chiesa
117
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
G
118
L’Eucaristia in Paolo
1Cor 10,1-5.14-22; 11,17-34
3. Eucaristia: l’annuncio di Cristo crocifisso
4. Eucaristia: il banchetto escatologico
(1Cor 11,26)
(1Cor 11,26)
L’Eucaristia non è semplice ripetizione
del banchetto pasquale (ultima cena), ma:
Eucaristia come prefigurazione e speranza
per il futuro.
annuncio (del testimone dell’oggettività)
della presenza del Signore nell’oggi della storia.
Nell’Eucaristia si ha “già” la comunione con Cristo
ma al tempo stesso si tratta del “non ancora”
di una comunione piena e definitiva.
119
H
120
20
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 2,1-10; 6; 13; 15,1-7; 19,31-37
Maria
A
2,1-10
Acqua - vino
6
Rimanere in Cristo: pane
B
Ultima cena - Lavanda dei piedi
C
15,1-7
Rimanere in Cristo: vite
B’
19,31-37
Acqua - sangue - Maria
A’
X 13
-
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 13
Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia
La lavanda presente nel banchetto pasquale ebraico
Varianti di Gesù rispetto al banchetto ebraico:
- Il soggetto: non è il più giovane che lava (Giovanni)
ma chi presiede il banchetto (Gesù).
Primi sono ultimi, autorità come servizio
- L’oggetto: non vengono lavate le mani
ma i piedi.
Non semplice gesto rituale-cultuale (purificazione)
ma servizio concreto
Inclusione
122
121
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 13
Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia
La lavanda dei piedi (schiavo)
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 13
Descrizione dell’ultima cena
con la lavanda dei piedi, senza Eucaristia
Amore
incondizionato
è il senso dell’Eucaristia
- L’Eucaristia è già descritta dai sinottici
«Vi ho dato l’esempio
perché, come ho fatto io,
facciate anche voi» Gv 13,15
Memoria dell’Eucaristia nella diakonia
- L’Eucaristia è già celebrata nella Comunità
- Tutto Gv è eucaristico-pasquale
Cristo offre la vita
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]
Cercare Gesù
Cristologico
non perché visto dei segni
Teologico
ma saziati del pane (v. 26)
Antropologico
124
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]
Inizio è il v. 31:
«Diede loro da mangiare pane dal cielo»
vv. 26-59 = esegesi del v. 31
Credere in colui che egli ha mandato v. 29
Antropologico
Cristo passa/ritorna al Padre
123
Es 16,1; Sal 77,23-24; 104,40
Manna come nutrimento dato da Dio:
- Durante l’esodo
- Nel tempo messianico
Teologico
Cristologico
125
126
21
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]
A
vv. 26-51 mangiare = credere in Gesù
B
vv. 51-59 mangiare = carne e sangue di Gesù
L’Eucaristia in Giovanni
Gv 6, 26-59 [66]
- Necessità della fede (vv. 26-51)
- Comunione nel mistero cristologico (vv. 53s; 57; 58a)
A
Prospettiva simbolica (fede)
B
Prospettiva reale (sacramento)
- Dimorare con Cristo (v. 56)
A
Accolta dal mondo protestante
- Necessità del mangiare la sua carne bere il suo
sangue, si oppone al docetismo
B
Non accolta dal mondo protestante (Bultmann)
- Comunicazione della vita (v. 53)
Aggiunta redazionale
128
127
A
Cultura biblica di sfondo
- Pane e vino (doni):
Frutto della terra (promessa) e del lavoro dell’uomo
Tematiche
bibliche
Cultura biblica di sfondo
- Benedizione (comunione con Dio, suo dono):
Atto in cui passa la vita divina
Mangiare insieme
- Mangiare insieme (comunione tra i fratelli):
Comunione con i commensali
Morte e vita
Gesù pone esplicitamente una relazione
tra lui e i doni (pane e vino)
nella benedizione e comunione
129
Cultura biblica di sfondo
B
Il soggetto del memoriale è Dio:
- AT ha liberato dalla schiavitù dell’Egitto
- NT ha risuscitato Gesù
I doni indicano e realizzano
la relazione comunionale con lui
Cultura biblica di sfondo
130
C
Memoriale:
1. Ricordo delle opere di Dio: passato-memoria
Corpo:
2. Reso contemporaneo:
presente-celebrazione
3. Prepara e anticipa:
futuro-profezia
- Totalità della persona (che si dona)
(valenza cristologica)
AT:
- Mantiene in unità le membra (1Cor 12)
(valenza ecclesiologica)
1. Ricordo delle opere di Dio: esodo
2. Reso contemporaneo:
celebrazione pasquale
- Per molti (Mc/Mt):
Totalità degli uomini
3. Prepara e anticipa:
tempi messianici
131
132
22
Cultura biblica di sfondo
D
Ultima cena:
pane donato, vino versato
morte in croce
venuta escatologica
3. Prepara e anticipa:
E
Ultima cena (protestanti):
1. Ricordo delle opere di Dio: esodo / le opere di Gesù
2. Reso contemporaneo:
Cultura biblica di sfondo
Semplice allegoria della morte prossima
Rappresentazione simbolica
Eucaristia:
1. Ricordo delle opere di Dio: ultima cena/pasqua Christi
2. Reso contemporaneo:
pane donato, vino versato
3. Prepara e anticipa:
la venuta escatologica
I doni non sarebbero segni “realistici”
della morte di Gesù
Solo predizione della morte imminente
133
Cultura biblica di sfondo
F
Cultura biblica di sfondo
G
Ultima cena:
Ultima cena:
Non semplice allegoria della morte prossima.
Non semplice allegoria della morte prossima.
Nella dinamica della rivelazione cristologica
il rivelarsi con parabole indica il Regno del Padre
nell’ultima cena Gesù rivela se stesso come colui che
compie in pienezza la volontà del Padre, donando la
propria vita (croce)
Momento decisivo della vita di Gesù: compimento
135
Mangiare insieme
134
A
Nella vita di Gesù i momenti forti di rivelazione sono
espressi da realtà concrete:
- Risurrezione di Lazzaro (verificabile) segno che
Gesù dà la vita (tempi messianici)
- Guarigione dello storpio (verificabile) segno che
Gesù può perdonare i peccati
- Morte in croce (verificabile) segno che Gesù può
dare da mangiare il suo corpo e da bere il suo
sangue
136
Mangiare insieme
B
Pasto giudaico nelle feste:
Dimensione biologica
(= nutrirsi)
Ha un carattere liturgico, simile alla cena pasquale:
Mangiare e bere
- Il capofamiglia alza la focaccia di pane, benedice Dio,
rende grazie, la distribuisce
Dimensione conviviale
(= stare insieme)
- Si aveva il pasto vero e proprio
- Il capofamiglia alza il calice del vino, benedice il vino, ne
beve un po’ e lo distribuisce
- Ospitalità (Gen 18,1-8)
- Alle due benedizioni: iniziale sul pane e finale sul vino tutti
i commensali rispondono “Amen”
- Suggello di un’alleanza (Gen 26,30; 31,4)
- Perdono (2Re 25,27-30)
137
138
23
Mangiare insieme
C
Pasto giudaico nelle feste:
C
Non è possibile mangiare con i peccatori, i
pagani ... con gli esclusi dall’alleanza con
Dio, significava partecipare con loro
all’esclusione dell’alleanza.
Non un semplice mangiare insieme,
ma
una
comunione
profonda
orizzontale
e verticale
Comunione
con i commensali
Mangiare insieme
Davanti al peccatore l’unico modo per
salvare Israele era la sua eliminazione
dalla comunità.
Comunione
con Dio
Gesù stravolge questa concezione:
Non eliminare il peccatore ma il peccato
Partecipare della stessa benedizione di Dio
Mangiare insieme
139
D
140
Mangiare insieme
E
Pasto giudaico nelle feste:
Pasto giudaico nelle feste:
Gesù banchetta con i peccatori!
Gesù banchetta con i peccatori!
Comunione
con i commensali
I profeti descrivono l’alleanza messianica
come un banchetto
in cui tutti sono invitati
(Is 25,6; 55,1-3)
Comunione
con Dio
Remissione dei peccati (Mt 26,28)
Pregustazione delle banchetto
messianico-escatologico (Mc 14,25; Mt 26,29)
Partecipare della stessa benedizione di Dio
141
Mangiare insieme
F
142
Mangiare insieme
G
Non si possiede il Risorto (Emmaus),
ma il pane spezzato è segno (simbolo)
di presenza/assenza del Risorto.
Gesù mangia con i discepoli dopo la risurrezione
Lc 24,13-35; 24,36-43; Gv 21,9-14
Non semplice dato fenomenico (espressivo):
- necessità della Parola accolta nella fede
- e dello “spezzare il pane”
La Comunità ecclesiale ha consapevolezza
di essere il nuovo popolo di Dio
riunito attorno al Risorto “mangiando” (At 10,40-43)
- Convincerli della risurrezione (meno importante)
- Il Risorto, Signore, continua ad essere presente
nel segno pasquale del pasto (più importante)
143
l’Eucaristia diviene
espressione del fondamento della Chiesa
(1Cor 10,14-17; 11,17-26; At 2,42.46; 20,7-12)
144
24
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
A
Inizio (morte)
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
B
Inizio (morte)
Il contesto dell’istituzione dell’Eucaristia
non può essere separato
dalla morte imminente di Gesù
- Contesto della passione (sinottici)
- «Nella notte in cui fu tradito» (1Cor 11,23)
Conclusione (escatologia)
Conclusione (escatologia)
- Versetto escatologico (Mt 26,29; Mc 14,25; Lc 22,18)
«Non berrò … finché … lo berrò nuovo nel regno»
- «Finché egli venga» (1Cor 11,26)
145
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
C
La celebrazione dell’Eucaristia
annuncia il banchetto escatologico
suppone la glorificazione/risurrezione
di Gesù, Signore
146
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
D
Croce - risurrezione - venuta escatologica
Inizio: Gesù muore in croce
Conclusione: Gesù ritorna glorioso
Risurrezione
Venuta
escatologica
Croce
Presente: Gesù risorto
147
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
E
Croce: compimento della volontà del Padre
148
Morte e vita
(croce - risurrezione - venuta escatologica)
F
Discepoli:
facendo memoria,
in obbedienza al comando del Signore
Morire per
di quanto Gesù ha vissuto in sé
Risurrezione/glorificazione
entrano nel dinamismo
di risurrezione
perché il Risorto è presente
Morte di Cristo come éschaton di salvezza
per dare la vita senza fine
Gv 19,30
149
150
25
L’Eucaristia NT
«Consumare questi segni dell’alleanza significa
avere la vita (Giovanni).
Paolo approfondisce l’idea sinottica dell’eucaristia
come funzione costitutiva ed unificante della
stessa comunità. I discepoli celebrano e
consumano il santo banchetto come permanente
memoria, ricordando la morte di Gesù,
proclamando la sua presenza (Paolo) e
attendendo, in speranza, il suo ritorno (sinottici,
Paolo»
L’ O R I Z Z O N T E P A T R I S T I C O
D E L L’ E U C A R I S T I A
F. Courth, I sacramenti, 226
151
Primi tre secoli
152
Eucaristia (II secolo)
Si formano
Indica l’azione liturgica e i doni
- Il Canone della Scrittura ispirata
- Didachè 9-10; 14-15 (web)
- Il Simbolo apostolico
Sensibilità occidentale
- La preghiera eucaristica
Sensibilità orientale
- Ignazio di Antiochia (+117): Efeso, Filadelfia, Smirne
- Giustino (+165): Apologia I (web); Dialogo con Trifone
- Ireneo (+202): Adversus haereses IV
- Ippolito (+235?): Traditio apostolica (web)
153
154
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Rendere grazie - 1. Anamnesi
«1. Riguardo all’eucaristia, così rendete grazie:
2. dapprima per il calice: Noi ti rendiamo grazie, Padre
nostro, per la santa vite di David tuo servo, che ci hai
rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
3. Poi per il pane spezzato: Ti rendiamo grazie, Padre
nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato per
mezzo di Gesù tuo servo. A te gloria nei secoli.
4. Nel modo in cui questo pane spezzato era sparso qua e
là sopra i colli e raccolto divenne una sola cosa, così si
raccolga la tua Chiesa nel tuo regno dai confini della terra;
perché tua è la gloria e la potenza, per Gesù Cristo nei
secoli».
Didachè 9,1-4
1. Anamnesi
Rendere grazie
eucaristico:
tre aspetti
2. Sacrificio
3. Benedizione
155
156
26
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Rendere grazie - 1. Anamnesi
«1. Dopo che vi sarete saziati, così rendete grazie: 2. Ti
rendiamo grazie, Padre santo, per il tuo santo nome che hai
fatto abitare nei nostri cuori, e per la conoscenza, la fede e
l’immortalità che ci hai rivelato per mezzo di Gesù tuo servo. A
te gloria nei secoli. 3. Tu, Signore onnipotente, hai creato ogni
cosa a gloria del tuo nome; hai dato agli uomini cibo e
bevanda a loro conforto, affinché ti rendano grazie; ma a noi
hai donato un cibo e una bevanda spirituali e la vita eterna
per mezzo del tuo servo. 4. Soprattutto ti rendiamo grazie
perché sei potente. A te gloria nei secoli. 5. Ricordati, Signore,
della tua chiesa, di preservarla da ogni male e di renderla
perfetta nel tuo amore; santificata, raccoglila dai quattro venti
nel tuo regno che per lei preparasti. Perché tua è la potenza e
la gloria nei secoli. 6. Venga la grazia e passi questo mondo».
Didachè 10,1-5
Rendere grazie - 1. Anamnesi
1. Anamnesi (lode riconoscente): Didachè
- per la redenzione (storia della salvezza)
- per la salvezza in Cristo
- per il dono di Cristo presente
- per il cibo e la bevanda per la vita eterna
- per la creazione
- tensione verso l’unità della Chiesa
157
158
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Rendere grazie - 2. Sacrificio
Didachè
Dopo aver confessato i peccati
affinché il vostro sacrificio sia puro (14,1)
Giustino
Sacrificio come nome
Rendere grazie - 3. Benedizione
Rendere grazie sui doni, pane e vino
Preghiera (Apologia I,13,1)
Ippolito
(Traditio apostolica 4)
Doni, pane e vino (Dialogo Trifone)
Consacrare i doni, pane e vino
Rendere grazie al Signore
Ireneo
(Adversus haereses
IV,18,6)
Sacrificio come azione
Consacrare i doni, pane e vino
159
160
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Ippolito
Ippolito
«Il vescovo, con tutto il collegio dei sacerdoti,
pronuncerà questa azione di grazie […] Ti
rendiamo grazie, o Dio, per mezzo del tuo Figlio
diletto, Gesù Cristo, che nella pienezza dei tempi
ci hai inviato come salvatore, redentore e portatore
della tua volontà. […] si è manifestato come tuo
figlio, nato dallo Spirito Santo e dalla Vergine. Ha
fatto la tua volontà e per acquistarti un popolo
santo, ha steso le mani, mentre soffriva, onde
liberare dalla sofferenza coloro che hanno creduto
in te”».
«Allora, sottostando ad una sofferenza liberamente
accettata, per distruggere la morte, calpestare
l’inferno, illuminare i giusti, confermare il testamento
e manifestare la sua risurrezione, egli prese del
pane, rese grazie e disse: “Prendete, mangiate,
questo è il mio corpo che sarà spezzato per voi.
Così pure per il calice, disse: “Questo è il mio
sangue che è sparso per voi. Quando fate ciò,
fatelo in memoria di me”».
Traditio apostolica, 4
Traditio apostolica, 4
161
162
27
Ippolito
Ippolito
«Ricordandoci dunque della sua morte e della
sua risurrezione, ti offriamo il pane e il calice,
rendendoti grazie, perché ci hai giudicati degni di
stare davanti a te e di servirti. Ti chiediamo di
inviare il tuo Spirito sull’offerta della santa
Chiesa, di raccogliere nell’unità coloro che si
comunicano, di colmarli dello Spirito Santo, per
rinforzare la loro fede nella verità. Così vogliamo
lodarti e glorificarti per mezzo del tuo Figlio, Gesù
Cristo. Per lui ti siano resi gloria ed onore, Padre e
Figlio con lo Spirito Santo nella santa Chiesa ora e
nei secoli dei secoli. Amen».
1. Anámnesis
Rendere grazie
eucaristico:
tre aspetti
2. Prosphorà
(offerta cultuale)
3. Epiclesis
Traditio apostolica, 4
163
Eucaristia (II secolo)
1. Anamnesi
Rendere grazie
eucaristico:
tre aspetti
164
Rendere
grazie
Convito
Anamnesi
Eucologia
Cristologia
Anamnesi
Anamnesi
Anamnesi
Sacrificio
Comunione
con Cristo
Offerta
(prosphorà)
Corpo e sangue
di Cristo
Benedizione
Martyria
Epiclesi
Risurrezione
del credente
2. Sacrificio
3. Benedizione
165
166
Ignazio di Antiochia
Eucaristia (II secolo)
- Eucaristia causa e segno dell’unità
Ignazio di Antiochia
Causa l’unità della Chiesa (Filadelfia)
(dimensione ecclesiologica)
L’Eucaristia
È la carne di Cristo (Smirne, Roma)
(dimensione cristologica)
Medicina per vivere in Cristo (Efeso)
e antidodo per non morire
«Preoccupati di attendere a una sola
eucaristia. Una è la carne di nostro Signore
Gesù Cristo e uno il calice nell’unità nel
suo sangue, uno è l’altare come uno solo è
il vescovo con il presbiterio e i diaconi, miei
conservi».
Filad. IV
(dimensione antropologica)
167
168
28
Ignazio di Antiochia
Eucaristia (II secolo)
Ignazio (alla Chiesa di Filadelfia)
- Eucaristia causa dell’unità
L’Eucaristia causa l’unità della Chiesa
Rendimento di grazie
«Procurate di radunarvi più frequentemente
per la divina Eucaristia e per lodare il
Signore. Perché quando vi adunate con
frequenza, le forze di Satana restano
annientate e la rovina che egli porta si dissipa
nella concordia della vostra fede».
Unità della Chiesa
- una sola eucaristia
- una sola carne di Cristo
- un solo calice
- un solo altare
- un solo vescovo
Efes. 13,1
169
Ignazio di Antiochia
170
Eucaristia (II secolo)
- Eucaristia è la carne e il sangue di Cristo
Ignazio (alle Chiese di Smirne, Roma)
«Voglio il pane di Dio,
quel pane che è la carne di Gesù Cristo,
figlio di David,
voglio per bevanda il suo sangue,
che è amore incorruttibile».
Eucaristia = carne di Cristo
- Pane di Dio = carne di Cristo, della stirpe di Davide
- Bevanda = il sangue di Cristo
Rm. 7,3
171
Ignazio di Antiochia
172
Eucaristia (II secolo)
- Eucaristia farmaco d’immortalità
«Ciascuno di voi in particolare e tutti insieme,
sorretti dalla grazia, animati da una stessa fede, e
concordi in Gesù Cristo, della stirpe di Davide
secondo la carne, figlio dell’uomo e figlio di Dio,
mantenetevi
indissolubilmente
uniti
nell’obbedienza ai vescovi e al collegio dei
presbiteri, spezzando un unico pane, che è
farmaco d’immortalità, antidoto che preserva
dalla morte e assicura per sempre la vita in
Gesù Cristo»
Ignazio (alla Chiesa di Efeso)
Eucaristia =
- Medicina per vivere sempre in Cristo Gesù
- Antidoto per non morire
- È necessaria la comunione nella Chiesa
(Efes. 20, 2)
173
174
29
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Ignazio
Giustino (Apologia I)
L’Eucaristia non è una cosa,
ma un processo di
- Rapporto con il battesimo e la vita
identificazione con Cristo
- Analogia con l’incarnazione
F. Courth, I sacramenti, 231
- Celebrazione eucaristica
Si tratta di un processo
che avviene nella communio della Chiesa
175
Giustino (rapporto con il battesimo e la vita)
176
Eucaristia (II secolo)
«dopo aver così lavato chi è divenuto credente e
ha aderito, lo conduciamo presso quelli che
chiamiamo fratelli, dove essi si trovano radunati, per
pregare insieme fervidamente, […], affinché, appresa
la verità, meritiamo di essere nei fatti buoni cittadini
e fedeli custodi dei precetti, e di conseguire la
salvezza eterna»
(I Apologia, 65,1)
«Questo cibo è chiamato da noi Eucaristia, e a
nessuno è lecito parteciparne, se non a chi crede che
i nostri insegnamenti sono veri, si è purificato con il
lavacro per la remissione dei peccati e la
rigenerazione, e vive così come Cristo ha
insegnato»
(I Apologia, 66,1)
Eucaristia (II secolo)
Giustino (Apologia I)
Analogia con l’incarnazione
Cristo = Verbo di Dio ha preso la carne e il sangue
Alimento consacrato = preghiera fatta al Verbo che
diviene corpo e sangue del Verbo incarnato
178
Giustino (analogia con l’incarnazione)
Giustino (Apologia I)
Analogia con l’incarnazione
1. Eucaristia = carne e sangue del Verbo fatto Uomo
2. Parallelo all’incarnazione
Preghiera eucaristica in nuce
L’Epiclesi al Verbo
Pneumatologia in nuce
«Infatti noi li prendiamo non come pane comune e
bevanda comune; ma come Gesù Cristo, il
nostro Salvatore incarnatosi, per la parola di
Dio, prese carne e sangue per la nostra
salvezza, così abbiamo appreso che anche
quel nutrimento, consacrato con la preghiera che
contiene la parola di Lui stesso e di cui si nutrono
il nostro sangue e la nostra carne per
trasformazione, è carne e sangue di quel Gesù
incarnato»
I Apologia, 66,2
179
30
Eucaristia (II secolo)
Eucaristia (II secolo)
Giustino (celebrazione)
Ireneo (Adversus haereses)
«Nel primo giorno chiamato “del sole”, si fa una
riunione in uno stesso luogo di tutti quelli che
abitano sparsi per le città o le campagne, e
vengono lette le memorie degli apostoli o gli scritti
dei profeti, finché il tempo lo consente. Quando il
lettore ha terminato, colui che è preposto alla
comunità, mediante un discorso, ammonisce ed
esorta all’imitazione di queste belle cose».
I Apologia, 67,3-4
Rendere grazie al Signore
Eucaristia
(sacrificio)
Consacrare i doni
«Noi non gli offriamo questo sacrificio
per i suoi (di Dio) bisogni, ma
- per ringraziarlo della sua potenza
- e per consacrare le offerte»
Creazione
Redenzione
181
182
Eucaristia (II secolo)
Ireneo (Adversus haereses)
Rendere grazie
Eucaristia (II secolo)
Dualismo, gnosi
Dualismo, gnosi
Bontà della creazione
Unità di carne e spirito
Eucaristia
terreno
Bontà della creazione
celeste
Azione del Verbo
(trasformante)
Eucaristia
terreno
Pane dalla terra
Ireneo (Adversus haereses)
(due elementi)
celeste
Antropologia: il nostro corpo
è nel raggio della salvezza
perché nutrito dal corpo di Cristo
183
184
Scuola alessandrina
Scuola antiochena (+ cappadoci)
Attenzione allo “spirito” (Platone)
Attenzione alla “materia” (Aristotele)
Il Verbo rivela la Verità
Il Verbo si rivela nella storia
Comunione = “conoscenza” della Verità
Comunione = partecipazione
alla ri-presentazione nella storia
del mistero di Cristo
Nuovo ēthos (cuore biblico)
Svalutazione della “materia”
Lo spirito attualizza la storia salvifica
185
186
31
Padri latini
Padri latini
Tertulliano
Attenzione ai doni offerti (ambito pragmatico)
Carattere sacrificale dell’Eucaristia
1. Attenzione alla “fisicità”
Legame con la croce
Tertulliano
2. Sottolineatura giuridica
Come se Cristo morisse di nuovo
3. Rilevanza della presenza di Cristo
nelle offerte
Eucaristia: sacrificium crucis in forma sacramentale
- Tertulliano (+220), Adversus Marcionem
- Cipriano (+258), Epistula 63; 70
187
188
Padri latini
Padri latini
Cipriano
Azione che rende presente l’oblazione di Cristo
L’Eucaristia non solo ricorda la Pasqua di Cristo
nella comunità.
ma la rende presente
quando la comunità ne fa memoria.
La comunità rivive quella azione
partecipandovi in prima persona
Comunione della Chiesa
venendo trasformata in essa.
frutto e presupposto
dell’Eucaristia
189
190
Padri latini
- Ambrogio (+397)
(Medioevo latino)
Ambrogio
Segno sacramentale:
Dottrina eucaristica
corpo e sangue di Cristo, presente
De mysteriis
oggettività
cristica
Consecratio:
- Agostino (+430)
(Medioevo latino)
- Gregorio M. (+604)
(Medioevo latino)
Teologia
(Trinità, antropologia)
parola di Cristo, ripetuta
De sacramentis
Sacrificio
Spiritualità
Cancellare i peccati
191
192
32
Ambrogio
Ambrogio
Segno sacramentale:
corpo e sangue di Cristo, presente
De mysteriis
Corpo e sangue di Cristo sono presenti
«Vera utique caro Christi, quae crucifixa est, quae
sepulta est: vere ergo carnis illius sacramentum
est»
- oggettivamente: nel segno sacramentale
- non soggettivamente: nella fede di chi partecipa
«È la vera carne di Cristo, che venne crocifissa e
sepolta. È, quindi, veramente il sacramento di
quella carne».
193
194
Ambrogio
Ambrogio
Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta
Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta
Dato biblico (De mysteriis):
- parola di Elia: fa scendere il fuoco
- parola di Cristo: ottiene la consacrazione
La consecratio non è causata:
- dall’epiclesi al Verbo
Dato liturgico (De sacramentis):
- parola del vescovo: prega, loda
- parola di Cristo: ottiene la consacrazione
- dall’epiclesi allo Spirito Santo
La consecratio è causata dalla parola di Cristo ripetuta
Dato cosmologico (De sacramentis):
- parola del Signore: crea dal nulla
- parola di Cristo: trasforma la creazione
196
195
Ambrogio
Ambrogio
Consecratio:
parola di Cristo, ripetuta
Cambiamento causato dalla parola di Cristo:
sacrificio
Ricordo della morte di Gesù
cancellare
i peccati
Assumere il sacramento
Eucaristia
- Non cambiamento di significato (nuova funzione)
- Trasformazione reale (nuova realtà)
Necessità
della fede
- Non percepibile all’esterno
197
198
33
Agostino
Agostino
Ambrogio
Platonismo agostiniano
Identità (del sacramento)
Prospettiva liturgica: realismo
Dimensione cristologica
Ecclesiale
Agostino
Eucaristia
Dimensione ecclesiologica
Soggetti
Antropologico
Dimensione sacrificale
Prospettiva ecclesiologica: simbolismo
199
200
Agostino
Agostino
Leggere Agostino nel suo contesto
Realista (cattolici)
Agostino
e nell’orizzonte dei destinatari
(Aristotele)
(ermeneutica)
Simbolica (protestanti)
Recupero di Agostino “recente”
(Platone)
Non leggere Agostino con una ermeneutica
posteriore e pre-definita.
Costituirebbe un apriori ideologico
che applicherebbe ad Agostino
Concilio Vaticano II
problematiche successive
201
202
Agostino
Agostino
I due aspetti (simbolo e realtà)
Realista: catechesi
Pastore
Simbolico: trattati
Teologo
Agostino 1
oggi sono visti come complementari
non vi è contrapposizione tra immagine e realtà
Agostino 2
Eucaristia: simbolo reale
203
Realista e simbolico nella stessa opera
204
34
Agostino
Agostino
Realista
«Nessuno mangia di quella carne
senza prima essersi prostrato in adorazione»
Annuncio dell’Eucaristia
come corpo e sangue di Cristo
Realista:
«È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla;
le parole che vi ho detto sono Spirito e vita» (Gv 6,63)
Segno che indica un’altra realtà:
pneumatica
Simbolico:
Simbolico
«Ciò che vi ho detto dovete intenderlo in modo
spirituale»
Agostino, En. in Ps. 98,9
205
206
Platonismo agostiniano
Platonismo agostiniano
La copia
Il signum contiene
(secundum quaedam modum) la res
senza esaurirla
(signum, segno esteriore, immagine, figura)
perché al tempo stesso rimanda
ad essa (res ipsa)
trascendendo il signum
non è una semplice ombra
senza valore rispetto alla realtà (res),
ma la forma in cui l’originale
«Aliud videtur, aliud intelligitur»
si rende storicamente presente.
signum
res
207
208
Celeste
«Aliud videtur, aliud intelligitur»
Aristotele
Platonismo
agostiniano
Motivo cristologico:
comunione con Cristo
Res importante
Terrestre
signum
res
Eucaristia
Corpo e sangue
di Cristo
Realtà
Prototipo
Platone
(ontologico)
Motivo
ecclesiologico:
Ricevono
gli indegni
Non in comunione
con Cristo.
Signum poco
importante
Polemica antidonatista:
non ricevono Cristo
Ricevono
i buoni
Realtà
Prototipo
209
Realtà
Immagine
Figura
Copia
(ontologico)
Immagine
Figura
Copia
Res
Signum
Platonismo-agostiniano
210
35
Agostino (cristologico)
Agostino (ecclesiologico)
Sacramentum tantum
Segno esteriore
1
Res tantum
Effetto del sacramento 2
Sacramentum tantum
Segno esteriore
1
Res tantum
Effetto del sacramento 2
1. Mangiare la carne (realismo)
1. Mangiare la carne (realismo)
2. Dimorare in Cristo che dimora in me (simbolismo)
2. Membra del Corpo di Cristo, la Chiesa (simbolismo)
211
«Il tuo nutrimento sia la vita, la tua bevanda sia la
vita; avrai la vita e la vita sussiste nella sua
integrità. Allora avverrà questo, cioè, che corpo e
sangue di Cristo saranno la vita per ognuno,
se ciò che si riceve visibilmente nel
Sacramento si mangi spiritualmente, si beva
spiritualmente nella realtà propria significata.
Abbiamo ascoltato il Signore stesso che dice: “È
lo Spirito che dà la vita; la carne, invece, non
serve a nulla. Le parole che vi ho detto sono
spirito e vita” (Gv 6, 54-65)».
212
«Una giustizia che essi presumevano dalle loro
forze,
illudendosi
di
poterla
compiere
appoggiandosi sulla propria virtù. Ora, nessuno
può adempiere la legge, senza l’aiuto della
grazia, che è il pane che discende dal cielo.
Compie la legge - dice in maniera concisa
l’Apostolo, - soltanto chi ama (Rm 13, 10): chi
ama non il denaro, ma chi ama Dio; chi ama non
la terra o il cielo, ma colui che ha fatto il cielo e la
terra. Donde attinge, l’uomo, questo amore?».
Agostino, In Jo tr. 26,1 (comm. Gv 6,41-59)
Agostino, Sermo 131 (comm. Gv 6,54-66)
213
214
«“E tutti bevvero la medesima bevanda spirituale”.
Era diversa la loro bevanda dalla nostra solo nella
specie visibile, ma era identica nella virtù
spirituale da essa significata. In che senso essi
“bevevano la medesima bevanda?” Bevevano - dice
– “ad una pietra spirituale che li accompagnava”, e
quella pietra era Cristo (1Cor 10, 4). […]. “Questo
è” - dunque – “il pane che discende dal cielo,
affinché chi ne mangia non muoia” (Gv 6, 50). Ma
questo si riferisce alla virtù del sacramento, non
alla sua forma visibile: ciò che conta è che uno
mangi interiormente, non solo esteriormente:
che mangi col cuore, non che mastichi coi
denti».
«Ascoltiamo lo stesso Apostolo: L’amore di Dio
viene riversato nei nostri cuori per mezzo dello
Spirito Santo che ci è stato donato (Rm 5, 5). Il
Signore, che avrebbe donato lo Spirito Santo,
affermò di essere il pane che discende dal cielo,
esortandoci a credere in lui. Mangiare il pane
vivo, infatti, significa credere in lui. Chi crede,
mangia; in modo invisibile è saziato, come in
modo altrettanto invisibile rinasce. Egli rinasce
di dentro, nel suo intimo diventa un uomo
nuovo. Dove viene rinnovellato, lì viene saziato».
Agostino, In Jo tr. 26,1 (comm. Gv 6,41-59)
Agostino, In Jo tr. 26,12 (comm. Gv 6,41-59)
215
36
«Ciò che vedete sopra l’altare di Dio,
l’avete visto anche nella notte passata;
ma non avete ancora udito che cosa sia,
che cosa significhi, di quale grande realtà
nasconda il mistero. Ciò che vedete è il
pane e il calice: ve lo assicurano i vostri
stessi occhi. Invece secondo la fede
che si deve formare in voi il pane è il
corpo di Cristo, il calice è il sangue di
Cristo».
«“Chi mangia la mia carne e beve il mio
sangue, dimora in me ed io in lui” (Gv 6,
57). Mangiare questo cibo e bere questa
bevanda, vuol dire dimorare in Cristo e
avere Cristo sempre in noi. Colui invece
che non dimora in Cristo, e nel quale
Cristo non dimora, né mangia la sua
carne né beve il suo sangue, ma mangia
e beve a propria condanna […]».
Agostino, In Jo tr. 26,18 (comm. Gv 6,41-59)
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti)
217
«[…] questo pane come può essere il
suo corpo? E questo calice, o meglio ciò
che è contenuto nel calice, come può
essere il sangue suo? Queste cose,
fratelli, si chiamano sacramenti proprio
perché in esse si vede una realtà e se ne
intende un’altra (Aliud videtur, aliud
intelligitur). Ciò che si vede ha un
aspetto materiale, ciò che si intende
produce un effetto spirituale».
Agostino, Sermo 272 (Omelia ai neofiti)
219
«Quando si facevano gli esorcismi su di voi venivate,
per così dire, macinati; quando siete stati battezzati,
siete stati, per così dire, impastati; quando avete
ricevuto il fuoco dello Spirito Santo siete stati, per
così dire, cotti. Siate ciò che vedete e ricevete ciò
che siete. Questo disse l’Apostolo in riguardo al
pane. E ciò che dobbiamo intendere del calice,
anche se non è stato detto, ce l’ha fatto capire
abbastanza. Come infatti perché ci sia la forma
visibile del pane molti chicchi di grano vengono
impastati fino a formare un’unica cosa - come se
avvenisse quanto la sacra Scrittura dice dei fedeli:
“Avevano un’anima sola e un solo cuore protesi
verso Dio” (At 4, 32) - così è anche per il vino».
Agostino, Sermo 272
218
«Se vuoi comprendere [il mistero] del corpo di Cristo,
ascolta l’Apostolo che dice ai fedeli: “Voi siete il corpo di
Cristo e sue membra” (1Cor 12,27). Se voi dunque siete il
corpo e le membra di Cristo, sulla mensa del Signore è
deposto il mistero di voi: ricevete il mistero di voi. A ciò che
siete rispondete: Amen e rispondendo lo sottoscrivete. Ti si
dice infatti: Il Corpo di Cristo, e tu rispondi: Amen. Sii
membro del corpo di Cristo, perché sia veritiero il tuo
Amen. Perché dunque [il corpo di Cristo] nel pane? […]
ascoltiamo sempre l’Apostolo il quale, parlando di questo
sacramento, dice: “Pur essendo molti formiamo un solo
pane, un solo corpo” (1Cor 10,17). Cercate di capire ed
esultate. Unità, verità, pietà, carità. “Un solo pane”: chi è
questo unico pane? “Pur essendo molti, formiamo un solo
corpo”. Ricordate che il pane non è composto da un solo
chicco di grano, ma da molti».
Agostino, Sermo 272
Il signum (videtur) similitudo alla res (intelligitur)
Ciò che i segni del pane e del vino
indicano a livello visibile (videtur)
(unità di più chicchi di frumento, di più acini di uva)
[tra il videtur e l’intelligitur c’è similitudo]
il sacramento (l’Eucaristia)
realizza a livello invisibile (intelligitur)
(unità della Chiesa, aspetto mistico)
La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
diventa ciò che è: comunione,
quindi unità ecclesiale e corpo di Cristo
222
37
«Se dunque avrete in lui la vita, sarete con lui in
una sola carne. Non è infatti che questo
sacramento dia il corpo di Cristo per poi lasciarvene
separati. E l’Apostolo ricorda che questo era già
stato predetto nella santa Scrittura: I due
formeranno una carne sola. Questo mistero è
grande, soggiunge, lo dico in riferimento a Cristo e
alla Chiesa (cf. Ef 5,31-32). E in un altro passo,
riguardo a questa medesima Eucarestia, dice:
Uno solo è il pane, e noi, pur essendo molti,
siamo un corpo solo (1Cor 10,17)».
«Voi quindi cominciate a ricevere quel
che già avete cominciato ad essere,
purché non lo riceviate indegnamente,
mangiando e bevendo la vostra condanna».
Agostino, Sermo 228 B
Agostino, Sermo 228 B
L’Eucaristia è letta in chiave sponsale
223
Sintesi su Agostino
224
Sintesi su Agostino
«La virtù propria di questo sacramento
La Chiesa quando celebra l’Eucaristia
è l’unità:
diventa ciò che è: comunione,
un’unità tale che,
riuniti nel suo corpo e divenuti sue membra,
noi siamo ciò che riceviamo».
quindi unità ecclesiale e corpo di Cristo
e noi diventiamo ciò che riceviamo (Cristo).
Agostino, Sermo 57,7,7
225
226
Sintesi su Agostino
Unità ecclesiale
Eucaristia
EPOCA
MEDIEVALE
Corpo di Cristo
Implicazione antropologica:
diventiamo ciò che riceviamo
227
228
38
Epoca carolingia (IX sec.)
Epoca carolingia (IX sec.)
Pascasio Radberto - Ratramno
Orizzonte metafisico
Medioevo
eucaristico
Inizio II millennio (XI sec.)
Area culturale
franco-germanica
Berengario - Lanfranco
Orizzonte ermeneutico
Scolastica (XIII sec.)
Tommaso
Bonaventura
229
230
Epoca carolingia (IX sec.)
Epoca carolingia (IX sec.)
Area culturale franco-germanica
Ermeneutica: lettera e/o allegoria
Orizzonte
metafisico
- Lettera
grammatica: Parola = etimologia
(Aristotele, Antiochia)
Esiste solo ciò che è presente in re
- Allegoria
L’immagine, la figura, non ha in sé una vera realtà,
retorica: Parola = significato nella frase
(Platone, Alessandria)
come nel platonismo agostiniano
Trivium: grammatica, retorica, dialettica
231
232
Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
Domanda:
Metafisica
presenza di Cristo nell’Eucaristia
Realismo-materiale
Ermeneutica
Lettera
(Alcuino, Amalario di Metz)
vera o simbolica?
Pascasio Radberto
[Lanfranco]
Eucaristia
Prospettiva patristica: greca e latina
Simbolismo-spiritualista
Simbolico = reale
Spirito
(Beda, Gv Scoto Eriugena, Floro)
che rimanda alla realtà piena,
quella celeste
Ratramno
[Berengario]
233
234
39
Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
A
1
Pascasio Radberto
Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
Pascasio Radberto (+859)
2
Ratramno
Tempo
De corpore et sanguine Domini
1?
Pascasio Radberto
B
Carlo il calvo
(Abate di Corbie)
Eucaristia =
corpo storico
di Gesù
= nato da Maria
= posto sulla croce
2?
Ratramno
AoB?
Eucaristia = ripete la passione di Gesù
(Cf. G. d’Onofrio, Storia della teologia medievale, I, 201-202)
235
236
Epoca carolingia (IX sec.)
(Pascasio Radberto - Ratramno)
Ratramno (+868)
Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario)
(Monaco di Corbie)
De corpore et sanguine Domini
Realtà
Prototipo
Res
Immagine
Figura
Copia
Signum
Platonismo-agostiniano
Ratramno
Veritas
Corpo di Cristo storico/metastorico
Lettera
Simbolismo-spiritualista
Spirito
Eucaristia
Mysterium
Imago
Species
Berengario
Eucaristia
(da Maria, crocifisso e risorto)
(Spiritualiter)
(Corporaliter)
Realismo-materiale
Lanfranco
237
S.P. Bonanni, La controversia eucaristica dell’XI secolo
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 145-161
Inizio II millennio (XI sec.)
Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario)
(Lanfranco - Berengario)
Berengario di Tours (+1088)
Magister della scuola di Tours
(ex discepolo di Chartres)
Scrive a Lanfranco
scopre il
che è in un concilio a Roma (1050).
238
Berengario
De corpore et Sanguine Domini
La lettera di Berengario letta (pubblicamente)
di Ratramno
Lanfranco deve esprimersi (pubblicamente)
lo attribuisce a Giovanni Scoto Eriugena
Il concilio scomunica di Berengario
L’ermeneutica simbolica è autorevole (Eriugena)
239
240
40
Inizio II millennio (XI sec.)
Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario)
(Lanfranco - Berengario)
Berengario
Sinodo di Roma 1059 (DH 690)
(sensualiter)
Invitato al sinodo di Vercelli
Berengario, Scriptum contra Synodum
non si presenta
Lanfranco, De corpore et sanguine Domini
Sinodo di Roma 1059
(sensualiter)
Sinodo di Roma 1079 (DH 700)
(converti, substantialiter, substantia, veram)
241
242
Inizio II millennio (XI sec.)
Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario)
Realtà
Prototipo
(Lanfranco - Berengario)
Berengario
(ontologico)
Immagine
Figura
Copia
Res
Signum
Importanza del soggetto
Veritas
Platonismo-agostiniano
che riceve il sacramento
Berengario
Figura
Corpo di Cristo storico/metastorico
il quale non è oggettivamente
Eucaristia
in corpo di Cristo
(da Maria, crocifisso e risorto)
ma lo è per l’uomo spirituale
(Visibile)
(Invisibile)
Sostanza = accidenti
= pane e vino 243
244
Inizio II millennio (XI sec.)
Inizio II millennio (XI sec.)
(Lanfranco - Berengario)
(Lanfranco - Berengario)
Berengario
Lanfranco di Pavia (+1089)
- Estremizza Agostino (= gli eretici non ricevono Cristo)
Sostanza
Corpo e sangue di Cristo
- Importanza del soggetto (sec. XI, Abelardo)
Figure esteriori (species)
Pane e vino
- Platonismo ontologico
Guitmondo di Aversa (+1095)
Realtà
Prototipo
(ontologico)
Platone
anima
Immagine
Figura
Copia
Substantialiter transmutata
Substantia mutari
245
246
41
Transustanziazione
Gregorio VII, sinodo di Roma 1079
Transustanziazione: aspetti accolti e positivi
«panem et vinum, quae ponitur in altari, per mysterium
sacrae orationis et verba nostri Redemptoris substantialiter
converti in veram et propriam ac vivificantem carnem et
sanguinem Iesu Christi Domini nostri et post consecrationem
esse verum Christi corpus [...] in veritate substantiae»
(DH 700)
- La presenza di Cristo realtà previa alla fede
- Ricucita la frattura tra sacramentum tantum e res sacramenti
- Cristo presente nell’Eucaristia in modo sostanziale, quindi:
1. Non ha dimensioni, è immateriale e invisibile
Concilio Lateranense IV (1215)
2. Merita l’adorazione
«cuius [Iesus Christus] corpus et sanguis in sacramento
altaris sub specibus panis et vini veraciter continetur,
transsubstantiatis pane in corpus, et vino in sanguinem»
(DH 802)
247
248
(ontologico)
Immagine
Figura
Copia
Res
Signum
Realtà
Prototipo
Transustanziazione: obiezioni del XX secolo
Platonismo
agostiniano
- Termine troppo filosofico, quindi:
Signum tantum
Sacramentum
Sacr.tum tantum
Res tantum
Res sacramenti
1. Piega la fede a una visione razionale
2. Difficoltà di comprensione in una diversa visione concettuale
(scienze naturali, prospettiva meno metafisica)
Invisibile
Visibile
Prima scolastica
Pietro Lombardo
(Summa Sententiarum)
Res tantum
Res sacramenti
249
Tommaso
Signum tantum
Res et signum
Sacr.tum
tantum
Res et sacramentum
250
Primo millennio
Ugo di S. Vittore
Spirito Santo
1 Sacramentum tantum
Species (segno)
Visibile
Effetti / Grazia
2 Res et sacramentum
Veritas (realtà)
Visibile/
invisibile
Corpus Christi
eucaristico
Corpus Christi
ecclesiale
B
D
3 Res sacramenti
Virtus (potenza)
3
Invisibile
Secondo millennio
2°e 3°momento
1 Segno esteriore, specie visibili, sacramento in sé e per sé
Attualizzazione del sacrificio di Cristo
Presenza reale del suo corpo e sangue B
A
2 Effetto intermedio:
3 Fine del sacramento: Grazia dona
C
Incontro col Signore
Appartenenza alla Chiesa D
Accentuazioni
Dimensione sacrificale
A
Dimensione individuale C
252
42
Radberto
Ratramno
(nominale)
Primo millennio
Corpus Christi
eucaristico
Corpus Christi
ecclesiale
B
D
Corpus Christi
eucaristico
B
II millennio
Chiesa
(unità)
Eucaristia
Eucaristia
Chiesa
(unità)
Corpus Christi verum
Secondo millennio
A
I millennio
Memoria
Sacrificio di
Cristo
Corpus Christi mysticum
C
Incontro
(individuale)
col Signore
H. de Lubac, Corpus mysticum (1944)
253
Primo millennio
P. Sguazzardo, Corpus Christi tra primo e secondo millennio
in R. Nardin - G. Tangorra (edd.), Sacramentum caritatis, 131-144
254
Secondo millennio (Pietro Lombardo)
Corpus Christi Mysticum (Eucaristia)
Corpus Christi Mysticum (Chiesa)
Dall’ambito sacramentale
Naturale e sociale
(giuridico)
Visibile e invisibile insieme
Corpus Christi Verum (Eucaristia)
Corpus Christi Verum (Chiesa)
Presenza reale
del corpo e sangue di Cristo
Fine: unità della Chiesa
255
256
Ignazio di Antiochia (I millennio)
Primo millennio
Res sacramenti
Eucaristia al centro
Celebrata dal vescovo che presiede la comunità:
- l’eucaristia fonda la comunità
- il vescovo è il primo ministro dell’eucaristia
- l’episcopato come sacramento originario dell’Ordine
Chiesa (unità)
Secondo millennio
Res sacramenti
Tommaso (II millennio)
Eucaristia al centro
Celebrata dal singolo presbitero che consacra:
- l’eucaristia “indipendente” dalla comunità
- l’eucaristia questione “privata” del presbitero
- l’episcopato non è un sacramento
Presenza reale
257
258
43
Prospettiva ieratica della celebrazione
Pietà eucaristica
- Preghiera eucaristica in silenzio
Negazione della presenza reale (Berengario)
- Comunione sotto una specie
- Frequenza alla comunione bassissima
- Adorazione eucaristica
- Festa del Corpus Domini (1264)
Concilio Lateranense IV (1215):
comunione almeno una volta all’anno
- Sottolineatura dei miracoli eucaristici
260
259
Tommaso
Deviazioni
Summa theologiae III, qq. 73-83
- Vedere l’Ostia senza fare la comunione
- Il sacrificio eucaristico
«Primo, del sacramento in se stesso [q. 73]; secondo, della
non posto in rapporto sacramentale
al sacrificio di Cristo sulla croce
ma svincolato da esso
Sacrificio = opera buona da compiere e da offrire a Dio
sua materia [q. 74]; terzo, della sua forma [q. 78]; quarto, dei
suoi effetti [q. 79]; quinto, di coloro che lo ricevono [q. 80];
sesto, del suo ministro [q. 82]; settimo, del suo rito [q. 83].
Sul primo tema esamineremo:
1. Se l’Eucaristia sia un sacramento;
2. Se sia un sacramento unico o molteplice;
3. Se sia necessario per la salvezza;
4. Le sue denominazioni;
5. La sua istituzione;
6. Le sue prefigurazioni»
STh III, q. 73, Pr.
Moltiplicazione delle Messe e degli altari
261
262
Tommaso
Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp.
Summa theologiae III, q. 73, a. 1 resp
Sacramento:
segno e strumento
della vita spirituale dell’essere umano
«Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
Baptismum, qui est spiritualis generatio, et
confirmationem, quae est spirituale augmentum;
ita oportuit esse sacramentum Eucharistiae,
quod est spirituale alimentum»
«Sacramenta
Ecclesiae
ordinantur
ad
subveniendum homini in vita spirituali. Vita autem
spiritualis vitae corporali conformatur, eo quod
corporalia spiritualium similitudinem gerunt»
263
264
44
Tommaso
Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 2um
Summa theologiae III, q. 73, a. 1, ad 3um
«Nam in sacramento Eucharistiae id quod
est res et sacramentum, est in ipsa materia;
id autem quod est res tantum, est in
suscipiente, scilicet gratia quae confertur.
In Baptismo autem utrumque est in
suscipiente, et character, qui est res et
sacramentum;
et
gratia
remissionis
peccatorum, quae est res tantum.
Et eadem ratio est de aliis sacramentis»
«Sicut autem
se habet virtus spiritus sancti
ad aquam Baptismi,
ita se habet corpus Christi verum
ad species panis et vini»
265
266
Tommaso
Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, ad 3um
Summa theologiae III, q. 73, a. 3, resp.
«Baptismus est principium spiritualis vitae, et
ianua sacramentorum. Eucharistia vero est quasi
consummatio spiritualis vitae, et omnium
sacramentorum finis, ut supra dictum est, per
sanctificationes enim omnium sacramentorum fit
praeparatio ad suscipiendam vel consecrandam
Eucharistiam. Et ideo perceptio Baptismi est
necessaria ad inchoandam spiritualem vitam,
perceptio autem Eucharistiae est necessaria ad
consummandam ipsam»
«quod Baptismus est sacramentum mortis et
passionis Christi prout homo regeneratur in
Christo virtute passionis eius. Sed Eucharistia
est sacramentum passionis Christi prout homo
perficitur in unione ad Christum passum. Unde,
sicut Baptismus dicitur sacramentum fidei, quae
est fundamentum spiritualis vitae; ita Eucharistia
dicitur sacramentum caritatis, quae est
vinculum perfectionis, ut dicitur Coloss. III [Col.
3, 14»
267
268
Tommaso
Tommaso
Summa theologiae III, q. 73, a. 4, resp.
Summa theologiae III, q. 73, a. 4, resp.
Eucaristia
Signum commemorativum
Tre significati:
Eucaristia come:
- Memoriale della passione di Gesù
(Passato) Commemorativum passionis (sacrificium)
(Presente) Communionis (communio, synaxis)
Cristo
Chiesa
(Futuro) Praefigurativum fruitionis Dei (viaticum)
- Sacrificio dell’oblazione di Gesù
- Compimento e inclusione dei precedenti sacrifici
dell’AT e dell’umanità
Beatitudine
eterna
269
270
45
Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
Summa theologiae III, q. 73, a. 6 resp.
«Sed agnus paschalis quantum ad haec tria
«tria considerare possumus, scilicet id quod est
sacramentum tantum, scilicet panis et vinum; et id
quod est res et sacramentum, scilicet corpus Christi
verum; et id quod est res tantum, scilicet effectus
huius sacramenti. Quantum igitur ad id quod est
sacramentum tantum potissima figura fuit huius
sacramenti oblatio Melchisedech, qui obtulit panem et
vinum. Quantum autem ad ipsum Christum passum,
qui continetur in hoc sacramento, figurae eius fuerunt
omnia sacrificia veteris testamenti; et praecipue
sacrificium expiationis, quod erat solemnissimum.
Quantum autem ad effectum, fuit praecipua eius
figura manna».
praefigurabat hoc sacramentum. Quantum enim
ad primum, quia manducabatur cum panibus
azymis, [...]. Quantum vero ad secundum, quia
immolabatur ab omni multitudine filiorum Israel
quartadecima luna, quod fuit figura passionis
Christi, qui propter innocentiam dicitur agnus.
Quantum vero ad effectum, quia per sanguinem
agni paschalis protecti sunt filii Israel a
devastante Angelo, et educti de Aegyptiaca
servitute. Et quantum ad hoc, ponitur figura huius
sacramenti praecipua agnus paschalis, quia
secundum omnia eam repraesentat».
271
272
Summa theologiae III, q. 74, a. 1, resp.
Pane e vino, materia conveniente
del sacramento
Vedere la scheda 3058
«Christus hoc sacramentum sub specie
panis et vini instituit, sicut patet Matth.
XXVI. Unde panis et vinum sunt materia
conveniens huius sacramenti».
273
274
Summa theologiae III, q. 75, a. 1, ad 1um
Summa theologiae III, q. 75, a. 1, resp.
Eucaristia simbolo reale del corpo e sangue di Cristo
«Respondeo dicendum
quod verum corpus Christi et sanguinem
esse in hoc sacramento,
non sensu deprehendi potest,
sed sola fide,
quae auctoritati divinae innititur»
275
«haeretici
[...],
male
verba
Augustini
intelligentes. Cum enim Augustinus dicit, non
hoc corpus quod videtis manducaturi estis, non
intendit excludere veritatem corporis Christi, sed
quod non erat manducandum in hac specie in
qua ab eis videbatur. Per hoc autem quod
subdit,
sacramentum
vobis
aliquod
commendavi, spiritualiter intellectum vivificabit
vos, non intendit quod corpus Christi sit in hoc
sacramento solum secundum mysticam
significationem, sed spiritualiter dici, idest,
invisibiliter et per virtutem spiritus»
276
46
Summa theologiae III, q. 78, a. 1, resp.
«hoc sacramentum ab aliis sacramentis differt in duobus.
Primo
[...] hoc sacramentum perficitur in consecratione
materiae, alia vero sacramenta perficiuntur in usu materiae
consecratae. Secundo, quia in aliis sacramentis consecratio
materiae consistit solum in quadam benedictione, ex qua
materia consecrata accipit instrumentaliter quandam
spiritualem virtutem, [...]. Sed in hoc sacramento consecratio
materiae consistit in quadam miraculosa conversione
substantiae [...]. Unde minister in hoc sacramento perficiendo
non habet alium actum nisi prolationem verborum. [...] ideo
forma huius sacramenti differt a formis aliorum sacramentorum
in duobus. Primo [...] formae aliorum sacramentorum important
usum materiae, puta baptizationem vel consignationem, sed
forma huius sacramenti importat solam consecrationem
materiae, [...] transubstantiatione [...]; puta cum dicitur, hoc est
corpus meum, vel, hic est calix sanguinis mei»
Summa theologiae III, qq. 79-81
- Sacramento della grazia
- Uso di questo sacramento
- Ha per oggetto Cristo Signore
Summa theologiae III, q. 82
Ministro di questo sacramento
278
Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
«[…] dopo la consacrazione sacerdotale che ha
luogo pronunciando la forma orale istituita dal
Signore; cioè sopra il pane: Questo è il mio
corpo; sopra il vino: Questo è il mio sangue. Con
le quali parole, pronunciate dal sacerdote con
l’intenzione di compiere [il sacramento], sono
transustanziati (transsubstantiatur) entrambi gli
elementi secondo la sostanza nel corpo e nel
sangue di Gesù Cristo, rimanendo le specie
sensibili, in entrambe le quali è contenuto
totalmente non in modo circoscritto, ma
sacramentalmente tutto Cristo»
« il Verbo incarnato […] non solo istituì il
sacramento che ci genera alla grazia (gratiae
generaret), come il battesimo, e ci facesse
crescere e ci fortificasse (augmentaret et
roboraret)
una
volta
generati,
come
la
confermazione, ma anche che ci nutrisse
(enutriret) una volta generati e cresciuti, come il
sacramento dell’eucaristia; motivo per cui questi tre
sacramenti sono dati a tutti coloro che accedono
alla fede»
279
280
Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
Bonaventura
«Poiché il nostro nutrimento […] si rivolge ad
ognuno dei fedeli per la conservazione della
devozione a Dio, dell’amore al prossimo e del
diletto interiore; e poiché la devozione a Dio si
esercita con l’offerta del sacrificio (per sacrificii
oblationem), l’amore al prossimo con la comunione
ad un unico sacramento (per unius sacramenti
communionem) e il diletto interiore con il ristoro del
viatico; ne consegue che […] diede questo
sacramento dell’eucaristia come sacrificio di offerta
(sacrificium oblationis), come sacramento di
comunione (sacramentum communionis) e come
viatico di ristoro (viaticum refectionis)»
- Sacrificio
Cristo presente, realmente
- Sacramento
Amore fraterno, unità della Chiesa
- Viatico
Ristoro spirituale
Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
281
282
47
Bonaventura, Breviloquium, VI, 9
Cosa mangerebbe un topo
se per disavventura rodesse un’ostia consacrata?
«Da ultimo, poiché la nostra capacità di ricevere
efficacemente Cristo non risiede nella carne, bensì
nello Spirito; non nel ventre, bensì nella mente; e la
mente non attinge Cristo se non per mezzo della
conoscenza e dell’amore, per mezzo della fede e
della carità, in modo tale che la fede illumina per la
riflessione, e la carità infiamma per la devozione
(caritas inflammat ad devotionem) […] bisogna che
mangi spiritualmente, sicché con la riflessione di
fede mastichi, con la devozione d’amore riceva;
sicché per mezzo di queste cose, non egli trasformi
Cristo in sé, ma piuttosto sia egli stesso trasportato
nel di lui mistico corpo (in eius mysticum corpus»
Tommaso
Il topo mangia il vero corpo di Cristo,
perché gli accidenti del pane, finché restano incorrotti,
sono segno della sostanza del corpo di Cristo,
e dove si trovano gli accidenti, lì si trova,
tramite gli stessi accidenti,
la sostanza del Corpo di Cristo.
IV lib. Sent., d. 9, a. 2, q. 3; STh III, q. 80, a. 3, ad 3
283
Cosa mangerebbe un topo
se per disavventura rodesse un’ostia consacrata?
284
Oggettività del corpo di Cristo
Tommaso
Bonaventura
- Legata alla parola di Cristo
- Legata agli accidenti
- Indipendentemente dalla fede
Il topo non mangia il vero corpo di Cristo,
perché Cristo è nelle specie
per un uso unicamente umano,
questa è volontà istitutiva del memoriale conviviale;
poiché la manducazione da parte del topo
è al di fuori di questa volontà istitutiva di Cristo,
non si può sostenere che il topo mangi il corpo di Cristo.
Oggettività del corpo di Cristo
Bonaventura
- Legata alla volontà di Cristo
- Uso umano
IV lib. Sent., d. 13, a. 2, q. 1-2
285
286
Tardo medioevo: teorie
Tardo medioevo: teorie
Presenza reale: transustanziazione
Rielaborate le teorie dell’alto medioevo
- Trasformazione (pane e vino si dissolvono: gocce-oceano)
- Consustanziazione (pane e vino restano)
Riforma
Directa:
Diretta
Tommaso
conc. Trento
Adduzione
Gv Duns Scoto
Transustanziazione
287
Tommaso
conc. Trento
Adduzione
Gv Duns Scoto
Transustanziazione
- Annichilazione (pane e vino scompaiono)
- Transustanziazione (pane e vino come accidenti)
Diretta
dalla sostanza del pane al corpo di Cristo
alla sostanza del vino al sangue di Cristo
Adductio: il corpo del Risorto riceve un nuovo esse hic
che sostituisce l’essere-qui
della sostanza del pane e vino.
288
48
Tardo medioevo: limiti
Tardo medioevo: negazioni
John Wyclif (+1384)
- Orizzonte teologico povero: solo transustanziazione
Scarsa la dimensione biblica e storico-salvifica
- Nega l’adorazione eucaristica
- Nega l’Eucaristia come sacrificio
- Scarso coinvolgimento dei fedeli
Attenzione esclusiva al presbitero
- Nega la transustanziazione?
- Nega la validità della celebrazione per un sacerdote indegno
- Frantumazione rapporto
Cristo (evento) - Eucaristia (memoriale)
Attenzione al sacrificio a se stante, opere buone (meriti)
Concilio di Costanza (1415) DH 1151-1155
289
290
Tardo medioevo: negazioni
Johannes Hus (+1415)
I laici possono comunicarsi al calice
LA RIFORMA
PROTESTANTE
Concilio di Costanza (1415) DH 1199
Il corpo e il sangue di Cristo sono contenuti
nella sua integralità sia sotto la specie del pane
che sotto la specie del vino
291
Lutero (+1546)
Prima fase: 1517-1520
Riforma protestante
Tria sola:
Accoglie la presenza reale
Zwingli
- Sola Scriptura
Presupposti
Fondata su Bibbia
- Sola fide
- Sola gratia
- Istituzione dell’Eucaristia
(Mt 26,26; Mc 14,22; Lc 22,19; 1Cor 11,23)
- Esortazione paolina: accostarsi indegnamente
- Sacrificio
Rifiuto
(1Cor 11,27)
- Presenza reale
I laici non assumano dal calice
293
Principio ermeneutico notato da Lutero:
divisione tra i riformatori nell’esegesi che nega la presenza reale
294
49
Lutero (+1546)
Prima fase: 1517-1520
Accoglie la presenza reale
Lutero
Zwingli
«Nessuno consegue la grazia
perché riceve l’assoluzione, il battesimo, la comunione
[…]
Fondata su ubiquità
Cristo glorificato
partecipa dell’onnipotenza di Dio
Presenza di Cristo
nell’Eucaristia
Come può un corpo
terreno (umanità di Cristo)
essere presente
alla destra del Padre e
nelle molte celebrazioni?
ciò che giustifica non è il sacramento
ma la fede nel sacramento»
Lezione sulla lettera agli Ebrei (1517)
(non dall’Eucaristia
se non nella misura in cui vuole Cristo)
295
296
Lutero
Lutero
Fede = accoglienza della grazia senza vantare meriti
Ex opere operato
Lutero
(x Lutero
= efficacia senza la fede)
Giustificazione solo per fede
L’uomo non può limitarsi a togliere il peccato mortale
ma occorre la fede
1. Giustificazione non si ha dal sacramento
senza la quale l’Eucaristia non ha alcun effetto.
2. È erroneo dire che
la fede non sarebbe necessaria,
basterebbe togliere l’ostacolo alla grazia
(peccato mortale)
La fede è l’elemento che costituisce i sacramenti
297
Lutero
298
Lutero
(La cattività babilonese della Chiesa 1520)
Cristo:
Eucaristia non è:
- un’opera buona da offrire a Dio (l’uomo riceve)
- un sacrificio (propiziatorio o soddisfatorio)
- Unico sacerdote
- Unico sacrificio (croce)
Eucaristia è:
- un dono di Dio per l’uomo, non il contrario (sacrificio)
- presenza corporale di Cristo pro nobis
Lettera ai Ebrei
- Presuppone la fede dell’uomo
- Ottiene riconciliazione con Dio col perdono dei peccati
299
300
50
Lutero
Lutero
Lutero
Transustanziazione
Volontà costitutiva di Cristo in ordine all’Eucaristia
Actio
liturgica
Usus
consumazione
Consustanziazione
Sostanza
Unio sacramentalis
Sostanza
Compresenza di pane - vino e carne - sangue di Cristo
Analogia con l’unione ipostatica:
La natura umana non è trasformata in quella divina
Consustanziazione
L’adorazione eucaristica = idolatria
302
301
Lutero
Zwingli (+1531)
Platonismo
Eucaristia, Actio liturgica è:
- Ricordo della santa cena
- Memoria della passione
Una realtà materiale
manifesta, indica, significa
la vera realtà, quella spirituale
Eucaristia, Actio liturgica non è:
Teologia
- Rinnovo della santa cena
- Rendere presente l’unico sacrificio di Cristo
Redenzione di Cristo:
unica e completa
303
Zwingli (+1531)
304
Zwingli (+1531)
Sacramenti = esprimono la fede, dono dello Spirito
Respinge la transustanziazione (Chiesa cattolica)
Eucaristia =
ricordo, ringraziamento
per la redenzione già operata da Cristo
una volta per tutte
Respinge l’ubiquità (Lutero)
Perché contro l’umanità di Cristo
Consacrazione eucaristica:
Vengono “trasformati” i fedeli
il pane e il vino indicano questa “trasformazione”
che è alla destra del Padre
305
306
51
Calvino (+1564)
Calvino (+1564)
«La cena è un dono di Dio
che deve essere preso e ricevuto
con azioni di grazie.
“Presenza reale”
Al contrario si finge che il sacrificio della messa
sia un tributo offerto a Dio
che lo riceve da noi come soddisfazione»
Lutero
Comunione con il
corpo di Cristo
Zwingli
Presenza
simbolica
di Cristo,
non nel pane
Intermedio tra
G. Calvino, Instituzioni, IV,18,7
Cristo non discende dal cielo
ma ci eleva mediante lo Spirito
Salvaguarda
l’umanità di Cristo
307
308
Concilio di Trento (1545-1563)
A
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
B
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
Il CONCILIO DI TRENTO
Com. utraque specie
Parvulorum
C
- XXII sessione (1562) Decr. + can. De Missae sacrificio
A - La presenza reale di Cristo nell’Eucaristia
Fatto
Modo
B - La comunione
C - La Messa come sacrificio
310
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
DH 1635-1661
Proemio
DH 1635
8 capitoli
DH 1636-1650
11 canoni
DH 1651-1661
Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636)
«Dopo la consacrazione del pane e del vino, il
nostro Signore Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo,
è contenuto
- veramente (vere),
- realmente (realiter)
- e sostanzialmente (substantialiter)
sotto l’apparenza della cose sensibili»
Can. 1
311
312
52
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636)
Can. 1 (DH 1651)
«Non vi è contraddizione tra il fatto che il Signore
risieda nei cieli alla destra del Padre e il fatto che,
tuttavia, presente sacramentalmente in molti
luoghi, sia presso di noi nella sua sostanza, con
quel modo di esistere, che, difficile da esprimere a
parole, tuttavia possiamo comprendere con la
nostra mente illuminata dalla fede, come possibile
a Dio e che anzi dobbiamo credere
fermissimamente»
«è contenuto
- veramente (vere),
- realmente (realiter)
- e sostanzialmente (substantialiter)
Il corpo e il sangue di nostro Signore Gesù Cristo,
con l’anima e la divinità, quindi Cristo tutto intero»
Simbolo (signum), figura (figura) potenza (virtus)
Zwingli
313
314
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 2 La ragione dell’istituzione (DH 1638)
Cap. 1 Presenza reale nell’Eucaristia (DH 1636)
«Non vi è contraddizione tra il fatto:
«Il Signore [...] istituì questo sacramento nel quale ha
effuso le ricchezze del suo divino amore verso gli uomini
[...]
- ricordo dei suoi prodigi
- onorare la sua memoria
- annunziare la sua morte finché egli venga
ut ipse Salvator noster semper ad dexteram Patris
in coelis assideat
iuxta modum existendi naturalem,
e il fatto:
et ut multis nihilominus alis locis
sacramentaliter praesens sua substantia
nobis adsit»
volle anche che fosse ricevuto come
- cibo spirituale delle anime
- antidoto con cui essere liberati dalle colpe di ogni giorno
- e preservati dai peccati mortali»
Zwingli
316
315
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 2 La ragione dell’istituzione (DH 1638)
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1639)
«Volle inoltre, che fosse
- pegno della nostra gloria futura
- simbolo di quell’unico corpo, di cui egli è capo
- e a cui volle che fossimo congiunti come membra
dal vincolo strettissimo […]»
Sacramenti (altri):
santificano quando sono ricevuti (utitur)
Eucaristia:
prima dell’uso (ante usum)
è presente l’autore della santità
L’Eucaristia non è istituita principalmente
per la remissione dei peccati (
Lutero)
Can. 5
Can. 4
317
318
53
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1640)
Can. 4 (DH 1654)
Nell’Eucaristia
la presenza del corpo e sangue del Signore non è solo
- durante l’uso (tantum in usu)
- mentre lo si riceve (dum sumitur)
- né prima né dopo (non autem ante vel post)
(anathema sit)
Riforma protestante
Per le parole:
- Il corpo è sotto la specie del pane
- Il sangue sotto la specie del vino
Per naturale unione e concomitanza:
- Il corpo è anche sotto la specie del vino
- Il sangue e anche sotto la specie del pane
- L’anima sotto l’una e l’altra specie
- La divinità nell’unione ipostatica all’umanità
(corpo, sangue e anima)
320
319
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 4 Conversione / transustanziazione (DH 1642)
Cap. 3 Eccellenza dell’Eucaristia (DH 1641)
con la consacrazione del pane e del vino
si opera la conversione (conversionem)
di tutta la sostanza del pane/vino
nella sostanza del corpo/sangue di Cristo
Sotto una specie
e contenuto tanto quanto sotto entrambe
«Questa conversione,
in modo conveniente e appropriato
è chiamata dalla Chiesa cattolica
transustanziazione»
Can. 2
321
Cap. 4 Conversione / transustanziazione (DH 1642)
«I due termini decisivi nel citato decreto dottrinale,
ma anche nel can. 2, sono quelli di conversio e
qualificata come mirabilis e singularis, e di
transsubastantiatio. Il concilio preferisce l’idea-guida
di conversio a quella di transsubstantiatio, perché
non s’intenda poi la presenza reale come una
incarnazione, o la s’inquadri nel modello della unione
ipostatica. È un modo di procedere che trova
riscontro anche nella patristica. Ricorrendo al
termine conversio i padri consiliari vogliono
sottolineare l’‘una volta per tutte’ dell’incarnazione,
della croce, dell’esaltazione di Gesù»
F. Courth, I sacramenti, 265
322
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 4 La transustanziazione (DH 1642)
Si afferma il fatto della transustanziazione
come presenza reale
non si dogmatizza la modalità
ossia il concetto filosofico di transustanziazione
Presenza
reale
Culto di adorazione
Conservare le specie
Preparazione adeguata
Uso consono
cap. 5
cap. 6
cap. 7
cap. 8
54
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 5 I culto che di deve all’Eucaristia (DH 1643)
Cap. 6 Conservare l’Eucaristia (DH 1645)
«onorare questo sacramento
con il culto di latria,
dovuto al vero Dio»
Conservare l’Eucaristia nel tabernacolo
è prassi antica, fin dal concilio di Nicea.
Viene portata agli infermi.
Can. 6
Can. 7
Riforma protestante
Riforma protestante
325
326
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
- XIII sessione (1551) Decr. + can. De Eucharistia
Cap. 7 Preparazione necessaria (DH 1646-1647)
Cap. 8 Uso di questo sacramento (DH 1648-1649)
Tre modi:
«[…] nessuno
consapevole di essere in peccato mortale,
per quanto possa ritenersi contrito,
si accosti alla santa eucaristia
senza avere premesso la confessione sacramentale»
- Solo sacramentalmente
Peccatori
- Solo spiritualmente
Desiderio
- Sacramentalmente
e spiritualmente
Con preparazione
Can. 8
328
327
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 1
DH 1725-1734
Laici e chierici non celebranti
non sono obbligati per disposizione divina
a comunicarsi sotto le due specie
(DH 1726-1727)
Proemio
DH 1725
4 capitoli
DH 1726-1730
Nonostante l’istituzione del Signore nelle due specie
4 canoni
DH 1731-1734
«Non vuole significare che tutti i fedeli, per precetto
del Signore, siano obbligati a ricevere entrambe»
Cann. 1.2.3
329
330
55
Concilio di Trento (1545-1563)
Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 1
Laici e chierici non celebranti
non sono obbligati per disposizione divina
a comunicarsi sotto le due specie
Can. 3
«sotto la sola specie del pane
si riceve Cristo […] tutto e integro»
(DH 1726-1727)
(DH 1733)
Fondamento biblico giovanneo:
Falso che l’intenzione di Cristo fosse quella di
obbligare alla comunione sotto le due specie:
“mangiatene e bevetene tutti”
- Serie di citazioni
- Confermano l’enunciato iniziale
332
331
Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
Cap. 2
Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
Il potere della Chiesa
nell’amministrazione
del sacramento dell’Eucaristia (DH 1728)
Cap. 2
La Chiesa ha sempre avuto il potere di:
stabilire/modificare l’amministrazione dei sacramenti
Il potere della Chiesa
nell’amministrazione
del sacramento dell’Eucaristia (DH 1728)
Eucaristia
- antichità: due specie
- col tempo una specie
- Chiesa approva la consuetudine: una specie
- gravi motivi [necessità delle due specie]
- La Chiesa decide come e quanto cambiare
Criteri di cui tener conto:
- fatta salva la sostanza dei sacramenti
- elementi utili per chi li riceve
- venerazione dei sacramenti
- diversità di circostanze, tempi e luoghi
Can. 2
333
334
Concilio di Trento (1545-1563)
- XXI sessione (1562) Decr. + can.
De communione sub utraque specie et parvulorum
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562)
Decr. + can.
De ss. Missae sacrificio
Cap. 3
Sotto una sola specie (pane o vino consacr.)
si riceve
Cristo tutto e integro e vero sacramento
(DH 1729)
DH 1738-1760
A
«per quanto riguarda il frutto,
nessuna grazia necessaria alla salvezza
è negata a quelli che ricevono una sola specie»
Dottrina e canoni
sul sacrificio della Messa
B Decretum super petitione
Proemio
9 capitoli
9 canoni
DH 1738
DH 1739-1750
DH 1751-1759
DH 1760
Can. 3
335
336
56
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
(DH 1739-1742)
(DH 1739-1742)
Antica alleanza:
Insufficienza del sacerdozio levitico
«Il Signore […]
anche se si sarebbe immolato a Dio Padre
una sola volta morendo sull’altare della croce […]
poiché il suo sacerdozio
non doveva estinguersi con la morte (cf. Eb 7,24),
nell’ultima cena
per lasciare alla chiesa, sua amata sposa,
un sacrificio visibile (come esige la natura umana)
con cui venisse reso presente quello cruento
che avrebbe offerto una volta per tutte sulla croce»
Necessità di un altro sacerdote
«Il Signore nostro Gesù Cristo, che potesse
condurre ad ogni perfezione tutti quelli che
dovevano essere santificati (cf. Eb 10,14)»
338
337
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
(DH 1739-1742)
(DH 1739-1742)
«prolungandone la memoria fino alla fine del mondo
e applicando la sua efficacia salvifica
alla remissione dei peccati quotidiani […]
offrì a Dio padre il suo corpo e il suo sangue
sotto le specie del pane e del vino,
e sotto gli stessi simboli lo diede,
perché lo prendessero, gli Apostoli (che in quel
momento costituiva sacerdoti della nuova alleanza)
e comandò ad essi
e ai loro successori nel sacerdozio che l’offrissero»
«Celebrata la Pasqua antica,
che […] Israele immolava come ricordo (in memoriam)
dell’uscita dall’Egitto (Es 12),
istituì la nuova Pasqua, e cioè se stesso,
che doveva essere immolato dalla chiesa
per mezzo dei suoi sacerdoti sotto segni visibili,
in memoria del suo passaggio
da questo mondo al Padre quando
ci ha redento con l’effusione del suo sangue»
339
340
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 1 L’istituzione del sacrificio della messa
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)
(DH 1739-1742)
«[…] offerta pura
che non può essere contaminata
dall’indegnità o dalla malizia di chi la offre […]
Malachia (Mal 1,11) e Paolo (1Cor 10,21)
Ma mensa dell’altare […]
è quella che al tempo della natura e dalla legge
(Gen 4,4,; 8,20; 12,8; 22,1-19)
era raffigurata da diversi tipi di sacrifici:
raccoglie [...] tutti i beni significati da quei sacrifici
come perfezionamento e compimento di quelli»
«[…] poiché questo divino sacrificio,
che si compie alla messa,
è contenuto e immolato
in modo incruento lo stesso Cristo,
che si offerse una sola volta
in modo cruento sull’altare della croce»
341
342
57
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)
questo sacrificio è veramente propiziatorio (Can. 3)
e per mezzo di esso ci accostiamo a Dio
- contriti e pentiti, possiamo ricevere misericordia
Necessità del sacramento della penitenza (DH 1677)
- trovare grazia
- essere aiutati (auxilio) al momento propizio»
«Placato, infatti, da questa offerta,
il Signore, concedendo la grazia
e il dono della penitenza,
perdona i peccati e le colpe, anche le più gravi.
Si tratta di una sola e identica vittima
lo stesso Gesù la offre per il ministero dei sacerdoti,
egli che un giorno offrì se stesso sulla croce:
diverso è solo il modo di offrirsi»
343
344
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Cap. 2 Il sacrificio visibile come mezzo di propiziazione
per vivi e defunti (DH 1743)
Can. 1 (DH 1751)
Ciò che si offre:
«I frutti di quella oblazione (cioè di quella cruenta)
vengono ricevuti in abbondanza
per mezzo di questa, incruenta. […]
Essa viene offerta non solo per i peccati, le pene, […]
ma anche per coloro che sono morti in Cristo
e non sono ancora purificati»
- Nella Messa ciò che si offre (offerri)
è un vero sacrificio
- Essere offerto (offerri) non significa solo che Cristo
è dato in cibo (ad manducandum dari) per noi
345
346
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Can. 2 (DH 1752)
Can. 3 (DH 1753)
Sacrificio della Messa:
Istituzione del sacerdozio:
- non solo lode e ringraziamento
- con le parole “Fate questo in memoria di me”
- non solo commemorazione del sacrificio della croce
- perché offrano (offerent) il suo corpo e il suo sangue
ma
- sacrificio propiziatorio (auxilio)
- che giova (prodesse) non solo a chi lo riceve
- è offerto per: i vivi, i morti, i peccati, le soddisfazioni ...
347
348
58
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Can. 4 (DH 1754)
Decretum super petitione (DH 1760)
Comunione sotto le due specie: affidata al Papa
Sacrificio della Messa:
non si attenta al sacrificio di Cristo sulla croce
Pio IV indulto “del calice” ad alcune diocesi tedesche (1564)
Non viene accolto dai fedeli
perché simbolo di distinzione confessionale
Gregorio XIII sospende l’indulto di Pio IV (1584)
349
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
350
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica:
Riforma:
la Messa come sacrificio?
Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
Identità
Annullare o disprezzare la morte di Cristo in croce
unico offerente
unica offerta
Cap. 2
DH 1743
Diversità
cruento: croce
Annullare o disprezzare la sua unica valenza salvifica
Modo
dell’offerta
Cap. 2
DH 1743
incruento: eucaristia
351
352
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica:
Risposta Cattolica:
Unità inseparabile
Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
repraesentatio
Categorie usate
memoria
dal concilio di Trento
applicatio
«Il sacrificio della messa non consiste in altro che
nell’oblatio oblationis Christi,
un’offerta sacrificale dell’offerta unica di Cristo»
rende presente l’oblazione di Cristo
Messa
C. Rocchetta, Il sacramento dell’eucarista, 259
353
ne prolunga la memoria nella celebrazione
ne applica l’efficacia salvifica fino all’eschaton
354
59
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Concilio di Trento (1545-1563)
XXII sessione (1562) De ss. Missae sacrificio
Risposta Cattolica:
Risposta Cattolica:
Unità inseparabile
Unità inseparabile
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
tra sacrificio della croce e celebrazione della Messa
Ultima cena: anticipazione dell’offerta della croce
La Messa:
- non svaluta
- non moltiplica
- non ripete
- non completa
Messa: rende presente l’unico evento
- Ultima cena
- Croce
senza ripeterlo,
ma attualizzandolo in forma sacramentale
secondo le categ.: repraesentatio, memoria, applicatio
l’unico sacrificio, quello della croce
355
356
Si consiglia di leggere,
per una visione d’insieme del Concilio di Trento,
DAL CONCILIO DI TRENTO
i restanti capitoli della sessione XXII
e i canoni relativi.
AL CONCILIO VATICANO II
cf. DH 1744-1759
Epoca post-tridentina
Epoca post-tridentina
Mensa (convito)
Temi poco trattati
Presenza reale A
Temi principali
Sacerdozio dei fedeli
Sacrificio
B
Presenza reale
Poco coinvolgimento
dei fedeli nella celebrazione
- A e B sono elaborate a se stanti
- Si sottolinea l’unità (garantita da Cristo) tra:
ultima cena - croce - eucaristia
Grande sviluppo del culto eucaristico fuori dalla Messa
359
360
60
Epoca post-tridentina
Presenza reale: transustanziazione
Rielaborate le teorie dell’alto medioevo
Epoca post-tridentina
Presenza reale: transustanziazione
Diretta
Tommaso
conc. Trento
Adduzione
Gv Duns Scoto
Rielaborate
le teorie dell’alto medioevo
Transustanziazione
Directa:
A Productio: Tomisti
B Adductio: Gesuiti
A Tomisti: Suarez, Franzelin
Eucaristia: productio del corpo già esistente di Cristo,
non moltiplicazione, ma nuova forma di presenza
dalla sostanza del pane al corpo di Cristo
alla sostanza del vino al sangue di Cristo
Adductio: il corpo del Risorto riceve un nuovo esse hic
che sostituisce l’essere-qui
della sostanza del pane e vino.
B Gesuiti: Bellarmino, Vàsques
Eucaristia: adductio del corpo glorificato di Cristo,
non cambiamento di luogo, ma nuovo esserci
361
362
Epoca post-tridentina
Epoca post-tridentina
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Sacrificio = distruzione totale della vittima
Dalla fenomenologia religiosa e dall’AT
Suarez: distruzione della sostanza del pane e del vino
nella transustanziazione
Gabriel Vàsques
Franzelin: distruzione apparente di Cristo
negli accidenti di pane e vino
Sacrificio = distruzione totale della vittima
Difficoltà
Bellarmino: distruzione dell’eucaristia
nella masticazione
Si può applicare al Gesù storico sulla croce
ma non all’eucaristia (o separazione corpo/sangue)
364
363
Epoca post-tridentina
XIX – XX secolo
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Sacrificio = distruzione totale della vittima
Sacrificio di Cristo =
offerta personale, interiore, vissuta da Gesù sulla croce
Con questa impostazione del sacrificio
non si giunge a particolari risultati
Dal XIX sec. anziché focalizzare l’attenzione
sul “sacrificio” dalla fenomenologia religiosa e dall’AT
si precisa il significato unico dell’oblazione di Cristo
365
Sacrificio eucaristico =
Attualizzazione sacramentale
del sacrificio di Cristo
in cui Cristo stesso è l’attualizzatore
366
61
XIX – XX secolo
Carattere sacrificale della celebrazione eucaristica
Sacrificio di Cristo =
offerta personale, interiore, vissuta da Gesù sulla croce
concilio
Trento
Frequenza alla comunione eucaristica
Giansenismo
Messa: rende presente l’unico evento
- Ultima cena
- Croce
“Scuola francese”
(M. de la Taille)
“Scuola inglese”
(A. Vonier)
+
Risurrezione
Cristo glorificato già in Suarez
Frequenza alla comunione
Pio X
Messa:
non sacrificio naturale
ma sacramentale 367
Frequenza alla comunione eucaristica
Giansenismo:
solo chi si sente “perfetto”
può accedere alla comunione
368
Frequenza alla comunione eucaristica
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375-3383
Pascal
Rifiuto della
comunione
Contesto storico:
- Forti dispute in Belgio sulla “comunione frequente”
Drastica diminuzione della frequenza
- Opinione: necessità di assenza di peccato veniale
369
Frequenza alla comunione eucaristica
370
Frequenza alla comunione eucaristica
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
DH 3375-3383
1. Scopo dell’eucaristia (quotidiana):
santificazione dei fedeli (tutti, omnes)
1. Scopo dell’eucaristia (DH 3375)
Pio X
2. Situazione storica (DH 3376-3378)
Congiunti a Dio per l’eucaristia:
- Reprimere ciò che allontana da Dio
- Purificare dai peccati veniali
- Impedire i peccati mortali
3. Disposizioni (DH 3379-3383)
371
Non è una ricompensa per buona condotta
372
62
Frequenza alla comunione eucaristica
Frequenza alla comunione eucaristica
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
Pio X: Decreto Sacra Tridentina Synodus (1905)
2. Situazione storica (DH 3376-3378)
3. Disposizioni (DH 3379-3383)
- Comunione quotidiana per tutti i fedeli
purché in stato di grazia
Raffreddata la pietà a causa del giansenismo
- Il peccato veniale non è un impedimento
Non accostarsi all’eucaristia, se non molto raramente
Esclusione dell’eucaristia a gruppi di persone:
- tipo di lavoro (commercianti)
- coniugati
374
373
Tendenza polemica
protestante
Modernismo:
riprende le tematiche protestanti
Contestazione di:
Accentuazione del sacerdozio ministeriale
Poco risalto del sacerdozio battesimale
- Carattere sacrificale dell’eucaristia
- La presenza reale
- Il culto eucaristico fuori della messa
Poco risalto dell’assemblea
375
Pio X
376
Movimento liturgico
Decreto Lamentabili (DH 3401-3466)
Enciclica Pascendi (DH 3475-3500)
Muove da istanze pastorali
Sacramenti (eucaristia) non solo come
Ribadisce la dottrina eucaristica
mezzi oggettivi di comunicazione di grazia
in un orizzonte tomista
ma l’inserimento
nell’agire personale e salvifico di Cristo (Kyrios)
nell’azione rituale della Chiesa
377
378
63
Movimento liturgico
La teologia dei misteri (O. Casel)
La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)
Ricerca esegetica, storico-patristica e storico-liturgica
Rilettura dei sacramenti (eucaristia)
in chiave storico-salvifica
Si comunica la salvezza
attraverso l’azione cultuale
Nel tempo (kairos)
Oggi (hodie)
Eucaristia:
Ripresenta, memoriale, attuazione del mistero pasquale
da partecipare e vivere nella fede
380
379
La teologia dei misteri (O. Casel)
La teologia dei misteri (O. Casel)
Il sacramento non tanto “produce” grazia
applicando al soggetto gli effetti/frutti della redenzione
ottenuta dalla morte in croce di Cristo.
«Per O. Casel il “mistero”
non è una verità
inaccessibile all’intelligenza umana,
Soggetto passivo, estrinseco rispetto a Cristo
ma l’azione salvifica di Dio,
che si è compiuta in Gesù Cristo, nella storia,
e che si ripropone ogni volta
sul piano dell’attuazione liturgico-sacramentale»
Ma il sacramento rende presente
il mistero di Cristo (persona e agire)
che costituisce una relazione con il soggetto
il quale partecipa all’agire di Cristo
grazie alla celebrazione sacramentale
A. Garcia Ibanez, L’Eucaristia dono e mistero, 345, n. 78
Soggetto attivo, relazionale rispetto a Cristo
381
382
Mediator Dei
Pio XII, Enciclica (1947)
«Sotto l’influsso delle nuove idee riguardo alla
storia della salvezza (teologia dei misteri) come
furono sviluppate soprattutto da A. Vonier
(+1938) e O. Casel (+1948), si poté superare a
poco a poco la disgraziata separazione tra
convito e sacrificio, che dominava la teologia
cattolica del tempo dal Tridentino»
DH 3840-3855
- Sulla scia del concilio di Trento
- Accoglie le istanze primarie del movimento liturgico
- Prepara il concilio Vaticano II
J. Auer - J. Ratzinger, Il mistero dell’Eucaristia, 210
383
384
64
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
DH 3840
Presenze di Cristo
Tre temi principali
1. Natura del sacrificio eucaristico (nn. 53-65)
- Nel sacrificio dell’altare
2. Partecipazione dei fedeli (nn. 66-93)
- Nella persona del ministro
- Nelle specie eucaristiche
3. Comunione eucaristica (nn. 94-106)
- Nei sacramenti
- Nelle lodi e nelle suppliche rivolte a Dio
- Adorazione eucaristica (nn. 107-115)
386
385
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
DH 3841
Liturgia =
Esterno
Cerimoniale
Decorativo
(DH 3843)
Culto
che la Chiesa
rende a Dio
Culto che il Redentore rende al Padre
come capo della Chiesa
Culto che la società dei fedeli rende al suo Capo
e, per mezzo di lui, al Padre
Aspetto sociale
(DH 3842)
Interno
Aspetto spirituale
+ importante
in breve
Culto integrale del corpo mistico di Gesù Cristo,
cioè del capo e delle membra
Non è accolta la teologia dei misteri di O. Casel,
in cui la liturgia è presenza salvifica della Pasqua nei simboli
387
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Efficacia
delle azioni
liturgiche
in ordine
alla grazia
Oggettiva
(DH 3844-3846)
Soggettiva
388
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Azione di Cristo
nei segni
Oggettiva
Azione di Cristo
nei segni
Spiritualità
(DH 3844-3846)
Soggettiva
Disposizione
dell’anima
389
Disposizione
dell’anima
«È vero che i sacramenti e il sacrificio dell’altare hanno
un’intrinseca virtù in quanto sono azioni di Cristo stesso
[…] ma per avere la debita efficacia esigono le buone
disposizioni dell’anima» (DH 3845)
390
65
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
Pio XII, Enciclica Mediator Dei (1947)
1. Natura del sacrificio eucaristico
- Riprende il conc. di Trento
Positiva la prospettiva unitaria
del rapporto spiritualità oggettiva e soggettiva.
2. Partecipazione dei fedeli
Negativa la sottolineatura della soggettiva.
- Importanza dell’anima (soggettivo)
- Auspicato il parallelismo partecipativo (cf. n. 90)
Partecipazione dell’anima (devozione)
3. Comunione eucaristica
- Sottolinea l’integrità del sacrificio
con la sola comunione del sacerdote
- Rito non coincidente, ma parallelo, con la devozione
- Assistere la Messa con comunione solo spirituale
- Adorazione eucaristica
Non necessaria
la comunione dei fedeli
- Adorazione eucaristica svincolata dalla celebrazione
391
392
Sacrosanctum concilium
IL CONCILIO
VATICANO
II
Gli studenti leggano attentamente
tutti i testi del Vaticano II che sono segnalati.
Concilio
Vaticano II
Lumen gentium
Li collochino all’interno del contesto
prossimo e remoto per una corretta ermeneutica.
394
Concilio Vaticano II (1962-1965)
Sacrosanctum concilium (1963)
Sacrosanctum concilium (1963)
Dal rapporto
La liturgia emerge come ambito in cui la Chiesa
si manifesta quale sacramento
liturgia - ministro ordinato (“gerarchicamente”)
Al rapporto
liturgia - popolo di Dio (“totalità”)
Mezzo efficace dell’intima unione con Cristo
a cui sono chiamati tutti gli uomini (cf. SC 2)
(SC 14; 26)
Maggiore partecipazione dei fedeli all’azione liturgica
395
396
66
Sacrosanctum concilium (1963)
Sacrosanctum concilium (1963)
Confronto con Mediator Dei
Confronto con Mediator Dei
Ripresentata la partecipazione dei fedeli alla liturgia:
Riproposte le varie presenze di Cristo, ma esplicitando
- Liturgia come esercizio del sacerdozio di Cristo (SC 7)
- Non solo la “disposizione dell’anima”, ma tutto l’uomo
- Non solo il singolo fedele, ma anche la comunità
- Prospettiva storico-salvifica (SC 5)
- Non solo il sacerdote, ma anche l’assemblea
- Non solo la comunione spirituale, ma sacramentale
- Non ascolto soprattutto il mio cuore, ma la Parola
398
397
Sacrosanctum concilium (1963)
«Il Concilio Vaticano II ha messo in rilievo in
quasi tutti i decreti l’estrema importanza
dell’eucaristia per la Chiesa come popolo di Dio
e per i fedeli. Anche l’istanza della teologia dei
misteri di O. Casel, che sembrava ancora essere
stata in certo modo rinnegata dall’enciclica
Mediator Dei del 1947, è stata ampiamente accolta
nel linguaggio e nell’intenzione del Concilio».
Proemio. La liturgia nel mistero della Chiesa
I.
Principi per la riforma e la promozione della liturgia
II.
Il mistero eucaristico
III. Gli altri sacramenti e sacramentali
IV. L’ufficio divino
V.
L’anno liturgico
VI. La musica sacra
J. Auer - J. Ratzinger, Il mistero dell’Eucaristia, 211
VII. L’arte sacra e la sacra suppellettile
399
La liturgia mediante la quale, specialmente nel divino
sacrificio dell’eucaristia, “si attua l’opera della nostra
redenzione”, contribuisce in sommo grado a che i fedeli
esprimano nella loro vita e manifestino agli altri il mistero di
Cristo e la genuina natura della vera Chiesa. Questa […] nello
stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà
invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione,
presente nel mondo e tuttavia pellegrina; tutto questo in modo
tale, però, che ciò che in essa è umano sia ordinato e
subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla
contemplazione, la realtà presente alla città futura, verso la
quale siamo incamminati. In tal modo la liturgia, mentre ogni
giorno edifica quelli che sono nella Chiesa per farne un
tempio santo nel Signore, un’abitazione di Dio nello Spirito,
fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo , nello
stesso tempo e in modo mirabile fortifica le loro energie
perché possano predicare il Cristo»
SC 2
400
Sacrosanctum concilium (1963)
Cap. I
Principi per la riforma
e la promozione della liturgia
1. Natura della liturgia e sua importanza (n. 5-13)
2. Promuovere formazione e partecipazione (n. 14)
3. Riforma della liturgia
a. Norme generali (n. 21-24)
b. Norme che derivano dalla natura gerarchica e comunitaria
(n. 26; 27; 30)
c. Norme che derivano dalla natura didattica e pastorale
(n. 33-36)
d. Norme per l’adattamento all’indole e tradizione dei popoli
(n. 37-38)
4. Vita liturgica diocesi e parrocchia (n. 41-42)
5. Incremento della pastorale liturgica (n. 43)
402
67
«Quest’opera della redenzione umana e della
perfetta glorificazione di Dio, che ha il suo preludio
nelle mirabili gesta divine operate nel popolo
dell’Antico Testamento, è stata compiuta da
Cristo Signore principalmente per mezzo del
mistero pasquale della sua beata passione,
risurrezione da morte e gloriosa ascensione,
mistero col quale “morendo ha distrutto la nostra
morte e risorgendo ha restaurato la vita”. Infatti dal
costato di Cristo dormiente sulla croce è
scaturito il mirabile sacramento di tutta la
Chiesa»
«Pertanto, come il Cristo fu inviato dal Padre, così
anch’egli ha inviato gli apostoli, ripieni di Spirito
Santo. Essi, predicando il Vangelo a tutti gli uomini,
non dovevano limitarsi ad annunciare che il
Figlio di Dio con la sua morte e risurrezione ci ha
liberati dal potere di Satana e dalla morte e ci ha
trasferiti nel regno del Padre, bensì dovevano
anche attuare l’opera di salvezza che
annunziavano, mediante il sacrificio e i
sacramenti attorno ai quali gravita tutta la vita
liturgica»
SC 6
SC 5
403
404
«la liturgia è considerata come
l’esercizio della funzione sacerdotale
di Gesù Cristo.
In essa, la santificazione dell’uomo è
significata per mezzo di segni sensibili e
realizzata in modo proprio a ciascuno di essi;
in essa il culto pubblico integrale è esercitato
dal corpo mistico di Gesù Cristo, cioè
dal capo e dalle sue membra.
Perciò ogni celebrazione liturgica,
in quanto opera di Cristo sacerdote
e del suo corpo, che è la Chiesa,
è azione sacra per eccellenza»
«per il compimento di quest’opera così
grande, con la quale viene resa a Dio una
gloria perfetta e gli uomini vengono santificati,
Cristo associa sempre a sé la Chiesa, sua
sposa amatissima, la quale l’invoca come suo
Signore e per mezzo di lui rende il culto
all’eterno Padre»
SC 7
SC 7
405
«la liturgia è il culmine verso cui tende l’azione della
Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la
sua energia. Il lavoro apostolico, infatti, è ordinato a che tutti,
diventati figli di Dio mediante la fede e il battesimo, si
riuniscano in assemblea, lodino Dio nella Chiesa, prendano
parte al sacrificio e alla mensa del Signore. A sua volta, la
liturgia spinge i fedeli, nutriti dei “sacramenti pasquali”, a
vivere “in perfetta unione”; prega affinché “esprimano nella
vita quanto hanno ricevuto mediante la fede”; la
rinnovazione poi dell’alleanza di Dio con gli uomini
nell’eucaristia introduce i fedeli nella pressante carità di
Cristo e li infiamma con essa. Dalla liturgia e
particolarmente dall’eucaristia, deriva in noi, come da
sorgente, la grazia, e si ottiene con la massima efficacia
quella santificazione degli uomini nel Cristo e quella
glorificazione di Dio, alla quale tendono, come a loro fine, tutte
le altre attività della Chiesa»
SC 10
406
«Ad ottenere però questa piena efficacia, è
necessario che i fedeli si accostino alla sacra
liturgia con retta disposizione d’animo,
armonizzino la loro mente con le parole che
pronunziano e cooperino con la grazia divina
per non riceverla invano. Perciò i pastori di
anime devono vigilare attentamente che
nell’azione liturgica non solo siano osservate le
leggi che rendono possibile una celebrazione
valida e lecita, ma che i fedeli vi prendano parte
in modo consapevole, attivo e fruttuoso»
SC 11
408
68
«Il vescovo deve essere considerato come il
grande sacerdote del suo gregge: da lui deriva e
dipende in certo modo la vita dei suoi fedeli in
Cristo. Perciò tutti devono dare la più grande
importanza alla vita liturgica della diocesi che si
svolge intorno al vescovo, principalmente nella
chiesa cattedrale, convinti che c’è una speciale
manifestazione
della
Chiesa
nella
partecipazione piena e attiva di tutto il popolo
santo di Dio alle medesime celebrazioni
liturgiche, soprattutto alla medesima eucaristia,
alla medesima preghiera, al medesimo altare cui
presiede il vescovo circondato dai suoi
SC 41
sacerdoti e ministri»
«Poiché nella sua Chiesa il vescovo non può
presiedere personalmente sempre e ovunque l’intero
suo gregge, deve costituire necessariamente dei gruppi
di fedeli, tra cui hanno un posto preminente le
parrocchie organizzate localmente e poste sotto la
guida di un pastore che fa le veci del vescovo: esse
infatti rappresentano in certo modo la Chiesa visibile
stabilita su tutta la terra. Per questo motivo la vita
liturgica della parrocchia e il suo legame con il vescovo
devono essere coltivati nell’animo e nell’azione dei
fedeli e del clero; e bisogna fare in modo che il senso
della comunità parrocchiale fiorisca soprattutto nella
celebrazione comunitaria della messa domenicale»
SC 42
409
410
Sacrosanctum concilium (1963)
«Il nostro Salvatore nell’ultima cena, la notte in
cui fu tradito, istituì il sacrificio eucaristico del
suo corpo e del suo sangue, onde perpetuare nei
secoli fino al suo ritorno il sacrificio della croce, e
per affidare così alla sua diletta sposa, la Chiesa,
il memoriale della sua morte e della sua
resurrezione: sacramento di amore, segno di
unità, vincolo di carità, convito pasquale, nel
quale si riceve Cristo, l’anima viene ricolma di
grazia e ci è dato il pegno della gloria futura»
Cap. II – Il Mistero eucaristico
47:
48-49:
50:
51:
52:
53:
54:
55:
56:
57:
La messa e il mistero pasquale
Partecipazione attiva dei fedeli
La Riforma dell’Ordo missae
Una maggior ricchezza biblica
L’omelia
La preghiera dei fedeli
La lingua volgare
La comunione sub utraque
L’unità della messa
La concelebrazione
SC 47
411
La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)
(ousia
Si comunica la salvezza
(La storia
phisis)
Nel tempo (kairos)
storia della salvezza)
413
412
«[…] i fedeli cristiani […] con una comprensione
piena dei riti e delle preghiere (per ritus et preces
id bene intelligentes, sacram actionem conscie,
pie et actuose participent), partecipino all’azione
sacra consapevolmente, piamente e attivamente,
siano istruiti nella parola di Dio, si nutrano alla
mensa del corpo del Signore, rendano grazie a Dio
offrendo la vittima immacolata non soltanto per le
mani del sacerdote, ma insieme con lui, imparino a
offrire se stessi, e di giorno in giorno, per mezzo di
Cristo mediatore, siano perfezionati nell’unità con
Dio e tra di loro, di modo che Dio sia finalmente
tutto in tutti»
SC 48
414
69
Per ritus et preces
La salvezza operata da Cristo è un evento (mistero)
(ousia
phisis)
Nel tempo (kairos)
Si comunica la salvezza
(La storia
storia della salvezza)
Attraverso l’azione cultuale
(Il culto
L’importanza del rito,
non inteso come ritualismo rubricale,
che tende a ridurre all’essenziale valido;
l’importanza delle preghiere
non intese come formule “magiche”,
che tendono a ridurre all’essenziale valido
ma quale azione liturgica, per ritus et preces
(actio sacra, actio Dei, opus Dei)
che coinvolge tutto l’uomo
(conscie, pie, actuose)
Oggi (hodie)
actio sacra, actio Dei)
quale risposta all’azione di Dio
415
416
L’actio sacra
Dio
coinvolge tutto l’uomo
Cristo
Evento (mistero nella storia)
Culto = actio sacra (mistero cultuale)
Conscie
Intellectus
Mente concordi
con le parole (SC 11)
Pie
Affectus
Devotio (MD 90)
actuose
417
Movimento liturgico
418
Pio XII Mediator Dei (1947)
Pio X Tra le sollecitudini (1903)
Partecipazione attiva dei fedeli
I fedeli partecipano del sacerdozio di Cristo
- Partecipano all’offerta del culto eucaristico
- Offrono se stessi
Pio XI Miserentissimus Redemptor (1928)
Partecipazione attiva dei fedeli
perché popolo sacerdotale
419
420
70
Il Concilio Vaticano II
Il Concilio Vaticano II
Lumen gentium
«Cristo Signore […] ha fatto del nuovo popolo
“un regno di sacerdoti […] (Ap 1,6)
Dimensione sacerdotale
I battezzati, infatti, vengono consacrati mediante
la rigenerazione dello Spirito Santo, per essere
un’abitazione spirituale e un sacerdozio santo, e
per poter offrire in sacrificio spirituale tutte le
attività umane del cristiano, e annunciare i
prodigi di colui che dalle tenebre li ha chiamati
alla sua luce ammirabile»
Sacerdozio battesimale
Dimensione profetica
LG 9-13; cf. 31
Dimensione regale
LG 10
421
422
Dimensione sacerdotale
Dimensione profetica
Cristo è il sacerdote che ha offerto se stesso (Eb)
Cristo è la profezia, la Parola di Dio (Gv)
I fedeli partecipano del sacerdozio di Cristo
I fedeli partecipano della profezia di Cristo
- Offrono se stessi
- Offrono se stessi
- Partecipano al culto divino
- Testimonianza, annuncio
LG 11; 34
LG 12; 35
Non divisione tra vita e culto
Non divisione tra vita e missione
423
Dimensione regale
424
«I fedeli, incorporati nella Chiesa col battesimo
[…] rigenerati per essere figli di Dio sono tenuti
a professare pubblicamente la fede [...].
Cristo è Re dell’umanità, del cosmo e della storia
I fedeli partecipano della regalità di Cristo
Con la confermazione vengono vincolati più
perfettamente alla Chiesa sono arricchiti di una
speciale forza dallo Spirito Santo e in questo
modo sono più strettamente obbligati a
diffondere e a difendere con la parola e con
l’opera la fede come veri testimoni di Cristo.
- Offrono se stessi
- Risorti, proprie attività
LG 12; 36
Partecipando al sacrificio eucaristico, fons et
culmen […]»
LG 11
Non divisione tra vita e realtà terrene
425
426
71
«Partecipando (participantes) al sacrificio
eucaristico, fonte e apice (fons et culmen) di
tutta la vita cristiana,
Battesimo e confermazione sono orientati all’eucaristia
offrono a Dio
la vittima divina e se stessi con essa;
Vittima divina
così tutti,
All’eucaristia si partecipa offrendo
Se stessi
sia con l’oblazione che con la santa comunione,
compiono la propria parte nell’azione liturgica»
LG 11
427
428
Concilio Vaticano II (1962-1965)
«Affinché poi il sacrificio della messa raggiunga la
sua piena efficacia pastorale anche nella forma
rituale, il sacro Concilio, in vista delle messe
celebrate
con
partecipazione
di
popolo,
specialmente la domenica e i giorni di precetto,
stabilisce quanto segue:»
(SC 49)
Lumen gentium, 11 (1964)
- Eucaristia fons et culmen della vita cristiana
(cf. slides 1a parte)
- Tutti i battezzati partecipando al sacrificio
eucaristico offrono a Dio la vittima e se stessi
con essa (cf. LG 11)
- Riforma dell’Ordo Missae
- Maggiore ricchezza biblica
- Omelia
- Preghiera dei fedeli
- Lingua nazionale
- Comunione sotto le due specie
- Unità della Messa
- Concelebrazione
- La mensa eucaristica esprime al massimo
grado la comunione del popolo di Dio:
sacramento dell’unità (cf. LG 26)
430
Unitatis redintegratio (1964)
«Il
battesimo
costituisce
il
vincolo
sacramentale dell’unità, che vige tra tutti quelli
che per mezzo di esso sono stati rigenerati.
Tuttavia il battesimo di per sé è soltanto l’inizio e
l’esordio, poiché esso tende interamente
all’acquisto della pienezza della vita in Cristo.
Pertanto il battesimo è ordinato all’integrale
professione di fede, all’integrale incorporazione
nell’istituzione della salvezza, come lo stesso
Cristo ha voluto e, infine, all’integrale inserzione
nella comunione eucaristica»
CELEBRAZIONE
DEL SACRAMENTO
UR 22
431
72
Missale Romanum
ex decreto Sacrosancti
Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum,
auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Editio typica,
Typis Polyglottis Vaticanis MCMLXX; Editio typica
altera MCMLXXV;
Missale Romanum
ex decreto Sacrosancti
Oecumenici Concilii Vaticani II instauratum,
auctoritate Pauli PP. VI promulgatum, Ioannis Pauli
PP. II cura recognitum, Editio typica tertia, Typis
Vaticanis MMII [Il Decretum di approvazione porta la
data del 20 aprile 2000, in cui è pubblicata l’IGMR]
1973, 1a edizione
Messale Romano
(ed. italiana)
1983, 2a edizione
OGMR 2000
434
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«Ma da quando si è sviluppato e diffuso nel popolo
cristiano il movimento liturgico che, secondo
l’espressione del Nostro Predecessore Pio XII, di
venerata memoria, deve essere considerato come
un segno della provvidenziale disposizione di Dio
per gli uοmini del nostro tempo, un passaggio
salutare dello Spirito Santo nella sua Chiesa (cf.
PIO ΧII, Allocuzione ai partecipanti al primo
Convegno nazionale di Liturgia pastorale), si è
sentita l’esigenza che le formule del Messale
Romano fossero rivedute e arricchite».
Gli studenti sono tenuti a leggere
(disponibili nella pagina web)
- Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
- Ordinamento Generale del Messale Romano
(ed. it. 2004)
435
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
436
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«[…] dopo il Concilio di Trento, molto ha
contribuito alla revisione del Messale Rοmano lo
studio degli antichi manoscritti dello Biblioteca
Vaticana e di altri, […], da allora sono state
scoperte e pubblicate le più antiche fonti liturgiche,
e nello stesso tempo sono state meglio conosciute
le formule liturgiche della Chiesa Orientale; e così
molti hanno insistito, perché tali ricchezze dottrinali
e insieme spirituali non rimanessero nell’oscurità
delle biblioteche, ma venissero invece messe in
luce per rischiarare e nutrire la mente e l’animo dei
cristiani».
«L’Ordinamento rituale della Messa sia riveduto in
modo che apparisca più chiaramente la natura
specifica delle singole parti e la loro mutua
connessione, e sia resa più facile la pia e attiva
partecipazione dei fedeli (cf. SC 50); e inoltre:
Perché la mensa della Parola di Dio sia preparata
ai fedeli con maggiore abbondanza, vengano
aperti più largamente i tesori della Bibbia (cf. SC
51); e infine che: Venga redatto un nuovo rito della
concelebrazione da inserirsi nel Pontificale e nel
Messale Romano (cf. SC 58)».
437
438
73
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«In tale opera, oltre ad avere arricchita la
Preghiera Eucaristica di un gran numero di
Prefazi, presi dall’antica tradizione della Chiesa
Romana, o composti ex nοvο, al fine di mettere in
luce i diversi aspetti del mistero della salvezza e di
offrire pii ricchi motivi di azione di grazie, abbiamo
deciso di aggiungere alla medesima preghiera tre
nuovi Canoni.
Tuttavia, per motivi di ordine pastorale, […]
abbiamo stabilito che le parole del Signore, siano
uguali in ciascun formulario del Canone».
«L’innovazione maggiore riguarda la Preghiera
Eucaristica.
Mentre nel rito romano, la prima parte di tale
Preghiera, il Prefazio, ha assunto lungo i secoli
formulari diversi, l’altra parte invece, chiamata
Canon Actionis, ha assunto, tra il IV e V secolo,
una forma invariabile, al contrario delle Liturgie
Orientali, che ammettevano una certa varietà nelle
loro Anafore».
439
440
Paolo VI, Cost. Apost. Missale Romanum
«Si sono pure ristabiliti, secondo le tradizioni dei
Padri, alcuni elementi che con il tempo erano
andati perduti (cf. SC 50); per esempio l’Omelia (cf.
SC 52), la Preghiera universale o Preghiera dei
fedeli (cf. SC 53), l’atto penitenziale, cioè l’atto di
riconciliazione con Dio e con i fratelli, all’inizio della
Messa, che giustamente è stato rivalutato.
Secondo la prescrizione del Concilio Vaticano II,
che stabiliva: In un determinato numero di anni, si
leggano al popolo le parti più importanti della Sacra
Scrittura (cf. SC 51).
Un’attenzione particolare è stata dedicata alle
Orazioni, […] aumentate di numero […] ma anche
riportate alla fedeltà degli antichi testi».
«Nel prefazio la Chiesa rende grazie
al Padre, per mezzo di Cristo, nello Spirito Santo,
per tutte le sue opere,
per la creazione, la redenzione e la santificazione.
In questo modo l’intera comunità
si unisce alla lode incessante
che la Chiesa celeste, gli angeli e tutti i santi
cantano al Dio tre volte Santo».
CCC 1352
442
«Nell’epiclesi essa [la Chiesa] prega il Padre
«Nel racconto dell’istituzione
di mandare il suo Santo Spirito (o la potenza della
l’efficacia delle parole e dell’azione di Cristo,
sua benedizione) sul pane e sul vino,
e la potenza dello Spirito Santo,
affinché diventino, per la sua potenza,
rendono sacramentalmente presenti
il Corpo e il Sangue di Gesù Cristo
sotto le specie del pane e del vino
e perché coloro che partecipano all’Eucaristia
il suo Corpo e il suo Sangue,
siano un solo corpo e un solo spirito
il suo sacrificio offerto sulla croce
(alcune tradizioni liturgiche situano l’epiclesi dopo
una volta per tutte».
l’anamnesi)».
CCC 1353A
CCC 1354A
443
444
74
L’Anafora delle Chiese caldee,
Pontificio Consiglio Promozione Unità dei cristiani.
Orientamenti per l’ammissione all’Eucaristia
fra la Chiesa Caldea e la Chiesa Assiria dell’Oriente
che porta il nome degli Apostoli Addai e Mari,
con ogni probabilità la più antica
preghiera
(cf. L’Osservatore Romano 26-10-2001)
eucaristica giunta a noi, ancora in uso.
Ci è pervenuta senza un esplicito racconto
In primo luogo, l’Anafora di Addai e Mari è una delle
più antiche anafore, risalente ai primordi della
Chiesa. […] La sua validità non è mai stata
ufficialmente confutata, né nell’Oriente né
nell'Occidente cristiani.
istituzionale;
Congregazione per la Dottrina della Fede
ne riconosce la validà (27-01-2001)
C. Giraudo, Addai e Mari, l’anafora della Chiesa d’Oriente:
“ortodossa” anche senza le parole istituzionali,
in Rivista Liturgica 89 (2002) 205-215
445
446
Pontificio Consiglio Promozione Unità dei cristiani
In secondo luogo, la Chiesa cattolica riconosce la
Chiesa assira dell’Oriente come autentica Chiesa
particolare, fondata sulla fede ortodossa e sulla
successione apostolica. […] nella Chiesa assira
dell’Oriente, sebbene essa non sia in piena
comunione con la Chiesa cattolica, si trovano «veri
sacramenti, soprattutto, in forza della successione
apostolica, il sacerdozio e l’Eucaristia» (UR, 15).
Infine, le parole dell’Istituzione Eucaristica sono di
fatto presenti nell’Anafora di Addai e Mari, non in
modo narrativo coerente e ad litteram, ma in modo
eucologico e disseminato, vale a dire che esse sono
integrate in preghiere successive di rendimento di
grazie, lode e intercessione. […].
447
«Nelle intercessioni, la Chiesa manifesta
che l’Eucaristia viene celebrata in comunione
con tutta la Chiesa del cielo e della terra, dei vivi e
dei defunti, e nella comunione con i Pastori della
Chiesa, il Papa, il Vescovo della diocesi, il suo
presbiterio e i suoi diaconi, e tutti i Vescovi del
mondo con le loro Chiese».
CCC 1354B
448
- Paolo VI, Encicl. Misterium fidei
(cf. Tematiche. Transustanziazione)
M AGISTERO
- Giovanni Paolo II, Encicl. Ecclesia de Eucharistia
(cf. file nella pagina web)
450
75
Benedetto XVI
PRIMA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA CREDERE
La fede eucaristica della Chiesa [6]
Santissima Trinità ed Eucaristia
Il pane disceso dal cielo [7]
Dono gratuito della Santissima Trinità [8]
Eucaristia: Gesù vero Agnello immolato
La nuova ed eterna alleanza nel sangue dell’Agnello [9]
L’istituzione dell’Eucaristia [10]
Figura transit in veritatem [11]
Lo Spirito Santo e l’Eucaristia
Gesù e lo Spirito Santo [12]
Spirito Santo e Celebrazione eucaristica [13]
Eucaristia e Chiesa
Eucaristia principio causale della Chiesa [14]
Eucaristia e comunione ecclesiale [15]
Sacramentum caritatis
Eucaristia fonte e culmine della vita
e della missione della Chiesa (2007)
1. Mistero da credere
2. Mistero da celebrare
3. Mistero da vivere
Introduzione [1]
Il cibo della verità [2]
Lo sviluppo del rito eucaristico [3]
Il Sinodo dei Vescovi e l’Anno dell’Eucaristia [4]
Scopo della presente Esortazione [5]
451
452
IV. Eucaristia e sacramento dell’Ordine
In persona Christi capitis [23]
Eucaristia e celibato sacerdotale [24]
Scarsità di clero e pastorale vocazionale [25]
Gratitudine e speranza [26]
V. Eucaristia e Matrimonio
Eucaristia, sacramento sponsale [27]
Eucaristia e unicità del matrimonio [28]
Eucaristia e indissolubilità del matrimonio [29]
Eucaristia ed Escatologia
Eucaristia: dono all’uomo in cammino [30]
Il banchetto escatologico [31]
Preghiera per i defunti [32]
L’Eucaristia e la Vergine Maria [33]
Eucaristia e Sacramenti
Sacramentalità della Chiesa [16]
I. Eucaristia e iniziazione cristiana
Eucaristia, pienezza dell’iniziazione cristiana [17]
L’ordine dei Sacramenti dell’iniziazione [18]
Iniziazione, comunità ecclesiale e famiglia [19]
II. Eucaristia e sacramento della Riconciliazione
Loro nesso intrinseco [20]
Alcune attenzioni pastorali [21]
III. Eucaristia e Unzione degli infermi [22]
453
SECONDA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA CELEBRARE
Lex orandi e lex credendi [34]
Bellezza e liturgia [35]
La Celebrazione eucaristica opera del « Christus totus »
Christus totus in capite et in corpore [36]
Eucaristia e Cristo risorto [37]
Ars celebrandi [38]
Il Vescovo, liturgo per eccellenza [39]
Il rispetto dei libri liturgici e della ricchezza dei segni [40]
Arte al servizio della celebrazione [41]
Il canto liturgico [42]
454
La struttura della celebrazione eucaristica [43]
Unità intrinseca dell’azione liturgica [44]
La liturgia della Parola [45]
L’omelia [46]
Presentazione dei doni [47]
La preghiera eucaristica [48]
Scambio della pace [49]
Distribuzione e ricezione dell’Eucaristia [50]
Il congedo: « Ite, missa est » [51]
455
456
76
Actuosa participatio [52]
Autentica partecipazione [53]
Partecipazione e ministero sacerdotale [53]
Celebrazione eucaristica e inculturazione [54]
Condizioni personali per una « actuosa participatio [55] »
Partecipazione dei cristiani non cattolici [56]
Partecipazione attraverso i mezzi di comunicazione [57]
«Actuosa participatio» degli infermi [58]
L’attenzione per i carcerati [59]
I migranti e la partecipazione all’Eucaristia [60]
Le grandi concelebrazioni [61]
La lingua latina [62]
Celebrazioni eucaristiche in piccoli gruppi [63]
La celebrazione interiormente partecipata
Catechesi mistagogica [64]
La riverenza verso l’Eucaristia [65]
Adorazione e pietà eucaristica
Il rapporto intrinseco tra celebrazione e adorazione [66]
La pratica dell’adorazione eucaristica [67]
Forme di devozione eucaristica [68]
Il luogo del tabernacolo nella chiesa [69]
457
TERZA PARTE
EUCARISTIA, MISTERO DA VIVERE
Forma eucaristica della vita cristiana
Il culto spirituale – logiké latreía (Rm 12,1) [70]
Efficacia onnicomprensiva del culto eucaristico [71]
Iuxta dominicam viventes – Vivere secondo la Domenica [72]
Vivere il precetto festivo [73]
Il senso del riposo e del lavoro [74]
Assemblee domenicali in assenza di sacerdote [75]
Una forma eucaristica dell’esistenza cristiana,
l’appartenenza ecclesiale [76]
Spiritualità e cultura eucaristica [77]
Eucaristia ed evangelizzazione delle culture [78]
Eucaristia e fedeli laici [79]
Eucaristia e spiritualità sacerdotale [80]
Eucaristia e vita consacrata [81]
Eucaristia e trasformazione morale [82]
Coerenza eucaristica [83]
459
Gli studenti sono tenuti a leggere attentamente
l’esortazione apostolica postsinodale
Sacramentum caritatis (disponibile in file)
Sarà oggetto di esame
Si consiglia la lettura di:
la
Eucaristia, mistero da annunciare
Eucaristia e missione [84]
Eucaristia e testimonianza [85]
Cristo Gesù, unico Salvatore [86]
Libertà di culto [87]
Eucaristia, mistero da offrire al mondo
Eucaristia, pane spezzato per la vita del mondo [88]
Le implicazioni sociali del Mistero eucaristico [89]
Il cibo della verità e l’indigenza dell’uomo [90]
La dottrina sociale della Chiesa [91]
Santificazione del mondo e salvaguardia del creato [92]
Utilità di un Compendio eucaristico [93]
Conclusione [94]
460
Gli studenti sono tenuti a leggere
la lettera accompagnatoria
il Motu proprio Summorum pontificum
di Benedetto XVI
(disponibile in file)
A.
Scola,
L’Esortazione
apostolica
postsinodale
Sacramentum caritatis. Un atto di recepito dell’insegnamento
conciliare, in Rassegna di teologia 48/2 (2007) 165-180
Oppure,
dello
stesso
autore,
dell’Esortazione disponibile in file.
458
presentazione
461
462
77
ASPETTI
ECUMENISMO
- Ecumenismo
- Aspetti liturgici
463
464
Documenti ecumenici
Convergenze ecumeniche
(cf. F. Courth, I sacramenti, 283-286)
L’Eucaristia [EO 1/589-653]
Documento Commissione cattolico-luterana (1978)
Ambito cattolico
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
(senza svincolare il presbitero, isolandolo)
- Unità tra sacrificio della croce e sacrificio della messa
(senza svincolare la messa, isolandola: effetti automatici)
Ambito luterano
Partecipazione al sacrificio di Cristo
mediante la memoria riattualizzante
Battesimo, eucaristia, ministero
- Partecipazione dell’intera comunità celebrante
[EO 1/3032-3181 [cf. file su pagina web]
su Eucaristia EO 1/3071-3110]
(senza svincolare il fedele, isolandolo)
- Unità tra sacrificio della croce e sacrificio della messa
(Documento di Lima)
Consiglio Mondiale delle Chiese (1982)
(senza svincolare la messa, isolandola: effetti impossibili)
465
Eucaristia ed ecumenismo
466
Eucaristia ed ecumenismo
Questione del presbitero
La comunione
- Necessario: Chiesa cattolica
- Preferibile, ma non necessario: Riforma
Riforma: fondamentale il rapporto con Cristo
La comunione
Rapporto diretto del singolo con Cristo,
non importanti le mediazioni, che sono umane
La comunione eucaristica
deve esprimere la comunione ecclesiale
- Non concelebrazione con sacerdoti non in comunione
- Non partecipazione alla comunione eucaristica
467
Possibile la comunione anche senza unità ecclesiale
468
78
Eucaristia ed ecumenismo
Eucaristia ed ecumenismo
La comunione
Chiesa cattolica:
fondamentale il rapporto con Cristo,
ma esso si attua concretamente nella storia
Chiesa cattolica:
fondamentale il rapporto con Cristo,
ma esso si attua concretamente nella storia
e con le mediazioni volute e stabilite da Cristo.
[non è solo spirituale]
e con le mediazioni volute e stabilite da Cristo
[apostoli…]
Un segno o gesto storico (esterno)
deve corrispondere alla realtà oggettiva che significa
e al valore che ha per il soggetto che lo esprime.
Un segno storico (esterno)
[fare la comunione]
deve corrispondere alla realtà oggettiva che significa
[comunione con Cristo appartenendo all’unità della Chiesa]
e al valore che ha per il soggetto che lo esprime
[bisogna pensare e credere quello che si esprime all’esterno]
469
470
Eucaristia ed ecumenismo
Eucaristia ed ecumenismo
Riscoperta dell’indole escatologica della Chiesa
«Cibandosi, poi, del corpo di Cristo
nella santa assemblea
mostrano [segno] concretamente
l’unità del popolo di Dio,
- Dimensione pellegrinante
- Sguardo “teo-retico” non solo storico (passato)
- Attenzione all’esperienza storica personale
- Unità della Chiesa (futuro) come dono di Dio
che da questo augustissimo sacramento
è felicemente espressa
e mirabilmente prodotta [causa]»
LG 11
471
472
Eucaristia ed ecumenismo
Eucaristia ed ecumenismo
Eucaristia
segno
e
causa dell’unità della Chiesa
Segno
Causa
escatologico: escatologica:
rende presente
la realtà
la realtà
sarà solo
escatologica
Accento
cattolico
Accento
protestante
473
Cattolico
L’Eucaristia fa la Chiesa
Protestante
L’Eucaristia farà la Chiesa
474
79
La dimensione spirituale-personale: soggettiva (A. Grillo)
La prima dimensione che vorrei considerare è legata alla
esperienza che il soggetto ecclesiale ha della eucaristia. Il tempo
del soggetto - tempo tutto suo, tempo da usare bene, da dedicare,
da sacrificare - si plasma in una adesione tendenzialmente
estensibile ad libitum rispetto alla eucaristia (adorata o celebrata,
partecipata sacramentalmente o spiritualmente). È chiaro, tuttavia, che
qui la totalizzazione del tempo (la tensione alla adorazione perpetua o
alla celebrazione ripetuta e continua) deriva sostanzialmente da un
evidente fenomeno di assimilazione del tempo eucaristico al tempo
soggettivo. La pretesa di una sintonia della celebrazione al tempo
soggettivo (cosa mai del tutto priva di fondamento, s’intende, ma
estremamemente pericolosa se assolutizzata) porta ad una inevitabile
deriva che la comprende anzitutto come esercizio, ascesi, compito. È
tempo «investito» e «quantitativamente calcolabile», dal quale si
pretende - sotto sotto - una resa. Esso è piuttosto tempo del «labora» o
dello «stude» che non tempo dell’«ora».
ASPETTI LITURGICI
476
La dimensione giuridico-disciplinare: oggettiva (A. Grillo)
La dimensione liturgico-sacramentale: intersoggettiva (A. Grillo)
Una delle ultime parole che abbiamo usato nel punto precedente
- quella di compito - ci introduce anche alla seconda grande
esperienza della eucaristia, che potremmo chiamare giuridicodisciplinare. Qui l’eucaristia è presa di mira e considerata come
istituzione, come istituto giuridico, come struttura ecclesiale, che
impegna oggettivamente il singolo e che si pone (o meglio si impone)
con un tempo oggettivo, omogeneo, quasi inesorabile, rispetto alla
temporalità del soggetto. Posta la oggettività della forma, della
materia, del ministro competente, ogni condizione temporale e
spaziale, ogni carattere contingente dell’azione risulta risucchiato in
una atemporalità insignificante. Se nel primo modello che abbiamo
considerato, la temporalità soggettiva finiva con il risucchiare ogni
tempo del sacramento, ora in questo secondo caso è il tempo
oggettivo del rito a ridurre ad «adiaphoron» il tempo del soggetto. In
questa visione il tempo o è imposto oppure è irrilevante, ma
comunque sottoposto anche in questo caso ad una «contabilità», ad
una «resa».
Tuttavia, accanto a questi due versanti - pur così diversi tra loro
e però anche così simili nelle conseguenze - esiste anche una
importantissima dimensione liturgico sacramentale della eucaristia.
Essa affonda la sua verità nella irriducibilità della eucaristia allo
spazio-tempo comune. Vi è dimensione celebrativa della eucaristia in
quanto venga assunta la sua simbolicità rituale come una diversa
esperienza dello spazio e del tempo. Questa è dovuto
essenzialmente alla fuoriuscita della esperienza credente da una
logica della contrapposizione tra soggetto e oggetto, tra tempo
soggettivo-libero e tempo oggettivo-imposto, dando figura ad una
dimensione dell’intersoggettivo che non può mai essere ricondotta ad
un tempo come «continuum omogeneo». La rottura di questo
continuum è la caratteristica di questa prospettiva di esperienza della
eucaristia. Il suo «sempre» non è mai riducibile a «ripetizione
quotidiana», bensì comporta una chiara assunzione dello statuto
simbolico-rituale, come modalità elementare dell’esperienza di Dio e
dell’uomo.
477
478
TEMATICHE
- La transustanziazione
La transustanziazione
- L’Eucaristia come sacrificio
- La centralità dell’Eucaristia
- La frequenza della celebrazione eucaristica
- Il culto eucaristico
- L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
479
480
80
Critiche alla transustanziazione
(anni 55-70)
Pio XII, Enciclica, Humani generis (1950)
Difesa della Transustanziazione (DH 3891)
La critica alla transustanziazione in ambito cattolico (Nouvelle
Théologie) deriva dal nuovo concetto di “sostanza” elaborato
dalle scienze fisiche, per le quali sostanza = insieme di atomi
Inizio ambito olandese, poi altre aree:
J. de Baciocchi (1955)
B. Welte (1960)
Transustanziazione = antiquato concetto di sostanza
J. Powers
P. Schoonemberg, s.j.
«Presenza reale nell’eucaristia = simbolismo»
E. Schillebeeckx, o.p.
Specie consacr. = segni efficaci della presenza di Cristo
e della sua unione con i fedeli
482
481
Critiche alla transustanziazione
Critiche alla transustanziazione
(anni 55-70)
Comprendere la presenza reale
non da categorie ontologico-spaziali
- Desiderio di superare il legame tra
teologia e metafisica sostanzialista
ma da categorie personali:
- Rilettura esistenziale dei dogmi
Comunicazione di un significato (funzionale)
- Riscoperta del pensiero simbolico
Definire l’essere delle cose dal loro “per noi”
ossia, dal loro fine o significato
Introduzione in teologia di categorie
della filosofia personalista e della fenomenologia
Presenza intersoggettiva
483
Critiche alla transustanziazione
484
Critiche alla transustanziazione
La presenza reale è compresa in un orizzonte
non solo puramente intellettuale-razionalista
Si rileva che
trattandosi di simboli
Non un significato estrinseco
ma naturale alla persona
con la consacrazione
si ha un cambiamento di
significato, funzione e fine
Coinvolgimento della totalità dell’uomo
non solo del suo intelletto
non tanto di essenza
485
486
81
Critiche alla transustanziazione
Critiche alla transustanziazione
Ancora preoccupazione di fraintendere
La transustanziazione
è vista come trasformazione a livello:
la transustanziazione
- dinamico (non statico-spaziale)
con la trasformazione della sostanza
chimico-fisica del pane
- di significato (non ontologico)
- funzionale (per noi e per la nostra salvezza)
- per un fine (per noi e per la nostra salvezza)
La transustanziazione è vista come
- relazionale (coinvolge la persona, non estrinseca)
trasformazione a livello di segno:
- personale (esistenziale, non solo intellettuale)
transignificazione e transifinalizzazione
487
488
Critiche alla transustanziazione
Mysterium fidei
La transustanziazione: due forme di trasformazione
Paolo VI, Enciclica (1965)
Soggettiva:
DH 4410-4413
il singolo e la comunità, attraverso la celebrazione,
conferiscono un nuovo significato (funzionale e per
un fine) all’eucaristia a cui il singolo e la comunità
aderiscono
Oggettiva:
L’enciclica interviene e risponde alle istanze
del dibattito sulla transustanziazione
1. Alcuni errori circa l’eucaristia
2. La presenza sostanziale di Cristo nell’eucaristia
La realtà stessa subisce un cambiamento (strutturale,
interno) indipendentemente dal significato, dalla
funzione, dal fine e dall’adesione stabilite dal
soggetto e dalla comunità.
3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
489
490
Mysterium fidei
Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
Paolo VI, Enciclica (1965)
DH 4411
1. Alcuni errori circa l’eucaristia
DH 4410-4413
• Insistere sulla ragione di segno sacramentale come
se il simbolismo, che tutti ammettono nell’eucaristia,
esprimesse esaurientemente il modo della presenza
di Cristo.
Rapporto inscindibile tra
presenza reale e transustanziazione
Transignificazione e tranfinalizzazione
sono insufficienti:
devono essere completati con la transustanziazione
• Discutere sul mistero della transustanziazione
senza fare cenno alla conversione di tutta la
sostanza del pane nel corpo […] di Cristo, limitandosi
a parlare di transignificazione e tranfinalizzazione
• Dopo la celebrazione cessa la presenza di Cristo
491
492
82
Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
Paolo VI, Enciclica Mysterium fidei (1965)
DH 4412
DH 4413
2. La presenza sostanziale di Cristo nell’eucaristia
«Tale presenza si dice “reale” non per esclusione,
quasi che le altre non siano “reali”, ma per
antonomasia perché è anche corporale e sostanziale,
e in forza di essa Cristo, Uomo-Dio, tutto intero si fa
presente [conc. di Trento, DH 1641].
Malamente qualcuno spiegherebbe questa forma di
presenza immaginando il corpo di Cristo glorioso
onnipresente; oppure riducendola ai limiti di un
simbolismo, come se fosse niente altro che un segno
della spirituale presenza di Cristo e della sua intima
congiunzione con i fedeli [Pio XII, Humani generis]».
3. La presenza di Cristo dopo la consacrazione
«Avvenuta la transustanziazione, le specie del pane e
del vino senza dubbio acquistano un nuovo fine, non
essendo più l’usuale pane […], ma il segno di una
cosa sacra e il segno di un alimento spirituale […]
acquistano nuovo significato e nuovo fine in quanto
contengono una nuova realtà, che giustamente
chiamiamo ontologica. […] sotto le specie non c’è più
quel che c’era prima […] e ciò non soltanto in base al
giudizio della fede della chiesa, ma per realtà
oggettiva»
493
494
Osservazioni sulla transustanziazione
- Necessità della precedenza
ontologica su quella funzionale
rischio di vanificare la prima per la seconda
L’Eucaristia come sacrificio
- Importanza della dimensione personale-relazionale
nell’eucaristia si incontra Qualcuno non qualcosa
- Importanza della visione unitaria tra
esse in (ontologico) e esse pro nobis (fine)
495
496
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Il sangue di Cristo diventa il sangue della nuova
alleanza (Lc 22,20; 1Cor 11,25), per cui gli uomini
sono giustificati (Rm 5,9). Attraverso il sangue si
realizza l’unità tra Giudei e pagani (Ef 2,13), tra
uomini e potenze celesti (Col 1,20).
Al sangue di Cristo gli uomini partecipano bevendo
al calice eucaristico (Mt 26,28-29; 1Cor 10,16-17;
1Cor 11,25.28).
La salvezza è indissolubilmente legata al dono
totale con il quale Cristo ha offerto se stesso in
tutta la sua esistenza, ma che ha il suo punto
culminante nella morte in croce (Rm 3,25), in
cui l’offerta di se stesso «è avvenuta una volta
per tutte allo scopo di togliere i peccati di molti»
(Eb 9,28) perché è mediante il suo sangue che
Fondamentale il legame con l’AT in ordine alla
comprensione della redenzione cristiana (Rm 9,15).
noi siamo redenti (Ef 1, 7).
497
498
83
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Alla dimensione oggettiva della redenzione, in cui
Nel NT, in particolare in Paolo, si ha una
si sottolinea il dono di Dio, deve corrispondere la
molteplicità di termini attraverso i quali si descrive
risposta dell’uomo affinché la salvezza sia vissuta
la
nella vita (Rm 14,19; 1Cor 9,24-27; Fil 1,27; 1Tm
redenzione:
‘pacificare’ (Col
6,12). In questo modo, alla venuta escatologica di
‘riconciliare’
1,20),
(2Cor
5,18s),
‘riscattare’ (Gal
4,5),
‘rimettere’ (Tt 2,14), ‘liberare’ (Rm 6,18), ‘espiare’
Cristo, potranno giungere alla pienezza della
(Eb
redenzione coloro che vivono in e per Cristo,
2,17),
‘salvare’
(Rm
5,9)
soprattutto
‘giustificare’ (Rm 5,1), e anche ‘ricreare’ (2Cor
ossia «che lo aspettano per la loro salvezza» (Eb
5,17).
9,28).
499
500
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
Occorre correggere l’interpretazione giuridica
della
redenzione
sostituzione
di
secondo
tipo
la
penale
quale
una
avrebbe
dato
Sebbene in Is 53,5 vi sia punizione del servo per
i peccati altrui, in Cristo la situazione è diversa.
soddisfazione a Dio per gli oltraggi ricevuti, come
1Cor 15,3: (cf. Gal 1,4; 1Cor 6,20)
«è morto per (ὑπέρ) i nostri peccati»
se Dio avesse voluto castigare in Gesù tutti i
peccatori.
501
502
Questioni soteriologiche
ὑπέρ
Questioni soteriologiche
In favore di
In favore di
A causa di
A causa di
In rapporto a
ὑπέρ
Al posto di
In rapporto a
Al posto di
G. Pulcinelli, La morte di Gesù come espiazione.
La concezione paolina, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007
503
504
84
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
La morte di Cristo come atto di amore:
- Di Gesù: «Egli mi ha amato e ha dato se stesso per
me» (Gal 2,20; Gv 13,1)
- Di Dio: «Se Dio è per noi, chi sarà contro di noi?»
(Rm 8,31)
Su ὑπέρ
- «Morire per»
- Formule di donazione
La prospettiva è in continuità con l’AT:
excursus
«Il Signore si è legato a voi, e proprio voi ha scelto
[…] perché vi ama» (Dt 7,7)
G. Pulcinelli, La morte di Gesù come espiazione.
La concezione paolina, San Paolo, Cinisello Balsamo 2007
«Con amore e compassione vi ha riscattati» (Is 63,9)
505
506
Questioni soteriologiche
Questioni soteriologiche
ὑπέρ
- Formule di donazione
- «Morire per» (non AT tranne Is 53 e 2 Mac)
es. 1Cor 15,3 «Cristo morì per i nostri peccati»
es. Rm 4,25: «venne consegnato per i nostri peccati»
Sottolineano della morte di Gesù non tanto l’atto
eroico, quanto la portata salvifica dell’autoconsegna o
della consegna da parte di Dio.
Il NT (soprattutto Paolo) preferisce descrivere il senso
della morte di Cristo con la formula «morire per»
anziché inserirsi nella prospettiva dell’AT e leggerla in
senso cultuale. In questo modo si evidenzia la
differenza qualitativa tra la morte di Gesù in croce e i
sacrifici espiatori compiuti sul monte Sion.
- Rito di espiazione (dall’analisi del vocabolario)
Non un dio irato che vuole punire, ma il dono della
riconciliazione nel perdono dei peccati.
Distanza dal mondo greco-romano, in cui è presente la
formula «morire per» in cui indica l’accento al soggetto.
507
Soddisfazione (colpa) o espiazione (pena)?
508
Soddisfazione vicaria
«diversi approcci alla soteriologia si possono considerare
delle varianti (anche se a volte sostanziali) di due
prospettive che sono state dibattute nel corso del
Novecento e che hanno avuto origine all’inizio del secolo
scorso con l’acceso dibattito tra la soddisfazione vicaria
(J. Rivière) e l’espiazione penale (Chr. Pesch). Per il
primo il peccato segna una colpa da soddisfare e la
redenzione è principalmente dovuta all’obbedienza
amorosa di Cristo (Dio è amore). Per il secondo il
peccato comporta una pena da espiare e la redenzione
è dovuta principalmente alla sofferenza di Cristo (Dio è
vendicativo)»
Espiazione penale
J. Rivière
Chr. Pesch
R. Richard: amore
Scuola tomista:
- riscatto
- sacrificio
- soddisfazione
- merito
É. Mersch: solidarietà
Rappresentanza /
sostituzione
Cristo solidale con l’uomo,
assumendone
la sofferenza e la morte
R. Nardin, Soddisfazione vicaria o rappresentanza
solidale?, in Filosofia e teologia 22/1 (2008) 89-111 (web)
509
Cristo “assume” il peccato,
rappresentandolo /
/ sostituendolo
davanti a Dio
510
85
Solidarietà
- H. Schürmann
- Ch. Duquoc
- F. Prat,
- H. Hocedez,
- L. Malevez,
- P. Galtier,
- K. Rahner,
- Y. Congar,
- E. Schillebeeckx,
- H. Küng,
- J. Moingt,
- H. Kessler,
- J. Alfaro
- Teol. liberazione
Rappresentanza /
/ sostituzione
Gustaf Aulén
- K. Barth
- W. Pannenberg
- H. U. von Balthasar
- J. Ratzinger,
- W. Kasper,
- J. Moltmann,
- J. Daniélou,
- O. Cullmann,
- G. Martelet,
- J. Galot,
- D. Sölle,
- H. Hoffmann
- K. H. Merke
511
Discendente: I Millennio
Soteriologia
Ascendente: II Millennio
512
1. Mediazione discendente
2. Mediazione ascendente
illuminatore e rivelatore
Cristo
Cur Deus homo (1098)
sacrificato ed espiante
redentore e liberatore
Cristo
divinizzatore e giustificante
rappresentante solidale
riconciliatore
513
514
Questioni soteriologiche
L’eucaristia celebra
Nei testi eucaristici si sottolinea il sacrificio
personale di Cristo in un orizzonte relazionale:
la donazione che Gesù fa di se stesso al Padre
per la nostra salvezza
Questo è il mio corpo che è dato per voi.
Questo è il mio sangue che è versato per voi.
La morte di Gesù è spiegata alla luce di Is 53
L’eucaristia può essere vista come sacrificio
Morte espiatrice del servo sofferente.
515
516
86
Sacrificare
Non dare a Dio qualcosa di nostro:
L’unico sacrificio è quello di Gesù sulla croce.
Dio riceve (irato da placare, dispotico da convincere)
Il soggetto dà (per avere qualcosa in cambio: perdono, premio)
Amore alla logica
Ma
L’eucaristia è sacrificio relativo
Rispondere all’amore di Dio:
che attualizza sacramentalmente l’unico sacrificio.
Dio ci prende (amore nella gratuità).
Il soggetto viene preso (offre in dono)
Logica dell’amore
518
517
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia come sacrificio
Riluttanza iniziale
di Cristo
- Timore di accogliere le prospettive
giudaiche e pagane
Eucaristia
sacrificio
della Chiesa
Contestato dalla Riforma,
ribadito dal conc. di Trento
(DH 1751-1759)
- Dal III secolo la prospettiva del sacrificio da applicare
all’eucaristia è abbondantemente presente
confermato
Conc. Vaticano II
Si tratta dell’eucaristia come celebrazione/memoria
della morte in croce di Cristo, unico sacrificio
519
520
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia sacrificio della Chiesa
Concilio Vaticano II
A Sacrificio che si attua, compiendosi,
Eucaristia sacrificio della Chiesa
nella celebrazione della Chiesa.
Possibilità reale offerta alla Chiesa
«Il sacerdote ministeriale […] compie il sacrificio
eucaristico nella persona di Cristo e lo offre a Dio a
nome di tutto il popolo»
(LG 10)
B di entrare in “sintonia” con il sacrificio di Cristo,
LG 10
LG 11
partecipando al sacrificio che Cristo fa di se stesso.
A La Chiesa offre il sacrificio di Cristo (sacramento)
«I fedeli […] partecipando al sacrificio offrono a
Dio la vittima divina e se stessi con essa. Cibandosi
del corpo di Cristo nella santa assemblea mostrano
[segno] l’unità del popolo di Dio»
(LG 11)
B La Chiesa si offre dal/nel sacrificio di Cristo (sacrificio)
Verum
Corpus Christi si offre
Mysticum
521
522
87
Eucaristia come sacrificio
Eucaristia sacrificio della Chiesa
La centralità dell’Eucaristia
Partecipazione esistenziale
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis
523
524
Ignazio di Antiochia (I millennio)
Eucaristia al centro
Celebrata dal vescovo che presiede la comunità:
- l’eucaristia fonda la comunità
- il vescovo è il primo ministro dell’eucaristia
- l’episcopato come sacramento originario dell’Ordine
Centralità
dell’Eucaristia
cristologiche
Tommaso
antropologiche
Tommaso
ecclesiologiche
conc. Vat. II
(Motivazioni)
Tommaso (II millennio)
Eucaristia al centro
Celebrata dal singolo presbitero che consacra:
- l’eucaristia “indipendente” dalla comunità
- l’eucaristia questione “privata” del presbitero
- l’episcopato non è un sacramento
525
Centralità dell’Eucaristia
526
Centralità dell’Eucaristia
Motivazioni cristologiche
Motivazioni antropologiche
«negli altri sacramenti Cristo è presente con la
sua grazia, nell’Eucaristia è presente in persona
come salvatore»
l’Eucaristia è l’alimento del credente
(analogia con la vita fisica)
«Et ideo, sicut ad vitam spiritualem oportuit esse
Baptismum,
qui
est
spiritualis
generatio,
et
confirmationem, quae est spirituale augmentum; ita
oportuit esse sacramentum Eucharistiae, quod est
spirituale alimentum»
Tommaso, STh III, q. 73, a. 1, resp.
STh, III, q. 65, a 3
«nell’Eucaristia
non
solo
contiene
la
santificazione ma è presente l’autore della
santificazione»
«Sacramentum caritatis».
Tommaso, STh III, q. 73, a. 3, ad 3 [et alia]
Conc. Trento: DH 1639
527
528
88
Centralità dell’Eucaristia
Motivazioni ecclesiologiche
La frequenza
della celebrazione eucaristica
«Est autem haec Eucharistia specialiter sacramentum
unitatis et caritatis, ut dicit Augustinus, Super Ioannem».
Tommaso, Super Primam Ep. ad Corinthios
R. Taft, La frequenza dell’eucaristia nella storia,
in Concilium 2 (1982) 33-53
Eucaristia: fons et culmen
La Maison-Dieu 242 (2005)
della vita e della missione della Chiesa
(Conc. Vat. II)
G. Boselli, Ritmo e frequenza della celebrazione
eucaristica, in Vita Pastorale 93/10 (2005) 28-31
(Cf. Slides della prima parte)
529
530
Frequenza della celebrazione eucaristica
Frequenza della celebrazione eucaristica
Quotidiana
- Inizialmente solo la domenica
(Demonstratio Evangelii)
Eusebio di Cesarea
(Palestina)
- Dal IV sec. anche il sabato (tranne a Roma e Alessandria)
Solo domenica (Comm. Salmi)
- Nel IV sec. a Gerusalemme anche mercoledì e venerdì (Egeria)
Roma
Damaso (366-384)
Solo domenica (sembra)
Silicio (384-399)
Quotidiana
Innocenzo I (401-417)
Solo domenica (sembra)
531
Frequenza della celebrazione eucaristica
532
Frequenza della celebrazione eucaristica
«L’osservanza di tutte le altre pratiche
che si possono ricordare simili a queste
è lasciata alla libertà di ciascuno; non
vi è disciplina migliore cui un cristiano
serio e prudente possa attenersi se non
quella di agire nel modo in cui vedrà
agire la Chiesa in cui si trova»
«In alcuni luoghi non si lascia passare
nessun giorno senza offrire [il sacrificio],
in altri si offre solo il sabato e la
domenica e in altri solo la domenica»
Agostino, Lettera 54 (a Gennaro)
Agostino, Lettera 54 (a Gennaro)
533
534
89
Frequenza della celebrazione eucaristica
Frequenza della celebrazione eucaristica
«Mi domandi se il sabato si deve digiunare e se è bene
ricevere l’Eucaristia ogni giorno, come pare facciano la
Chiesa di Roma e le Spagne. [...] Ma credo che
brevemente
debba
informarti
che
le
tradizioni
ecclesiastiche, soprattutto quelle che non costituiscono un
ostacolo per la fede, devono essere osservate così come
ce le hanno tramandate i padri, né la loro consuetudine
dev’essere cambiata con altre. [...]. Volesse il cielo,
inoltre, che potessimo ricevere sempre l’Eucaristia,
non per nostra condanna e con un rimorso di coscienza e
poter ascoltare le parole del Salmista, che dice: gustate e
vedete quanto è buono il Signore [...]»
Quotidiana
(comunione eucaristica)
Regula Magistri
(VI sec.)
Solo domenica (celebrazione eucaristica)
Quotidiana
(comunione eucaristica)
Regula Benedicti
(VI sec.)
Girolamo, Lettera 71 (398)
Solo domenica (celebrazione eucaristica)
535
Frequenza della celebrazione eucaristica
Gregorio M.
(Dialoghi)
Quotidiana
536
Frequenza della celebrazione eucaristica
(celebrazione eucaristica)
Dal XVIII secolo
Celebrazione eucaristica quotidiana in tutto l’Occidente
(nelle parrocchie)
Dal XX-XXI secolo
Difficoltà per la celebrazione eucaristica quotidiana:
mancanza di sacerdoti (in alcune zone)
Celebrazione eucaristica quotidiana a Roma
Dall’epoca carolingia
Celebrazione eucaristica quotidiana in tutto l’Occidente
(monastico)
537
Frequenza della celebrazione eucaristica
538
Frequenza della celebrazione eucaristica
Prassi ecumenica
Chiese ortodosse
- Parrocchie: solo la domenica
- Monasteri: anche altri giorni, in alcuni monasteri quotidiana
Comunità della Riforma
«L’analisi della frequenza della celebrazione
eucaristica permette, dunque, di confermare che
l’unità della fede, espressa attraverso la
pluralità delle prassi liturgiche, rappresenta un
elemento originario e costitutivo del cristianesimo.
Unità della fede e pluralità di prassi liturgiche
appare così un principio guida e un criterio
ispiratore al quale attenersi per rimanere fedeli
alla grande tradizione della Chiesa».
- Solo la domenica (luterani)
G. Boselli, Ritmo e frequenza della celebrazione
- Solo la domenica, e non tutte le domeniche (calvinisti)
539
540
90
Frequenza della celebrazione eucaristica
Frequenza della celebrazione eucaristica
Risposte
Risposte
Frequenza eucaristica solo domenicale
con qualche eccezione dei giorni feriali?
1. Sotto il profilo liturgico
(motivazione ecumenica e carenza di sacerdoti)
2. Sotto il profilo teologico
Prassi liturgiche originarie (prima il IV sec.) diverse,
lasciano libertà di scelta?
(motivazione storica)
Prassi liturgiche originali (prima del IV sec.) solo
domenicali, obbligano all’eucaristia solo domenicale?
(motivazione storica)
542
541
Frequenza della celebrazione eucaristica
Frequenza della celebrazione eucaristica
«1. Se la liturgia è l’assimilazione in forma
simbolica dell’esperienza elementare dell’essere in
Cristo, come si può giustificare che il culmen et
fons dell’essere in Cristo abbia una frequenza
settimanale, quando l’esperienza elementare si
offre più propriamente nella quotidianità? In altri
termini. Se a livello antropologico l’esperienza
elementare si compie nella quotidianità, come
concepire che proprio la liturgia, che per definizione
si situa nell’esperienza elementare, abbia il proprio
culmen et fons al di là dell’esperienza elementare
stessa?»
«Una possibile risposta si potrebbe individuare nella
valenza escatologica dell’Eucaristia e quindi la sua
indisponibilità a un orizzonte riconducibile alla
semplice esperienza elementare. Resterebbe allora
la domanda: è corretto pensare a una dimensione
escatologica
cristiana
lontana
dall’esperienza
elementare dell’uomo che ha nella ferialità il suo
naturale svolgersi? Inoltre, come evidenziare il nesso
fondamentale tra Eucaristia e vita quotidiana – uno
dei frutti del Concilio, forse non ancora portati a
compimento – se nell’orizzonte della quotidianità
manca l’‘esperienza’ eucaristica?»
R. Nardin, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
R. Nardin, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
543
Frequenza della celebrazione eucaristica
544
Frequenza della celebrazione eucaristica
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis
Benedetto XVI, Sacramentum caritatis
«in quanto coinvolge la realtà umana del
credente nella sua concretezza quotidiana,
l’Eucaristia rende possibile, giorno dopo giorno, la
progressiva trasfigurazione dell’uomo chiamato
per grazia ad essere ad immagine del Figlio di
Dio» (71)
«In realtà, l’attiva partecipazione auspicata dal
Concilio deve essere compresa in termini più
sostanziali, a partire da una più grande
consapevolezza del mistero che viene celebrato e
del suo rapporto con l’esistenza quotidiana» (52)
«I fedeli cristiani hanno bisogno di una più
profonda comprensione delle relazioni tra
l’Eucaristia e la vita quotidiana» (77)
545
546
91
Frequenza della celebrazione eucaristica
Frequenza della celebrazione eucaristica
«2. Il fondamento teologico che sostiene la
celebrazione eucaristica a sola frequenza
settimanale è dato, in primis, dalla prassi liturgica
della Chiesa delle origini – anche se non si
presenta uniforme – nella sottolineatura
dell’escatologica presenza del Risorto nel ‘giorno
del Signore’. Pur rilevando l’importanza di tale
fondamento, proporre un’esclusiva frequenza
ebdomadaria alla celebrazione dell’Eucaristia
sembra identificare il ritorno alle origini, auspicato
dal Concilio, con il semplice ‘ricopiare’ la prassi
antica».
«In realtà, l’elaborazione dell’intellectus fidei – e
quindi la stessa vita liturgica della Chiesa ad esso
intrinsecamente legata, stante il principio lex orandi
lex credendi – vede la modalità con la quale
accogliere l’auditus fidei non riducibile a semplice
riproposizione ‘oggettiva’ e ‘letterale’ del passato. In
altri termini, la Tradizione è viva lungo la storia della
Chiesa e pur fondandosi nel momento delle origini
si arricchisce continuamente. È per questa
dinamicità dell’intellectus fidei che la fede può
entrare in dialogo con le culture di tutti i tempi e di
tutti i luoghi»
R. Nardin, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
R. Nardin, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
547
548
Frequenza della celebrazione eucaristica
«lasciare aperta la risposta nella determinazione della
frequenza della celebrazione eucaristica e invitano a
una ‘modalità plurale”, se così si può dire, in cui, fermo
restando che il Dies Domini, Dies Christi, Dies
Ecclesiae e Dies hominis è la domenica, da un lato, la
celebrazione dell’Eucaristia quotidiana ne mette in
rilievo l’intimo rapporto con l’esperienza elementare e
quindi con il vissuto concreto dell’uomo, d’altro lato, la
frequenza ebdomadaria sottolinea l’assoluto e
intrinseco legame della celebrazione eucaristica al
mistero pasquale e invita a una costante tensione
escatologica, non riducibile alla quotidianità (ma forse
troppo lontana da essa)»
Il culto eucaristico
R. Nardin, La riforma liturgica alla luce del monachesimo
549
«Scopo primario e originario della conservazione
della
Eucaristia
fuori
della
Messa
è
l’amministrazione del Viatico; scopi secondari
sono la distribuzione della comunione e
l’adorazione di nostro Signore Gesù Cristo,
presente nel sacramento. La conservazione delle
sacre specie per gli infermi portò infatti alla
lodevole abitudine di adorare questo celeste
alimento riposto e custodito nelle chiese: un culto di
adorazione che poggia su valida e salda base,
soprattutto perché la fede nella presenza reale del
Signore porta naturalmente alla manifestazione
esterna e pubblica di questa stessa fede»
550
L’adorazione eucaristica
«Le motivazioni teologiche che nel corso della
storia hanno favorito nella chiesa latina,
l’adorazione dell’eucaristia al di fuori della Messa
sono le seguenti: 1. L’irrobustimento della fede
nella presenza reale; 2. La venerazione e
l’adorazione delle sacre specie durante la Messa;
3.
L’esigenza,
tipicamente
medievale,
di
contemplare, con riverenza e rispetto, il Santissimo
Sacramento»
F. Courth, I sacramenti, 292
Rito della comunione fuori della Messa e culto eucaristico, 5
552
92
- Momento patristico (mistagogia)
- Tommaso: sacramenti ordinati all’Eucaristia
- Concilio di Trento:
Eucaristia (sorgente), sacramenti (fiumi)
L’Eucaristia e l’iniziazione cristiana
- Da Trento al Vaticano II:
1. Perdita visione organica dei sacramenti centrati sull’Eucaristia
2. Perdita visione organica dell’iniziazione cristiana
553
554
Concilio Vaticano II riprende:
Gli studenti sono tenuti a studiare
A - L’organicità dei sacramenti (LG 11; PO 5)
la parte sistematica proposta dal manuale consigliato
(pp. 273-326)
B - La centralità dell’Eucaristia (fons et culmen)
C - L’iniziazione cristiana (SC 64)
Orizzonte ecclesiologico
A
Assemblea liturgica
B
Eucaristia/Chiesa
C
Chiesa locale
555
556
Trattato
1a parte: storica – positiva – analitica – induttiva
Pubblicazioni
Non metafisica
sull’Eucaristia
Non ipotetica
Non sintetica
Non deduttiva
557
558
93
Trattato
Trattato
2a parte: organica
Principi di sintesi
Articolazione delle varie parti:
unitaria e coerente
non giustapposta e frammentata
Eucaristia sacramento del sacrificio di Cristo
celebrazione
ecclesiologia
antropologia
cristologia
cristologia
trinitaria
Sacramentum, sacramentum et res, res sacramenti
Lex credendi, lex orandi, lex vivendi
Trovare un principio unitario (di sintesi)
Lex orandi, lex credendi, lex vivendi
559
560
Trattato
Trattato
Lex orandi, lex credendi, lex vivendi
Simbolo: definito in rapporto all’uomo (Chauvet)
Solo la preghiera eucaristica (Giraudo)
cultura, relazione
Fondazione nell’AT = al NT (Giraudo)
Solo I millennio (Giraudo, Boselli)
Rifiuto dell’ontologia
Attenzione al rito (Mazza)
Dialogo con la filosofia (ontologia) (Power)
Il sacramento perde consistenza (Lafont)
561
562
R. Jaouen (1995)
R. Jaouen (1995)
Vita
Pane e vino
Vita
Comunione fraterna
Miglio (riso)
Comunione con Dio
Comunione fraterna
Comunione con Dio
Cameroun
Cameroun
Miglio (riso)
Miglio (riso)
563
Eucaristia
564
94
R. Jaouen (1995)
Eucaristia:
pane e vino
La prospettiva di Jaouen non è accettabile
perché occorre tener presente due principi:
Istituzione di Gesù storico
legato a cultura particolare
1. Unità - identità cristologica
2. Unità del mistero pasquale
Eucaristia:
miglio, riso …
Gesù risorto (Signore)
Svincolato da cultura particolare
566
565
Unità del mistero pasquale
Unità - identità cristologica
Il Signore risorto è Gesù di Nazaret
Eucaristia
Non solo morte di Cristo
Eucaristia
Non solo risurrezione di Cristo
Il risorto non è un mito (ma parte dalla storia)
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