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Osservatorio Fillea Grandi Imprese e Lavoro Newsletter Costruzioni e Grandi Imprese Note di approfondimento ed informazione sull’industria delle costruzioni 12 – 23 dicembre 2014 a cura di Alessandra Graziani1 e Giuliana Giovannelli2, Centro Studi Fillea Cgil I commenti della settimana Economia Lieve aumento della produzione nelle costruzioni e dei fatturati dell’industria ad ottobre 2014. Secondo Ance, i pre consuntivi 2014 sono in flessione: -3,5% gli investimenti, in peggioramento rispetto alle previsioni di giugno (-2,5%). Il 2014 rappresenta il settimo anno consecutivo di crisi e dal 2008 il settore delle costruzioni ha perso il 32% degli investimenti pari a circa 64 miliardi di euro. Per il 2015 si conferma il proseguimento della riduzione degli investimenti in costruzioni del 2,4% in termini reali. Legislazione Legge di Stabilità. Proroga dei bonus per l’edlizia a maglie più larghe. Grandi imprese Dall’Ue via libera alla fusione Lafarge-Holcim nel cemento. Campagna internazionale di reclutamento per migliaia di lavoratori nel gruppo Salini Impregilo. Anas quintuplica gli utili nel 2014. Le notizie della settimana Congiuntura: Fondi Ue: infrastrutture: cemento: piano casa: estero: Ance: legislazione: estero: Piano Junker, i progetti italiani (Edilizia e Territorio, 15.12.14) Lupi accelera l’alta capacità, altri 3 miliardi (Edilizia e Territorio, 15.12.14) calcestruzzo, il bilancio 2014 dell'Osservatorio del CSLLPP (sito internet casa e clima, 16.12.14) piano da 16.200 alloggi Iacp (Il Sole 24 Ore, 17.12.14) allarme Ice sulla crisi russa (Il Messaggero, 18.12.14) investimenti ancora in calo (Il Sole 24 Ore, 18.12.14) proroga dei bonus a maglie più larghe (Il Sole 24 Ore, 22.12.14) calo nel 2015 per le grandi opere nel mondo (Il Sole 24 Ore, 22.12.14) Grandi imprese delle costruzioni: Laferge Holcim: Salini Impregilo: Astaldi: Anas: Rdb: dall’Ue via libera alla fusione (sito internet casa e clima, 16.12.14) in arrivo migliaia di nuove assunzioni (Corriere Umbria, 17.12.14) buyback e voto maggiorato (Il Sole 24 Ore, 18.12.14) quintuplica l’utile (Milano Finanza, 18.12.14) salvati soltanto quaranta piacentini (Libertà, 22.12.14) Rapporti e studi: Acimall: Istat: Ance: Istat: Eurostat: Istat: macchine italiane per il legno, in sette anni perso il 30% del fatturato (sito internet casa e clima, 16.12.14) costo di costruzione di tronchi stradali, ottobre 2014 (Comunicato Istat, 17.12.14) scheda congiuntura 2014, dicembre 2014 (Comunicato Ance, 18.12.14) produzione nelle costruzioni, ottobre 2014 (Comunicato Istat, 18.12.14) produzione nelle costruzioni, ottobre 2014 (Comunicato Eurostat, 18.12.14) fatturato e ordinativi nell’industria, ottobre 2014 (Comunicato Istat, 19.12.14) Eventi: Istat, I consumi energetici delle famiglie, Roma, 15 dicembre 2014 Guamari, Made in: creatività architettonica, ingegneristica e dimensione etica, Roma, 17 dicembre 2014 Ance, Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni, Roma, 18 dicembre 2014 Istat, Bes delle province, Roma, 18 dicembre 2014 Congiuntura Fondi Ue (15.12.14): Anticipi della Bei per il piano antidissesto, un aiuto ai closing bancari per le autostrade in project financing, finanziamenti a porti e aeroporti, prestiti agli operatori Tic per gli investimenti sulla banda larga. Potrebbero essere questi alcuni dei campi d'azione più concreti e "utili-, in Italia. del Piano Juncker per gli investimenti, da cui si ipotizza uno sblocco su base europea di 3I5 miliardi di investimenti. Ma gli aspetti da chiarire sono ancora molti. La lista dei progetti presentati dai 28 Paesi è stata "formattata" e inserita in un documento omogeneo della task force Commissione-Bei costituita a ottobre per istruire il Piano Juncker. La decisione politica di sbloccare il nuovo Efsi (European Fund for Strategic Investment) sarà presa dal Consiglio europeo (capi di Stato e di Governo) del 18-19 dicembre. Poi lo strumento dovrà essere disciplinato in dettaglio da regolamenti europei, proposti dalla Commissione e approvati da Consiglio e Parlamento: la stessa Commissione prevede che lo strumento non sarà pronto prima del 1 2 politiche [email protected] [email protected] giugno prossimo. Su questo numero di «Edilizia e Territorio» proviamo intanto a capire cosa l'Italia ha candidato ai finanziamenti dell'Efsi, e quali sono i punti chiari e quelli ancora incerti sul nuovo fondo Ue. Le proposte italiane per il Piano Juncker comprendono 93 "progetti" (singole opere o programmi), per un investimento previsto nel prossimo triennio (2015-2017) da 83,7 miliardi di curo. il 16.7% del totale presentato dai 28 Paesi Ue, pari a circa 500 miliardi di euro. Il totale delle proposte europee, anche oltre il periodo 20 15-17. ammonta a 1.300 miliardi di euro. e la quota Italia vale 165,5 miliardi (il 12,7%), ma per ora la Commissione si concentrerà sul pacchetto a breve termine. (Alessandro Arona) infrastrutture (15.12.14): Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, accelera sulle nuove tratte ad alta capacità ferroviaria, e in particolare sulla Brescia-Padova. E lo fa basandosi sui finanziamenti pubblici, ben sapendo che nessun aiuto decisivo potrà arrivare su questo fronte dal Piano Juncker, tutt'al più anticipi di cassa se necessari. Tutti i tre miliardi di euro (in 15 anni) per le nuove tratte Av messi nella legge di Stabilità 2015 (in approvazione) saranno dirottati sulla Brescia-Padova, e Lupi ha strappato a Rfi un accordo per arrivare agli addendum con i due generai contractor e l'avvio dei lavori sulla Brescia-Verona già entro il 30 giugno prossimo. La tratta da due miliardi tra Treviglio e Brescia è in fase avanzata di costruzione, ma oltre Brescia tutto era fermo fino a un anno fa alle concessioni ai generai contractor affidate senza gara nel 1991 (Cepav 2, a guida Eni, con i costruttori Pizzarotti. Condotte e Maltauro, per la Brescia-Verona: e lricav 2, con Astaldi, Salini Impregilo, Ansaldo trasporti. Condotte e altri, per la Verona-Padova), con zero finanziamenti. I primi finanziamenti sono arrivati dalla legge di Stabilità 2014 (firmata governo Letta), 1,8 miliardi di euro da dividere con la Napoli-Bari, ma tutto andava sbloccato con il contratto di programma Rfi. Nel CdP 2012-2016, firmato l'8 agosto da Mit e Rfi, la scelta è stata assegnare 1.137 milioni alla Brescia-Padova (768 alla Bs-Vr e 369 alla Vr-Vicenza) e 768 alla Napoli-Bari (Apice-Orsara). In tutto il contratto Rfi indica per la Brescia-Verona-Padova un costo di 10,2 miliardi di euro, che però in seguito all'accordo con gli enti locali, siglato nei mesi scorsi. per il nodo di Padova, dovrebbe scendere secondo le stime Italferr a 9,6 miliardi: i costi sono dunque 3.954 milioni per la Brescia-Verona, 5.400 milioni per la Verona-Padova (rispetto ai costi indicati nel contratto di programma di 3.658 per la subtratta Verona-Vicenza e 2.393 per la subtratta Vicenza-Padova, in tutto 6.051) e infine 300 milioni per il nodo di Verona. Nel contratto di programma Rfi si danno per disponibili risorse per 1.139 milioni di euro, a cui si aggiungeranno 90 milioni con il Dm attuativo dello Sblocca Italia e tre miliardi di euro dalla legge di Stabilità 2015. In tutto dunque circa 4,2 miliardi di euro disponibili su 9.6 di costo totale. Su questa base saranno firmati gli addendum contrattuali. Sulla Brescia-Verona, a fronte di un costo di 3.954 milioni, dopo la legge di Stabilità 2014 saranno disponibili 2.268 milioni. Sulla Verona-Padova, a fronte di un costo totale (compreso nodo di Verona) di 6.351 milioni dal l' gennaio saranno in bilancio 1.959 milioni. Con queste risorse disponibili potranno essere avviati i primi lotti costruttivi: sulla Brescia-Verona il I da 768 milioni e il 2" da 1.500: sulla Verona-Padova il I' da 369, il 2" da 90 e il 3" da 1.500. Gli accordi sui tempi sono stati definiti nell'incontro di inizio dicembre tra il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi, i prefetti delle tre città coinvolte. Gli Ad di Fs, Rfi. Italferr e i consorzi Cepav 2 e Iricav 2. Un comunicato annunciava che «è stato infine definito il crono programma il cui rispetto è condizione necessaria per l'erogazione dei fondi a fronte dell'avanzamento dei lavori, pena la loro revoca». Entro il 31 dicembre 2014 dovrà essere firmato l'atto integrativo tra il consorzio Iricav 2 e Rfi per il tratto Verona-Vicenza, entro il 31 gennaio 2015 quello per il tratto Vicenza-Padova. Entro il 30 giugno 2015 dovranno aprire i cantieri sulla tratta Brescia-Verona, per la quale esiste già il progetto definitivo. Entro il 30 giugno 2015 dovrà essere presentato il progetto definitivo del tratto Verona-Vicenza, con apertura cantieri entro il 31 dicembre 2015. Entro il 31 dicembre 2015 dovrà essere presentato il progetto definitivo del tratto Vicenza-Padova. cemento (16.12.14): Lancio della piattaforma unica delle certificazioni, nuovi gruppi di lavoro istituiti, gestione di ulteriori segnalazioni, definizione delle proposte emendative al d.P.R. 380/2001. Con queste iniziative chiude il 2014 l'Osservatorio sul calcestruzzo e sul calcestruzzo armato, www.osservatorioca.it, istituito nel 2011 presso il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici con la condivisione delle rappresentanze più qualificate delle componenti del settore. L'Osservatorio “ha contribuito ad accrescere la consapevolezza nei confronti delle problematiche specifiche del mondo del calcestruzzo e del calcestruzzo armato”, sottolinea il CSLLPP. “Cruciale è anche l’attività di coordinamento nelle attività di vigilanza di competenza dei singoli componenti dell’Osservatorio, anche tramite l’esame e la gestione diretta delle molteplici segnalazioni pervenute, anche tramite il sito web www.osservatorioca.it”. PERVENUTE 40 SEGNALAZIONI. Uno strumento operativo propedeutico al contrasto dei comportamenti scorretti e fondamentale per rendere sempre più efficaci i controlli sul territorio è la raccolta e, soprattutto, l’esame e la gestione delle segnalazioni, inviate all’Osservatorio direttamente dal mercato e dagli operatori del settore e valutate dal Gruppo di coordinamento. Le segnalazioni pervenute, che ad oggi ammontano circa a 40, si distribuiscono principalmente su due aspetti: quello legato ai controlli di accettazione dei materiali da costruzione in cantiere (provini non conformi, carenti o addirittura ritenuti falsi, etc.) e quello relativo alla qualificazione dei materiali stessi (assenza di certificazione FPC, documentazione ritenuta carente o falsa, etc.). Il Gruppo di coordinamento ha esaminato le segnalazioni e, favorendo la sinergia fra le istituzioni coinvolte, ha permesso l’attivazione di azioni di controllo diretto da parte del Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, del SASGO (Servizio per l’Alta Sorveglianza sulle Grandi Opere del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti) e della Guardia di Finanza. A valle di queste azioni in più del 50% dei casi è stata avviata una procedura di controllo estesa a tutti i soggetti competenti anche a livello locale, laddove accertata l’irregolarità sono stati presi immediatamente idonei provvedimenti, mentre nei casi in cui si è riscontrata un’ipotesi di reato è stata coinvolta direttamente la competente Autorità Giudiziaria. PROPOSTI EMENDAMENTI AL TESTO UNICO EDILIZIA. Un Gruppo di lavoro coordinato dall’Atecap (Associazione tecnico economica del calcestruzzo preconfezionato), componente dell’Osservatorio alla quale è stato affidato il ruolo di Segreteria tecnica dello stesso, ha messo a punto una proposta di modifica alla normativa vigente. Attraverso la proposta di alcuni emendamenti al dPR 380/2001 “Testo unico per l’edilizia” e al dm 14/01/2008 “Norme tecniche per le costruzioni” si auspica di poter adeguare e integrare il sistema di vigilanza esistente per renderlo realmente efficace ai fini della qualificazione degli operatori del settore e del contrasto dei comportamenti scorretti. REVISIONE DELLE LINEE GUIDA. Ancora in corso è, invece, il lavoro di revisione delle Linee Guida per la valutazione delle caratteristiche del calcestruzzo in opera e di quelle per la messa in opera del calcestruzzo strutturale, due documenti di riferimento per l’applicazione delle Norme tecniche per le costruzioni. NATI DUE GRUPPI DI LAVORO. Sono inoltre nati altri due Gruppi di lavoro in seno all’Osservatorio, uno relativo agli avanzamenti tecnologici e uno alla qualificazione degli inserti metallici per il calcestruzzo. Piano casa (17.12.14): Più vicino il piano da 468 milioni per recuperare 16.382 alloggi inagibili di Iacp e Comuni. Il ministro delle Infrastrutture, Maurizio Lupi, ha definito lo schema di Dm (scaricabile dal sito di «Edilizia e Territorio») che oggi comincerà l'esame tecnico di Regioni e Comuni in vista dell'ok in conferenza unificata. Il decreto attua una delle più importanti misure previste dal Dl sull'emergenza abitativa varato a marzo dal governo (n.47/2014). Lo stock da recuperare emerge da una ricognizione condotta su un patrimonio totale di 948.540 alloggi Erp. Intanto il governo (in un emendamento alla legge di stabilità) ha definito il quadro delle risorse per finanziare i lavori. Il budget necessario era indicato dal Dl 47/2014 in 467,9 milioni, con due componenti: una quota certa, ma minoritaria, pari a 67,9 milioni di fondi disponibili; e una maggiore somma di 400 milioni da ricavare dal definanziamento di infrastrutture incagliate. Risorse che il governo ha messo insieme, anche se con una composizione diversa da quella prevista. Dalla revoca dei fondi alle infrastrutture sono infatti arrivati solo 270,4 milioni, impegnando il governo a trovare da altre poste di bilancio i quasi i 30 milioni mancanti. Nell'assegnazione dei fondi si farà una scrematura degli interventi in base al costo unitario necessario al recupero, alla rapidità di esecuzione e alla complessità. Nella lista prioritaria ci saranno le riparazioni dal costo unitario fino a 15 mila euro e di rapida esecuzione (60 giorni dalla data di registrazione del Dm di ammissione al finanziamento). Una seconda lista raccoglie le «manutenzione straordinarie» che costano fino a 50mila euro per alloggio, e che implicano migliorie strutturali, efficientamento energetico, rimozione di amianto o anche frazionamenti e accorpamenti. Ai primi interventi, rapidi e low cost, sono destinate le risorse disponibili: 67,9 milioni distribuiti tra il 2014 e il 2017 . Il Dm ripartisce queste risorse tra le Regioni in base agli sfratti eseguiti e agli alloggi inagibili. Il maggiore beneficiario è la Lombardia (15,3 milioni), il contributo più piccolo (97.700 euro) va alla provincia di Bolzano. C'è poi il secondo riparto – di 400 milioni - assegnato agli interventi più complessi e costosi. In questo caso, la divisione dei fondi tra le Regioni è stata fatta in base al numero di famiglie in affitto, al patrimonio gestito e agli alloggi inagibili. Le risorse sono spalmate su un arco di tempo più lungo: dal 2014 (con 34,831 milioni) si arriva fino al 2024 (con 24,973 milioni). Ancora una volta la Lombardia risulta il principale beneficiario (con 69,76 milioni assegnati) mentre il fanalino di coda è la Valle D'Aosta con un milione scarso. Iacp e Comuni dovranno predisporre le proposte di intervento (e relativi cronoprogrammi) e inviarle alle Regioni, che devono verificarle e stilare una graduatoria. Le liste vanno poi inviate alle Infrastrutture entro 90 giorni dalla pubblicazione in «Gazzetta» del Dm. Segue il via libera definitivo al finanziamento. (Massimo Frontera) estero (18.12.14): La crisi che sta travolgendo la Russia si farà sentire anche sull'export italiano. La conferma arriva dal presidente dell'Ice, Riccardo Monti, che stima perdite di «almeno 1,5 miliardi di euro» per quest'anno. Non è solo l'entità del passivo a suscitare preoccupazioni: le problematiche maggiori per Monti derivano dalla concentrazione del deficit su «alcuni operatori, sulle aziende che hanno puntato su quel mercato», come quelle appartenenti alle «filiere dell'arredamento o delle calzature», peraltro settori chiave del made in Italy. Ma, nonostante le turbolenze di Mosca, le vendite all'estero chiuderanno il 2014 in positivo, con una crescita, spiega il numero uno dell'Ice, «tra il 3% e il 4%». E c'è fiducia anche sul 2015, l'anno dell'Expo. Secondo Monti, l'Esposizione Universale sarà una vetrina per il Paese. «Sono molto speranzoso» anche perché, spiega, l'agroalimentare tricolore possiede ancora margini di espansione. Infatti «l'Italia - chiarisce - è un paese leader» nel comparto food «dal punto di vista della qualità e dell'unicità dei prodotti, ma non è così guardando all'aspetto quantitativo, per cui l'Expo può rappresentare l'occasione per spingere su una filiera che ha un potenziale di crescita importante». Un punto di forza per l'accelerazione dell'export è rappresentato anche, sottolinea, «dalla campagna di promozione straordinaria a favore del made in Italy, istituita con apposito fondo governativo». Iniziativa, prosegue, che «vede l'Ice e l'Italia impegnata in diversi progetti di intervento che saranno certamente la leva giusta per ripartire». Un'altra occasione ghiotta per il made in Italy sarebbero le Olimpiadi 2024. Il presidente dell'Agenzia per la promozione all'estero e l'internazionalizzazione delle imprese riconosce, infatti, nell'evento un «ottimo impatto promozionale» per il Paese. Monti vede inoltre alte le probabilità che ad aggiudicarsele sia proprio Roma: le Olimpiadi,' sottolinea, «sono una grande sfida che sono certo l'Italia vincerà». E dà già un'assicurazione: «La nostra struttura farà di tutto per aiutare e portare solidarietà concreta alle aziende impegnate nell'organizzazione». Ance (19.12.14): Non è un tema nuovo, ma resta il nodo che nessun governo è stato ancora capace di sciogliere nei conti pubblici al di là degli annunci, dei programmi, dei commissari straordinari: a frenare gli investimenti pubblici in caduta ormai da sette anni consecutivi (diventeranno otto con il 2015) è l'incapacità dei governi di tagliare davvero la spesa pubblica corrente. Ha fatto bene il presidente dell'Ance, Paolo Buzzetti, a ricordarlo ieri e a farne una questione dirimente nel rapporto con il governo. Inversioni di tendenza per il settore dell'edilizia - giura l'Ance - qui non si vedono neanche nel 2015 e, se le previsioni dell'associazione dei costruttori sono giuste, con l'ulteriore caduta del 2015, si sarà perso dal 2008 al 2015 il 50,3% del mercato. L'uscita della crisi non ci sarà neanche per il complesso del settore, considerando gli investimenti privati, prevede l'Ance. Numeri pazzeschi quelli sulle opere pubbliche che Buzzetti ricorderà anche al presidente del Consiglio Matteo Renzi se questi accoglierà il suo appello a un incontro a Palazzo Chigi. Numeri pazzeschi soprattutto se confrontati con quelli dell'aumento della spesa corrente che nello stesso periodo 2008-2014 è stato del 17 per cento: 20,9 miliardi in più di spesa corrente (con una media di +4,1 miliardi annui) contro una riduzione della spesa in conto capitale di 26,1 miliardi (-5,1 miliardi l'anno). Ma è credibile - oltre che auspicabile – uno spostamento di risorse pubbliche dalla spesa corrente a quella per investimenti? Al momento due fatti fanno pensare di no. Il primo è che al passaggio parlamentare della legge di stabilità non ha retto neanche la pallida spending review ipotizzata dal governo (pagano un po' solo comuni e regioni). Il secondo fatto è che nella stessa legge di stabilità ci sono clausole di salvaguardia pesantissime (in particolare 16 miliardi per l'Iva a partire dal 2016) : questo significa che seppure i tagli di spesa pubblica arrivassero il prossimo anno, le risorse ricavate non andranno prioritariamente a nuovi investimenti, ma a evitare pesanti aumenti di tasse. Semmai il rischio è che per evitare l'aumento dell'Iva anche nel 2015 si taglino ulteriori investimenti. (Giorgio Santilli) legislazione (22.12.14): Allungamento da sei a 18 mesi del termine per il bonus Irpef del 50% sull'acquisto di abitazioni interne a fabbricati interamente ristrutturati, con il contestuale aumento della ritenuta dal 4% all'8% sui bonifici. Queste le novità per il 2015 sulle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie e riqualificazioni energetiche, introdotte dalla legge di Stabilità. Viene così reso più facile l'accesso all'applicazione della detrazione del 50% anche nell'ipotesi di acquisto di abitazioni ristrutturate: il termine vigente sino al 31 dicembre 2014 per la vendita, fissato a sei mesi dalla fine dei lavori di recupero, appariva del tutto insufficiente per poter effettuare una definitiva cessione immobiliare, soprattutto alla luce della perdurante contrazione del mercato. Viene poi prorogato a tutto il 2015 l'intero "pacchetto agevolazioni fiscali" legate al settore dell'edilizia e del risparmio energetico. In particolare, questo è il quadro riepilogativo: O proroga della detrazione Irpef "potenziata" al 50% per il recupero edilizio delle abitazioni, nel limite massimo di 96mila euro per unità immobiliare, per le spese sostenute dal 1 gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, relative a interventi di recupero edilizio o di acquisto di abitazioni all'interno di fabbricati interamente ristrutturati da imprese a patto che queste ultime provvedano, entro 18 mesi dal termine dei lavori alla successiva vendita o assegnazione dell'immobile. Dal 1 gennaio 2016, l'agevolazione continuerà a operare nella misura ordinaria del 36% (articolo 16-bis del Dpr 917/1986); O proroga, per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015, della detrazione Irpef del 50% per l'acquisto di mobili ed elettrodomestici - compresi i grandi elettrodomestici dotati di etichetta energetica, di classe non inferiore alla A+ (A per i forni) - destinati alle abitazioni ristrutturate, fino a un massimo di l0mila euro; O proroga della detrazione Irpef/Ires del 65% per la riqualificazione energetica degli edifici esistenti, per le spese sostenute dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015, anche con riferimento ai lavori su parti comuni condominiali (o su tutte le unità che compongono il condominio). Inoltre, l'ambito applicativo del bonus viene esteso, per le spese sostenute dal 1° gennaio 2015 al 31 dicembre 2015, a ulteriori tipologie di interventi agevolabili, quali: " l'acquisto e la posa in opera di schermature solari, nel limite di detrazione di 60mila euro; o l'acquisto e la posa in opera dì impianti di climatizzazione invernale dotati di generatori di calore alimentati da biomasse combustibili, nel limite di detrazione pari a 30mila euro; O proroga, dal 1 gennaio al 31 dicembre 2015, del "bonus antisismica", ossia della detrazione del 65% nel limite massimo di spesa di 96mila euro, per interventi di messa in sicurezza statica delle "abitazioni principali" e degli immobili a destinazione produttiva, situati nelle zone sismiche ad alta pericolosità. Infine, per le spese sostenute dal 1 gennaio 2015, agevolabili con le detrazioni per il recupero edilizio e la riqualificazione energetica, è previsto, sempre dal 1 gennaio 2015, l'aumento, dal 4% all'8%, della ritenuta operata dalle banche al momento dell'accredito dei bonifici di pagamento delle spese agevolate, a titolo di acconto delle imposte sul reddito dovute dall'impresa esecutrice. (Marco Zandonà) estero (22.12.14): Le imprese italiane delle costruzioni, ricorda l'Ance, ormai fanno affari soprattutto all'estero? I Paesi emergenti sono una fucina di nuovi progetti edili? Dall'energia alle strade, dagli aeroporti ai ponti, il 2015 ci prepara un'amara sorpresa: il mondo investirà molto meno nelle infrastrutture. L'allarme arriva da Cg-La Infrastructure, la società di consulenza americana che ogni anno stila la classifica dei cento più importanti progetti infrastrutturali nel mondo. Il bilancio parla da solo: per i primi cento progetti nel 2015 si spenderanno 406 miliardi di dollari, contro i 640 del 2014. Ben un terzo in meno. E in Europa? Se la classifica è lo specchio del settore, si investirà pochissimo: nella top 100 tre progetti soltanto si trovano nel Vecchio Continente e nessuno di questi è in Italia. Due riguardano la sola Gran Bretagna: il parco eolico offshore di Dudgeon e la rete elettrica che collegherà Regno Unito e Norvegia; mentre in Romania si studia la realizzazione di gasdotto da Dobrogea a Podisor. L'Asia, che pur si conferma il continente disposto a investire di più, nel 2015 spenderà solo 150 miliardi di dollari, molti meno dei 373 stanziati per il 2014. Gli Stati Uniti hanno in rampa di lancio grandi progetti per miliardi di dollari, il Sudamerica per 35 e l'Europa – nel cui conteggio rientrano anche la Russia e le ex repubbliche sovietiche - investirà per 37 miliardi. A dispetto di queste previsioni poco rosee, c'è una fetta di mondo che si conferma effervescente ed è quella del Medio Oriente. Con in più una sorpresa positiva lungo la Sponda Sud del Mediterraneo: raggiunto un certo assestamento post Primavera araba, l'Egitto soprattutto, ma anche la Tunisia, stanno tornando a investire. Soltanto per i lavori di raddoppio del Canale di Suez il Cairo spenderà 12 miliardi di dollari, cui va aggiunta la ferrovia ad alta velocità che dovrà collegare Alessandria con la capitale del Paese e per la quale verranno stanziati quasi miliardi di dollari. Sempre in Egitto, è stata pianificata la costruzione della quarta linea della metropolitana del Cairo (costo previsto 3,6 miliardi di dollari), mentre la Tunisia è riuscita a entrare nella classifica dei primi 100 progetti al mondo grazie ai piani per un impianto di desalinizzazione a Zarat, con un investimento di 95 milioni di dollari. La palma di opera più costosa - 25 miliardi di dollari previsti sulla carta-va ex aequo agli Stati Uniti e all'Indonesia. I primi lavoreranno alla conservazione e alla canalizzazione delle acque nel grande delta lagunare tra Sacramento e San Joaquin, in California. Jakarta, invece, potrebbe finalmente lanciare nel 2o15 la gara di pre qualificazione per il maxiponte stradale e ferroviario dello stretto di Sunda, che collegherà l'isola di Sumatra a Java e Bali. La Turchia, anche quest'anno, si segnala tra i Paesi con il numero più elevato di progetti all'attivo. Come il ponte sospeso di Canakkale, che costerà 4,3 miliardi di dollari, o l'autostrada Gebze-Smirne, in continua evoluzione (finora gli investimenti sono stati di 45 miliardì di dollari), Cipplire ancora la costruzione del porto di Candarli. Ma è l'Africa, nel suo complesso, a lanciare il segnale più interessante: quello di confermarsi (con progetti per 13 miliardi di dollari) un continente in ascesa, pur partendo dal gradino più basso. Sono molti i suoi Paesi entrati ormai stabilmente in classifica. La Nigeria, per esempio: nel 2015 avvierà la costruzione del porto di Lekki per le navi a pescaggio profondo, estenderà la ferrovia leggera che attraversa l'area metropolitana di Lagos, ultimerà il disegno dell'oleodotto di Oron. Anche in Angola fervono le grandi opere, come il porto di Namibe e il nuovo tracciato ferroviario. Mentre il Kenya si concentrerà sulla centrale geotermica di Akiira e la rete dei trasporti urbani della capitale Nairobi. L'area del Caucaso, infine, seppur resti una regione rischiosa, è un'altra che offre interessanti opportunità dì business. L'Iran, per esempio, costruirà il gasdotto sottomarino che traghetterà verso l'India 31Milioni di metri cubi di gas al giorno. La Georgia costruirà una nuova ferrovia che attraverserà il paese bypassando la capitale Tbilisi. Mentre ad Almaty, la città più popolosa del Kazakhstan, verrà realizzata la nuova rete urbana di trasporto ferroviario a basso impatto ambientale. (Micaela Cappellini) Grandi imprese delle costruzioni Lafarge Holcim (16.12.14): . L'autorità Antitrust Ue ha dato il via libera condizionato al piano di fusione tra la francese Lafarge e la svizzera Holcim volta a creare il primo produttore mondiale di cemento. La Commissione europea ha detto che le due compagnie hanno raggiunto un accordo per vendere la gran parte delle attività in sovrapposizione per ridurre l'impatto del deal sulla concorrenza e sui livelli dei prezzi. "La decisione è subordinata alla cessione delle attività di Lafarge in Germania, Romania e Regno Unito e quelle di Holcim in Francia, Ungheria, Slovacchia, Spagna e Repubblica Ceca", ha detto in un comunicato l'Autorità europea. Finché questa 'divisione' di beni e attività non verrà ufficialmente rettificata, l'accordo non potrà essere approvato dall'Ue, ma, come ha commentato il commissario incaricato al dossier, Margrethe Vestager “Sono fiduciosa che la fusione avverrà senza intoppi e che il processo non comprometterà né gli equilibri concorrenziali né gli interessi dei clienti.” I due giganti europei del cemento hanno specificato di essere in linea con il piano di chiudere la fusione nella prima metà del 2015. Salini Impregilo (17.12.14): Prosegue il piano di assunzioni messo in campo da Salini Impregilo con il quale il gruppo aveva annunciato quest'anno di voler assumere, entro quattro anni, ben 15.000 nuove leve. La campagna di assunzioni è cominciata nel 2014, ma proseguirà anche durante il prossimo anno con, in previsione, la creazione di nuovi posti di lavoro per 2.500 persone. Salini Impregilo è un gruppo industriale italiano, nato dalla fusione di diverse società, specializzato nella realizzazione di grandi opere complesse, attivo nei settori delle costruzioni e dell'ingegneria. Sono 33.500 i dipendenti del gruppo industriale presente in più di 50 i paesi del mondo. Sul sito ufficiale del gruppo industriale si ricorda che "E' partita il primo dicembre la campagna di comunicazione Salini Impregilo 'll coraggio del lavoro per costruire il futuro', declinazione della visione di Salini Impregilo sulla ripresa del settore delle infrastrutture e più in generale dell'economia. Non c'è crescita senza occupazione. Gli investimenti in infrastrutture possono spingere la crescita globale e Salini Impregilo intende agganciare la ripresa puntando su uno dei fattori chiave per il suo sviluppo: le risorse umane. Nonostante la recessione, gli investimenti globali nel settore delle costruzioni tra il 2008 e il 2012 sono cresciuti e si prevede un'ulteriore crescita per i prossimi anni. Le grandi capacità tecniche e manageriali delle risorse già presenti in azienda, insieme a nuove risorse, potranno permettere a Salini Impregilo di cogliere ulteriori opportunità che il mercato offre, con l'obiettivo ambizioso di divenire Campione Globale, leader internazionale delle grandi opere". E' proprio in questo contesto, si sottolinea ancora sul sito internet, il Gruppo Salini Impregilo ha lanciato la campagna assunzioni di 15.000 persone nei 4 anni del Piano industriale che ha preso il via a partire dal 2014. Per poter presentare la propria candidatura si deve fare riferimento al sito www.salini-impregilo.com nella sezione "lavora con noi" inviando, seguendo le indicazioni, attraverso un apposito form, il proprio curriculum vitae. Sempre nella stessa sezione c'è un'area riservata a quelle che sono le ricerche in corso con la possibilità di candidarsi a seconda della propria professionalità. Attualmente il gruppo imprenditoriale sta cercando: analisti costi impianti, responsabili ufficio tecnico di cantiere, responsabili servizio prevenzione e protezione, responsabili dei servizi tecnici, responsabili ambiente, operatori veicoli multiservizi per fresa, operatori di pompe spritz beton, operatori carro perforazione jumbo e ancora minatori, meccanici, direttori di cantiere, cost controller, carpentieri, addetti alla contabilità. Si cercano inoltre capi cantiere, assistenti di cantiere, addetti gestione e manutenzione impianti di galleria, cost controller estero, direttori/responsabili amministrazione finanza e controllo - estero, manager e analisti costi. Per ogni figura professionale richiesta è indicata la sede di lavoro, sia in Italia che all'estero. E' quindi possibile per ciascuna offerta di lavoro presentare la propria domanda per essere ammessi alle selezioni. Diverse sono le posizioni aperte in Italia e all’estero, tramite il gruppo imprenditoriale è infatti sempre aperta la possibilità di una carriera internazionale attraverso la quale entrare in contatto con i migliori professionisti del settore a livello mondiale. Astaldi (18.12.14): Astaldi si adegua alla nuova normativa Consob e annuncia pure il riacquisto di azioni proprie. Ieri il cda del gruppo romano di costruzioni, presieduta di Paolo Astaldi, ha deciso di convocare un'assemblea dei soci, entro il 31 gennaio 2015, per introdurre il «voto maggiorato». La decisione ha l'obiettivo di premiare la stabilità di quegli azionisti che, rimanendo soci per un periodo di almeno due anni, dimostrano di volere affiancare il general contractor (attualmente alle prese con la costruzioni della Metro 5 di Milano) nel suo percorso di crescita, così come descritto dal Piano Industriale 2013-2018, presentato al mercato lo scorso giugno. Paolo Astaldi ha dichiarato: «Per una società che opera sulla base di piani industriali di medio lungo termine, l'introduzione del voto maggiorato rappresenta un'opportunità di ulteriore rafforzamento dei programmi di crescita, in quanto stimolo per gli investitori a concentrarsi sulla strategia di crescita e valorizzazione delle attività del gruppo». Il consiglio di amministrazione ha inoltre deciso, nell'ambito del programma di acquisto di azioni proprie già in corso (oggi pari allo 0,9% del capitale), di proseguire con il buyback fino al 5% del capitale sociale. Anas (18.12.14): Previsti utili in forte crescita per Anas nel 2014. Il risultato netto nell'anno che sta per concludersi dovrebbe infatti arrivare a 15 milioni di euro, contro i 3 milioni dello scorso anno. Lo ha detto ieri il presidente della società, Pietro Ciucci, conversando con i giornalisti in occasione della Giornata del cantoniere. «Un risultato ottenuto grazie ai risparmi sui costi a fronte di ricavi stazionari», ha sottolineato il manager. Sul fronte degli investimenti, «nel 2014 sono state concluse 22 opere e aperti al traffico 130 chilometri di strade e autostrade in tutta Italia, per un investimento di quasi 2,6 miliardi di euro». Per quanto riguarda il prossimo anno, invece, «gli investimenti in termini di spesa contabilizzata dovrebbero superare 3 miliardi». Più in generale, ha aggiunto Ciucci, a disposizione dell'Anas, grazie a recenti provvedimenti come le leggi di Stabilità 2014 e 2015 e al dl Sblocca Italia, ci sono 5,8 miliardi di euro, «che consentiranno di avviare, entro il 2015, circa 50 cantieri per nuove opere, alcune delle quali con gare già in corso». Sempre il prossimo anno l'Anas si impegnerà per gli «aggiustamenti necessari» ad andare sul mercato nel 2016 come indicato dal governo. La privatizzazione, anticipata da MF-Milano Finanza, «è un obiettivo al quale stiamo lavorando da tempo», ha detto Ciucci, il quale ha aggiunto che il gruppo intende utilizzare il 2015 «per gli aggiustamenti necessari e poi approcciare il mercato nelle modalità decise dall'azionista. Noi porteremo il nostro contributo propositivo». I nodi da sciogliere per portare sul mercato il gruppo sono comunque numerosi e intricati, a partire dall'impopolare tema del pedaggiamento delle tratte autostradali gestite dall'Anas. Rdb (22.12.14): Dal primo gennaio, la Rdb, almeno per come l'ha conosciuta Piacenza in oltre un secolo di vita, non esisterà più. Acquistata dalla veronese Geve e terminata una durissima trattativa sindacale, perde molto del suo patrimonio: non solo in termini di storia, tradizione e valore commerciale, ma anche e soprattutto guardando al suo know how di eccellenza, un patrimonio di professionalità che conoscono ogni centimetro delle fabbriche piacentine. I commissari straordinari hanno presentato nel frattempo al Tribunale di Piacenza la documentazione richiesta, rispondendo così all'esigenza di attenzione sul caso, mai fatta venire meno da via del Consiglio sulla procedura di vendita. Nelle liste di nomi salvati dall'ingegnere Paolo Marini di Geve, dopo un doloroso balletto sui numeri andato avanti fino a pochi giorni fa, vi sono solo una quarantina di piacentini sui 140 degli stabilimenti acquistati: Valmontana di Monticelli (che in questi anni difficili ha garantito, grazie ai suoi operai, prodotti di altissima qualità) e la sede centrale del gruppo, in via dell'Edilizia a Pontenure, che, praticamente azzerata, ha pagato il costo umano più grande di questa cessione, ultima spiaggia per evitare il fallimento. Messi alla porta, alcuni dopo decenni di lavoro, i capireparto. In totale, nei cinque stabilimenti acquistati da Nord a Sud Italia, solo ottanta lavoratori sono stati salvati; altri cento verranno riassunti nei prossimi dodici mesi. Per i cinquantenni non reintegrati, si sono aperte le porte della mobilità; gli altri - queste le rassicurazioni date alle organizzazioni sindacali - potranno contare su un anno ulteriore di cassa integrazione. «Con simili scelte occupazionali, difficilmente gli stabilimenti potranno realmente ripartire - spiega Giovanni Rossi della Fillea nazionale -. Credo che Marini debba rivedere immediatamente i criteri di scelta che lo hanno portato a presentare queste liste di lavoratori, una delle quali non ci è ancora stata presentata interamente. Così sembra un piano industriale a pezzi e bocconi. Sono stati lasciati fuori i capireparto, coloro che conoscono meglio di chiunque altro l'azienda e l'hanno tenuta in piedi, insieme alle altre alte professionalità. Abbiamo chiesto un nuovo incontro al Ministero dello Sviluppo economico». Nella sede di Pontenure, attualmente, Marini terrà sette persone, tutti tecnici (quattro progettisti, due preventivisti, un assistente di cantiere); otto, se si comprende il direttore operativo Nello Visconti. Erano cinquanta, anche se negli ultimi mesi quelle realmente operative erano 25-30. La sede è stata praticamente azzerata, l'Rdb non ha più la sua 'testa'. Un gruppo esiguo di lavoratori sta continuando intanto a prestare servizio al fianco dei commissari straordinari per chiudere le ultime partire aperte. A Valmontana, i salvati (ammesso che di reale salvataggio occupazionale si tratti, considerate le forti perplessità che hanno continuato a rendere nervosa la vendita negli ultimi mesi) sono 35 su 90. Dati incredibili, che chiudono così, con le briciole, la storia della leader d'Italia. (Elisa Malacalza) Rapporti e studi Acimall (16.12.14): Il settore delle tecnologie per il legno e i suoi derivati è ancora nel bel mezzo di una stagione alquanto difficile. Questo è il messaggio che emerge dall’incontro odierno con la stampa di settore italiana organizzato da Acimall, l’associazione confindustriale che raccoglie le più importanti imprese nazionali del settore. Nessun rimbalzo, nessun travolgente cambio di rotta, per quanto moltissimi se lo aspettino. E la situazione permane certamente difficile in Italia rispetto a molti Paesi stranieri, anche se non ci sono aree del mondo che regalano grandissime performance. Ciò non toglie che sia proprio l’esportazione a essere la valvola di sfogo della produzione nazionale, che non può certo contare su un mercato domestico “attento”… Un quadro ritratto dai dati pre consuntivo sull’andamento nel 2014 delle tecnologie italiane per il legno e i suoi derivati elaborati dall’Ufficio studi di Acimall, dati che ribadiscono come il settore abbia perso circa il 30 per cento del proprio fatturato negli ultimi sette anni. La produzione si è assestata a quota 1.545 milioni di euro, con una leggera crescita rispetto all’anno precedente. Le esportazioni, per quanto punto di forza della nostra industria, perdono il 2 per cento, dato comunque confortante se pensiamo al meno 3,6 del consuntivo 2013 o al meno 8 per cento del 2012. Le importazioni – che, fisiologicamente, rappresentano poco meno di un quarto del mercato italiano – si fermano a 118 milioni di euro, il 17,5 per cento in meno rispetto al 2013. Immobile, per quanto a livelli decisamente importanti, la bilancia commerciale, che l’Ufficio studi di Acimall prevede attestata allo stesso valore del 2013. Incoraggiante il 9,1 per cento di crescita delle vendite sul mercato interno (fu del 2,9 per cento nel 2013) sommatoria degli incentivi governativi agli investimenti (Legge Sabatini in primis) e della impossibilità di congelare qualsiasi spesa per troppo tempo, se si vuole mantenere efficiente il proprio parco macchine. Il dato, in controtendenza rispetto al calo dell’import, sembra indicare come il mercato nel 2014 abbia privilegiato le tecnologie “made in Italy”. LE PREVISIONI PER IL 2015. “Siamo sempre estremamente restii nel guardare nella sfera di cristallo per trarne indicazioni sul futuro”, ha commentato Dario Corbetta, direttore di Acimall, dall’alto della sua lunga esperienza come responsabile dell’Ufficio studi della associazione che oggi dirige. La storia, specialmente la più recente, ci ha insegnato che ci sono moltissimi fattori che possono improvvisamente mutare un dato o un trend che si riteneva certo. Le nostre analisi partono da alcuni punti fermi e dalla approfondita conoscenza del settore e dei mercati internazionali, ma ci sono incognite di carattere sociale, religioso, politico ed economico che possono determinare la chiusura o l’apertura di un mercato nel volgere di un pugno di giorni. Possiamo comunque azzardare che, secondo i dati in nostro possesso e le previsioni sull’andamento dei mercati più rilevanti per il “made in Italy”, le esportazioni italiane nel 2015 potranno aumentare di qualche punto percentuale. Istat (17.12.14): Nel mese di ottobre 2014, l’indice del costo di costruzione di un tronco stradale con tratto in galleria diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,7% rispetto allo stesso mese del 2013; l’indice senza tratto in galleria diminuisce dello 0,4% rispetto al mese precedente e dello 0,8% rispetto a ottobre del 2013. Il contributo maggiore alla diminuzione tendenziale sia dell’indice del costo di costruzione di un tronco stradale con tratto in galleria sia di quello senza tratto in galleria viene dal calo dei costi dei materiali (rispettivamente -1,1 e -1,2 punti percentuali). Ance (18.12.14): IL QUADRO CONGIUNTURALE DEL SETTORE La crisi per le costruzioni diventa ancora più dura. INVESTIMENTI IN COSTRUZIONI I TRIMESTRE 2014 -2,3% II TRIMESTRE 2014 -3,1% III TRIMESTRE 2014 -4% Complessivamente dall’inizio della crisi il settore ha perso il 32% di investimenti, pari a 64 miliardi di euro, e le previsioni per il 2015 sono di un ulteriore calo del 2,4%. Solo nel III trimestre dell’anno l’edilizia ha perso 60.000 occupati: si tratta dell’unico settore economico che registra ancora un segno negativo. Dall’inizio della crisi i posti di lavoro persi sono 800mila. Quasi 16mila le imprese di costruzione fallite dal 2009 al 2014. Opere pubbliche vittime dell’austerità. Anche nel ddl Stabilità 2015 continua il calo degli stanziamenti dello Stato negli investimenti pubblici: 11%. Mentre dal 1990 ad oggi le spese correnti sono aumentate del 34%, quelle per nuove infrastrutture sono crollate del 66%. Casa: allarme fiscalità I primi spiragli di ripresa nell’immobiliare (compravendite + 2,2% nei primi nove mesi del 2014) rischiano di essere affossati da un fisco oppressivo. Dal 2011 impennata delle tasse sulla casa. Dai 9 miliardi dell’Ici ai 24 miliardi del combinato Imu+Tasi: 15 miliardi sottratti dalle tasche dei contribuenti. Istat (18.12.14): Nel mese di ottobre 2014 l’indice destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato un aumento del 3,2%. rispetto a settembre 2014. Nella media del trimestre agosto-ottobre l’indice è aumentato dello 0,9% rispetto ai tre mesi precedenti. L’indice corretto per gli effetti di calendario ad ottobre 2014 è diminuito in termini tendenziali del 4,3% (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2013). Nella media dei primi dieci mesi dell’anno la produzione nelle costruzioni è diminuita del 7,2% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Eurostat (18.12.14): Nel mese di ottobre 2014 l’indice europeo destagionalizzato della produzione nelle costruzioni ha registrato un aumento dell’1,3% nell’area euro e dello 0,4% nella EU28, rispetto a settembre 2014. Rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (ottobre 2013), l’indice è cresciuto dell’1,4% nell’area euro e dell’1,5% nella EU28. Istat (19.12.14): A ottobre il fatturato dell’industria, al netto della stagionalità, registra un aumento dello 0,4% rispetto a settembre, con un incremento sia sul mercato interno, sia su quello estero (rispettivamente +0,4% e +0,3%). Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo diminuisce dello 0,3% rispetto ai tre mesi precedenti (1,4% per il fatturato interno e +1,7% per quello estero). Corretto per gli effetti di calendario (i giorni lavorativi sono stati 23 come ad ottobre 2013), il fatturato totale diminuisce in termini tendenziali dello 0,7%, con un calo dell’1,4% sul mercato interno ed un incremento dello 0,8% su quello estero. Gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per i beni strumentali (+3,0%), mentre registrano flessioni per l’energia (-2,8%), per i beni di consumo (-0,3%) e per i beni intermedi (-0,2%). Per gli ordinativi totali, si registra un incremento congiunturale dello 0,1%, sintesi di un aumento dell’1,5% degli ordinativi interni e una flessione dell’1,9% di quelli esteri.