il Comandante dei Vigili del Fuoco

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il Comandante dei Vigili del Fuoco
SERVIZI
Tolomeo Litterio
Bologna tra sviluppo
e potenziamento
Bologna:
il Comandante
dei Vigili
del Fuoco
Fine ’800
Saggio ginnico in piazza Maggiore
Il Corpo dei pompieri di Bologna
in un’immagine del 1898
Un po’ di Storia
Le prime notizie sulla storia dei pompieri della città di Bologna risalgono
al 1765, quando si dispose il loro trasferimento nell’Orto Botanico,
situato nella corte interna di palazzo d’Accursio, attuale residenza
municipale in piazza Maggiore.
L’ingresso di Napoleone in Bologna, nel giugno del 1796, interruppe
per quasi un ventennio la dominazione pontificia. Fu così, che un
generale dell’esercito napoleonico, nel 1801, deplorando il pessimo
stato in cui si trovava il materiale antincendio sollecitò l’istituzione
della Compagnia dei pompieri, sul modello dei pompiers parigini.
Bisognerà attendere il senatore conte Scarselli, per approvare un
nuovo regolamento che modificasse in gran par te l’organizzazione
antincendio della città nell’anno 1824. Egli assunse su di sé la direzione
completa dei pompieri, nominando quattro cittadini, uno per ogni
quar tiere, quali responsabili del servizio. Nel 1837 fu inoltre stabilito
di istituire un servizio di guardia permanente dei pompieri, presso il
palazzo Apostolico; questo l’organico: un capo posto e tre pompieri
comuni. Furono poi acquistate altre pompe e potenziata l’attrezzatura.
Per la prima volta, i pompieri ebbero anche un’uniforme.
L’8 agosto del 1848, durante la cacciata degli austriaci dalla città, i
pompieri di Bologna poterono dimostrare il loro coraggio e il loro
profondo senso civico, riuscendo a domare le decine e decine d’incendi
appiccati dal nemico.
Nel 1862, dopo l’unità d’Italia, il Corpo dei pompieri di Bologna fu
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Numerosi interventi
e una medaglia d’oro
per l’opera svolta
durante il sisma
di Avezzano del 1914
Il periodo bellico:
la partecipazione attiva
a difesa del territorio
950.000 abitanti
per un’estensione
di 3562 kmq
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riorganizzato completamente, si fecero investimenti per nuove macchine,
fu acquistata una pompa vuotapozzi e, nel 1867, una scala aerea.
Un’altra svolta importante fu l’inaugurazione dell’acquedotto, avvenuta
nel 1881, che risolse, sebbene solo in par te, una delle problematiche
maggiori per lo spegnimento degli incendi: l’approvvigionamento idrico.
A tale scopo, fu progettata ed istituita una rete d’idranti in tutta la città.
Nel 1906, per la prima volta, i pompieri di Bologna si trovarono ad
operare anche a centinaia di chilometri da casa, per portare soccorsi
in Calabria, colpita duramente dal terremoto. Purtroppo, solo due anni
dopo, il 28 dicembre 1908, alle ore cinque della mattina, un altro
devastante sisma, seguito da un maremoto, colpì la Sicilia e par te
della Calabria, provocando decine di migliaia di vittime. I pompieri di
Bologna, insieme a quelli di Imola e Budrio, si distinsero per la prontezza
e la professionalità del loro intervento. Nel 1914, un altro terremoto
colpì l’Italia, con epicentro ad Avezzano: in questa occasione, il Corpo
di Bologna si vide riconoscere la medaglia d’oro per l’opera svolta.
Nel 1932, si contavano a Bologna 76 pompieri, un comandante, due
ufficiali ingegneri, un medico e il personale di guardia, con una dotazione
di sei autopompe, tre pompe a vapore, sei motopompe, due scale
Magirus ed una autoscala Metz ippotrainate. Verrà inaugurata il 20
gennaio del 1940 la nuova sede del comando, in via Pietramellara al
numero 9: dopo oltre un secolo, venne abbandonata la sede storica
di palazzo D’Accursio. Il periodo bellico vide il Corpo nazionale dei
vigili del fuoco partecipare attivamente e con tutte le forze disponibili
alla difficile opera di difesa del territorio e di soccorso alla popolazione.
Pesante fu il tributo pagato in vite umane dal comando di Bologna:
cinque i caduti in servizio, durante gli anni della guerra. Proprio
durante una terribile incursione aerea, fu colpita e distrutta la caserma
di via Pietramellara, era il 3 settembre del 1943. La caserma fu riportata,
in via provvisoria, presso lo stadio comunale. Definire quest’ultima
una sede provvisoria si rivelerà un eufemismo, in quanto i vigili vi rimasero fino al 1986.
Il territorio provinciale
La provincia di Bologna comprende l’Emilia sud-orientale ed alcuni
comuni, nei dintorni di Imola, nella regione della Romagna. Il territorio
si estende per 3562 kmq, principalmente in collina e pianura, pur
comprendendo un’area dell’Appennino emiliano. Proprio quest’area
appenninica è interessata da un elevato numero di dissesti franosi e
idrici. La provincia è attraversata da alcuni fiumi, il Reno, il Savena,
l’Idice ed il Santerno e da numerosi torrenti, e frequenti sono gli
eventi di piena eccezionali (in media 17 ogni 100 anni).
L’intera provincia conta circa 950.000 abitanti, e le maggiori città di
Bologna e Imola rispettivamente 462.000 e 64.000.
Il territorio si presenta, per la sua precipua posizione, come cerniera
tra la pianura padana e l’Italia peninsulare vera e propria. Questa
caratteristica ha por tato ad un sensibile sviluppo delle vie di comunicazione, stradali e ferroviarie, sulla direttrice nord-sud.
La provincia, par ticolarmente nelle aree collinari e di pianura, è
eminentemente dedita all’agricoltura. Nel dopoguerra comunque,
l’economia si è sempre di più evoluta verso l’industria ed il terziario,
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E’ accaduto che…
Il comando di Bologna ha sempre par tecipato
attivamente ai soccorsi in tutta Italia, con l’invio di
uomini e mezzi, la cosiddetta colonna mobile. Un
contributo degno di nota lo abbiamo in occasione
del terremoto dell’Irpinia del 1980: i vigili del
fuoco di Bologna furono i primi a giungere a
S. Angelo dei Lombardi, uno dei centri più colpiti
dal sisma. Inevitabilmente la storia del corpo si
intesse a strette trame con eventi di profonda sofferenza civile: guerra, terremoti, terrorismo. La
notte del 4 agosto 1974, poco prima della galleria
che por ta a San Benedetto Val di Sambro, una
bomba esplose nella vettura numero cinque dell’espresso Roma-Brennero, denominato Italicus: i
mor ti furono 12 e i feriti circa 50. Il 2 agosto
1980, alle ore 10,25, un ordigno esplose nella sala
d’aspetto di seconda classe della stazione di
Bologna. Lo scoppio fu violentissimo e provocò il
crollo di 30 metri della pensilina e delle strutture
sovrastanti. Il bilancio finale fu di 85 mor ti e 200
feriti.
Ma non era finita: solo quattro anni dopo, la furia
cieca del terrorismo tornò a colpire: un’altra
bomba esplose il 23 dicembre 1984, sul rapido
904 proveniente da Napoli e diretto a Milano,
all’interno della galleria di S.Benedetto Val di
Sambro, provocando quindici mor ti e centinaia di
feriti. I vigili del fuoco di Bologna, anche questa
volta, si trovarono di fronte ad una scena raccapricciante. Di nuovo la stazione di S.Benedetto Val
di Sambro fu teatro della loro lunga, complessa e
dolorosa operazione di soccorso. Nel 1986, la
Centrale di Bologna si sposta nella nuova sede di
via Ferrarese, costruita appositamente per ospitare in modo più idoneo i vigili del fuoco.
E’ cronaca recente lo scontro ferroviario di
Crevalcore, avvenuto il 7 gennaio 2005, che ha
coinvolto un treno merci e uno passeggeri. Il violento impatto ha provocato diciassette mor ti e
decine di feriti. Quasi duecento vigili del fuoco
hanno lavorato ininterrottamente per due giorni,
in mezzo al fango e alla nebbia, per districare l’aggrovigliata matassa di lamiere dentro la quale
erano rimasti intrappolati i passeggeri.
2 agosto 1980:
strage alla stazione di Bologna
7 gennaio 2005:
incidente ferroviario a Crevalcore
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Il sistema di soccorso
in par ticolar modo lungo l’asse della via Emilia, da Imola a Bologna
e a nord verso Modena.
I rischi che devono essere fronteggiati, come si può evincere dalle
statistiche degli ultimi anni, sono quelli derivanti dal traspor to, anche
di merci tossiche e/o infiammabili, quelli di carattere idrogeologico e
quelli presenti nelle aree antropizzate e industrializzate dell’asse della
via Emilia.
Il sistema di soccorso tecnico urgente provinciale è basato sulla presenza di 8 sedi permanenti, di cui una aeropor tuale, ubicate nelle
aree più densamente abitate a par tire da Imola e Budrio, fino a
Bologna (anche con il distaccamento “Carlo Fava” nel centro storico)
e Casalecchio di Reno (distaccamento “Dante Zini”).
Altre due sedi, nate ultimamente, Pianoro e Vergato, sono ubicate
sulla viabilità verso le più distanti aree appenniniche.
Un sostanziale ed insostituibile completamento del sistema è
costituito da 8 sedi volontarie, che si trovano sia sul versante
appenninico sia nelle zone pianeggianti a nord est di Bologna. Esse
consentono di contenere notevolmente i tempi di inter vento in
moltissimi comuni, e di poter contare, nelle situazioni di più gravi
emergenze, su un numero di squadre di rinforzo variabile da 8 a 16,
costituite da circa 250 vigili del fuoco volontari a tutt’oggi in servizio
nei suddetti distaccamenti.
For te e sentito è l’attaccamento della popolazione e dei comuni
Interventi anno 2005 per distaccamento
Monghidoro
215
Monzuno
267
Medicina
331
Castiglione dei Pepoli
Bazzano
365
447
San Giovanni in Persiceto
459
515
Gaggio Montano
436
San Pietro in Casale
57
Nucleo sommozzatori
Nucleo elicotteri
155
Aeropor to
40
Vergato
344
Pianoro
405
572
Budrio
Imola
1361
Dante Zini
1635
Carlo Fava
3339
4070
Sede centrale
0
500
1000
1500
Numero interventi
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2000
2500
3000
3500
4000
4500
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Caserma centrale del comando VVF di Bologna;
mezzi AFPoI e Grizzly; visita del sindaco di Bologna, Sergio Cofferati
Lo sviluppo
e il potenziamento
La mappatura
dei rischi
ai VVF volontari, che si esprime anche attraverso la donazione di
automezzi moderni di ultima generazione, e nell’uso gratuito delle sedi.
Lo studio dei fattori di rischio delle singole aree comunali, non è
cer to semplice, ma è basilare per programmare qualsiasi inter vento
di sviluppo e potenziamento del ser vizio di soccorso dei vigili del
fuoco. Il principale fattore da prendere in considerazione ma non
l’unico, è il tempo d’intervento delle squadre VF.
La sua importanza, rispetto agli altri fattori, scema proporzionalmente
alla diminuzione del suo valore assoluto, ma, nel caso di tempi superiori
a 20’ l’abbassamento diviene un obiettivo sostanziale.
Per lo studio effettuato negli ultimi anni dal comando sono stati presi
in considerazione, per ognuno dei 60 comuni, la densità abitativa, il
numero di insediamenti industriali, commerciali e ar tigianali soggetti
al controllo VF, ed il numero di interventi di soccorso effettuati negli
ultimi tre anni.
Elaborando i dati conosciuti, è stata ricavata una mappatura della
provincia suddivisa in cinque fasce di rischio crescente, alla quale è
stato sovrapposto il diagramma delle curve dei tempi di intervento.
In tal modo si sono potute evidenziare le aree a maggior indice di
rischio ed ipotizzare gli inter venti di sviluppo di sedi sul territorio,
soprattutto nelle zone con i tempi di inter vento più alti.
Il confronto è stato affinato in un secondo iter, mediante la sovrapposizione alla mappatura, della topografia indicante le aree a rischio
idrogeologico, fornita dalla regione, e le principali ar terie di comunicazione (ferrovie ed autostrade sia in esercizio che in costruzione),
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Zonizzazione dei rischi
Livello di rischio
>4
2-4
1-2
0,5-1
< 0,5
Due distaccamenti
permanenti
Il metodo istituzionale
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obiettivo sicurezza
che in provincia di Bologna costituiscono un rischio non trascurabile
per lunghezza, indici di incidentalità e caratteristiche delle merci
traspor tate.
Dallo studio sono emer se le indicazioni che hanno por tato
all’insediamento, dal 2001 al 2004 di due distaccamenti VF permanenti,
in Pianoro e in Vergato, e di due distaccamenti volontari in Bazzano
e Monzuno, che rivestono oggi una funzione di inter vento sul
territorio di propria competenza e di suppor to integrato al ser vizio
di soccorso su tutta la provincia.
Altre nuove sedi di servizio sul territorio sono state successivamente
ipotizzate ripetendo lo studio della mappa dei rischi.
La loro eventuale aper tura è oggi direttamente dipendente
dalla disponibilità delle necessarie risor se umane, logistiche e
strumentali.
Un significativo appor to alle attività del comando di Bologna è
stato ottenuto mediante la stipula di numerosi accordi di programma
con gli enti locali ed altre istituzioni.
Recentemente un protocollo d’intesa approvato presso la prefettura
di Bologna, tra VVF, 118, polizia stradale e società autostrade per
l’Italia, ha definito le procedure di soccorso in caso di incidenti sul
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Procedure di soccorso
per gli incidenti
stradali
La collaborazione
con il 118
tratto urbano dell’autostrada A14, ove è in corso di realizzazione la
terza corsia dinamica di marcia, in sostituzione della corsia di
emergenza. Le procedure prevedono un continuo collegamento,
anche con immagini riprese da telecamere poste ogni 500m del
percorso, tra le sale operative VF e il centro operativo unificato
autostradale; l’installazione sul percorso di cancelli mobili comunicanti
con la tangenziale di Bologna, e di una conduttura di naspi antincendio ogni 100 metri.
Per agevolare l’accesso al luogo di eventuali incidenti in condizioni
di traffico intenso, il comando ha ricevuto in comodato d’uso tre
automezzi polisoccorso di dimensioni ridotte, realizzati su capitolato
predisposto da propri tecnici, e dotati di tutte le attrezzature
idonee (NBCR comprese) e di sistema antincendio “water mist”
da 400 lt.
Altro protocollo d’intesa, adottato fra il comando di Bologna, la
provincia, il comune di Pianoro e la società TAV (treni alta velocità),
ha permesso nel 2001 di attivare il distaccamento permanente
di Pianoro.
Molto efficace dal punto di vista operativo, è il protocollo stipulato
con il servizio di soccorso sanitario 118 per l’utilizzo dei defibrillatori
da par te del personale VF, sugli automezzi di par tenza e con il
collegamento informatico e radio tra le sale operative del 115 e del 118,
che consente l’immediata richiesta di inter vento e la rapida
uscita del mezzo in tutti casi in cui sia preventivabile l’arrivo ed
il soccorso entro cinque minuti dal malore. Anche l’intesa stipulata
con la Torre fire association che dispone di cani labrador altamente
addestrati per la ricerca di per sone sotto macerie e per l’individuazione di sostanze chimiche acceleranti della combustione, ha
consentito un efficace aiuto nelle operazioni di suppor to e polizia
giudiziaria.
L’intesa con altri enti e forze operanti in vari campi, a par tire da
quella attiva tra regione Emilia Romagna, direzione regionale e
comandi provinciali ha permesso una valida cooperazione interistituzionale con sviluppo di risultati concreti e migliorativi del
sistema integrato del soccorso alla cittadinanza.
Tolomeo Litterio, nato a Foggia
il 6 ottobre 1953, si è laureato
a Roma in Ingegneria civile
e dei trasporti nel 1978
ed è entrato nel Corpo nazionale VVF
nel giugno 1980.
Ha prestato servizio nei comandi
di Firenze e Roma,
presso il servizio tecnico centrale e,
dal 1990 al 1994 è stato direttore
della scuola A.V.V.A. alle scuole
centrali antincendi.
Nominato dirigente, ha svolto
le funzioni di comandante
provinciale di Savona e,
dal 1999, è comandante provinciale
di Bologna.
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un’azienda europea
di energia
"
"
Elettricità venduta: 30.724 GWh
Potenza installata: 4.711 MW
Addetti: 833
Elettricità venduta: 75.988 GWh
Potenza installata: 12.976 MW
" Distribuzione della rete
Addetti: 11.187
"
"
"
"
"
Elettricità venduta: 2.789 GWh
Potenza installata: 376 MW
Addetti: 19
"
"
Elettricità venduta: 5.429 GWh
" Potenza installata: 4.818 MW
Addetti: 78
"
"
"
Elettricità venduta: 3 GWh
" Potenza installata: in costruzione
Addetti: 16
"
"
Potenza installata: 74 MW
Electrabel è uno dei principali gruppi
europei del settore elettrico ed è leader di mercato nel Benelux. La società
offre soluzioni energetiche ad alto valore aggiunto e fornisce servizi di qualità alle famiglie, ai professionisti, allle
PMI e alle grandi imprese industriali.
Le attività di base di Electrabel comprendono la vendita di elettricità e gas
naturale, nonché prodotti e servizi
energetici; la produzione di energia
elettrica; il trading di elettricità e gas
naturale; l’esercizio e la gestione delle
reti di distribuzione in Belgio.
Electrabel genera importanti sinergie
fra l’elettricità e il gas naturale. Una so-
Elettricità venduta: 8.003 GWh
Potenza installata: 1.654 MW
Addetti: 1.473
Elettricità venduta: 4.459 GWh
Potenza installata: 2.068 MW
Addetti: 449
"
Elettricità venduta: 10.355 GWh
Potenza installata: 1.261 MW
Addetti: 1.068
"
Solo attività di trading
"
"
Elettricità venduta: 7.271 GWh
Potenza installata: 255 MW
Addetti: 155
lida organizzazione finanziaria, un
know-how di alto livello e una struttura aziendale trasparente costituiscono i
pilastri su cui poggia l’intero sistema
aziendale.
Il gruppo si prefigge di vendere 200
TWh di elettricità e di avere una capacità installata di 35.000 MW nel 2009.
Electrabel impiega 14.600 dipendenti
in dieci paesi europei.
La società fa parte di SUEZ, gruppo internazionale attivo nel settore dell’energia e dell’ambiente.
Electrabel fornisce ad ogni cliente
un’offerta concepita localmente per
corrispondere al meglio alle esigenze
di ciascuno. Le vendite al di fuori del
Belgio corrispondono a più della metà
dei volumi totali. Il gruppo gestisce un
portafoglio di generazione largamente
diversificato. Per oltre il 50% della sua
produzione Electrabel non emette CO2.