giaffa? - Rito di York

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giaffa? - Rito di York
GIAFFA?
Un caro fratello un giorno si mise ad approfondire il significato del termine Giaffa, e ne venne fuori
qualcosa di interessante. Giaffa, città con un porto millenario, si affaccia sul punto più orientale del
mar Mediterraneo. Ma perché Giaffa?
La parola originale di Giaffa in ebraico è YAFO, formata dalle lettere Yod-Phe-Vav. La prima
lettera significa mano, la seconda bocca, la terza spillo/pungolo (dei buoi, che arano la terra).
Riflettendo sul significato dato dalle lettere mi viene in mente un’immagine di una forza spirituale
“giusta” ed ispirante (che collega la Sephiroth di Chesed, la misericordia, con quella di Tiphereth, la
bellezza) - che mi ricorda principalmente l’azione spirituale indicata dall’affresco della mano di
D_O che sfiora le dita della mano di ADAM presente nella cappella Sistina – che, attraverso la
bocca - organo creativo della parola ed espressione della parola, ma anche del pensiero originario –
pronuncia la decisione di dare uno stimolo, una direzione, un pungolo capace di far compiere ad
Aleph (il bue, ma anche la lettera che attiva il respiro) un passo oltre, un qualcosa che assomiglia
quasi a un abbandono, pungente come uno spillo, da quella terra in cui qualcuno è abituato a vivere.
Insomma, sembra quasi che significhi qualcosa che indichi “da qui so che devo muovermi per
creare qualcosa oltre questa terra”.
E Giaffa è un porto. Il luogo che prende il nome da Japhet (nome ebraico). Secondo la mitologia
ebraica da questo luogo-porto parte Japhet – 3° e il più giovane dei figli di Noah – verso
l’occidente. Sappiamo che era l’anno 1557 di vera luce e questo “figlio” del profeta prende le sue
cose e parte per dirigersi a occidente dove va a formare una delle tre stirpi figlie del Profeta, i
Japher (nome ebraico).
Ri-attraversando il mare del Diluvio (è probabile che fosse il Mar Nero), giunge alle foci del fiume
Don, per risalirlo e per poi penetrare in tutto quel continente che conosciamo col nome di Europa.
Di certo l’Europa è stata più volte popolata da Oriente, e dato che per distinguere i vari gruppi e
flussi migratori spesso si è tentato di connotarli più con delle caratteristiche di tipo etnico-razziale,
anche la stirpe di Japhet nei secoli ha preso il nome di “razza”.
Di certo – essendo Japhet il figlio di Noah, porta con sé la memoria spirituale del padre, motivo per
il quale potremmo considerare la prospettiva che più che capostipite di una razza, egli rappresenti
l’introduttore di una sapienza spirituale nel mondo Europeo.
Fino a qui si potrebbe supporre che si tratta di una possibilità dettata dall’analisi del significato
letterale della parola Y-P-V.
La cosa si fa più interessante quando osserviamo che il valore numerico di Y-P-V è 96.
Il 96 senza dover entrare nell’ambito della Ghematria, ci riporta al nome dell’Angelo Poiel che
porta le medesime lettere ma che vengono permutate, cambiando posizione in - Phe-Vav-Yod.
La cosa è interessante in quanto alterando la posizione attraverso la permutazione delle lettere è
come se “capovolgessimo” (o tirassimo fuori dall’interno) il significato del nome, tirandone fuori
uno più profondo. Cosi da YPO (Giaffa), viene fuori
Che il significato dell’Angelo: Poiel – l’amore universale che si esprime nell’educare il figlio e
raffinarlo non per costrizione o educazione formale, bensì per la sua inclinazione, affinché possa
esprimere un domani la sua vocazione.
Fr. MC – 11 Aprile 2014