BORSA DI STUDIO 2016 "MARIO E BEATRICE SODI"

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BORSA DI STUDIO 2016 "MARIO E BEATRICE SODI"
ISTITUTO COMPRENSIVO STATALE
SCUOLA DELL’INFANZIA, PRIMARIA E SECONDARIA I GRADO
50031 - BARBERINO DI MUGELLO (FI)
BORSA DI STUDIO 2016 "MARIO E BEATRICE SODI"
TRACCIA GUIDA PER L’ELABORATO SCRITTO
I Care, c'è scritto su una parete della scuola di Barbiana. Ma cosa dobbiamo realmente avere a
cuore? Don Milani risponde: la nostra mente e il nostro cuore perché è lì che risiede il vero tesoro
dell' uomo, ossia la parola, " la chiave che apre tutte le porte". È in essa che riponiamo la nostra
forza, è questa che permette all'individuo di riscattarsi, di esprimersi, di mettersi in relazione con
gli altri; è attraverso di essa che possiamo alzare la voce per ottenere i diritti che ci spettano e
pensare ad un vero cambiamento. ' Dobbiamo credere nella forza delle parole', dice Malala,
perché solo queste ' possono cambiare il mondo' e per raggiungere questo obiettivo 'dobbiamo
armarci della conoscenza'.
L'istruzione quindi diviene l'unica risorsa che possediamo per combattere la povertà,
l'analfabetismo, per sconfiggere l'ignoranza, per sperare in un futuro di pace e di fratellanza.
Rifletti sul significato di queste affermazioni ed elabora un testo in cui, avvalendoti di letture, di
riflessioni, dei documenti allegati, di esperienze effettuate nel corso di questo anno scolastico,
esprimi la tua opinione sul significato delle parole 'istruzione', 'educazione', sul loro valore e sul
ruolo che esse possono avere per attuare i cambiamenti del mondo in cui vivi.
Vincitore
Borsa di Studio Mario e Beatrice Sodi 2016
Alunna classe 3 C - Benedetta Scarpelli - tema n19
“Istruzione”.
“Cosa?”
“Istruzione”.
“Che cosa significa?”.
“Veramente non sai cosa vuol dire istruzione?”.
“No, non ho mai sentito questa parola”.
“Com’è possibile?! Nel mio Paese andiamo tutti a scuola! Tu no?”.
“Scuola? Cos’è la scuola?”.
“Non vorrai dirmi che non sei mai stato a scuola! Hai quattordici anni! Io purtroppo ci vado, che fatica!”.
“E cosa fai a scuola?”.
“Mi annoio. Devo stare sei ore seduto in un banco a leggere e a scrivere, menomale che ci sono i miei amici,
ma anche i professori …”.
“Devi ritenerti fortunato allora! Io ha sempre desiderato imparare a leggere e scrivere, ma non sapevo che
esistesse la scuola per farlo! Devo lavorare tutti i giorni, dalla mattina alla sera per guadagnare un pezzo di
pane”.
“Io invece, ho sempre desiderato lasciare la scuola per cercarmi un lavoro! Ma fino a sedici anni devo
restare chiuso in questo carcere! Tutti dicono che andare a scuola è la cosa più importante della vita, l’unica
cosa che mi assicurerà un futuro migliore!”.
“E tu che ne pensi? Non sei D’accordo?”.
“No. Io credo che andare a scuola non sia un diritto, ma un dovere! Ci costringono a fare qualcosa che non
ci piace solamente perché istruendoci, potremmo costruire una società più progredita! Dicono che
l’istruzione ci permetterà di essere uomini liberi di scelta, uomini capaci di confrontarsi con gli altri, uomini
capaci di capire, di apprendere e capaci di scegliere in modo corretto!”.
“Allora è una cosa bellissima! Con una società più avanzata forse, sarà permesso anche a noi di frequentare
la scuola e di sognare un futuro migliore. Ma l’istruzione non è così bella come sembra! La scolarizzazione è
accompagnata da disuguaglianze nell’accesso e nella qualità dell’istruzione ricevuta! Infatti, prendendo in
considerazione gli altri ragazzi come te, andare a scuola non è una garanzia per tutti. Molti ragazzi invece,
lasciano la scuola prima del compimento del ciclo scolastico, alimentando così il fenomeno della
dispersione scolastica. Ciò che consegue è che questi ragazzi potranno più facilmente essere vittime di
esclusione sociale, politica ed economica. La mancanza di istruzione è un ostacolo alla realizzazione
personale”.
“Istruzione allora, non significa solamente acquisizione della lettura, della scrittura o del calcolo ma
sviluppo di una propensione alla vita sociale, crescere come individuo nella comunità”.
“Per questo diritto molti uomini hanno combattuto, tra questi anche una giovane donna Malala Yousafzai,
pakistana di soli diciannove anni che è diventata un simbolo della “lotta” a favore dell’istruzione. Ha vissuto
in prima persona l’esperienza di non poter frequentare la scuola, ma con grande coraggio e convinzione si è
ribellata alla negazione di questo diritto. E’ stata ferita gravemente alla testa, durante un attentato da parte
dei talebani che volevano far tacere la sua “voce”, ma nonostante questo non si è mai arresa. Dopo la sua
lunga guarigione, con forza e tenacia, ha continuato a lottare per affermare i valori in cui crede tanto da
conquistare, per il suo impegno il premio Nobel per la Pace nel 2014. Malala è una ragazza da cui prendere
esempio, a cui ispirarsi e da cui poter imparare tanto perché nonostante gli ostacoli che le si sono
presentati, sta portando avanti e realizzando il suo sogno. Il desiderio di Malala è più difficile da
comprendere per chi è abituato ad avere senza chiedere. Per noi guardare l’inchiostro che scorre sui nostri
fogli e aiuta a dar vita ad un qualunque pensiero libero è un fatto talmente consueto che non ci accorgiamo
neppure della sua straordinaria potenza. Troppo spesso non diamo peso al potenziale della cultura e al
fortissimo impatto che ha sulla vita di ognuno. Abbiamo altri pensieri come per esempio il cellulare, la
partita di calcio, la festa con gli amici e quando siamo in classe non vediamo l’ora che suoni la campanella
per l’arrivo della ricreazione e per l’uscita da scuola. Non ci rendiamo conto di quali sono i veri traguardi da
raggiungere. Il sapere è l’obiettivo principale dell’uomo e riconoscere i propri diritti vuol dire imparare,
apprendere, sapersi integrare, accettare, scegliere e soprattutto “vivere”. Il sapere è di tutti”.
“Una scuola che seleziona distrugge la cultura.
Ai poveri toglie il mezzo d’espressione.
Ai ricchi toglie la conoscenza delle cose”.
(Don Lorenzo Milani; Lettere a una professoressa – 1967)
Motivazione:
Per aver affrontato il tema del diritto all’istruzione, nelle sue complesse implicazioni di carattere
storico, sociale, culturale, tramite un’argomentazione nella quale si riconoscono stile, creatività e
competenza personali.
L’alunna ha sottolineato, attraverso un dialogo immaginario ma reale, le contraddizioni del
mondo attuale, insieme alla necessità di un sapere aperto a tutti e di una scuola per sua natura
democratica.