Apri il Manoscritto - Padre Tiziano Sofia

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Apri il Manoscritto - Padre Tiziano Sofia
pubblicato il 22 dicembre 2015
15 ottobre 2015
Ieri sera stavo chiacchierando con gli amici italiani, ma uno strano rumore
come di cicala mi ha insospettito. L'ho sentito varie volte in camera mia, con
sospetto, senza sapere da quale animaletto provenisse. Ieri sera ho visto attorno alla lampadina accesa, che attira molti moscerini, come tre lucertoline
bianchicce; immobili sul controsoffitto, sicuramente hanno delle mini ventose
sulle zampette. Immobili ma in agguato di qualche moscerino. Poi un
movimento veloce e la preda non scappa. Eliminano mosche, moscerini,
zanzare... All'inizio mi davano fastidio. Ora osservo curioso. Un nome strano,
locale: perro-sompopo (perro = cane; sompopo = formica volante). Meno male
che ci sono!
A parte il cicaleccio delle lucertoline, anche di notte, non ho dormito molto. II
motivo c'era, c'e tutti i giorni: la difficoltà di vivere, soprattutto nella indigenza,
nella mancanza di lavoro o di terra da lavorare, per produrre cibo. MANGIARE.
Un tetto. Delle pareti di protezione. Un giaciglio. Una persona che ti voglia bene
e alla quale voler bene.
C'è chi ha troppo, chi ha lo stretto necessario, chi niente! Ma non basta.
"NON DI SOLO PANE VIVE L'UOMO!"
Ma ci vuole questo benedetto pane-cibo. E quando non c'è? La fame non ti
lascia. La spossatezza ti distrugge. La disperazione ti attanaglia.
Ieri Luis è arrivato senza fare colazione in casa. Ha finito i soldi del mese scorso.
L'ho visto stanco. Ho provveduto. Un sorriso di riconoscenza. In casa (?!) non
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produce nulla. Moglie e figli sono ammalati, sotto-alimentati. Io qui ho tutto.
Non certo il nostro esagerato e diversificato mangiare, ma non ho da
lamentarmi. Non solo, non mi manca "l'altro pane", quello disceso dal Cielo.
Basta che dica a un tozzo di pane azimo "Questo è il mio Corpo", e... sono a
posto?
La disperazione, per troppa gente, non è alla porta di casa, perchè manca la
casa. E' nel cuore. Per colpa nostra o di altri Ma quando mancano i due cibi
siamo terribilmente scossi. O siamo degli stolti quando ci diamo da fare
(domenica compresa a cercare un solo pane, quello materiale, in modo
ossessivo, fino ad avere il "granaio", la dispensa, il frigo pieni e non troviamo un
secondo per "l'altro Pane"!
Vado ogni mattina a portare erbetta fresca ai porcellini d'India. Hanno una
velocità incredibile nel masticare le foglie. Ma se non porto io il cibo, muoiono
ed è finita. I ragazzi qui amano gli animali, ma nessuno di loro pensa al loro
cibo. Li ho sgridati. Ma richiamo anche gli operai. La maggioranza non va mai in
chiesa, quindi sono senza Pane. Sto risvegliando o illuminando la loro mente,
come Don Bosco faceva. Per il moltiplicarsi delle sette, non è facile. C'è rancore
contro la Chiesa cattolica. Difficile capirne il motivo. Certamente i sacerdoti non
sono esenti da colpe, troppo rinchiusi nelle loro sacrestie, senza contatto con le
difficoltà quotidiane delle famiglie. E anche per una certa incompetenza nel
saper "vendere" bene il Vangelo, l'Eucaristia, la speranza del Regno!
Ore 05. Piove molto. I pappagalli fanno la doccia. Chiamano un poco tutti,
persino "Vito" dicono troppo frequentemente. Fra 40 minuti la Eucaristia. Ho
fame di Cristo, del suo Pane!
Ore 6,40
Cristo mi ha nutrito, come vite e tralcio, come mamma e bambino. Nessun cibo
materiale nutre l'anima; come il Pane del Cielo nutre l'anima, anche se c'è una
certezza che farà risorgere "del tutto nuovo e diverso" il corpo.
Come diventeremo, a ristrutturazione terminata? Nessuno lo può vedere o
sapere. Aspettiamo solo che si compia la promessa di Dio. Non perdiamo
tempo ad immaginarla, perchè il risultato è inimmaginabile!
Ore 19
Una giornata molto piovosa, con varie complicazioni nel lavoro. Vito ha febbre
alta. Paolo è giù di corda, Ferruccio (Antonio) è letteralmente spompato. Io ho
dovuto correre tutto il giorno da un posto all'altro, con buoni risultati.
Michelangelo si dimostra sempre più coinvolto nel suo ruolo.
Dovevo celebrare l'Eucaristia alla cappella "Laguna", ai bordi del lago di Apoyo.
Là non c'è segnale per il cellulare. II delegato era convinto che fosse alle tre.
Comunque è arrivata pochissima gente. Siamo rimasti pochi minuti e abbiamo
riportato il delegato a Pacayita, con una lunga deviazione. Avremmo dovuto
tornare a casa alle 5,30, dopo aver portato l'Eucaristia a 5 persone anziane e
malate. Sono qui: ore 19! Ho documentato il giro missionario con foto
impressionanti a testimoniare come vive la povera gente. "Lo immaginiamo!"
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mi diranno molti in Italia! Ma sarebbe come immaginare Marte per chi non c'è
mai stato. Una stretta al cuore. Due anziani hanno avuto 16 figli, di cui 13
viventi. Lui non ha mai camminato dalla nascita. Non sono mai stati sposati
negli anni. Io avrei fatto una "epikeia" (vediti il dizionario = chiudere un occhio!)
e anziani come sono non potrebbero arrangiare niente. Cristo si sarebbe
offerto "eucaristia" senza dubbio. Ho rivisto la bella signora letteralmente
aggredita nei quattro arti. Vive di speranza nella Promessa del Regno. Un'altra
signora con Al-zaymer vive nella casa di una figlia. Nessuno degli altri 10 figli la
visita. Ma il più impressionante è l'anziano ridotto a pelle e ossa, con una
novità: sul petto ha una grave infezione della cute. Soffre moltissimo. Vuole
l'Eucaristia come sua forza per fare la volontà di Dio nella sofferenza paziente.
Zoila ha una tenerezza speciale per il novantenne.
Buio. II custode notturno ha freddo (!) e fame. E' bello condividere, come ci ha
insegnato Cristo Gesù...
Domani vado a Managua per il container. II capo vuole sotto banco 1.000
dollari. Tutto il mondo è paese...
Rimane però pendente quel grosso problema che per ora non posso rivelare.
Che il Signore provveda!
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