Numero 3 (Gennaio 2015) - LICEO del COSSATESE e VALLE

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Numero 3 (Gennaio 2015) - LICEO del COSSATESE e VALLE
LICEO DEL COSSATESE E VALLESTRONA
LA RAGNATELA
30 / 01/ 2015
NUMERO 3
In Questo Numero
A
bbiamo pensato di dedicare uno spazio ad un tema che nel 2014
che ci siamo appena lasciati alle spalle è stato di grande attualità:
la scuola.
Se pensate al progetto del premier Renzi vi diciamo subito che il tema non
è quello.
La scuola, in modi diversi, è stata al centro delle cronache mondiali. Purtroppo sia la prima, sia l’ultima notizia che hanno conquistato le prime
pagine dei giornali sono state drammatiche.
Ad aprile, in Nigeria, sparirono oltre 270 ragazze tra i 15 e i 18 anni venivano rapite. La loro colpa? Studiare. Per un mese circa sui social network
apparvero messaggi di solidarietà e appelli, ma poi la notizia sparì dal
campo d’attenzione e delle 220 ragazze ancora in mano ai rapitori nulla si
è più saputo fino a quando, con i recenti atti di terrorismo, anche la Nigeria è tornata di attualità.
A chiudere l’anno, una settimana prima di Natale, la notizia che i talebani
avevano attaccato una scuola in Pakistan uccidendo 141 persone, tra i
quali 132 studenti, bambini e adolescenti.
Tra le voci di condanna di questo gesto quella di Malala Yousafzai, la
ragazza pakistana 17enne insignita, insieme a Kailash Satyarthi, del premio Nobel per la pace con questa motivazione: “Per la loro lotta contro la
soppressione dei bambini e dei giovani e per il diritto di tutti i bambini
all'istruzione”.
Abbiamo provato a guardare dentro il tema da diverse angolazioni.
In particolare, tra le varie persone che abbiamo contattato per porre delle
domande, due ci hanno risposto.
Una è Abdelmoula Khadiri, marocchino, uno studente di cui hanno parlato parecchio i giornali circa un anno fa, quando riuscì ad arrivare alla
laurea in ingegneria civile a Torino mantenendosi vendendo accendini per
strada.
L’altra è Maud Chifamba, una ragazza di 16 anni dello Zimbawe che si è
fatta promotrice di una campagna perché il diritto all’istruzione delle donne Africane sia inserito tra gli obiettivi dell’ONU per il nuovo millennio.
Quasi sconosciuta in Italia al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori, è
stata indicata dalla rivista americana Forbes (quella che ogni anno pubblica le graduatorie degli uomini più potenti del mondo) come una delle 5
donne più influenti dell’Africa.
Intervista a Rachid
2
Film - Io vado a scuola
3
Lotta per l’istruzione
4-5
Notizie da dimenticare
6
Startup 2
7-8
Libri
9
Nomi
10
Vacanze di Natale
12
Test di S. Valentino
14
Articolo del Mistero
15
Invenzioni geniali
16
R E D AZ I O NE
RIVOLGERSI A
Prof. FERRARO TITIN
MARCO
Prof. PETTINAROLI
CATIA
Oppure agli studenti della
redazione.
Oppure scrivi a
[email protected]
Quando sua moglie gli chiese dove
volesse essere sepolto dopo morto,
lui rispose: "Fammi una sorpresa!".
La Ragnatela Numero 2
Presentati e racconta
un po' la storia che ti
ha fatto conoscere
Sono Abdelmoula
Khadiri, per gli amici
noto come Rachid
sono nato a Khouribga
il 16/04/1987, ho vissuto in Marocco fino al
1999, l’anno in cui mi
sono trasferito in Italia
ed in particolare nella
città di Torino.
ponti, ecc.
Cosa fai ora e/o quali sono
i tuoi futuri progetti?
Come riportato in parte
anche sopra, ora sto facendo la specialistica in strutture e inoltre sto svolgendo
una collaborazione di ricerca sul grafene (un materiale
innovativo) e nanotubi
(altro materiale innovativo
su cui ho fatto la tesi della
triennale) con due ricercatori presso il Dipartimento
di Materiali.
Ad ottobre del 2013 mi
sono laureato in ingegneria civile presso il
Una volta finita la specialiPolitecnico di Torino,
stica (inshAllah), vedrò
dove ora sto continuando la specialistica. Durante i miei studi
cosa offre il mondo del lavoro qui in Italia o nel resto del Monfacevo il cosiddetto “vu cumprà” per cercare di dare una mano
do…
alla famiglia, ed è questo che forse ha fatto molto notizia!
Quanto credi possa influire l'istruzione in un popolo?
Cosa ti ha spinto a mettercela tutta per raggiungere i tuoi oCredo che l’istruzione in una società sia fondamentale, basta
biettivi?
pensare banalmente a quante teorie vengono usate nella nostra
Io sono arrivato in Italia a circa 12 anni, qui c’erano i miei fravita quotidiana per trovare le soluzioni, senza di esse e senza gli
telli.
studiosi che ce le hanno lasciate, la nostra società sarebbe imI miei fratelli, insieme al resto della famiglia (che vive in Maroc- pensabile per come è oggi; queste teorie possono e devono esseco), hanno sempre spinto perché studiassi, poiché i miei fratelli, re implementate, ampliate riorganizzate con i mezzi di cui dispoarrivati alcuni anni prima del sottoscritto, non hanno avuto la niamo oggi e le conoscenze fino ad ora acquisite, e ciò lo dobpossibilità di continuare i loro studi. Inoltre a sostenere i miei biamo fare noi e le generazioni future…
studi c’è tutta la rete della mia “grande famiglia” che ho conoInoltre, l’esempio più eclatante è il fatto che i paesi più sviluppasciuto con “l’attività”.
ti sono quelli con un grado di istruzione più elevata…
Alla base di tutto però è nata in me una gran voglia di cambiare
Com'è messa l'Italia secondo te come istruzione? Cosa ne
la mia vita e quella della mia famiglia e l’unico mezzo che potepensi di tutti i tagli che avvengono a causa della crisi?
va facilitare le cose secondo me era l’istruzione, che personalmente reputo sia una delle cose più importanti della vita perché La scuola italiana sicuramente ha un buon se non ottimo livello
senza di essa non possiamo dare il nostro contributo alla società di istruzione, ma purtroppo come tutti sappiamo oggi ci sono dei
ed è per questo che ho deciso di intraprendere il percorso di tagli molto decisi nei confronti delle strutture pubbliche e in
particolar modo alla scuola. Questo a mio avviso non è una solustudi in ingegneria al Politecnico.
zione adeguata, bensì si potrebbero ottimizzare le risorse diverIn cosa ti sei laureato?
samente e comunque in mille altri modi che sono molto meno
Mi sono laureato in ingegneria civile, che si impattanti sulla società futura: purtroppo quello che temo è che
occupa principalmente della progettazione si continui a tagliare sulla scuola, avendo così un continuo pegstrutturale di aeroporti, edifici, dighe, ferrovie, gioramento che si ripercuote non nell’immediato ma soprattutto
Ho un amico così tirchio che
quando fa un regalo invece di
cancellare il prezzo lo sottolinea.
La Ragnatela Numero 2
sulle generazioni future e una volta giunti a questo punto, ritor- vivamente di impegnarsi e non lasciarsi condizionare in peggio
nare ai livelli di partenza sarà molto più laborioso.
dalla crisi che ci circonda oggi, ma anzi vederla come un possibilità, una spinta a metterci della grinta in più per crescere; inolLa scuola italiana ad oggi dispone al suo interno ancora di un
tre è necessario avere un po’ di ottimismo, è chiaro che non deve
personale spesso molto valido (docenti, dirigenti scolastici e
essere un ottimismo cieco, ma consapevole che il cammino può
amministrativi, collaboratori scolastici, assistenti amministrativi
essere molto lungo e faticoso.
e tecnici), che si dedica con impegno e professionalità al proprio
lavoro, ma purtroppo tutto questo potrebbe sparire nei prossimi Oltre tutto sarà prevalentemente compito nostro uscire da questa
decenni, se si continua con i tagli…
crisi e sono sicuro che se abbiamo la voglia e la grinta, nulla ci
potrà fermare in questo cammino.
Dai qualche consiglio a tutti i nostri studenti
Un caro saluto a tutti!!
Il consiglio che sicuramente mi preme dare è mettercela tutta in
qualsiasi cosa uno faccia, in particolare nello studio consiglio Abdelmoula (Rachid)
Ikram
J
ackson 10 anni, percorre, mattina e sera
con la sorellina,
quindici chilometri in
mezzo alla savana del
Kenia; Zahira 11 anni,
percorre una mattinata di
faticoso cammino sui
sentieri dell'Atlante in
Marocco per raggiungere
la scuola in cui resterà
per la settimana, con due
sue amiche; Samuel, 11
anni, ogni giorno viaggia
in India per otto chilometri, anche se non ha
l'uso delle gambe, spinto
sulla sua carrozzina dai due fratelli minori e Carlito, 11
anni, attraversa le pianure della Patagonia per oltre venticinque chilometri, portando con sè la sorellina. Questi i
quattro protagonisti del film-documentario girato da Pascal Plisson nel 2013. Abitano in zone diverse del mondo,
hanno storie diverse, ma tutti hanno un qualcosa in comune: un sogno, un'ambizione. Diventare qualcuno nella
vita, aiutare gli altri e sanno che l'unico modo per farlo è
andare a scuola. Nell'ora e mezza il film ci presenta i diversi percorsi che compiono i bambini per arrivare a scuola e gli ostacoli che vi trovano: dallo schivare gli elefanti,
al male alla caviglia, dalla ruota della pseudo-carrozzina
che si rompe, a persone che non danno passaggi. Tutte
cose che fanno rabbrividire. Questi bambini lottano e ri-
schiano la vita per una
cosa che dovrebbe essere considerata un
diritto e un dovere in
tutto il mondo, ma così
non è, purtroppo. Il
film non serve solo a
portare in luce la fatica
e l'impegno di questi
ragazzini, serve anche a
farci capire la nostra
immensa fortuna: la
scuola. Anch'io mi lamento di dovermi alzare presto, di fare i compiti, di studiare, preferirei fare altro: ma riuscirei a fare quelle altre cose senza saper leggere, parlare,
avere un minimo di cultura? Non credo. È proprio qui il
punto: noi siamo nati già con tante cose a disposizione,
scuola, cibo, cure mediche e non abbiamo mai provato a
vivere privati di tutto ciò, per fortuna. Ed è per questo che
il messaggio che voglio lanciare non è una di quelle prediche noiose della nonna, ma è una spinta per vivere al meglio la nostra vita, sfruttare le cose che abbiamo e attraverso i mezzi che acquisiremo, aiutare nelle loro lotte le
persone meno fortunate.
Aurora
Questa è una foto di me e tua sorella
che giocavamo. Ma non si vede niente!
Infatti, giocavamo a nascondino.
La Ragnatela Numero 2
D
onne, giovani, impegnate in prima linea nella difesa
del diritto di tutti i giovani, soprattutto di tutte le donne, all’istruzione, diventate famose attraverso la comunicazione su Internet.
Provengono da due mondi lontani, ma sono accomunate da molti
elementi le due protagoniste di queste pagine.
Le presentiamo e ascoltiamo la loro voce, in un caso, quello di
Malala, indirettamente, attraverso le parole del libro che ha
scritto, nell’altro direttamente, grazie alle tre brevi risposte che
ha cortesemente dato ad alcune delle domande che le abbiamo
inviato.
Nome: Malala Yousafzai
Nome: Maud Chifamba
Età: 17 anni
Età: 16 anni
Provenienza: Pakistan
Provenienza: Zimbawe
Note: Premio Nobel per la pace 2014
Note: Secondo Forbes una della cinque
donne più influenti dell’Africa.
Una frase: “La pace in ogni casa, in ogni
strada, in ogni villaggio, in ogni nazione
– questo è il mio sogno. L’istruzione per
ogni bambino e bambina del mondo.
Sedermi a scuola a leggere libri insieme a tutte le mie amiche è
un mio diritto. Vedere ogni essere umano sorridere di felicità è
il mio desiderio”.
L
a giovanissima premio Nobel per la pace ha raccontato
la propria storia in un libro intitolato: “Io sono Malala”.
Sono andato su un sito per leggere le recensioni e ho
trovato parecchie critiche, poi l’ho letto e devo dire che alcune
ragioni le avevano.
Il suo non è un libro indimenticabile sul piano letterario e, specialmente nella prima parte, dove sono narrati gli eventi dell’infanzia, non è che riesca ad evocare con grande efficacia le sensazioni e sentimenti sperimentati dalla protagonista. I fatti spesso sono più elencati che sviscerati e non so quanto le sue ricostruzioni degli eventi che hanno scosso il Pakistan negli ultimi
15 anni reggerebbero ad una critica dell’esperto storico. Evito
di commentare l’ipotesi, adombrata da alcuni, che dietro il suo
Nobel ci possa essere un qualche disegno politico.
Forse deve ancora crescere. Ma Malala ha 17 anni e il libro lo
ha scritto a 16.
Ha visto la sua terra devastata da terremoti, ha assistito all’ascesa del potere di uomini guidati dal fanatismo religioso, si è misurata con una guerra civile, con l’occupazione militare della
sua terra, ha dovuto emigrare, ha temuto per la vita del padre, si
è confrontata con le conseguenze di un’inondazione, le hanno
sparato e oggi vive in esilio.
Nel frattempo, da quando aveva circa 10 anni,
ha tenuto discorsi, scritto un blog per la BBC,
parlato all’ONU in difesa del diritto allo studio, creato una fondazione, vinto un Nobel.
Non è che sia vietato criticarla, ma una settimana prima che lei vincesse il Nobel discutevo con una ragazza della sua età, tra l’altro
Una frase: “Oggi, quello di cui sono più
orgogliosa, è il fatto di rappresentare un
modello e una speranza per tante ragazze
che all’istruzione non possono accedere. Ragazze il cui destino
è spesso quello di doversi sposare a 13 o 14 anni. O di rischiare una gravidanza precoce alla stessa età. O peggio, di finire
sfruttate e abusate”
M
aud Chifamba, una sedicenne dello Zimbabwe, è la
più giovane laureata del continente africano. Grazie
alla sua vitalità e determinazione ogni giorno per
nove anni si ė alzata all'alba, ha percorso strade spesso inagibili,
per andare a scuola. Il suo impegno è stato tale che, appena
quattordicenne, ha potuto appunto iscriversi all'università e
laurearsi in soli due anni. La sua forza è nata anche dalla sua
infanzia triste, segnata dalla morte dei genitori. Ha quindi visto
sbarrate tutte le strade che portavano ad una vita serena, tranne
una; l'istruzione e qui ha dato tutta se stessa; con il sudore e
nonostante la fame lei è
riuscita a raggiungere i
“L'istruzione è l’unica
propri obiettivi. Il suo
arma per cambiare il
desiderio principale è diventato allora quello di mondo in cui viviamo e
assicurare a tutte le ragazze nella sua stessa condi- partecipare alla vita ecozione di povertà e disagio
nomica, sociale e culturala possibilità di istruirsi e
avere un posto nella sociele dei nostri paesi."
tà, senza doversi sottoporre a enormi sacrifici.
È quindi rimasta scioccata alla vista degli Obiettivi del Millennio dell'ONU, in cui non compariva il garantire l'istruzione per
tutte le donne nei Paesi come il suo. Ha deciso perciò di lanciare una petizione affinché questo diventi un obiettivo dell'agenda
post sviluppo 2015. La petizione ha ad oggi raggiunto circa
93.600 firme (il sito della petizione è www.change.org, ndr) e
Maud è più determinata che mai a realizzare il suo scopo nella
vita.
Una campagna che l’ha messa al centro dell’attenzione dei media internazionali al punto che è stata segnalata da Forbes come
La mia psicoterapeuta è svedese.
Ogni volta, prima di farmi stendere
sul lettino, me lo fa costruire.
La Ragnatela Numero 2
un’ottima ragazza
che stimo molto,
che si chiedeva:
“Ma non siamo
ancora giovani per
occuparci di politica? E alla nostra
età cosa potremmo
mai fare?”.
Quindi
quando
leggo la storia di
Malala metto da
parte il mio spirito
da critico letterario
e, quando lei esprime i suoi sogni,
come ha fatto per
esempio al discorso all’ONU, resto
ammirato.
Nelle sue parole
non c’è mai la
ricerca di una vendetta nei confronti dei talebani, non vuole usare armi conferma
la non violenza, crede nei cambiamenti. Gli estremisti hanno
paura delle penne e dell’istruzione ed è per questo che uccidono
studenti e bombardano scuole, perché hanno paura dell’uguaglianza. I terroristi credono che Dio non perdoni coloro che
frequentano le scuole e sfruttano il nome dell'islam per propri
interessi, a scapito di un intero paese, il Pakistan democratico e
amante della pace. I Pashtun (l’etnia a cui lei appartiene) vogliono educazione per i loro figli e figlie.
Malala descrive l'Islam come una religione di pace, umanità e
fratellanza e pensa che la pace passi per l’istruzione. Un pensiero a dir poco attuale e un libro da leggere.
una tra le cinque donne più influenti d'Africa.
Pur avendo solo sedici anni, si è impegnata in prima persona
per un ideale mondiale; ciò che più la rende contenta e orgogliosa di aver fatto tutti quei sacrifici è essere un esempio per
tutte quelle ragazze a cui non è solo negata la possibilità di
studiare, ma anche la possibilità di una vita dignitosa, anche
perché molte di loro per sopravvivere sono costrette a sposarsi a
soli 12/13 anni e molte volte vengono messe incinte, se non
violentate.
Internet le ha dato quindi la possibilità di dare voce ai diritti
suoi e di tutto il suo Paese, e di farsi conoscere in giro per il
mondo, ma soprattutto di portare il suo messaggio a tutti, anche
a noi, che a scuola siamo obbligati ad andarci e che diamo per
scontata questa fortuna immensa al punto di non riuscire neppure a riconoscerla come tale.
Ogni giorno per nove anni, ti sei alzata alle 5 del mattino e hai percorso tanti chilometri per andare a scuola.
cosa ti ha spinto ogni mattina ad alzarti?
Per me è stata dura, la mia famiglia era di ceto basso.
Mio papá mi disse che andare a scuola era l'unico modo
per rendere la mia vita migliore, quindi, anche se la
distanza era lunga, sentivo che era l'unico modo per
cambiare le cose e andavo avanti.
Sei stata segnalata da Forbes come una delle 5 giovani
donne più influenti d'Africa. sei onorata di ciò?
Essere nella classifica di Forbes è stato un grande onore
per me. È stato un grande risultato, considerato le persone che la stilano. In qualche modo però, mi ha fatto sentire di avere una grande responsabilità: il potere infatti
viene con le responsabilità.
Secondo te come avrebbero reagito i tuoi genitori alla
tua battaglia personale, se fossero ancora qui? ti avrebbero appoggiato?
Io so che loro sono orgogliosi di me. Mia mamma è la
mia più grande fan e fonte di ispirazione, mio papà la
mia roccia.
Pagina a cura di Aurora, Marco e Sara
T
utti parlano di Malala, la sua
età ha attirato molto l’attenzione dei media, ma chi è
l’altro premiato, Kailash Satyarthi,
che, secondo le parole della stessa
Malala si occupa del diritto all’Istruzione da prima che lei nascesse?
Nato nel 1954, l’attivista indiano si è
sempre impegnato per i diritti dei
bambini. Militante del movimento
contro il lavoro minorile dal 1990, la
sua organizzazione, Bachpan Bachao
Andolan, ha liberato più di 80.000 bambini dai lavori forzati.
Ha studiato ingegneria elettrica proseguendo poi gli studi postlaurea in ingegneria dell'alta tensione, divenne segretario generale del Fronte di Liberazione dalla Schiavitù per Debiti. È stato
anche coinvolto dal movimento Marcia Globale contro il lavoro
dei bambini infatti egli sostiene che il lavoro minorile genera
povertà, disoccupazione, analfabetismo, crescita incontrollata
della popolazione ed altri problemi sociali.
Inoltre, ha fondato il network Rugmark (ora conosciuto come
GoodWeave International) come primo sistema volontario di etichettatura, monitoraggio e certificazione di
tappeti fabbricati senza l'utilizzo di lavoro minorile in
Asia meridionale.
L'amico si vede nel momento del
bisogno. Il pirla, invece, compare
sempre a sorpresa.
La Ragnatela Numero 2
Q
uando abbiamo deciso di parlare del diritto alla
scuola e di Malala
ci siamo accorti che
nel numero prima,
dovendo scegliere
fatti più significativi del 2014, non ci
eravamo neppure
ricordati delle 270 ragazze rapite in Nigeria ad aprile. Eppure se
ne era parlato molto, in tutto il mondo era stata lanciata la campagna “Bring Back Our Girls”, che aveva coinvolto gente comune e star, anche Michelle Obama si era fatta fotografare con un
cartello che riportava la frase, c’erano state manifestazioni con
migliaia di partecipanti, istituzioni e
società civile si erano
mobilitate. Poi cos’è
successo? E’ successo che sul tema è
calato il silenzio, la
stampa ha puntato
altrove i suoi riflettori e delle 230 (40
erano poi scappate) ci
siamo dimenticati. Non ci facciamo bella figura vero? Ecco alcuni esempi di notizie che nel 2014 hanno avuto le prime pagine.
Provate a rispondere alla domanda che vi facciamo alla fine di
ogni notizia.
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prefetti dal ministro degli interni Alfano, nella
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quale chiedeva loro di invitare i sindaci ad
annullare le trascrizioni di matrimoni gay
contratti all'estero, rendendoli così non validi;
la maggioranza del governo era spaccata, fra Ncd che
sosteneva Alfano e Pd e Sel che chiedevano di lasciar
Ebola: a novembre
fare al Parlamento, con le comunità gay, sia di sinistra
la paura per l'ebola
era
Madrid e diversi
medici tornati dalla ai massimi, dopo 3 casi sospetti a sia di destra, che puntavano il dito contro il MiniSierra Leone risult
malattia. A render
ati positivi alla stro e i primi cittadini che invitavano alla disobbee ancora più delic
ata la situazione i
che tutti i giorni sb
barconi di profughi dienza. Molti dei mezzi d'informazione, durante il
arcavano (lo fanno
tuttora) in Italia, ren
li i controlli da pa
dendo più diffici- mese di ottobre, seguivano la vicenda passo passo.
rte della Marina Mi
litare, visto l'alto nu
da controllare.
mero di migranti Renzi prometteva che il suo governo avrebbe scritFino a
dicembre i giorna
to una legge. Nonostante ci siano ancora molte
li riportavano notizie sullo
polemiche,
di colpo i media hanno taciuto sull'arstato
dei ricoverati, dopo
gomento. A che punto è la proposta di legge?
di che
si ha avuto un bla
ck-out
di informazioni. Ne
ll’ultimo mese quanti
europei
sono stati contagia
ti?
Gregorio
I mitili, quando si sposano,
fanno le liste di cozze?
La Ragnatela Numero 2
I
l mondo fa schifo, la crisi è sempre peggiore, non c’è speranza, per i giovani non ci sono prospettive, non c’è futuro.
re sugli scontrini, che comunemente gettiamo dopo essere usciti
da un negozio, dal bar o dal supermercato.
Le prossime tre pagine sono dedicate a chi si è un po’ stufa- “Quarmi” invece è un’applicazione per smartphone che ti permette di prenotare il proprio posto in una fila, senza stare effettito di sentire lamentale e trova che il pessimismo non porti da
vamente in coda, prendendo un “biglietto digitale”. L’app connessuna parte.
sente di conoscere quante persone si ha davanti a sé e quando si
Le prime due parlano ancora del mondo delle start up, di cui
avvicina il proprio turno arriva una notifica sul cellulare, potenabbiamo parlato nel numero precedente del giornalino. Un mondo così ottimizzare e gestire meglio il proprio tempo.
do che incuriosisce, fatto di idee, attività innovative, associazioni e soprattutto applicazioni creative che possono risolvere pro- Nella pagine successiva vi presentiamo due libri freschi freschi
blemi piccoli e grandi che troviamo nel mondo che ci circonda. di stampa, di generi completamente diversi, uniti però dal fatto
che i due autori propongono di guardare alla realtà senza indosAbbiamo intervistato i fondatori della start up “Tickete” e quelli sare per forza gli occhiali scuri. Forse allora ci si accorgerà che
dell’app “Qurami”. La prima è un’applicazione che ti permette
non è tutto nero.
di guadagnare buoni sconti attraverso i dati che si possono trova-
1. Come e quando è nata l’idea dell’applicazione?
L‘idea è venuta al nostro CEO (amministratore, delegato, ndr)
mentre era in fila nella segreteria studenti dell'università, ormai
più di quattro anni fa. Una buona intuizione però non sarebbe
potuta bastare senza la voglia di crederci, svilupparla e condividerla con le giuste persone per trasformarla in un “progetto”
prima e in una società poi.
2. Cosa significa la parola "Qurami"?
Dopo mille proposte, alcune letteralmente farneticanti, a tarda
notte è nato il nome “Qurami”, dalla parola inglese
“Queue” (fila) e dall’idea, forse un po’ visionaria, che un’app
potesse “curare” lo spreco di tempo. Il dominio internet libero e
i gestori del locale dove eravamo che volevano chiudere hanno
fatto il resto! :)
1. Come e quando è nata l'idea di Tickete?
L’idea è nata dall’esperienza personale di uno dei nostri founder, Luca Gisi, e in seguito si è sviluppata durante InnovAction
Lab 2014. Lavorando precedentemente nell’ambito del web
marketing per un sito e-commerce, Luca si trova giornalmente
di fronte ad una grande mole di informazioni online utilizzabili
per pianificare accurate strategie di vendita e migliorare l’offerta verso i clienti. Tuttavia, riflettendo su quante informazioni
offline sugli acquisti di tutti i giorni invece si perdevano e non
venivano valorizzate, iniziò a chiedersi come recuperarle. La
risposta l’ha trovata grazie alla sua abitudine a conservare gli
scontrini per monitorare le spese, trascrivendole e catalogandole
tramite appositi strumenti di finance. Ed è proprio da quello che
sembra un banale pezzo di carta che generalmente cestiniamo,
che nasce l’idea di Tickete.
2. Come funziona l'applicazione e cosa bisogna fare per
sfruttare i dati dello scontrino?
All'utente basta loggarsi con Facebook o Google+, fotografare i
propri scontrini e giocare con i nostri Gratta e Vinci. In base a
prodotti acquistati presenti sullo scontrino, può vincere dei buo-
3. Come funziona l’app e come bisogna fare per prenotare il
proprio posto in una fila?
Tre semplici step: #1 si sceglie la struttura dove si deve andare
(es. "Roma Tre - Segreteria Studenti"); #2 si seleziona il servizio desiderato scoprendo il numero di persone davanti a sé in
tempo reale (es. "Rilascio libretti"); #3: si conferma l'erogazione del numeretto, perfettamente integrato nel flusso di quelli
Il pomodoro è capace di ballare
la salsa? Solo se è concentrato!
La Ragnatela Numero 2
cartacei, e si monitora in tempo reale l'andamento della fila.
Iniziando a fare la fila prima di arrivare nella struttura si risparmierà tanto tempo altrimenti sprecato aspettando nella stessa.
L'app è geolocalizzata e saranno prospettate solo le strutture
della propria area, effettivamente raggiungibili in tempo, oltre
all’ ufficio dimostrativo "Tutorial Office", che consente a tutti
di provare le funzionalità base di Qurami.
4. Siete soddisfatti del rendimento di "Qurami"?
ni spesa o dei coupons in linea con le sue reali abitudini d'acquisto e gusti.
Uno dei "segreti" è quello di non essere mai davvero soddisfatti,
anche quando, dopo i primi tempi di consolidamento, oggi il
servizio inizia a diffondersi in modo importante e ad essere
riconosciuto come uno "standard" da molte strutture e come
"davvero utile" da tante persone che ogni giorno ci segnalano
nuovi posti in cui vorrebbero usare Qurami o ci scrivono per un
feedback!
3. In che modo vi finanziate?
Al momento ci stiamo autofinanziando, crediamo nella nostra
idea e abbiamo finanziato noi lo sviluppo dell'app. Miriamo a
costruire delle metriche per poterci presentare agli investitori
con dati concreti che dimostrano la validità dell'investimento.
4. Siete soddisfatti del rendimento dell'applicazione?
Sì, stiamo ultimando la fase di sviluppo e test. A febbraio effettueremo il lancio presso un importante outlet vicino a Roma e in
seguito estenderemo l'uso di Tickete in tutta Italia.
5. Avete progetti o idee per il futuro?
Sì certamente, vogliamo migliorare la nostra app aggiungendo
nuove funzioni "social" (classifiche, contest) e la parte di gestione spese e reportistica automatizzata, in seguito, rivolgerci
verso il mercato estero.
6. Che consiglio dareste a un giovane che vuole avviare una
start up attraverso il web, come avete fatto voi?
Di non farlo per moda o pensando che sia una strada semplice
dato che richiede molto impegno e disciplina, ma di capire quale problema può risolvere con la sua startup e, dopo aver creato
un buon team, crederci. E' una grande occasione di crescita
nella quale non c'è nulla da perdere ma solo da guadagnare a
livello umano e di esperienza professionale.
Tickete premiata alla StartCup 2014
5. Attualmente l’app è attiva solo in alcune città d’Italia, in
che modo estenderete l’idea a tutto il resto del territorio?
A dire il vero siamo già presenti con i primi casi di successo
all'estero, in particolare in Costa
Rica e a Panama dove una società
di telecomunicazioni e un'importante circuito bancario hanno scelto
Qurami per i proprio clienti. Ora
tocca all'Europa, con l'Inghilterra
in pole position e poi ad Asia e
Nord Africa. Tutto questo sfruttando prima di tutto la spinta degli
utenti e il passaparola tra le strutture, dietro la regia attenta dei nostri
commerciali.
6. Avete progetti o piani per il futuro?
Senza progetti non potremmo andare avanti, il 2015 sarà un
anno di vere novità per Qurami. Anche chi pensa di non poter
usare l'app oggi la tenga lì insomma! :)
7. Che consiglio dareste a un giovane che vuole avviare una
start up attraverso un'applicazione?
Per quanto riguarda alcuni concetti "fondamentali", avviare una
start-up basata su un'app non è molto diverso che farlo in qualsiasi altro ambito. L'idea in sé e per sé vale ben poco se non ci
si investe passione e tempo ma, soprattutto, se non si può contare sulla massima professionalità delle persone che lavorano per
farla crescere. Un conto è divertirsi a programmare un'app o un
sito web insomma, un altro è costruirci un'azienda sopra. Non
vogliamo assolutamente spegnere entusiasmi, sia chiaro, ma
con quel poco di esperienza che abbiamo accumulato in questi
anni ci sentiamo di dare questo consiglio: crederci sì ma non
pensare che sia semplice!
Francesca
Ho provato un deodorante al
muschio. Il giorno dopo avevo un
presepe sotto l'ascella.
La Ragnatela Numero 2
I
n Italia il libro più venduto del 2014 è stato
“Storia di una Ladra di Libri”, dello scrittore
australiano Markus Zusak.
Il 2 gennaio, in Italia è uscito “Il Messaggero”,
un libro dello stesso autore, tradotto per la prima
volta, ma uscito in inglese già qualche anno fa.
Narra la storia di un ragazzo 19enne piuttosto
sfigato e che guarda al futuro senza troppe prospettive. Un giorno qualcosa però cambia quando, durante una rapina in banca, contribuisce a
catturare il rapinatore.
ad un percorso iniziatico. Ed deve compiere dei
gesti, a volte minimi, altre rischiosi o umanamente faticosi, che gli fanno scoprire qualche cosa
degli altri, ma soprattutto qualche cosa di se stesso.
Zusak scrive in modo vivace e piacevole e il percorso che propone è ricco di sorprese, quindi
capace di tener desta l'attenzione fino alla fine.
L’autore con questo libro non pretende, meno
male, di trasmettere chissà quale messaggio ai
propri lettori, non si trasforma in un saccente
profeta; ha però un’idea, chiara e ricca di speranza, semplice ma non per questo banale, e la sviluppata efficacemente attraverso tutto il romanzo.
Da quel momento inizia a ricevere dei messaggi:
si tratta di poche parole scritte sugli assi delle
carte da gioco. I messaggi ogni volta richiedono
Quando si giunge alla conclusione non gli è nepche lui affronti delle prove, ma sta a lui capire
quali e mai gli viene spiegato il perché. All’inizio sembra una pure necessario spiegare troppo, il percorso è stato più importanspecie di caccia al tesoro, ma poi si capisce che il libro va in una te della meta e si tratta solo di capire meglio cosa è davvero
direzione diversa e descrive qualche cosa che assomiglia di più accaduto.
D
i fronte alla necessivita non è stata facile, ma sono
tà di scegliere se
soddisfatti delle scelte fatte
dare una svolta alla
perché ha avuto un significato
propria vita uno dei protagonidi cui vanno orgogliosi.
sti del libro di Calabresi deve
Calabresi non è un idealista
prendere una decisione imporingenuo, dirige un grande giortante per lui e per tutta la sua
nale, è abituato a fare informafamiglie. Restare o partire?
zione e conosce i limiti del
Prende un foglio ed inizia ad
nostro paese, ma si rifiuta di
elencare i pro e i contro. Alla
credere che sia tutto lì.
fine del lavoro la pagina dei
Dopo averlo conosciuto legcontro è fitta fitta di "buone
gendo il suo splendito
ragioni", mentre quella dei pro
"Spingendo la notte più in là"
è restata tristemente vuota.
Allora nei pro scrive una frase, una sola: "Uno slancio di cuore" non perdo neppure un suo libro e fino ad oggi non mi ha deluso.
e parte.
Quando invita ad aver fiducia nel futuro le sue parole per me
Calabresi, che è direttore de “La Stampa di Torino” dice di esse- hanno un peso straordinario perchè sono scritte da un uomo il
re stato stimolato a scrivere questo libro dagli incontri con stu- cui padre fu ucciso dai terroristi e che non per questo ha smesso
denti delle scuole superiori e cita un ragazzo che gli ha chiesto: di scrivere Stato con la “S” maiuscola.
“Ma davvero pensa che la nostra scelta individuale possa fare
Anche per questo quando, sotto il titolo. "Non
una qualche differenza?”
temete per noi, la nostra vita sarà meraviglioIn questo libro, e non è la prima volta, invece che dare voce alle sa" si legge: "Ai miei genitori che mi hanno
lamentale per un’Italia che va male, di unirsi al coro dei pessimi- insegnato ad aver fiducia" il cuore ha un sobsti, racconta storie di persone che hanno creduto nei loro ideali, balzo. sarà l'unico.
che hanno seguito i loro sogni, che non si sono arresi. La loro
"Oh, ma tuo figlio l'ha trovata la
fidanzata?". "Sì, l'aveva
dimenticata chiusa nell'armadio!"
La Ragnatela Numero 2
L
a prima domanda
che tutti facciamo
quando conosciamo o
incontriamo per la prima volta una persona è
“Come ti chiami?” o
“Qual è il tuo nome?”.
Il nome, come recita il
buon Zanichelli, è un
elemento linguistico
che indica esseri viventi, oggetti, idee, fatti o
sentimenti; una denominazione. Proprio così, il
nostro nome che, per
fortuna o sfortuna, non
ci siamo scelti personalmente, è qualcosa che
ci rappresenta e ci identifica: quella parolina che rimarrà sempre tale.
Con il proprio nome, con quello degli amici, dei parenti si scherza facendo le rime più buffe; Francesca mangia la pesca, Martina rompe la tazzina, Rebecca cucina la bistecca, Giovanni lava i
panni.
In Italia, si prediligono i nomi classici: quelli maschili più diffusi
sono Andrea, Luca e Marco; mentre quelli femminili sono Giulia, Chiara e Francesca. Nomi tradizionali che non smettono mai
di piacere.
Nell’anno 2013 i nomi più utilizzati dai neogenitori per i figli
sono stati: Sofia, Giulia e Giorgia per le femminucce e per i
maschietti Francesco (probabilmente in onore dell’amato Papa
Francesco), Alessandro e Andrea. Prassi, infatti, abbastanza
diffusa è dare il nome al proprio figlio ispirandosi al cantante,
attore o personaggio amato: ad esempio quando Maradona giocava ed era l’idolo del Napoli, moltissimi Napoletani chiamarono il figlio Diego. Fino a circa quaranta anni fa, in molte famiglie, il problema della scelta del nome per il nascituro non c'era:
era consuetudine dare al bambino il nome dei nonni, che così
veniva tramandato di generazione in generazione. Oggi invece,
oltre ai nomi tradizionali, si usano sempre più nomi stranieri
come Alex, Kewin, Jennifer, Jasmine...
N
omen omen. Il nome è destino. Il nostro nome ci segna, può suscitare simpatia, antipatia, può sembrare
buffo, può avere un significato profondo. È anche vero
però che il nome è una delle uniche cose che non ci scegliamo, e
spesso può essere fonte di prese in giro, alcune simpatiche, altre
un po' meno e quindi, per evitare situazioni imbarazzanti, il governo ha emanato delle leggi a riguardo.
Qualche volta però si
scoprono dei nomi completamente sconosciuti e
assurdi: Alcuino, Calcedonio, Crisostomo,
Eustorgio, Gonnario,
Nicodemo o Sigismondo, Eufemia, Ardea o
Acilia e molti altri.
Sembra impossibile, ma
qualcuno si è veramente
chiamato o si chiama
così!
Meglio scegliere bene
il nome dei figli, è qualcosa di indelebile.
Francesca
I 10 più diffusi in Italia
Andrea
Giulia
Luca
Chiara
Marco
Francesca
Francesco
Federica
Matteo
Sara
Alessandro
Martina
Davide
Valentina
Simone
Alessia
Federico
Silvia
Lorenzo
Elisa
Nel Codice Civile all'"art. 6 - Diritto al Nome" e nel Decreto del
Presidente della Repubblica 396 del 2000 vengono elencati molti
divieti per quanto riguarda i nomi in Italia:
- è assolutamente vietato imporre lo stesso nome del padre, di un
fratello o di una sorella viventi (per farla breve, in Italia non è
concesso il jr come negli Stati Uniti);
Se vuoi conquistare la tua ragazza,
la devi prendere per la gola:
quando è viola, la lasci!
La Ragnatela Numero 2
pa, America e Asia, perchè collegati a significati storici e mitologici.
Inoltre altre leggi dicono che il nome imposto ad un bambino
può essere composto da uno a tre elementi onomastici, ovviamente corrispondenti al suo sesso.
L'anagrafe dal canto suo, se il nome che si intende dare al bambino viola una di queste leggi, ne dà immediatamente notizia al
procuratore della Repubblica, che può chiedere una sentenza di
rettifica del nome ed opporsi, ma non può comunque rifiutare la
registrazione di esso.
Quindi, cari futuri genitori, niente nomi imbarazzanti e che violano le leggi ai figli: fatelo per loro,
Non è invece più un divieto chiamare i propri figli con dei nomi ma soprattutto per voi, se non volete
geografici. In passato comunque erano tollerati solo Italia, Euro- essere odiati per tutta la vita dai vostri
figli e perseguitati dall'anagrafe.
- è vietato imporre un cognome come nome o nomi ridicoli e
vergognosi;
- è proibito imporre nomi o cognomi che facciano intendere
"l'origine naturale" del neonato, nel caso in cui non siano conosciuti i genitori. Quindi si cancella la possibilità di mettere ad
esempio il cognome "Esposito" ai trovatelli;
- i nomi stranieri che sono imposti ai bambini aventi la cittadinanza italiana devono essere espressi in lettere dell'alfabeto italiano, con la estensione alle lettere: J, K, X, Y, W e, dove possibile, anche con i segni propri dell'alfabeto della lingua di origine
del nome.
Aurora
D
a piccola detestavo il mio nome.
Il tedio dell’essere Alice aveva un
che di assillante già a partire dalle
presentazioni. Ogni singola volta che
pronunciavo il mio nome di fronte ad
uno sconosciuto c’era il simpaticone
di turno che, credendosi innovativo,
mi diceva “Come Alice nel Paese
delle Meraviglie!”. Maledetti i capelli biondi, la mia curiosità e fantasia
nulla degli adulti, che scoprii in quegli anni essere una malattia più che
diffusa.
Per di più, per quanto comune potesse sembrarmi il mio nome, c’era solo
ed esclusivamente una categoria di persone al mondo a cui sembrava appartenere: le vecchiette. Non c’era classe numerosa o
centro estivo che tenesse: mai una volta un’Alice poteva avere
un’omonima compagna di merende per far finta di non sentire
quando la chiamavano, giustificandosi con un “pensavo chiamassi l’altra”.
Ma le battute sulle sardine mie cugine non erano sufficienti, così
come quello che, credendosi artista, si metteva a canticchiare De
Gregori in mia presenza, legandomi indissolubilmente ai felini.
A cui ero allergica e che mi facevano starnutire e gonfiare come
un pallone, giusto per rimarcare la faccenda. No, oltre a tutto ciò
Alice era anche una di quelle parole brevi e dal suono strano
che, se ripetuta troppe volte, perdeva di significato. Quando lo
facevo mi dava quella sensazione di impersonalità per cui, alla
fine, passavo la ricreazione a riflettere sul senso della vita anziché mangiare la terra.
Troppi guai per una bimba di otto anni. Per via di un nome, poi!
Alice era una noia, altro che i bei nomi innocui delle mie compagne. Anna, palindromo ed irriducibile, Giulia, che poteva sempre
contare su altri cinque esemplari omonimi per fare il giochetto
del “non ho sentito”. C’erano poi i nomi fashion come Jennifer o
Jessica, che vantavano addirittura
una lettera straniera e appartenevano ad almeno venti star americane
citate sul Cioè. L’unica Alice degna
di nota, invece, rimaneva sempre
l’immortale, bionda signorina mangio-e-bevo-tutto-quel-che-unastupida-etichetta-mi-dice.
In fatto di soprannomi, però, neppure Rebecca/Becky/Becca/Rebby
mi faceva concorrenza. Da Alicina
a Cice (tralasciando alcuni di cui
non vado particolarmente fiera),
Alice era il nome plastico per eccellenza. Così, per quanto fastidio
potessero suscitarmi le brillanti
trovate sul mio nome, i soprannomi mi piacevano da matti. Ali,
poi, aveva quel tocco di esotico che poche bimbe potevano vantare. Tanto per cominciare, era un nome da uomo, il che lo rendeva automaticamente meno frivoletto, e non un uomo qualsiasi,
ma uno con 40 ladroni alle calcagna. Poi, forse perché troppo
scontata per le ingegnose menti degli adulti, a nessuno veniva
mai l’idea di fare una battuta sui volatili, preservando il buon
nome del mio soprannome.
Ali che facevano pensare ad Icaro, ai viaggi e alle rondini, gli
unici animali che sapevo disegnare perché richiedevano veramente poco talento artistico.
Certo, per quanto non mi ritenga una persona volubile, in diciotto anni si ha tempo di
cambiare idea. Adesso Alice mi piace parecchio e, nonostante rimanga il nome più rimabile della storia dell’onomastica (da lavatrice
a pittrice, ad etichettatrice) gli devo almeno
il fatto di non essere un delicatissimo Genoveffa.
Alice
La Ragnatela Numero 2
C
ome iniziare le vacanze di Natale.
Due studenti di 5D
hanno deciso di farlo frequentando per tre giorni un
Campus di Matematica,
Fisica e Astrofisica a Bardonecchia.
Una follia? Ecco il loro
racconto: giudicate voi.
Dal 19 al 21 dicembre Valeria (Grosso) ed io (Luca
Rapisarda) siamo stati ospiti
del Villaggio Olimpico di
Bardonecchia, una piccola ma graziosa cittadina di montagna celebre soprattutto per la pratica dello sci. Con i suoi
ridenti paesaggi è stata la cornice d'eccezione del Campus
di Matematica, Fisica, Astrofisica e Nuove Tecnologie
della neonata Scuola di Alta Formazione Scientifica Luigi
Lagrange, che da qualche anno si dedica all'organizzazione di appuntamenti di questo tipo. I partecipanti sono stati
250, ma, come abbiamo potuto notare alla partenza dalla
Stazione Torino Porta Susa, vi era un pullman dedicato ai
50 professori universitari chiamati in causa. Essi provenivano principalmente dall'Università di Torino, ma alcuni
anche da Milano, Bologna, e dall'Osservatorio Astronomico di Pino Torinese.
Teniamo sempre bene in mente la
raccomandazione di Laerte al
piccolo Ulisse: "Chi sbaglia, vaga!".
xwell, Faraday, Coulomb,
Feynman, Rubbia, per arrivare infine a Higgs. Per
non farci mancar nulla, la
sera ci siamo dedicati ad un
film sull'ottimizzazione
intitolato "Viaggio nella
matematica" di Marcus du
Sautoy, che ci ha fatto capire quanto la natura ottimizzi se stessa. Da non credere, benché non siamo esattamente esperti del settore.
Poi è arrivato il bello, e il
difficile. Il professor Piero
Galeotti, che abbiamo scoperto avere fama in ambito nazionale e internazionale, cui
è anche stato dedicato un pianetino, ci ha "introdotti" al
mondo dei neutrini (con molto trauma da parte nostra).
Infatti, il secondo giorno, il corso ci ha occupato 7 ore, il
terzo 3. Sicuramente è stato duro, soprattutto perché abbiamo visto confluire in un pugno di minuti personaggi e
teorie che abbiamo studiato in cinque anni: Keplero, Stevino, Coulomb, Pauli, Heisenberg, Newton,Thompson,
Bohr, Rutherford e collaboratori .. ma ne ha anche aggiunti: Dirac, Cherikov, Chatelier, Chandrasekhar, Hess, ...
Insomma, questo per rendervi l'idea. Poi abbiamo scoperto, con molto sollievo nell'animo, che Galeotti ha sintetizzato in 10 ore ciò che all'università viene spiegato in 60.
"Ah ma allora... ditelo prima no" è quello che abbiamo
Abbiamo partecipato al corso sui neutrini, che avevamo
pensato sospirando di sollievo. Inoltre, in una chiacchierascelto tra quelli proposti per Fisica.
ta privée con il prof., ormai in pensione da un'anno, ci ha
consigliato sull'università indicando Torino, Milano come
L'esperienza è stata caratterizzata in primis da due lectio migliori per l'inizio, per le magistrali papabili anche Padomagistralis - prima matematica e poi fisica - che si sono va e Bologna.
svolte nel pomeriggio del primo giorno. La prima, tenuta
dalla professoressa Terracini (dal curriculum chilometriIn sintesi, bisogna oggettivamente ammettere che la mole
co), ci ha iniziato all'ottimizzazione e al concetto di ottidi dati propinataci ci ha portato a prendere circa 50 pagine
male in matematica. Per i primi minuti la spiegazione è
stata abbastanza sotto controllo, seppur difficile. Dopo si è di appunti, ma nonostante ciò è stato utilissimo e lo sarà
passati ad argomenti e ad un linguaggio più complesso ancor di più sese rimarremo saldi sulla scelta di fisica.
che, come ci era stato preannunciato, mirava proprio a
"complicare la faccenda": se da un lato In un certo senso, per noi Bardonecchia si è tradotta nel
era frustrante, dall'altro risultava ancor significato di orientamento più vero: "non siamo andati a
più curiosa e stimolante. La lectio di fisi- visitare l'Università, ma è l'Università che ha visitato noi",
ca, tenuta dalla professoressa Alberichi, è per parafrasare qualcuno. Se è stata una roba da pazzi? Un
stata maggiormente incentrata sulla storia po', e per questo è stato una grande esperienza. Veramente
della fisica da Galileo ai giorni nostri, interessante.
che, con molto piacere, ci ha portati ad
un viaggio passante per Newton, Ma-
Luca e Valeria
Ho rivisto Avatar e devo dire la
verità: i Puffi me li ricordavo
molto più bassi.
La Ragnatela Numero 2
I
nverno, neve, fuoco nel caminetto, maglione di lana,
cioccolata calda e un libro:
questi gli elementi per delle perfette vacanze di Natale. E invece
ti ritrovi stravaccata sul divano,
con una coperta addosso che non
tiene troppo caldo, cinque strati di
maglie e quell'oggetto diabolico
che ti finisce sempre nelle mani,
l'iPad.
Inizi a gironzolare sui social
network, tra Facebook e Twitter
(preferendo il secondo), e tra un post e l'altro finisci per stalkerare persone, solo per il gusto di farsi gli affari altrui. A questo
punto trovi il post di uno youtuber che segui che annuncia di
aver pubblicato un nuovo video. Vai su youtube e inizi a guardarlo, poi ti viene in mente quell'altro youtuber che ti fa proprio
ridere e ti precipiti a controllare il suo canale.
Ti ricordi che è quasi Natale e devi fare dei regalini alle tue amiche e quindi cerchi video DIY ('do it yourself', ovvero fai da te)
I
n these days, our school hosts an American girl. She's Eva Panciocco, 22,
and she comes from Boston, Massachussetts. She has a degree in Psychology
and Italian Studies from the University of
Boston. Eva is staying with us till the end of
May. We had a chat with her.
1) What's your first impression of this school?
-The students are well behaved: in the USA they chat much
more!
2) What are your hobbies?
-I like reading, listening to music, especially Coldplay, hanging
out with friends and family, taking care of my cat, Clio, and
travelling.
3) Where have you been?
- I've been all around the world, because I'm a bar tender, but
during the summer I work for the Delta Airlines, so I've been in
Italy, Germany, Spain, France, the Netherland, Morocco, Greece, Australia, but my favourite place is Buenos Aires, in Argentina.
4) You're here for an apprenticeship. Why Italy?
- I'm here because I like Italy and I want to improve my Italian.
5) Is it your first time in Italy?
- No, I've been to Rome a few years ago with my sister and to
dove ragazze, soprattutto americane, fanno degli oggettini bellissimi, ma che probabilmente tu
non riuscirai mai a riprodurre.
Stessa identica cosa per quanto
riguarda i canali di tipo 'beauty':
tra cliomakeup, michelle e promise phan, mikeligna, vengono
proposti trucchi e nail art da sogno, perfetti, che ti inducono a
comprare tanti smalti e cosmetici
che finisci solo per sprecare, perchè a te quelle cose non verranno
mai. Nonostante ciò tu continui a
guardare quei video, il perchè non lo sa nessuno, forse tengono
compagnia, forse ti danno una spinta all'autostima della serie 'se
l'ha fatto lei lo posso fare anch'io!'. Immersa in questo mondo
improvvisamente senti la mamma che grida: "La cena è pronta!"
e così hai passato un'altra giornata,
senza aver fatto niente e magari anche
divertendoti.
Aurora
Perugia.
6) What's your favourite Italian food? What
do you eat in America?
- I love pasta! I'm vegetarian, so I don't frequent Mc Donald's which are everywhere in
America. I prefer salad and tofu to hamburger!
7) Are there many differences between America and Italy?
- Yes, for example here in Italy you use to have meals with all
the family: in the USA we don't have time for each other.
8) What about the school?
- In the USA students don't have all the homework which Italian
students have, because in the afternoon they do sports.
9) We usually think about the USA like the dream country, where people find a job because they deserve it, not because they
have connections with someone. Is it real?
- Yes and no. In America, people have many opportunities, but
they have to pay. For example, you can attend the college free,
but when you find a job, you have to pay the college, because
you have a debt with it. There's a drawback. Even
in America if you know someone you probably will
have a greatest job than if you don't know anyone,
and it's not so easy to find a job, but I have to say
that America is a really good place.
Mai imprestar libri, non uno fa ritorno;
i soli che ho in biblioteca sono quelli
che altri mi hanno imprestato.
La Ragnatela Numero 2
P
ensate di essere pronti per San Valentino? Controllate se avete fatto adottato la strategia giusta
seguendo questo “semplice” diagramma di flusso che vi
condurrà dalla domanda di partenza all’esito finale.
Matteo
Uno studente. “I libri stanno là.
Io sto qua. Ma perché devo
essere io a fare il primo passo?”
La Ragnatela Numero 2
S
alve cari lettori.
Ora applichiamo la numerologia
4+90+107+920+106+900=2127
Avete notato qualcosa di strano a scuola ultimamente?
Se sì, la prossima volta avvisatemi, perché io non ho notato
proprio un bel niente, ed è questa la cosa preoccupante. Ora, i
casi sono due: o non sono ben informato, o gli illuminati stanno
tramando qualcosa. E visto che io sono sempre ben informato,
sento puzza di complotto.
Cosa stanno preparando gli illuminati? Un
nuovo attacco mondiale? Un piano malefico per comandare le menti? (Ah, no, quello
è già in atto da anni…) Un virus che sterminerà la razza umana?
a
questi
numeri:
Il numero così ottenuto si può scindere nei numeri 21 e 27. Il 27
è tradizionalmente associato al diavolo, mentre 21*27=567, tre
cifre che simboleggiano rispettivamente catastrofi, notte e soldi,
e che se disposti in successione acquistano ancora maggior importanza.
Coincidenze? Io non credo. Gli illuminati, tra una birra e l’altra,
stanno progettando a tavolino un modo per
arricchirsi, sconvolgendo il mondo con una
catastrofe che avverrà rigorosamente di
notte. I numeri parlano chiaro.
Ma allora come possiamo proteggerci? C’è
chi propone bunker anti-missile , missili
Io non credo. Penso piuttosto che si stiano
anti-missile, missili anti-bunker e bunker
prendendo una breve pausa, magari in
anti-bunker, ma io credo che basterà il
questo momento sono tutti riuniti al tavolo
buon senso, molta premura e soprattutto
della briscola, oppure al circolo bocciofilo.
l’informazione, che si acquisisce con l’iAnzi, sono sicuramente al circolo bocciofilo. E vi posso anche
struzione, viaggiando molto e leggendo questo giornalino.
dimostrare perché ne sono così sicuro.
Prendete quel che vi ho appena raccontato come una piccola
Cito testualmente Wikipedia: “Nelle gare ufficiali le bocce ed il
favola, vi aspetto al prossimo numero.
pallino devono essere di forma sferica e di materiale sintetico; il
pallino ha diametro di 4 cm e peso di 90 g, le bocce hanno dia- Un caloroso abbraccio.
metro di 107 mm e peso di 920 g per i Seniores; per Juniores e
donne il diametro è di 106 mm e il peso di 900 g.”
Umberto Kadmon
5 4
6
8
6 3
2
7
9
8 3
4
7
3
7
4 5
5
2) E' maggiore:
mezza dozzina di dozzine di uova
o sei dozzine di dozzine di uova?
3) Se una gallina e mezzo fa un uovo e mezzo in un giorno e
mezzo, quante uova farà una gallina in sei giorni?
8 1
9
1) Una donna deve vendere delle uova e le mette tutte in un
canestro: arriva il primo cliente e ne compra la metà più mezzo uovo… il secondo prende la metà di quelle rimaste più
mezzo uovo… il terzo prende la metà di quelle rimaste più
mezzo uovo… ed infine il quarto prende la metà di quelle
rimaste più mezzo uovo dopo di che sono finite le uova…
quante erano le uova al inizio tenendo presente che nessun
uovo è stato diviso a metà?
2
4 8
PS. Se nell’epoca di Internet continuate a chiederci dove trovare le risposte vuol dire che siete
un po’ lenti. Lasciate quindi stare gli indovinelli.
"Ti ho messo l'insufficienza per invogliarti
a studiare…" "Le ho squarciato le gomme
per invogliarla a cambiarle".
La Ragnatela Numero 2
Martina al prof Sonnini: prof come si
chiamava quel libro che ci aveva consigliato di leggere? Un uomo sull'altipiano
russo?
Sonnini: Beh, un uomo in realtà è 'un
anno' e Lussu è l'autore comunque hai
avuto fantasia!
Prof Tamiati: Cosa vuol dire 'ver' in latino?
Carolina: Vero!
Tamiati: No
Simone: Mi sembra 'primavera'
Tam: Giusto Simone!
Carolina : HAI RAG È PROPRIO VER!
Bego : si pronuncia 'Kirchhoff', bisogna
aspirare.
Carolina: like an Aspirapolvere
Prof. Tamiati: Manet perse l'uso degli arti
inferiori ma questo non gli impedì di conBertotto: se andate a prendere un biglietto
tinuare a dipingere.
Carolina: Ci credo, a meno che non dipin- della lotteria e lasciate passare avanti una
vecchietta che lo prende prima di voi e
gesse con i piedi
vince, cosa sperate?
Matteo: che muoia il prima possibile.
Ghirardi: se entrate in laboratorio e sentite
odore di mandorle amare, scappate via,
Ghirardi: Tutti i nodi vengono al petperché è sicuramente acido cianidrico.
tine, anche se io il pettine non lo uso.
Alunno: prof, ma se io non so che odore
hanno le mandorle amare?
Ghirardi: peggio per te!
Bego: (per indicare il polo negativo di un
generatore elettrico) ci sono due simboli
di cui uno piccolo e cicciotto
Carolina: Ahh quindi la bovii (Martina
Bovo)
Nicolò: i fumi aspirati dalla cappa dove
vanno?
Ghirardi: nelle mie tasche!
Ghirardi: in queste vacanze vi metterete
davanti al caminetto, col vostro libro di
scienze in una mano e nell'altra il panettone...
Martino: si, quello di Thomson!