Yogurt al gusto amaro ver1 lavoratori ex bav
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Yogurt al gusto amaro ver1 lavoratori ex bav
Yogurt al gusto amaro ver 1 lavoratori ex bav VILLA LAGARINA - La Vallagarina dovrà dire addio al suo yogurt? Sembra proprio di sì. E con il prodotto lattiero, Villa Lagarina quasi certamente dovrà perdere anche qualche posto di lavoro. A svelare il possibile trasferimento della produzione dall'ex caseificio Sav a quello della Trentinalatte di Rovere della Luna è stato ieri Stefano Montani, segretario trentino della Flai-Cgil, rendendo pubbliche le voci che parlavano di contatti con Latte Trento e Trentinalatte. Voci - obtorto collo - confermate da Sergio Paoli, direttore di Latte Trento, il quale chiarisce (nell'intervista qui a fianco) che per ora si tratta solo di contatti, che nulla ancora è stato firmato, ma ammette di vedere con favore l'accordo. «Sappiamo che lo yogurt non rende - incalza il sindacalista Montani - i macchinari non funzionano. Anche se la qualità è ottima, i volumi calano, lo yogurt non rende. Sappiamo che si vuole fare il Polo bianco. Al- lora dicano la verità. Qui ci sono venti lavoratori, otto dei quali impegnati sullo yogurt». Montani è chiaro: «Appena un paio di anni fa la Federazione trentina della Cooperazione e l'allora presidente del caseificio Pinzolo Fiavè Rovereto, nella assoluta necessità di razionalizzare ed ottimizzare i costi, avevano cercato di far passare la linea dell'indispensabilità di far convivere nello stabilimento roveretano la produzione di yogurt e formaggio». Un equilibrio secondo Montani difficile da realizzare. «Non voglio ricordare nemmeno - continua Montani - la montagna di soldi pubblici spesi per acquistare una nuova linea per lo yogurt (che mai ha funzionato a dovere) e nemmeno quelli spesi (molti di più) per l'acquisto degli immobili del caseificio da parte di Cooperfidi. Limito le mie considerazioni all'unità di produttiva di Villa Lagarina senza addentrarmi in quello che è successo (e succede) negli altri stabilimenti della oggi Latte Tren- to. Dico questo per la semplice motivazione che i lavoratori di Villa Lagarina hanno già pagato un pesante dazio in termini occupazionali sull'altare del Polo bianco trentino. Sono quei lavoratori - sostiene ancora Montani - che hanno attraversato lo smembramento della vecchia Sav, intesa non solo come come uffici amministrativi, ma anche come Sav Frutta che è stata unificata con Cofrut riducendo il personale, come la cantina Sav di Galliano che è stata chiusa, come la Petrolmarket che ha subito la stessa sorte e come il mangimificio, anch'esso chiuso (e sempre di Cooperazione stiamo parlando)». Il sindacalista Cgil prende di punta il pezzo grosso della cooperazione: «Non più di un paio di anni fa, si poteva leggere sulla stampa locale l'impegno del presidente della Cooperazione, Diego Schelfi, e dell'assessore all'agricoltura, Tiziano Mellarini che, rispondendo alle nostra Paoli: idea saggia, meno sprechi TRENTO - Sergio Paoli, direttore di Latte Trento, è manager decisionista che non ama le cortine fumogene. E non vuole sottrarsi a una risposta al sindacato. È vero quel che denuncia la Hai Cgil, allarmata? «Non è vero che ci sia già un accordo. Ma è vero che stiamo trattando, da tempo, con Trentina (ex Trentinalatte) di Rovere della Luna». Insomma, volete affidare la produzione di yogurt all'azienda di Rovere della Luna (130 dipendenti): dalla cooperazione trentina ai cooperatori svizzeri di Emmi, il gruppo che controlla lo stabilimento ai confini nord della provincia, 110 milioni di fatturato Italia. «Senta, non è vero che sono calati i volumi (38 milioni di vasetti li produrremo anche quest'anno) ma è la stessa Cgil che ammette che formaggio e yogurt insieme si pestano i piedi. Io non avrei mai fatto un investimento del genere, deciso prima che prendessimo in mano le redini di Fiavé-Rovereto. Spostare i nostri volumi in un'azienda che è specializzata, fa 250 milioni di vasetti, e con due ore aggiunte sulle loro linee ci consente di ottimizzare i costi e i risultati, è semplicemente razionale. È un modo per salvare i posti di lavoro e di non buttare via altri soldi pubblici». Ma sono posti a 50 km di distanza, 100 andata-ritorno, 15 euro al giorno di costi. Da Rovereto a Rovere: una beffa. «È meglio che un'attività non vada bene e metta a rischio i lavoratori, o è meglio salvaguardare l'occupazione rendendo la produzione di yogurt più efficiente ed economicamente sostenibile?». pgh preoccupazioni, dicevano "prioritario è dare certezze all'occupazione" e "si farà un piano di salvataggio e non ci saranno licenziamenti"». Domanda retorica di Montani: «Presidente Schelfi, che fine ha fatto quell'impegno, visto che ad oggi i lavoratori sono ancora a casa, nonostante l'accordo sindacale prevedesse il contrario?» Insomma, secondo Montani il più che possibile accordo tra Latte Trento e Trentinalatte verrà «benedetto come una indispensabile sinergia per "aiutare" Latte Trento e 8 lavoratori rischieranno il posto». Qualcuno, poi, si prenda la briga di spiegare che per competere sui mercati nazionali e mondiali è necessario realizzare il famoso polo lattiero-caseario mandando ancora una volta a casa qualche lavoratore. Oggi lo spiegheranno ai lavoratori di Villa Lagarina, domani se le mozzarelle prenderanno la strada del Trentino settentrionale, lo spiegheranno anche a Fiavè». Faf