Ferroli ritorna in pista dopo la crisi Il controllo al fondo inglese Attestor

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Ferroli ritorna in pista dopo la crisi Il controllo al fondo inglese Attestor
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Corriere del Veneto Sabato 31 Ottobre 2015
VE
Economia
Luxottica, sì al patto generazionale
E scattano subito 600 assunzioni
Seicento
nuove assunzioni. Un impegno
preso dall'azienda, il colosso
dell'occhialeria Luxottica, con
la sigla, ieri sera, del nuovo
contratto integrativo destinato
ai 10mila dipendenti italiani
del gruppo e definito anche
«patto generazionale».
Serrata la trattativa con i sindacati. E' durata giorni. Non è
passata la linea della successione familiare genitore-figlio sul
posto di lavoro. Premiata, invece, quella meritocratica, relativa per l’appunto a un patto generazionale tra dipendenti, che
funzionerà così nell'arco dei
prossimi tre anni: cento dipendenti a tre anni dalla pensione
potranno chiedere il part time
al 50% senza incidenza sul trattamento pensionistico, offrenAGORDO (BELLUNO)
Presidente
Leonardo Del
Vecchio con i
dipendenti
do ad un pari numero di giovani, selezionati esclusivamente
secondo criteri di merito, l’opportunità di un’assunzione a
tempo indeterminato. L'azienda chiarisce che «per lavoratori
affetti da gravi patologie o malattie invalidanti la durata del
patto generazionale è estesa a
cinque anni, con la possibilità
di accedere al part time al 50%
già a cinque anni dalla pensione».
Si diceva dei 600 nuovi assunti. Luxottica chiarisce che il
«serbatoio» è per lo più quello
dei giovani che già operano in
una delle sedi italiane del
Gruppo con contratti a termine. «Testimonianza - chiariscono in Luxottica - dell'impegno dell'azienda a considerare
l’Italia il paese industriale per
eccellenza: le nuove assunzioni
a tempo indeterminato seguono le oltre duemila già effettuate negli ultimi 8 anni».
In realtà, il nuovo integrativo
è innovativo per più aspetti. Per
esempio, la «banca ore etica»: i
dipendenti potranno donare
una parte o la totalità delle proprie ore accantonate a colleghi
che ne avessero necessità.
L’azienda raddoppierà il numero delle ore donate. O la «baby
week»: la settimana di permesso retribuito, a favore dei genitori, in occasione dell’inserimento dei figli all’asilo nido.
Luxottica è l'azienda apripista
nazionale in fatto di welfare
contrattuale. Anzi, per Luxottica c'è una connessione tra l'integrativo e il sistema welfare
aziendale, «grazie all’impegno
ad arricchire tutte le sue aree di
intervento: il sostegno al reddito, la salute e il benessere, l’assistenza sociale e i servizi alla
famiglie, i giovani e l’istruzione, la mobilità». Tanti i servizi
già offerti: medicina preventiva, cure odontoiatriche, microcredito di solidarietà, borse di
studio per i figli e rimborso
delle tasse universitarie.
Per il segretario nazionale di
Filctem Cgil, Stefania Pomante,
«la staffetta generazionale è
una novità assoluta e una solu-
Ferroli ritorna in pista dopo la crisi
Il controllo al fondo inglese Attestor
La famiglia scende al 40% del capitale. L’intesa con le banche taglia il debito di 90 milioni
Ferroli
torna in pista. Quattro mesi fa
gli stabilimenti erano fermi,
bloccati dalla mancanza di liquidità, mentre i picchetti degli operai stazionavano in permanenza davanti al grattacielo
della sede, a San Bonifacio, nel
Veronese. Poi i riflettori sul caso Ferroli si sono spenti. Segnale positivo, stavolta, di
un’azienda ripartita. Parlare di
miracolo potrà sembrare eccessivo; ma nella rimessa in
moto del colosso del calore veronese, in crisi finanziaria da
anni e data per spacciata dopo
un’istanza di fallimento a maggio, non ci si va tanto distante.
Il timbro finale della ripartenza, guidata dai commissari
del tribunale di Verona, Gianfranco Peracin e Luigi Castelletti, in parallelo al lavoro di
Mediobanca advisor dell’azienda e di Kpmg che ha scritto il
piano di rilancio (gli advisor
delle banche erano Rotschild e
Lombardi Molinari), e l’inserimento a valle di Luciano Fausti
come Chief restructuring officer (in Veneto lo si era già visto
SAN BONIFACIO (VERONA)
6
La produzione
della Ferroli era
bloccata da 6
mesi
in azione nel riuscito risanamento di Boscolo), è stato messo venerdì scorso, con la chiusura, all’alba dell’accordo di ristrutturazione del debito. Al tavolo del negoziato azienda,
banche e i fondi Attestor e Oxy
- il fondo britannico, il primo,
che ha investito nel rilancio e
quello italiano, il secondo, guidato da Stefano Visalli e Stefano Romanengo che sta seguen-
Picchetto Una protesta dei dipendenti della Ferroli
do nel concreto l’investimento.
Un accordo complicato,che
ha rischiato di bloccarsi nelle
fasi finali, per gli interessi contrastanti in gioco: la scadenza
del concordato era il 6 ottobre e
l’ulteriore termine concesso
dal tribunale per presentare
l’accordo con i creditori il successivo 23. Il rischio corso fino
all’ultimo era che tutto saltasse
e si finisse in amministrazione
straordinaria. Ma le scadenze
sono state rispettate e il piano
presentato sul filo di lana la
mattina del 23 ottobre, dopo la
chiusura dell’intesa all’alba.
Così, dopo che le istanze di
fallimento erano già state ritirate, la società torna in bonis.
Per dire che è tutto finito bisognerà attendere ancora un paio
di mesi, per l’omologa del tribunale sull’accordo: è attesa
per Natale. Ma i rischi che qualche creditore possa ancora inceppare tutto appaiono remoti.
La sostanza dell’intesa ruota
intorno all’accettazione da parte delle banche (il lotto degli 11
istituti di credito è guidato da
Banco, Unicredit, Cariveneto
ed Mps) di tagliare del 30% i
350 milioni di euro di stock di
debito cumulato da Ferroli, trasformandone 90 in strumenti
finanziari partecipativi. Il resto
ha avuto prolungate le scadenze e sarà restituito in 5 anni,
con uno schema nel piano industriale, che specifica quanto
della cassa che verrà generata
andrà a rimborsare i creditori.
Lo stesso piano industriale
p re ve d e a g e n n a i o , d o p o
l’omologa, un ulteriore investimento di 30 milioni di Attestor,
con un aumento di capitale a
valle del quale i britannici saliranno al 60%, rimanendo in
Ferroli almeno per cinque anni, mentre la famiglia scenderà
al 40%. A quel punto la seconda
vita dell’azienda sarà partita, in
continuità con il lavoro che ha
rimesso in piedi in estate la
parte italiana (mille dipendenti
solo a San Bonifacio, 150 ad
Alano di Piave, nel Bellunese, e
50 a Casole d’Elsa, nel Senese).
Tutt’altro che scontato, con
una produzione bloccata da sei
mesi. Con le istanze di fallimento sulla testa, Ferroli e Oxy
L’accordo
 Luxottica è il
primo grande
gruppo italiano
a lanciare il
patto
generazionale
per favorire
l’uscita dei
dipendenti
prossimi alla
pensione e
l’ingresso di
giovani addetti.
L’azienda di
Leonardo Del
Vecchio (in foto
con gli operai)
prevede già
600 assunzioni
zione avanzata nel panorama
italiano, e punta a ricostruire
per via sindacale un patto generazionale solidaristico tra lavoratori anziani e giovani assunti a tempo indeterminato».
Peraltro, Sergio Spiller, segretario nazionale di Femca Cisl,
spiega che «l’accordo permette
il miglioramento delle condizioni dei lavoratori, un sistema
più efficace di gestione dell’orario e lo sviluppo dei diritti
individuali». Nel patto, anche
nuovi incentivi a favore dei dipendenti per il raggiungimento dell’obiettivo della piena
presenza in azienda. Per quanto concerne gli aspetti economici, c'è un sistema di incentivazione i cui indicatori sono
stati aggiornati: «Non solo
quelli tradizionali produttivi afferma l'azienda - ma anche
gli obiettivi di sostenibilità ambientale delle produzioni». Secondo il segretario generale
della Uiltec-Uil Paolo Pirani si
assiste a un «consistente aumento salariale».
Marco de’ Francesco
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avevano trovato un accordo a
maggio, in forza del quale era
stata presentata a giugno al Tribunale di Verona la richiesta di
concordato preventivo con riserva, legato a un mini-piano
per far ripartire la produzione,
in attesa della definizione dell’accordo di ristrutturazione
del debito. Una ripartenza, con
l’ok del tribunale al concordato
preventivo e un controllo ferreo sul mini-piano, per non
bruciare cassa danneggiando i
creditori, permessa dall’iniezione di 35 milioni di euro, tra
giugno e settembre, in regime
di prededucibilità, tra Attestor
e banche. Lo stabilimento riprende la produzione, anche
facendo arrivare dai magazzini
delle controllate estere rimaste
operative - dalla Turchia, alla
Bielorussia, alla Cina - la componentistica necessaria ad assemblare le caldaie. Le commesse tornano a fluire, la ripartenza è consistente.
Il mini-piano per la ripartenza, scade giusto oggi e ha mostrato di funzionare in pieno. A
due mesi dalla fine del 2015, la
Ferroli di San Bonifacio è in
piedi. Forse non sarà più il colosso da 500 milioni di fatturato che il fondatore Dante Ferroli, scomparso ad aprile, aveva
saputo costruire. Ma certo la
gestione della crisi è da annoverare come un caso di successo, che ha evitato tout court la
traumatica scomparsa di un altro pilastro industriale a Nordest.
Federico Nicoletti
L’azienda
Il gruppo
Ferroli, fondato
a San Bonifacio
dall’imprendito
re Dante Ferroli
(scomparso
nell’aprile
scorso), era
arrivato a
fatturare 500
milioni di euro.
Colosso del
calore e della
componentistica per le
caldaie, Ferroli
dà lavoro a
mille
dipendenti
soltanto a San
Bonifacio, più
altri 150 nello
stabilimento di
Alano di Piave
(Belluno) e 50 a
Casole d’Elsa.
Controllate
estere sono
attive in Cina,
Bielorussia,
Turchia. Il piano
industriale
prevede un
nuovo
aumento di
capitale a
gennaio
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