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S.A.T.A. MONITORAGGIO DELLE MICOTOSSINE NEI PRINCIPALI ALIMENTI ZOOTECNICI PRESENTI SUL MERCATO LOMBARDO PER GARANTIRE PRODUZIONI ZOOTECNICHE DI QUALITA’ Acronimo “TOSSMONIT” Approvato con ddg n.18256 del 22.10.04 Introduzione La valutazione ed il monitoraggio della sanità degli alimenti zootecnici, relativamente al loro inquinamento da micotossine, costituisce un fattore di estrema importanza, per il mantenimento di un adeguato benessere degli animali e della sanità necessaria alla loro performance produttiva, a tutela del reddito dell’impresa zootecnica ed a garanzia della sanità del prodotto finale (principalmente carne bovina e suina e latte) destinato ai consumatori; con queste motivazioni, l’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia (A.R.A.L.), nell’ambito delle attività del Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti (S.A.T.A.), su incarico della Regione Lombardia – D. G. Agricoltura, ha realizzato il presente Progetto di Monitoraggio sui principali alimenti zootecnici presenti in Lombardia, nella campagna 2004-2005. Il quadro normativo relativamente al problema dell’inquinamento di alimenti zootecnici da micotossine è variato nel corso del progetto stesso, risultando in uno scenario ancora più indirizzato al controllo della loro qualità mediante l’applicazione dei principi della tracciabilità per poter procedere all’identificazione delle partite non conformi a cui sono applicate misure restrittive proporzionali alla gravità della contaminazione, applicando anche misure che possono prevedere dal cambiamento della destinazione d’uso fino al divieto di commercializzazione. Così, relativamente ai trasformatori di alimenti zootecnici, all’obbligo di autocontrollo da parte dell’industria mangimistica (Reg. n.178/2002/CE e Reg. n.183/2004/CE) si è affiancato l’obbligo di autocontrollo anche per gli impianti di essiccazione e di stoccaggio di mais, e tale obbligo è stato anche preceduto dall’emanazione, già nel 2005, dell’ “Approvazione delle Modalità Operative per la corretta gestione delle fasi di trasporto, accettazione , movimentazione, essiccazione e stoccaggio del mais destinato all’alimentazione degli animali per la campagna di raccolta 2005” (dgr 758_05). Questi ultimi provvedimenti vanno a riempire un vuoto legislativo che interrompeva la catena del controllo di filiera rispetto alla qualità del mais. Relativamente, invece alla legislazione sui livelli di inquinamento degli alimenti zootecnici, al Reg.to CE n.1525/98 e Reg. Ce 466/2001e successivi aggiornamenti, che fissano i tenori massimi accettabili di Aflatossine nei prodotti alimentari destinati al consumo umano ed in particolare l’Aflatossina M1 nel latte, ed al D.M. n.241 dell’ 11 maggio 1998 e successiva modifica, che stabilisce i limiti di Aflatossina B1 nei mangimi 1 (Vedi Tab1), si è affiancata l’emanazione e la probabile entrata in vigore a ottobre 2007 del Regolamento CE n° 856/2005 che fissa per le Fumonisine un limite nel mais alimentare (food) di 2000 ppb. Per l’ Ocratossina A nelle carni è stata fissato un limite massimo di 1 ppb mentre per i cereali tale limiti è pari a 5 ppb (Reg CE 472/2002) . TAB1: Riferimenti di legge per Aflatossine M1 nel latte e Aflatossine B1 negli alimenti zootecnici PRODOTTO * Latte **Materie prime per mangimi ad eccezione di: Arachidi, copra, palmisti, semi di cotone, babassu, granoturco e loro derivati ** Mangimi completi per bovini, ovini e caprini ad eccezione di: mangimi completi per vacche da latte mangimi completi per vitelli ed agnelli *Regolamento CE n° 1525/98 del 16/7/98 ** Decreto n° 241 dell’11/05/98 Aflatossina B1 Aflatossina M1 (ppm o mg/kg) (ppt o ng/kg) 50 0,05 0,02 0,05 0,005 0,01 - Relativamente all’utilizzo zootecnico, per tutte le tossine, a parte le Aflatossine B1, fino al momento della stesura di questo progetto si parlava ancora di livelli e soglie di tolleranza per le diverse specie basati su indicazioni fornite dalla letteratura, relativamente generiche, sui contenuti massimi nell’alimento e in razione dei diversi inquinanti, in particolare Tricoteceni (Tossina T2 e Deossinivalenolo), Zearalenone, Fumonisine e Ocratossine (Tab 2a). TAB2a: Livelli soglia e di potenziale tossicità acuta nei bovini delle principali micotossine MICOTOSSINA Aflatossine B1, B2, G1, G2 Zearalenone Vomitossine (Deossinivalenolo, Nivalenolo) Ocratossina A Fumonisine B1, B2, B3 LIVELLO LIVELLO POTENZIALMENTE SOGLIA TOSSICO PRINCIPALI SINTOMI ACUTI 22 ppb 22-333 nell'alimento < ingestione, produzione e fertilità; > mastite, zoppie 20-40 ppb 20 - 102 in razione 0,56 ppm 5,6 - 10 nell'alimento iperestrismo, < fertilità, < produzione 0,56 ppm 3,9 - 7 in razione 0,56 ppm 5 - 12 nell'alimento < ingestione, < produzione 0,56 ppm 2,5 - 6 in razione 0,25 ppm 5,9 - 9 in razione patologie renali, < ingestione, < produzione 1,1 - 3,3 ppm 6,7 - 11,1 nell'alimento edema polmonare Solo recentemente sono state diffuse le “Raccomandazioni della Commissione sulla presenza di desossinivalenolo, zearalenone, ocratossina A e fumonisine nei prodotti indirizzati all’alimentazione zootecnica” (SANCO/1993-2005 rev.1) (Tab.2b). La forte novità di queste nuove indicazioni è rappresentata dal fatto che i limiti variano sensibilmente con la specie cui l’alimento è indirizzato e, in particolare risultano molto restrittivi i limiti posti per l’alimentazione dei suini, proprio per la loro sensibilità agli effetti negativi delle micotossine indicate. Infatti la specie suina è la più sensibile al Desossinivalenolo, con sintomatologia riferita a riduzione dell’assunzione di alimento, fino a vomito e rifiuto del cibo, con forti perdite di incremento ponderale. Le altre specie allevate risultano avere invece tolleranze elevate alla micotossina. 2 Rispetto poi allo Zearalenone, che provoca forte iper-estrogenismo, fino alla riduzione della fertilità, gli animali più sensibili risultano ancora i suini mentre i bovini non mostrano sensibilità. La più alta sensibilità alle Ocratossine , ancora, è individuata nella specie suina con effetti nefrotossici . La soglia di inquinamento individuata per i suini sull’intera razione è quella degli 0,2 mg/kg (ppm). Anche in questo caso i ruminanti mostrano minor sensibilità dei monogastrici alla tossina. Infine, relativamente all’inquinamento da Fumonisine, tutte le specie animali dimostrano sensibilità alla tossina, ma ancora una volta, oltre agli equini che possono sviluppare leucoencefalomalacia , sono proprio i suini a mostrare forte suscettibilità con sviluppo di edema polmonare. TAB 2b: “Raccomandazioni della Commissione sulla presenza di desossinivalenolo, zearalenone, ocratossina A e fumonisine nei prodotti indirizzati all’alimentazione zootecnica” (SANCO/1993-2005 rev.1) Micotossina Deossinivalenolo Zearalenone Ocratossina A Fumonisina b1+b2 Alimento Cereali e prodotti di cereali --Sottoprodotti di cereali Mangimi complementari e completi - per maiali - per vitelli<4 mesi Cereali e prodotti di cereali --Sottoprodotti di cereali Mangimi complementari e completi - per maialini e scrofette - per scrofe e maiali all'ingrasso - per vitelli, vacche da latte, pecore e capre Cereali e prodotti di cereali Mangimi complementari e completi - per maiali Mais e prodotti del mais Mangimi complementari e completi - per maiali e cavalli - per vitelli<4 mesi - per ruminanti adulti (>4mesi) Valore guida mg/Kg (ppm) 8 12 5 0,9 2 2 3 0,1 0,25 0,5 0,25 0,05 60 5 20 50 Il quadro legislativo sopra indicato impone una forte attenzione alla problematica con il coinvolgimento dell’intera filiera in cui le modalità operative, relative a ciascuno dei segmenti del processo produttivo e di trasformazione e conservazione degli alimenti zootecnici, devono essere ottimizzate nello sforzo della prevenzione dell’inquinamento da micotossine. Si rende peraltro necessario monitorare il livello di inquinamento da micotossine degli alimenti zootecnici sia di autoproduzione che presenti sul mercato al fine di capire come e quanto, per ciascuna campagna di produzione, le modalità operative adottate e l’andamento climatico stagionale permettano l’ottenimento di adeguati risultati qualitativi. Ciò al fine di indirizzare le derrate in funzione della loro qualità ad animali più tolleranti e con minimo o nullo rischio di passaggio della tossina nei prodotti finali. Lo sforzo economico di questo controllo analitico deve anche tendere a concentrare le analisi sul gruppo di alimenti e di micotossine risultanti a maggior rischio per l’andamento climatico dell’annata di produzione oltre che per la suscettibilità specifica della derrata a ciascuna micotossina, evitando di sprecare risorse in un controllo a tappeto, tanto dispendioso quanto inutile. 3 L’attivazione di un sistema d’allarme in grado di raggiungere tutti gli attori della filiera ed i vari fornitori di assistenza tecnica alla produzione ed alla trasformazione degli alimenti zootecnici, per la comunicazione del rischio atteso o addirittura già verificato, risulta di primaria importanza. Le moderne tecnologie di comunicazione ci possono fornire uno strumento ideale per questo scopo. E’ in quest’ottica che il presente progetto è stato formulato e realizzato dall’Associazione Regionale Allevatori della Lombardia, nell’ambito dell’attività del Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti (S.A.T.A.) su incarico della Regione Lombardia – D.G. Agricoltura, al fine di monitorare i principali alimenti zootecnici presenti sul mercato lombardo nella campagna 2004-2005. Obbiettivi Il progetto ha avuto come principali obbiettivi § Verifica in tempi brevi, per fornire risposte immediate e orientamenti certi all’allevatore, della sanità, in relazione all’inquinamento da micotossine, dei principali alimenti zootecnici prodotti in azienda. Tale verifica è avvenuta per approcci successivi, partendo da uno screening allargato a tutte le micotossine sui primi campioni e restringendo poi il controllo analitico, nei campioni successivi, e per diversa tipologia di alimento, alla/e micotossine ritrovate maggiormente presenti. § Verifica in tempi brevi, per fornire risposte immediate e orientamenti certi all’allevatore, della qualità, in relazione all’inquinamento da micotossine, dei principali alimenti zootecnici presenti sul mercato lombardo. Tale verifica è avvenuta per approcci successivi, partendo da uno screening allargato a tutte le micotossine sui primi campioni e restringendo poi il controllo analitico, nei campioni successivi, e per diversa tipologia di alimento, alla/e micotossine ritrovate maggiormente presenti. § Per inquinamento da Aflatossine B1, verifica a campione dell’inquinamento da Aflatossina M1 del latte prodotto in aziende lombarde, come campanello d’allarme relativamente alla qualità degli alimenti zootecnici presenti in razione . § Orientamento del mercato alla qualificazione e collocazione delle derrate alimentari in funzione del livello di inquinamento delle diverse micotossine e delle destinazioni d’uso (tipologia di allevamento) più consone, ovvero verso gli animali più tolleranti a quella micotossina e con minimo o assente rischio di passaggio della stessa nei prodotti finali. Tale obbiettivo intende anche diminuire o annullare la circolazione sul mercato di derrate non adeguate all’utilizzo zootecnico o addirittura fuori soglia di legge. § Verifica, su base reale e “di campo” della corrispondenza tra previsioni di inquinamento basate sui rilevamenti climatologici e inquinamento effettivamente misurato, con particolare riguardo ai cereali ed ai foraggi di autoproduzione. § Per una stessa micotossina, verifica dell’effetto di diverse gestioni di campagna e modalità di trasformazione e stoccaggio degli alimenti, con particolare riguardo al mais di autoproduzione. Durata del progetto Il progetto ha avuto durata annuale. Rispetto alle autoproduzioni, il monitoraggio ha riguardato alimenti prodotti nella campagna 2004-2005. Ente propositore Aral - Associazione Regionale Allevatori della Lombardia – CREMA (CR) Responsabili scientifici: Dott.ssa Paola Amodeo e Dott. Flavio Sommaria 4 Collaborazioni scientifiche e dotazioni disponibili Tutte le analisi previste dal progetto sono state effettuate dal Laboratorio Alimenti e Foraggi dell’ARAL di Crema Il lavoro di campo relativamente all’individuazione, il campionamento e la descrizione dei campioni oggetto del monitoraggio e del rilevamento dei dati relativi alle modalità agronomiche e di gestione delle derrate, nonché la ridefinizione del piano degli acquisti aziendali e dell’utilizzo degli alimenti in razione sulla base dei risultati analitici è stato affidato ai tecnici alimentaristi del S.A.T.A. L’ERSAF ha fornito le rilevazioni agrometereoliogiche disponibili per l’annata in oggetto elaborazione (UR T e piovosità per fasce temporali e per area geografica ecc.) . Il Dott. Alberto Verderio ricercatore del CRA - Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di Bergamo ha fornito consulenza scientifica per la strutturazione del monitoraggio e l’interpretazione dei risultati analitici in funzione delle condizioni di produzione rilevate (clima, operatività di campagna e gestione delle derrate). Materiali e metodi Tutte le analisi del progetto sono state effettuate presso il Laboratorio Alimenti e Foraggi dell’ARAL di Crema. Si tratta di 1636 analisi di micotossine effettuate su un totale di 568 campioni di alimenti , suddivise in 171 analisi di Aflatossina M1 su latte, 354 Aflatossine B1, 188 Desossinivalenolo, 397 Fumonisine, 233 Ocratossine e 293 Zearalenone. A queste si sono aggiunte 110 determinazioni di sostanza secca relative a foraggi insilati o a Umidità di raccolta del mais di autoproduzione § 223 campioni tra mais granella (189 campioni di cui 32 di autoproduzione), pastone integrale (9), e pastone di granella (25). Di questi, sui primi 50, prelevati subito all’inizio della campagna di raccolta, (5 per ciascuna provincia per ottenere una adeguata distribuzione sul territorio lombardo) è stato eseguito uno screening su tutte e 5 le micotossine previste (aflatossina B1, Zearalenone, Desossinivalenolo, Ocratossine e Fumonisine). Relativamente ai successivi campioni, le analisi sono state indirizzate verso le 3 micotossine rilevate come a maggior rischio in base ai risultati del primo screening ed alle previsioni derivate dall’andamento meteorologico, ovvero verso le Aflatossine B1, La Fumonisina e le Ocratossine. I campioni sono stati prelevati sia presso aziende zootecniche che completano la trasformazione del mais direttamente in azienda, che presso essiccatoi o mulini che operano in contolavorazione per l’allevatore, che su campioni di mais acquistati sul mercato, anche di derivazione axtraregionale. § 41 fieni di cui 27 secchi e 14 insilati di diverse essenze e tagli, di autoproduzione e prelevati in modo equamente distribuito sul territorio lombardo. Su questi le analisi sono state indirizzate alla ricerca di Fumonisine , Zearalenone e Desossinivalenolo. Inutile risulta, infatti, la ricerca di Aflatossine B1 e Ocratossine su questi tipi di alimenti. § 55 silomais di autoproduzione, prelevati in modo equamente distribuito sul territorio lombardo su cui sono state analizzate le 4 principali tossine che li riguardano: Aflatossina B1, Zearalenone, Fumonisine e Desossinivalenolo. § 15 cereali alternativi al mais, in particolare orzo, frumento, sorgo e cereali misti per tutte le 5 tossine previste (aflatossina B1, Zearalenone, Desossinivalenolo, Ocratossine e Fumonisine). § 35 alimenti proteici (cotone, panelli proteici, farine d’estrazione e farina di medica disidratata) prelevati in aziende zootecniche lombarde ma acquistate sul mercato, su cui sono state analizzate le 4 principali micotossine che li riguardano: Aflatossine B1, Ocratossine, Zearalenone e Fumonisine. 5 § 28 campioni di mangimi e nuclei integrati prelevati in aziende zootecniche lombarde ma tutti acquistati sul mercato, su cui sono state analizzate dapprima tutte e 5 le icotossine indagate e poi il DON (Desossinivalenolo) è stato escluso mentre si è continuata l’indagine sullo Zearalenone. (DON e Zearalenone si muovono in modo decisamente simile negli alimenti secchi, quindi uno è spia della presenza dell’altro). § 171 campioni di latte, circa 20 campioni per ciascuna APA lombarda da concentrarsi in misura del 50% nel mese di settembre e ottobre per identificare la risposta nel latte di un eventuale inquinamento del mais da Aflatossina M1 della nuova campagna di produzione. I rimanenti campioni (100 ca.) verranno prelevati nel restante periodo dell’anno. Le metodiche analitiche con i relativi Unità di Misura, Limiti minimi e tolleranza dello strumento utilizzate dal Laboratorio Foraggi dell’ARAL di Crema sono riportate in Tab3. TAB3: Metodiche analitiche utilizzate Nome Analisi Unità Misura Aflatossina b1 quantitativa - ELISA Aflatossina b1 quantitativa - F Aflatossina M1 Aflatossina M1 qualitativa - ELISA Deossinivalenolo quantitativo - ELISA Deossinivalenolo qualitativo - ELISA Fumonisina quantitativa - F Ocratossina quantitativa - F Umidità (105° C) Umidità (130° C) Umidità (60° C) Umidità (65° C) Zearalenone quantitativo - F ppb (µg/Kg) ppb (µg/Kg) ppt (ng/l) ppt (ng/l) ppb (µg/Kg) ppb (µg/Kg) ppm (mg/Kg) ppb (µg/Kg) g/100 g g/100 g g/100 g g/100 g ppb (µg/Kg) Limite Minimo Tolleranza strumento 50 50 0,25 2 0,5 1 5 5 50 50 0,25 2 100 100 1 Ogni campionamento è stato corredato di una serie di informazioni. Per gli alimenti autoprodotti tali informazioni hanno riguardato l’identificazione del campione, la varietà/essenza coltivata, le pratiche agronomiche adottate, le date di semina e di raccolta, lo stadio fenologico e di umidità di raccolta, la presenza eventuale di avversità entomologiche e parassitarie e le modalità di essiccazione e conservazione (in particolare per il mais essiccato in azienda). Relativamente, invece, alle derrate acquistate sul mercato, oltre all’identificazione del prodotto, sono state raccolte, laddove disponibili, informazioni relative al paese/zona di origine, al commerciante e/o al fornitore (Mangimifico, essiccatoio ecc.) E’stata predisposta una scheda tecnica specifica per la raccolta dei dati, al fine di garantire uniformità e completezza delle informazioni raccolte Tab 4. 6 TAB 4 Scheda di raccolta informazioni tecniche MONITORAGGIO MICOTOSSINE 2004 S.A.T.A. FORAGGIO AZIENDA: TEC.REF. COD AUA COMUNE provenienza COLTIVAZIONE Varietà Data semina Tratt. Insetticidi sem. Tratt. insetticidi post sem Irrigazione U.M. SI/NO tipo irrig RACCOLTA Condizioni atmosf. Data Raccolta Additivi insilam SS alla raccolta si/no % gg.preapp. ESSICAZIONE nome prod. nome prod. MOMENTO DEL CAMPIONAMENTO * Tempo di attesa raccolta-essiccazione Umidità in ingresso T° di lavorazione Tempo di lavorazione Umidità di uscita Raffreddamento gg % °C ore % Si/No STOCCAGGIO Pulizia preventiva silos Modalità caricamento (coclea, nastro ecc.) Presenza rotture granella Si/No Vagliatura / spazzolatura /ventilazione Molitura granella pre o post stoccaggio Si/No Si/No Si/No *Per esempio: raccolta, pre-essiccazione. post-essiccazione, pre molitura, post molitura ecc. 7 Risultati del progetto L’elaborazione statistica dei risultati analitici di tutti i campioni prelevati e di tutte le tossine testate viene qui di seguito riportata. La divulgazione precedente sui siti di comunicazione ufficiali (siti web di ARAL, delle diverse APA e della Regione Lombardia, Direzione Generale Agricoltura) aveva già diffuso i risultati che di volta in volta venivano ottenuti e fornito le indicazioni e gli orientamenti di volta in volta forniti. - LATTE: L’andamento dell’inquinamento da Aflatossine M1 nel latte, è sostanzialmente rimasto sempre nei termini di legge tranne che in alcune situazioni sporadiche che hanno portato subito all’individuazione dell’alimento non conforme che ne provocava l’innalzamento. Infatti l’analisi delle Aflatossine M1 nel latte sono state utilizzate, in questo progetto, come analisi spia per un più efficiente monitoraggio della qualità degli alimenti, relativamente all’inquinamento da aflatossina B1. E’ noto che se il latte segnala presenza anomala di Aflatossina M1 qualche alimento nella razione ne è sicuramente responsabile anche se la sua analisi non ha rilevato la presenza di B1 e questo a causa delle note difficoltà di campionamento delle derrate per via del posizionamento non omogeneo delle micotossine nella massa. L’intera annata si è dimostrata mediamente “pulita” con incidenze di campioni oltre il limite di legge pari a solo l’1,4% ( Tab 5). Come sempre, i valori più alti sono stati riscontrati all’inizio della campagna maidicola (fine agosto-settembre) a causa dell’arrivo all’utilizzatore finale di partite cha hanno subìto stress in campo che ne ha indotto una precocità di maturazione. TAB 5 media 14,7 AFLATOSSINA M1 NEL LATTE max n° campioni campioni >50 ppt campioni 25-50 ppt campioni <25 ppt 80 ppt 171 1,40% 13,80% 84,80% -MAIS E DERIVATI : Relativamente al mais sia esso di autoproduzione che acquistato sul mercato, già i dati disponibili a fine ottobre segnalavano una ottima qualità della granella relativamente all’inquinamento da Aflatossina B1 sebbene mettessero in luce, peraltro come atteso a causa dell’andamento stagionale estivo relativamente fresco, una preoccupante presenza di fumonisine e di zearalenone che si è poi confermata durante l’anno dopo l’allargamento dell’indagine ad un numero superiore di partite. Le stesse valutazioni sono valide anche per i derivati del mais, quali silomais, pastone integrale e di granella, pannello di germe ecc. A seguito dei primi risultati, la ricerca delle micotossine è stata indirizzata solo alle micotossine risultate a maggior rischio, salvo che per le Aflatossine B1 nel mais, dove, nonostante si possa affermare che per la campagna 2004 il prodotto ne risulti pulito, non va eliminato il controllo analitico, data l’importanza della tossina relativamente al suo passaggio nel latte. In particolare, nel mais il valore medio di Aflatossine B1 tende a diminuire nell’anno, a supporto di quanto detto prima, mentre i valori relativi alle altre micotossine tendono a rimanere sostanzialmente invariati. Tutti i valori massimi sono stati raggiunti dai campioni prelevati nella prima parte della campagna di raccolta. Rilevante risulta il fatto che il DON non è presente a livelli elevati nel mais, come atteso, né nei pastoni sia di granella che integrali. La sua presenza è invece più diffusa nei 8 silomais, ad indicare che l’umidità necessaria allo sviluppo di questa tossina è relativamente elevata (Tab 6a - 6d). Il risultato relativo alle ocratossine in mais granella e in pastone di mais può rappresentare un punto critico per l’alimentazione del suino in cui si rileva forte sensibilità. Tuttavia il 2004 non ha rappresentato un’annata a rischio. TAB.6a MICOTOSSINE IN MAIS unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 1,38 38 189 DEOSSINIVALENOLO ppb 150,79 4753 66 FUMONISINA ppm 7,65 15 190 OCRATOSSINA ppb 1,05 10 150 ZEARALENONE ppb 44,72 760 103 TAB.6b MICOTOSSINE IN SILOMAIS unità di misura media AFLATOSSINA B1 ppb 0,77 DEOSSINIVALENOLO ppb 1300 FUMONISINA ppm 6,92 ZEARALENONE ppb 115 max n° campioni 8,1 55 4801 55 18 55 450 55 TAB.6c MICOTOSSINE IN PASTONE DI MAIS unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 0,49 2,9 25 DEOSSINIVALENOLO ppb 0 0 1 FUMONISINA ppm 12,11 36 25 OCRATOSSINA ppb 2 8,7 19 ZEARALENONE ppb 50,63 180 11 TAB.6d MICOTOSSINE IN PASTONE INTEGRALE DI MAIS unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 0,85 3,6 9 FUMONISINA ppm 7,1 10 9 OCRATOSSINA ppb 3,36 7,9 3 ZEARALENONE ppb 56,6 270 6 9 - CEREALI MINORI: I risultati delle elaborazioni statistiche relative ai mix di cereali presentano una forte variabilità dovuta alla maggiore o minore presenza di farina di mais. Sui campioni di singoli cereali vernini le aflatossine B1 sono risultate sempre assenti o a bassissimo livello di inquinamento. Anche per le altre micotossine, i livelli di inquinamento dei cereali vernini in purezza rispetto alle miscele con mais sono nettamente inferiori. Le fumonisine risultano invece sempre tendenzialmente elevate (Tab 7). Anche in questo gruppo di alimenti le ocratossine possono costituire un punto di rischio per la specie suina. TAB 7 MICOTOSSINE IN ORZO e MIX CEREALI unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 1,8 21 15 DEOSSINIVALENOLO ppb 643 3570 15 FUMONISINA ppm 3,92 11,2 15 OCRATOSSINA ppb 2,32 11 15 ZEARALENONE ppb 79,53 200 15 -PRODOTTI DELL’INDUSTRIA MANGIMISTICA: 1. NUCLEI e MANGIMI Si è registrata, rispetto a questi alimenti, una situazione di responsabilità e controllo dei prodotti immessi sul mercato da parte dell’indistria mangimistica. Nel complesso si sono ritrovati referti analitici accettabili, sebbene si debba sottolineare la problematica delle fumonisine e delle ocratossine, così rilevante per i suinicultori. Il DON (Desossinivalenolo) è stato analizzato solo sui primi campioni in quanto non è una tossina specifica di questi alimenti, sebbene i valori ritrovati nelle uniche 3 analisi effettuate siano risultati, in un caso, molto elevati. Anche in questo caso la tendenza durante l’anno è stata verso una diminuizione dell’inquinamento da Aflatossine B1 mentre Fumonisina, Ocratossina e Zearalenone hanno registrato un leggero aumento. In particolare relativamente all’inquinamento da Ocratossine, questo gruppo di alimenti è risultato essere il più a rischio sebbene all’interno di soglie di accettabilità. TAB 8 MICOTOSSINE IN MANGIMI E NUCLEI COMMERCIALI unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 1,57 13 28 DEOSSINIVALENOLO ppb 856,3 1794 3 FUMONISINA ppm 2,93 12 28 OCRATOSSINA ppb 4,1 14 24 ZEARALENONE ppb 69,1 230 28 10 2. PROTEICI E COTONE Anche nel caso degli alimenti proteici, farina di soia, seme integrale di soia, pannelli dei germe di cocco ecc, i valori analitici registrati denunciano un basso livello di inquinamento per tutte le 5 micotossine testate con, tuttavia, ragioni di preoccupazione, ancora una volta, per Fumonisine e Ocratossine (Tab 9). TAB 9 MICOTOSSINE IN PROTEICI unità di misura media AFLATOSSINA B1 ppb 0,82 DEOSSINIVALENOLO ppb 178,25 FUMONISINA ppm 1.00 OCRATOSSINA ppb 1,2 ZEARALENONE ppb 154,9 max n° campioni 4,8 22 480 4 8,1 22 8,2 19 2150 22 Anche il seme di cotone integrale analizzato si è confermato di buona qualità per tutte le 4 tossine considerate durante l’intera campagna 2004-2005 . La numerosità risulta scarsa, tuttavia lo scarso campionamento di questo prodotto significa che non è stato individuato, nelle diverse razioni, responsabile di alcuna anomalia di performance degli animali. Il suo tipico areale di coltivazione fa sì che il prodotto non sia esposto a rischio di inquinamento da Fumonisina. Questo alimento è invece, come noto, a rischio di inquinamento da aflatossine ma non è stato il caso dell’annata considerata (Tab 10). Tab 10 MICOTOSSINE IN COTONE SEMI unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 0,66 2,1 9 FUMONISINA ppm 0,06 0,31 9 OCRATOSSINA ppb 0,5 1 2 ZEARALENONE ppb 51,77 360 9 - FORAGGI DI PRODUZIONE AZIENDALE: Come è noto, i fieni ed i foraggi insilati (tranne il silomais in certe specifiche annate e condizioni di coltivazione) non sono a rischio di inquinamento da Aflatossine B1, quindi questa micotossina non è stata testata nel monitoraggio in oggetto. L’indagine si è maggiormente concentrata sulla ricerca delle fumonisine, Deossinivalenolo e zearalenone. Come atteso la problematica delle Fumonisine è significativa in tutti i foraggi, siano essi insilati che essiccati, mentre l’inquinamento da DON e Zearalenone risultano più rilevanti nei foraggi insilati. I dati in nostro possesso, tuttavia, non sono numericamente significativi per poter affermare differenze legate all’essenza o al trattamento di conservazione. (Tab 11a - 11d) 11 Tab 11a MICOTOSSINE IN FIENO PS E LOIESSA unità di misura media max n° campioni FUMONISINA ppm 2,14 13,4 15 DEOSSIVALENOLO ppb 355,6 739 15 ZEARALENONE ppb 145,2 410 15 Tab 11b MICOTOSSINE IN FIENO MEDICA unità di misura media max n° campioni AFLATOSSINA B1 ppb 1 1,79 2 FUMONISINA ppm 0,86 2,6 12 DEOSSIVALENOLO ppb 236,6 416 12 ZEARALENONE ppb 207,7 760 12 Tab 11c MICOTOSSINE IN FSILO PS E LOIESSA unità di misura media max n° campioni FUMONISINA ppm 4,2 18 14 DEOSSIVALENOLO ppb 402,8 1768 14 ZEARALENONE ppb 448,9 1020 14 Tab 11d MICOTOSSINE IN INSILATO DI CEREALI unità di misura media max n° campioni FUMONISINA ppm 0 0 3 DEOSSIVALENOLO ppb 0 0 3 ZEARALENONE ppb 60,33 71 3 12 In relazione agli obbiettivi previsti possiamo quindi affermare che: § Il primo obbiettivo, ovvero quello di monitorare la qualità degli alimenti sia di autoproduzione che presenti sul mercato lombardo nella campagna 2004-2005 è stato ampiamente raggiunto. Dai risultati sopra riportati, possiamo dire che l’annata 2004 è stata particolarmente favorevole alle colture in termini di non induzione di stress. Ne è testimonianza l’alta produttività media del mais da granella registrata in quella campagna che risulta sempre essere un indice adeguato di assenza di limitazioni eco ambientali (acqua, calore, fertilizzazione , fitopatogeni ecc.) Rimane sicuramente sul tappeto il problema delle Fumonisine che risultano elevate in quasi tutti i foraggi ed in particolare nel mais. Il mais, infatti, ha un preciso orologio biologico. Per esempio, un mais di Classe 600 fiorisce a 750° calore (misura dell’accumulo delle temperature) e matura a 850°calore. E’ chiaro quindi che l’andamento climatico è determinante per questi due momenti fondamentali della coltura. Il 2004 non ha causato forti accelerazioni né allungamenti del ciclo e/o del periodo di raccolta in quanto non si è verificata né la stretta di calore , che induce anticipo, né un’alta piovosità accompagnata da basse temperature, che induce, invece, allungamento della campagna di raccolta. Entrambe le situazioni favoriscono la presenza di patogeni fungini innalzando il rischio di inquinamento da micotossine. Se da una parte i risultati qualitativi delle derrate ci soddisfano, tuttavia il raggiungimento di uno degli obbiettivi di questo monitoraggio, ovvero l’identificazione di un modello previsionale della qualità delle colture e delle derrate sulla base dell’andamento meteorologico e delle pratiche colturali adottate, non trova le casistiche adeguate per una discussione ad ampio raggio. E’ tuttavia possibile individuare le indicazioni di correlazione di massima tra ambiente, clima, gestione colturale e risultato qualitativo della coltura. (vedi oltre) § Il secondo obbiettivo prevedeva la fornitura “in tempo reale” di orientamenti sulla qualità degli alimenti presenti sul mercato relativamente all’annata considerata, con la costituzione di un sistema di allerta, sostenuto dagli agronomi del SATA, tecnici specialisti e il Laboratorio A.R.A.L., in grado di avere ampia e capillare ricaduta delle informazioni verso gli allevatori e gli altri operatori del settore. Le risultanze delle analisi di laboratorio, sul latte e sui diversi alimenti relativamente alle diverse micotossine considerate, sono già state ampiamente divulgate, in 4 diverse fasi di pubblicazione sui siti web della Regione Lombardia, dell’ARAL e delle diverse APA, sia tramite link al sito ARAL che con specifica e autonoma pubblicazione (vedi www.aral.lom.it - In primo piano – TOSSMONIT - Pubblicazione aggiornamento Dati Monitoraggio e www.agricoltura.regione.lombardia.it ); § Sulla base dei dati dell’andamento climatico pervenutici dall’ERSAF, è stato attuato un confronto delle risultanze analitiche con la loro diffusione territoriale, con gli andamenti climatici regionali e, nel caso di alimenti autoprodotti, con le pratiche agronomiche adottate, per verificare la possibilità di individuare correlazioni utili al fine di fornire tempestive indicazioni e/o previsioni per le campagne future. Al fine di evitare dispersioni nell’analisi dei risultati abbiamo concentrato la nostra attenzione sui campioni di mais ed i prodotti da questo derivati, sia per la fondamentale importanza di questo alimento nella razione animale, sia perché presente con il numero più alto di campioni, anche se statisticamente poco significativo. 13 La Tab 12 riporta la distribuzione dell’inquinamento da micotossine su mais in relazione alle diverse province lombarde. Le Tab 13a - 13e, invece descrivono l’andamento delle singole micotossine per provincia su mais e derivati in funzione dei limiti di inquinamento o definiti da norma o suggeriti dalla letteratura laddove non c’è una legislazione attiva. In linea generale non si evidenziano dati particolarmente rilevanti, fatta eccezione per le fumonisine che, come già precedentemente evidenziato, denotano valori ampiamente superiori, in tutte le province lombarde, ai limiti indicati come probabili livelli di riferimento, siano essi pari a 2000 ppb, valore indicato dalla CE, o 3500 ppb proposto dall’Italia. L’inquinamento da Aflatossine B1, inoltre, risulta più elevata, come atteso, negli areali del mantovano, del pavese e del varesotto. Infatti in queste zone spesso si possono verificare epoche di raccolta anomale ovvero particolarmente anticipate (cosa che rappresenta sempre un sintomo di “stress globale” della pianta e che quindi espone maggiormente la coltura al rischio di inquinamento da miceti in campo. TAB 12: Distribuzione dell’inquinamento da micotossine su mais nelle province lombarde MAIS AFLATOSSINE B1 DEOSSIVALENOLO ppb Provincia N camp. FUMONISINA ppb OCRATOSSINA ppb ZEREALENONE ppb ppb media N camp. media N camp. media N camp. media N camp. media BG 19 0.86 10 73.60 19 5 573 16 0.60 13 30.80 BS 28 0.20 16 106.37 28 6 746 27 1.33 18 15.61 CO 14 0.85 2 0.00 14 7 742 13 0.91 3 3.33 CR 32 2.04 8 35.12 32 8 412 22 0.48 17 23.64 MI 39 0.77 19 130.55 40 7 750 36 1.09 21 13.67 MN 22 2.84 4 0.00 22 7 881 9 1.76 17 44.47 PV 20 2.20 5 0.00 20 8 599 20 0.88 5 58.20 SO 9 2.09 9 8 477 2 1.80 7 242.72 VA 6 1.03 6 8 233 5 2.68 2 245.00 2 2 376.50 Tab 13 a : Aflatossine MAIS E DERIVATI Provincia Totale camp. BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 24 40 17 45 4 36 24 35 25 13 18 Tab 13b: Zearalenone AFLATOSSINE B1 Ppb < 20 > 20 24 40 17 44 4 36 24 34 24 13 17 0 0 0 1 0 0 0 1 1 0 1 MAIS E DERIVATI Provincia Totale camp. BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 18 26 6 28 4 18 15 20 10 11 12 % >20 0.00 0.00 0.00 2.22 0.00 0.00 0.00 2.86 4.00 0.00 5.56 ZEARALENONE ppb < 500 > 500 18 26 6 28 4 18 15 20 10 10 12 0 0 0 0 0 0 0 0 0 1 0 %> 500 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 0.00 9.09 0.00 14 Tab 13c: Fumonisine con limiti di legge MAIS E DERIVATI Provincia Totale camp. BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 24 40 17 45 4 36 24 35 25 13 18 FUMONISINE ppb < > 2000 2000 4 0 0 0 0 3 1 0 0 1 1 20 40 17 45 4 33 23 35 25 12 17 Tab 14c: Fumonisine con limiti proposti MAIS E DERIVATI Provincia %> 2000 BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 83.33 100.00 100.00 100.00 100.00 91.67 95.83 100.00 100.00 92.31 94.44 FUMONISINE ppb Totale < 3500 > 3500 camp. 24 40 17 45 4 36 24 35 25 13 18 7 4 4 9 0 7 1 3 3 2 1 17 36 13 36 4 29 23 32 22 11 17 %> 3500 70.83 90.00 76.47 80.00 100.00 80.56 95.83 91.43 88.00 84.62 94.44 Tab 13e: Ocratossine MAIS E DERIVATI Provincia Totale camp. BG BS CO CR LC LO MI MN PV SO VA 16 32 13 25 1 27 18 10 20 3 9 OCRATOSSINA ppb <5 >5 15 29 12 25 0 25 17 8 20 3 8 1 3 1 0 1 2 1 2 0 0 1 %>5 6.25 9.38 7.69 0.00 100.00 7.41 5.56 20.00 0.00 0.00 11.11 Il confronto con gli andamenti climatici, analizzati sui dati messi a disposizione dall’ERSAF, non consentono particolari elaborazioni tecnico statistiche, sia per la non completezza delle rilevazioni metereologiche, specialmente per i valori di Umidità relativa, sia per il limitato numero di campioni e per la loro disomogenea distribuzione territoriale. Si può inoltre considerare come le rilevazioni climatiche non denotino particolari e sensibili differenze nei diversi distretti territoriali. Qui di seguito, vengono illustrati la localizzazione dei siti di monitoraggio ed i dati relativi a Temperature Minime e Massime, Piovosità ed Umidità Minima e Massima, rilevati quotidianamente ed evidenziati in grafico per il periodo compreso tra il 01/06/2004 ed il 31/10/2004. 15 Dati Metereologici 1 Stazioni Meteo Minoprio (CO) Vergiate (VA) Sant’Angelo Lod. (LO) Spessa Po (PV) Treviglio (BG) Orzinuovi BS) Remedello (BS) Persico Dosimo (CR) Gonzaga (MN 16 2) Temperature min e max Minoprio (CO) Vergiate (VA) 40.0 40.0 35.0 35.0 30.0 30.0 25.0 25.0 Tmax Tmax 20.0 S.Angelo Lod. (LO) 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 Tmin 1/6 19/10 5/10 21/9 7/9 0.0 24/8 0.0 10/8 5.0 27/7 5.0 13/7 10.0 29/6 10.0 15/6 15.0 1/6 15.0 29/6 Tmin 15/6 20.0 Spessa Po (PV) 40.0 40.0 35.0 35.0 30.0 30.0 25.0 25.0 Tmax 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 Tmin 29/6 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 0.0 10/8 5.0 0.0 27/7 10.0 5.0 13/7 10.0 29/6 15.0 15/6 15.0 1/6 Tmax 20.0 15/6 Tmin 1/6 20.0 17 Orzinuovi (BS) Treviglio (BG) 40.0 40 35.0 35 30 30.0 25 25.0 Tmax 20.0 Tmin Tmax 20 Tmin Remedello (BS) 19 /10 5/1 0 21 /9 7/9 Persico dosimo (CR) 40 40.0 35 35.0 30 30.0 25 25.0 Tmax 20 Tmin 15 Tmax 20.0 Tmin 15.0 10 10.0 5 5.0 0 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 29/6 15/6 1/6 19 /10 5/1 0 21 /9 7/9 24 /8 10 /8 27 /7 13 /7 29 /6 0.0 15 /6 1/6 24 /8 10 /8 27 /7 13 /7 29 /6 1/6 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 0 27/7 5.0 13/7 5 29/6 10.0 15/6 10 1/6 15.0 15 /6 15 18 Gonzaga (MN) 50.0 45.0 40.0 35.0 30.0 Tmax 25.0 Tmin 20.0 15.0 10.0 5.0 19 /10 5/1 0 21 /9 7/ 9 24 /8 10 /8 27 /7 13 /7 29 /6 15 /6 1/6 0.0 19 3) Piovosità Sant'Angelo Lod. Minoprio (CO) 60.0 60.0 50.0 50.0 40.0 40.0 60.0 60.0 50.0 50.0 40.0 40.0 19/10 5/10 21/9 7/9 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 19 /1 0 5/1 0 21 /9 7/ 9 0.0 24 /8 0.0 10 /8 10.0 27 /7 10.0 13 /7 20.0 29 /6 20.0 piov 29/6 30.0 15/6 piov. 1/6 30.0 15 /6 24/8 Bergamo (BG) Spessa Po (PV) 1/ 6 10/8 27/7 1/6 19 /10 5/1 0 21 /9 7/9 24 /8 10 /8 0.0 27 /7 0.0 13 /7 10.0 29 /6 10.0 15 /6 20.0 1/6 20.0 Piov 13/7 30.0 29/6 Piov. 15/6 30.0 20 Orzinuovi (BS) Remedello (BS) 60.0 60.0 50.0 50.0 40.0 40.0 30.0 Persico Dosimo (CR) 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 1/6 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 0.0 27/7 0.0 13/7 10.0 29/6 10.0 15/6 20.0 1/6 20.0 piov 29/6 piov 15/6 30.0 Gonzaga (MN) 135.2 60.0 60.0 50.0 50.0 40.0 40.0 19 /10 5/1 0 21 /9 7/9 24 /8 10 /8 27 /7 13 /7 1/6 19 /10 5/1 0 21 /9 7/9 24 /8 0.0 10 /8 0.0 27 /7 10.0 13 /7 10.0 29 /6 20.0 15 /6 20.0 1/ 6 piov 30.0 29 /6 piov 15 /6 30.0 21 4) Umidità min e max Spessa Po (PV) Remedello (BS) 100 100 90 90 80 80 70 70 60 60 U min 50 40 Umax 50 U max Umin 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 29/6 1/6 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 Orzinuovi (BS) 100 90 80 70 60 Umax 50 Umin 40 30 20 10 19/10 5/10 21/9 7/9 24/8 10/8 27/7 13/7 29/6 15/6 0 1/6 10/8 0 27/7 10 0 13/7 10 29/6 20 15/6 30 20 1/6 30 15/6 40 22 Un secondo approccio (vedi grafici 1-9 delle pagine seguenti) è stato compiuto utilizzando i dati relativi alle pratiche agronomiche comunemente applicate, per i mais di autoproduzione aziendale, sui quali è stata principalmente indirizzata la campagna di monitoraggio. Anche in questo caso, il limitato numero di campioni e l’assenza di differenze caratteristiche, a livello territoriale, delle concentrazioni di micotossine non hanno consentito di evidenziare particolari correlazioni, per cui i dati proposti sono da intendersi come analisi di tipo qualitativo. Le procedure rilevate per la coltivazione e gestione dell’alimento mais, o dei suoi derivati, hanno riguardato la varietà impiegata, la data di raccolta e l’umidità in tale momento, il periodo di attesa prima dell’essiccazione, le temperature ed i tempi di essiccazione, il raffreddamento, la pulizia del silos, il sistema di caricamento, la presenza di rotture e l’applicazione di vagliatura prima dello stoccaggio. I dati qualitativamente più significativi sono stati evidenziati in grafico, in modo da suggerire eventuali percorsi di approfondimento, che non denotano però, allo stato attuale, alcuna possibilità di evidenza statistica. 23 1) Relazione tra epoca di raccolta e concentrazione di Micotossine in mais di autoproduzione Graf 1 - Aflatossine B1 20,00 14,00 15,00 10,00 5,00 1,301,60 0,00 Aflatossina b1 quantitativa - F 30/8 3/9 6/9 6/9 15/9 15/9 17/9 18/9 18/9 20/9 20/9 20/9 21/9 21/9 22/9 28/9 30/9 30/9 1/10 4/10 4/10 4/10 5/10 5/10 5/10 6/10 12/10 20/10 25/10 4/11 24/9 25/9 24 Graf 2 - Fumonisine 14000 12000 12000 11000 12000 10000 9400 10000 9000 8200 7600 7400 7300 8000 10000 4000 8600 5900 5600 5600 5300 4800 9000 7900 7100 6800 6300 6000 9900 9600 9800 9200 5900 4300 3500 3300 3000 2000 1100 0 Fumonisina quantitativa - F 30/8 3/9 6/9 6/9 15/9 15/9 17/9 18/9 18/9 20/9 20/9 20/9 21/9 21/9 30/9 30/9 1/10 4/10 4/10 4/10 5/10 5/10 5/10 6/10 12/10 20/10 25/10 4/11 22/9 24/9 25/9 28/9 25 Graf 3 - Ocratossine 8.00 7.00 6.00 5.00 4.00 3.00 2.00 1.00 0.00 Ocratossina quantitativa - F 30/8 22/9 5/10 3/9 24/9 5/10 6/9 25/9 6/10 6/9 28/9 12/10 15/9 30/9 20/10 17/9 30/9 4/11 18/9 30/9 18/9 1/10 20/9 4/10 20/9 4/10 21/9 4/10 21/9 5/10 26 2) Relazione tra Umidità alla raccolta e Micotossina Graf 4 - Fumonisine 35.0 30.0 25.0 20.0 Fumonisina quantitativa - F U raccolta 15.0 10.0 5.0 0.0 1 3 5 7 9 11 13 15 17 19 21 23 25 27 29 31 33 35 27 Graf 5 - Aflatossine 35.00 30.00 25.00 Aflatossina b1 quantitativa F U raccolta 20.00 15.00 10.00 5.00 35 33 31 29 27 25 23 21 19 17 15 13 11 9 7 5 3 1 0.00 28 Graf 6 - Ocratossine 35.0 30.0 25.0 20.0 Ocratossina quantitativa - F U raccolta 15.0 10.0 5.0 29 27 25 23 21 19 17 15 13 11 9 7 5 3 1 0.0 29 3) Relazione tra periodo di attesa pre essiccazione e concentrazione Micotossina Graf 7 - Aflatossina 16.00 14.00 12.00 10.00 8.00 Aflatossina b1 quantitativa - F 6.00 GG ATTESA 4.00 2.00 34 32 30 27 25 23 21 19 17 15 13 10 7 5 3 1 0.00 30 Graf 8 - Fumonisina 14.00 12.00 10.00 8.00 Fumonisina quantitativa F GG ATTESA 6.00 4.00 2.00 31 29 27 25 23 21 19 17 15 13 11 9 7 5 3 1 0.00 31 Graf 9 - Ocratossine 8.00 7.00 6.00 5.00 Ocratossina quantitativa F 4.00 3.00 GG ATTESA 2.00 1.00 27 25 23 21 19 17 15 13 11 9 7 5 3 1 0.00 32 Conclusioni Il progetto ha raggiunto gli obbiettivi previsti relativamente al rilevamento del livello di inquinamento di diversi alimenti zootecnici da parte delle principali micotossine, sia normate che costituenti oggetto di raccomandazione da parte della Commissione Europea (SANCO). L’annata favorevole di campionamento non ha evidenziato particolari criticità anche se ha comunque confermato le classi di alimenti particolarmente a rischio per ciascuna micotossina e che devono costituire il primo oggetto di investigazione laddove ci sia sospetto di inquinamento nella razione degli animali allevati. Alla nota criticità costituita dal rischio di inquinamento di alimenti zootecnici da Aflatossina B1, responsabile del passaggio nel latte dell’Aflatossina M1, normata in modo rigido (50 ng/Kg o ppt), e che ha ormai indirizzato gli sforzi dell’intera filiera verso un controllo del rischio di inquinamento dalla produzione alla trasformazione, allo stoccaggio fino all’utilizzatore finale (l’azienda), identificando anche la possibilità di indirizzo delle produzioni più “pulite” alla bovina da latte rispetto ad altre specie meno sensibili alla problematica, si è affiancata una necessità di controllo degli alimenti relativamente all’inquinamento da micotossine, in funzione delle recenti raccomandazioni diffuse dalla Commissione Europea. Le informazioni ottenute man mano dal monitoraggio sono state diffuse in tempo utile fornendo indicazioni prontamente utilizzabili agli operatori del settore, primi fra tutti i nutrizionisti ed i mangimisti oltre che gli allevatori stessi, fornendo un esempio di rete di allerta in grado di incidere con grande tempistica sulla possibilità di controllo degli inquinamenti tramite acquisti e controlli indirizzati. La diffusione delle informazioni via web sui siti dell’ARAL e della Regione Lombardia ha costituito una modalità semplice quanto di forte e veloce impatto sui potenziali utilizzatori. Anche la canalizzazione delle derrate verso l’utilizzatore meno sensibile, a salvaguardia del benessere degli animali allevati e della sanità delle produzioni zootecniche ha costituito uno dei grossi risultati di questo studio. Ciò è stato possibile grazie alle conoscenze tecniche dei nutrizionisti del piano SATA che ben sanno, forti della passata esperienza, orientarsi in caso di situazioni di inquinamento da micotossine, riverificando le razioni e reindirizzando o se necessario, segregando, le partite di alimenti risultate inquinate. In particolare sono state evidenziate anche le criticità per il settore suinicolo, all’interno degli alimenti presenti sul mercato locale lombardo. Alle informazioni relative alla granella di mais e altre derrate acquistabili sul mercato, il progetto ha aggiunto informazioni importanti e soprattutto originali, in quanto raramente investigate, relativamente alle autoproduzioni foraggere,in genere non commercializzate se non, e comunque in misura contenuta, entro ambiti locali piuttosto ristretti, quali gli insilati ed in particolare l’insilato di mais ed i fieni insilati, che, soprattutto per la bovina da latte, costituisce la base della razione delle bovine in produzione. La ricerca di relazioni significative tra andamento climatico, pratiche agronomiche e risultato qualitativo rimane un progetto ambizioso, ma nel contempo estremamente complesso, in ragione dell’estrema variabilità delle condizioni che possono influenzare lo sviluppo fungino ed il concentrarsi di tossine, come per altro già evidenziato dalla bibliografia scientifica. In particolare, il nostro studio siè concentrato su una zona relativamente omogenea, la Lombardia, ed una sola annata produttiva. Il discorso varietale e l’epoca di semina possono a grandi linee influire sul risultato finale della qualità delle produzioni ma solo se associati a pratiche agronomiche strettamente mirate all’eliminazione dello stress per la coltura, di qualsiasi tipo esso sia, idrico, dovuto a 33 particolari condizioni del terreno, climatico relativo ad attacchi di fitofagi o altre avversità, ecc. E’ noto anche che certe pratiche di “contoterzismo spinto”, sempre più diffuse presso gli agricoltori per cui si lascia accesso ai campi a mezzi molto pesanti che destrutturano il suolo piuttosto che, nel caso del silomais, con velocità di raccolta così elevate da non permettere una pressatura adeguata durante lo stoccaggio in trincea con il raggiungimento dello stato di anaerobiosi in tempi sufficientemente brevi, sono ulteriori fattori predisponesti all’inquinamento. Accumulando negli anni serie di dati analitici e agronomici si sono trovate correlazioni tra zone calde o fredde, per esempio in relazione alla presenza di fumonisine (è noto che la fascia territoriale vicino al Po è a maggior rischio per fumonisine e aflatossine, mentre le fumonisine si abbassano sensibilmente nella fascia lontana dal Po insieme con il rischio di inquinamento da Aflatossine. Nella zona intermedia l’attacco delle fumonisine si abbassa e diventa equivalente al rischio di inquinamento da DON, tipica tossina da clima più fresco e che quindi si ritrova nelle zone dell’alto Po e pedemontane.) Tuttavia queste sono indicazioni ormai note quanto generiche e non utili ad un utilizzo pratico e attivo dell’informazione. Sicuramente la misurazione di campo e quindi il dato che maggiormente ci può indirizzare verso una previsione qualitativa più pratica ed utile è la misurazione dello “stress globale” della pianta, strada questa già percorsa per la valutazione delle granelle e percorribile anche per la valutazione dei pastoni e degli insilati di mais. Lo stress globale dipende dalla temperatura dell’ambiente e della pianta stessa, quindi dall’evapotraspirazione potenziale, nonché dalla capacità idrica del terreno, e dalla data dell’ultima irrigazione rispetto al momento della raccolta. Tale stress è misurabile come scostamento tra la maturità attesa e la maturità reale della coltura, in quanto in condizione di stress post fioritura si ha un accelerazione del periodo della maturazione , quindi la precocità della maturazione diventa indice di stress e quindi di rischio qualitativo. E’ questa l’ipotesi perseguibile in eventuali futuri lavori di approfondimento. Questa ipotesi spiega anche, ed è esperienza del settembre 2005, come si possano avere inizi di campagna molto allertati sulla problematica, per esempio, delle aflatossine e quindi delle M1 nel latte, in quanto è questo il momento in cui arrivano sul mercato i primi mais raccolti, ovvero quelli maturati precocemente a causa di stress colturale. L’intero database raccolto durante il monitoraggio analitico di questo Progetto andrà a popolare ulteriormente il database esistente presso la rete regionale, frutto di monitoraggi e progetti sul tema finanziati e/o sostenuti negli ultimi anni. Questo è necessario in quanto la possibilità di percorrere una strada che porti alla possibilità di previsione del rischio sulla base delle pratiche agronomiche e dell’andamento stagionale climatico è legata alla elaborazione di dati analitici molto numerosi e caratterizzati da informazioni territoriali, climatiche, gestionali ed agronomiche molto dettagliate e capillari nonché relative a più annate. Resta inteso come, nel breve periodo, il monitoraggio e la catena informativa, fondata su uno schema operativo quale quello realizzato nell’ambito del Progetto, rappresenti comunque uno strumento di notevole impatto pratico, come sistema di allerta all’inizio delle campagne d’impiego degli alimenti zootecnici. 34