Untitled - Tecnologia e Sicurezza

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GLI INFORTUNI SUL LAVORO
-LA CADUTA DALL'ALTO IN EDILIZIA a cura di Antonella Cicione
SINTESI
Esiste una correlazione tra gli infortuni e misure di prevenzione? Qual'è la strategia migliore per far
accrescere la consapevolezza dei rischi e far acquisire comportamenti corretti ai lavoratori?
E' a queste domande che si cerca di rispondere attraverso la valutazione di dati e risultati di
inchieste infortuni svolte e concluse con particolare riferimento al rischio " cadute dall'alto";
considerando che lo sviluppo tecnologico e l'introduzione di norme specifiche nel settore ha portato
una progressiva diminuzione degli infortuni sul lavoro, senza però rendere il fenomeno
infortunistico di dimensioni marginali.
1. INTRODUZIONE
Il tema della sicurezza e prevenzione sui luoghi di lavoro è da anni uno dei più dibattuti. Esso è
spesso portato alla ribalta dalle cronache per il notevole numero di incidenti che si verificano quasi
quotidianamente.
Non è raro, infatti, che gli ambienti di lavoro non siano sicuri, o che volutamente, ai fini di un
risparmio in termini economici, di mezzi e di risorse umane, non siano messi in sicurezza, perdendo
di vista le tragiche conseguenze che tali da comportamenti possono scaturire.
Per sicurezza sul luogo di lavoro vanno intese tutte quelle misure di prevenzione e protezione che
devono essere adottate in ambito lavorativo dal datore di lavoro, dai suoi preposti e dagli stessi
lavoratori. Le misure in oggetto vengono adoperate al fine di migliorare le condizioni di lavoro e
ridurre la possibilità di infortuni e rischi.
Di certo, in Italia, la normativa atta ad arginare il fenomeno esiste ed ha subito anche una notevole
evoluzione, ma è noto purtroppo che questo non è fatto indicativo, infatti, gli incidenti, anche se in
misura ridotta rispetto agli ultimi anni, continuano drammaticamente ad accadere.
Ci si domanda di fronte all'opportunità di progettare un intervento per prevenire un fattore di rischio
o un danno, quanti e quali siano stati fatti in questa direzione, certo sono già stati proposti e studiati
numerosi interventi di prevenzione, tuttavia l'efficacia non è chiara; il lavoro più aggiornato di
ricapitolazione e riassunto sistematico di tali lavori è la revisione di Van der Molen 2007.
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1.1 L'IMPORTANZA DELLE NORME IN TEMA DI SICUREZZA SUL LAVORO
Tra gli interventi più significativi degli ultimi anni ricordiamo la legge n. 626/94 che rappresenta in
assoluto la prima norma , volta ad introdurre nuovi fondamentali concetti ed innovazioni nel campo
della salute e sicurezza dei lavoratori sui luoghi di lavoro. Essa ha cambiato la tecnica di
prevenzione e, allo stesso tempo, ha tramutato un concetto di cura post-esposizione in un concetto
di prevenzione ed informazione. Infatti, la principale novità introdotta dal D.Lgs. n. 626/94, nel
rispetto delle direttive CE emanate all’epoca in materia, è stata proprio l’introduzione di un Servizio
di Prevenzione e Protezione di cui il datore di lavoro è responsabile della sicurezza ed ha l’obbligo
della valutazione del rischio (risk assessment), intendendo per esso un processo di individuazione
dei pericoli e, successivamente, di tutte le misure di prevenzione e protezione volte a ridurre al
minimo sostenibile le probabilità (quindi il rischio) e il danno conseguente a potenziali infortuni e
malattie professionali.
In altre parole, in virtù di questo intervento normativo è il datore di lavoro a garantire ai lavoratori
condizioni di sicurezza e salubrità ed a valutare se nell’ambiente di lavoro sono presenti rischi per il
lavoratore, e a provvedere che questi sia informato sui rischi per la sicurezza e la salute attinenti
all’attività dell’Azienda, sulle misure di prevenzione e protezione e dei dispositivi di protezione
individuale, sulle procedure antincendio, evacuazione dei lavoratori, di pronto soccorso.
A sua volta, ogni lavoratore, deve occuparsi della propria sicurezza, della propria salute e di quella
delle altre persone che sono presenti sul luogo di lavoro e su cui potrebbero incidere gli effetti della
sua condotta o delle sue lacune, secondo la sua formazione e secondo le direttive e i mezzi che il
datore di lavoro gli ha fornito.
Nel nostro paese la salute e la sicurezza sul lavoro sono attualmente regolamentate dal D.lgs n.
81/2008, ovvero il Testo Unico Sicurezza sul lavoro entrato in vigore da maggio del 2008. Questa
normativa ha disegnato implicitamente tra le proprie disposizioni un sistema di gestione basato sul
ciclo di Deming, nel quale la valutazione dei rischi costituisce l'atto fondamentale e programmatico.
Appare chiaro, pertanto, come quest'ultima debba basarsi su criteri metodologici del tutto coerenti
con i requisiti indicati nella norme BS OHSAS 18001 – dove sono due le fasi fondamentali che
costituiscono i l processo di valutazione dei rischi: l'analisi dei rischi e la ponderazione dei rischi .
(2 – la norma BS 18004/08 dal titolo "Guide to achieving effective occupational health and safety
performance" – criteri per l'effettuazione del processo di valutazione dei rischi (risk
assessment).Proprio l'adeguamento a questi standar ha consentito alle aziende di prepararsi
all'adozione di un modello di "organizzazione e di gestione della sicurezza" avente validità esimente
secondo le indicazioni contenute nell'art.30 del D.Lgs.81/08.
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Intervenendo in materia, infatti, il Governo ha voluto fortemente rendere più effettive la tutela della
salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il Decreto in oggetto prevede altresì l’ampliamento del campo di applicazione del quadro normativo
in materia di salute e sicurezza anche verso il settore del lavoro autonomo, delle imprese familiari e
in tutte le tipologie contrattuali generalmente riconducibili alla definizione di “lavoro flessibile”.
Quanto agli altri aspetti, si ravvisa una forte riduzione delle sanzioni penali su alcuni aspetti
applicativi fondamentali del decreto, quale ad esempio la mancata o incompleta valutazione dei
rischi atto fondante di tutta la gestione della sicurezza del lavoro nei luoghi di lavoro.
2. MATERIALI E METODI
Il presente lavoro è partito da un’analisi della normativa passata e presente che regolamenta il
mondo del lavoro, per poi proseguire con una lettura di fonti ufficiali relative agli ultimi dati circa
gli incidenti sul lavoro in generale e delle cadute dall’alto in particolare per poi terminare con i
risultati di inchieste infortuni svolte e conclusesi negli ultimi anni.
Dopo aver confrontato in maniera dettagliata le banche dati degli ultimi anni di Organi Istituzionali
si è osservato come nello specifico la caduta dall’alto rappresenti l’infortunio, non solo più diffuso,
ma anche quello più grave con un alto tasso di mortalità. Si è proseguito poi con la raccolta dei dati
circa il settore che maggiormente registra tale tipologia di infortuni: il settore dell’edilizia. Si è
cercato così di indicare i luoghi che sono maggiormente teatro di cadute dall’alto.
Per avere un quadro più chiaro della questione relativa agli infortuni sul lavoro è necessario fare
una disamina dei dati.
Nel 2012 si è riscontrato un andamento positivo rispetto all’anno precedente per quanto concerne il
verificarsi degli incidenti sul lavoro. Addirittura, si parla di una riduzione di 16.000 casi.
Sul piano territoriale il calo risulta generalizzato: il Mezzogiorno e nel Centro i lavoratori italiani si
sono infortunati meno rispetto al Nord ( -3,3%). Quest’ultimo si segnala, tuttavia, per un aumento
occupazionale dello 0,6%, che al Sud si ferma solo al +0,2%, contro il decremento registrato nel
Centro dello 0,6%. I casi mortali calano sensibilmente nel Mezzogiorno (25 decessi in meno, pari a
-15,9%), restano sostanzialmente invariati al Centro (due casi in meno, pari a -2,4%), mentre
aumentano nel Nord (+24 vittime, +12,6%).
Questi gli ultimi dati rilevati:
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Se invece si esaminano i dati INAIL pervenuti al 30 aprile 2013 relativi a infortuni accaduti nel
2012 il numero totale si attesta intorno a 744.916: il dato registra una diminuzione dell’8,89% sul
2011 e del 23% sul 2008. “Tra le denunce pervenute, quelle positivamente riconosciute dall’Istituto
come casi di infortunio sul lavoro sono risultate 496.079, oltre 60mila in meno rispetto alle
559.504 dell’anno precedente”
“Per quanto riguarda gli episodi mortali, le denunce pervenute entro la stessa data e relative al
2012 sono state 1.296 (-5,19%): 790 di queste sono state effettivamente accertate dall’Inail come
infortuni sul lavoro, un decremento dell’8,78% rispetto agli 866 casi mortali dell’anno
precedente”.(1-Fonte: www.inail.it/internet/salastampa/SalastampaContent/PeriGiornalisti/..)
L’INAIL ritiene che la positività degli ultimi dati, almeno in parte, da attribuire all’attività di
prevenzione e al miglioramento dei livelli di sicurezza. Bisogna tuttavia precisare che
nell’analizzare questi dati va considerato l’impatto della crisi economica internazionale. I settori più
colpiti dalla crisi sono quello dell’industria e dell’edilizia, ossia, due settori a cui si attribuiscono in
genere il maggior numero di infortuni.
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2.1 LE CADUTE DI PERSONE DALL’ALTO: ALCUNI DATI
Le cadute di persone dall’alto, anche se da qualche anno sono in diminuzione, rappresentano uno
degli infortuni più frequenti.
Uno dei settori portanti dell’economia nazionale è quello delle costruzioni, settore che si colloca
purtroppo ai primi posti anche per frequenza di eventi infortunistici e per gravità delle lesioni: “tra
gli infortuni avvenuti nel comparto, oltre un migliaio di casi di inabilità permanente ed un’ottantina
di morti (pari ad un quarto dei decessi avvenuti nel settore edilizio) avvengono per cadute dall’alto,
la quale si conferma ancora una volta la principale causa di infortunio grave”.
I pericoli principali per coloro che lavorano sui tetti sono:
•
cadute (inciampare, scivolare, perdere l’equilibrio);
•
sfondamenti di coperture dei tetti;
•
cadute dall'alto oltre il bordo del tetto.
Il rischio di caduta dall’alto, quindi, rappresenta l’infortunio più comune presso i cantieri edili; i
seguenti dati lo dimostrano: su 389 casi di cadute dall’alto esaminati, 276 sono risultate mortali e
113 con esiti gravi.
Il grafico sottostante mostra come sul totale delle cadute dall’alto, il numero maggiore, quasi la
metà, si concentra nel settore delle costruzioni:
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Se si approfondisce la questione si nota come molte di queste cadute si verifichino durante attività
lavorative in quota su coperture; attività che riguardano la costruzione di nuove coperture, ma anche
la manutenzione di quelle esistenti, specie in molti centri urbani che presentano un patrimonio
edilizio piuttosto datato. Tutto questo porta a riflettere sul fatto che non vengano rispettate le norme
elementari di prevenzione, tra cui l’uso delle cinture o il montaggio di una corretta impalcatura
(interventi di facile attuazione e dai costi limitati), fattori ai quali va aggiunta una scarsa attività di
formazione e informazione.
Secondo i dati del’INAIL il 91% delle cadute mortali e l’87% di quelle con risvolti gravi accade
nelle piccole aziende. Di questi infortunati gli stessi titolari d’impresa risultano essere il 26% (di
tutte le cadute mortali).
Un aspetto che questi dati INAIL sottolineano riguarda l’età di alcuni infortunati: il 21% di tutte le
cadute mortali avviene tra ultrasessantenni; inoltre, gran parte di questi incidenti, come viene
mostrato nel grafico seguente, avvengono nei primi giorni di lavoro:
PRIMO GIORNO DI LAVORO
PRIMI 7 GIORNI DI LAVORO
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Il grafico che segue, invece, indica i luoghi in cui è avvenuta la caduta:
4. RISULTATI
Le inchieste portate avanti negli anni hanno evidenziato il fatto che vi sono specifici fattori o
carenze ai quali è stato possibile ricondurre causalmente gli eventi e, conseguentemente, ad
individuare misure ed accorgimenti che avrebbero consentito di prevenire quanto accaduto.
Le attrezzature che non garantiscono contro il rischio di caduta dall'alto, la cui inadeguatezza è
riconducibile prima che inizi la dinamica infotunistica unitamente all' adozione di comportamenti
scorretti da parte dell’infortunato o di altre persone, ossia, il mancato rispetto di regole o procedure
attinenti alla mansione svolta, sono risultate le principali cause di infortuni; a ciò va poi aggiunta la
mancanza o l’inadeguatezza dell’attività di formazione oltre all'individuazione di Dispositivi di
Protezione Individuali (DPI)
non idonei all’attività svolta e di misure organizzative carenti
all’interno del luogo di lavoro. Tutto ciò va ad inserirsi nel novero dei fattori che portano agli
infortuni, viene altresì
determinato che stessi infortuni che interessano questo settore e nella
fattispecie le cadute mortali avvengono nei primi giorni di lavoro; è stato anche posto in evidenza
che spesso protagonisti di tali infortuni sono gli ultrasessantenni.
L’analisi quantitativa portata avanti si è conclusa con l’indicazione dei fattori che hanno
maggiormente determinato la caduta e anche con una schematizzazione delle modalità di
prevenzione della stessa.Lo schema seguente sintetizza i motivi che più frequentemente provocano
cadute dall’alto, ma anche le modalità di prevenzione.
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Da dove si cade
TETTI
TETTI IN ETERNIT
Perchè si cade
Misure di prevenzione
-assenza o inadeguatezza opere -utilizzo DPI per lavori "non
provvisionali
impegantivi"
es:
controlli
-mancato utilizzo DPI anticaduta momentanei
-predisporre
adeguate
opere
provvisionali per lavori prolungati
e/o rischiosi
- materiale non portante
- predisporre in sicurezza vie di
transito su superfici non portanti
-utilizzare cestelli aerei
IMPALCATURE/PONTEGGI
- mancanti e/o carenti di parapetti, - valorizzare e rispettare il PIMUS
ancoraggi, tavolati
(tutti coloro che lo utilizzano attori
della sicurezza)
CARRELLI ELEVATORI
- usati per sollevare persone sulle -formare i
lavoratori sui
forche o cestelli non a norma
comportamenti impropri delle
attrezzature
-procedure di divieto dell'utilizzo
scorretto
SCALE PORTATILI
- non a norma
- considerarre il corretto utilizzo
- uso non corretto
art. 113 D.lgs.81/08
- utilizzo per lavori a lungo
termine
Tutto questo porta a riflettere sul fatto che non vengano rispettate le norme elementari di
prevenzione, tra cui l’uso delle cinture o il montaggio di una corretta impalcatura (interventi di
facile attuazione e dai costi limitati), fattori ai quali va aggiunta una scarsa attività di formazione e
informazione.
5. CONCLUSIONI
Non pochi sono gli obiettivi raggiunti in Italia in tema di sicurezza sul lavoro ma ancora, talvolta,
lavorare implica situazioni di rischio e pericolo gravi. I motivi di tale stato di cose sono molteplici e
indissolubilmente intrecciati tra loro, a fronte dei quali non possono essere semplicisticamente
addotte giustificazioni economiche.
Ad ogni modo, volendo individuare i primi fattori verso i quali concentrare gli sforzi, va detto che
essi sono sicuramente l’informazione, la comunicazione, l’azione divulgativa e di sensibilizzazione
riguardo tali fatti e problemi. Solo promuovendo un’iniziativa culturale generalizzata, che adotti
quali principali referenti i giovani, è prevedibile una reale diffusa acquisizione del concetto di
prevenzione dei rischi alla salute. In effetti, è doveroso puntare molto sull’organizzazione del lavoro
e sulle norme che la riguardano facendole attuare e funzionare il più rapidamente possibile, con
reale impegno di tutti. È fondamentale far diventare le aziende luoghi di lavoro sicuri.
La sicurezza è un valore fondamentale e come tale deve essere insegnata nelle scuole e
propagandata negli altri ambienti. Occorre poi creare intorno ad essa un clima di assoluta
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attenzione, sia da parte degli organi di Governo, che dagli altri attori sociali e non ultima,
dall’Unione Europea.
Volendo sintetizzare gli infortuni per caduta dall'alto rappresentano ancora oggi un problema
frequente e grave, nonostante le misure per prevenire questi eventi ci siano e siano note, le cadute di
persone dall'alto pertanto rappresentano un "tipico e preoccupante esempio di evento sentinella",
cioè di evento avverso di particolare gravità che indica un malfunzionamento del sistema, che non
solo giustifica, ma in qualche modo rende pressante ripensare ed integrare gli interventi di sanità
pubblica con l'obiettivo di aggredire il problema in maniera più articolata e incisiva. Contrariamente
a quanto si crede comunemente non è vero che in edilizia tutti gli infortuni gravi o mortali per
caduta dall'alto accadano nella fase di costruzione di un'opera, molti avvengono proprio nelle
manutenzione di coperture e pareti.
Quest'analisi và anche valutata considerando che i dati sono riferiti ai soli eventi denunciati , ben
sapendo che in occasione di lavorazione in nero tali eventi vengono taciuti e che molti infortuni sul
lavoro si trasformano in giornate di malattia vista la convenienza per le aziende che non perdono il
bonus derivante dal non aver avuto infortuni.
Soluzioni possibili per diminuire gli incidenti sono l’aumento dei controlli e il coinvolgimento dei
lavoratori nel sistema sicurezza con opportuna formazione e informazione. Ogni caso, unito agli
altri che hanno modalità di accadimento simili può diventare momento di confronto per porre in
essere una nuova cultura della prevenzione mediante la divulgazione dei fattori di rischio
individuati con maggior frequenza.
6. BIBLIOGRAFIA
- AA.VV. La nuova normativa su prevenzione e sicurezza: problemi e prospettive dopo il decreto legislativo n.626/94,
Franco Angeli.
- Decreto legislativo n.81 del 9 aprile 2008 "Disposizione in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro" (G.U. 101 del 30.04.2008)
- Decreto legislativo n.106 del 3 agosto 2009 "Disposizione integrative e correttive al D.Lgs. 81/08 in materia di tutela
della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro" (G.U. 180 del 5.08.2009)
- www.inail.it/banche dati
- www.dors.it
- Lucie Laflamme "Modelli e metodi per l'analisi degli infortuni sul lavoro" dall'organizzazione del lavoro alle strategie
di prevenzione.Versione italiana a cura di G.Pianosi.
- www.acca.it
- www.ispesl.it/dipartimento documentazione informazione e formazione.