serie tv - docenti

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serie tv - docenti
SCIENZA
= RIVOLUZIONE
Le onde gravitazionali:
cosa mai saranno?
Nei giorni scorsi ne avete sicuramente sentito
parlare, poi… fine, game over.
Ma le teorie scientifiche sono difficilotte a volte,
sapete? Non tutti sono in grado
di dissertarne.
E allora, che le bufale corrano in rete, mentre gli
argomenti scientifici, poverini, hanno le gambe
corte e dopo un po’ si fermano, affannati.
Le scie chimiche?
Quelle sì che sono interessanti! Ne parlano tutti.
Le vaccinazioni fanno male? Le banche mondiali
ordiscono quotidianamente macchinazioni
alle nostre spalle?
E il Bilderberg, quella specie di
Spectre de “noantri”?
Tutti a parlarne e a sparlarne. Tutti medici,
consulenti finanziari, economisti e, ovviamente,
commissari tecnici della Nazionale.
Eppure è la scienza a fare le vere rivoluzioni.
Continuamente,
da quando i primi filosofi greci si misero in testa
l’idea folle di descrivere l’universo.
E gli scienziati chi sono?
Ma dei pazzi scatenati, è ovvio.
Alla continua ricerca di conferme e smentite,
pensate un po’… Eppure, siamo noi che
dobbiamo adeguarci alla scienza,
non il contrario.
Quattro pazzi scatenati davanti,
e noi a inseguirli, a sfruttare
la loro follia.
Salvo, però, dimenticarcene e parlare
di scie chimiche.
Che, diciamoci la verità, sono molto più
divertenti delle onde gravitazionali.
Amen.
Prof. Bernardo Cicchetti
Rivoluzione o rivolta?
Rivoluzione: mutamento radicale di un ordine
statuale e sociale nei suoi aspetti economici e
politici.
dimenticandosi della sostanza genuina delle cose.
Una delle rivoluzioni che l’uomo subisce da
sempre è il cambiamento di se stesso, processo
che dura dalla nascita dell’individuo fino alla sua
Soffermandomi sul significato di questa parola,
faccio un flashback che ha influenzato tutti noi.
Partendo dalla rivoluzione francese, vediamo
rivoluzionari contingenti quali ad esempio Luigi IV,
ma potremmo stare a elencare un’infinità di
persone che hanno imposto e hanno manipolato le
nostre vite, rivoluzionando il mondo fino ad
arrivare ai nostri giorni. Esistono varie tipologie di
rivoluzioni. Un esempio evidente cui tutt’oggi
assistiamo è la rivoluzione tecnologica. Ormai da
circa trenta anni viviamo in un paese globalizzato,
dove, con un click, quasi puoi catapultarti dall’altra
parte del mondo o magari assistere in streaming a
conferenze mondiali. Rivoluzione può essere anche
uguale a crescita, progresso, rivalutazione di
diversi settori. Rivoluzione può essere anche uguale
a libertà. Libertà di scegliere il modo di vestire, di
pensare, di vivere. Abitiamo in mondo in cui si
vive sempre con gli occhi addosso, si ha sempre il
dito puntato e chi chiede scusa è spesso punito.
Un mondo in cui ormai non si dà più valore al vero
senso della vita, dove la promiscuità è pane
quotidiano e si dà più importanza all’ apparenza,
morte. Ognuno di noi si trova sin dall’infanzia a
combattere con la sua immagine per accettarsi e
farsi accettare. Un’altra rivoluzione di cui voglio
parlare è quella della donna. La donna è stata ed
è ancora, in alcune parti del mondo, discriminata
e sottomessa. Basti pensare all’antica Roma o alla
Giulietta di William Shakespeare… insomma, la
donna non è stata mai considerata tale, forse per
la grettezza mentale di quei grandi condottieri che
hanno fatto grande il mondo, ma che, a mio
avviso, erano più che maschilisti. Solo perché si è
dell’altro sesso non vuol dire assolutamente che
non si è un essere umano e che non ci sia parità di
diritti. Si sbaglia se si pensa che una donna sia
debole perché, se è in grado di sopportare i dolori
naturali di un parto, non può esserle vietato il diritto
di parola. Ogni anno, l’8 Marzo, si festeggia la
liberazione da tutte quelle violenze, da tutti quei
soprusi morali e fisici che le donne hanno subito.
Ricordando la frase di Martin Luther King, termino
col dire: una rivolta è in fondo il linguaggio di chi
non viene ascoltato.
REVOLUTION: E’ TUTTO UN SELFIE ?
Il termine rivoluzione (dal latino revolutio-onis,
"rivolgimento, ritorno") nel suo significato più
ampio indica qualsiasi cambiamento radicale nelle
strutture sociali. Con rivoluzione digitale si intende
l'ampia diffusione che hanno avuto i vari prodotti
digitali e tutta quella serie di cambiamenti sociali,
economici e politici avvenuti in merito all'avvento
della digitalizzazione di gran parte degli accessi all’
informazione. La rivoluzione digitale è nata grazie alla
creazione del linguaggio binario da parte del
matematico britannico Alan Turing, che con la sua
macchina –MdT- è da considerarsi il vero artefice di
questa rivoluzione nella scienza informatica, creando
così un linguaggio matematico oggi comune a tutti, che
viene sempre più utilizzato dai media per trasformare i
mezzi di comunicazione tradizionali o per crearne di
nuovi, che a loro volta hanno contribuito a mutare
profondamente il concetto di comunicazione. Grazie
allo sviluppo di devices interattivi, quali il World Wide
Web, digitale terrestre, smartphone, si è assistito alla
proliferazione e alla moltiplicazione di canali d'accesso
all'informazione che hanno cambiato le modalità in cui
avviene l'atto comunicativo. La rivoluzione digitale ha
inoltre mutato enormemente l'approccio alla cultura, al
lavoro e al tempo libero: in tutti gli ambiti della vita
sociale è diventata indispensabile e ovvia la
digitalizzazione dell'informazione. Non si tratta dunque
di un evento tecnologico che fa discutere il mondo
della ricerca, ma ormai è un avvenimento che guida la
trasformazione della società in tutte le sue forme.
Cambia il rapporto tra le persone, modifica la
comunicazione tra lo Stato e i cittadini e porta grandi
trasformazioni nel mondo del lavoro e delle arti. Ad
esempio, le nuove forme tecnologiche amplificano
alcune delle potenzialità della fotografia tradizionale.
Basti pensare al formidabile utilizzo delle fotocamere
dei cellulari nella produzione e archiviazione di
immagini come "oggetti" di memoria. Il digitale è
divenuto l'affermazione di una tecnologia che fa della
manipolazione la sua arma migliore e sembra aver
dissipato le critiche mosse a teorici, artisti e operatori di
epoca analogica, secondo le quali la fotografia di
prima generazione veniva considerata un mezzo di
duplicazione della realtà, incapace di "mentire" e,
quindi, di produrre forme culturali. Ma con il passaggio
dall'analogico al digitale, definito da molti epocale e
dirompente, la fotografia ha veramente cambiato
modalità e filosofia di rappresentazione. Anche i
difensori più oltranzisti della tradizione e i passatisti più
Bacio analogico
ciechi ormai se ne sono convinti: con la rivoluzione
tecnologica in atto, la fotografia è morta. Quel che
chiamavamo fotografia non esiste più. Ogni legame
della fotografia con la realtà è definitivamente sciolto,
annullato, abolito. C'è stata un'epoca in cui la
fotografia poteva legittimamente rivendicare un
rapporto privilegiato con il mondo reale: ora non più.
Con l'avvento della fotografia digitale e la scomparsa
della fotografia analogica (tranne che per pochi
nostalgici ), la morte della fotografia sta nell'ordine
delle cose, ed è indiscutibile. Tutti noi oggi siamo
muniti di uno smartphone con il quale con un click
siamo al centro del mondo e subito informati su tutto.
Con l’“arrivo” del selfie, come rito collettivo, poi, tutto
ciò che accade ha senso solo se viene immediatamente
postato e condiviso da tutti, mutando così il vero senso
della fotografia. Fermare l’istante irripetibile della
realtà, apportando vere emozioni per ogni scatto,
nell’era del selfie non è più possibile, in quanto le foto
sono divenute oggetti di largo consumo, spesso vuote e
prive di significato. Stiamo,però, vivendo in un mondo
che si sta ridimensionando. C'è sempre meno tempo
per tutto, anche per mettere a fuoco con una macchina
fotografica. Instagram, ad esempio, permette di
accelerare e accorciare i tempi di realizzazione. C’è
però, chi, come il fotografo Mario Dondero,
recentemente scomparso, temeva il digitale perché a
suo dire bloccava la riflessione sul vedere. L’individuo
sta vivendo un decentramento rispetto a se stesso, infatti
non può fare a meno di strumenti tecnologici che lo
mantengono in contatto con il mondo. Tutto ciò
comporta il rischio di non comprendere più le immagini
che si osservano copiose, ma di leggerle soltanto con
l’emotività. Il giornalista Roberto Saviano a riguardo, ha
recentemente affermato: “Se non prendi il tempo per
osservare la foto, per leggerla, le immagini rischiano di
diventare a un’unica dimensione: la dimensione
dell’intrattenimento. Nel flusso continuo delle news di
oggi la fotografia, grazie al fatto che ferma un
frammento, un dettaglio, un momento, può essere il
tempo della riflessione, dell’approfondimento”. In
conclusione, potremmo dire che il giusto modo di
fotografare rimane ancora la capacità di porre sulla
stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore,
indipendentemente dallo strumento che si usa per farlo
(H.C.Bresson).
Chiara Iavazzo IV C
Bacio digitale
La rivoluzione delle comunicazioni: i social network
La maggior parte dei bambini sa usare un
condivisione delle informazioni e di opinioni
iPhone, accendere un tablet ma non sa
personali, nonché la possibilità di stringere in
allacciarsi le scarpe o andare in bici. Con la
breve tempo moltissime "amicizie" virtuali. Tutto
nascita di sempre più numerosi e moderni
ciò che può sembrare facile e veloce
apparecchi multimediali stiamo assistendo ad
nasconde in realtà il pericolo di non saper più
un periodo di profonda rivoluzione che non
distinguere quali contatti sono reali e quali
investe solo il settore multimediale ma anche e
finzione. Nell'era dello sviluppo delle
soprattutto quello culturale e sociale. Al giorno
comunicazioni, dunque, ciò che sta
d'oggi tutti partecipiamo al "mondo" del web
diventando sempre più difficile è proprio
in modo attivo o passivo, tanto che non sta
comunicare; se per strada si incontra una
mutando solo il modo di comunicare tra noi,
persona interessante si preferisce cercarla su
ma la
Facebook
comunicazione
piuttosto che
stessa.
comunicarle
Sicuramente il
direttamente.
web ha aiutato
Sarebbe assurdo
positivamente la
respingere la
comunicazione
tecnologia e il
perché
progresso ma
caratteristica
occorre imparare
dell’universo
ad utilizzare in
“social” è proprio
modo corretto gli
l' opportunità di
strumenti a nostra
fare, conoscere,
disposizione
condividere e
affinché essi non
confrontarsi con il proprio interlocutore in
diventino gabbie di isolamento ma solo
quanto qualsiasi utente del Social Media può
strumento di arricchimento.
essere al tempo stesso fruitore ed editore di
contenuti. Tuttavia c'è il pericolo che a causa
delle molteplici opinioni, non riusciamo più a
formarne una nostra dovendo stare attenti a
distinguere tra ciò che è giusto e sbagliato, ciò
che è vero o ciò che è falso. Prendendo ad
esempio Facebook, sono evidenti le
potenzialità creative che derivano dalla
Orecchio Martina 5 A
REVOLUTIONARY WRITING: APHRA BEHN
Per fare una rivoluzione ci vuole un eroe, anzi un’e- lei ha scritto Virginia Woolf: “Aphra Behn proved
roina, ed è proprio nel secolo delle due grandi
that money could be made by writing at the sacri-
Rivoluzioni inglesi (1642-1688) che si colloca la
fice, perhaps, of certain agreeable qualities; and
figura, non sempre ben conosciuta, di una donna
so by degrees writing became not merely a sign of
che ha sfruttato l’arma della penna e della sua in-
folly and a distracted mind, but was of practical
telligenza per realizzare uno dei cambiamenti più
importance1”. Dal 1670, e per i venti anni succes-
significativi nella storia della letteratura inglese.
sivi, Behn produsse almeno venti drammi che ne
Poetessa, scrittrice di drammi, spia politica, femmi- consacrarono il successo, popolati da donne sprenista ante litteram: non è facile classificare Aphra
giudicate e libertini in un contesto di viaggi e situa-
Behn (1640-1689) e il suo peso culturale entro
zioni rocambolesche, il tutto condito con le note
una rigida definizione; sfuggirebbe ad ognuna di
passionali di amori e intrighi. L’ambientazione car-
esse come è sfuggita ad ogni canone culturale ed
nevalesca della sua opera più conosciuta, The Rov-
artistico entro il quale ella visse.
er (1677), ci introduce al pensiero di una scrittrice
All’indomani della Restaurazione della monarchia
moderna che espresse, attraverso la voce di Helle-
nel 1660, il teatro inglese conobbe una nuova
na, il grido femminile di libertà e di emancipa-
primavera quando Carlo II ordinò che i teatri venis- zione che già alla fine del XVII secolo si alzava
sero riaperti, segno eloquente di un’affezione tutta
dal palcoscenico della Restaurazione: “Why must
inglese per l’arte drammatica che gli anni bui della we be either guilty of fornication or murder if we
dittatura puritana erano riusciti ad oscurare solo
converse with you men?” (I.ii.189-190)2.
temporaneamente. Il Teatro della Restaurazione fu
esso stesso una rivoluzione che coniugò femminilità
e arte, quando sul palco del Drury Lane finalmente
salì una donna ad interpretare un ruolo femminile.
E’ in questo contesto di ritrovata solarità, di emancipazione, che Aphra Behn va stimata e ammirata.
Il clima oscurantista della dittatura puritana non si
confaceva allo spirito moderno di Aphra, che salutò con piacere il ritorno del Sovrano, lavorando
per lui come spia; ma fu proprio quando la sua
carriera clandestina terminò che ella si dedicò alla
scrittura operando così una vera rivoluzione culturale e divenendo la prima scrittrice professionista,
matriarca di una generazione di donne che hanno
impreziosito la letteratura inglese con i loro testi. Di
1
Aphra Behn seppe dimostrare che si poteva guadagnare del denaro scrivendo, con il sacrificio, semmai, di
certe piacevoli qualità; e così a poco a poco scrivere non fu più soltanto un segno di follia e di disagio mentale,
ma una attività che aveva una importanza pratica. (WOOLF V., A Room of One’s Own, (trad. M. A. Saracino),
Mondadori, 2010).
2
Perché mai dobbiamo essere incolpate di fornicazione o omicidio se conversiamo con voi uomini? (trad. mia).
APHRA BEHN
Così, la protagonista e sua sorella Florinda, l’una
principe nero Oroonoko per esigere giustizia e
destinata dal padre alla consacrazione monacale, libertà.
l’altra ad un matrimonio combinato, scelgono il
Nonostante un’attività letteraria frenetica e produtti-
carnevale napoletano per vivere una notte di
va, la fama di Aphra Behn è stata marginalizzata
trasgressione e di libertà; qui tutto è possibile e le
tanto durante la vita della scrittrice che successiva-
rigide regole della loro società vengono sovvertite
mente, adombrata dalle figure maschili che hanno
dall’atmosfera di festa e di divertimento in cui si
dominato la scena letteraria inglese sia nel teatro –
svolge la vicenda e in cui entrambe seguiranno il
si pensi al successo del contemporaneo John Dry-
loro cuore e i propri sentimenti. A questa
den, ad esempio – che nella prosa. Studiare la
rivoluzione culturale, Aphra Behn associò quella
sua figura e la sua produzione letteraria si impone
letteraria quando si dedicò alla scrittura in prosa,
oggi come espressione di interesse per una scrittri-
pioniera del romanzo realistico che si sarebbe im-
ce rivoluzionaria innanzitutto, ma anche come de-
posto come standard letterario solo successivamen- bito nei confronti di una vera e propria eroina dei
te. Con la scrittura di Oroonoko (1688), infatti,
diritti di ogni minoranza. È per questo che le pa-
Aphra Behn sperimentò non solo nuove forme di
role di Virginia Woolf sono un punto di riferimento
scrittura diverse da quella teatrale, ma affrontò
per ogni approccio critico alla figura di Aphra
apertamente il dramma della schiavitù e della sog- Behn: “All women together ought to let flowers fall
giogazione delle popolazioni indigene, perpetrata upon the tomb of Aphra Behn, which is, most scandai colonizzatori inglesi. Ancora una volta, la
dalously but rather appropriately, in Westminster
voce di Behn seppe alzarsi attraverso le parole del Abbey for it was she who earned them the right to
speak their minds”.3
Prof. Pasquale Pagano
3
E tutte le donne insieme dovrebbero cospargere di fiori la tomba di Aphra Behn che si trova, assai scandalosamente, ma
alquanto giustamente, nella abbazia di Westminster, perché fu lei a conquistar loro il diritto di dire quello che pensavano
(ivi).
La Rivoluzione della Moda
Fin dai tempi antichi l'uomo e la
donna hanno sempre avuto il
desiderio di sentirsi a proprio
agio riguardo l'abbinamento e
nel corso del tempo è variata
tantissimo, subendo grandi
evoluzioni anche a distanza di
pochi anni, che cosa è una
moda? Dal punto di vista
artistico, di solito è una forma di
bruttezza talmente intollerabile da
doverla cambiare ogni sei mesi;
così ironizza Oscar
Wilde sicuramente per fare i
conti con la vera rivoluzione
della moda dobbiamo
considerare i decenni del 1900,
ricco di figure straordinarie che
hanno la storia della moda come
Chanel, Yvas Saint Laurent,
Christian Dior, fondatori di case
di moda attualmente tra le più
famose al mondo. Agli inizi del
secolo celebre per " la belle
epoque", in quegli anni l'atelier
del Santo
rappresentava anche uno dei
centri della vita mondana. Nella
moda della Belle Epoque
vennero introdotte numerose
tipologie diverse di abiti
corrispondenti alle diverse
funzioni: da giorno, da
pomeriggio, da sera per i balli
ecc... ma accanto alle scelte
estetiche, nell'abbigliamento
femminile dell'epoca il
sopracciglia degli anni venti sono
sottilissime, gli abiti con paillettes
e lustrini che erano parte
integrante del ballo del
charleston. Lunghe collane di
perle, scarpe col tacco e
cinturino alla caviglia. Arrivano in
seguito gli anni della guerra, gli
anni quaranta. Sobrietà e
praticità sono gli aggettivi più
adatti; linee diritte, lana, cotone,
tessuti poveri per gli abiti dei
soldati che diventano anche i
tessuti della donna. Totalmente
opposta è la moda degli anni
cinquanta, caratterizzata dalla
moda delle pin-up americane, gli
occhiali modello cat eye e le
giacche di pelle, must dei look di
tutti i giovani del tempo, ma la
vera novità sta nel fatto che la
moda inizia ad essere dettata dal
basso, raggiunge le strade con
molta facilità , la stessa Chanel
disse "una moda che non
raggiunge le strade non è
moda".
Ovviamente una delle mode più
importanti, che ancora
influenzano quella del nostro
tempo, é la moda anni ottanta,
con i colori sgargianti e i capelli
cotonati.
Regina di questi anni é
sicuramente madonna che
contrappone il suo osare,
mostrandosi sicura di se in
quanto la donna in questo
periodo non fa altro che
affermare la sua indipendenza, e
allo stesso tempo estremamente
femminile, tanto che i suoi stilisti
preferiti Versace ed Armani
crearono un motto per il suo
modo di vestire: Dress for
success.
Questi anni non smetteranno poi
di influenzare gli anni del nuovo
millennio, ricchi di innovazione
rappresentata dai tessuti a
stampe, per poi ritornare alla
moda delle pin up con i pois e le
camice legate in vita e ai colori
sempre più sgargianti degli anni
ottanta.
cambiamento più importante,
denominato rivoluzione del
costume è la liberazione del
corpo della donna da capi
costruttivi come il busto o il
corsetto. Poi, al termine della
prima guerra mondiale nasce la
"garçonne", Chanel rappresentò
il nuovo modello di donna che si
stava sviluppando nel 900, una
donna dinamica che lavorava e
che non poteva essere schiava
dell'abbigliamento costruttivo
della "belle epoque". Chanel
propose alla donna in carriera il
vestito giusto, quel famoso
vestitino nero che sembrava
proprio ispirato alla divisa delle
commesse, " la vera eleganza
non può prescindere dalla piena
possibilità del libero movimento"
diceva Coco Chanel. La stilista
liberò la donna da corsetti e
l'impalcatura per capelli,
donando loro abiti comodi e
delle linee semplici, rivisitando
talvolta abiti maschili. Ma moda
degli anni venti diede vita anche
alle "flapper girls" icone dello stile
di cui c'è rimasta memoria,
quelle coi capelli a caschetto, i
vestiti con le frange e la sigaretta
sempre accesa tra le labbra
rosse. Amavano tutto ciò che gli Mangiacapra, Moretti, Rascato
consentisse di essere libera
3B
movimenti come gli abiti al
ginocchio senza maniche. Le
HASTA LA VICTORIA SIEMPRE
“Un popolo ignorante è un popolo facile da con-
tro con Fidel Castro,a cena a casa di un amico in
quistare”. Così affermava uno dei più grandi rivolu- comune dei due. L’utilizzo della RedCam, in quezionari del ‘900 e della storia. El Comandante
sto film, denota la voglia del regista di rendere il
Ernesto Guevara. Un personaggio cosi famoso e
protagonista da un lato l’eroe che pur essendo ma-
cosi fastidioso per i poteri forti del mondo che no-
lato di asma combatte per la giustizia e la libertà
nostante la sua scomparsa clamorosa, riesce anco- di un popolo, dall’altro lato invece con quei filtri in
ra oggi ad attirare l’attenzione di chi ne sente par- bianco e nero vuole far notare anche l’aspetto filolare e di chi si documenta sulle sue azioni politi-
sofico del personaggio. L’unica pecca di questo
che,militari e anche filosofiche. Ai giorni nostri,a
film è il doppiaggio, che forse non mette in luce i
quasi cinquant’anni dalla sua morte, ci sono sva-
dialoghi pieni di rilevanza. Il secondo capitolo in-
riate testimonianze,scritte e anche in video,molti
vece,” Che Guerriglia” tratta della scomparsa di
documentari e molti film. Tra i film più importanti e
Guevara da Cuba per poi ricomparire in Boli-
più premiati riguardanti “El Che” ci sono le due
via,dove addestra,prepara e combatte per portare
pellicole di Steven Soderbergh, si tratta di “Che
la rivoluzione in tutta l’America latina. Si nota però
l’argentino” e “Che Guerriglia”. I due film sono
un cambio di atteggiamento del personaggio. In-
stati presentati al 61° Festival di Cannes,dove Be-
fatti ormai El Che non è più come nel film prece-
nicio del Toro,che interpreta Che Guevara, è stato dente. E’ invecchiato,è malato e non ha più la forpremiato come miglior interpretazione maschile. Il
za di prima. Il regista anche in questo film vuole
primo dei due film, parte dall’inizio della biografia dare la sua immagine e le sue sensazioni a chi
del Che,da quando parte con Fidel per rovesciare guarda il film, il protagonista si trova ad addestrala dittatura di Fulgencio Batista,passando per il
re persone che però non lo appoggiano, si ritrova
colpo di stato del 1952,fino ai vari interventi del
solo e dopo poco si ritrova prima sotto assedio da
rivoluzionario cubano nelle assemblee dell’ONU.
parte delle forze americane, e poi prima imprigio-
In “Che l’argentino” si può notare l’intervento di
nato e successivamente ucciso. Con la scena della
Soderbergh, infatti nel film ci sono degli stacchi
morte che viene in un certo senso evitata dal regi-
avanti e indietro nel tempo, si passa dai conflitti a
sta,ma che con una mossa di Benicio del Toro fa
fuoco nella foresta ai discorsi e le interviste del
capire le sorti. Due film che non bastano sicura-
Che. Non di poca importanza è il flashback che
mente per raccontare la storia di chi ha scritto pa-
riporta alla mente del protagonista il primo incon-
gine importanti del secolo scorso e di chi ha comunque combattuto ed è morto per la libertà. In un
tema cosi importante come quello della rivoluzione
non si può non fare anche un solo piccolo riferimento al Comandante Che Guevara. E noi l’abbiamo fatto a modo nostro, ricordandolo in due
film che rispecchiano al meglio le sue gesta.
Matteo Sorrentino V I & Vittorio Navarra V H
Le Rivoluzioni politiche, oggi, servono ancora?
La politica è quella scienza che studia il modo di
Se analizziamo meglio, la rivoluzione russa da
convivere, pacificamente, in una società civile.
cosa nasce? Tutto nasce dal desiderio di potere e
Nasce però un bel paradosso: quando per fare
dal desiderio di vedere sperimentate folli teorie. La
buona politica, quindi per poter convivere
rivoluzione francese? Egoismo: c’è chi credeva di
civilmente, bisogna fare una rivoluzione.
poter far meglio. Rivoluzione americana? Rancore:
Rivoluzione, dal latino tardo, significa letteralmente
gli INGLESI d’America dicevano di non essere
“ritorno”. La rivoluzione quindi è una macchina del
minimamente considerati dalla madre patria.
tempo, una straordinaria magia che ci permette di
Cambio di forma di governo e nascita di nuovi
tornare indietro nel tempo e, nel nostro caso, nel
modo di fare politica. Ci sono state rivoluzioni che
hanno portato alle guerre e rivolte che hanno
portato a rivoluzioni.
La rivoluzione francese ghigliottinò re e nobili in
Stati sono solo le più evidenti e superficiali
mutazioni che una società subisce dopo una
rivoluzione politica; cambia modo di vivere e
cambia chi comanda. Ad ogni rivoluzione, però,
c’è sempre il buon tipo che progetta una
nome della
rivoluzione contro la
democrazia; la
rivoluzione. È
rivoluzione
impossibile
americana privò la
accontentare un
corona britannica
intero popolo e c’è
delle sue colonie
sempre una
nordamericane per
rivoluzione pronta da
costituire una forma
sfornare al momento
di governo
autonoma e
più opportuno.
democratica; la
equilibrio e quindi
Un ordine che porti
rivoluzione russa
stabilità economica e
massacrò Nicola II
con la famiglia e persino camerieri e addirittura i
cani delle granduchesse in modo che falce e
martello istaurassero la “democratica” Repubblica
Socialista Federativa Sovietica Russa (cinque anni
dopo si sarebbe chiamata Unione Sovietica).
Premettendo quindi, che la macchina del tempo è
guasta, data la non preesistenza di queste forme
di governo prima di quelle sconvolte dalla
rivoluzione, tutte queste rivoluzioni hanno qualcosa
in comune: il desiderio di una forma di governo
che dia voce al popolo. La democrazia è, quindi,
il primo scopo di ogni rivoluzione. Tanto ambìta,
tanto difficile da conquistare… tanto sanguinosa
da realizzare.
governo saldo,
ahimè, è impossibile. E questo è forse uno degli
errori della democrazia.
Le rivoluzioni (come tutte le cose del resto)
nascono sempre da un'idea che può essere pura,
può non essere macchinosa ed interessata.
L’evoluzione dell’idea e il suo diffondersi e il suo
modo di applicarsi può essere malsano e violento.
Alcune rivoluzioni sono necessarie, altre meno e
altre ancora muoiono prima di nascere. Certe
sono covate per decenni.
Solo le grandi idee non muoiono mai!
Corvino Pier Ferdinando, V I
Romanov: un mistero della Rivoluzione d’Ottobre
donna fosse in realtà una contadina polacca, Franziska
Schwanzkowska, poiché riconosciuta da alcuni
evento sociopolitico di grande importanza poiché
familiari. Gli studiosi non si diedero per vinti e
portò al rovesciamento dell’Impero Russo, capitanato
dal regime monarchico zarista. A quei tempi, il potere tentarono numerose analisi per stabilire la vera identità
della donna, senza però alcun successo soddisfacente,
era nelle mani dello zar Nicola II, appartenente alla
dinastia dei Romanov, ascesa al trono verso la fine del fino a quando nel 1970, il tribunale tedesco dichiarò
l’inesistenza di prove certe che potessero affermare ciò
XVI secolo. I Romanov regnarono fino al 1917, fin
che la donna sosteneva. Anna Anderson continuò a
quando lo zar fu costretto ad abdicare e la famiglia
dichiararsi Anastasia Romanova fino alla sua morte,
imperiale venne completamente deposta. Dopo la
rivoluzione d'ottobre, molti membri della dinastia furono avvenuta nel 1984. Dieci anni più tardi fu eseguito il
test del DNA sui resti della ormai defunta donna, il
uccisi ad opera dei bolscevichi, altri invece fuggirono
all'estero. I corpi dei Romanov riposarono in un gelido quale sentenziò definitivamente che Anna Anderson era
bosco nei pressi di Ekaterinburg per oltre 70 anni, fino in realtà, non Anastasia, ma la sopracitata
Schwanzkowska.
a quando, dopo la loro scoperta, avvenuta sul finire
degli anni settanta e resa pubblica soltanto nel 1889,
Nell'agosto del 2007, nella regione degli Urali furono
furono riesumati. Furono rinvenuti undici scheletri, nei
ritrovati i corpi di due bambini, accanto ai quali vi
quali risultavano ancora evidenti le protesi dentarie
erano pallottole e boccette di acido solforico (usato per
d’oro e i segni del calcio dei fucili, utilizzati dal
occultare i cadaveri). Gli esami del DNA, conclusi un
plotone d’esecuzione. Le ossa appartenevano ai
anno dopo, hanno confermato che i resti rinvenuti sono
quattro servitori al seguito dei Romanov, che furono
quelli di Anastasia e di Aleksej, chiudendo così per
giustiziati assieme ai reali, e a sette membri della
sempre la possibilità che qualche membro della
famiglia imperiale. All’appello mancavano pertanto
famiglia reale fosse riuscito a scappare dal massacro
due corpi, probabilmente quelli dello zarevic Alessio e di Ekaterinburg. Anastasia Romanova, pertanto, avrà
della granduchessa Anastasia, spariti nel nulla. Ciò
per sempre diciassette anni.
che alimentò le già consistenti voci circa la presunta
sopravvivenza al massacro di qualche membro della
Donciglio Mariapina, IV E
famiglia imperiale, fu la testimonianza di una giovane
ragazza confusa e smarrita, che fu ricoverata in un
ospedale psichiatrico di Berlino, dopo un fallito
tentativo di suicidio. Il suo nome era Anna Anderson,
ma qualche tempo più tardi dichiarò di essere
Anastasia Romanova, la figlia dello zar Nicola II.
Raccontò i particolari della sua clamorosa fuga in
quella famigerata notte tra il 16 e 17 luglio 1918: la
baionetta utilizzata dai bolscevichi per finirla sarebbe
stata smussata nella punta, e così, approfittando della
confusione, sarebbe riuscita a salvarsi. Ovviamente la
storia risultava di gran lunga inverosimile, dal momento
in cui era raccontata da una donna ricoverata per
tentato suicidio, se non fosse che la giovane
assomigliava alla granduchessa in ogni particolare,
persino in un neo sulla spalla e in un lieve difetto ad
una delle dita della mano e dell’alluce. Come se non
bastasse poi, la Anderson dimostrava di conoscere
numerosi ed intimi dettagli della vita di corte della
stessa famiglia e fu in seguito riconosciuta sia dai
servitori, che da alcuni parenti dello zar, come l’ultima
dei Romanov. Dopo le certezze iniziali, cominciarono
però, a sorgere non pochi dubbi e si ipotizzò che la
Il 2 Marzo del 1917 scoppiò la rivoluzione Russa, un
LA RIVOLUZIONE CREATIVA
Ha invaso i muri delle nostre città,
la prima volta dell’immagine del
sono più importanti delle parole e
le pagine dei giornali, le sale ci-
prodotto costellata da originalità
dei contenuti. Il suo stile pubblici-
nematografiche. E’ entrata nelle
ed estro. Sono tre i maggiori pro-
tario è volto a catturare l'attenzio-
nostre case, la troviamo nella cas-
motori di questa ondata di cam-
ne tramite la spettacolarizzazio-
setta delle lettere, sul web. Fa
biamenti: David Ogilvy, Seguela
ne: nascono le cosiddette Marci-
parte della nostra storia, è qual-
e infine Bill Bernbach. Bernbach
Star: la Coca-Cola, le Marlboro
cosa che ha marcato la nostra
riteneva che la ricerca scientifica
e la Citroën... tutti brand immorta-
epoca. Il termine pubblicità in
fosse controproducente perché
li. A proposito di grandi marchi,
italiano deriva da ''publico'', ed
tendeva ad impoverire la creativi-
Apple ha spopolato negli ultimi
assume quindi il semplice signifi-
tà. La pubblicità di Bernbach vuo-
anni... Forse che è anche merito
cato di rendere noto ciò che pri-
le stupire, vuole essere convincen-
dello spot pubblicitario? Ebbene,
ma non lo era. Inizialmente la
te, non abitudinaria. Dunque, se
Think different fu uno dei primi
pubblicità era intesa come feno-
gli altri rendevano appetibile un
provvedimenti intrapresi da Steve
meno culturale più che economi-
prodotto mostrandolo come uni-
Jobs per risollevare l’immagine
co. Tuttavia il corrispondente in-
co, Bill Bernbach favoriva proces-
dell’azienda. Il messaggio di
glese ''advertising'' privilegia il
si di identificazione emotiva. Un
Think different racchiude un invito
processo di natura economica,
esempio della sua genialità è si-
ad affrontare la vita pensando
infatti il pensiero che si sviluppò
curamente il manifesto pubblicita-
con la propria testa, portando
nei paesi anglosassoni si basava
rio della Wolkswagen. Diversa-
ciascuno ad elevarsi dall’opinio-
sulla promozione commerciale e
ne preconfezionata. La pubblicità
del suo impatto sui mercati. E'
o la si ama o la si odia, è un pro-
proprio negli Stati Uniti che na-
cesso in continua evoluzione e
scono le prime forme moderne di
siamo noi a scegliere se farci tra-
agenzie di pubblicità: Raymond
sportare o meno.
Rubicam ha fondato la Young &
Maria Chiara Patricelli, IV C
Rubicam, una delle più importanti
del mondo. Egli fu uno tra i primi
a comprendere l'importanza, in
pubblicità, della creatività e della
ricerca scientifica. In quel periodo
assistiamo alla crisi del '29 o crollo di Wall Street che ebbe effetti
devastanti con un calo generaliz-
mente Ogilvy ripudia la ricerca di
zato della domanda e della pro-
originalità a favore della costru-
duzione, ed è proprio da questo
zione dell’identità del marchio,
momento in poi che possiamo
infatti è proprio grazie a quest'ulti-
parlare di rivoluzione creativa
mo che si affermano i concetti di
perché dopo la crisi, i progetti di
product image e brand image.
comunicazione non erano scienti-
Esempio chiarificatore è il manife-
ficamente costruiti ed il consuma-
sto pubblicitario del marchio Do-
tore era proiettato nell' annuncio.
ve. Infine Séguéla, ritiene che
Ci si comincia a preoccupare per
l'immagine e gli aspetti estetici
Conosciamoci Meglio!
Come tutti gli anni, il nostro liceo ha
organizzato un giorno in cui i giovani nuovi inscritti hanno la possibilità
di visitare quella che sarà la loro
scuola e anche qualcosa in più, per
i successivi cinque anni. Novità
dell’anno sono stati alunni e alunne
in… ”divisa” e badge a fare da Cicerone al percorso interno al liceo.
Molto curiosa è stato il karaoke in
inglese organizzato in laboratorio di
laboratorio, tra provette e macchinari, i docenti di chimica hanno mostrato un esperimento.
Nell’aula magna, invece, si sono
esibiti, tra gli applausi, gli alunni del
liceo musicale.
Ovviamente non sono mancate le
classi dedicate alle nostre materie
caratterizzanti e punti fermi del nostra scelta che è stata anche quest’anno ripetuta da sempre più pochi
ragazzi. Parlo ovviamente della lingua latina e greca.
Il tutto è stato rinfrescato da una giovanile e neonata “Radio Cirillo” con
la sua postazione.
Inesorabilmente il “Cirillo Webzine”
non poteva non dare il meglio di se
negli spazi lui destinatogli.
Con questo articolo la redazione e
tutti i collaboratori del giornale vogliono fare i migliori auguri a questi
futuri nuovi motori della nostra scuola. Non diciamo bugie tra di noi
ragazzi: siamo qui a studiare e a
diventare grandi e maturi tutti insieme, sicuramente non è un facile lavoro ma non scoraggiatevi: il gioco
informatica e, senza dubbio, affasci- vale la candela. Affidatevi a questa
nante la lettura di Shakespeare a
cultura, a questo modo di pensare
cura del Prof. Pagano come anche ma soprattutto a questa UMANITA’
le letture in lingua organizzate dalla che il liceo classico può e vuole traProf. M. Andreozzi.
smettervi. In bocca al lupo!
In palestra si poteva assistere ad
una partita dimostrativa della nostra ier Ferdinando Corvino, V I
squadra di pallavolo che registra
continui successi contro altri licei
aversani.
Per gli appassionati di chimica, nel
LA RIVOLUZIONE INDOSSA L’HIJAB?
Ciò che più di ogni altra cosa del- non a una donna. L'uomo islamico dell'uomo. Lo stesso Maometto
la cultura islamica fa scalpore in
non è artefice esclusivamente del
avrebbe descritto nel Corano l'im-
Occidente è, senza dubbio, la
proprio destino, ma del destino
portanza della donna per l'uomo e
condizione della donna. Sottovalu- delle due, tre, quattro donne che
per il mondo. A chi dice che la
tata, succube della religione, om-
decide di sposare. Un velo che
donna islamica è una schiava, c'è
bra calpestata dall’uomo: la più
lascia scoperti solo gli occhi sug-
chi risponde che la donna islamica
quotata tra le tradizioni maggior-
gerisce al mondo e agli altri quan- ha la stessa libertà di parola e
mente misogine e maschiliste sem-
to una donna tema o, paradossal-
pensiero che ha una donna cri-
brerebbe appartenere all’Islam,
mente, ami la sua condizione e il
stiana. La donna musulmana pare
eppure siamo davvero sicuri che
suo destino. L'Islam da un lato non non essere obbligata a portare il
sia così? Non saremmo forse rima- pare evolversi e pone la donna
velo, al contrario, questo la valoriz-
sti vittime di un diffuso luogo comu- ancora alla pari con una schiava.
za perché lascia intatta la sua inte-
ne? Uomo è Maometto, l’ultimo
L'Islam afferma che la donna non
grità. A chi scrive che Maometto
profeta inviato dal Signore, il fon-
ha gli stessi diritti dell'uomo, l'uo-
considerava la donna un essere
datore della religione, uomini sono
inferiore c'è chi testimonia quanto
i profeti dell’Islam (il primo dei qua-
la sua stessa donna, Aisha, sia
li è ritenuto essere Adamo e tra i
stata importante per lui e quanto
quali ritroviamo anche il Gesù cri-
egli abbia amato le donne e com-
stiano), “Egli” è Allah, il nome con
battuto per esse. Da questa distri-
cui Dio definisce se stesso nel Co-
buzione delle parti, il compito na-
rano. Come nella Bibbia, così an-
turale fondamentale dell'uomo è
che nel testo sacro all’Islam, Ma-
certamente quello di lavorare fuori
ryam (Maria) è la figura femminile
casa, mentre quello della donna di
che più luminosa brilla nella storia
stare in casa a svolgere le varie
religiosa islamica, collocata tra le
faccende di famiglia. Attenzione,
sante e riconosciuta come modello
nulla le vieta di lavorare, al contra-
di pietà e virtù. Un panorama co-
rio, le è permesso farlo anche sen-
stellato da figure maschili: insom-
za il consenso del tutore o del ma-
ma, la tradizione islamica, da que- mo ha tra le mani un potere supre- rito. Questo lavoro viene però stasto punto di vista, presenta numero- mo, quasi come se fosse possibile
bilito entro limiti precisi e principi
si punti di contatto con quella cri-
averne uno. La donna è di cattivo
che richiedono di essere scrupolo-
stiana. Basterà questo a definire
auspicio, come un gatto nero. Par- samente osservati. E' necessario,
maschilista una cultura così simile
liamo di superstizione, di pregiudi- innanzitutto, che non ci sia incom-
alla nostra? E allora la donna isla-
zio? E se da un lato vi è la
patibilità tra il lavoro femminile e la
mica chi è? Una vittima? Una don- “credenza” che la donna sia consi- funzione della donna a casa; in
na libera? "L’Islam insegna che una derata come oggetto inferiore
particolare il lavoro non deve sca-
moglie è passibile di punizione da all'uomo, dall'altro lato c'è chi af-
ricare la donna dalle sue responsa-
parte di suo marito, picchiare una
ferma quanto una donna, nella
bilità nei confronti del marito e nei
moglie o astenersi dall’avere rap-
religione musulmana come in quel- confronti dei figli, né toglierle l'in-
porti sessuali con lei è permesso".
la cristiana, sia non solo una don-
carico di reggere le vicende di
È permesso a un uomo, certo, ma
na libera, ma anche alla pari
casa.
Come la donna ha dei diritti pres-
tato rimandi alla situazione della
la parità dei sessi. La chiave del
so il marito, il marito ed i figli
donna nella cultura islamica. D’al-
successo, della felicità universale,
ugualmente hanno dei diritti presso tronde, perché cercare informazio- riconosciuta e apprezzata dagli
la moglie e la madre ma solo di
ni su qualcosa all’ordine del gior-
uomini come dalle donne, è lo
sostenimento economico. La don-
no che non necessita di alcun
stare al passo con il corso della
na deve, inoltre, lavorare in com-
chiarimento? Certo, non che cam-
storia, con la rivoluzione/
pagnia di donne come lei, lontano bi il risultato una volta spostato
evoluzione dei tempi e l’adatta-
dalla tentazione e dalla presenza
l’asse di ricerca ad un’altra cultura. mento delle esigenze e dei deside-
maschile per non rischiare abusi
Allora come si spiega tutta que-
ri degli esseri umani. Forse do-
facendo così macchiare la propria st’avversione femminista esclusiva-
vremmo evitare di criticare come
dignità e il proprio onore. L'Islam
mente verso la religione islamica?
maschilista e irrispettosa nei con-
ordina ad un padre di prendersi
Cosa distingue questo mondo da
fronti delle donne una religione di
cura della figlia fino al suo matri-
quello cristiano? Perché una donna base così simile alla nostra e pro-
monio, fino a quando viene data
musulmana che sente di dover por- vare, invece, a cambiare punto di
in sposa ed accudita dal marito.
tare il velo come ossequio alla pro- vista. La società in cui la maggior
Se le muore il marito spetta di nuo- pria religione è diversa da una
vo al padre prendersi cura di lei;
parte delle donne subisce violenze
donna cristiana che per un uguale domestiche e psicologiche è una
se il padre non è più in vita, sono i rispetto verso i precetti religiosi in
società saldamente ancorata ai
suoi figli che assumono la respon-
cui crede non guarda di buon oc-
pilastri di una religione i cui precet-
sabilità della sua sopravvivenza,
chio una coppia separata con figli ti sono impossibili da
ma se i figli sono minorenni, saran- a carico? La società occidentale
no i suoi fratelli ad occuparsi di
porta sulle sue spalle secoli e seco- blema non sia la religione, bensì il
lei. Nonostante venga "mantenuta" li di cambiamenti, rivoluzioni, ha
dalla nascita economicamente,
visto il succedersi di oppressioni e
una donna non ha forse il diritto di rivendicazioni di diritti, ha aperto
sognare e di desiderare una vita
le porte all’evoluzione, se di evolu-
diversa da quella di donna-
zione si può parlare nel reclamare
oggetto progettata esclusivamente
per la cura del marito e dei figli?
Ma lasciamoci, come si suol dire,
il passato alle spalle e concentriamo la nostra attenzione sul presente: l’Islam avrà abbandonato la
letterale interpretazione del Corano al rispettivo tempo? Favorisce,
oggi giorno, le pari opportunità tra
uomini e donne? Proviamo a rispondere con un esperimento: si
provi a cercare su internet
“condizione attuale dell’uomo musulmano” e si noti come ogni risul-
“attualizzare”. Chissà che il prorapporto tra fede e società…
Alessia Cianciulli, Ilaria Iovinella,
Caterina Sagliano V E
RIVOLUZIONE AL CERN: DA OGGI ANCHE IN ROSA
Fabiola Gianotti: è questo il nome della prima
fisiche. E’ anche professore onorario presso
direttrice donna del CERN (European Organiza-
l'Università di Edimburgo.
tion for Nuclear Research), il più grande laborato-
A parte la sua eccezionale biografia accademi-
rio al mondo di fisica delle particelle. Questa
ca, non possiamo fare a meno di sottolineare an-
grande mente, tutta italiana, è entrata a far parte
che altri aspetti della sua persona: è diplomata
del CERN nel 1987 lavorando su vari esperimen-
in pianoforte al Conservatorio di Milano e, scien-
ti. Tra questi ricordiamo il cosiddetto UA2 al Su-
zata e donna contro corrente, si è dichiarata cre-
per Proton Synchrotron e ALEPH al LEP. Nel 1990
dente. Ha affermato, a questo proposito: "Si, io
ha iniziato a lavorare sull'argon liquido e fin dal
credo. La scienza è compatibile con la fede e
1992 ha partecipato all'esperimento ATLAS. Dopo esserne stata coordinatrice, in qualità di portavoce del famoso esperimento, nel 2012 ha annunciato proprio presso l'auditorium del CERN, la
prima osservazione di una particella compatibile
con il bosone di Higgs. Così lei stessa illustra la
scoperta: « Il meccanismo di Higgs entrò in azione dopo un centesimo di miliardesimo di secondo
non ci sono contraddizioni. L'importante è lasciare i due piani separati: essere credenti o non credenti, non è la fisica che ci darà risposta". Aldilà
della sua biografia, ciò che rende la Gianotti una
vera e propria rivoluzionaria non è altro che un
dato di natura: il suo essere donna. Infatti, dalla
sua fondazione fino a poco tempo fa, il CERN,
dalla esplosione del Big Bang e diede massa ad
così come molte delle più prestigiose istituzioni
alcune particelle lasciandone altre senza massa.
scientifiche, non avevano avuto che direttori di
Dal Modello Standard, che è l’insieme delle no-
sesso maschile. E’ più che un orgoglio che questa
stre conoscenze che finora meglio descrivono la
sorta di “rivoluzione rosa” porti, oltre il rosa, i co-
composizione della materia e le forze che fanno
lori della bandiera italiana. In qualità di donna
interagire le particelle, sapevamo che ci sono par-
italiana e in qualità di alunna che vede il suo futu-
ticelle come il fotone che non hanno massa ma
ro in un ambito scientifico quasi ancora pretta-
sono pura energia e viaggiano alla velocità della
mente dominato da cromosomi XY, posso sentirmi
luce e altre invece che hanno massa. La ragione
in qualche modo rappresentata e fiera del lavoro
era un mistero. Adesso abbiamo capito che que-
e della costanza, che hanno permesso ad una
sto fatto dipendeva dalle differenti interazioni che
così grande donna di raggiungere traguardi così
queste particelle avevano con il bosone. » La Gia-
alti e di poter fissare finalmente la bandiera rosa
notti è membro del comitato consultivo per
sul pianeta “Scienza”.
la Fisica al Fermilab negli Stati Uniti e
dell'Accademia dei Lincei per la classe di scienze
Jole Mariniello, VI
THE REVOLUTIONARY KING OF ROCK ’N’ ROLL
«Da piccolo ero un sognatore.
gospel ed il blues. Dalla comunità no il bisogno di ricercare nuovi
Leggevo i fumetti e diventavo l'e-
di colore americana, per cui ebbe ideali esistenziali ed Elvis non fu
roe della storia. Guardavo un film
sempre grandissimo rispetto, deri-
altro che la prima espressione arti-
e diventavo l'eroe del film. Ogni
vano anche le sue movenze da
stica dell’irrequietezza di quei tem-
sogno che ho fatto si è avverato
palcoscenico frutto di uno sdoga-
pi. In 24 anni di carriera ha pub-
un centinaio di volte». Questo di-
namento e di una repressione ses- blicato 61 album, vendendo oltre
ceva di sé Elvis Presley, il Re del
suale presenti da tempo, che gli
un miliardo di dischi in tutto il mon-
rock ‘n’ roll, l’icona delle icone, il
fecero attribuire l’appellativo di
do e conquistando il record di
mito di un’intera generazione, l’i-
“Elvis the Pelvis” – non molto ap-
vendita (record peraltro condiviso
spiratore di molti grandi del rock,
prezzato, tra l’altro, dall’artista – e con i Beatles e Michael Jackson).
la voce più famosa del Novecen-
scatenare l’indignazione dei per-
La figura di Elvis, oltre che di gran-
to. Nato nel sud degli Stati Uniti
benisti dell’epoca. «La sua non è
de impatto nell’epoca in cui visse,
nel 1935, dopo essersi trasferito
stata solo una carriera di musici-
fu fortemente influente e d’ispira-
nel Tennessee nel ‘48, l’ascesa al sta, ma un pezzo di storia amerisuccesso del giovane Elvis fu rapi- cana e un fenomeno di costume.
dissima: dal ’54, anno del debut-
In lui si possono leggere i riflessi
to, al ’56 la sua popolarità creb-
di due generazioni che si sono
be notevolmente fino a giungere,
succedute, le contraddizioni
negli anni successivi, a livelli mai
dell'industria musicale, l'itinerario
visti fino a quel momento. La sua
classico della rock star, i meccani-
fama rimase inalterata fino al suo
smi dei fans e le strumentalizza-
declino negli anni settanta, quan-
zioni che possono condizionare
do il palesarsi di problemi fisici,
una carriera e l'immagine» (Peppe
uniti all’abuso di farmaci e ad un
Videtti, critico musicale, a propo-
primo stato depressivo, lo portaro- sito di Elvis nel 1981.) Insomma,
no ad una morte prematura a soli
in Elvis presero forma quelle che
42 anni. Contrariamente a quanto erano tutte le espressioni della
si può pensare, non fu l’inventore
gioventù degli anni sessanta e
del rock ‘n’ roll che era un genere settanta, definiti età del decollo e
zione per numerosi artisti non solo
che si stava già diffondendo da
americani ma anche europei dei
della contestazione giovanile. In
alcuni anni nel Sud degli Stati Uni- un ambiente di lassismo familiare
decenni successivi, artisti del cali-
ti. Elvis fu però il primo a renderlo
e di repressione istituzionale, i gio- bro di Johnny Hallyday, Bruce
popolare, imponendo questo ge-
vani americani non riconobbero
Springsteen, Roy Orbison e Cher.
nere come un vero fenomeno di
se stessi, né culturalmente né so-
Elvis Presley ha oltrepassato netta-
costume che catturò in primis i gio- cialmente. Nelle grandi università
mente il confine che divide un fe-
vani americani, per poi attrarre a
americane gli studenti cominciaro- nomeno di natura prettamente mu-
sé i giovani di tutto il mondo. Il
no un'attività di smantellamento
suo stile unico e particolarissimo
delle tradizioni: davanti a una po- cultura pop, diventandone una
nasce dalle numerose influenze
litica e a una società che si richia- vera e propria icona.
musicali della sua terra d’origine,
mavano unicamente al realismo e
dove s’incontrava il country con il
al pragmatismo, i giovani sentiro-
sicale da un fenomeno tipico della
Federica Pesante, V D
UN RIVOLUZIONARIO 1977
“NIENTE ELVIS NE’ BEATLES O ROLLING STONES”
Così dicevano i Clash, proprio in quell'anno. Il rock,
da sempre considerato “il genere dei pochi” e, poco
più tardi, “dei borghesi” diventa quasi cosa da tutti.
A tal punto bisogna scegliere: affinarsi, fare progressive e allontanarsi del tutto dalla spontaneità del rock
per eseguire esercizi di pura perizia tecnica, oppure
farsi portavoce di ideali con l'ausilio della musica in
modo del tutto spontaneo (come si può constatare
talvolta, anche troppo). Non c'è mai stata una vera
propria era del punk, e se c'è stata si è consumata
piuttosto in fretta (forse per fare spazio ai suoi sottogeneri e ad un'altra rivoluzione che era prossima ad
avvenire: la new wave). Si può individuare nel 6
novembre ’75, data della prima apparizione pubblica dei Sex Pistols, il “giorno zero” del punk e fare
coincidere la calata del sipario con la loro ultima
esibizione, il 14 gennaio del ’78, anche se a tal
punto sarebbe inspiegabile perché a diciassette anni
dalla sera in cui, sul palco del Winterland di San
Francisco, Johnny Rotten decise che ne aveva avuto
abbastanza (quel pomeriggio aveva dichiarato, in
un’intervista radiofonica: “Non mi piace la musica
rock e non so perché ne faccio parte; l’unica cosa
che voglio è distruggere tutto”) il punk rimane tuttora
una faccenda terribilmente attuale.Non tanto perché
band come Green Day e Offspring continuano a
fare sfracelli nelle classifiche o perché sempre queste
si pongono sulle orme di Buzzcocks, Stranglers e
Wire con una fedeltà che spesso sconfina nel plagio.Il fatto è che il punk resta a tutt’oggi probabilmente quanto di più straordinario sia accaduto al
rock fra il giorno in cui Elvis entrò in uno studio di
Memphis e quello in cui Cobain scrisse Smells Like
Teen Spirit. Il fatto è che, con i suoi suoni e ancora
di più con la sua estetica, ha inciso sull’immaginario
di ormai quattro o cinque generazioni in modo tale
che pare tuttora una storia di ieri (o dell’altro ieri al
massimo) quando, misurato sui tempi del rock, è un
fenomeno vecchio di intere ere geologiche. Ma allora perché continua ancora oggi ad influenzare le
nuove generazioni? Per un semplice motivo: con il
suo privilegiare l’urgenza espressiva rispetto alla tecnica strumentale ha restituito la pratica del rock (non
soltanto l’ascolto, dunque) agli adolescenti, che la
musica tutta virtuosismi e niente anima della prima
metà dei ’70 aveva allontanato. “È stato facile/È
stato economico/Vai e fai come noi.” (The Medium
Was Tedium, Desperate Bycicles). La storia del punk
primigenio è come le sue canzoni migliori: breve,
frenetica, divertente. Anche solamente scorrendo la
sua cronologia si torna a respirare l’aria di eccitazione e di sfida alle convenzioni di quei giorni. Nascono i Sex Pistols e nel giro di qualche mese, sull’onda
dello scandalo provocato dalle loro prime esibizioni,
ecco affacciarsi alla ribalta i Vibrators, i Damned, i
Clash.Arrivano i Ramones in Inghilterra ed è come
calasse dal cielo Gesù Bambino.Gruppi composti
da adolescenti come gli Eater e le Slits (tutte ragazze, queste: altro che rock, qui niente sessismo) realizzano dischi pochi mesi dopo essersi formati. La CBS
suscita scalpore ingaggiando i Clash. Il fatturato delle ditte che producono spray coloranti per capelli
sale di punto in bianco alle stelle, come quello dei
fabbricanti di colla e di magliette di cotone. Gli australiani Saints sbarcano in Gran Bretagna, dopo
avere inciso in patria una pietra miliare chiamata I’m
Stranded, e scoprono che non è la Terra Promessa.
Nascono i Ruts e gli Wire strappano un contratto
nientemeno che alla Harvest, l’etichetta dei Pink
Floyd. E danno poi alle stampe un’opera prima a 33
giri indimenticabile, operazione che nell’arco degli
otto mesi precedenti era riuscita anche a Clash,
Damned, Stranglers, Jam, e naturalmente ai Sex Pistols. Così finisce il 1977. Anche il punk? Non proprio.
Francesco Fontana, 3 A
LIBRO
Una rivoluzione, un libro: IL RESTO DI NIENTE
In tema di rivoluzione non potevano che proporvi
viaggio dalla città capitolina alla città parteno-
il il romanzo storico “Il resto di niente” di Enzo
pea. Durante l’andare del racconto viviamo una
Striano che si ambienta in un periodo particolare
Napoli diversa da quella attuale, una Napoli in
perché post prima rivoluzione industriale e prima
piena epoca borbonica vista e descritta da Eleo-
e durante i tumulti partenopei ed i moti di rivolu-
nora. Nei primi capitoli vediamo una Lenòr che
zione del 1799. Il resto di niente è il quinto e più
ripete le parole in napoletano che ascolta, che
celebre romanzo dell’autore partenopeo Enzo
esce di casa volentieri per scoprire i luoghi che la
Striano. Il romanzo prende nome dall’ultimo pen-
vedranno crescere finché non diventerà la signo-
siero della protagonista Lenòr. Striano però dietro
ra Lionora. Si tratta di luoghi ,che per chi conosce
questo titolo cela una poetica secondo cui alla
bene la città ,procurano sempre emozioni e sen-
protagonista resta in pugno il “resto” dovuto al
sazioni diverse,questi luoghi vanno da via Toledo
“niente”, o meglio, una dimensione più vera del
alla zona di Santa Teresella, il quartiere Vomero,
reale, una verità conquistata soltanto con la mor-
pallonetto di Santa Lucia,, nei pressi del Teatro
te. Inoltre l’autore fa una piccola ma fondamenta-
San Carlo e del san Carlino e ancora la pigna
le precisazione, infatti il romanzo dallo stesso è
secca ,passando per i due castelli sant’Elmo e
definito storico ma, basandosi su fatti realmente
Maschio Angioino terminando con la lugubre Vi-
accaduti elabora tutta la trama. Il tema centrale di
caria. Le fasi principali della vita di Lenòr sono
questo capolavoro è la vita di Eleonora Fonseca
fortemente legate ad una serie di eventi quali l’in-
Pimental. Il racconto si apre nella Roma di metà
contro di Vincenzo Sanges, l’ingresso ai due salot-
Settecento in cui le famiglie portoghesi Fonseca
ti, l’incontro di Primicerio, il matrimonio con il
Pimental e Lopez vivono e da cui vanno via per
Marchese Tria, la morte del suo pargoletto, il di-
trasferirsi nel Regno delle due Sicilie a Napoli.
Infatti nelle prime pagine abbiamo il racconto del
vorzio, l’assunzione di Graziella e l’incontro di
Gennaro Serra. Numerosi eventi ma ognuno a
sua vota importante. Numerosi sono anche i personaggi, infatti incontriamo i parenti di Lènor
(mamae, papae, tio Antonio, vovò), Sangez che
si può definire il migliore amico, Vincenzo Cuoco ,un giovane ragazzo molisano con problemi
dovuti all’epilessia che però non lo distolgono dal
suo pensiero fisso, la repubblica. Incontriamo anche il nostro Domenico Cirillo che all’interno del
racconto è uno dei più cari amici di Lenòr nonché
suo medio, questo ruolo gli permette di essere presente in quasi tutto il romanzo. E’ grazie ai suoi
amici che Lenòr cresce e trova la sua motivazione,fin dalla giovinezza si accosta agli ambienti
letterari di Napoli e si appassiona agli ideali re-
pubblicani ispirati a quelli della rivoluzione francese. Per ogni cosa bella però c’è sempre proporzionalmente una parte brutta. Lenòr infatti fronteggia più situazioni nefaste, cadrà in depressione
più volte.
LIBRO
IL RESTO DI NIENTE
Prima per il distacco dalla propria mamae, con
successiva paura di non esser pronta per esser
donna, moglie e mamma. La seconda depressione
invece sarà dovuta alla prematura morte del figlio
nato dal matrimonio con il marchese Tria. Infatti
dopo la morte della madre per volere del padre e
per motivi economici è costretta a sposare Pasquale Tria. Subito tra i due si manifesta un incolmabile abisso culturale, in quanto il marito si mostra come un uomo rude, senza scrupoli e malvagio. Lei resta incinta di un bambino, Francesco,
che però morirà nei primi mesi di vita e da allora
Lenòr smetterà di credere in Dio( da qui il resto di
niente, la consapevolezza del nulla). Tria però non
è il solo antagonista, abbiamo anche Primicerio
ed altri. Tra gli aiutanti però abbiamo Domenico
Cirillo,Sangez e Gennaro Serra. Del caro Cirillo
sappiamo che anche lui cadrà in depressione per
questioni affettive, invece Serra accompagnerà
Eleonora fino alla morte. Infatti in seguito al divorzio si prenderà cura di Eleonora. Grazie a Serra
ricomincia a frequentare i salotti in cui non si fa
altro che parlare del cambiamento del governo
francese e della nascita di una costituzione. Entra
inoltre a far parte di un gruppo filo-francese con il
solo obiettivo di far cambiare la situazione politica
e sociale napoletana con una rivoluzione. Verrà
arrestata perché sospettata di essere una giacobina ed in seguito liberata dagli amici mentre Napoli viene conquistata dai Francesi e viene acclamata come un'eroina del popolo. In seguito accetta di dirigere il giornale della Repubblica, "Il Monitore Napoletano". Con questo giornale Leonor
spera di coinvolgere il popolo in difesa della liber-
tà repubblicana ma non riuscì nel suo intento in
quanto è catturata dallo stesso popolo e calle truppe regie che la condanneranno a morte.Ogni più
ha il suo meno. Il meno di Serra è costituito dalla
famiglia reale, Ferdinando IV e Maria Carolina,
che condanneranno la nostra protagonista alla
morte. Il meno della regia famiglia è Graziella.
Quest’ultima e Serra saranno fondamentali per il
bene di Lenòr, infatti Graziella era la sua badante
e ritornerà solo per scagionare la sua signora con
l’aiuto di Gennaro. Lenòr dopo esser stata nella
prigione reale,la Vicarìa, viene condannata a morte con Sangez,Cuoco,Serra ed altri rivoluzionari.
Venne impiccata a Piazza Mercato assieme ad
altri rivoluzionari il 20 Agosto 1799 a soli 47 anni dove si dice abbia detto “orsan et haec olim
meminisse iuvabit" diventando una vera e propria
martire della libertà.
Brevi informazioni sull’autore: Enzo Striano è stato
uno scrittore e giornalista italiano. Nacque a Napoli il 22 Febbraio del 1927;suo padre era un
ferroviere mentre sua madre era una maestra elementare. Frequentò la facoltà di Lettere e Filosofia
presso l'Università Federico II di Napoli e si laureò
con tesi su "La prostituzione al tempo di Masaniello". Tra il 1947 e il 1949 scrisse per vari giornali
come "La Cronaca","La Repubblica d'Italia" e
"l'Avanti". Nel 1982 scrisse il romanzo "Il Resto di
Niente" (pubblicato nel 1986) ma non arrivò a
vedere il successo della sua opera in quanto morì
nel 1987.
(Lapide deposta dal comune di Napoli presso la casa partenopea)
(Lapide deposta presso la casa natia a Roma)
Maria Domenica Grimaldi e Cesario Marino, 3D
LA FILOSOFIA….PER ME?
In ordine d'importanza colloco dopo italiano e
prepotenza di pormi, quella spavalderia,
greco, la filosofia. La mia definizione di filosofia
abbassando il capo a volte al cospetto di chi è
è: quel qualcosa che riesce a lasciare il segno in
più saggio, più esperto di me con tutta la lealtà e
ognuno di noi facendo amare la sapienza di cui
l’umiltà possibile. Per questo credo di aver
si occupa e giustificando attraverso ragionamenti
costruito le fondamenta della mia amicizia come
e idee la natura delle cose e soprattutto è quel
quelle di un inespugnabile castello che pur
qualcosa che aiuta a guardare oltre le piccole
erigendosi a difesa degli attacchi ha sempre una
cose, oltre gli orizzonti attraverso la logica e, che
porticina aperta per il pellegrino bisognoso che
svela i nostri dubbi più nascosti sull’essenza della
cerca aiuto. Quel castello che pur avendo molti
vita. Filosofia è Quel quid che per un attimo,
sudditi sparsi ne ha uno che sa che c’è sempre e
come in sogno mi fa vedere la meraviglia della
che apre e aprirà le sue porte con la stessa
realtà., come una continua magia. C’è una
umiltà: IL MIO GRUPPO DI AMICI.
citazione di Sant’Agostino in cui mi ritrovo molto e
condivido ossia: Vuoi essere grande? Comincia
con l’essere piccolo. Vuoi erigere un edificio che
arrivi fino al cielo? Costruisci prima le fondamenta
della tua umiltà. Condivido pienamente la
citazione di Sant’Agostino in tutto e per tutto.
Criticando questa citazione mi fermo a pensare
alle cose più banali e più importanti della vita. La
vita stessa è una di queste, ognuno di noi vive su
una base di ciò che era prima cercando di poter
migliorare sempre senza presunzione… con
semplicità camminando piano per poi
correre….proprio come il bambino che prima
inizia a gattonare e poi man mano si regge in
piedi, per poi correre; come quando s'inizia a
lavorare che si è disposti a svolgere anche
mansioni più umili per poi magari diventare
qualcuno importante. Penso infine che il regalo
più bello che si possa ricevere nella vita di tutti
siano la felicità e l’amicizia. Penso sinceramente
questo perché quando un amico o una persona
comune è in difficoltà io sono sempre lì ad
soccorrerlo, a dargli una mano per alzarsi senza
chiedere un tornaconto personale e senza
rancore… immaginando con umiltà pronta a
mettermi nei suoi panni, cercando di metterlo a
proprio agio e di aiutarlo sempre in qualsiasi
situazione temporale o ambientale senza quella
Giuliana Vitagliano IV C
LA PAURA
La paura. Un sentimento ancestrale, che esiste
pensiero non sarà mai e poi mai: “Grazie paura,
nella vita dell’uomo fin dalla notte dei tempi.
che stai per infondermi la giusta dose di coscienza
Tutti abbiamo paura di qualcosa, nonostante
per farmi capire che questa è una situazione di
qualcuno si ostini ancora a definirsi “senza paura” pericolo dalla quale devo essere pronto a
per farsi figo agli occhi di chissà chi.
difendermi”. No. Il nostro primo pensiero, più
Diffusissime, nei bambini e nei ragazzi di oggi,
realisticamente, sarà, dopo una serie relativamente
sono quelle paure nate dal genere horror, in un
infinita di imprecazioni: “Dio, me la sto facendo
certo senso. Parlo, ad esempio, di IT, pagliaccio
addosso”.
assassino creato dalla mente geniale di Stephen
Infatti, come si è detto prima, la paura non riesce
King che ha trasformato nella mente di molti la
sempre ad inviarti il messaggio giusto, ovvero
figura allegra, gioiosa e cordiale dei pagliacci
quello di scappare nel caso del clown. A volte, ti
circensi in inquietanti, spietate e terrificanti figure
fa rimanere lì, paralizzato, impietrito, quasi come
che sbucheranno da un tombino o da un cespuglio se stessi aspettando che il peggio arrivi, quasi
da un momento all’altro.
come se volessi che arrivi in fretta e aspettassi solo
Ma che cos’è la paura?
la fine di
Da Wikipedia: “La paura
quell’incubo.
è un'emozione dominata
Ecco, allora c’è da
dall'istinto (cioè
fare una doverosa
dall'impulso) che ha come
osservazione e mi
obiettivo la sopravvivenza
rivolgo soprattutto
del soggetto ad una
a colore che
suffragata situazione
ritengono di essere
di pericolo; irrompe ogni
immuni a questo
qualvolta si presenti un
sentimento: la
possibile cimento per la
paura è cosa
propria incolumità, e di solito accompagna ed è
buona e giusta e fa bene all’uomo provarla
accompagnata da un'accelerazione del battito
durante il percorso della sua vita, perché bisogna
cardiaco e delle principali funzioni fisiologiche
essere pronti a saperla utilizzare nel modo giusto.
difensive.”
Se un uomo non ha mai provato una fifa tale da
Dunque, la paura non è altro che un segnale che il farsela nei pantaloni, allora non saprà mai
nostro cervello ci manda per renderci consapevoli
decifrare il messaggio del cervello che gli dice di
del pericolo in cui stiamo per incorrere. Non è
scappare da quel clown spuntato nel parco. Se un
altro che una scarica di adrenalina che spesso,
uomo, al contrario, ha sempre rigettato questo
ma non sempre, ci dà il coraggio di affrontare la
sentimento, ha sempre fatto finta che non esista, ha
situazione rischiosa che ci troviamo di fronte.
sempre agito come se non lo tangesse, allora di
Ecco, questa è razionalmente la paura. Ma se,
fronte a quel clown rimarrà paralizzato,
camminando in un parco, di notte, magari da soli, diventando una facile preda per il martello.
sentiamo un carillon in funzione e avvicinandoci
notiamo che c’è un clown lì vicino con una
motosega che inizia a rincorrerci, il nostro primo
Jole Mariniello V I
Riceviamo e volentieri pubblichiamo...
Liceo classico, istruzioni per l'uso.
Partiamo da una premessa fondamentale. Qualsiasi liceo, qualsiasi tipo di scuola superiore, qualsiasi
cammino scolastico - se fatto bene - può dare allo studente dei grandi mezzi e delle grandi risorse. Far
bene significa approfondire, farsi guidare dalla curiosità e avere anche la fortuna di trovare insegnanti
illuminati che trasmettono idee con entusiasmo e impegno.
Il Liceo Classico mi ha donato due armi. La prima: una grande capacità di astrazione. Ovvero la capacità di affrontare con un approccio altamente teorico e speculativo qualsiasi tipo di problema. Vederne
le simmetrie nascoste. Unire dei puntini invisibili. Vedere dall'alto le grandi linee che i dettagli tendono
a nascondere. Un'arma che mi è stata fondamentale per affrontare gli studi universitari in Fisica, il dottorato di ricerca e il mio attuale impiego come ricercatore scientifico in Fisica Applicata.
L'altra arma: un forte senso critico e il coraggio di utilizzarlo. La capacità di spiegare, di convincere, di
relativizzare, di sollevare dubbi e fare domande, di non abboccare alle argomentazioni di chi ci vuole
raggirare. La capacità di non dare per buono tutto quello che viene dall'alto. La capacità di avere il
coraggio di implementare un'idea buona. Tutti noi abbiamo buone idee. Ma c'è chi si rimbocca le maniche e le mette in pratica e chi invece le lascia lì nel cassetto (per mancanza di know-how, perché non
sa convincere gli altri, perché teme di fallire). Il liceo mi ha dato il coraggio di tentare. Di capire che
anche il Preside o un Professore possono essere nel torto (e anche abbastanza spesso).
E adesso un paio di consigli e di caveat.
Il Liceo è tosto. È davvero difficile e va affrontato con una generosa dose di resistenza, ambizione e
entusiasmo. I programmi del Liceo non danno molte competenze pratiche, le quali vengono semmai
delegate alle scelte future, all'Università o ad altri cammini. Nessuno vi insegnerà a fare la dichiarazione dei redditi o a riparare una foratura. Spesso lo studente non è consapevole che i temi classici, le
lingue antiche, la Filosofia e il Teatro hanno connessioni solidissime con la realtà moderna. La modernità ha bisogno di idee per affrontare le sfide odierne, che sono la bioetica, i diritti umani, le migrazioni
di massa, la ricerca scientifica, la lotta contro le pseudoscienze e i ciarlatani, l'uso saggio della tecnologia, l'economia altalenante, la generazione e la distribuzione della ricchezza e dell'energia, l'ecologia e lo sviluppo sostenibile. Nessuno di questi argomenti verrà trattato al liceo classico, ma chi farà un
buon liceo avrà le armi per affrontare queste sfide, dove oggi è richiesta competenza. Chi farà un cattivo liceo vivrà in una bolla di ottuso provincialismo e sterile nozionismo, dove le declinazioni e le grammatiche saranno lo scopo dello studio (che sono poi le prime cose a venire dimenticate dopo qualche
anno).
Un'ultima provocazione. Il mio professore di Storia e Filosofia del liceo, il fu don Antonio Vitale, diceva
che il culmine dell'istruzione del liceo classico è la Storia dell'Arte. Il Liceo Classico non è Classico se
gli togli la Storia dell'Arte. In essa converge tutto: la geometria e la matematica, il periodo storico con
le sue idee filosofiche, l'istinto religioso, la psicologia e i drammi dell'uomo moderno, la tecnica, la fisica e la statica, la politica e i grandi temi che ci hanno donato i classici a cui abbiamo avuto accesso
in lingua originale.
Angelo Limone (ex-alunno del Cirillo e ricercatore scientifico)
FUMETTI
Deadpool, l’eroe “PEGI 18”
Deadpool fa la sua prima apparizione in New
Mutants 98 nel 1991, creato da Fabian Nicieza
ai testi e Rob Liefild ai disegni. Deadpool è un
ragazzo canadese di nome Wade Winston
Wilson che vive solo con il padre, essendo la
madre morta di cancro.
Il padre, ufficiale USAF, non ha tempo per stare
con il proprio figlio e, così, Wade comincia a
frequentare cattive compagnie. All’età di
diciassette anni, proprio uno di questi bulletti
uccide suo padre lasciandolo solo al mondo.
Un anno dopo si arruola nell’esercito, ma viene
espulso poco dopo per insubordinazione. Wade
ha un talento naturale per le armi e decide di
intraprendere la carriera da mercenario finché non
gli viene diagnosticato un cancro, forse ereditato
dalla madre. Quando il cancro è allo stadio
terminale, gli viene proposto di partecipare al
progetto Arma X che mirava a trasportare il fattore
rigenerativo del ben più noto Wolverine in altri
soggetti.
L’esperimento, all’inizio, non va a buon fine e
Wade viene trasferito nell’Ospizio, dove il dott.
Killebrew fa sperimentazioni illegali sui soggetti
non positivi ai test. L’irriverenza di Wilson lo
porta a essere il preferito dei pazienti che fanno
delle vere e proprie scommesse su chi morirà
prima (appunto dead pool), ma quando il suo
migliore amico viene ridotto a un vegetale dal
dottore, Wade per pietà lo uccide. Per
regolamento chi uccide un paziente verrà ucciso
a sua volta, così torturano Wilson, che sviluppa
una vera attrazione verso la morte. Viene privato
del cuore, ma proprio in quel momento il fattore
rigenerativo comincia a fare effetto, il cuore si
rigenera e lui riesce a scappare.
L’ultimo barlume della sua sanità mentale viene
eliminato quando il fattore rigenerativo si unisce
al tumore, infatti, il suo corpo viene ricoperto di
rughe e cicatrici provocate da questa insana
combinazione. In seguito ricomincia la sua
carriera da mercenario con il nome di Deadpool,
in onore delle scommesse che si tenevano
nell’Ospizio.
Tra le sue caratteristiche principali c’è la sua
parlantina, infatti, Deadpool non smette mai di
parlare e questo lo rende irritante per gli altri
membri dei suoi fumetti.Deadpool, in più, va in
giro con una moltitudine di armi tra cui due katane
che tiene sempre dietro la schiena. Durante la sua
carriera è stato a contatto con altri supereroi come
Wolverine, Bob l’agente dell’Hydra o Cable, che
lo affiancherà in molte sue avventure.
Infine Deadpool è uno dei pochi, come Joker o
She-Hulk, a infrangere la quarta parete, ossia, lui
sa di essere un personaggio inventato e nel corso
degli albi spesso si trovano esilaranti
conversazioni tra il protagonista e il lettore.
Raffaele Chiantese, I C
SERIE TV
SLEEPY HOLLOW
Sleepy Hollow è una serie televi- dopo nella cittadina di “Sleepy
siva statunitense in onda dal 16
della loro eredità di Testimoni,
Hollow” a New York, in un mon- incaricati di sconfiggere Moloch.
settembre 2013 sulla rete televisi- do totalmente diverso da quello
Ad aiutarli, il capo della polizia
va Fox. All’origine c’è il racconto che conosceva, nel quale strani
Frank Irving (Orlando Jones) e la
di Washington Irving, seguito da eventi iniziano ad avvenire. Poco moglie-strega di Ichabod, Katrina
una serie di trasposizioni cinema- dopo scopre che anche il suo
(Katia Winter), rinchiusa dal de-
tografiche, una versione Disney
nemico si è risvegliato ed è in
mone in un purgatorio di pena
del 1949 e la versione di Tim
cerca della sua testa. Il tenente
da cui suo marito tenterà poi di
Burton che ha per protagonisti
Abigail Mills, (Nicole Beharie)
salvarla. Svariati personaggi cer-
Cristina Ricci e Johnny Depp. In
dopo essere sfuggita da un dolo- cheranno però di ostacolarli in
questo telefilm emerge la consa-
roso passato, è ora una promet-
questa lunga battaglia tra bene e
pevolezza di un pezzo della sto- tente detective che sta per arruo-
male. Oltre ad ammettere l’impre-
ria americana fortemente trascu-
larsi nell'FBI. Dopo aver assistito
vedibilità e l’originalità della sto-
rato dal mondo delle serie tv,
all'omicidio del suo collega e
ria, bisogna attribuire un particolare merito a Tom Mison, che è
stato capace di interpretare in
maniera eccelsa un gentiluomo
del sud, catapultato in un mondo
di tecnologia e volgarità, da cui
cerca di tenersi distante. È una
serie che ha colpito sotto molti
punti di vista e che promette di
migliorare ed evolversi anche in
futuro: non a caso, risulta essere
il miglior debutto della FOX dal
2006…
quello della guerra di secessione mentore sceriffo Collins, è la prie dunque del Generale Wa-
ma ad incontrare il cavaliere in
Jolette d’Onofrio & Daniela Rauc-
shington e degli altri grandi pa-
città e decide di aiutare Crane.
ci, VI
trioti americani. Nel 1781
A rappresentare il nemico nume-
Ichabod Crane (Tom Mison), sol- ro uno dei protagonisti, è in realdato coloniale sotto il comando
tà un demone, Moloch, che Ab-
del Generale Washington duran- bie aveva già visto sorgere dal
te la guerra di Indipendenza, tro- terreno quando era ancora una
va la morte lottando contro un
bambina. Crane e Abbie, nel
temibile nemico Assiano, che rie- combattere contro il demone,
sce però a decapitare, prima di
scopriranno un legame mistico
morire. La storia comincia con il
che li porterà sulle tracce della
risveglio di Ichabod 250 anni
storia della nazione americana e
FILM
L’OTTAVA MERAVIGLIA DEL CINEMA: THE HATEFUL EIGHT
Tarantino ci mostra il suo ottavo film e il suo secon-
avvelenato il caffè e John muore. Qualcuno
do western (dopo “Django”) in tutta la sua realisti-
nell’emporio è in combutta con Daisy, è suo com-
ca crudezza. Diviso in sei capitoli, il film racconta
plice nella progettata fuga. Chi sarà? Avvincente
la storia di otto personaggi incastrati in un empo-
fin dalle prime inquadrature con un paradisiaco
rio durante una bufera qualche anno dopo la rivo-
sottofondo musicale composto dal maestro Ennio
luzione americana. O.B. Jackson porta la sua car-
Morricone. Un film da non perdere assolutamente
rozza con Daisy Domergue, spregiudicata fuori-
che tiene senza fiato in alcune scene, commuove
legge, che è trasportata da John Ruth, cacciatore
in altre e annichilisce con una violenza messa da-
di taglie (detto "Il Boia" perché ama consegnare
vanti allo schermo tipica di Tarantino, ma che per-
vive le sue prede), a Red Rock per essere giustizia-
mette un'immedesimazione sconvolgente per la
ta. Sulla strada incontrano il Magg. Marquis War-
sua realtà. Un cast spettacolare con attori dal cali-
ren, esercito degli unionisti, di colore, esonerato
bro di Samuel L. Jackson (maggiore Warren), Tim
con demerito e ora anch’egli cacciatore di taglie,
Roth (Osvaldo Morbay) e Kurt Russell (John Ruth).
il quale richiede un passaggio per Red Rock per
Un plauso va fatto anche al doppiaggio di Luca
sé e per consegnare i criminali morti. John accetta
Ward (John Ruth) e Francesco Pannofino (Warren).
ma deve essere incatenato e accetta anche la
Per le riprese sono state utilizzate delle cineprese,
stessa richiesta da parte di Chris Mannix, sudista
quelle che venivano usate anni fa, al fine di mi-
e nuovo sceriffo di Red Rock. Arrivano all’emporio
gliorare la qualità delle immagini. …piccola curio-
di Minnie, luogo dove sostano per qualche giorno
sità che farà male a molti: in una scena del film
data la violente bufera, qui incontrano Bob detto
Kurt Russell spacca una chitarra, era una scena
”il Messicano”, sostituto di Minnie a capo dell’em-
che Tarantino voleva improvvisare. Piccolo partico-
porio; Oswaldo Mobray, nuovo boia di Red
lare: Russell non sapeva che fra le mani aveva
Rock; Joe Gage, cowboy in viaggio per visitare
una Martin del 1860 da 40.000 dollari. Taranti-
la mamma e l’anziano Sanford Smithers, genera-
no ha commentato la scena così: “buona la prima
le dell' esercito degli Stati Confederati del Sud, in
Kurt!”.
viaggio per cercare suo figlio anche se con la cer-
Corvino Pier Ferdinando, V I
tezza della sua morte. Ad un certo punto viene
VIDEOGAME
FALLOUT 4
Il 3 giugno 2015, dopo anni di interminabile
so anno per la next gen. Le texture sono inespres-
attesa, ricca di numerose indiscrezioni e specula-
sive, i modelli dei personaggi sono molto basilari
zioni, l’azienda videoludica “Bethesda” annuncia
e le animazioni “legnose”. Anche la fluidità del
l’uscita del quinto capitolo della serie “Fallout”,
gioco non è delle migliori, specialmente in pre-
con data di pubblicazione il 10 novembre dello
senza di numerosi nemici, e complica spesso l’a-
stesso anno. Fallout 4, rispettando la tradizione
zione di gioco, così come non manca un altro
dei precedenti capitoli, si presenta come un tipico
marchio di fabbrica della Bethesda : i bug, tra i
gioco di ruolo : il giocatore completa missioni
più fastidiosi ai più “divertenti”. In poche parole,
principali, secondarie e diverse altre attività, ac-
Fallout 4 è forse uno dei giochi più difficile da
quisendo punti esperienza necessari per aumenta-
giudicare; esso, più di tanti altri videogiochi, di-
re il livello e le statistiche del proprio personag-
pende fortemente dal gusto soggettivo del gioca-
gio, che può essere giocato con la visuale della
tore. Probabilmente non è il gioco più adatto ai
prima o della terza persona e che per la prima
videogiocatori “casual”, complice, come abbia-
volta in un capitolo della famosa serie avrà una
mo precedentemente scritto, una componente tec-
propria voce. La trama si svolge in una Boston
nica non proprio all’altezza, una grafica insoddi-
post-apocalittica, più di duecento anni dopo una
guerra nucleare, con il nostro personaggio che,
per salvare se stesso e la propria famiglia, raggiunge il rifugio antiatomico, chiamato “Vault
111”, subendo un’ibernazione, al risveglio della
quale osserverà due individui sconosciuti aprire il
tubo criogenico del coniuge, con l’intento di rapire Shaun, il proprio figlio. Eseguito il rapimento, il
nostro giocatore fuggirà dal Vault per poi subito
iniziare la ricerca del figlio rapito. Riprendendo
sfacente, una trama anonima e scialba e missioni,
una delle caratteristiche dei precedenti capitoli,
che se pur di una quantità esagerata, risultano
presente ad esempio nel terzo, durante l’esplora-
molto schematiche e ripetitive, per non parlare di
zione (punto di forza del capitolo, con una map-
quanto siano banali e fini a se stesse molte secon-
pa vastissima e piena di zone interessanti e ricche
darie. I fan del genere e specialmente quelli della
di oggettistica), il personaggio potrà essere ac-
saga, apprezzeranno quasi sicuramente il capito-
compagnato da un alleato scelto a sua volta, il
lo, oltre a conoscere già al meglio le sue mecca-
quale lo aiuterà nei combattimenti contro qualsiasi
niche, avendo giocato ai precedenti capitoli, e
nemico. Il gameplay, generalmente, non è cam-
avranno la possibilità di dedicare un numero spro-
biato tantissimo rispetto ai precedenti capitoli, se
positato di ore di gioco all’esplorazione della Bo-
non per qualche innovazione nel crafting. Si tratta
ston post-apocalittica. Noi, dalla nostra, ci aspet-
di un gioco di ruolo finalizzato all’azione, nel
tavamo qualcosa in più da uno dei titoli più attesi
quale è consigliabile la visuale della prima perso-
dell’anno video ludico.
na, come in un classico “First Person Shooter”.
Ciò che purtroppo grava su questo capitolo è sicuramente la componente tecnologica e grafica,
assai arretrata rispetto a tanti titoli usciti nello stes-
Diego Corrado, Vincenzo Capone, V I
LICEO CIRILLO
SETTIMANA DELLO STUDENTE
10-16 FEBBRAIO 2016
con
Il senatore Lucio Romano
Il Vescovo di Aversa mons. Spinillo
Il sindaco di Casal di Principe Renato Natale
Mario Cecchi Paone
Mina Welby
Gianni Solino di Libera
e altri…
Cineforum
Conferenze in streaming
Laboratori
e altro...
CIRILLO WEBZINE - N. 25 Febbraio 2016
Periodico Mensile del Liceo “D. Cirillo” di Aversa
Supervisione prof. Bernardo Cicchetti Segretaria di Redazione Giulia Martino Redazione
Miriam Manna, Alessia Polverino
Rubriche D’Onofrio & Raucci (Serie TV), P. F. Corvino (Film), Maria D. Grimaldi & Cesario Marino
(Libri), Raffaele Chiantese (Fumetti), Diego Corrado & Vincenzo Capone (Videogame)
Grafica & Impaginazione Rosa Pannullo, Carmine D’Angelo
Copertina Vincenzo Capone & prof.