Agota Kristof - Comune di Pontedera

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Agota Kristof - Comune di Pontedera
Agota Kristof
Biografia
Agota Kristof, nata a Scicvàud in Ungheria nel 1935, abbandona clandestinamente il suo paese nel 1956.
Si rifugia a Neuchatel, nella Svizzera francese dove trova lavoro in una fabbrica di orologi : "era un lavoro
del tutto alienante", racconterà al termine di quell'esperienza durata cinque anni.
Scrive fin da giovanissima, dapprima in ungherese, poi in francese, cominciando con testi per il teatro.
Nell'87, pubblica il suo primo romanzo Le grand Chaier, a cui seguono Le previe (1988), e le Troisième
menzogne (1991), che confluiranno in traduzione italiana ne La trilogia della città di K (Einaudi 1998).
Questi tre brevi romanzi, che la rendono celebre in tutto il mondo, raccontano con stile scabro e
impietoso, di scenari cupi e minacciosi dell'Europa dell'Est, sospesi tra la guerra e la pace : "non è stato
facile riportare alla luce i ricordi spiacevoli del passato. Non riesco a rileggere i miei libri mi fanno troppo
male, forse perché assomiglio troppo alla mia scrittura secca, negativa, senza speranza".
Dall'ultimo romanzo Hier, Ieri, (1995), è stato tratto il film di Silvio Soldini, Brucio nel vento (2001).
Opere tradotte in italiano
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Quello che resta [il futuro Il grande quaderno], Milano, Guanda, 1988.
La prova, Milano, Guanda, 1989.
Trilogia della città di K. [Il grande quaderno, La prova, La terza menzogna], Torino, Einaudi,
1998.
La chiave dell'ascensore. L'ora grigia, Torino, Einaudi, 1999.
Ieri, Torino, Einaudi, 2002.
La vendetta, Torino, Einaudi, 2005.
L'analfabeta. Racconto autobiografico, Bellinzona, Casagrande, 2005.
Dove sei Mathias?, Bellinzona, Casagrande, 2006.
Hanno scritto di lei:
"Una prosa di perfetta, innaturale secchezza, una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida".
Giorgio Manganelli
"Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia
spazio alle divagazioni".
Rosetta Loy
"E' questa radicalità la grandezza della Kristof, che guarda e spiega il mondo con gli occhi e le parole di
un bambino, ma di un bambino cattivo".
Sandra Petrignani, "Panorama"