CNEL II CONFERENZA NAZIONALE DELLE RETI Dossier
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CNEL II CONFERENZA NAZIONALE DELLE RETI Dossier
CNEL CONSIGLIO NAZIONALE DELL’ ECONOMIA E DEL LAVORO II CONFERENZA NAZIONALE DELLE RETI Dossier Dotazione di infrastrutture in italia e nei principali paesi europei Roma, 4 - 5 maggio 2000 1. IL LIVELLO DI DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE NELLE REGIONI EUROPEE 1.1. La dotazione complessiva I risultati dell’analisi svolta, se esaminati a livello di paese (Tab. 1), disegnano un quadro della dotazione infrastrutturale complessiva che vede Gran Bretagna e Germania nettamente al di sopra degli altri tre paesi considerati. Tra questi ultimi la Francia risulta sostanzialmente in linea con la media dei cinque paesi (UE5), mentre l’Italia mostra un livello complessivo di dotazione leggermente inferiore alla media e la Spagna, infine, appare ancora attestata su un livello nettamente al di sotto (di circa il 30%) rispetto alla media UE5. Tab. 1. Livelli di infrastrutturazione complessiva nei 5 paesi europei (media UE5 = 100) Paese Indice sintetico di dotazione infrastrutturale Germania 115,9 Spagna 71,4 Francia 101,8 Italia 95,0 Regno Unito 117,9 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter Se si esamina la graduatoria a livello di regioni europee, ordinate sulla base dell’indice (decrescente) di dotazione complessiva, è la regione tedesca di Hamburg ad occupare il primo posto, seguita dalle regioni britanniche di Merseyside e Greater London. Più in generale, nell’ambito delle prime 10 posizioni figurano 5 regioni appartenenti al Regno Unito, 4 regioni tedesche ed una regione francese (Île de France, la regione di Parigi). All’estremo opposto della classifica si collocano due regioni spagnole (Canarias e 2 Extremadura); tra le ultime 10 in graduatoria, inoltre, figurano complessivamente 5 regioni spagnole, 3 italiane, ed una ciascuna per Francia e Regno Unito. Più che ad una graduatoria ordinale che assegna un preciso rango (posto in graduatoria) ad ogni regione, conviene far riferimento ad un ordinamento in classi, ciascuna delle quali risulta individuata sulla base di prefissati valori estremi dell’indicatore di dotazione infrastrutturale: ciò semplifica la lettura sintetica dei risultati e al tempo stesso attenua la rigidità di una classifica posizionale, dato che l’importante non è conoscere l’esatto posto in graduatoria di una determinata regione, quanto piuttosto sapere se una regione presenta una dotazione di infrastrutture alta o bassa o media. In particolare sono state individuate 6 classi di dotazione infrastrutturale, ciascuna individuata da un estremo inferiore e da un estremo superiore dell’indicatore sintetico, secondo il prospetto di seguito riportato . Classe Dotazione infrastrutturale Indicatore sintetico I Molto alta 150 e oltre II Alta Da 125 a 149,9 III Medio - alta Da 100 a 124,9 IV Medio - bassa Da 75 a 99,9 V Bassa Da 50 a 74,9 VI Molto bassa Fino a 49,9 * Livelli complessivi di dotazione infrastrutturale (Media UE5 = 100) In termini complessivi, ossia per l’insieme dei 5 paesi considerati, si rileva (si veda la Tab. 2) che oltre la metà delle 132 regioni trova collocazione nelle due classi medie, con leggera prevalenza della classe medio-bassa sulla medio-alta. Della restante metà circa due terzi si situano nella zona alta della classifica (indicatore di sintesi oltre 125), mentre un terzo nella parte più bassa (indicatore di sintesi al di sotto di 75). 3 Naturalmente, se si passa ad esaminare la distribuzione per paese, si notano differenze rimarchevoli: − nessuna regione tedesca si trova al di sotto della classe medio-bassa ed anche Gran Bretagna e Francia hanno pochissime regioni nelle due classi di più bassa dotazione (rispettivamente, 2 il Regno Unito ed 1 la Francia). Ciò significa, evidentemente, che sono di nazionalità spagnola ed italiana la quasi totalità delle regioni appartenenti alle ultime due classi: delle 21 regioni ivi situate, infatti, sono spagnole circa il 60% ed italiane poco meno del 30%; − all’opposto, le prime due classi sono composte per quasi l’85% da regioni tedesche e britanniche, queste ultime più numerose in assoluto nella classe di eccellenza (su 18 regioni appartenenti alla prima classe 10 sono britanniche, contro 6 tedesche ed una ciascuna per Francia e Italia); − nessun paese presenta almeno una regione in ogni classe. La distribuzione è infatti spostata verso l’alto (Germania e Regno Unito) o verso il basso (Spagna), mentre Francia e Italia presentano una forte concentrazione nelle due classi medie (in particolare, oltre i tre quarti delle regioni francesi si collocano in queste classi e quasi i due terzi si trovano nella sola classe medio-bassa). Tab.2. Classificazione delle regioni europee per livello di dotazione infrastrutturale complessiva e per paese (UE5=100) Distribuzione delle regioni per classe di dotazione infrastrutturale Paesi Molto bassa Bassa Mediobassa Medioalta Alta Molto alta Totale Germania - - 11 13 8 6 38 Spagna 2 10 2 2 1 0 17 Francia 1 - 14 3 3 1 22 Italia - 6 7 6 - 1 20 Regno Unito - 2 5 11 7 10 35 Totale 3 18 39 35 19 18 132 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 4 Più specificamente riguardo l’Italia, va innanzitutto sottolineato il caso della Liguria, che è la regione italiana con la migliore dotazione infrastrutturale: indicatore di sintesi 164 (superiore dunque di circa due terzi alla media UE5), unica regione italiana che si situa nella classe molto alta, 14^ posizione nella graduatoria decrescente delle 132 regioni europee considerate. Va altresì rilevato che nessuna regione italiana risulta collocata nella classe di dotazione più bassa, a differenza di quanto registrato nel 1985, in cui invece 3 regioni (tutte meridionali) figuravano in tale classe. Per il resto, si rileva una situazione infrastrutturale così sintetizzabile: - 6 regioni (circa il 30% del totale) si situano nella classe di dotazione medioalta (indicatore di sintesi tra 100 e 125): Piemonte, Lombardia, Veneto, FriuliVenezia Giulia, Emilia-Romagna e Lazio; - 7 regioni (il 35% del totale) si trovano nella fascia medio-bassa (classe 75100): tra queste figurano 3 regioni del Centro-nord (Toscana, Marche e Valle d’Aosta) e 4 del Mezzogiorno (Campania, Abruzzo, Sicilia e Puglia); - infine, delle restanti 6 regioni che risultano collocate nella classe di dotazione bassa (indicatore di sintesi tra 50 e 75) 4 appartengono alla ripartizione meridionale (in ordine decrescente di dotazione: Calabria, Basilicata, Sardegna e Molise), mentre 2 sono localizzate nel Centro-nord del paese (Umbria e Trentino Alto Adige). 1.2. La dotazione per singola categoria infrastrutturale Esaminando separatamente la dotazione di infrastrutture delle 132 regioni e dei 5 paesi nel campo dei Trasporti, dell’erogazione di Energia, delle Telecomunicazioni e dell’Istruzione − ossia delle quattro categorie principali analizzate −, si è in grado di definire con maggior precisione la situazione di deficit o di soddisfazione che le diverse realtà territoriali considerate presentano. 5 Quanto ai livelli di dotazione riscontrabili in ciascuna delle quattro categorie infrastrutturali principali, essi sono riepilogati a livello di paese nella Tab. 3 inserita nel testo. 6 Tab. 3. Livelli di do tazione per categoria infrastrutturale principale nei paesi europei (dotazione media UE5 = 100) Categorie infrastrutturali principali Paesi Trasporti Energia Telecomunicaz. Istruzione Germania 120,1 153,5 96,6 101,2 Spagna 48,6 65,0 95,7 86,1 Francia 98,4 104,0 115,2 90,9 Italia 97,1 92,9 92,2 98,0 Regno Unito 184,9 85,4 100,1 122,4 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter Nel settore dei trasporti (tab.4) il paese con la migliore dotazione risulta essere la Gran Bretagna, la quale supera dell’85% il livello medio dei 5 paesi. Tali performance dipendono, in buona parte, dalla presenza nella regione londinese (prima in assoluto nella graduatoria regionale per questa infrastruttura) ed in quelle ad esse adiacenti, di una fitta rete stradale, oltre che dalla disponibilità, nella stessa zona, del 18% del totale delle infrastrutture aeroportuali del paese per una superficie di appena il 10%. La rete dei trasporti britannica può comunque considerarsi territorialmente ben articolata e diffusa, visto che quasi tutte le sue regioni (la sola eccezione é rappresentata da Highland Islands) raggiungono un livello di dotazione superiore a quello medio UE5. È proprio in questo settore che, probabilmente, si fanno maggiormente sentire le distorsioni dovute alla diversa dimensione delle unità territoriali sulle quali è stata condotta la rilevazione. Infatti, a fianco alle regioni inglesi, sono le città-stato tedesche (Berlino, Amburgo, Brema) ad essere in testa alla graduatoria costruita secondo il livello di dotazione di infrastrutture di trasporto. La Germania, in ogni caso, detiene il primato per capacità della rete ferroviaria ed è, senza dubbio, ben equipaggiata nel settore aeroportuale. In quest’ultimo settore, peraltro, si registra il divario più forte tra le regioni occidentali ed orientali del paese; infatti, la dotazione di infrastrutture aeroportuali è di appena il 23,5% della media Comunitaria per l’area orientale, contro il 147,5% registrato per il resto del paese. 7 Tab. 4. Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie intermedie del settore trasporti, per paese, (dotazione media UE5 = 100) Categorie intermedie del settore trasporti Paesi Ferrovie Strade Aeroporti 159,3 101,5 110,1 83,4 Spagna 35,8 51,4 67,9 74,0 Francia 109,3 94,6 92,2 68,9 91,6 94,5 127,5 115,5 Gran Bretagna 136,0 218,2 135,8 229,8 UE 100,0 100,0 100,0 100,0 Germania Italia Porti Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter Italia e Francia non sembrano presentare problemi di rilievo per nessuna delle sottocategorie di infrastrutture di trasporto analizzate (strade, ferrovie, aeroporti, porti) (tab.4). Al riguardo è bene comunque ricordare che gli indicatori qui analizzati sono indicatori fisici di dotazione e solo in via di prima approssimazione essi possono essere ritenuti significativi del livello di servizio effettivamente fornito alla popolazione ed al sistema produttivo, a tale automatica estensione ostando la diversa “produttività” (efficienza e qualità) di ciascuna infrastruttura considerata. Se dal livello nazionale l’analisi scende a quello regionale, si ravvisano situazioni molto più differenziate e per qualche regione preoccupanti: questo sembra essere il caso, ad esempio, di regioni italiane quali Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Basilicata e Sardegna. È pur vero, tuttavia, che considerando le caratteristiche proprie di queste regioni, il grado di sottodotazione appare meno grave di quanto potrebbe apparire dalla semplice osservazione del basso livello dell’indicatore (intorno alla metà del livello medio UE5). Si tratta infatti di regioni che presentano una densità di popolazione molto più bassa della media nazionale, anche a motivo di una superficie territoriale in gran parte montuosa: entrambe queste condizioni – scarsa popolazione e intensa orografia – concorrono dunque a spiegare lo scarso sviluppo delle infrastrutture di trasporto in tali regioni. 8 La Spagna risulta indubbiamente il paese che fa registrare il ritardo più consistente nell’adeguamento della rete ferroviaria e stradale agli standard dei maggiori partner europei, come viene evidenziato dal fatto che 13 regioni spagnole su 17 non raggiungono per questa categoria infrastrutturale la soglia del 75% del livello registrabile nella media UE5. Per quanto riguarda le infrastrutture relative al settore dell’energia (tab.5), è la Germania la nazione che risulta in media la più dotata ed è una regione tedesca – quella di Hamburg – a far registrare la migliore prestazione tra le 132 regioni europee. Più in generale, l’indicatore di sintesi per il settore energetico risulta elevato per tutte le regioni che ospitano centri urbani di grandi dimensioni: Bremen, Dusseldorf, Greater London, Berlin, Madrid, Île de France, Lombardia ed altre. Le differenze di dotazione tra paesi sembrano inoltre potersi far dipendere anche dalla tipologia prevalente di infrastruttura energetica: rete elettrica, gasdotti o oleodotti. Infatti, se si esclude la Germania, il cui equipaggiamento per tutte e tre le tipologie analizzate risulta consistentemente superiore alla media (seppure anche qui si può individuare un maggiore peso della rete dei gasdotti), per gli altri paesi l’erogazione di energia avviene prevalentemente tramite uno o al massimo due vettori principali. Questo significa che, a seconda di quale sia il canale di distribuzione impiegato, muta il livello di efficienza della rete a parità di superficie territoriale coperta. Tab. 5. Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie intermedie del settore dell’energia, per paese Categorie intermedie del settore energia Paesi Elettricità Oleodotti Gasdotti Germania 141.5 126.5 308.6 Spagna 74.4 57.8 15.3 Francia 110.6 98.9 69.9 Italia 82.1 118.2 107.4 Regno Unito 77.9 129.0 28.7 UE 100.0 100.0 100.0 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 9 Per le infrastrutture appartenenti alla categoria delle telecomunicazioni, la nazione più dotata risulta essere la Francia, e francese è anche la regione più equipaggiata (Île de France), con una dotazione pari a 132,7. Nel complesso, comunque, la diffusione del sistema di comunicazioni (telefoniche) appare piuttosto equilibrata, come risulta chiaramente dagli indici di dispersione calcolati, e come viene confermato dal fatto che il livello di dotazione delle regioni più carenti per questa categoria infrastrutturale − quelle della ex Repubblica Democratica Tedesca − non scende mai comunque al di sotto del 60% del valore medio UE5 1. 1.3 La diffusione delle infrastrutture in Italia Nella Tabella 6 è riportato il coefficiente di variazione (un indice di dispersione che cresce all’aumentare della concentrazione) per le principali categorie infrastrutturali, espresse in percentuale del corrispondente livello medio nazionale. Tale indice consente di verificare quali tipologie infrastrutturali risultino più concentrate in alcune zone del paese piuttosto che in altre e quali invece siano distribuite più equamente sul territorio nazionale. Risulta che come in Europa la presenza nelle varie regioni delle infrastrutture riguardanti le telecomunicazioni e l’istruzione è abbastanza uniforme; per le altre due categorie infrastrutturali, invece, gli squilibri sembrano più consistenti. La Tab. 7 permette l’analisi di dettaglio delle dotazioni per categoria infrastrutturale per singole regioni. Tab. 6 Coefficiente di variazione per categoria principale e per paesi Stato Germania Spagna Francia Italia Gran Bretagna Trasporti Energia * 0,57 0,44 0,35 0,87 0,80 0,86 0,69 0,71 0,85 Telecomunic. Educazione 0,16 0,15 0,09 0,16 * 0,21 0,19 0,12 0,19 0,12 Indice generale 0,43 0,35 0,28 0,28 0,38 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 1 Considerando che il valore massimo per questa categoria è 132 (nella già richiamata regione francese Île de France), si è in presenza di un’escursione tra massimo e minimo di poco superiore a 2. Per avere un termine di confronto, si pensi che nel settore dei trasporti il livello minimo fatto registrare (sempre in rapporto alla media UE5) dall’indicatore sintetico è pari a 22 (Extremadura in Spagna) mentre quello massimo raggiunge 1380 (Greater London nel Regno Unito), con una escursione di oltre 60 volte tra massimo e minimo. 10 Tab.7 Indicatori di dotazione infrastrutturale per categoria principale e per regioni: (media nazionale = 100) Regione Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige Veneto Friuli Emilia Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna Trasporti Energia Telecomunic. Educazione Indice generale 106,2 36,0 198,4 111,9 54,2 120,2 113,2 94,5 101,1 85,8 109,4 136,6 99,8 77,3 132,4 95,9 59,8 105,3 104,5 51,4 138,2 159,9 319,7 207,2 46,0 167,9 94,9 109,1 85,8 32,1 47,9 152,2 58,5 24,8 103,7 73,2 51,5 47,8 64,1 32,3 109,8 138,4 132,2 109,3 104,8 100,8 111,2 113,9 109,4 94,5 96,7 110,9 95,2 85,9 77,7 83,2 91,3 77,7 88,4 86,4 92,9 69,9 104,8 95,8 81,5 96,9 111,0 130,8 119,4 123,1 128,0 128,4 111,7 78,9 82,9 86,4 81,9 69,3 94,7 101,2 110,6 86,4 172,2 124,8 67,9 118,5 107,3 111,3 103,2 75,2 89,8 131,2 88,8 60,0 97,0 84,3 69,3 72,2 86,5 61,7 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 11 2. UN'ANALISI DIACRONICA DELLA DOTAZIONE DI INFRASTRUTTURE NELLE REGIONI EUROPEE 2.1. Problemi di comparabilità Obiettivo di questa parte della ricerca è di verificare l’andamento nel tempo dei livelli di dotazione infrastrutturale nelle regioni dei cinque paesi considerati. Il periodo di confronto è stato identificato con il decennio delimitato, da un lato, dall’ultimo anno di disponibilità dei dati (il 1995) e, dall’altro, con l’anno di riferimento delle analisi già svolte in argomento (il 1985). Naturalmente, come sempre in analisi del genere, si tratta di due anni “convenzionali”, che rappresentano una sorta di media tra valutazioni riferite in realtà a periodi antecedenti o successivi, a seconda della specifica disponibilità di informazioni per le singole categorie considerate. Con riferimento alle categorie infrastrutturali per le quali è stato possibile istituire un raffronto significativo tra i livelli fatti registrare nei due periodi considerati dai relativi indicatori di sintesi, si possono avanzare le seguenti considerazioni: − la Spagna, pur permanendo nell’ultima posizione rispetto agli altri 4 paesi, fa comunque registrare un miglioramento relativo di grande rilevanza in quasi tutti i settori infrastrutturali. Di particolare evidenza la performance nelle strade: l’indicatore di dotazione raddoppia nel decennio, contro un aumento di poco più di un terzo della media dei 5 paesi; rilevante anche il progresso per le infrastrutture portuali e per il trasporto di petrolio; − all’opposto, si segnala la posizione della Francia, che perde posizioni relative nei trasporti (strade, soprattutto), nelle comunicazioni e negli oleodotti e ne guadagna sensibilmente soltanto nelle infrastrutture portuali. Il risultato complessivo, come già detto, è comunque un netto arretramento nei confronti della media UE5; − meno rilevanti le variazioni di dotazione che si registrano per Germania (salvo che per un miglioramento nel trasporto energetico), Gran Bretagna (ma si segnalano buone performance per trasporti stradali e istruzione) e Italia (perde terreno per strade e porti, resta più o meno in media per gli altri settori). 12 Tab. 8 Livelli di dotazione infrastrutturale nelle categorie principali, per paese, 1985 e 1995 (UE5 = 100) Paese Trasporti Energia Telecomunic. Istruzione Indice sintetico 1985 Germania 125,4 72,5 108,3 125,4 105,4 Spagna 61,4 23,9 70,4 107,1 57,7 Francia 127,8 204,9 128,3 87,5 130,9 Italia 101,6 56,3 73,7 100,5 80,7 Regno Unito 149,5 117,6 107,8 72,7 108,4 UE5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Anno 1995 Germania 120,1 153,5 96,6 101,2 115,8 Spagna 48,6 65,0 95,7 86,1 71,4 Francia 98,4 104,0 115,2 90,9 101,7 Italia 97,2 93,0 92,2 98,0 95,0 Regno Unito 184,9 85,4 100,1 122,4 117,9 UE5 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter I risultati regionali della dinamica decennale possono essere efficacemente sintetizzati in termini di posizioni perdute o guadagnate dalle singole regioni nella graduatoria costruita sulla base dell’indice sintetico di dotazione infrastrutturale. In effetti, come già in precedenza, anziché alla singola posizione in graduatoria si fa riferimento alla inclusione di ciascuna regione in una delle classi di dotazione infrastrutturale sopra definite e dunque, nel caso specifico, alla variazione o permanenza nella classe rispetto a quanto registrato nel 1985 (Tab.9). A livello complessivo si rileva che oltre il 50% delle regioni considerate hanno migliorato la loro posizione relativa, risalendo da una classe di dotazione inferiore ad una superiore, a riprova di un generale miglioramento nella dotazione infrastrutturale europea nel decennio considerato. 13 Tab.9 Posizioni perdute e guadagnate tra il 1985 e il 1995 dalle regioni europee UE5 in termini di appartenenza ad una classe di dotazione infrastrutturale Regioni per tipologia di mutamento Paesi Hanno perso posizioni Sono rimaste stabili Hanno guadagnato posizioni Totale regioni Germania 0 14 24 38 Spagna 0 7 10 17 Francia 11 9 1 21 Italia 0 5 15 20 Regno Unito 1 5 5 11 12 40 55 107 Totale Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 3. L’ANALISI QUALITATIVA DELLA DOTAZIONE INFRASTRUTTURALE Dati esclusivamente di natura quantitativa, ossia relativi alla consistenza “fisica” della dotazione infrastrutturale, rischiano di fornire una visione parziale, ed in certi casi persino distorta, della reale “produttività” della componente infrastrutturale e dunque del suo effettivo contributo alla realizzazione delle potenzialità di sviluppo dei diversi territori considerati. Da qui l’opportunità di procedere all’integrazione dei dati quantitativi con indicatori in grado di fornire informazioni sul livello di servizio offerto da ciascuna infrastruttura. È, infatti, evidente, ad esempio, che ciò che realmente rileva ai fini della competitività di una regione non è tanto l’estensione chilometrica della rete stradale o ferroviaria quanto la velocità alla quale le distanze possono essere percorse ed eventualmente fattori quali la sicurezza, la puntualità o il comfort. Occorre peraltro sottolineare che già nell’analisi sulla dotazione quantitativa erano stati introdotti alcuni elementi di informazione in grado di fornire una prima approssimazione sul livello - differenziato - di servizio connesso con la dotazione fisica di alcune infrastrutture. Tale è il caso, ad esempio, dell’ampiezza relativa alle diverse tipologie di strade (autostrade, strade nazionali, strade locali) o della potenzialità di circolazione dei treni relativamente alle diverse tipologie di linee ferroviarie (binario 14 unico o doppio, elettrificato o non). Ma la ricerca di indicatori qualitativi ha interessato tutte le principali categorie di infrastrutture considerate nell’analisi quantitativa, cercando di individuare, per ogni categoria, indicatori che fossero al tempo stesso significativi (ossia pertinenti al fenomeno investigato), attendibili (ossia affidabili quanto alla fonte di informazione) e comparabili (ossia sufficientemente omogenei per poter istituire confronti tra i diversi paesi europei presi in esame). Tab.10 Indicatori qualitativi – Sicurezza stradale Regione Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia Trentino Alto Adige n. incidenti (per 100mila ab.) n. morti (per 100mila ab.) n. incidenti (per 100mila veic.) n. morti (per 100mila veic.) n. incidenti n. morti 12.673 564 294,9 13,1 385,2 17,1 507 15 428,0 12,7 423,6 12,5 8.441 111 507,4 6,7 689,4 9,1 36.596 918 410,7 10,3 549,0 13,8 3.158 135 347,5 14,9 496,2 21,2 17.531 786 396,4 17,8 532,3 23,9 6.284 217 527,5 18,2 691,8 23,9 Emilia Romagna 22.325 735 569,1 18,7 697,9 23,0 Toscana 17.101 465 485,0 13,2 589,1 16,0 Umbria 2.911 121 353,9 14,7 432,9 18,0 Marche 7.950 169 551,7 11,7 700,9 14,9 14.680 539 282,7 10,4 397,8 14,6 Abruzzo 3.888 126 306,7 9,9 477,0 15,5 Molise 1.048 34 315,5 10,2 583,6 18,9 Campania 6.101 262 106,2 4,6 208,2 8,9 Puglia 4.295 342 105,4 8,4 210,2 16,7 Basilicata 1.303 50 213,4 8,2 423,7 16,3 Calabria 2.744 153 132,2 7,4 267,7 14,9 Veneto Friuli Lazio Sicilia 10.433 303 205,3 6,0 350,6 10,2 Sardegna 3.446 148 207,7 8,9 368,7 15,8 ITALIA 183.415 6.193 320,3 10,8 470,9 15,9 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 15 Tab.11 Indicatori qualitativi – Rete ferroviaria Velocità media del treno passeggeri più veloce sulle tratte principali (km/h) Piemonte Valle d'Aosta Liguria Lombardia T.A.A. Veneto F.V.G. Emilia-Romagna Toscana Umbria Marche Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Basilicata Calabria Sicilia Sardegna TOTALE Offerta ferroviaria sulla rete Percentuale di rete Percentuale di rete a fondamentale (migliaia di elettrificata sul binario doppio sul treni-km) totale della rete totale della rete 92 71 87 86 81 89 89 109 106 95 93 122 73 65 99 105 70 91 67 84 93 20.397 0 13.757 23.290 6.057 17.951 7.544 26.103 27.882 3.455 8.407 29.673 3.998 604 19.422 6.355 716 10.324 0 0 225.934 63,3 0,0 95,5 77,4 82,3 53,7 76,8 84,9 62,4 94,6 62,2 80,1 55,7 13,2 72,7 63,9 59,4 47,0 52,0 0,0 64,6 36,4 0,0 57,5 36,9 71,3 47,1 55,0 46,2 51,6 48,2 49,9 61,9 17,1 7,0 50,8 30,5 4,9 29,5 7,4 3,8 38,3 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 16 Tab.12 Indicatori qualitativi – Gasdotti Regione % popolazione servita % comuni serviti Piemonte 97,5 79,2 Valle d'Aosta 66,9 24,3 Liguria 89,6 45,1 Lombardia 96,3 85,1 Trentino Alto Adige 55,8 25,7 Veneto 98,0 89,7 Friuli 96,3 78,1 Emilia Romagna 99,1 93,8 Toscana 94,5 74,9 Umbria 97,1 81,5 Marche 96,1 80,1 Lazio 91,8 54,4 Abruzzo 86,8 50,8 Molise 79,2 46,3 Campania 69,4 32,3 Puglia 75,0 42,6 Basilicata 72,0 45,0 Calabria 45,3 17,8 Sicilia 63,9 27,4 Sardegna ITALIA - - 83,1 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 17 Tab.13 Indicatori qualitativi – Rete elettrica REGIONI Tempo medio richiesto per nuovi allacciamenti (gg) Tasso di interruzione (N./100km) Piemonte Aosta Liguria Lombardia T.A.A. F.V.G. Veneto Emilia-Romagna Toscana Marche Umbria Lazio Abruzzo Molise Campania Puglia Calabria Basilicata Sicilia Sardegna 54,93 30,00 34,18 23,15 29,38 14,37 34,18 50,16 41,98 45,08 37,69 58,14 43,70 40,02 31,80 67,05 38,26 45,10 51,83 61,86 13,01 09,46 17,99 11,09 13,18 10,52 13,45 13,76 23,63 19,13 14,04 14,07 20,61 15,70 19,03 24,00 15,73 13,59 20,39 27,07 TOT 44,46 17,06 Fonte: elaborazione CNEL su dati Ecoter 18 NOTA METODOLOGICA La quantificazione di indicatori fisici di dotazione infrastrutturale è stata calcolata a livello regionale e provinciale per l’Italia al 1995 e successivamente aggiornata al 1997. La quantificazione di indicatori fisici di dotazione infrastrutturale è stata calcolata a livello regionale per i principali paesi dell’Unione Europea (intorno al 1995). Le date di riferimento delle quantificazioni infrastrutturali sono orientative. Si tratta, in pratica, di “intorni” temporali, che scontano il riferimento degli indicatori considerati ad anni precedenti o successivi alla data assunta come mediamente indicativa. D’altra parte, è ovvio che le dotazioni infrastrutturali – soprattutto se calcolate a livello di territori piuttosto ampi, come sono le regioni europee del livello NUTS 2 – non sono soggette a variazioni brusche da un anno all’altro, dipendendo eventuali modificazioni di rilievo da investimenti in genere pluriennali e di costo elevato. 19