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S.A.T.A.
MONITORAGGIO DELLE MICOTOSSINE NEI
PRINCIPALI ALIMENTI ZOOTECNICI PRESENTI SUL
MERCATO LOMBARDO PER GARANTIRE PRODUZIONI
ZOOTECNICHE DI QUALITA’
Acronimo “TOSSMONIT”
Approvato con ddg n.18256 del 22.10.04
Introduzione
La valutazione ed il monitoraggio della sanità degli alimenti zootecnici,
relativamente al loro inquinamento da micotossine, costituisce un fattore di estrema
importanza, per il mantenimento di un adeguato benessere degli animali e della sanità
necessaria alla loro performance produttiva, a tutela del reddito dell’impresa zootecnica ed
a garanzia della sanità del prodotto finale (principalmente carne bovina e suina e latte)
destinato ai consumatori; con queste motivazioni, l’Associazione Regionale Allevatori
della Lombardia (A.R.A.L.), nell’ambito delle attività del Servizio di Assistenza Tecnica
agli Allevamenti (S.A.T.A.), su incarico della Regione Lombardia – D. G. Agricoltura, ha
realizzato il presente Progetto di Monitoraggio sui principali alimenti zootecnici presenti in
Lombardia, nella campagna 2004-2005.
Il quadro normativo relativamente al problema dell’inquinamento di alimenti
zootecnici da micotossine è variato nel corso del progetto stesso, risultando in uno scenario
ancora più indirizzato al controllo della loro qualità mediante l’applicazione dei principi
della tracciabilità per poter procedere all’identificazione delle partite non conformi a cui
sono applicate misure restrittive proporzionali alla gravità della contaminazione,
applicando anche misure che possono prevedere dal cambiamento della destinazione d’uso
fino al divieto di commercializzazione.
Così, relativamente ai trasformatori di alimenti zootecnici, all’obbligo di
autocontrollo da parte dell’industria mangimistica (Reg. n.178/2002/CE e Reg.
n.183/2004/CE) si è affiancato l’obbligo di autocontrollo anche per gli impianti di
essiccazione e di stoccaggio di mais, e tale obbligo è stato anche preceduto
dall’emanazione, già nel 2005, dell’ “Approvazione delle Modalità Operative per la
corretta gestione delle fasi di trasporto, accettazione , movimentazione, essiccazione e
stoccaggio del mais destinato all’alimentazione degli animali per la campagna di raccolta
2005” (dgr 758_05). Questi ultimi provvedimenti vanno a riempire un vuoto legislativo che
interrompeva la catena del controllo di filiera rispetto alla qualità del mais.
Relativamente, invece alla legislazione sui livelli di inquinamento degli alimenti
zootecnici, al Reg.to CE n.1525/98 e Reg. Ce 466/2001e successivi aggiornamenti, che
fissano i tenori massimi accettabili di Aflatossine nei prodotti alimentari destinati al
consumo umano ed in particolare l’Aflatossina M1 nel latte, ed al D.M. n.241 dell’ 11
maggio 1998 e successiva modifica, che stabilisce i limiti di Aflatossina B1 nei mangimi
1
(Vedi Tab1), si è affiancata l’emanazione e la probabile entrata in vigore a ottobre 2007 del
Regolamento CE n° 856/2005 che fissa per le Fumonisine un limite nel mais alimentare
(food) di 2000 ppb. Per l’ Ocratossina A nelle carni è stata fissato un limite massimo di 1
ppb mentre per i cereali tale limiti è pari a 5 ppb (Reg CE 472/2002) .
TAB1: Riferimenti di legge per Aflatossine M1 nel latte e Aflatossine B1 negli alimenti
zootecnici
PRODOTTO
* Latte
**Materie prime per mangimi ad eccezione di:
Arachidi, copra, palmisti, semi di cotone, babassu, granoturco e loro derivati
** Mangimi completi per bovini, ovini e caprini ad eccezione di:
mangimi completi per vacche da latte
mangimi completi per vitelli ed agnelli
*Regolamento CE n° 1525/98 del 16/7/98
** Decreto n° 241 dell’11/05/98
Aflatossina B1 Aflatossina M1
(ppm o mg/kg) (ppt o ng/kg)
50
0,05
0,02
0,05
0,005
0,01
-
Relativamente all’utilizzo zootecnico, per tutte le tossine, a parte le Aflatossine B1, fino al
momento della stesura di questo progetto si parlava ancora di livelli e soglie di tolleranza
per le diverse specie basati su indicazioni fornite dalla letteratura, relativamente generiche,
sui contenuti massimi nell’alimento e in razione dei diversi inquinanti, in particolare
Tricoteceni (Tossina T2 e Deossinivalenolo), Zearalenone, Fumonisine e Ocratossine (Tab
2a).
TAB2a: Livelli soglia e di potenziale tossicità acuta nei bovini delle principali
micotossine
MICOTOSSINA
Aflatossine B1, B2, G1, G2
Zearalenone
Vomitossine (Deossinivalenolo,
Nivalenolo)
Ocratossina A
Fumonisine B1, B2, B3
LIVELLO LIVELLO POTENZIALMENTE
SOGLIA
TOSSICO
PRINCIPALI SINTOMI ACUTI
22 ppb
22-333 nell'alimento
< ingestione, produzione e fertilità; > mastite, zoppie
20-40 ppb
20 - 102 in razione
0,56 ppm
5,6 - 10 nell'alimento
iperestrismo, < fertilità, < produzione
0,56 ppm
3,9 - 7 in razione
0,56 ppm
5 - 12 nell'alimento
< ingestione, < produzione
0,56 ppm
2,5 - 6 in razione
0,25 ppm
5,9 - 9 in razione
patologie renali, < ingestione, < produzione
1,1 - 3,3 ppm
6,7 - 11,1 nell'alimento
edema polmonare
Solo recentemente sono state diffuse le “Raccomandazioni della Commissione sulla
presenza di desossinivalenolo, zearalenone, ocratossina A e fumonisine nei prodotti
indirizzati all’alimentazione zootecnica” (SANCO/1993-2005 rev.1) (Tab.2b).
La forte novità di queste nuove indicazioni è rappresentata dal fatto che i limiti variano
sensibilmente con la specie cui l’alimento è indirizzato e, in particolare risultano molto
restrittivi i limiti posti per l’alimentazione dei suini, proprio per la loro sensibilità agli
effetti negativi delle micotossine indicate.
Infatti la specie suina è la più sensibile al Desossinivalenolo, con sintomatologia riferita a
riduzione dell’assunzione di alimento, fino a vomito e rifiuto del cibo, con forti perdite di
incremento ponderale. Le altre specie allevate risultano avere invece tolleranze elevate alla
micotossina.
2
Rispetto poi allo Zearalenone, che provoca forte iper-estrogenismo, fino alla riduzione
della fertilità, gli animali più sensibili risultano ancora i suini mentre i bovini non mostrano
sensibilità.
La più alta sensibilità alle Ocratossine , ancora, è individuata nella specie suina con effetti
nefrotossici . La soglia di inquinamento individuata per i suini sull’intera razione è quella
degli 0,2 mg/kg (ppm). Anche in questo caso i ruminanti mostrano minor sensibilità dei
monogastrici alla tossina.
Infine, relativamente all’inquinamento da Fumonisine, tutte le specie animali dimostrano
sensibilità alla tossina, ma ancora una volta, oltre agli equini che possono sviluppare
leucoencefalomalacia , sono proprio i suini a mostrare forte suscettibilità con sviluppo di
edema polmonare.
TAB 2b: “Raccomandazioni della Commissione sulla presenza di
desossinivalenolo, zearalenone, ocratossina A e fumonisine nei prodotti
indirizzati all’alimentazione zootecnica” (SANCO/1993-2005 rev.1)
Micotossina
Deossinivalenolo
Zearalenone
Ocratossina A
Fumonisina b1+b2
Alimento
Cereali e prodotti di cereali
--Sottoprodotti di cereali
Mangimi complementari e completi
- per maiali
- per vitelli<4 mesi
Cereali e prodotti di cereali
--Sottoprodotti di cereali
Mangimi complementari e completi
- per maialini e scrofette
- per scrofe e maiali all'ingrasso
- per vitelli, vacche da latte, pecore e capre
Cereali e prodotti di cereali
Mangimi complementari e completi
- per maiali
Mais e prodotti del mais
Mangimi complementari e completi
- per maiali e cavalli
- per vitelli<4 mesi
- per ruminanti adulti (>4mesi)
Valore guida
mg/Kg (ppm)
8
12
5
0,9
2
2
3
0,1
0,25
0,5
0,25
0,05
60
5
20
50
Il quadro legislativo sopra indicato impone una forte attenzione alla problematica con il
coinvolgimento dell’intera filiera in cui le modalità operative, relative a ciascuno dei
segmenti del processo produttivo e di trasformazione e conservazione degli alimenti
zootecnici, devono essere ottimizzate nello sforzo della prevenzione dell’inquinamento da
micotossine.
Si rende peraltro necessario monitorare il livello di inquinamento da micotossine degli
alimenti zootecnici sia di autoproduzione che presenti sul mercato al fine di capire come e
quanto, per ciascuna campagna di produzione, le modalità operative adottate e l’andamento
climatico stagionale permettano l’ottenimento di adeguati risultati qualitativi. Ciò al fine di
indirizzare le derrate in funzione della loro qualità ad animali più tolleranti e con minimo o
nullo rischio di passaggio della tossina nei prodotti finali. Lo sforzo economico di questo
controllo analitico deve anche tendere a concentrare le analisi sul gruppo di alimenti e di
micotossine risultanti a maggior rischio per l’andamento climatico dell’annata di
produzione oltre che per la suscettibilità specifica della derrata a ciascuna micotossina,
evitando di sprecare risorse in un controllo a tappeto, tanto dispendioso quanto inutile.
3
L’attivazione di un sistema d’allarme in grado di raggiungere tutti gli attori della filiera ed i
vari fornitori di assistenza tecnica alla produzione ed alla trasformazione degli alimenti
zootecnici, per la comunicazione del rischio atteso o addirittura già verificato, risulta di
primaria importanza. Le moderne tecnologie di comunicazione ci possono fornire uno
strumento ideale per questo scopo.
E’ in quest’ottica che il presente progetto è stato formulato e realizzato dall’Associazione
Regionale Allevatori della Lombardia, nell’ambito dell’attività del Servizio di Assistenza
Tecnica agli Allevamenti (S.A.T.A.) su incarico della Regione Lombardia – D.G.
Agricoltura, al fine di monitorare i principali alimenti zootecnici presenti sul mercato
lombardo nella campagna 2004-2005.
Obbiettivi
Il progetto ha avuto come principali obbiettivi
§ Verifica in tempi brevi, per fornire risposte immediate e orientamenti certi
all’allevatore, della sanità, in relazione all’inquinamento da micotossine, dei
principali alimenti zootecnici prodotti in azienda. Tale verifica è avvenuta per
approcci successivi, partendo da uno screening allargato a tutte le micotossine sui
primi campioni e restringendo poi il controllo analitico, nei campioni successivi, e per
diversa tipologia di alimento, alla/e micotossine ritrovate maggiormente presenti.
§ Verifica in tempi brevi, per fornire risposte immediate e orientamenti certi
all’allevatore, della qualità, in relazione all’inquinamento da micotossine, dei
principali alimenti zootecnici presenti sul mercato lombardo. Tale verifica è avvenuta
per approcci successivi, partendo da uno screening allargato a tutte le micotossine sui
primi campioni e restringendo poi il controllo analitico, nei campioni successivi, e per
diversa tipologia di alimento, alla/e micotossine ritrovate maggiormente presenti.
§ Per inquinamento da Aflatossine B1, verifica a campione dell’inquinamento da
Aflatossina M1 del latte prodotto in aziende lombarde, come campanello d’allarme
relativamente alla qualità degli alimenti zootecnici presenti in razione .
§
Orientamento del mercato alla qualificazione e collocazione delle derrate
alimentari in funzione del livello di inquinamento delle diverse micotossine e delle
destinazioni d’uso (tipologia di allevamento) più consone, ovvero verso gli animali più
tolleranti a quella micotossina e con minimo o assente rischio di passaggio della stessa
nei prodotti finali. Tale obbiettivo intende anche diminuire o annullare la circolazione sul
mercato di derrate non adeguate all’utilizzo zootecnico o addirittura fuori soglia di legge.
§
Verifica, su base reale e “di campo” della corrispondenza tra previsioni di
inquinamento basate sui rilevamenti climatologici e inquinamento effettivamente
misurato, con particolare riguardo ai cereali ed ai foraggi di autoproduzione.
§
Per una stessa micotossina, verifica dell’effetto di diverse gestioni di campagna e
modalità di trasformazione e stoccaggio degli alimenti, con particolare riguardo al mais
di autoproduzione.
Durata del progetto
Il progetto ha avuto durata annuale.
Rispetto alle autoproduzioni, il monitoraggio ha riguardato alimenti prodotti nella
campagna 2004-2005.
Ente propositore
Aral - Associazione Regionale Allevatori della Lombardia – CREMA (CR)
Responsabili scientifici: Dott.ssa Paola Amodeo e Dott. Flavio Sommaria
4
Collaborazioni scientifiche e dotazioni disponibili
Tutte le analisi previste dal progetto sono state effettuate dal Laboratorio Alimenti e
Foraggi dell’ARAL di Crema
Il lavoro di campo relativamente all’individuazione, il campionamento e la descrizione dei
campioni oggetto del monitoraggio e del rilevamento dei dati relativi alle modalità
agronomiche e di gestione delle derrate, nonché la ridefinizione del piano degli acquisti
aziendali e dell’utilizzo degli alimenti in razione sulla base dei risultati analitici è stato
affidato ai tecnici alimentaristi del S.A.T.A.
L’ERSAF ha fornito le rilevazioni agrometereoliogiche disponibili per l’annata in oggetto
elaborazione (UR T e piovosità per fasce temporali e per area geografica ecc.) .
Il Dott. Alberto Verderio ricercatore del CRA - Istituto Sperimentale di Cerealicoltura di
Bergamo ha fornito consulenza scientifica per la strutturazione del monitoraggio e
l’interpretazione dei risultati analitici in funzione delle condizioni di produzione rilevate
(clima, operatività di campagna e gestione delle derrate).
Materiali e metodi
Tutte le analisi del progetto sono state effettuate presso il Laboratorio Alimenti e Foraggi
dell’ARAL di Crema.
Si tratta di 1636 analisi di micotossine effettuate su un totale di 568 campioni di alimenti ,
suddivise in 171 analisi di Aflatossina M1 su latte, 354 Aflatossine B1, 188
Desossinivalenolo, 397 Fumonisine, 233 Ocratossine e 293 Zearalenone. A queste si sono
aggiunte 110 determinazioni di sostanza secca relative a foraggi insilati o a Umidità di
raccolta del mais di autoproduzione
§
223 campioni tra mais granella (189 campioni di cui 32 di autoproduzione),
pastone integrale (9), e pastone di granella (25). Di questi, sui primi 50, prelevati subito
all’inizio della campagna di raccolta, (5 per ciascuna provincia per ottenere una
adeguata distribuzione sul territorio lombardo) è stato eseguito uno screening su tutte e
5 le micotossine previste (aflatossina B1, Zearalenone, Desossinivalenolo, Ocratossine
e Fumonisine). Relativamente ai successivi campioni, le analisi sono state indirizzate
verso le 3 micotossine rilevate come a maggior rischio in base ai risultati del primo
screening ed alle previsioni derivate dall’andamento meteorologico, ovvero verso le
Aflatossine B1, La Fumonisina e le Ocratossine. I campioni sono stati prelevati sia
presso aziende zootecniche che completano la trasformazione del mais direttamente in
azienda, che presso essiccatoi o mulini che operano in contolavorazione per
l’allevatore, che su campioni di mais acquistati sul mercato, anche di derivazione
axtraregionale.
§
41 fieni di cui 27 secchi e 14 insilati di diverse essenze e tagli, di
autoproduzione e prelevati in modo equamente distribuito sul territorio lombardo. Su
questi le analisi sono state indirizzate alla ricerca di Fumonisine , Zearalenone e
Desossinivalenolo. Inutile risulta, infatti, la ricerca di Aflatossine B1 e Ocratossine su
questi tipi di alimenti.
§
55 silomais di autoproduzione, prelevati in modo equamente distribuito sul
territorio lombardo su cui sono state analizzate le 4 principali tossine che li riguardano:
Aflatossina B1, Zearalenone, Fumonisine e Desossinivalenolo.
§
15 cereali alternativi al mais, in particolare orzo, frumento, sorgo e cereali misti
per tutte le 5 tossine previste (aflatossina B1, Zearalenone, Desossinivalenolo,
Ocratossine e Fumonisine).
§
35 alimenti proteici (cotone, panelli proteici, farine d’estrazione e farina di
medica disidratata) prelevati in aziende zootecniche lombarde ma acquistate sul
mercato, su cui sono state analizzate le 4 principali micotossine che li riguardano:
Aflatossine B1, Ocratossine, Zearalenone e Fumonisine.
5
§
28 campioni di mangimi e nuclei integrati prelevati in aziende zootecniche
lombarde ma tutti acquistati sul mercato, su cui sono state analizzate dapprima tutte e 5
le icotossine indagate e poi il DON (Desossinivalenolo) è stato escluso mentre si è
continuata l’indagine sullo Zearalenone. (DON e Zearalenone si muovono in modo
decisamente simile negli alimenti secchi, quindi uno è spia della presenza dell’altro).
§
171 campioni di latte, circa 20 campioni per ciascuna APA lombarda da
concentrarsi in misura del 50% nel mese di settembre e ottobre per identificare la
risposta nel latte di un eventuale inquinamento del mais da Aflatossina M1 della nuova
campagna di produzione. I rimanenti campioni (100 ca.) verranno prelevati nel restante
periodo dell’anno.
Le metodiche analitiche con i relativi Unità di Misura, Limiti minimi e tolleranza dello
strumento utilizzate dal Laboratorio Foraggi dell’ARAL di Crema sono riportate in Tab3.
TAB3: Metodiche analitiche utilizzate
Nome Analisi
Unità Misura
Aflatossina b1 quantitativa - ELISA
Aflatossina b1 quantitativa - F
Aflatossina M1
Aflatossina M1 qualitativa - ELISA
Deossinivalenolo quantitativo - ELISA
Deossinivalenolo qualitativo - ELISA
Fumonisina quantitativa - F
Ocratossina quantitativa - F
Umidità (105° C)
Umidità (130° C)
Umidità (60° C)
Umidità (65° C)
Zearalenone quantitativo - F
ppb (µg/Kg)
ppb (µg/Kg)
ppt (ng/l)
ppt (ng/l)
ppb (µg/Kg)
ppb (µg/Kg)
ppm (mg/Kg)
ppb (µg/Kg)
g/100 g
g/100 g
g/100 g
g/100 g
ppb (µg/Kg)
Limite
Minimo
Tolleranza
strumento
50
50
0,25
2
0,5
1
5
5
50
50
0,25
2
100
100
1
Ogni campionamento è stato corredato di una serie di informazioni. Per gli alimenti
autoprodotti tali informazioni hanno riguardato l’identificazione del campione, la
varietà/essenza coltivata, le pratiche agronomiche adottate, le date di semina e di raccolta,
lo stadio fenologico e di umidità di raccolta, la presenza eventuale di avversità
entomologiche e parassitarie e le modalità di essiccazione e conservazione (in particolare
per il mais essiccato in azienda).
Relativamente, invece, alle derrate acquistate sul mercato, oltre all’identificazione del
prodotto, sono state raccolte, laddove disponibili, informazioni relative al paese/zona di
origine, al commerciante e/o al fornitore (Mangimifico, essiccatoio ecc.)
E’stata predisposta una scheda tecnica specifica per la raccolta dei dati, al fine di garantire
uniformità e completezza delle informazioni raccolte Tab 4.
6
TAB 4
Scheda di raccolta informazioni tecniche
MONITORAGGIO MICOTOSSINE 2004
S.A.T.A.
FORAGGIO
AZIENDA:
TEC.REF.
COD AUA
COMUNE
provenienza
COLTIVAZIONE
Varietà
Data semina
Tratt. Insetticidi sem.
Tratt. insetticidi post sem
Irrigazione
U.M.
SI/NO
tipo irrig
RACCOLTA
Condizioni atmosf.
Data Raccolta
Additivi insilam
SS alla raccolta
si/no
%
gg.preapp.
ESSICAZIONE
nome prod.
nome prod.
MOMENTO DEL CAMPIONAMENTO *
Tempo di attesa raccolta-essiccazione
Umidità in ingresso
T° di lavorazione
Tempo di lavorazione
Umidità di uscita
Raffreddamento
gg
%
°C
ore
%
Si/No
STOCCAGGIO
Pulizia preventiva silos
Modalità caricamento (coclea, nastro ecc.)
Presenza rotture granella
Si/No
Vagliatura / spazzolatura /ventilazione
Molitura granella pre o post stoccaggio
Si/No
Si/No
Si/No
*Per esempio: raccolta, pre-essiccazione. post-essiccazione, pre molitura, post molitura ecc.
7
Risultati del progetto
L’elaborazione statistica dei risultati analitici di tutti i campioni prelevati e di tutte le
tossine testate viene qui di seguito riportata. La divulgazione precedente sui siti di
comunicazione ufficiali (siti web di ARAL, delle diverse APA e della Regione Lombardia,
Direzione Generale Agricoltura) aveva già diffuso i risultati che di volta in volta venivano
ottenuti e fornito le indicazioni e gli orientamenti di volta in volta forniti.
- LATTE:
L’andamento dell’inquinamento da Aflatossine M1 nel latte, è sostanzialmente rimasto
sempre nei termini di legge tranne che in alcune situazioni sporadiche che hanno portato
subito all’individuazione dell’alimento non conforme che ne provocava l’innalzamento.
Infatti l’analisi delle Aflatossine M1 nel latte sono state utilizzate, in questo progetto, come
analisi spia per un più efficiente monitoraggio della qualità degli alimenti, relativamente
all’inquinamento da aflatossina B1. E’ noto che se il latte segnala presenza anomala di
Aflatossina M1 qualche alimento nella razione ne è sicuramente responsabile anche se la
sua analisi non ha rilevato la presenza di B1 e questo a causa delle note difficoltà di
campionamento delle derrate per via del posizionamento non omogeneo delle micotossine
nella massa.
L’intera annata si è dimostrata mediamente “pulita” con incidenze di campioni oltre il
limite di legge pari a solo l’1,4% ( Tab 5).
Come sempre, i valori più alti sono stati riscontrati all’inizio della campagna maidicola
(fine agosto-settembre) a causa dell’arrivo all’utilizzatore finale di partite cha hanno subìto
stress in campo che ne ha indotto una precocità di maturazione.
TAB 5
media
14,7
AFLATOSSINA M1 NEL LATTE
max n° campioni campioni >50 ppt campioni 25-50 ppt campioni <25 ppt
80 ppt
171
1,40%
13,80%
84,80%
-MAIS E DERIVATI :
Relativamente al mais sia esso di autoproduzione che acquistato sul mercato, già i dati
disponibili a fine ottobre segnalavano una ottima qualità della granella relativamente
all’inquinamento da Aflatossina B1 sebbene mettessero in luce, peraltro come atteso a
causa dell’andamento stagionale estivo relativamente fresco, una preoccupante presenza di
fumonisine e di zearalenone che si è poi confermata durante l’anno dopo l’allargamento
dell’indagine ad un numero superiore di partite. Le stesse valutazioni sono valide anche per
i derivati del mais, quali silomais, pastone integrale e di granella, pannello di germe ecc.
A seguito dei primi risultati, la ricerca delle micotossine è stata indirizzata solo alle
micotossine risultate a maggior rischio, salvo che per le Aflatossine B1 nel mais, dove,
nonostante si possa affermare che per la campagna 2004 il prodotto ne risulti pulito, non va
eliminato il controllo analitico, data l’importanza della tossina relativamente al suo
passaggio nel latte.
In particolare, nel mais il valore medio di Aflatossine B1 tende a diminuire nell’anno, a
supporto di quanto detto prima, mentre i valori relativi alle altre micotossine tendono a
rimanere sostanzialmente invariati. Tutti i valori massimi sono stati raggiunti dai campioni
prelevati nella prima parte della campagna di raccolta.
Rilevante risulta il fatto che il DON non è presente a livelli elevati nel mais, come atteso,
né nei pastoni sia di granella che integrali. La sua presenza è invece più diffusa nei
8
silomais, ad indicare che l’umidità necessaria allo sviluppo di questa tossina è
relativamente elevata (Tab 6a - 6d).
Il risultato relativo alle ocratossine in mais granella e in pastone di mais può rappresentare
un punto critico per l’alimentazione del suino in cui si rileva forte sensibilità. Tuttavia il
2004 non ha rappresentato un’annata a rischio.
TAB.6a
MICOTOSSINE IN MAIS
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
1,38
38
189
DEOSSINIVALENOLO
ppb
150,79 4753
66
FUMONISINA
ppm
7,65
15
190
OCRATOSSINA
ppb
1,05
10
150
ZEARALENONE
ppb
44,72 760
103
TAB.6b
MICOTOSSINE IN SILOMAIS
unità di misura media
AFLATOSSINA B1
ppb
0,77
DEOSSINIVALENOLO
ppb
1300
FUMONISINA
ppm
6,92
ZEARALENONE
ppb
115
max n° campioni
8,1
55
4801
55
18
55
450
55
TAB.6c
MICOTOSSINE IN PASTONE DI MAIS
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
0,49
2,9
25
DEOSSINIVALENOLO
ppb
0
0
1
FUMONISINA
ppm
12,11 36
25
OCRATOSSINA
ppb
2
8,7
19
ZEARALENONE
ppb
50,63 180
11
TAB.6d
MICOTOSSINE IN PASTONE INTEGRALE DI MAIS
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
0,85
3,6
9
FUMONISINA
ppm
7,1
10
9
OCRATOSSINA
ppb
3,36
7,9
3
ZEARALENONE
ppb
56,6 270
6
9
- CEREALI MINORI:
I risultati delle elaborazioni statistiche relative ai mix di cereali presentano una forte
variabilità dovuta alla maggiore o minore presenza di farina di mais.
Sui campioni di singoli cereali vernini le aflatossine B1 sono risultate sempre assenti o a
bassissimo livello di inquinamento. Anche per le altre micotossine, i livelli di inquinamento
dei cereali vernini in purezza rispetto alle miscele con mais sono nettamente inferiori. Le
fumonisine risultano invece sempre tendenzialmente elevate (Tab 7).
Anche in questo gruppo di alimenti le ocratossine possono costituire un punto di rischio per
la specie suina.
TAB 7
MICOTOSSINE IN ORZO e MIX CEREALI
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
1,8
21
15
DEOSSINIVALENOLO
ppb
643 3570
15
FUMONISINA
ppm
3,92 11,2
15
OCRATOSSINA
ppb
2,32
11
15
ZEARALENONE
ppb
79,53 200
15
-PRODOTTI DELL’INDUSTRIA MANGIMISTICA:
1. NUCLEI e MANGIMI
Si è registrata, rispetto a questi alimenti, una situazione di responsabilità e controllo dei
prodotti immessi sul mercato da parte dell’indistria mangimistica. Nel complesso si sono
ritrovati referti analitici accettabili, sebbene si debba sottolineare la problematica delle
fumonisine e delle ocratossine, così rilevante per i suinicultori.
Il DON (Desossinivalenolo) è stato analizzato solo sui primi campioni in quanto non è una
tossina specifica di questi alimenti, sebbene i valori ritrovati nelle uniche 3 analisi
effettuate siano risultati, in un caso, molto elevati.
Anche in questo caso la tendenza durante l’anno è stata verso una diminuizione
dell’inquinamento da Aflatossine B1 mentre Fumonisina, Ocratossina e Zearalenone hanno
registrato un leggero aumento. In particolare relativamente all’inquinamento da
Ocratossine, questo gruppo di alimenti è risultato essere il più a rischio sebbene all’interno
di soglie di accettabilità.
TAB 8
MICOTOSSINE IN MANGIMI E NUCLEI COMMERCIALI
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
1,57
13
28
DEOSSINIVALENOLO
ppb
856,3 1794
3
FUMONISINA
ppm
2,93
12
28
OCRATOSSINA
ppb
4,1
14
24
ZEARALENONE
ppb
69,1 230
28
10
2. PROTEICI E COTONE
Anche nel caso degli alimenti proteici, farina di soia, seme integrale di soia, pannelli dei
germe di cocco ecc, i valori analitici registrati denunciano un basso livello di inquinamento
per tutte le 5 micotossine testate con, tuttavia, ragioni di preoccupazione, ancora una volta,
per Fumonisine e Ocratossine (Tab 9).
TAB 9
MICOTOSSINE IN PROTEICI
unità di misura media
AFLATOSSINA B1
ppb
0,82
DEOSSINIVALENOLO
ppb
178,25
FUMONISINA
ppm
1.00
OCRATOSSINA
ppb
1,2
ZEARALENONE
ppb
154,9
max n° campioni
4,8
22
480
4
8,1
22
8,2
19
2150
22
Anche il seme di cotone integrale analizzato si è confermato di buona qualità per tutte le 4
tossine considerate durante l’intera campagna 2004-2005 . La numerosità risulta scarsa,
tuttavia lo scarso campionamento di questo prodotto significa che non è stato individuato,
nelle diverse razioni, responsabile di alcuna anomalia di performance degli animali. Il suo
tipico areale di coltivazione fa sì che il prodotto non sia esposto a rischio di inquinamento
da Fumonisina. Questo alimento è invece, come noto, a rischio di inquinamento da
aflatossine ma non è stato il caso dell’annata considerata (Tab 10).
Tab 10
MICOTOSSINE IN COTONE SEMI
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
0,66
2,1
9
FUMONISINA
ppm
0,06 0,31
9
OCRATOSSINA
ppb
0,5
1
2
ZEARALENONE
ppb
51,77 360
9
- FORAGGI DI PRODUZIONE AZIENDALE:
Come è noto, i fieni ed i foraggi insilati (tranne il silomais in certe specifiche annate e
condizioni di coltivazione) non sono a rischio di inquinamento da Aflatossine B1, quindi
questa micotossina non è stata testata nel monitoraggio in oggetto. L’indagine si è
maggiormente concentrata sulla ricerca delle fumonisine, Deossinivalenolo e zearalenone.
Come atteso la problematica delle Fumonisine è significativa in tutti i foraggi, siano essi
insilati che essiccati, mentre l’inquinamento da DON e Zearalenone risultano più rilevanti
nei foraggi insilati. I dati in nostro possesso, tuttavia, non sono numericamente significativi
per poter affermare differenze legate all’essenza o al trattamento di conservazione. (Tab
11a - 11d)
11
Tab 11a
MICOTOSSINE IN FIENO PS E LOIESSA
unità di misura media max n° campioni
FUMONISINA
ppm
2,14 13,4
15
DEOSSIVALENOLO
ppb
355,6 739
15
ZEARALENONE
ppb
145,2 410
15
Tab 11b
MICOTOSSINE IN FIENO MEDICA
unità di misura media max n° campioni
AFLATOSSINA B1
ppb
1
1,79
2
FUMONISINA
ppm
0,86 2,6
12
DEOSSIVALENOLO
ppb
236,6 416
12
ZEARALENONE
ppb
207,7 760
12
Tab 11c
MICOTOSSINE IN FSILO PS E LOIESSA
unità di misura media max n° campioni
FUMONISINA
ppm
4,2
18
14
DEOSSIVALENOLO
ppb
402,8 1768
14
ZEARALENONE
ppb
448,9 1020
14
Tab 11d
MICOTOSSINE IN INSILATO DI CEREALI
unità di misura media max n° campioni
FUMONISINA
ppm
0
0
3
DEOSSIVALENOLO
ppb
0
0
3
ZEARALENONE
ppb
60,33 71
3
12
In relazione agli obbiettivi previsti possiamo quindi affermare che:
§ Il primo obbiettivo, ovvero quello di monitorare la qualità degli alimenti sia di
autoproduzione che presenti sul mercato lombardo nella campagna 2004-2005 è stato
ampiamente raggiunto.
Dai risultati sopra riportati, possiamo dire che l’annata 2004 è stata particolarmente
favorevole alle colture in termini di non induzione di stress. Ne è testimonianza l’alta
produttività media del mais da granella registrata in quella campagna che risulta sempre
essere un indice adeguato di assenza di limitazioni eco ambientali (acqua, calore,
fertilizzazione , fitopatogeni ecc.)
Rimane sicuramente sul tappeto il problema delle Fumonisine che risultano elevate in
quasi tutti i foraggi ed in particolare nel mais.
Il mais, infatti, ha un preciso orologio biologico. Per esempio, un mais di Classe 600
fiorisce a 750° calore (misura dell’accumulo delle temperature) e matura a 850°calore.
E’ chiaro quindi che l’andamento climatico è determinante per questi due momenti
fondamentali della coltura. Il 2004 non ha causato forti accelerazioni né allungamenti
del ciclo e/o del periodo di raccolta in quanto non si è verificata né la stretta di calore ,
che induce anticipo, né un’alta piovosità accompagnata da basse temperature, che
induce, invece, allungamento della campagna di raccolta. Entrambe le situazioni
favoriscono la presenza di patogeni fungini innalzando il rischio di inquinamento da
micotossine.
Se da una parte i risultati qualitativi delle derrate ci soddisfano, tuttavia il
raggiungimento di uno degli obbiettivi di questo monitoraggio, ovvero l’identificazione
di un modello previsionale della qualità delle colture e delle derrate sulla base
dell’andamento meteorologico e delle pratiche colturali adottate, non trova le casistiche
adeguate per una discussione ad ampio raggio. E’ tuttavia possibile individuare le
indicazioni di correlazione di massima tra ambiente, clima, gestione colturale e risultato
qualitativo della coltura. (vedi oltre)
§ Il secondo obbiettivo prevedeva la fornitura “in tempo reale” di orientamenti sulla
qualità degli alimenti presenti sul mercato relativamente all’annata considerata, con la
costituzione di un sistema di allerta, sostenuto dagli agronomi del SATA, tecnici
specialisti e il Laboratorio A.R.A.L., in grado di avere ampia e capillare ricaduta delle
informazioni verso gli allevatori e gli altri operatori del settore.
Le risultanze delle analisi di laboratorio, sul latte e sui diversi alimenti relativamente
alle diverse micotossine considerate, sono già state ampiamente divulgate, in 4 diverse
fasi di pubblicazione sui siti web della Regione Lombardia, dell’ARAL e delle diverse
APA, sia tramite link al sito ARAL che con specifica e autonoma pubblicazione (vedi
www.aral.lom.it - In primo piano – TOSSMONIT - Pubblicazione aggiornamento Dati
Monitoraggio e www.agricoltura.regione.lombardia.it );
§ Sulla base dei dati dell’andamento climatico pervenutici dall’ERSAF, è stato attuato un
confronto delle risultanze analitiche con la loro diffusione territoriale, con gli
andamenti climatici regionali e, nel caso di alimenti autoprodotti, con le pratiche
agronomiche adottate, per verificare la possibilità di individuare correlazioni utili al
fine di fornire tempestive indicazioni e/o previsioni per le campagne future.
Al fine di evitare dispersioni nell’analisi dei risultati abbiamo concentrato la nostra
attenzione sui campioni di mais ed i prodotti da questo derivati, sia per la fondamentale
importanza di questo alimento nella razione animale, sia perché presente con il numero
più alto di campioni, anche se statisticamente poco significativo.
13
La Tab 12 riporta la distribuzione dell’inquinamento da micotossine su mais in relazione
alle diverse province lombarde.
Le Tab 13a - 13e, invece descrivono l’andamento delle singole micotossine per provincia
su mais e derivati in funzione dei limiti di inquinamento o definiti da norma o suggeriti
dalla letteratura laddove non c’è una legislazione attiva.
In linea generale non si evidenziano dati particolarmente rilevanti, fatta eccezione per le
fumonisine che, come già precedentemente evidenziato, denotano valori ampiamente
superiori, in tutte le province lombarde, ai limiti indicati come probabili livelli di
riferimento, siano essi pari a 2000 ppb, valore indicato dalla CE, o 3500 ppb proposto
dall’Italia.
L’inquinamento da Aflatossine B1, inoltre, risulta più elevata, come atteso, negli areali del
mantovano, del pavese e del varesotto. Infatti in queste zone spesso si possono verificare
epoche di raccolta anomale ovvero particolarmente anticipate (cosa che rappresenta
sempre un sintomo di “stress globale” della pianta e che quindi espone maggiormente la
coltura al rischio di inquinamento da miceti in campo.
TAB 12: Distribuzione dell’inquinamento da micotossine su mais nelle province lombarde
MAIS
AFLATOSSINE B1
DEOSSIVALENOLO
ppb
Provincia N camp.
FUMONISINA
ppb
OCRATOSSINA
ppb
ZEREALENONE
ppb
ppb
media
N camp.
media
N camp.
media
N camp.
media
N camp.
media
BG
19
0.86
10
73.60
19
5 573
16
0.60
13
30.80
BS
28
0.20
16
106.37
28
6 746
27
1.33
18
15.61
CO
14
0.85
2
0.00
14
7 742
13
0.91
3
3.33
CR
32
2.04
8
35.12
32
8 412
22
0.48
17
23.64
MI
39
0.77
19
130.55
40
7 750
36
1.09
21
13.67
MN
22
2.84
4
0.00
22
7 881
9
1.76
17
44.47
PV
20
2.20
5
0.00
20
8 599
20
0.88
5
58.20
SO
9
2.09
9
8 477
2
1.80
7
242.72
VA
6
1.03
6
8 233
5
2.68
2
245.00
2
2 376.50
Tab 13 a : Aflatossine
MAIS E DERIVATI
Provincia
Totale
camp.
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MI
MN
PV
SO
VA
24
40
17
45
4
36
24
35
25
13
18
Tab 13b: Zearalenone
AFLATOSSINE
B1
Ppb
< 20
> 20
24
40
17
44
4
36
24
34
24
13
17
0
0
0
1
0
0
0
1
1
0
1
MAIS E DERIVATI
Provincia
Totale
camp.
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MI
MN
PV
SO
VA
18
26
6
28
4
18
15
20
10
11
12
% >20
0.00
0.00
0.00
2.22
0.00
0.00
0.00
2.86
4.00
0.00
5.56
ZEARALENONE
ppb
< 500
> 500
18
26
6
28
4
18
15
20
10
10
12
0
0
0
0
0
0
0
0
0
1
0
%>
500
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
0.00
9.09
0.00
14
Tab 13c: Fumonisine con limiti di legge
MAIS E DERIVATI
Provincia
Totale
camp.
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MI
MN
PV
SO
VA
24
40
17
45
4
36
24
35
25
13
18
FUMONISINE
ppb
<
> 2000
2000
4
0
0
0
0
3
1
0
0
1
1
20
40
17
45
4
33
23
35
25
12
17
Tab 14c: Fumonisine con limiti proposti
MAIS E DERIVATI
Provincia
%>
2000
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MI
MN
PV
SO
VA
83.33
100.00
100.00
100.00
100.00
91.67
95.83
100.00
100.00
92.31
94.44
FUMONISINE
ppb
Totale < 3500
> 3500
camp.
24
40
17
45
4
36
24
35
25
13
18
7
4
4
9
0
7
1
3
3
2
1
17
36
13
36
4
29
23
32
22
11
17
%>
3500
70.83
90.00
76.47
80.00
100.00
80.56
95.83
91.43
88.00
84.62
94.44
Tab 13e: Ocratossine
MAIS E DERIVATI
Provincia
Totale
camp.
BG
BS
CO
CR
LC
LO
MI
MN
PV
SO
VA
16
32
13
25
1
27
18
10
20
3
9
OCRATOSSINA
ppb
<5
>5
15
29
12
25
0
25
17
8
20
3
8
1
3
1
0
1
2
1
2
0
0
1
%>5
6.25
9.38
7.69
0.00
100.00
7.41
5.56
20.00
0.00
0.00
11.11
Il confronto con gli andamenti climatici, analizzati sui dati messi a disposizione
dall’ERSAF, non consentono particolari elaborazioni tecnico statistiche, sia per la non
completezza delle rilevazioni metereologiche, specialmente per i valori di Umidità relativa,
sia per il limitato numero di campioni e per la loro disomogenea distribuzione territoriale.
Si può inoltre considerare come le rilevazioni climatiche non denotino particolari e
sensibili differenze nei diversi distretti territoriali.
Qui di seguito, vengono illustrati la localizzazione dei siti di monitoraggio ed i dati relativi
a Temperature Minime e Massime, Piovosità ed Umidità Minima e Massima, rilevati
quotidianamente ed evidenziati in grafico per il periodo compreso tra il 01/06/2004 ed il
31/10/2004.
15
Dati Metereologici
1 Stazioni Meteo
Minoprio (CO)
Vergiate (VA)
Sant’Angelo Lod. (LO)
Spessa Po (PV)
Treviglio (BG)
Orzinuovi BS)
Remedello (BS)
Persico Dosimo (CR)
Gonzaga (MN
16
2) Temperature min e max
Minoprio (CO)
Vergiate (VA)
40.0
40.0
35.0
35.0
30.0
30.0
25.0
25.0
Tmax
Tmax
20.0
S.Angelo Lod. (LO)
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
Tmin
1/6
19/10
5/10
21/9
7/9
0.0
24/8
0.0
10/8
5.0
27/7
5.0
13/7
10.0
29/6
10.0
15/6
15.0
1/6
15.0
29/6
Tmin
15/6
20.0
Spessa Po (PV)
40.0
40.0
35.0
35.0
30.0
30.0
25.0
25.0
Tmax
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
Tmin
29/6
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
0.0
10/8
5.0
0.0
27/7
10.0
5.0
13/7
10.0
29/6
15.0
15/6
15.0
1/6
Tmax
20.0
15/6
Tmin
1/6
20.0
17
Orzinuovi (BS)
Treviglio (BG)
40.0
40
35.0
35
30
30.0
25
25.0
Tmax
20.0
Tmin
Tmax
20
Tmin
Remedello (BS)
19
/10
5/1
0
21
/9
7/9
Persico dosimo (CR)
40
40.0
35
35.0
30
30.0
25
25.0
Tmax
20
Tmin
15
Tmax
20.0
Tmin
15.0
10
10.0
5
5.0
0
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
29/6
15/6
1/6
19
/10
5/1
0
21
/9
7/9
24
/8
10
/8
27
/7
13
/7
29
/6
0.0
15
/6
1/6
24
/8
10
/8
27
/7
13
/7
29
/6
1/6
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
0
27/7
5.0
13/7
5
29/6
10.0
15/6
10
1/6
15.0
15
/6
15
18
Gonzaga (MN)
50.0
45.0
40.0
35.0
30.0
Tmax
25.0
Tmin
20.0
15.0
10.0
5.0
19
/10
5/1
0
21
/9
7/
9
24
/8
10
/8
27
/7
13
/7
29
/6
15
/6
1/6
0.0
19
3) Piovosità
Sant'Angelo Lod.
Minoprio (CO)
60.0
60.0
50.0
50.0
40.0
40.0
60.0
60.0
50.0
50.0
40.0
40.0
19/10
5/10
21/9
7/9
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
19
/1
0
5/1
0
21
/9
7/
9
0.0
24
/8
0.0
10
/8
10.0
27
/7
10.0
13
/7
20.0
29
/6
20.0
piov
29/6
30.0
15/6
piov.
1/6
30.0
15
/6
24/8
Bergamo (BG)
Spessa Po (PV)
1/
6
10/8
27/7
1/6
19
/10
5/1
0
21
/9
7/9
24
/8
10
/8
0.0
27
/7
0.0
13
/7
10.0
29
/6
10.0
15
/6
20.0
1/6
20.0
Piov
13/7
30.0
29/6
Piov.
15/6
30.0
20
Orzinuovi (BS)
Remedello (BS)
60.0
60.0
50.0
50.0
40.0
40.0
30.0
Persico Dosimo (CR)
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
1/6
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
0.0
27/7
0.0
13/7
10.0
29/6
10.0
15/6
20.0
1/6
20.0
piov
29/6
piov
15/6
30.0
Gonzaga (MN)
135.2
60.0
60.0
50.0
50.0
40.0
40.0
19
/10
5/1
0
21
/9
7/9
24
/8
10
/8
27
/7
13
/7
1/6
19
/10
5/1
0
21
/9
7/9
24
/8
0.0
10
/8
0.0
27
/7
10.0
13
/7
10.0
29
/6
20.0
15
/6
20.0
1/
6
piov
30.0
29
/6
piov
15
/6
30.0
21
4) Umidità min e max
Spessa Po (PV)
Remedello (BS)
100
100
90
90
80
80
70
70
60
60
U min
50
40
Umax
50
U max
Umin
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
29/6
1/6
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
Orzinuovi (BS)
100
90
80
70
60
Umax
50
Umin
40
30
20
10
19/10
5/10
21/9
7/9
24/8
10/8
27/7
13/7
29/6
15/6
0
1/6
10/8
0
27/7
10
0
13/7
10
29/6
20
15/6
30
20
1/6
30
15/6
40
22
Un secondo approccio (vedi grafici 1-9 delle pagine seguenti) è stato compiuto utilizzando
i dati relativi alle pratiche agronomiche comunemente applicate, per i mais di autoproduzione aziendale, sui quali è stata principalmente indirizzata la campagna di
monitoraggio.
Anche in questo caso, il limitato numero di campioni e l’assenza di differenze
caratteristiche, a livello territoriale, delle concentrazioni di micotossine non hanno
consentito di evidenziare particolari correlazioni, per cui i dati proposti sono da intendersi
come analisi di tipo qualitativo.
Le procedure rilevate per la coltivazione e gestione dell’alimento mais, o dei suoi derivati,
hanno riguardato la varietà impiegata, la data di raccolta e l’umidità in tale momento, il
periodo di attesa prima dell’essiccazione, le temperature ed i tempi di essiccazione, il
raffreddamento, la pulizia del silos, il sistema di caricamento, la presenza di rotture e
l’applicazione di vagliatura prima dello stoccaggio.
I dati qualitativamente più significativi sono stati evidenziati in grafico, in modo da
suggerire eventuali percorsi di approfondimento, che non denotano però, allo stato attuale,
alcuna possibilità di evidenza statistica.
23
1) Relazione tra epoca di raccolta e concentrazione di Micotossine in mais di autoproduzione
Graf 1 - Aflatossine B1
20,00
14,00
15,00
10,00
5,00
1,301,60
0,00
Aflatossina b1 quantitativa - F
30/8
3/9
6/9
6/9
15/9
15/9
17/9
18/9
18/9
20/9
20/9
20/9
21/9
21/9
22/9
28/9
30/9
30/9
1/10
4/10
4/10
4/10
5/10
5/10
5/10
6/10
12/10
20/10
25/10
4/11
24/9
25/9
24
Graf 2 - Fumonisine
14000
12000 12000
11000
12000
10000
9400
10000
9000
8200
7600
7400
7300
8000
10000
4000
8600
5900
5600
5600
5300
4800
9000
7900
7100
6800
6300
6000
9900
9600
9800
9200
5900
4300
3500
3300 3000
2000
1100
0
Fumonisina quantitativa - F
30/8
3/9
6/9
6/9
15/9
15/9
17/9
18/9
18/9
20/9
20/9
20/9
21/9
21/9
30/9
30/9
1/10
4/10
4/10
4/10
5/10
5/10
5/10
6/10
12/10
20/10
25/10
4/11
22/9
24/9
25/9
28/9
25
Graf 3 - Ocratossine
8.00
7.00
6.00
5.00
4.00
3.00
2.00
1.00
0.00
Ocratossina quantitativa - F
30/8
22/9
5/10
3/9
24/9
5/10
6/9
25/9
6/10
6/9
28/9
12/10
15/9
30/9
20/10
17/9
30/9
4/11
18/9
30/9
18/9
1/10
20/9
4/10
20/9
4/10
21/9
4/10
21/9
5/10
26
2) Relazione tra Umidità alla raccolta e Micotossina
Graf 4 - Fumonisine
35.0
30.0
25.0
20.0
Fumonisina quantitativa - F
U raccolta
15.0
10.0
5.0
0.0
1
3
5
7
9
11
13
15
17
19
21
23
25
27
29
31
33
35
27
Graf 5 - Aflatossine
35.00
30.00
25.00
Aflatossina b1
quantitativa F
U raccolta
20.00
15.00
10.00
5.00
35
33
31
29
27
25
23
21
19
17
15
13
11
9
7
5
3
1
0.00
28
Graf 6 - Ocratossine
35.0
30.0
25.0
20.0
Ocratossina
quantitativa - F
U raccolta
15.0
10.0
5.0
29
27
25
23
21
19
17
15
13
11
9
7
5
3
1
0.0
29
3) Relazione tra periodo di attesa pre essiccazione e concentrazione Micotossina
Graf 7 - Aflatossina
16.00
14.00
12.00
10.00
8.00
Aflatossina b1
quantitativa - F
6.00
GG ATTESA
4.00
2.00
34
32
30
27
25
23
21
19
17
15
13
10
7
5
3
1
0.00
30
Graf 8 - Fumonisina
14.00
12.00
10.00
8.00
Fumonisina
quantitativa F
GG ATTESA
6.00
4.00
2.00
31
29
27
25
23
21
19
17
15
13
11
9
7
5
3
1
0.00
31
Graf 9 - Ocratossine
8.00
7.00
6.00
5.00
Ocratossina
quantitativa F
4.00
3.00
GG ATTESA
2.00
1.00
27
25
23
21
19
17
15
13
11
9
7
5
3
1
0.00
32
Conclusioni
Il progetto ha raggiunto gli obbiettivi previsti relativamente al rilevamento del livello di
inquinamento di diversi alimenti zootecnici da parte delle principali micotossine, sia
normate che costituenti oggetto di raccomandazione da parte della Commissione Europea
(SANCO).
L’annata favorevole di campionamento non ha evidenziato particolari criticità anche se ha
comunque confermato le classi di alimenti particolarmente a rischio per ciascuna
micotossina e che devono costituire il primo oggetto di investigazione laddove ci sia
sospetto di inquinamento nella razione degli animali allevati.
Alla nota criticità costituita dal rischio di inquinamento di alimenti zootecnici da
Aflatossina B1, responsabile del passaggio nel latte dell’Aflatossina M1, normata in modo
rigido (50 ng/Kg o ppt), e che ha ormai indirizzato gli sforzi dell’intera filiera verso un
controllo del rischio di inquinamento dalla produzione alla trasformazione, allo stoccaggio
fino all’utilizzatore finale (l’azienda), identificando anche la possibilità di indirizzo delle
produzioni più “pulite” alla bovina da latte rispetto ad altre specie meno sensibili alla
problematica, si è affiancata una necessità di controllo degli alimenti relativamente
all’inquinamento da micotossine, in funzione delle recenti raccomandazioni diffuse dalla
Commissione Europea.
Le informazioni ottenute man mano dal monitoraggio sono state diffuse in tempo utile
fornendo indicazioni prontamente utilizzabili agli operatori del settore, primi fra tutti i
nutrizionisti ed i mangimisti oltre che gli allevatori stessi, fornendo un esempio di rete di
allerta in grado di incidere con grande tempistica sulla possibilità di controllo degli
inquinamenti tramite acquisti e controlli indirizzati.
La diffusione delle informazioni via web sui siti dell’ARAL e della Regione Lombardia ha
costituito una modalità semplice quanto di forte e veloce impatto sui potenziali utilizzatori.
Anche la canalizzazione delle derrate verso l’utilizzatore meno sensibile, a salvaguardia del
benessere degli animali allevati e della sanità delle produzioni zootecniche ha costituito
uno dei grossi risultati di questo studio. Ciò è stato possibile grazie alle conoscenze
tecniche dei nutrizionisti del piano SATA che ben sanno, forti della passata esperienza,
orientarsi in caso di situazioni di inquinamento da micotossine, riverificando le razioni e
reindirizzando o se necessario, segregando, le partite di alimenti risultate inquinate.
In particolare sono state evidenziate anche le criticità per il settore suinicolo, all’interno
degli alimenti presenti sul mercato locale lombardo.
Alle informazioni relative alla granella di mais e altre derrate acquistabili sul mercato, il
progetto ha aggiunto informazioni importanti e soprattutto originali, in quanto raramente
investigate, relativamente alle autoproduzioni foraggere,in genere non commercializzate se
non, e comunque in misura contenuta, entro ambiti locali piuttosto ristretti, quali gli insilati
ed in particolare l’insilato di mais ed i fieni insilati, che, soprattutto per la bovina da latte,
costituisce la base della razione delle bovine in produzione.
La ricerca di relazioni significative tra andamento climatico, pratiche agronomiche e
risultato qualitativo rimane un progetto ambizioso, ma nel contempo estremamente
complesso, in ragione dell’estrema variabilità delle condizioni che possono influenzare lo
sviluppo fungino ed il concentrarsi di tossine, come per altro già evidenziato dalla
bibliografia scientifica.
In particolare, il nostro studio siè concentrato su una zona relativamente omogenea, la
Lombardia, ed una sola annata produttiva.
Il discorso varietale e l’epoca di semina possono a grandi linee influire sul risultato finale
della qualità delle produzioni ma solo se associati a pratiche agronomiche strettamente
mirate all’eliminazione dello stress per la coltura, di qualsiasi tipo esso sia, idrico, dovuto a
33
particolari condizioni del terreno, climatico relativo ad attacchi di fitofagi o altre avversità,
ecc.
E’ noto anche che certe pratiche di “contoterzismo spinto”, sempre più diffuse presso gli
agricoltori per cui si lascia accesso ai campi a mezzi molto pesanti che destrutturano il
suolo piuttosto che, nel caso del silomais, con velocità di raccolta così elevate da non
permettere una pressatura adeguata durante lo stoccaggio in trincea con il raggiungimento
dello stato di anaerobiosi in tempi sufficientemente brevi, sono ulteriori fattori
predisponesti all’inquinamento.
Accumulando negli anni serie di dati analitici e agronomici si sono trovate correlazioni tra
zone calde o fredde, per esempio in relazione alla presenza di fumonisine (è noto che la
fascia territoriale vicino al Po è a maggior rischio per fumonisine e aflatossine, mentre le
fumonisine si abbassano sensibilmente nella fascia lontana dal Po insieme con il rischio di
inquinamento da Aflatossine. Nella zona intermedia l’attacco delle fumonisine si abbassa e
diventa equivalente al rischio di inquinamento da DON, tipica tossina da clima più fresco e
che quindi si ritrova nelle zone dell’alto Po e pedemontane.) Tuttavia queste sono
indicazioni ormai note quanto generiche e non utili ad un utilizzo pratico e attivo
dell’informazione.
Sicuramente la misurazione di campo e quindi il dato che maggiormente ci può indirizzare
verso una previsione qualitativa più pratica ed utile è la misurazione dello “stress globale”
della pianta, strada questa già percorsa per la valutazione delle granelle e percorribile anche
per la valutazione dei pastoni e degli insilati di mais.
Lo stress globale dipende dalla temperatura dell’ambiente e della pianta stessa, quindi
dall’evapotraspirazione potenziale, nonché dalla capacità idrica del terreno, e dalla data
dell’ultima irrigazione rispetto al momento della raccolta. Tale stress è misurabile come
scostamento tra la maturità attesa e la maturità reale della coltura, in quanto in condizione
di stress post fioritura si ha un accelerazione del periodo della maturazione , quindi la
precocità della maturazione diventa indice di stress e quindi di rischio qualitativo.
E’ questa l’ipotesi perseguibile in eventuali futuri lavori di approfondimento. Questa
ipotesi spiega anche, ed è esperienza del settembre 2005, come si possano avere inizi di
campagna molto allertati sulla problematica, per esempio, delle aflatossine e quindi delle
M1 nel latte, in quanto è questo il momento in cui arrivano sul mercato i primi mais
raccolti, ovvero quelli maturati precocemente a causa di stress colturale.
L’intero database raccolto durante il monitoraggio analitico di questo Progetto andrà a
popolare ulteriormente il database esistente presso la rete regionale, frutto di monitoraggi e
progetti sul tema finanziati e/o sostenuti negli ultimi anni.
Questo è necessario in quanto la possibilità di percorrere una strada che porti alla
possibilità di previsione del rischio sulla base delle pratiche agronomiche e dell’andamento
stagionale climatico è legata alla elaborazione di dati analitici molto numerosi e
caratterizzati da informazioni territoriali, climatiche, gestionali ed agronomiche molto
dettagliate e capillari nonché relative a più annate.
Resta inteso come, nel breve periodo, il monitoraggio e la catena informativa, fondata su
uno schema operativo quale quello realizzato nell’ambito del Progetto, rappresenti
comunque uno strumento di notevole impatto pratico, come sistema di allerta all’inizio
delle campagne d’impiego degli alimenti zootecnici.
34