la lambretta come non l`avete mai vista
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la lambretta come non l`avete mai vista
1 NAZ/223/2008 33 Iscriviti alla newsletter www.libreriadellautomobile.it periodico semestrale di auto e moto d’epoca LA LAMBRETTA COME NON L’AVETE MAI VISTA Non era mai esistita sino ad oggi una guida all’identificazione illustrata dedicata alla Lambretta. Chi poteva colmare questa lacuna se non Vittorio Tessera? Q uesta sì che è una grande novità, una di quelle che renderà senz’altro felici i Lambrettisti di tutto il mondo! Vittorio Tessera, storico del marchio Innocenti e autentico cultore della Lambretta, l’indimenticabile scooter cui, in passato, ha già dedicato numerose pubblicazioni, dopo un immane lavoro di ricerca durato diversi anni, ha dato vita alla sua ultima “fatica editoriale”. Un’opera mai tentata in precedenza, un libro che tratta in maniera approfondita e sistematica l’intera evoluzione dei modelli Lambretta dal 1947 al 1971. Un’autentica guida illustrata, unica nel suo genere, che si rivelerà di grande aiuto per conoscere a fondo la Lambretta in tutte le varianti e modifiche che ne hanno caratterizzato la lunga produzione. Troppo spesso ci si imbatte in Lambrette restaurate in maniera approssimativa e, cosa ancor più grave, con pezzi appartenenti a modelli non omogenei. In effetti, la storia della Lambretta è molto com- plessa e di difficile interpretazione: spesso venivano prodotti modelli di transizione che adottavano particolari di serie diverse tra loro. Proprio per tentare di conoscere e di comprendere tutta questa enorme mole di modifiche e varianti è nato questo importante volume sulla storia produttiva della Lambretta. In pratica, ciascuno dei modelli usciti dalla fabbrica di Lambrate viene analizzato in profondità in tutti i suoi aspetti tecnici riguardanti telaio e carrozzeria, motore, impianti e comandi. Per ognuno di questi ambiti, il volume, avvalendosi di un’immensa quantità di immagini appositamente realizzate, illustra tutte le modifiche apparse negli anni sui diversi modelli avendo cura, per quanto possibile, di metterle in relazione con i numeri di telaio e di motore in modo da poter comprendere quando una determinata modifica è stata realmente introdotta La Libreria dell’Automobile magazine a casa tua... Non ricevi ancora La Libreria dell’Automobile magazine? Stai cambiando indirizzo e vuoi continuare a riceverla? Richiedi la tua copia OMAGGIO Comunicaci il tuo indirizzo: Fax 02.27301454 Tel. 02.27301462/68 E-mail: [email protected] www.giorgionadaeditore.it Giorgio Nada Editore Via C. Treves, 15/17 - 20090 Vimodrone (MI) www.giorgionadaeditore.it Semestrale - 1° semestre 2013 - Anno XVII - N° 33 - In caso di mancato recapito inviare al CMP di Milano Roserio per la restituzione al mittente previo pagamento resi. n° 33 • I semestre 2013 2 n° 33 • I semestre 2013 Mini: l’auto che ha insegnato a “fare” le auto... Dettaglio del serbatoio della Lambretta 125 m II serie. Sotto, il gruppo motore/sospensione posteriore della 125 B II serie, prodotta dalla metà del 1949. nel corso della produzione. Non a caso, proprio allo scopo di poter interpretare al meglio l’avvicendarsi dei diversi aggiornamenti, per la prima volta vengono pubblicate le tabelle di produzione mensili dell’Innocenti, dati mai apparsi in precedenza. Una grande opera di ricerca, durata più di quattro anni, durante i quali sono stati consultati tutti i documenti ufficiali dell’archivio storico Innocenti (conservati presso il Museo Scooter&Lambretta), visionate centinaia di informazioni provenienti dai Lambretta Club stranieri e, per ultimo ma non meno importante, intervi- stati decine di ex-dipendenti dello stabilimento di Lambrate. Questa enorme mole di informazioni è stata poi ordinata cronologicamente, modello per modello, verificata con esemplari perfettamente conservati, e quindi ricontrollata sulla base dell’esperienza di Vittorio Tessera che, da oltre 35 anni, restaura e ripara Lambrette di ogni tipo. Il risultato di questo grande ed unico lavoro nel suo genere può essere così riassunto: oltre 1.400 varianti e modifiche censite e catalogate, un lavoro fotografico dettagliatissimo e una ricerca cronologica precisa ed esauriente. Ultimo ma non ultimo, un capitolo a parte è stato dedicato all’interpretazione dei numeri di telaio e motore rispetto ai numeri di produzione: spesso infatti si vedono sui siti dedicati alla Lambretta programmi che consentono di reperire questo tipo di dati. Attenzione perché si tratta di siti che non possono assolutamente disporre delle basi scientifiche e storiche necessarie per fornire un simile servizio. La lambretta 125 m II serie nella rara colorazione rosso scuro. Sotto, il primo modello Lambretta completamente carenato è la 125 LC del 1950. Su questo libro è finalmente spiegato il metodo certo per ricavare la data di produzione partendo dal numero di telaio o motore. Il volume è stato inoltre completato da alcuni grafici produttivi che analizzano i volumi di vendita della Lambretta in Italia e nel mondo. È proprio il caso di dirlo: Lambretta: di tutto, di più. Lambretta. Guida illustrata all’identificazione di Vittorio Tessera Formato 25 x 25, pp. 400, migliaia di foto a colori, cartonato con sovraccoperta, testo italiano/inglese € 50,00 Fra le vetture che sono entrate a pieno titolo a far parte della storia dell’automobile, un posto di assoluto rilievo è occupato dalla piccola e intramontabile Mini. Questa sezione longitudinale mette in risalto l’estrema razionalità del geniale progetto firmato da Alec Issigonis. Particolare dello stemma Innocenti posizionato sopra il faro anteriore. Nel 1953 verrà sostituito da un pregevole scudetto in plastica sulla parte sinistra dello scudo. Un’immagine pubblicitaria dell’epoca pone a confronto due mezzi fra i più rivoluzionari nella storia dei trasporti: il treno e la Mini. Sotto, la Mini pick up. Un volume unico nel suo genere, utile a tutti i lambrettisti che intendono conoscere nei minimi dettagli l’evoluzione tecnica del celebre scooter Innocenti. Dopo aver recuperato tutte le informazioni tecniche fornite all’epoca dai concessionari e aver realizzato migliaia di immagini che raffigurano, pezzo per pezzo, tutte le versioni prodotte dalla Casa di Lambrate dal 1947 al 1971, l’autore ha dato vita ad una guida che illustra ogni minima modifica apportata negli anni sui diversi modelli apparsi sul mercato. Proprio grazie all’immagine è così possibile vedere quando una particolare modifica è stata introdotta nell’arco della produzione di un singolo modello. Il libro è inoltre arricchito da decine di documenti originali d’epoca, pubblicità a colori e grafici di produzione. A proposito di Lambretta M Innocenti Lambretta Edizione ampliata di Vittorio Tessera Formato 25 x 25, pp. 256, foto a colori e in b/n, cartonato con sovraccoperta, testo italiano € 38,00 Disponibile anche l’edizione inglese Innocenti Lambretta The definitive history Expanded edition € 39,00 Lambretta. Manutenzione e restauro Edizione ampliata di Vittorio Tessera Formato 25 x 25, pp. 80, foto a colori e in b/n, brossura, testo italiano € 20,00 Disponibile anche l’edizione inglese Vista frontale della nuova Lambretta LI III serie del 1962, denominata scooterlinea in onore alla nuova carrozzeria aerodinamica. 3 n° 33 • I semestre 2013 Lambretta. Restoration Guide. Expanded edition € 25,00 ini, ovvero la storia di un’automobile che, per quanto piccola e apparentemente insignificante, ha rappresentato un punto di rottura col passato e quello di partenza per il futuro, per tutte le auto di moderna concezione. Merito di un progettista di grande qualità e del coraggio dell’imprenditore che gli aveva dato, come si suol dire, carta bianca. Del primo molti ricordano il nome, Alec Issigonis, uomo di eclettico ingegno, poco incline al lavoro di squadra, ma in grado di condurre a termine un’ardua impresa disegnando una macchina da cima a fondo fin nei minimi dettagli. Del secondo molti ignorano l’esistenza, eppure Sir Leonard Lord, allora a capo dell’Austin, aveva una personalità non meno forte del giovane progettista che aveva assunto e, senza questa, forse la Mini non sarebbe esistita. Curioso: il nome Mini si impose da solo con il successo della vettura. All’inizio si chiamava Austin Seven oppure Morris Mini Minor, con quel Mini che faceva da diminutivo alla Minor, altra auto di successo del marchio, ma assolutamente tradizionale dal punto di vista meccanico. Come se, all’inizio, nessuno credesse che questa piccola scatola su ruote sarebbe diventata un mito sul cui nome continua oggi il succes- Il Montecarlo: autentico terreno di conquista per la Mini e, in basso, “Mister Bean”. so di ben altri modelli. Era piccola ma portava quattro persone con un impensabile comfort e con un motore più che adeguato alle necessità. Qualcuno scoprì velocemente le sue qualità corsaiole se solo avesse avuto qualche cavallo in più. Fu John Cooper, che - proponendo la sua versione alla British Motor Corporation - legò indissolubilmente un nome già famoso negli ambiti sportivi a quello della Mini, creando un mito nel mito: una vetturetta di 3 metri con una potenza esuberante in grado di vincere un Mini di Marco Batazzi rally dopo l’altro e Formato 24,3 x 27, pp. 120, 88 foto a colori e 137 in b/n, brossura, testo italiano aggiudicarsi quat€ 25,00 tro volte il prestiCi sono automobili capaci di segnare un’egioso Montecarlo. poca, di lasciare una traccia indelebile non solo nella storia delle quattro ruote e dei Voi direte che le trasporti ma anche in quella, ben più significativa, del costume e della cultura. A questa vittorie ufficia“casta” appartengono vetture come la Fiat li sono solo tre. 500 o il Volkswagen Maggiolino ma anche, a pieno titolo, l’indimenticabile Mini. Non sottilizziaLa piccola, rivoluzionaria auto nata nel mo: la volta che 1959 dal genio di Alec Issigonis fu prodotta sino agli anni Duemila da una pluralità di vinse nel 1966 Case (Austin, Morris, Innocenti) in molteplici versioni. Il volume ripercorre la storia venne squalificaindustriale, tecnica e sportiva - si pensi ai ta per via di una successi al Rally di Montecarlo - di questa autentica pietra miliare del Novecento. banale irregolarità ai fari, con una sentenza chiacchierata diventava un Classico con che sembrava soltanto la ‘c’ maiuscola. scritta per favorire una È così che venne riscopervettura francese...Dopo il ta e riproposta in decine di ritiro dalle corse e il tentacosiddette “tirature” limitivo di ridurre le royalties a tate pensate per attirare la Cooper ci furono anni bui clientela giovane e snob. per la Mini, ma la clientela Una storia lunga 40 anni rimase sempre affezionata che si è interrotta solo al modello, inducendo le quando le normative sulla alte sfere a non abbandosicurezza e sulle emissioni narlo nemmeno quando sono riuscite ad avere la fu pronta la sua sostituta: meglio su un design che la pretenziosa Metro, che non consentiva più adepoco aveva di che distinguamenti senza farli stare guersi da una accanita nella formula dei tre metri. concorrenza nel settore Il libro porta a ripercordelle utilitarie. La Mini, rere la storia di questa invece, rimanendo fedevettura, così cara anche le a se stessa, giocava la a noi italiani quando l’acarta del suo design che dottammo con il marchio non invecchiava ed anzi Innocenti. n° 33 • I semestre 2013 5 n° 33 • I semestre 2013 La 24 Ore di Le Mans “live” Chi, se non Mario Donnini, poteva scortarvi fra i pensieri e i ricordi di alcuni fra i grandi protagonisti dell’immortale 24 Ore? Porsche 911. Il Mito di Stoccarda. 50° Anniversario di Paul Frère e Tony Dron Formato 24.3x27, pp. 500, foto a colori e in b/n, cartonato con sovraccoperta, testo italiano € 78.00 Data di pubblicazione: metà maggio Cento di questi giorni, intramontabile 911 Cinquant’anni sono trascorsi da quando apparve la 911. Più di una vettura, un’icona che sembra non conoscere fine. Vista in trasparenza di una Porsche 911 Serie G, modello 1974. E ra il Salone di Francoforte del 1963 quando fu svelato per la prima volta al pubblico e alla stampa un filante coupé 2+2, dalle linee sobrie ed eleganti, che nella gamma Porsche sarebbe andato in un primo tempo ad affiancare e poi a sostituire il già glorioso model- lo 356. Per la nuova nata, le cui linee erano state firmate dallo stesso Ferdinand Alexander Porsche, primogenito di Ferry e per tutti noto con il soprannome di “Butzi”, si era scelta una sigla a tre cifre, semplice ed essenziale, proprio come la nuova vettura: 901. Tre numeri che furono però mal digeriti dalla Peugeot. La Casa francese non tardò infatti a sollevare un impedimento nei confronti di quella di Stoccarda, rivendicando una sorta di diritto sulle sigle costituite da tre cifre con lo 0 al centro, con le quali la Peugeot era solita identificare le proprie vetture. Sul “fronte tedesco” non ci pensarono due volte e, nel volgere di poco tempo, Tutte le Porsche alla Porsche House N ell’ambito della manifestazione, Bookcity Milano che, nei giorni 17-18 novembre scorsi, ha visto il capoluogo lombardo trasformarsi Lorenzo Ardizio Tutte le Tutte le certamente uno dei marchi più prestisciuti. La sua storia, iniziata nel 1946, è i modelli leggendari e da grandi imprese i rally alle Turismo, dalle mitiche Sport a 1. Oltre che dall’epopea, fatta di conti, di due automobili straordinarie: la 356 911 in seguito, il cui successo, iniziato nel accenna a declinare. Ma anche i “nuovi xster, Cayenne, Cayman e Panamera, icabili fuoriserie e le prospettive per il sto volume ripercorre l’intera storia della carda attraverso una galleria virtuale di i, i modelli prodotti: vetture di serie e da ne. 4 Tutte le Porsche di Lorenzo Ardizio Formato 16 x 21, pp. 392, disegni e foto a colori e in b/n, brossura, testo italiano € 14,90 in autentica capitale dell’editoria, Giorgio Nada Editore e la Libreria dell’Automobile hanno organizzato con la collaborazione di Porsche Italia, presso la Porsche House di viale Rubattino a Milano, la presentazione del volume “Tutte le Porsche”, firmato da Lorenzo Ardizio. L’idea di raccogliere tutta o quasi la produzione di una Casa automobilista in un volume di piccolo formato ma ricchissimo di informazioni, era nata all’inizio degli anni Duemila quando era uscito il libro “Tutto Ferrari”. Su quel medesimo schema, la collana si arricchisce ora di un lavoro, non meno vasto e articolato, dedicato agli indimenticabili modelli realiz- zati dalla Casa di Stoccarda. Davanti ad un folto pubblico, accanto all’autore, è stato presente anche il disegnatore, Michele Leonello, che ha firmato tutte le bellissime tavole pubblicate nel volume. Lo stesso Leonello, docente di Car Design presso la scuola politecnico di Design di Milano, ha anche tracciato in poche righe la sagoma della 911 svelando i segreti che hanno reso intramontabile linee della 911. A Mauro Gentile, Direttore PR Ufficio Stampa Porsche Italia, è spettato il compito di coinvolgere nel dibattito il pubblico che non si è tirato indietro nel rivolgere quesiti agli autori prima di accaparrarsi l’immancabile copia autografa del libro. conferirono al nuovo coupé il nome 911. A distanza di cinquant’anni pare impossibile immaginare che questa straordinaria automobile, ancora oggi fiore all’occhiello nella produzione Porsche, avrebbe potuto avere una sigla diversa da quella che noi tutti conosciamo e che, negli anni, è diventata sinonimo di eccellenza stilistica e tecnologica. Già, perché se è vero, soprattutto di questi tempi, che tutto passa e scorre inesorabilmente “invecchiando” nel volgere di poche stagioni, proprio la 911, nelle sue varie declinazioni, pare essere diventata la famosa eccezione che conferma la regola. Le tappe di questa lenta ma costante evoluzione sono molte, sia fra le versioni stradali che fra quelle da corsa (abito che la 911 indossò assai presto, e con successo, sul finire degli anni Sessanta), e lo spazio di mezza pagina è certo esiguo per rendere giustizia a tutte. È sicuro però che dalla 912, versione “economica” della 911 apparsa nel 1965 sino alle ultime Carrera 4 e 4S della serie 991 del 2012, è stato un susseguirsi di modelli che hanno realmente fatto la storia dell’automobile: dalle 911 S e T del ‘66-‘67 alle Carrera RS 2.7 e 2.8 del ‘72-‘73, dalla Turbo del 1974 alla 959 del 1983; e ancora, la prima nuova generazione di 911 costituita dalle Carrera 2 e 4 (serie 964) del 1989, seguite dalla 993 nel 1993 e dalle discusse 996 del 1998. Tutte tappe, Esordì al Salone di Francoforte del 1963 e da allora la Porsche 911 è diventata la vettura sportiva ad alte prestazioni più ambita dagli appassionati di tutto il mondo. Costituisce già un fenomeno il fatto che sia in produzione da 50 anni e che, nonostante sia scesa in lizza una concorrenza sempre più numerosa e temibile, questa intramontabile vettura sia sempre oggetto di rispetto e ammirazione su strada e sulle piste. Fu Paul Frère, ingegnere, scrittore e pilota di fama internazionale, a dare vita molti anni fa a questa autentica “opera omnia” sulla 911, narrando le origini del progetto, la sua evoluzione tecnica e le gesta sportive, ma soprattutto illustrando in dettaglio le caratteristiche tecniche di tutti i modelli in ciascuna versione. Questa opera fondamentale, proprio nell’anno in cui la 911 celebrerà il suo 50° anniversario, viene ancora una volta aggiornata spingendosi sino alla 991, ultima rappresentante di una gloriosa genealogia che pare non conoscere fine. meglio sarebbe dire “pietre miliari” che vengono ripercorse nell’ennesima, nuova edizione, del libro dedicato alla 911 e scritto, molti anni fa, da Paul Frère, pilota di prima grandezza e giornalista non meno capace, che la 911 l’aveva conosciuta davvero. Una pietra miliare nell’evoluzione della 911: la Carrera 4 del 1989. La Mazda a motore rotativo che si aggiudicò la 24 Ore nel 1991. La vettura è tornata a girare a Le Mans nel 2011, occasione cui si riferisce l’immagine. L a 24 Ore di Le Mans è la gara più bella del mondo. Questo da sempre pensano i francesi e hanno le loro ragioni. Per storia, blasone, colore e calore. Eppure, la classicissima della Sarthe non è solo tecnologia, resistenza e impatto visivo. No, la 24 Ore di Le Mans ha un fascino caldo e stregato, fatto di uomini e storie. Di varia umanità, sogni, aneddoti e confessioni a cuore aperto. E questo libro tenta di avventurarsi in un territorio inesplorato, raccogliendo le testimonianze dei più grandi campioni dell’endurance che si confidano come se stessero rilassati nel loro motorhome mentre fuori infuria una delle tante edizioni ruggenti della mas- Nel 2012, nel trentennale della prima vittoria Matra a Le Mans nel 1972, alcune storiche vetture della Casa francese in parata prima del via della corsa. Il podio con i vincitori della Categoria Gte-pro nel 2012. Da sinistra: Fisichella, Bruni, Vilander e il titolare del team AF Corse Amato Ferrari. sacrante maratona. Non tutti i vincitori, ma tanti di loro. Gente come Ickx, Foyt, Amon - per citarne solo alcuni - piuttosto che protagonisti della storia moderna quali Capello, Pirro e il recordman di vittorie Kristensen. Accanto a loro, anche quei campioni che sono divenuti famosi per non aver coronato la loro carriera con una vittoria alla Sarthe. Su tutti, leggen- de quali Mario Andretti e Bob Wollek e con loro tanti altri. Dal playboy Porfirio Rubirosa, agli attori Steve McQueen e Paul Newman, le cui storie vengono raccontate quasi fossero capitoli di un romanzo da vivere in diretta. Il compito di narrare tutto ciò è spettato a Mario Donnini, da venti anni firma di Autosprint oltre che autore di rubriche quali “Cuore da Corsa” e “Legends”, nonché direttamente presente a tante edizioni della classicissima corsa di durata. Un modo diverso per andare alla scoperta della faccia mai mostrata della 24 Ore di Le Mans, finalmente vissuta in chiave squisitamente intimista, quella delle sensazioni e delle motivazioni che possono spingere un uomo a diventare campione o un campione a sentirsi fragilmente uomo al solo cospetto di una PIEDINO gara la cui storia infinita la fa sembrare più grande, o forse, più semplicemente, più profonda, misteriosa e affascinante di tutte le altre. L’opera è completata da un apparato fotografico costituito da immagini del tutto inedite e capace di dare corpo alle sensazioni e alle emozioni di un racconto che vuole mescolare quieta poesia all’adrenalina blu della 24 Ore. Buona lettura. Le Mans. 24 Ore di corsa, 90 anni di storia di Mario Donnini Formato 14x22, pp. 240, foto a colori e in b/n, cartonato con sovraccoperta, testo italiano € 20.00 Data di pubblicazione: metà giugno Per la prima volta nella storia delle corse, i protagonisti delle varie epoche della gara più bella e importante del mondo, la 24 Ore di Le Mans, parlano e si raccontano a cuore aperto. Nel 2013 la classica maratona automobilistica della Sarthe compie 90 anni. Campionissimi quali Jacky Ickx, Tom Kristensen, Mario Andretti, Dindo Capello, Emanuele Pirro, Henri Pescarolo, Chris Amon, Aj Foyt e altri ancora offrono il loro contributo sulle edizioni più belle della 24 Ore. Un racconto sul significato, sulle emozioni e sui retroscena della gara rivissuta come fosse un romanzo ricco di pathos, di rivelazioni, di rischio e colpi di scena. Il tutto firmato da Mario Donnini, giornalista e scrittore che da anni segue la mitica corsa nella duplice veste di appassionato e inviato. 6 n° 33 • I semestre 2013 Inghilterra: terra di scoperte Una Morgan Plus 4 in azione nella tipica campagna inglese. Profilo “secco” di una MG TF Midget. Copertina di una brochure della Triumph TR3A Sport. N ate, come nel resto d’Europa, agli albori dell’automobilismo più che altro per ragioni di praticità, hanno ben presto incontrato i gusti dei sudditi della Regina, che ne hanno saputo fare una vera e propria arte. Con l’affermarsi dell’automobile nell’uso quotidiano, infatti, le spider sono diventate una nicchia di clientela sportiva e dinamica che, però, in Inghilterra ha trovato la sua maggiore diffusione, integrandosi perfettamente con le abitudini dei gentleman amanti della vita all’aria aperta. La presenza delle spider nell’offerta dei Costruttori inglesi è stata, infatti, molto ampia, in grado di soddisfare clienti a tutti i livelli, sia in termini di gusti sia di disponibilità economiche. Non stupisce, dunque, trovare già negli anni prima della guerra le piccole MG “Midget” declinate in mille modi, da quelle più marcatamente sportive a quelle più eleganti e voluttuose. E, naturalmente, anche le grandi marche dell’epoca offrivano le versioni spider delle loro vetture di lusso, da Daimler a Bentley. La Seconda Guerra Mondiale ha causato un brusco momento di arresto per le industrie, concentrate come dappertutto a produrre armi, ma subito dopo il mercato delle spider è ricominciato più fiorente di prima. Merito anche di un programma economico fortemente protezionista che spingeva pesantemente sull’esportazione, l’industria inglese trovò nelle spider uno strumento di rilancio. I modelli degli anni Quaranta, ancora molto legati a quelli prebellici, furono rapidamente sostituti da nuove vetture che conquistarono il pubblico europeo e quello americano; pensiamo, ad esempio, alla MGA, alla Triumph TR2 o alle Jaguar XK. Il momento di maggiore splendore e varietà è stato proprio a cavallo fra gli anni Cinquanta e i Sessanta: nella produzione inglese le spider erano innumerevoli, dalle piccole MG alle potenti Jaguar, dalle raffinatissime Aston- 7 n° 33 • I semestre 2013 Fra i prodotti più classici del mercato automobilistico d’oltre manica, le Spider di Sua Maestà hanno segnato più di epoca. Eccole raccolte in un libro. Martin alle sportive Lotus, senza dimenticare il fascino fuori tempo delle Morgan e tutte le piccole costruzioni artigianali, come le Ginetta o le Elva. Le spider sono poi riuscite a sopravvivere anche alla terribile crisi che ha colpito l’industria automobistica inglese negli anni Settanta, pur fortemente ridimensionate e soprattutto grazie alle vendite negli USA. Oggi lo scenario è profondamente mutato e il mercato è dominato da quattro aziende: AstonMartin, Jaguar, Lotus e Morgan; ciascuna con le proprie particolarità, continuano però a rappresentare una combinazione unica di eleganza, tecnica e tradizione. SPIDER INGLESI Eleganza, tecnica e tradizione di Alessandro Sannia Formato 19,3x19,3, pp. 360, 111 foto in b/n e 427 a colori, cartonato, testo italiano € 29.00 MILLLE MIGLIA 1957. LE CLASSI MINORI di Carlo Dolcini Formato 24,3x27, pp. 400, foto in b/n e a colori, cartonato, testo italiano-inglese € 50.00 Ritorna la Mille Miglia del 1957 Scoprire di più sulla Mille Miglia del ’57 sarà impossibile dopo aver letto questo volume. La Fiat-Abarth 750 Zagato di Crivellari-Nardari al via della corsa sulla pedana di partenza. Le spider sportive, da usare rigorosamente aperte anche quando non c’è il sole, sono una delle icone della Gran Bretagna, come i taxi neri, le cabine telefoniche rosse, la regina e il Big Ben. In un Paese in cui il sole c’è solo pochi giorni all’anno, si è sviluppata una lunghissima tradizione di vetture con carrozzeria scoperta, che ha fatto la fortuna di grandi marchi della storia dell’automobile. Questo libro ne racconta l’evoluzione, dalle origini pionieristiche fino ai giorni nostri. Accanto a nomi leggendari come Aston-Martin, Jaguar, Triumph, Morgan e MG non mancano i piccoli artigiani e i costruttori meno noti. Cento dei principali modelli sono descritti con un breve testo e una scheda tecnica, il tutto illustrato da un enorme apparato iconografico. È il libro ideale per chi vuole una panoramica completa su questa affascinante tipologia di automobili. Data di pubblicazione: metà maggio Al via è il turno dell’equipaggio Peter Riley-Arthur Meredith Owens a bordo di un’imponente Ford Zephir 15 M. Nella stessa collana MILLE MIGLIA 1957. L’ULTIMO ATTO DI UNA CORSA LEGGENDARIA D L’Aston Martin DB6 Volante. La ventiquattresima e ultima edizione della Mille Miglia, quella disputata nei giorni 11 e 12 maggio 1957, è certo passata alla storia soprattutto per i tragici fatti legati all’incidente della Ferrari 335S di De PortagoNelson, uscita di strada nelle ultime battute di gara, nei pressi di Mantova. Ma è anche la gara dell’aspra lotta fra i piloti della Casa di Maranello, del duello mancato con la Maserati 450S di Moss-Jenkinson, e dell’ultimo successo in carriera di Piero Taruffi. Eppure, dietro a tutto questo, si cela un’altra realtà non meno ricca e affascinante, quella degli equipaggi iscritti nelle classi minori: dalla Turismo Preparato, Classe 750, alla Gran Turismo 750 e 1000, sino alle Sport di analogo frazionamento. A raccontare questa inedita storia, fatta di “piccole” vetture e di nomi quasi sconosciuti, è Carlo Dolcini, attento e puntuale storico, che ricostruisce con dovizia di particolari i fatti “minori” di quei giorni avvalendosi di un ricco repertorio iconografico. ue anni fa avevamo dato alle stampe un volume che finalmente aggiungeva qualcosa di nuovo alla storia della Mille Miglia. “Mille Miglia 1957. Ultimo atto di una corsa leggendaria”, firmato da Carlo Dolcini, già apprezzato autore di altri libri dedicati all’automobilismo sportivo, raccontava le imprese dei pochi equipaggi iscritti nella classe regina, la Sport oltre 2 litri. Da questa sarebbe poi uscito il vincitore, Piero Taruffi a bordo di una Ferrari 315 S, dell’ultima, drammatica edizione della classica corsa bresciana, disputata l’11 e 12 maggio 1957. Immagini inedite, una minuziosa ricerca storica e soprattutto, per la prima volta, la pubblicazione delle classifiche parziali e generali, stilate (e calcolate ex novo) in funzione dei controlli a timbro. Questo stesso approccio è quello che è alla base di un secondo lavoro, ancora una volta dedicato alla XXIV Mille Miglia, che prende ora in esame tutti gli altri equipaggi, vale a dire quelli compresi fra la Fiat 600 n. 1 di Remo Pola, iscritta nella Turismo preparato sino a 750 cc e scesa dalla pedana di partenza alle ore 23:00 dell’11 maggio, e la Ferrari 500 Mondial spider Pinin Farina n. 509 di Alfredo Vaccari, ultima fra le Sport nella classe da oltre 1500 cc a 2 litri a prendere il via della corsa, all’alba di quel fatidico 12 maggio. Fra queste due vetture era compreso il meglio delle auto Turismo, Gran Turismo e Sport dell’epoca, guidate da onesti gentlemen drivers così come da affermati campioni di fama internazionale. Grazie ad una ricerca iconografica senza precedenti, ad ognuno di questi equipaggi, l’autore dedica finalmente almeno una foto, talvolta a colori, che consente di restituire una fisionomia a uomini e mezzi. Ma se già questo dato potrebbe essere bastante per catturare l’interesse del cultore della Mille Miglia e dell’appassionato lettore, l’autentico plus valore di questa immensa ricerca sta nella pubblicazione, anche in questo caso una novità assoluta, delle domande di iscrizione di quasi tutti i partenti. Documenti di eccezionale valore che spesso, sul retro, riportano il curriculum sportivo di ogni singola vettura. Di più, davvero, non si poteva chiedere. Per il terzo titolo di di Carlo Dolcini Formato 24.3x27, pp. 168, foto in b/n e a colori, cartonato, testo italiano-inglese € 50.00 Ultime copie disponibili questa collana bisognerà avere pazienza ma il volume dedicato al 1956 è già in cantiere. Luciano Pagliai su Maserati 200 SI non giungerà all’arrivo. La Porsche 356 Carrera di Henry Perround si appresta a tagliare il traguardo al 56° posto. n° 33 • I semestre 2013 9 n° 33 • I semestre 2013 Ancora una volta a Bray Hill “T i porterò a Bray Hill” non è solo un libro. No, non starò qui a dire che ormai rappresenta un classico, perché dire una cosa banale non è rendere giustizia a Roberto Patrignani che banale non lo è mai stato. Prendiamo il discorso in tutt’altro modo e lasciamo stare le definizioni roboanti. Tanti anni fa, vedendo il film di Francis Ford Coppola su Preston Tucker, uno sfortunato costruttore di automobili, ricordo che a un Roberto Patrignani (n. 2) impegnato al TT durante la Parata Storica del 1995. certo punto la mamma del protagonista dice al figlioletto: «Stai molto attento ad avvicinarti agli uomini che sognano, perché non c’è nulla di più contagioso di un uomo che sta sognando. Potresti esserne contagiato e vivere la sua stessa ossessione sentendola tua». Ecco, “Ti porterò a Bray Hill” è essenzialmente questo. Il diario intimista di un pilota “over 50” che improvvisamente, gravido di endorfine per l’acquisto di una fiammante moto Honda, al culmine dell’innamoramento, decide di portarla come fosse un’umanissima dea da amare, nel luogo più romanticamente congruo e pericolosamente impegnativo del pianeta terra: il Tourist Trophy dell’Isola di Man, sfrecciando quasi fosse un rito sublimante, nella sezione più famosa e magica: la depressione di Bray Hill. Roberto Patrignani non è e non vuole essere più di tanto didascalico. Il suo è un meraviglioso diario. Viaggia, rischia, racconta, si sbatte e vive sostanzialmente per scoprire se stesso. Il fatto è che lo fa attraverso il TT, che resta una corsa ammorbante, virale, da urlo, e lui stesso è un uomo tridimensionale, mai scontato, intellettualmente acchiappante e dotato dell’equilibrata lente dell’ironia disincantata. In “Ti porterò a Bray Hill” c’è tutto Roberto e tanto di TT da far venire voglia di conoscere e abbracciare sia l’uno sia l’altro. Almeno questo capitò a me oltre venti anni fa quando ebbi la fortuna di leggere il libro per la prima volta. E fu quella una grande spinta per portare a compimento entrambe le imprese, che poi mi ispirarono a mia volta la scrittura di diversi libri. Ma questa è un’altra storia. Preferisco concentrarmi sulle stupende sensazioni che dà ancora oggi “Ti porterò a Bray Hill”, la cui prosa appare fresca, spumeggiante e catturante come non mai e, permettetemi, sulla nostalgia, la commozione e il senso di mancanza che provo verso Roberto Patrignani. Alle tante sere passate con lui sull’Isola di Man ad ascoltarlo raccontare aneddoti, a dipanare sto- rie che sembravano l’extra di “Ti porterò”, quasi come un film in dvd che ogni volta sorprende con extra inattesi e preziosi. E ora proprio questo suo capolavoro rappresenta non solo un libro da leggere e tesaurizzare ma anche il simbolo di un rapporto importante, di un’amicizia coltivata con lui, di una storia nella storia che non vorrò e non potrò mai dimenticare. E che ogni volta con queste pagine stupende mi e ci riporta sorridenti a Bray Hill. Tutti noi sicuri che Roberto se ne sta impalpabilmente nascosto in qualche angolo, nel luogo dell’Isola di Man in cui grazie a queste pagine e all’uomo che ne esce, è diventato eternamente anfitrione e signore. Mario Donnini LA PROGETTAZIONE della MOTOCICLETTA Ristampare il volume di Roberto Patrignani era il miglior modo per ricordare un grande uomo, giornalista e pilota, in una parola, un amico. Fabio Fazi LA PROGETTAZIONE della MOTOCICLETTA resistenza posizione di guida TI PORTERÒ A BRAY HILL 1907-2007 CENTENARY EDITION Fabio Fazi, ingegnere progettista, svela al lettore i segreti nella realizzazione di una motocicletta. Ristampa aerodinamica Fabio Fazi 8 appoggio uscita di curva traiettoria frizione chattering freno LA PROGETTAZIONE DELLA MOTOCICLETTA di Fabio Fazi Formato 24.3x27, pp. 280, foto in b/n e a colori, brossura, testo italiano € 29.00 Data di pubblicazione: inizio maggio di Roberto Patrignani Formato 14 x 21, pagine 272, 71 foto in b/n e 18 a colori, brossura, testo italiano. € 20.00 Attesa ristampa della terza edizione, riveduta e ampliata dall’autore nel 2006, di un volume di grande successo, pubblicato nel 1989 e rapidamente esaurito. Roberto Patrignani, che partecipò al Tourist Trophy nel 1960 e 1961, raccontava “dell’infatuazione” di un uomo di mezza età per la sua splendida motocicletta, prodotta in numero limitato, costosissima e destinata alle corse. Decise così di portarla ad assistere al mitico Tourist Trophy “da spettatrice” ma poi, per alterne ragioni, i due presero ancora una volta parte alla grande corsa. Questa nuova ristampa di uno dei titoli di maggior successo della Casa editrice, è il modo migliore per ricordare Patrignani, grande appassionato di motociclette, valente pilota e, soprattutto, uomo eccezionale. Dal foglio bianco alla moto su strada L’angolo di massima inclinazione della moto viene definito in base all’utilizzo che sarà fatto della moto stessa. Q uesto libro non nasce per sovrapporsi a quanto già pubblicato sull’argomento della tecnica motociclistica, bensì è dedicato a chi vuole comprendere il processo progettuale che conduce alla definizione della ciclistica della motocicletta, fornendo anche alcune considerazioni applicative. Esiste una difficoltà nel passare dalla comprensione dei fenomeni teorici, sia dinamici che cinematici, alla definizione delle caratteristiche meccaniche dei componenti che “fanno” la moto. In questo libro vengono pertanto trattate una serie di considerazioni utili per comprendere l’essenza del “progetto moto”. La trattazione rimane sempre discorsiva e non accademica per l’intento dichiarato dell’autore di rendere il testo accessibile ai lettori appassionati, ma non per forza di cose ingegneri. Quando diviene necessario inserire nella trattazio- Il trasferimento di carico dalla ruota anteriore a quella posteriore è legato alla misura dell’interasse ed all’altezza del baricentro. L’angolo beta determina sia la distribuzione dei carichi sul forcellone dovuti al tiro catena che la trazione. ne formule matematiche, queste sono strettamente connesse all’argomento e sono frequentemente seguite da esempi pratici che fanno capire al lettore come e dove si applica la formula e ne evidenziano l’importanza. Uno degli intenti del libro è fornire informazioni per poter entrare nella genesi del progetto, partendo dal classico “foglio bianco” che ora non esiste più - sostituito negli Uffici Tecnici dallo schermo del computer - ma che rimane una situazione mentale per il progettista allo startup. Il primo e secondo Capitolo sono dedicati al corretto approccio al progetto della moto da parte dei tecnici e dei vertici aziendali. Si illustrano le linee guida che sono utilizzate nelle Aziende per descrivere il quadro tecnico ed economico in cui si svolgerà la progettazione ed industrializzazione del veicolo. Non mancano le opinioni personali dell’autore sui criteri di impostazione del progetto, con particolare enfasi sulla questione della distribuzione dei pesi. Una parte non comune agli altri libri del genere è quella dedicata alle moto elettriche ed alle loro particolari caratteristiche ed esigenze, come non usuale è la parte dedicata all’ergonomia. Nei Capitoli successivi si entra nel dettaglio della progettazione: il Capitolo terzo affronta le problematiche dei carichi di primo tentativo, con frequenti cenni a quello che avviene nel parallelo mondo delle quattro ruote. Accanto a considerazioni generali, proposte al lettore per avere una comprensione generale delle problematiche, si affrontano argomenti in dettaglio come il calcolo della catena della trasmissione secondaria. Il quarto e quinto Capitolo sono dedicati alle sospensioni, con un’analisi critica dei vari sistemi attualmente in uso, come il telelever ed il duolever. In questi Capitoli, come anche nel Capitolo sesto, si inquadrano le questioni anche dal punto di vista storico, con un excursus ragionato dell’evoluzione della tecnica. Grazie alla ricca veste iconografica ed alle ricerche dell’autore, il Questo lavoro è dedicato a chi vuole comprendere il processo progettuale che conduce alla definizione della ciclistica della motocicletta, fornendo alcune considerazioni applicative. Esiste una difficoltà nel passare dalla comprensione dei fenomeni teorici, sia dinamici che cinematici, alla definizione delle caratteristiche meccaniche dei componenti che “fanno” la moto. In questo libro vengono trattate una serie di considerazioni utili per comprendere l’essenza del “progetto moto” e vengono forniti schemi di verifica collaudati dall’Autore di alcuni singoli problemi strutturali. Il libro fornisce inoltre informazioni per poter entrare nella genesi del progetto, partendo dal classico “foglio bianco” per terminare con le metodologie di prova. Un’importante parte dell’opera è dedicata alla comprensione dell’analisi strutturale del telaio. lettore può avere un’interessante visione di telai, sospensioni e motociclette che a volte la storia ha dimenticato, ma che dovrebbero essere conosciuti per avere un quadro più completo dello sviluppo tecnico degli ultimi quarant’anni. Particolarmente ricca è la veste grafica nel sesto Capitolo, laddove si parla dei materiali da costruzione dei telai, delle tecnologie per realizzarli e delle moto storicamente più interessanti dal punto di vista tecnico. In questa sezione l’autore, grazie alla sua esperienza progettuale ed alla frequentazione con i produttori, è in grado di fornire al lettore una preziosa serie di dati sui materiali impiegati nei singoli modelli e di materiali di uso generico. Curiose ed inusuali sono le incursioni fatte nel mondo dell’aviazione e dell’auto, a dimostrazione che il motociclismo è debitore a questi settori per i materiali, le tecnologie e le impostazioni progettuali.