Migranti, l`Italia accusa l`Europa
Transcript
Migranti, l`Italia accusa l`Europa
MARTEDÌ 13 MAGGIO 2014 ANNO 139 - N. 112 www.corriere.it Milano, Via Solferino 28 - Tel. 02 62821 Roma, Piazza Venezia 5 - Tel. 06 688281 In Italia EURO 1,40 Servizio Clienti - Tel 02 63797510 mail: [email protected] Fondato nel 1876 Proposta degli Usa Il no di Google e Facebook al Web a doppia velocità Dopo Roma-Juve Tre giornate a Chiellini Ma Prandelli: lo convoco Con il Corriere Il libro premio Pulitzer sul caso Snowden di Massimo Gaggi a pagina 29 di Alessandro Bocci a pagina 41 Oggi in edicola a 12,90 euro più il prezzo del quotidiano IL DIETROFRONT DI GRILLO SULLA TV CONVERSIONE DI UN LEADER L’inchiesta Paris e la sponda politica. Maltauro: ho pagato 400 mila euro Giannelli Expo, due arrestati ora parlano E Greganti entrava in Senato di ALDO GRASSO di LUIGI FERRARELLA 9 771120 498008 40 5 1 3> Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano B eppe Grillo ospite del salotto di Bruno Vespa? Succede anche questo, nel nostro piccolo mondo alla rovescia. È come veder allenare la Juve da Clarence Seedorf o chiedere al ministro Franceschini di educare le masse con la tv. Grillo si è deciso al gran passo, che sarà lunedì prossimo, perché ha scoperto che in campagna elettorale Internet non basta, serve anche la tv istituzionale. E chi meglio di Vespa, la «terza Camera dello Stato»? L’ultima volta che si sono visti è stata 31 anni fa. Era una serata elettorale, la Dc di De Mita crollata, Vespa faceva Vespa e Grillo il giullare, per alleggerire quel mare di chiacchiere. La cosa che più stupisce è che fino a poco tempo fa la tv era per Grillo una ossessione: «Ho fatto la tv per 40 anni, fa male non per quello che viene detto ma per quello che si vede. Noi non andremo in tv, noi la occuperemo… La tv è morta da un pezzo, gli unici a non saperlo sono quelli che ci vanno». E ancora, i talk show li ha sempre descritti come luogo di massima perversione tra politica e tv perché «condotti abitualmente da giornalisti graditi o nominati dai partiti». Per non parlare della fatwa lanciata nel 2012, quando ai candidati del Movimento impartì perentorio: «Chi partecipa ai talk show deve sapere che d’ora in poi farà una scelta di campo». A cosa si deve questo cambio di strategia? Il M5S ha costruito la sua fortuna sulla Rete, sul web, sul blog. E in effetti molto della comunicazione del Movimento, ogni giorno, passa da lì. Ma fin dall’inizio questa è stata soprattutto la retorica tipica del «vaffa», perché la tv ha invece svolto un ruolo decisivo: la comunicazione di Grillo è passata anche attraverso i suoi palinsesti, con proclami, interviste, frammenti di comizi e di spettacoli, efficaci perché contrapposti ai politici «tradizionali» seduti a discutere in studio. Dopo le ultime Politiche, però, qualcosa è cambiato: sono emersi i primi personaggi tra le truppe parlamentari, qualcuno ha svelato un po’ di «presenza», e così gli spettatori dei talk hanno imparato a conoscere i vari Fico, Di Maio, Di Battista. Ora il cerchio si chiude con il grande ritorno del Capo, a ristabilire una leadership, a sottolineare una primogenitura, forse ad anticipare un nuovo cambiamento del suo ruolo, anche politico, nel Movimento. La prova generale si è avuta a Bersaglio Mobile con Enrico Mentana: è andata bene. Abituati a sentire Grillo urlare nelle piazze, e cavalcare costantemente la linea sottile (e sempre più confusa) che sta tra il comizio e la gaglioffaggine, sarà interessante capire come questa carica comunicativa reagirà con il curiale salotto di Vespa. Grillo presume molto di sé, si vive come uomo della Provvidenza (la sua sola presenza servirà a «salvare» la vituperata tv?); il fool turpiloquente si fa ora stratega comunicativo e politico. Certo, gli arresti dell’Expo, gli scandali continui lo aiutano non poco a cavalcare il malcontento degli elettori, a uscire dalla sua immobilità prepolitica (attraversata da una vis letale), a fare nuovi adepti, a «purificare» gli scontri interni e le polemiche che si porta dietro. A meno che Vespa non lo anestetizzi e ci restituisca un Grillo d’antan, con differenti ruoli in commedia ma con lo stesso stile comunicativo. © RIPRODUZIONE RISERVATA I lavori Appalti rivisti I quattro punti per salvare il grande evento di ELISABETTA SOGLIO A PAGINA 5 lexander Pereira, il sovrintendente designato della Scala, non accetta la riduzione del cachet. E il cda del Teatro rimanda la decisione sul destino del futuro sovrintendente. In discussione l’acquisto di 7 opere dal Festival di Salisburgo, di cui Pereira è ancora direttore. Pereira ritiene di aver agito per il meglio in una situazione in cui non ha diritto di firma e deve progettare le future stagioni, spettacoli per Expo compresi. Per questo, non accetta di essere posto sotto tutela. SERVIZIO A PAGINA 38 - COMMENTO A PAGINA 36 Scajola si vantava: ho un servizio segreto di GIOVANNI BIANCONI N elle telefonate tra Scajola e Speziali, l’uomo del collegamento con il Libano, l’ex ministro si vanta di avere un suo servizio segreto e il nome di Berlusconi è citato in relazione all’ex presidente Gemayel. ALLE PAGINE 8 E 9 Caccia, Cavalli, Rosaspina Chomsky e gli altri Migranti, l’Italia accusa l’Europa LA RESA DEGLI SCIENZIATI SULL’ORIGINE DEL LINGUAGGIO Renzi: salvano le banche, fanno morire madri e bambini Boko Haram mostra le ragazze rapite: «Convertite all’Islam» Ancora un naufragio nel tratto di mare tra Libia e Lampedusa. Ancora un barcone partito con centinaia di persone e soccorso quando all’appello mancavano già decine di dispersi, in prevalenza donne e bambini. Il ministro Alfano denuncia: l’Europa ci ha lasciati soli, ora ci aiuti. CONTINUA A PAGINA 2 CONTINUA A PAGINA 25 di FIORENZA SARZANINI È di ISABELLA BOSSI FEDRIGOTTI C ostrette a recitare il Corano a memoria, a cantarne i versetti, velo bianco, velo nero, fosse pure velo integrale: qualsiasi cosa pur di salvarsi. Si sono convertite all’Islam, hanno annunciato con orgoglio i loro rapitori di Boko Haram, mostrando le ragazze rapite in Nigeria in un video (nella foto). E chi, minacciato di violenza, di morte o di schiavitù, non l’avrebbe fatto? IL COMMENTO A PAGINA 36 - A PAGINA 3 Farina, Mazza, Olimpio Elezioni in India Dopo il referendum Un plebiscito per i nazionalisti Il tramonto dei Gandhi I separatisti dell’Est Ucraina chiedono di unirsi a Mosca di DANILO TAINO di GIUSEPPE SARCINA A PAGINA 12 A PAGINA 13 P accaduto di nuovo, come era prevedibile. Ci sono altri morti in quel tratto di mare che separa la Libia dall’Italia. Ci sono altri naufraghi che porteranno sempre con sé l’immagine di figli, mogli, mariti, fratelli e sorelle travolti dalle onde mentre cercavano di realizzare il sogno di arrivare in Europa, di costruirsi una nuova vita. Le promesse (svanite) di Bruxelles Il video: costrette a pregare con il velo di MASSIMO PIATTELLI PALMARINI enso sia pura coincidenza che esca proprio in questi giorni, sul numero di maggio di Frontiers in Psychology, una critica devastante di molte recenti pubblicazioni sulle origini del linguaggio. Coincidenza perché ha appena chiuso i battenti, a Vienna, il decimo congresso internazionale, bi-annuale, dedicato, appunto, all’evoluzione del linguaggio (Evolang X), nel corso del quale dozzine di relatori, provenienti dai quattro angoli del mondo, hanno esposto il tipo di lavori persuasivamente demoliti nell’articolo in questione. Questo impietoso saggio di rassegna, intitolato Il Mistero dell’Evoluzione del Linguaggio, porta la firma di colui che molti (e io sono tra questi) considerano il massimo linguista vivente, cioè Noam Chomsky. A PAGINA 2 Cavallaro, Pasqualetto Pereira e la Scala, l’ultima scena A DA PAGINA 4 A PAGINA 7 Imarisio, Giannattasio, Meli Martirano, Piccolillo Le intercettazioni Un barcone affonda sulla rotta tra la Libia e Lampedusa: decine di vittime e dispersi Caso Salisburgo Il consiglio vuole ridurgli lo stipendio, il sovrintendente rifiuta di PIERLUIGI PANZA e UGO SAVOIA P arlano due degli arrestati nell’inchiesta per gli appalti Expo. L’imprenditore Maltauro conferma di aver pagato: è peggio di Tangentopoli. E il general manager di Expo 2015 Paris anticipa di voler spiegare come, perché e per chi sia arrivato a commettere «gli errori» di cui si assume «la responsabilità».