Giustizia e Libertà
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Giustizia e Libertà
Anno 4 - n° 139 WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM 20 Novembre 2005 Giustizia e Libertà Distribuzione telematica Periodico Politico Indipendente L’attuale crisi politica ha Un lungo passato di Luigi BarbatoAemme (a pagina 1,17, 18, 19) Copia gratuita L’attuale crisi politica ha un lungo passato di Luigi Barbato Berlusconeide - 2 di Aemme (a pagina 2,3) Case per tutti ... da www,repubblica.it (a pagina 2, 3) Cofferati e la legalità di Alessandro Menchinelli (a pagina 4) La critica, la Censura... di Corrado Augias (www.repubblica.it) (a pagina 5) Berlusconi ? Mai così ... da (www.unità.it) (a pagina 5) Autosmentite di ... di Luciano Iosa (da: [email protected]) (a pagina 6, 7) L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana di AA.VV. (a pagina 8, 9, 10, 11) Casa dolce casa e Tombeur de femmes di Masaniello (a pagina 12) La signora Dell’Utri e ... di Marco Travaglio (www.unita.it) (a pagina 13, 14, 15) La sentenza Dell’Utri ... Fonte: la Repubblica (a pagina 15, 16) Condanna per tentata ... Da: la Repubblica 27.04.2004 (a pagina 16, 17) Breve cronistoria ... di GL (a pagina 19) I miliardi smarriti ... di Paolo Di Roberto. (a pagina 20, 21) Il Mezzogiorno resta “il malato d’Italia” di Nicola Rossi (www.lavoce.info) (a pagina 21, 22) Interpellanza parlamentare sul 12.11.2005 (a pagina 22) Non vogliamo assumerci nessuna paternità, né una primogenitura. Ci piace solo ricordare quanto, con onestà e coscienza, tutti noi di GL abbiamo già scritto nel passato. ricordate era il periodo in cui tra Palazzo Chigi e la residenza del premier stava maturando l’allontanamento del SuperMinistro dell’Economia Tremonti ad opera di Fini- scrivevamo “Le prime tappe della crisi del BerluE ciò perché pensiamo sconi-2”. di non essere dotati di una particolare vista Poi nel 2005 (n° 106 di capace di farci intrave- GL 30 marzo 2005) dere il futuro, perché abbiamo parlato dettase così non fosse do- gliatamente della sua vremmo dedurre che “Paura della Sconfitdi queste capacità, ta”; ed ancora sempre sono dotati milioni e nello stesso anno, (n° milioni di italiani, que- 111 di GL 23 marzo gli stessi che in tutte le 2005) abbiamo titolato tornate elettorali, di il fondo con queste pavario tipo (dal 2001 ad role: “I colpi di coda oggi): dalle ammini- del Presidente del strative alle regionali, Consiglio”. dalle europee alle suppletive, hanno sempre Tutto questo perché da decretato la sconfitta tempo e non solo da della CdL. quel momento in avanti Vorremmo, ora, solo s i a m o riaffermare una nostra s t a t i convinzione: quanto se m p r e sta attualmente acca- p i ù dendo a quella sorta di convincompagine governati- ti che va che -malaugura- dovevatamente- ci governa, mo pre era già visibile, perce- p a r a r c i bile anni or sono, ed in e tememolti se ne sono ac- re “gli corti anche se non inevitasempre hanno avuto la bili coldi possibilità e la capaci- pi coda” tà di porvi rimedio. che ci Nel luglio del 2004 (n° s a r e b 72 di GL 12 luglio 20- b e r o 04) commentando qua- s t a t i nto stava accadendo - n e c e s - sariamente inferti dal “pescecane morente” (che, certo -riflettendoci bene- si sentirebbe più a suo agio nelle vesti di protagonista di una opéra-comique en vaudeville di un Labiche, di un Sardou, di un Feydau, che non nella sua pseudo-realtà di premier di quella che un tempo era la 7ª potenza industriale del mondo, e che nonostante i numerosi difetti che ci hanno sempre contraddistinto, aveva raggiunto una certa rispettabilità e credibilità sulla scena non solo europea ma addirittura mondiale). La sua caratura di “piazzista”, di “vuo’ cumprà nostrano” ci era nota da qualche tempo ed è certo di (Continua a pagina 17) 2 Giustizia e Libertà Berlusconeide -2 di Aemme Che tristezza assistere alla ripresa televisiva di Silvio Berlusconi in piedi, attorniato dal suo governo (tutto in piedi), applaudire commosso, con le mani e gli occhi rivolti in alto nel cielo, verso il palco in cui troneggiava Umberto Bossi dopo il sospirato voto di approvazione della “devolution” al Senato della Repubblica. Tant’é. L’Italia aveva di che piangere e lui esultava in estasi per chi gli aveva permesso di mettere in atto tante nefandezze. Il patto siglato col sangue ad Arcore aveva tenuto e tanto bastava. Perciò viva Bossi. Per solennizzare l’avvenimento della vergogna il Capo del Governo italiano ha disertato persino l’incontro di capi di stato e di governo, a cui doveva partecipare, convocato proprio nelle stesse ore, per favorire il processo di pace fra israeliani e palestinesi. Invece di cogliere l’occasione per evitare la vergogna,, proprio in quelle ore ha voluto applaudire di persona Umberto Bossi e ha negato la presenza attiva dell’Italia là dove, in Palestina, sede madre di tutti i conflitti che dilaniano il mondo, si svolgeva uno sforzo impegnativo per tutti. Egli non ha voluto tenere conto della presenza dell’ONU, attraverso il suo segretario Kofy Annan, e degli stessi USA, rappresentati dalla segretaria di Stato signora Rice. Poi assicura gli italiani, ad ogni piè sospinto, che il suo governo gode di alta considerazione in tutto il mondo. Non contento delle sue incursioni, uscendo dal Senato ha detto che ora toccherà alla legge elettorale e poi alla “par condicio”. Della legge elettorale a lui interessa specialmente il principio da imporre, secondo il quale non saranno gli elettori dal basso a scegliere gli eletti, ma per il quale questi saranno designati dall’alto, attraverso le liste bloccate nella graduatoria fissata. Sarà cioè soltanto lui a stabilire chi deve essere eletto per conto di FI e per conto di chi accetta la sua leadership. INTERNI 20 Novembre 2005 "Case per tutti ? Solo per i ricchi" Prodi: "Lunardi ai tunnel, il premier ai cactus e Dell'Utri con gli stallieri" - Pecoraro: "Intendeva case abusive" da www.repubblica.it “Chi ben comincia è a metà dell'opera, anche se ha iniziato dai ricchi. Adesso partirà Il leader dell'Unione boccia senza appello le promesse del premier. E lo fa usando torni to all'edilizia sociale di un paese liberista come la Gran Bretagna". Il leader dell'Unione attacca poi la legge elettorale varata dalla L'ultima carta del premier è uno spot maggioranza: "E' un'infamia. I cittadini «Una casa per tutti». Berlusconi annuncia un «grande piano» per dare una casa a tutte le famiglie che (Continua a pagina 3) non possono permettersela. Nell'attività del suo governo non ce n'è traccia, anche perché, spiega, il progetto «vedrà la luce nelle ultime fasi di campagna elettorale». Un nuovo miracolo italiano ? «Berlusconi ha fatto una affermazione generica e vaga -osserva Prodi– l'edilizia sociale italiana è ai livelli Il premier a Sorrento, mentre, accompagnato dal fido Apicella più bassi in Europa». “delizia” i suoi “legionari azzurE Fassino: «La casa è un ri”cantando canxoni di Charles problema serio, basta con Trenet. gli spot pubblicitari». Non soddisfatto di questa sua da www.unita.it tutta un'attività edilizia: Lunardi con i tunnel, Berlusconi con i cactus e Dell'Utri con portinai e stallieri". Romano Prodi attacca frontalmente Silvio Berlusconi. Prima ricordando la controversa vicenda legata al boss mafioso Vittorio Mangano che lavorò come stalliere, negli anni 70, nella villa di Berlusconi ad Arcore. Poi smontando il "più case per tutti" lancia(Continua a pagina 3) to, ieri, dal premier. d u r i : "Sono promesse generiche e vaghe. L'edilizia sociale italiana è ai livelli più bassi in Europa, siamo ultimi insieme alla Spagna e siamo ad un quarto rispet- performances, ha ammannito ai suoi ascoltatorila più grossa “bufala” che mai mente si possa concepire: Ha “inventato”, da quell’“incallito mentitore che è sempre stato”, di aver studiato alla Sorbonne, e che si manteneva economicamente con i guadagni che rimediava la sera quando cantava nelle boites parigine il repertorio di Charles Trenet. La sera cantava per guadagnare e la mattina andava all’Università (la Sorbonne, beninteso) e studiava. Il tutto sarebbe davvero ammirevole senonché si è appurato (e Marco travaglio lo ha scritto a chiare lettere) che in nessun corso della Sorbonne risulta mai essersi iscritto uno studente che si chiamasse: Silvio Berlusconi. 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 3 "Case per tutti ? Solo per i ricchi" Berlusconeide - 2 acqua pulita". Il “grande mentitore” è quella che garantisce spazi di proCritiche al premier paganda proporzionati ai consensi non smentisce mai se stesso Non sono trascorse neppure 4872 ore che il ben noto “mentitore di stato” ha ricominciato la sua “serie” di accuse di essere stato frainteso sia dai giornalisti della carta stampata e sia da quelli della televisione. La notizia d’oggi è che il premier ha dichiarato, in pubblico (non è che questo pubblico rappresenti una remora alle menzogne ed alle smentite) che non ha mai dichiarato che non aveva mai detto «una casa per tutti», ma avrebbe affermato che avrebbe dato «una casa a tutti gli sfrattati». Una ennesima menzogna, una dellee tanter che ci vengono ammannite ed a cui tutti gli italiani dovrebbero oramai essere abituati, e da anni. L’unica speranza che riusciamo a nutrire e che il nostro “capo dello stato” continui, continui sempre di più su questa strada fino alla vigilia delle elezioni, il 9 april del prossimo anno. Perché noi non potremmo che trarre vantaggio da una simile insipienza, e non ci saranno più “scrivanie da Vespa”, “promesse della luna nel pozzo” che potranno più ingannarci (o per meglio dire: “prenderci per i fondelli”) come gli riuscì, e non solo per merito suo (ma anche per colpe nostre) il 13 maggio del 2001. tm (Continua da pagina 2) hanno cambiato opinione e Berlusconi cerca di avvelenare i pozzi cambiando la legge elettorale. Dob- arrivano anche dal leader dei Ds, Piero Fassino che ricorda quanto sia "serio" il problema dell'alloggio "soprattutto per coloro che non ce l'hanno in proprietà, ed oggi l'affitto è forse la voce che incide maggiormente nel penalizzare i redditi degli italiani". E proprio la serietà del problema, continua il segretario diessino, imporrebbe che si eviti una certa facile "propaganda" e non si annuncino "nuovi miracoli che poi non ci saranno, o nuovi spot pubblicitari". Fassino conclude con una previsione: "Sono cinque anni che Berlusconi usa questo metodo e ha perso tutte le elezioni che si sono svolte dopo il 2001: se parte così rischia di battere il naso anche questa volta". Il leader dei Verdi Pecoraro Scanio se la cava con una battuta: "Berlusconi quando parla di case per tutti, intende case abusive". biamo convincere gli italiani che il suo tentativo non andrà in porto e che noi costruiremo nuovi acquedotti portando da: w.repubblica.it ricevuti da ogni lista nelle precedenti elezioni. Lui sostiene che non è giusto che chi è grande, come lui ha dimostrato di essere stato in passato, deve essere trattato come chi è piccolo. E gli sfugge completamente il particolare che un corpo elettorale è chiamato a votare per decidere chi deve essere in quel momento grande e chi nello stesso momento deve essere piccolo. Secondo lui gli elettori debbono prendere atto che solo lui è destinato a essere grande per sempre. I cambiamenti in questi casi sono per lui insopportabili. Anche in questa sua professata scuola di pensiero per la “par condicio”, si manifesta chiaramente ancora una volta, in Silvio Berlusconi, la sindrome della insostituibilità, malattia caratteristica di chi non sopporta la democrazia e si candida a dittatore. Ma maledettamente per lui anche i candidati dittatori debbono emanare un loro fascino. E Berlusconi se ne aveva uno che si era procurato con sceneggiate, ora non ce lo ha più. Le sue promesse sono ormai catalogate come promesse di marinaio. Le sue bugie non si contano più. Dice una cosa e, immediatamente dopo, se non è gradita, dice di non averla mai detta. Ha promesso attraverso gli schermi della televisione, e quindi davanti a milioni di testimoni, che a tutti i bisognosi avrebbe dato una casa, naturalmente dopo il voto, ma poi valutata la ilarità provocata specie fra coloro che dovevano essere destinatari della promessa, ha cambiato idea, ed ha asserito di non averla mai avanzata. Ha prospettato, sempre davanti a milioni di telespettatori, come buona l’idea di allungare a 68 anni l’età pensionabile e a 12 e anche 14 ore il lavoro giornaliero. Ancora una volta però davanti agli indignati interessati, non gli è mancato il coraggio di negare tutto e di affermare di non avere mai detto quello che tutti avevano ascoltato. Certo in queste condizioni il fascino personale va a farsi friggere e a Berlusconi non resterebbe altro che trovare una via dignitosa per ritirarsi. Ma la sua indole non glie lo permette. A noi compete fare quello che esige il bene del paese. Liberarci di lui col prossimo voto. to, vuole che siano solo i partiti di Vuole la proporzionale, ma vuole maggioranza a scegliere un succesanche garantirsi l’incarico automa- sore, cioè quei partiti che si sono a tico a Capo lui stesso del Gover- A Berlusconi piacciono le barzellette. s u b o r d i no, e ganati. rantirsi pu- Eccone una per lui Il Capo re contro le dello StaAd un concorso per quiz il presidente insidie into non terne alla della giuria fa la seguente domanda c ’ e n t ra sua mag- ad un aspirante: “Chi è il personagpiù. g i o r a n z a . gio più bugiardo del mondo ?” P r e v e d e n - Poi però suggerisce allo stesso aspi- La “par do voti di rante: “… non risponda Berlusconi condicio” sfiducia in perché lui è fuori quota ...” da lui imParlamenm a g i n a t a Aemme (Continua da pagina 2) 4 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 Cofferati e la legalità di Alessandro Menchinelli contro i trasgressori di giusti comportamenti, messo in atto da parte delle varie religioni che si sono poste il problema di ottenere la giustizia in terra, questa ha potuto avere qualche possibilità di affermazione solo quando, consenzienti le stesse religioni, o queste addirittura promotrici, si è cominciato a far ricorso alla fissaE’ difficile pensare che zione di regole da far riregnerebbe la giustizia in spettare nella vita terrena. una convivenza senza leggi, così come è difficile E’ certamente vero che documentare che regnasse nella storia della umanità la giustizia fra gli uomini la prepotenza è entrata in della preistoria, che non buona misura anche nella avevano ancora inventato confezione delle regole, “legalizzando” perciò le leggi. molte ingiustizie, ma non Date le differenze di forza è mai risultato ragionevole fisica e del carattere degli come rimedio contro una uomini si riverificherebbe insufficiente o distorta la stessa situazione di al- legalità, quello di creare il lora: la supremazia dei più vuoto di qualunque legaliforti, sempre e comunque, tà, che con un salto all’ine la sottomissione dei più dietro avrebbe lasciato di deboli, sempre e comun- nuovo il campo completaque. mente libero ai forti e prepotenti. Perciò l’attenzioE nessuno potrebbe invo- ne di chi vuole la giustizia care giustizia da altri, non è sempre stata rivolta alla essendoci la legge a cui riforma della legalità, per far riferimento. migliorarla, e non alla sua Ciascuno dovrebbe farsi soppressione. giustizia da solo, contando solo sulle sue personali possibilità, senza neppure la solidarietà del suo clan, dal momento che non esisterebbero neppure i clans, dato che anche questi si costituiscono con proprie regole, e cioè con leggi. Come nel lontano passato rimarrebbe per i più deboli solo la fede nella giustizia Divina. Nonostante però l’impegno, più o meno severo Il problema è tutto qua. Non serve per i diritti che tutti gli uomini hanno, il ritorno al vuoto di legalità. Senza fissarli nelle leggi opportune i diritti sarebbero negati per tutti e trionferebbe la prepotenza in tutte le relazioni sociali, a cominciare da quelle del lavoro. I poteri forti, le varie mafie armate ed i ricchi resi intoccabili da loro milizie private, imporrebbero solo le regole dei loro interessi. Quali speranze sarebbero ancora coltivabili da parte dei deboli, che sono poi la stragrande maggioranza della società ? Ecco perché il ricorso alle regole è un sacrosanto principio di sinistra e non di destra, ed ecco perché Cofferati, come uomo di sinistra, ha ragione. Abituato in tutta la sua vita, come sindacalista, ad impostare lotte per chiedere ed ottenere regole contrattuali precise da far rispettare nell’interesse dei deboli, conto la tendenza all’arbitrio da parte dei padroni, Cofferati ha giustamente individuato, nel suo ruolo di sindaco. nelle regole e cioè nella legalità la diga difensiva della giustizia per tutti, a cominciare dai più deboli. ferenze degli emarginati. E non vale come correzione del loro errore la precisazione che la pratica della illegalità sarebbe adottata come riparazione di fatto e non come principio, in quanto servirebbe per porre riparo ad una situazione di ingiustizia. La precisazione non regge perché, senza legge, qualunque soluzione di fatto è sempre arbitraria e costituisce una ingiustizia a danno di altri. Oltre ad essere poi una soluzione effimera in quanto esposta ad altre arbitrarie soluzioni di fatto, sostitutive di quella precedente e così all’infinito . L’occupazione abusiva di appartamenti popolari assegnabili con graduatorie di legge, non è solo una palese ingiustizia ai danni di chi è in condizione di far valere un diritto in più, ma crea anche un precedente per altri atti abusivi, magari in danno di quello messo in atto prima, affidando alla inesorabile legge del più forte e prepotente il consolidamento delle soluzioni di fatto. Ma sono proprio tutte le soluzioni di fatto quelle che costituiscono la base di tutte le conservazioni, che mortificano i diritti di tutti gli uomini. Il progresso degli uomini, per affermarsi, esige perciò il ricorso a soluzioni di diritto, scritto nelle leggi. I crumiri, che assecondavano il rifiuto da parte del padronato delle regole dei contratti di lavoro, erano certamente anche loro poveracci, ma se avesse prevalso la cinica loro strumentalizzazione, da parte del padronato, nel nome del “libero” rapporto di lavoro, senza regole, non ci sarebbe stata alcuna legalità a protezione del progresso sociale. Senza una forte e legalitaria organizzazione del mondo del lavoro, gli stessi crumiri sarebbero stati sfruttati ancora di più e continuamente ricattati, come tutti gli altri lavoratori, sotto la continua mi- Chi non lo capisce non è contro Cofferati. naccia di licenziamento. Sbagliano perciò gli ispi- E’ contro il progresso. ratori dei “centri sociali”, che ricercano nella illega- Alessandro Menchinelli lità la soluzione delle sof- 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 5 La Critica, la censura e il senso del ridicolo di Corrado Augias (www.repubblica.it) Caro Augias, le dico la verità, sono perplessa. Non ho visto il programma di Fabio Fazio "Che tempo che fa", però ho letto i resoconti dei giornali apprendendo che Furio Colombo, ex direttore e ora editorialista dell' Unità, ha espresso giudizi molto duri sul presidente del Consiglio. Il giornalista ed ex deputato indipendente di sinistra (se non sbaglio) ha definito Silvio Berlusconi "soggetto ridicolo di barzellette" ovvero, stando al resoconto di “Repubblica” «c'è una macchietta che ci governa". Nell'un caso e nell'altro si è trattato di espressioni forti indirizzate a un uomo che presiede il governo del Paese, investito di poteri garantiti dalla Costituzione, eletto da molti milioni di italiani. La mia perplessità è però aumentata per le reazioni che quelle parole hanno suscitato. Un certo Bonatesta di An ha detto che "a questo punto c'è un problema Terza rete da risolvere". Hanno appena cacciato dalla televisione uomini di enorme prestigio e capacità professionale come Enzo Biagi, giornalisti di notevole valore come Michele Santoro, comici di vaglia come Luttazzi e ora, con quelle parole, si vuole forse minacciare di censura o di chiusura la rete Rai unanimemente giudicata come la più degna del titolo di "servizio pubblico".? Lettera firmata, Roma *** Rispondo come posso alla doppia perplessità della lettrice, cominciando dalla seconda. Non mi pare che le parole del senatore Michele Bonatesta debbano impensierire più del dovuto. Il senatore ha esagerato con quella frase intimidatoria, ma aveva già esagerato parlando di «vergognosa duetto. Per l'astio, il livore con cui, bava alla bocca, il militante politico ha vomitato...» eccetera. Immaginare Furio Colombe con la bava alla bocca è difficile, dire che ha "vomitato" è assolutamente impensabile. Dire invece come fa la nostra lettrice che le espressioni usate erano molte forti, molto dure, è giusto: definisce il tono di quelle frasi che spingono però a chiedersi: Colombo, nel merito, aveva torto e ragione ? L'attuale presidenti del Cansiglio può richiamare l'immagine della "macchietta" ? può essere d e f i n i t o "soggetto da barzellette" ? Senza alcun animus, giuro, mi pare che lui stesso non perda occasione per sembrare più un intrattenitore che un uomo di Stato, più uno chansonnier che un premier. Qualcuno forse ha mai detto che il ministro Pisanu è una "macchietta" ? Che lo è Maroni, ministro del Lavoro e della Previ denza, che pure milita in un movimento così discutibile ? Nessuno lo ha mai nemmeno pensato, credo. Berlusconi sembra che le cerchi certe definizioni, è l'uomo del fondo tinta ro- sa, de capelli finti e tinti, del lifting e della bandana delle scarpe col rialzo, delle corna e del dito medio teso, delle barzellette sceme, degli insulti pronunciati nell'aula di Strasburgo contro un deputato socialista tedesco (ricordo ancora Fini impallidire accanto a lui) e delle allusiol1 grossolane sulla signora primo ministro finlandese. Chiunque frequenti un po' l'estero sà che di lui si ride nelle cancellerie europee, che egli porta in giro per il mondo l'immagine peggiore dell'uomo italiano, che il suo ideale a "simpatia" è quello del piazzista, i quali, però rappresentano una ditta, non una nazione. Credo che Furio Colombo abbia buone ragioni per vergognarsi di lui. Mi vergogno anch 'io. ♦ Berlusconi ? Mai così in basso Sondaggio Swg: il centrosinistra al 52.5 per cento, il Polo al 45.5 per cento La devolution non piace. E per l'80 per cento degli italiani l'economia è un disastro da www.unita.it Dal sondaggio commissionato dall'Unità alla Swg emerge che il centrosinistra supera di 7 punti il centrodestra nelle intenzioni di voto: 52, 5 contro 45,5. La lista unitaria Ds-Dl è al 35%, Rc al 7%, l'Udeur all'1%. L'80% degli italiani (88% tra gli elettori di centrosinistra, 67% tra quelli di centrodestra) considera insoddisfacenti le condizioni dell'economia. Per il 39% (37 di centrosinistra, 33 di centrodestra) sono destinate a peggiorare in futuro. Solo il 34% del campione Solo il 25% (5 a sinistra, è d'accordo con la devolu- 62 a destra) ha fiducia neltion, mentre il 59% (78 la maggioranza di goverdell'Unione,24 della CdL) no, mentre il 37% (58 e è in disaccordo. 12) ha fiducia nelle forze Al Sud il disaccordo sale politiche di opposizione. al 74% e nelle Isole al 65. Quella in Berlusconi scenLe probabilità di vittoria de al 23% (4 a sinistra, 62 del centrosinistra guidato a destra), laddove in Prodi da Prodi sono del 57%, hanno fiducia il 39% degli quelle del centrodestra intervistati (65 contro 7). guidato da Berlusconi del Le intenzioni di voto vedo 43%. no il nuovo soggetto SdiSolo il 28% degli italiani Radicali al 2,5% come i ritiene efficace l'azione del Verdi e Di Pietro, Pdci governo, per il 46% (33 di all'1,5%. centrodestra) è poco effi- Ancora da collocare il cace, per il 26% (5 di cen- Nuovo Psi che vale l'1%. trodestra) non lo è per niente. ♦ 6 INTERNI Giustizia e Libertà 20 Novembre 2005 Autosmentite di Berlusconi Luciano Iosa ([email protected]) Una ventina di casi, dal 2001 ad oggi, in cui il premier ha fatto importanti affermazioni che poi ha smentito o sono state smentite dagli interressati : Casa, pensioni, Iraq e tante altre le autosmentite di Berlusconi. Affermazioni importanti seguite da immediata autosmentita. A Berlusconi, in cinque anni di governo, è successo molto spesso. Le ultime (sulla casa e sulle pensioni) sono recentissime. A volte il premier assicura di essere stato male interpretato, a volte fa proprio marcia indietro, in altre occasioni sono i diretti interessati a smentire. Una rapida ricerca in archivio, di Claudio ([email protected]), ha prodotto questo elenco. Sicuramente incompleto : periodi elettorali e pre-elettorali". Centristi traditori 16 agosto 2005. Intervistato dalla Stampa, riferendosi ai centristi della Cdl, dice: "C'è chi pensa di salvarsi offrendosi al vincitore, ma parte da una valutazione errata". Immediata la reazione di Follini: "L'evocazione di doppigiochi, tradimenti e passaggi di campo nei confronti di un partito coerente e sicuro come l'Udc è semplicemente miserevole. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio una smentita chiara e netta". E la smentita arriva puntuale, affidata a Boniauti: "Nessuno in Forza Italia, tantomeno il presidente Berlusconi, ha pronunciato parole legate al concetto di tradimento o di traditore nei confronti dei nostri alleati". STUFI delle PAGLIACCIATE La casa agli italiani. 11 novembre 2005, Sorrento, Berlusconi lancia il suo progetto davanti ai giovani di Forza Italia: "Daremo una casa a tutti gli italiani in difficoltà. Sono il 19% della popolazione, ma abbiamo un piano fattibile". Il 15 aprile precisa: "Non ho detto a tutti gli italiani, ma solo a quelli sfrattati" Pensione a 68 anni 3 novembre 2005: "Un orizzonte che non dobbiamo precluderci, l'innalzamento dell'età pensionabile a 68 anni". Il 15 novembre spiega: "Io non ho proposto di spostare l'età pensionabile a 68 anni" Bush e le elezioni italiane Oramai siamo del tutto “stufi”, per non dire di peggio, delle sceneggiate con cui si diletta il premier (affermazioni sempre seguite da smentite, o dichiarazioni quali…”sono stato frainteso… e la solita stampa comunista”, etc. etc. Sarebbe nostra ferma intenzione che in ogni prossimo numero di Giustizia e Libertà vi fosse una rubrica, dedicata integralmente alle «AUTOSMENTITE» dell’impudente premier che, a nostra vergogna, governa l’Italia da quel nerissimo 13 maggio 2001. Qualcosa di simile a quanto facemmo nei primi numeri di questo giornale (dal n° 3 del 7.10 al n° 13 del 9.12.2002) quando pubblicammo la serie completa di “profili” dei “parlamentari della maggioranza che erano stati inquisiti e poi condannati”. Anzi, a questo proposito, vorrei invitare tutti i nostri lettori a darci una mano inviandoci “materiale del genere”, per evitare che una nostra possibile dimenticanza possa far sminuire l’ampiezza delle “affermazioni-smentite” di colui che “lavora per noi” a Palazzo Chigi. 31 ottobre 2005. A Washington, parlando con i giornalisti dopo l'incontro con il presidente Usa, dice: "Bush teme un cambio di governo in I t a l i a " . Luigi Barbato Vittorio Zucconi di Repubblica, gli chiede: "Presidente, a scanso di equivoci, lei ci sta dicendo che il presidente Bush ha espresso a lei una preferenza elettorale contro il centro sinistra ?”. Il premier, allora, precisa: "Non mi ha detto esattamente così Bush, ma è evidente che sentendo le dichiarazioni dei leader della sinistra che affermano che se vincessero le elezioni farebbero come Zapatero ritirando le truppe dall'Iraq, basta fare uno più uno per capire come la pensa il presidente americano. Come sempre gli Stati Uniti non interferiscono nei problemi interni di altri paesi, specialmente nei Risanamento Alitalia. 29 aprile 2005: Berlusconi annuncia che il piano di risanamento dell'Alitalia è stato accettato dalla Commissione europea. Immediata la smentita di Bruxelles: "Nessuna decisione è stata presa". Andare a Nassiriya. 26-3-2004 "Non sento alcun bisogno di andare a Nassiriya, sarebbe solo una operazione dimostrativa e retorica". Il 10 aprile Berlusconi va in visita a Nassiriya. Unto e bisunto. 9-3-2004 "Io unto del Signore? Non ho mai pronunciato questa sciocchezza". 25-11-1994 "Io sono l'unto del Signore, c'è qualcosa di divino nell'essere scelto dalla gente. E sarebbe grave che qualcuno che è stato scelto dalla gente, l'unto del Signore, possa pensare di tradire il mandato dei cittadini" Lifting forzato. 27-1-2004 "Io il lifting non lo volevo fare. Sono stato tirato dentro a farlo. È stata Veronica a spingermi a fare il lifting". Poi Veronica lo smentisce: "Il lifting è stata un'idea sua". Fascismo buono 4-9-2003 "Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli oppositori li mandava in vacanza al confino" (Continua a pagina 7) 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 7 Autosmentite di Berlusconi dia termini precisi a Saddam e stabilisca l'intervento militare se Saddam non (intervista a 'The Spectator',). dovesse accettare la risoluzione" 17-9-2003 Berlusconi cerca di smorzare l'intervista 16-10-2002 "Con realismo bisogna diallo 'Spectator': "Eravamo alla seconda bottiglia di re che non c'è alternativa alle due risochampagne". luzioni dell'Onu ". 19-9-2003 Ma gli intervistatori lo smentiscono: "Abbiamo bevuto solo tè freddo". (Continua da pagina 6) Nesta mai 23-8-2002 "Comprare Alessandro Nesta? Sono cose che non hanno più nulla di economico, di morale. Nella stessa intervista a "Spectator", il premier disse Nel calcio abbiamo sbagliato tutti, ora basta". anche che i magistrati: "Per fare i giudici bisogna L'indomani il Milan annuncia l'acquisto di Nesta. essere dei disturbati mentali". Protestarono un po' tutti: dall'Anm, alle sorelle di FalLegge Cirami cone e Borsellino. 31-7-2002 "Non capisco tutta questa fretta per la Fini parlò esplicitamente di "gaffe". Allora spiega: "Io non sono un politico, non bado legge Cirami sul legittimo sospetto" alle critiche. Dico quello che pensa la gente". 30-8-2002 "La legge sul legittimo sospetto è una priorità per il governo" Giudici matti. Legge Gasparri. Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d'accordo sulla legge Gasparri. Il Quirinale smentisce: "Non ne abbiamo mai parlato" 2-8-2003 erlusconi deve rettificare dando la colpa ai giornalisti. Ok dall'Europa 10-10-2001 "Ho fatto un'esposizione sommaria della legge finanziaria e ho trovato un'ottima accoglienza sia da Prodi sia dal commissario Pedro Solbes". 25-9-2003 Prodi cade dalle nuvole. Solbes lo smentisce. 25-9-2004 Berlusconi fa retromarcia: "Io ho illustraLodo Maccanico. 30-6-2003 “Io non c'entro nulla con questo Lodo: è to l'azione del mio governo, Prodi e Solbes mi hanstata un'iniziativa autonoma del Parlamento, soste- no ascoltato in silenzio". nuta dal presidente della Repubblica". Immediata la smentita del Quirinale, cui segue la pre- Scontro di civiltà cisazione del sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Il lodo 26-9-2001 "Noi dobbiamo essere consapevoli della Maccanico è una iniziativa parlamentare. E a que- superiorità della nostra civiltà... Dobbiamo evitare sta proposta il presidente della Repubblica è ovvia- di mettere le due civiltà, quella islamica e quella mente estraneo". nostra sullo stesso piano... La nostra civiltà deve estendere a chi è rimasto indietro di almeno 1.400 anni nella storia i benefici e le conquiste che l'OcciConflitto di interessi. 5-5-2001 "Il conflitto d'interessi sarà risolto nei dente conosce." primi cento giorni del mio governo"). "Il conflitto 2-10-2005 Poi di fronte alla richiesta di scuse presend'interessi è una leggenda metropolitana" tata da una serie di governi arabi dice al giornale 19-12-2003 La legge sul conflitto d'interessi non è 'Asharq al-Awsat' "Perché dovrei scusarmi? Per qualche cosa che non ho detto? Non ho detto nulla stata ancora approvata. di sbagliato, loro (alcuni giornalisti, ndr) mi hanno fatto dire qualche cosa che non ho detto". Condono per gli altri. 30-12-2002 "Mediaset non farà alcun ricorso al condono fiscale". Cinque mesi dopo ‘L'espresso’ scopre che Mediaset ha regolarmente fatto ricorso al condono, risparmiando circa 120 milioni di euro di imposte. Un anno dopo accade di nuovo. Armi sì, armi no. 16-10-2002 "Credo che ormai in Iraq non ci siano più armi di distruzione di massa" 17-10-2002 "Non ho mai detto che Saddam non ha armi di distruzione di massa. Dico solo che ha avuto il tempo di distruggerle o di metterle da qualche altra parte". Guerra senza Onu da Claudio ([email protected]) Ma dicono gli esperti che e' una tattica ben precisa che si articola cosi': I gruppi di studio (focus) della sua campagna gli suggeriscono una frase che lui butta la'. Qualche giorno dopo fa fare un sondaggio sull'effetto della frase, se questo e' negativo se ne esce con la consueta dichiarazione " mai detto che......" se è parzialmente negativa, corregge. Quindi non andrei tanto dietro a quello che dice per non farsi rincorrere dalle sue esternazioni (dicasi ca**ate). Non mi meraviglierei che finisse la sua carriera di, ahinoi, presidente del consiglio con una frase tipo "mai detto che volevo fare il presidente del consiglio ! !" Luciano Iosa 14-9-2002 "Se Saddam non cede, l'attacco sarà a ([email protected]) gennaio e sarebbe inutile una seconda risoluzione da: [email protected] come chiede la Francia, sarebbe un nonsenso". 25-9-2002 "Siamo per una risoluzione dell'Onu che 8 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana A QUANDO IL PROSCIUGAMENTO DEL DEBITO PUBBLICO CON LA CARTA ASSORBENTE ? di Michele Serra (www.repubblica.it) Il Berlusconi non fa più notizia. Fino a poco tempo fa, se avesse garantito in un discorso pubblico «una casa per tutti», si sarebbe meritato almeno qualche editoriale di prima pagina contro le promesse a vanvera, e una manciata di dichiarazioni irridenti e/o acide da parte dell´opposizione. Oggi, una sparata del genere fa appena un poco di colore, passa in archivio senza che nessuno abbia più voglia di entrare nel merito o di polemizzare…. di Jacopo Jacoboni (www.stampa.it) La passione di far case, quella l’ha sempre avuta. E anche se adesso parla di case popolari e invece trent’anni fa costruiva alloggi residenziali, è pur vero che in un’altra vita Silvio Berlusconi costruttore di case veniva lodato per la sua «filosofia dell’abitare» da architetti e intellettuali di sinistra. Ne è passato di tempo LA NOTTE ROCK DEL CAVALIERE di Maria Grazia Bruzzone (www.stampa,it) Ha cantato sul palco le canzoni del suo repertorio cominciando dalla prima, Pigalle, che gli ricorda Parigi, «quando di giorno studiavo alla Sorbona e la sera cantavo per mantenermi», e poi ha perfino ballato, circondato da ragazze che lo volevano abbracciare e un po’ lo hanno fatto… E, richiesto a gran voce dagli astanti al grido di «Silvio! Silvio!», chiamato a sè il fedele Mariano Apicella ad accompagnarlo con la chitarra, si è concesso…. Ed è lì che, preso dalla foga, il Cavaliere è sceso dal palco per improvvisare passi di danza, le ragazzine in delirio che lo baciavano, tante braccia alzate coi telefoni in mano a immortalare l’attimo. Un trionfo…. A Sorrento solo facce felici. Renato Brunetta, raggiante ed emozionato, trova persino la sconfitta elettorale di Bolzano, piccola ma recentissima, come una bella prova offerta dal partito. «Lì è andata benissimo». Una domanda, Dell´Utri: perché i giovani si fanno guidare da un vecchio? L’ENERGIA DEL CAVALIERE ATOMICO: IL PETROLIO DI BUSH E IL GAS DI PUTIN da DAGOSPIA «Buona domanda. E´ una questione che dovremo risolvere». Qual è il Berlusconi più energico ?, quello che canta e balla fino alle due di notte con il chitarroso Apicella in una discoteca forzista di Sorrento, oppure quello che al congresso dei notai di giovedì scorso rilancia il nucleare “perché siamo tributari da altri paesi per il petrolio e per il gas”? Dagospia non ha dubbi… L’energia che interessa il Cavaliere atomico è quella che arriva da altre fonti e da mani “amiche”, magari americane, magari russe. Petrolio e gas, ecco il vero business per un imprenditore di razza come lui, un business dove la domanda del mercato è sempre più forte, i margini sono altissimi e i concorrenti in Italia sono pochi. Scriva pure Mediobanca, che Fininvest pensa ai telefonini, e Marina con Piersilvio possono continuare a sognare la “convergenza” che lui stesso ha suggerito tra telecomunicazioni e media radiotelevisivi. Ma quello che interessa davvero al BerlusconiPaperone è l’energia… di Vittorio Feltri “Pura demagogia… c’è modo e modo di sparare balle… le case per esserci ci sono, ma tu Silvio dove sei, sulla Luna ?”. Con un editoriale al vetriolo il direttore di “Libero” ha fatto letteralmente a pezzi lo spot elettorale del premier e ha ricordato che la Casa è delle Libertà, non dei palazzinari. Non la pensa così Renato Brunetta: “Avere una proprietà per una famiglia indigente -ha detto Brunetta al “Messaggero” del superpalazzinaro Caltagirone- può diventare l’inizio di libertà e di superamento della povertà”. ARRIVANO I LEGIONARI AZZURRI (www.repubblica.it) Berlusconi vuole assoldare un esercito di 180 giovani che dovranno lavorare per il successo di Fi alla elezioni. Ne son previsti 180 mila, un vero esercito. È anche su di loro che Silvio conta per rovesciare i pronostici che lo danno per sconfitto alle prossime elezioni. Quali saranno i compiti dei "legionari"? Dovranno darsi da fare per creare gruppi di quattrocinque ragazzi che vadano a leggere nelle case, nelle parrocchie, nelle fabbriche, l'opuscolo che, promessa di Silvio "invieremo in tutti i collegi elettorali sui crimini del comunismo e le complicità del Pci". I legionari dovranno inoltre "organizzare tornei di calcio a cinque", "concorsi di bellezza con l' elezione di Miss Libertà", "diffondere il messaggio di Silvio Berlusconi (porta a porta)" e predisporre "rappresentazioni teatrali del Libro Nero del Comunismo". La rappresentanza femminile dovrà invece "curare l'iniziativa 10,100,1000 un thé alle 5 con Silvio". Infine sarà compito della perfetta donna azzurra "curare la distribuzione del CD: parole d'amore del Presidente". Dite che tutto ciò è abbastanza ridicolo ? (Continua a pagina 9) INTERNI 20 Novembre 2005 Giustizia e Libertà 9 L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana Berlusconi-Prestigiacomo, scontro Case per tutti, Prodi a Berlusconi "Sì, in Cdm - Il ministro per le Pari opportunità chiede di reintrodurre solo per ricchi e per gli stallieri" le quote rosa. Dura replica del leader dell'Unione allo (Continua da pagina 8) slogan del Cavaliere. "Ora avranno tutti un'attività edilizia: Lunardi coi tunnel, il Cavaliere coi cactus e Dell'Utri con i suoi amici". Pecoraro Scanio: "Case per tutti sì, ma abusive...". Bondi: "Parole squallide da www.repubblica.it «Sono cinque anni che Berlusconi usa questo metodo e ha perso tutte le elezioni che si sono svolte dopo il 2001: se parte così rischia di battere il naso anche questa volta...» (Piero Fassino, segretario dei Ds, commentando le parole di Berlusconi sulla necessità di garantire una casa per tutti. Annuncio che Fassino giudica «solo propaganda».) «Silvio Berlusconi è senz'altro rock, non solo per quello che dice, ma anche per come canta....» (Marcello Dell'Utri, senatore di Forza Italia, commentando la notte di festa dei Circoli azzurri a cui ha partecipato anche il premier in versione sia di politico sia di chansonnier al fianco di Mariano Apicella) «L'antifascismo più ottuso ha avuto un ritorno di fiamma quando ha vinto Berlusconi». Giampaolo Pansa ANSA ''Sono libero grazie a Dio e liberale grazie a Silvio'' E’ la scritta su una delle magliette nere in vendita negli stand allestiti al convegno del 'circolo giovani' di Marcello Dell'Utri che si apre oggi a Sorrento… 12 Nov di Lorenzo Fuccaro (www.corriere.it) … Ma la Prestigiacomo scatta («Questo non è un mio capriccio, c’era un impegno preciso») e fa per andarsene. E il Cavaliere: «Stefania, ti prego, non fare la bambina». E lei: «Non ti permetto di dire che faccio la bambina...». E scoppia in lacrime. Lascia la sala ed è subito seguita da alcuni colleghi, tra gli altri, raccontano, Bonaiuti e Fini, che tentano di rincuorarla. Enzo Biagi Berlusconi si girò verso mia moglie e le disse: «Ho fatto più la corte a suo marito che alle donne». Lucia rispose: «Si vede che lei non è il suo tipo». Quando non c’era Lui di Massimo Granellini (www.stampa.it) Il cavalier Benito Mussolini è riuscito a evadere dal manifesto con cui Forza Italia saluta l’anniversario della caduta del Muro. Accanto a Hitler, Stalin, Castro e Saddam, despoti con tutti i quarti di tirannia in regola, sul papiro berlusconiano ha trovato spazio Bin Laden, che dittatore tecnicamente non è, facendogli difetto uno Stato o una trasmissione domenicale su cui esercitare il potere assoluto. Nessuna traccia invece della Buonanima, l’unico autocrate che l’Italia abbia saputo sfornare negli ultimi cento anni, se si escludono Arrigo Sacchi e la moglie di Celentano. L'ostacolo che ferma il galoppo del Cavaliere di Eugenio Scalari (www.repubblica.it) «Stiamo lavorando a un grande progetto per costruire abitazioni per tutti. È qualcosa di assolutamente possibile, di realistico che non richiede molto tempo. Lo comunicheremo negli ultimi mesi della campagna elettorale». « In Italia lavorano 4 italiani su 10, 1600 ore all'anno contro le 1700 all'anno degli Stati Uniti. Dobbiamo convincerci che alcuni Paesi lavorano un bel pò di più. Noi amiamo l'edonismo e siamo diventati un pò edonisti: certi lavori non ci attirano più, non facciamo più il militare, non si trovano infermieri...» Stando ai giornali, l'abbiamo appena ricordato, Ciampi ha eccepito dubbi di diversa gravità su tutte le tre leggi già formulate o progettate. Ma Berlusconi ha negato contrasti col presidente della Repubblica, ha concesso approfondimenti sulla "salva Previti", ha rinviato la questione della "par-condicio". Sulla riforma elettorale, invece, ha pronunciato la storica frase "Noi tireremo dritto" (che non ha mai portato fortuna a chi la usò prima di lui). Nigergate «È assolutamente infondato che abbiamo dato delle motivazioni a Bush per fare la guerra. Non volevamo la guerra, abbiamo lavorato per evitarla. La sinistra, sostenuta da importanti giornali, con articoli e vignette. ha dato per certo che l'Italia abbia dato la scusa all'America. È assurdo» di Marco Travaglio (www.repubblica.it) CARTA CANTA "L'Occidente deve avere la consapevolezza della superiorità della sua civiltà che ha garantito benessere largo ai popoli e il rispetto dei diritti umani, di (Continua a pagina 10) 10 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana (Continua da pagina 9) quelli religiosi, che non c'è nei paesi islamici, il rispetto dei diritti politici". (Silvio Berlusconi, Berlino, 26.09.2001) "Mi hanno frainteso, io parlavo dei fondamentalisti e non del mondo islamico in generale. E' la solita strumentalizzazione della sinistra". (Silvio Berlusconi, la Repubblica, 28.09.2001) "Non c'è stato nessun rinvio del pacchetto sicurezza. Visto che non ci sono pericoli immediati, la prossima settimana lavoreremo insieme per verificare le misure già in atto e vedere cosa aggiungere". (Silvio Berlusconi, 16.07.2005) "Non abbiamo informazioni di attentati imminenti e dunque non c'è urgenza". (Silvio Berlusconi, CorSera, 17.07.2005) "Ci sono 13 mila obiettivi sensibili che sono sotto controllo. Siamo nella massima allerta". (Silvio Berlusconi, 28.07.2005) "Ho ben altro in mente. Io sono oggetto di una minaccia diretta. Un kamikaze allo stadio contro di me. Ma non è una questione di me. Qui c'è di mezzo l'Italia. Come fate a non avere questa avvertenza ? Siamo esposti ad attacchi micidiali del terrorismo. Io non rinnego nulla, espongo sempre la verità per togliere pretesti propagandistici a chi vuole organizzare stragi. Per questo evidenzio la mia assoluta disponibilità al dialogo con i Paesi islamici". (Silvio Berlusconi, Libero, 3.11.2005) "Berlusconi in un colloquio mi dice di essere molto amareggiato per le campagne d'odio contro di lui, che incrementano il rischio per la sua vita. Forse in Italia lo si ignora. Ma è una delle tre persone che in Occidente sono considerate a massimo rischio. Oltre a lui, ci sono Bush e Blair. Ha avuto una serie di minacce di morte. In tutto trentanove. Di esse, sei sono state ritenute particolarmente preoccupanti dalla nostra intelligence". il manifesto che ha invaso i muri di Roma, viene un solo dubbio: ma non avranno dimenticato un certo ADNKRONOS, 04.11.2005 Mussolini ? «Se tutti avessero fatto la vita che ha fatto Berlusconi, vivendo nelle sue condizioni o nelle sue splendide ville, forse si lavorerebbe volentieri anche a 75 anni. Certamente parlava a titolo personale» Roberto Maroni, ministro del Welfare SUOCERE di Jena (www.stampa.it) Quando D’Alema dice che Mussolini non andava fucilato ma sottoposto a un giusto processo, in realtà sta parlando a nuora perché suocera intenda. La suocera sarebbe Berlusconi. Berlusconi: «Fra un po’ riabilitano pure me» da www.liberazione.it «Meno male che hanno cambiato idea... ma intanto continuano a commettere sia errori che infamie». Così Berlusconi commenta le parole di Massimo D'Alema. In un'anticipazione di Panorama, Berlusconi aggiunge che «hanno linciato Craxi. Oggi Fassino lo inserisce tra i padri del socialismo italiano. Non mi stupirei se tra dieci o vent'anni riabilitassero anche me». MENS NANA IN CORPORE NANO (Bruno Vespa, Libero, 4.11.2005) Università di Padova … a Padova, facoltà di Scienze politiche, c’è una nuova dottoressa da 110 e lode. Ha 26 anni, si chiama Francesca Bellemo, e si è laureata dimostrando come Berlusconi sia un pericolo per la democrazia. Riprendete i libri di storia distribuiti nelle scuole dopo che sono stati bruciati «quei fascisti» che cinque anni fa ne avevano chiesto il ritiro per obiettiva faziosità (ricordate il Camera-Fabietti?). Sono identici ad allora, magari aggiornati sugli insuccessi del governo in carica. di Red. (www.unita.it) Hitler e Stalin. E poi Fidel Castro, Saddam, Osama Bin Laden. Silvio Berlusconi e Forza Italia manifestano per la libertà e contro i dittatori del Novecento. Guardando Cena su una terrazza romana di Stella Pende (Panorama, 06.11.05) Cena segreta su una terrazza romana nel tepore settembrino. Cade l’anno 2000, l’anfitrione Roberto Zaccaria, presidente della Rai, invita il direttore generale Pier Luigi Celli e tutta la truppa del potere Rai vivente nel centrosinistra, Il presunto gol? Cucinare, secondo i racconti, Silvio Berlusconi e parenti armando una tv da combattimento prima delle elezioni. (Continua a pagina 11) INTERNI 20 Novembre 2005 Giustizia e Libertà 11 L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana (Continua da pagina 10) Scrive Pittbull in sintesi: «Il ragionamento sarebbe stato il seguente… entriamo nella campagna elettorale più difficile… è necessario impedire a quel mascalzone e mafioso del Cavaliere di prendere il potere… Come? … Impiegando uomini e risorse, reti e giornalisti a fiancheggiare la campagna dell’Ulivo contro l’arrivo dei barbari». Bruno Vespa non poteva perdersi il caso e nel suo tomo Rai la grande guerra 1962-2002, stufo delle accuse di berlusconismo televisivo («Ho dovuto ricorrere alla moviola con il rallentatore per convincere Celli che non avevo “dato il cinque” a Berlusconi in tv»), snocciola parola per parola la prosa di Pittbul. E aggiunge fatti e particolari piccanti. E Zaccaria si arrabbia. Moltissimo. Querela Vespa e i suoi emuli. A quel punto la leggenda della cena mistero pare sgonfiata. Fino a oggi. IPSE DIXIT Da: www.berlusconite.blog.excite.it Il governo ha fatto miracoli attuando i cinque punti del suo programma e facendo tante altre cose. Ho passato in rassegna in questi giorni tutti gli atti del governo, non ne ho visto uno che si possa considerare un errore, non c’è cosa che non rifarei. Smentirò tutti coloro che diranno il contrario. Credo francamente che non si potesse fare di più: guardo al futuro di questo governo, di questa coalizione e anche al risultato della legge elettorale con grande serenità e ottimismo. kaze allo stadio contro di me». Parole di Silvio Berlusconi, riportate in un lungo colloquio con il fido Renato Farina, vicedirettore del quotidiano Libero. Alla Procura di Milano, però, non si ha nessuna notizia dell’allarme lanciato dal premier. Nessuna segnalazione, nulla di nulla. O forse una doppia bufala: magari, suggeriscono i magistrati milanesi, una segnalazione dei servizi segreti giudicata poco attendibile dalla polizia e per questo mai arrivata sul tavolo di un pubblico ministero. E poi sul suo molto ipotetico cambiamento di idea riguardo alla guerra in Iraq: «Io non rinnego nulla espongo sempre la verità per togliere pretesti propagandistici a chi vuole organizzare stragi». La smentita della Procura di Milano è una prima risposta: di queste supposte verità l’Italia farebbe volentieri a meno. Giannelli da: www.corriere.it Fedele Confalonieri a: MATRIX (Rai3) Fedele Confalonieri: «Berlusconi doveva dire uso scorretto e tendenzioso della tv invece che criminoso. Avrà sbagliato. Ma perché nessuno si meraviglia dei complotti anti Cavaliere ? Un esempio ? Una certa cena da Zaccaria dove l’intera falange di sinistra si preparava alla Rai in campagna elettorale e dove Celli, che è un galantuomo, è andato via schifato». FAllarme kamikaze a S. Siro L’ultima “bufala” del premiere di: red. (www.unita.it) «Io sono oggetto di una minaccia diretta: un kami- da: www.libero.it «La vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera la ritengo un fatto gravissimo. Disegna Bush e me che teniamo la pancia dal ridere mentre il presidente americano dice: “E così hai detto che eri contrario alla guerra”. Si comunica al mondo la falsità» (Silvio Berlusconi, a Libero, 03.11.2005) 12 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 Casa dolce casa e Tombeur de femmes di Masaniello Il nuovo assillo del cavaliere è la casa, per la verità lo è sempre stato, ha persino chiamato la sua coalizione “Casa delle libertà”, dunque, è un motivo di riflessione costante che, all’interno del suo percorso personale ha una notevole importanza. Da imprenditore ha costruito case, belle, costose, recentemente abbiamo risentito una sua intervista nella quale ci magnificava il suo operato edilizio con la modestia che lo contraddistingue. Oggi si lancia, con la consueta foga a proporre “una casa per tutti” no, si corregge, solo per gli sfrattati, forse, dico io, solo per gli ultra novantenni, possibilmente in precarie condizioni di salute, se accompagnati dal padre. Si avvarrà dei suoi amici architetti per varare strutture abitative confortevoli, nel verde, con soluzioni all’avanguardia che, già all’epoca di Milano due, lo posero all’attenzione degli esperti mondiali del settore, così ci ha detto. Casa dolce casa, è il suo pallino, lui ne ha tante, lui, ricche, piene di cactus e teatri greci sia pure finti, pertanto non può concepire che possa esserci qualcuno che ne sia privo, non potranno avere i cactus ma un piccolo prato con piscina, diamine, spetta a tutti, e lui provvederà. Incaricherà i suoi amici architetti, sempre quelli, gli stessi che dovevano rifare San Giuliano dopo il terremoto, ricordate, si acquisteranno terreni a buon mercato magari qualche esproprio quà e là e giù subito un bel progettino di villette a schiera con centro commerciale annesso. I pensionati al minimo che hanno confessato alle telecamere di essersi attrezzati in cantina, non potendosi permettere un affitto, con otto euro in tasca come dignitosamente hanno dichiarato, avranno la possibilità di vivere in case da sogno, affacciarsi alle finestre e godere il panorama del giardino con la vasca delle ninfee, il cui mantenimento costa tutta la pensione di ogni singolo inquilino. Casa dolce casa, che bello spot elettorale! Già vediamo i manifesti, sei metri per tre con tante Napoli due, Roma due, Messina due e cosi via e lo slogan: «una casa per tutti» da Silvio, buone elezioni. ***** Quanto mi piace il … Silvio nazionale ! Sono affascinata, avvinta, per usare un termine gergale, “attizzata” da cotanta prestanza fisica e mentale. Il panorama maschile, diciamoci la verità, non offre “chance” significative a noi donne, per cui quando ci capita di trovarci al cospetto di un uomo in tutti i sensi inteso, ci esaltiamo ed esultiamo nonché palpitiamo per questo animale, metaforicamente parlando, in via di estinzione. Ebbene Silvio è questo animale, forte e coraggioso, pronto a sfidare le avversità della vita, nel caso specifico quelle politiche e giudiziarie, quelle dei nemici interni ed internazionali nonchè quelle economiche e sindacali. Sfida i comunisti organizzati, le bande anarco insurrezionaliste assemblate con l’estremismo islamico e il sud Tirolo, con particolare attenzione alle ultime vicende delle elezioni di Bolzano vinte dal centro sinistra con l’apporto dei traditori della patria, gli ex democristiani UDC. Ancora, non teme la criminalità organizzata e, “dulcis in fundo”, le velate minacce del suo amico Cesare Previti, ultima lancia affondata nel costato di questo novello Cristo in croce. Questa fine legislatura, diciamolo avrebbe schiantato un bisonte tanto è stata travagliata. Sul capo del presidentissimo sono caduti macigni che lui, da quel grande giocatore di calcio che è ha palleggiato con abilità, alla Maradona, per dire, come Gustav Thoeni, ha fatto lo slalom tra le trappole preparategli dagli avversari e dagli stessi alleati, sempre con il sorriso sulle labbra ma con la morte nel cuore, io lo so, perchè ha una grande sensibilità e patisce la cattiveria umana. Ritornando all’animale che è in lui, questo si manifesta via via con la dolcezza di un cucciolo di mastino o quando le circostanze lo richiedono con il barrito di un elefante, non a caso spesso dicono che possiede il tatto di questo gigante della natura. Il meglio però lui lo esprime al cospetto delle donne perché è lì che si scatena il carisma ed io posso capirlo, come si può resistere quando con quegli occhi resi leggermente strabici dal tiraggio del lifting penetra i tuoi pensieri quasi a chiederti, con un muto messaggio: per chi voterai baby alle prossime politiche ? Se lo darai a me il voto ti faro provare delle sensazioni che mai avrai provato nella tua stupida vita, finora. Come non credere ad una prospettiva così esaltante, le donne irriverenti però potrebbero rispondere: solo dopo dieci anni di astinenza, ma sarebbero delle squallide asessuate comuniste. Silvio, rimembro ancora quella volta in cui, ad una manifestazione oceanica, mentre il tuo popolo ti osannava, tu facesti quel gesto così ammiccante e pronunciasti la famosa frase facendo ruotare le dita in modo birichino: noi “tombeur de fammes dicesti, …» che eccitazione, solo quelle parole basterebbero per riconfermargli il voto. Dove lo troviamo più, noi donne una icona sessuale così, tacchi compresi, neanche Brad Pitt ci può. God bless the womens in love ! ♦ 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 13 Nei faldoni giudiziari fasci di intercettazioni telefoniche. Anche ai figli del sindaco Ciancimino Cosa c’entrano l’Am,brosiano e Calvi e la Fininvest Grand Cayman ? Restano opache le origini Fininvest. La Signora dell’Utri e la sorella del boss «Bisogna riaprire le indagini» sul serio. Pérché, spiegano i Pm nel ricorso presentato già alla Corte d’Appello, sul manager di Publitalia già dannato in primo grado a 9 anni sono emerse prove a carico che mostrano come sia considerato da Cosa nostra un «sicuro terminale» di Marco Travaglio (www.unita.it) Nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa sono pochi, per Marcello Dell’Utri. Pochi in base agli elementi già emersi nel processo di primo grado, concluso in Tribunale l’11 dicembre 2004. Pochi, a maggior ragione, se si pensa alle nuove prove affiorate a suo carico, che dimostrano il suo ruolo di «ambasciatore» di Cosa Nostra fino all’ anno scorso. E questa la tesi del ricorso depositato in Corte d’appello dai pm Nico Gozzo e Antonio Ingroia, mentre i nuovi difensori di Dell’Utri, Corso Bovio e Nino Mormino, chiedono di assolvere il loro cliente, senatore e membro dei Consiglio d’Europa. L’assegno di don Vito La prima novità viene da una telefonata del 5 marzo 2004 tra i figli del defunto sindaco di Palermo Vito Ciancimino, Massimo e Luciana. Questa racconta al fratello che l’ha chiamata «Gianfranco» (forse il viceministro Micciché) per invitarla alla convention per i 10 anni di Forza Italia. Lì, dice lei, Gian franco le farà conoscere Berlusconi. Massimo risponde che potrebbe approfittarne per restituire un assegno di 35 milioni che Berlusconi passò al padre Vito, che lo conservò fino alla morte in una carpetta: L: Minchia, mi telefonò Gianfranco (...) mi arriva un messaggio (..) Il 27- marzo o Palermo per i 10 anni di Forza Italio viene Silvio Berluscont L’stata scelta Palermo perché è la sede più sicura (...) Saremo 15 mila. Allora io (...) ci scrivo sta messaggio: «Rincoglionito, a chi lo dovevi mandare questo messaggio, sucunna mia sbagliasti» (.). Mi risponde: «Suca». Mezz’orafa mi chiama: «Minchia, ma se una merda». Ci dissi: «Perché sono una merda ?». Dice:L’ho mandato a te siccome so che tu lo vuoi conoscere». M: E, digli che c’abbiamo un assegno suo se lo vuole indietro L: (ride) Chi, il Berlusconi ? M: Si, ce l’abbiamo ancora nella vecchie carpetta di papà. L: Ma che cazzo dici? M: Certo. L: Del Berlusca. M: Sì, di 35 milioni, se si può glielo diamo. Ma nella perquisizione a casa Ciancimino, la polizia giudiziaria l’assegno non lo trova. Interrogato il 3 marzo 2005, Ciancimino jr. conferma che gliene parlò suo padre, ma non dice dove sia finito: «Sì me lo raccontò mio padre... Ma poi era una polemica tra me e mia sorella, perché l’indomani invece sono andato alla manifestazio ne di Fass ino». I pm chiedono di risentirlo nel processo d’appello contro Dell’Utri. Calvi e la prima Fininvest La sentenza di primo grado scrivono Ingroia e Gozzoevidenzia «la scarsa trasparenza delle origini della Fininvest e non ritiene inattendibili i collaboratori che riferiscono di immissioni di denaro» di provenienza mafiosa. Una novità viene da una consulenza del vicedirettore di Bankitalia a Palermo Francesco Giuffrida per la Procura di Roma, nell’indagine Calvi. Fra le ultime operazioni del Ambrosiano sè scoperta «l’acquisizione di una partecipazione estera nella Capitalfin International Ltd», società guidata dal rappresentante Bnl Alberto Ferrari ed amministrata da Gianfianco Graziadei. Ferrari e Graziadei erano negli elenchi della P2, come del resto Calvi. Graziadei era dirigente della fiduciaria Bnl “Servizio Italia”, «utilizzata più volte dal gruppo Fininvest per alcune delle sue operazioni meno chiare». Ma soprattutto “tra le partecipazioni a Capitalfin è stata rinvenuta una cointeressenza al 100% di (in periodo immediatamente precedente alla acquisizione di questa da parte dell’Ambrosiano) in una società denominata Fininvest Limited Gran C a y m a n » . C’entrava qualcosa questa Fininvest centroamericana del 1974 con la Fininvest italiana fondata nel 1975 da Silvio Berlusconi, pure lui iscritto alla P2? Robinson Wroughton, incaricato di compiere accertamenti per conto dei liquidatori dell ‘Ambrosiano Holding Lussemburgo, ha confermato ai pm che, si, «la Fininvest Ltd Gran Cayman era del gruppo Fininvest» e che ci fu un «investimento in società ricollegabili a Fininvest• nei primi anni 70 dal- (Continua a pagina 14) 14 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 La Signora dell’Utri e la sorella del boss (Continua da pagina 13) l’Ambrosiano Holding Lussemburgo». Il figlio di Calvi, Carlo, ha dichiarato: «Mio padre, quando siamo andati alle Bahamas nella prima metà degli anni ‘70, mi riferì che nella creazione della Capitalfm e della Finservice (da parte del piduista Ferrari, nda) vi erano interessi vicini a Craxi e al Psi, che ricevevano finanziamenti (tramite la Bnl, nda). Intorno agli anni 1973-74, alle Bahamas, mio padre fece dei riferimenti generici al fatto he tra i beneficiari dei finanziamenti Bnl vi erano società Fininvest». Dunque -scrivono i pm«appare rilevante accertare se Calvi, apprtenente alla P2 e beneficiano di ingenti finanziamenti da ambienti mafiosi, abbia effettuato investimenti nella Fininvest nei primi anni ‘70, in epoca immediatamente antecedente alle immissioni di denaro oggetto delle analisi Giuffrida». Cioè i misteriosi fmanziamenti alla Fininvest fra il 1974 e l’74. Perciò chiedono ai giudici d’interrogare Wroughton, Giuffrida e Calvi jr. L’amico siculosudafricano Vito Roberto Palazzolo, classe 1947, nato a Palermo ma residente in Sudafrica col nome di Robert Von Palace Kolbatshenko, uomo d’affari e proprietario terriero, già condannato per traffico di droga al processo «Pizza Connection, è ora imputato per associazione mafiosa come presunto boss della famiglia di Partitico, avrebbe ospitato in Sudafrica e Namibia latitanti del clan Brusca e «riciclato dénaro di prove- nienza illecita»; continuerebbe a «coltivare interessi in Sicilia tramite la sorella Maria Rosaria detta Sara», pure lei ora imputata per mafia. Proprio attraverso Sara, come risulta da alcune intercettazioai, nel 2003 Palazzolo aggancia. Dell’Utri e famiglia per «alleggerire la sua posizione processuale e ammorbidire le richieste di. rogatoria e di estradizione». Perché proprio Dell’Utri ? P erché scrivono i pm«è un esponente politico di rilievo della mag g io ranza»; ed è pure, parola di Palazzolo, «già convertito», cioè collegato alla mafia. L’intermediaria fra i due è «una signora dell’alta società milanese, africana d’adozione: Daniela Palli», ora indagata per favoreggiamento con l’amico Paolo Pasini. Il 30 maggio 2003 Palazzolo chiama la sorella perché parli con la Palli e contatti Dell’Utri. Il 12 dicembre 2003 la Palli racconta a Pasini i suoi colloqui con Miranda, moglie di Dell’Utri: P: sa, (...) ti ricordi che a luglio (...) ti chiesi se Marcello poteva fare una telefonata a questa Sara Palazzolo ?» E lei mi ha risposto: « l’ha fatta. (...) Sì, risulta tutto, però io non ho più le cose sottomano(..)». Ho dello: «Questi qua continuano a chiamarmi. Ci sono problemi ?». E lei mi ha detto: «No, Daniela perché te l’avrei detto subito, Marcello mi avrebbe detto: dì a Daniela che io queste persone non le chiama Invece lui è interessato, se l’è presa nel cuore». (...), E gli dico: «Sara a luglio ha ricevuto la telefonata di Marcello”»(..). Il contatto a cosa approda ? A degli affari o alla D: Certo che è stato male, gli pura conoscenza ? hanno dato quattro by- D: No a risolvere, magari i pass ha detto... e allora, problemi di Roberto che ho avuto una lunga consono anche quelli di versazione.., con MiranMarcello, processi, cose da che c’ha un sacco di o non so che cosa.» casini,.. A un certo punto, in famiglia proprio, le Il primo contatto fra Sara e ho detto: «Miranda scu- Dell’Utri risulta da una telefonata fra i due il 26 giugno 2003. Per legge, non può essere trascritta senza il permesso del Senato: i pm lo chiedono, ritenendola «assolutamente necessaria per questo processo, in quanto Dell’Utri accetta di incontrarsi con Palazzolo, uomo d’onore di Partinico, tramite la sorella». In vista dell’incontro, Palazzolo indica alla sorella le cose da chieder e a l «professore»: cioè a Dell’Utri. «Palazzolo -spiegano i pmafferma con certezza di sapere che Dell’Utri ha rapporti risalenti con Cosa Nostra e sa dunque cosa fare. Utilizza la frase convenzionale: “Non devi convertirlo, è già convertito”... . Sara suggerisce Vito Roberto- deve chiedere a Dell’Utri i seguenti favori: 1) un intervento «al Ministero» per una faccenda processuale (Palazzolo cerca un interlocutore in Via Arenula: «per sapere più o meno dove, deve andare questa cosa e cosa si può fare qua e dopo all’avvocato cui andare a bussare per avere un po’ di conforto in questa situazione a livello ministeriale»); 2) una pressione sulla Cassazione perché annulli il mandato di cattura per mafia a suo carico («vediamo di farla dare a dei giudici competenti... scriviti cu sunnu i magistrati, cu sunnu i persone, cu sunnu i procuratori, cu sunnu i presidenti di Corte d’appello, scriviti tutto..»); 3) un’interrogazione parlamentare contro la (Continua a pagina 15) 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 15 La Signora dell’Utri e la sorella del boss (Continua da pagina 14) «persecuzione giudiziaria» di cui si dice vittima; 4) un intervento «a livello governativo» con il Sudafrica perché «lascino in pace» lui e l’amico Rocky Agusta (figliastro della Contessa Francesca morta nel 2001 a Portofino), coinvolgendo addirittura il “Presidente”; 5) «la sorella dovrà riferire al Senatore Dell’Utri che “possono dare un contributo” e che lo stesso Palazzolo, consigliere finaziario per l’Angola può rendersi utile per tutto quel che può servire a dei clienti suoi, sia nella pesca sia nelle miniere o nei lavori pubbici». Dell’Utri potrebbe trovare soci e capitali per appalti stradali in Angola: «Può portare tremila industriali dall’ Italia... C’è una nazione da ricostruire, non ci sono problemi, il governo ti dà garanzie.. Ci sono già cinque licenze per porti, strade...». Veronica, Silvio e la discoteca I contatti fra Palazzolo, Palli è Miranda Dell’Utri proseguono e il 20 ottobre Vito informa Sara che «abbiamo parlato con uno del Dipartimento» di Giustizi Sudafricano. E la invita a informare il Ministro della Giustizia italiano». Il 3 febbraio 2004 è prevista una festa all’«Isola di White», una discoteca di Buccinasco, organizzata da Veronica Berlusconi per Miranda appena diventata nonna. Ci. saranno anche la moglie di Previti e la Palli, che concorda con Pasini quel che deve dire alla first lady: «Alla Veronica (. . .) dico che sto collaborando con Michelini in Africa.., vogliamo unire le forze politiche e imprenditoriali.., i ministri.. . Il Presidente deve appoggiarlo in qualche modo». Michelini è Alberto, ex giornalista Rai, ora deputato forzista, membro dell’Opus Dei come Utri e rappresentante del premier Berlusconi per l’Africa. Il “Presidente” è Berlusconi. Infatti l’indomani la Palli racconta a Pasini che alla festa Veronica le ha promesso di mandarle un autista a ritirare una lettera da far recapitare a Silvio... Poi chiama Gaddo della Gherardesca (il nobile toscano amicø di Sarah Ferguson) per dirgli che alla festa «io ho parlato a Veronica dell’Africa» e di Michelini: per l’affare africano «bisogna fare qualcosa, sennò saranno i comunisti a prenderla». Silvio deve capire che «Va bene, ci sono tanti problemi come la legge Gasparri, però è importante che l’Africa non finisca alla sinistra». Pasini le dice di informare Michelini e si raccomanda di scrivere al premier una lettera non troppo lunga. Poche ore dopo la Palli gli legge stralci della lettera: «Caro Presidente, sto collaborando sull’iniziativa presa nel Centro Africa... mi sono permesso di attivare la sua attenzione... sostegno e appoggio morale che lei non ha mai fatto mancare...». Poi riprende i contatti con Palazzolo, che però ha saputo di intercettazioni e raccomanda la massima prudenza al telefono. Il 12 dicembre 2004 Daniela Palli gli dice che Dell’Utri, pur impegnatissimo, è interessato a incontrarlo. In altre telefonate si parla di una lettera di Michelini a un ministro angolano per annunciare una delegazione d’imprenditori e politici italiani interessati a opere pubbliche. Poi l’inchiesta diventa pubblica e all’improvviso l’allegra brigata smette di parlare di Angola e Palazzolo. Ma le intercettazioni bastano -secondo i pm, che chiedono di sentire al processo la Palli, Pasini e Sara Palazzolo- a dimostrare che «l’allora latitante Palazzolo ben sapeva del ruolo di Dell’Utri rispetto a Cosa Nostra» e che «Dell’Utri nell’intero universo di Cosa Nostra è considerato un sicuro terminale al quale potersi tranquillamente rivolgere, senza il timore di essere denunciati, per illecite interferenze su organi istituzionali». Marco Travaglio (www.unita.it) La sentenza dei giudici: il fondatore di Forza Italia, Marcello Dell'Utri, “tramite” tra la mafia e Berlusconi Fonte: La Repubblica mantenimento, consolini''. Su questo punto ruo- damento e rafforzamentano le motivazioni delle to di Cosa nostra, sentenza con la quale i alla quale è U’ giudici del tribunale di l l e lD La sentenza della condan- Palermo hanno inche i i quanto o d n d lo e da na na di Marcello Dell'Utri, flitto ricor ere vision i condan , o t esponente di spicco di n d u a nd stata, Forza Italia, non esto pafia, pre a sent enz u q a l , m tra l'altro offero a r u s a t n ortu nnato pe u resa no p ta l'opportunità, sempre p o he f o nd a ebbe s c o r s o con la mediazione di Parr t at o già c domani c dicembre nove Dell'Utri, di entrare in n s tri è ritto all’i anni di reclusione per con- contatto con importanti fu sc m e z z i corso in associazione ma- ambienti dell'economia e termini. Per i giudi- fiosa a Marcello Dell'Utri. della finanza, così agevoci il comportamento tenu- Il collegio scrive che ''la landola nel perseguito dal senatore forzista pluralità dell'attività po- mento dei suoi fini illeci''ha rafforzato Cosa no- sta in essere da Dell'Utri, ti, sia meramente econostra'' e la sua condotta è per la rilevanza causale mici che politici''. stata quella ''di tramite espressa, ha costituito un Le motivazioni (1.768 volontario, pagine) sono state depositra gli interessi della ma- concreto, (Continua a pagina 16) fia e quelli di Berlusco- consapevole, specifico e prezioso contributo al Le motivazioni con cui il senatore è stato condannato a 9 anni per associazione mafiosa 16 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 La sentenza: Marcello Dell'Utri, “tramite” tra la mafia e Berlusconi (Continua da pagina 15) tate ieri (13 luglio) dai giudici della seconda sezione del tribunale presieduta da Leonardo Guarnotta (giudici estensori Gabriella Di Marco e Giuseppe Sgadari). A sette mesi e due giorni dalla lettura del dispositivo di sentenza nell'aula bunker del carcere di Pagliarelli, il collegio ricostruisce il dibattimento, in cui sono stati raccolti elementi probatori che hanno consentito di far luce su diversi episodi tra cui la posizione assunta dal parlamentare ''nei confronti di esponenti di Cosa nostra, sui contatti diretti e personali con alcuni di essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà), sul suo ruolo di costante mediazione tra Cosa Nostra e gli ambienti imprenditoriali e finanziari milanesi con particolare riguardo al gruppo Fininvest''. Il senatore in una nota dice che ''da una sommaria lettura della sentenza, mi sembra di poter affermare che nonostante sette mesi impiegati dal Tribunale per scrivere le motivazioni, non si è andati oltre un acritico accoglimento delle tesi accusatorie. Tutta la mia vita di formazione,di famiglia e di lavoro -aggiunge- dimostra il contrario di ciò che vorrebbero provare 1.800 pagine inutilmente ripetitive''. I giudici spiegano nei 18 capitoli delle motivazioni che l'indagine dibattimentale ha avuto come oggetto fatti, episodi e avvenimenti svolti nell'arco di quasi un trentennio, e cioè dai primissimi anni Settanta sino alla fine del '98, quando il dibattimento era in corso da circa un anno, e ha esplorato le condotte tenute da Dell'Utri e dal coimputato Gaetano Cinà, anche lui condannato lo scorso dicembre. E' stato analizzato l'evolversi della carriera di Dell'Utri: da giovane laureato in ''a giurisprudenza modesto ma ambizioso impiegato di un istituto di credito di un piccolo paese della provincia di Palermo'' e a collaboratore ''dell'amico Silvio Berlusconi (sirena al cui richiamo non aveva saputo resistere rinunciando ad un sicuro posto in banca e allontanandosi definitivamente dalla natia Palermo)''. Poi ad amministratore di una impresa in stato di decozione, del gruppo facente capo a Filippo Alberto Rapisarda ''con il quale ha intrattenuto, per sua stessa ammissione, un rapporto di amore-odio''. E ancora: ideatore e creatore ''della fortunata concessionaria di pubblicità Publitalia, polmone finanziario della Fininve- st'', organizzatore ''del nascente movimento politico denominato Forza Italia'', e deputato nazionale nel 1996, parlamentare europeo nel 1999 e, infine, senatore nel 2001. Il collegio si sofferma sul- compiaciuto di Stefano Bontate e Girolamo Teresi, all'epoca due degli uomini d'onore più importanti di Cosa nostra a Palermo''. la ''funzione di 'garanzia'" svolta nei confronti di Silvio Berlusconi, il quale temeva che i suoi familiari fossero oggetto di sequestri di persona, adoperandosi per l'assunzione di Vittorio Mangano presso la villa di Arcore dello stesso Berlusconi, quale 'responsabile' e non come mero stalliere, pur conoscendo lo spessore delinquenziale dello stesso Mangano sin dai tempi di Palermo (e, anzi, proprio per tale sua qualità), ottenendo l'avallo Il collegio ha concluso dicendo: ''Non è dato sapere quale sia stato il motivo di questo atteggiamento del collaborante; sta di fatto che il Collegio, a fronte di tutte le risultanze probatorie acquisite, non ritiene di poter considerare le dichiarazioni di Giovanni Brusca come un valido ed affidabile contributo alle tesi in difesa del senatore Marcello Dell'Utri''. Il Tribunale ritiene, infine, che il pentito Giovanni Brusca non abbia voluto fornire ''uno spontaneo e leale contributo all'accertamento della verità, sostanzialmente cercando di consegnare alle parti processuali elementi di valutazione nell'uno e nell'altro senso, evitando di accusare direttamente l'imputato, pur indicando parecchi dati utili al pm, aiutando la difesa ma alzando pericolosamente il tiro molto in alto, alludendo pesantemente a contatti diretti tra Mangano e Berlusconi nel 1994 ed indiretti tra quest'ultimo ed amici del boss di Porta Nuova''. Fonte: la Repubblica Tentata estorsione, Dell'Utri condannato a 2 anni di reclusione Secondo i giudici il parlamentare di Fi ha "obbligato" il presidente della squadra di Basket di Trapani a dargli dei soldi da la Repubblica (27 aprile 2004) Riteniamo utile ripub- sano aver dimenticato blicare questo articolo questo episodio del che oramai risale a cir- “nostro” ca 20 mesi or sono, * * * specie per quanti pos- Due anni di reclusione: questa la pena che la quarta sezione del Tribunale penale ha inflitto al parlamentare di Forza Italia Marcello Dell'Utri, dichiarato colpevole di tentata estorsione. Analoga pena, due anni di reclusione, è (Continua a pagina 17) 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 17 Tentata estorsione, Dell'Utri condannato a 2 anni di reclusione (Continua da pagina 16) stata inflitta al coimputato Vincenzo Virga, che deve rispondere di concorso nello stesso episodio. La vicenda riguarda la sponsorizzazione della Pallacanestro Trapani all'inizio degli anni Novanta ed è una costola del procedimento intentato a Palermo contro dell'Utri trasferito a Milano per competenza. Secondo il capo d'imputazione, Marcello Dell'Utri, nella veste di presidente di Publitalia, avrebbe disposto per la sponsorizzazione della società sportiva lo stanziamento di un miliardo e mezzo di lire, ma poi ne avrebbe chiesto la restituzione di circa la metà. Secondo i giudici per ottenere questa somma, Dell'Utri ha chiesto la collaborazione di Virga, attual- mente detenuto per altre vicende giudiziarie di mafia: in particolare Virga è indicato come c a p o mandamento di Trapani. Il parlamen tare di Forza Italia ha sempre negato ogni circostanza illecita, fornendo una sua spiegazione dei fatti. Ma i pm sono di diverso avviso e ritengono che "proseguendo nell'opera estorsiva, Dell'Utri, sempre secondo il capo d'accusa, sarebbe intervenuto sugli operatori del mercato delle sponsorizzazioni per 'convincerle' a non sponsorizzare la società Pallacanestro Trapani, per l'annata sportiva 1991-'92, co- stringendo così la stessa società a partecipare senza alcun sponsor al campionato, al fine di costringere Vincenzo Garrafa a versare le somme richieste". Nel corso dell'istruttoria dibattimentale sono stati citati come testimoni anche Jerry Scotti e Maurizio Costanzo: il primo è venuto in aula e ha deposto, il secondo non si è presentato. Al termine della requisitoria il pubblico ministero Maurizio Romanelli aveva chiesto la condanna di entrambi gli imputati a due anni e sei mesi di reclusione. Oggi ci sono state le repli- che sia da parte della pubblica accusa che della parte civile (l'ex parlamentare repubblicano Vincenzo Garraffa nella veste di presidente, all'epoca dei fatti, della Pallacanestro Trapani). Alle voci d'accusa hanno replicato i difensori, ribadendo la richiesta di assoluzione. La sentenza è stata emessa dopo quattro ore di camera di consiglio. Al momento della lettura del dispositivo da parte del presidente del Tribunale, Edoardo D'Avossa, in aula non erano presen ti i due imputati. Le difese ricorreranno in appello. da La Repubblica (27.04.2004) L’attuale crisi politica ha un lungo passato (Continua da pagina 1) notevole spessore, ma ce ne corre da qui a pensare che potesse governare un paese, non una semplice seppur mastodontica, multiforme impresa (di cui la magistratura sembra sempre più interessata a scoprirne le reali origine, cfr. pag. 13 di questo stesso numero)-. Impresa che -se la memoria non ci tradisce aveva i suoi bilanci al “minimo storico”, quando lui scese in campo e che, miracolosamente al giorno d’oggi è l’unica in Italia che presenta incrementi economici strabilianti, anno dopo anno. Ci sarebbe da chiedersi non solo come si sia arrivati a tanto, ma innanzi tutto, come è stato possibile che un individuo del genere fosse eletto in parlamento. E queste nostre “perples sità” trovano un’ampia ed esauriente risposta nell’ approfondita serie di notizie che ci viene fornita da «Wikipedia, l'enciclopedia libera» (consultabile sul sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Berlu sconi) da cui apprendiamo, testualmente: «Nel 1994 Silvio Berlusconi entra in politica fondando Forza Italia, un nuovo movimento e partito politico. L'entrata in politica avvenne in un contesto sfavorevole per il gruppo Fininvest di Berlusconi, che già da circa due anni doveva far fronte a debiti largamente maggiori del capitale, a varie inchieste giudiziarie e ad un arresto delle entrate pubblicitarie televisive. Secondo il rapporto annuale di Mediobanca i debiti del gruppo Berlusconi nel 1992 ammontavano a 7.140 miliardi di lire (2.947 finanziari a medio e lungo termine, 1.528 a breve termine e 2.665 commerciali). Il capitale netto della società ammontava invece a ‘soli’ 1.053 miliardi di lire. Nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi, dopo lunghi anni di elevata ed initerrotta crescita, si arrestano registrando crescita zero. Fra il 1992 ed il 1993 la Fininvest è oggetto di varie inchieste giudiziarie da parte delle procure di Milano, Torino e Roma, riguardanti presunte tangenti (ai partiti per la gestione delle discariche lombarde e per le licenze del supermercato Le Gru di Grugliasco, a funzionari pubblici per la vendita dei «palazzi d’oro», e altre ancora per gli spot sull'AIDS), le false fatture di Publitalia, i finanziamenti ai congressi di partito e le frequenze televisive. Il 26 Gennaio 1994 Berlusconi trasmette in tv un discorso preregistrato di nove minuti, in cui annuncia agli italiani il suo ingresso in politica. In seguito sostenne più volte che il motivo della sua "scesa in campo" era di scongiurare il "pericolo comunista", cioè la vittoria dello schieramento di centrosinistra. La questione dell'ineleggibilità Il suo debutto politico inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi, infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957 (che all'articolo 10 afferma: “Non sono eleggibili (...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o autorizzazioni amministrative di notevole entità economica") risulta ineleggibile. Tuttavia, la Giunta per le elezioni, anche grazie ad una parte degli esponenti dei PDS del neosegretario Massimo D’Alema, decise di rigettare il ricorso, permettendo l'ascesa politica di Berlusconi.» Oramai, come afferma un vecchio adagio popolare, «è inutile piangere sul latte versato», ma che almeno questo ci serva da (Continua a pagina 18) 18 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 L’attuale crisi politica ha un lungo passato (Continua da pagina 17) lezione, per il presente ed ancor più per il futuro. E torniamo ad illustrare la nostra tesi. Il luglio 2004 è stato il primo chiarissimo e deflagrante segno dell’inizio della crisi del Berlusconi2, perché in quella sede dovette sottostare -chi sa come mai- alla volontà di Fini, ma quell’occasione agli italiani attenti alle questioni politiche- il Silvio nazionale dimetico delle sue origine meneghini, mostrò che il soggiorno ad Arcore dello stalliere Mangano gli aveva pur insegnato qualcosa, infatti dimenticandosi il suo solito sorriso a 72 denti, affrontò con cipiglio mafioso l’on Follini (Cfr GL, n° 73) dicendogli «…Marco, continua così e vedrai come ti tratteranno nei prossimi giorni le mie televisioni…» E da quel momento il governo, in realtà entrò in fibrillazione continua. Ma non è tutto. Il premier dovette rinunciare a Tremonti e, tanto per cambiare assunse il dicastero dell’Economia ad interim (dopo aver già retto per circa 9-10 mesi l’interim degli Esteri) ma il suo soggiorno nello studio di Quintino Sella fu di brevissima durata, pare infatti che il Presidente Ciampi gli abbia fatto capire, senza mezzi termini, che doveva al più presto trovare un sostituto a colui che tutti chiamano “il ragioniere fiscalista esperto in elusioni ed evasioni fiscali”. Ma siccome il bauscia “mafioso berluskaz” co- me affettuosamente lo aveva chiamato per anni il suo fido Umberto Bossi, è sempre vittima e soggetto alle volontà del Senatùr, giunto stentatamente al Berlusconi-3, fece rientrare il Tremonti al governo nominandolo vicepresidente del Consiglio. E da qui, al siluramento dell’onesto Siniscalco ed al reintegro di Tremonti, il passo è stato brevissimo. D’altra parte la partecipazione dell’inventore della “economia creativa” al governo si rendeva sempre più necessaria, chi, infatti, tranne lui sarebbe stato in grado nel giro di poco più di una ventina di giorni di elaborare non solo una finanziaria, ma anche 2 (leggete bene: DUE) manovre correttive al bilancio dello Stato ? Nel frattempo il premier è riuscito nell’esercizio ginnico più difficile, una sorta di “triplice salto mortale, con avvitamento ed entrata in acqua carpiata”: ha fatto approvare -dinanzi ai suoi occhi indagatori -seppur un po’ strabici, come taluni diffamatori asseriscono, per colpa del “lifting” oramai in fase discendente- la “ex-Cirielli” non solo per il suo amico Previti, ma innanzi tutto per se stesso, per i suoi figli Marina e Piersilvio e 13 dirigenti di Mediaset (il processo che si sta aprendo a Milano sull’acquisto dei diritti televisivi su pellicole della WB acquistati in America) e la cosiddetta “Devolution” tanto cara al suo sodale Bossi. Leggi queste due che, pare, non avranno per nulla vita facile, visto che la pri- ma risulterebbe “incostituzionale” e la seconda, persino le pietre sanno, verrà annullata dal “referendum” che si svolgerà nel prossimo anno. ferire, il titolo di «più grande, spudorato mentitore di stato», titolo che non era riuscito a conquistare in questi 5 (1 + 4) anni di premierato, nonostante che di “vongole”, per dirla alla napoletana, In tutto questo bailamme, ce ne aveva propinate proè anche riuscito, per un’- prio a bizzeffe. ennesima volta a riaffermarsi, coram populo, in Ma, a nostro avviso, queciò che gli riesce meglio: sta serie infinita di insulmentire. saggini, assurdità, questo Infatti, è stato capace di suo farneticare a ritmo lasciare basiti, persino i convulso (a cominciare suoi più “aficionados- dalla presentazione delle fans” per quanto ha affer- due leggi già citate (per mato in una “deliziosa in- non parlare di quella che tervista” concesso a Rula inerisce l’Ordinamento Jebreal di La 7 (nella pun- Giudiziario), la triplice tata di “Omnibus”, il 29 manovra finanziaria, l’inottobre scorso), quando ha tervista a La 7 (c’è da affermato: «Non Volevo chiedersi perché non sia la Guerra, ma Bush non andato invece dal suo mi ha ascoltato … Ero “insetto preferito” che contro la guerra in Iraq. certo frasi simile sarebbe Ho tentato invano di pur riuscito a non fargliele convincere Bush e Blair dire), la “magra” -per ua non attaccare … Io sare un affettuoso eufeminon sono mai stato con- smo- delle sue dichiaravinto che la guerra fosse zione a Washington su il sistema migliore per Bush, il suo “una casa arrivare a rendere de- per tutti”; a nostro avvimocratico un Paese e so, ripetiamo, ha una ben farlo uscire da una ditta- precisa data d’inizio: il 16tura anche sanguinosa 17 ottobre scorso. … Non sono mai stato convinto che la guerra Quando ossia ha visto che fosse il sistema migliore le “primarie dell’Unioper rendere democratico ne”, (primarie da lui un un paese e farlo uscire tempo auspicate per la da una dittatura anche CdL ed ora del tutto disanguinosa … Ho tentato menticate) hanno mostrato a più riprese di convince- che pur senza una reale e re Bush a non fare la valida organizzazione (gli guerra, di trovare altre stessi “unionisti” sperano vie e altre soluzioni, an- di raggiungere 1 milione che attraverso un'attività di votanti, i seggi elettoracongiunta con il leader li, fin da metà mattinata libico Gheddafi. Non ci sono rimasti senza schede siamo riusciti e c'è stata per votare…) i cittadini, di l'operazione militare. tutti i livelli sociali, dagli Ma io ritenevo che si sa- operai a professionisti, attori, dirigenti industriali, rebbe dovuta evitare» presidenti di banca sono In quell’occasione si è accorsi in massa, quasi un (Continua a pagina 19) guadagnato, senza colpo 20 Novembre 2005 INTERNI Giustizia e Libertà 19 Tentata estorsione, Dell'Utri condannato a 2 anni di reclusione (Continua da pagina 18) referendum contro di lui, in ben 4 milioni e trecentomila, consegnando a Prodi -quello stesso che lo sconfisse nel 1996- ben il 74,4% di preferenze. E stato questo, a mio avviso, e solo questo che ha ingenerato una tale crisi profonda nel Berlusconi da Arcore da portarlo a commettere quasi più ca***te di prima, anche se questo era un risultato ben difficile da superare. sprimere un solo augurio ai politici dell’opposizione, ai poveri cittadini italiani, ed anche, beninteso, a me stesso, che il 9 aprile (giorno che, pare, sia stato fissato per le elezioni politiche, noi ci possiamo preIn conclusione, vorrei esentare forti della nostra linea politica e del nostro programma, e non solo rafforzati per le continue ca***te che vengono commesse dalla Casa delle Libertà. Luigi Barbato Una breve cronistoria delle molteplici dimissioni governative di GL 12 Giugno 2001. Raffaele Costa, vice ministro del Welfare, non si presenta al Quirinale il giorno del giuramento dei viceministri e sottosegretari. Sembra che ciò sia dipeso dal fatto che Gianfranco Miccichè è vice ministro dell’Economia. 21 giugno 2001. Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alle Infrastrutture si dimette dall'esecutivo. Viene sostituito solo 7 marzo 2003 da Paolo Uggè. 4 novembre 2001. Carlo Taormina, vice ministro degli Interni è spinto a dimettersi dallo stesso premier, dopo le ennesime offese alla magistratura. 5 gennaio 2002. Renato Ruggiero, ministro degli Esteri, ex direttore generale della Wto si dimette. Le sue dimissioni sono state causate dalle posizioni euroscettiche di molti esponenti del governo,Lega in testa. Il premier assume l' interim, e lo terrà per dieci mesi. Viene poi nominato Ministro Franco Frattini. febbraio 2002. Alberto Brambilla, sottosegretario al Ministero del Welfare è priva di tutte le deleghe dal Ministro Roberto Maroni. Pur continuando a far parte della compagine governativa. 20 giugno 2002. Vittorio Sgarbi, viceministro ai Beni Culturali viene allontanato dal governo dal Consiglio dei ministri. L’allontanamento è dovuto alla pesente polemica tra il sottosegretario ed il ministro Urbani. 3 luglio 2002 Claudio Scajola, ministro dell'Interno è costretto a dare le dimissioni in seguito alla pubblicazione sui giornali di un pesante insulto, detto a Cipro davanti a dei giornalisti, nei confronti del giuslavorista Marco Biagi ucciso, dalle Brigate Rosse dopo che gli era stata tolta la “scorta”.. Giuseppe Pisanu, lascia il ministero dell'Attuazione del programma e viene nominato Ministro degli Interi. Claudio Scaiola solo il 31 luglio 2003 viene nominato ministero dell'Attuazione del programma. 14 novembre 2002. Farnesina Franco Frattini viene nominato Ministro degli Esteri dal premier. Luigi Mazzella viene nominato ministro della Funzione Pubblica al posto di Franco Frattini. 18 giugno 2003. Vito Tanzi, sottosegretario all' Economia, si dimette. Il 4 febbraio 2003 era stato nominato sottosegretario anche Gianluigi Magri. 11 luglio 2003. Stefano Stefani sottosegretario leghista alle Attività Produttive con delega al Turismo è costretto alle dimissioni travolto dalle reazioni polemiche suscitate da frasi offensive dette contro i tedeschi. 3 luglio 2004. Si dimette Giulio Tremonti ministro dell’Economia, dopo l’aut-l’aut di Gianfranco Fini.. Il Premier assume l’ interim dell’Economia, Dopo poco viene nominato un tecnico, Domenico Siniscalco. 19 luglio 2004. Umberto Bossi, si dimette ed opta per il seggio di parlamentare europeo. La decisione viene comunicata con la seguente nota di precisazione «Non faremo cadere il governo». Viene nominato Calderoli come sostituto di Bossi, al Ministero delle Riforme. Novembre 2004. Rocco Buttiglione, proposto come commissario EU, viene bocciato irrimediabilmente in Commissione.. Al suo posto Berlusconi presenta Franco Frattini, che viene sostituito agli Esteri da Gianfranco Fini. Aprile 2005 Crisi di Governo, si costituisce il Berlusconi-ter (record nazionale di “poltrone”: ben 98 tra ministri ed affini) Tremonti a viene nominato Vicepresidente del Consiglio. Settembre 2005 Dimissioni del Ministro Domenico Siniscalco. Nomina di Tremonti a Ministro dell’Economia e Finanze. ♦ 20 Giustizia e Libertà ECONOMIA 20 Novembre 2005 I miliardi smarriti della finanziaria di Paolo Di Roberto Tremonti è tornato alla direzione del ministero dell’economia. E’ su quella poltrona di Via XX Settembre che già appartenne ad un tale Quintino Sella, un ministro dell’economia, come lo chiameremmo oggi, che dopo oltre un secolo fa ancora parlare di sé, in senso positivo, tanto fu grande il segno lasciato nella storia italiana. Tramonti, dicevamo, è tornato. E si vede. Il suo rientro è stato uno dei più burrascosi della storia recente italiana. Le dimissioni di Siniscalco, a seguito dei contrasti con lo sfiduciato Fazio, a pochi giorni dalla presentazione della finanziaria, avevano lasciato il governo allo sbando più completo. Il rientro di Tremonti, probabilmente, è stato dettato più dal fatto di aver già ricoperto questo incarico circa un anno e mezzo prima, e quindi di conoscere quelle problematiche che, in fondo, lui stesso aveva generato e lasciato aperte, che ad una fiducia nutrita dall’esecutivo nei suoi confronti. Tremonti è rientrato. E non ha deluso nessuno. Né il governo, né la maggioranza, né l’opposizione, né i cittadini stessi. Ha fatto proprio quello che tutti si sarebbero aspettati da lui. Il governo e la maggioranza hanno avuto nel giro di poche ore una legge finanziaria che ha riscosso l’approvazione di tutte le forze politiche. L’opposizione, invece, ha potuto mostrare agli italiani come le critiche nei confronti del ministro era più che giustifi- cate. I cittadini si ritrovano a dover affrontare, quest’anno ancora, sacrifici enormi per affrontare la crisi economica italiana. In fondo questa finanziaria ha dei lineamenti perfettamente tremontiani. Mancano i soldi? Il governo è quello del “meno tasse per tutti”? Nessun problema. Per la quarta volta consecutiva vengono proposti una serie di tagli alle spese, in particolare quelle degli enti locali, comuni e regioni, giustificandoli come taglio agli sprechi. Certo, nessuno obietta che nel nostro paese esistevano tanti sprechi. Ma al quarto taglio consecutivo, è alquanto difficile continuare a sostenere una simile tesi. Ma in fondo, dopo le elezioni dell’aprile scorso, gli enti locali non sono passati in buona parte nella mani centro sinistra? Perciò se dovessero esserci dei tagli ai loro bilanci, tanto peggio per quelle amministrazioni. E se a rimetterci sono i cittadini, pazienza, non c’è problema. Molti, probabilmente, quelli meno attenti agli eventi politici, finiranno per dare la colpa dei tagli ai servizi ai sindaci e agli amministratori regionali. O, in alternativa, ci pensassero loro, sindaci e amministratori di centro-sinistra, ad aumentare le tasse, sollevando il governo da ogni eventuale responsabilità. E’ questa, in fondo, la politica perseguita in questi anni dal centrodestra. Vivacchiare, aspettando la ripresa. E in fondo ora sembra essere finalmente arrivato quel qualche segnale di ripre- sa annunciato da anni, come dicono anche le stime del FMI che ha rivisto al rialzo la crescita italiana, dallo 0% previsto dal governo allo 0,2% (Certo, ancora nulla in confronto all’q,5% della Germania o al 2% della Francia). Sia chiara la nostra posizione: siamo ben coscienti che se i soldi non ci sono, si possono perseguire solo due strade, la riduzione delle spese o l’aumento delle tasse. Quello che non accettiamo sono discorsi del tipo “non abbiamo messo le mani nelle tasche dei cittadini”, ovvero “non abbiamo tagliato i servizi essenziali per i cittadini”. Ma c’è oggi un altro aspetto che dimostra molto chiaramente che Tremonti è tornato. Si tratta dei miliardi mancanti alla finanziaria, che ricordiamo, è stata presentata solo un mese fa. Anzi, per essere esatti, Tremonti in questo ultimo mese ha corretto per ben due volte questa legge. La prima per introdurre un nuovo taglio di circa due miliardi di euro. La seconda per una nuova correzione di ben sei miliardi*** di euro. Due correzioni in meno di un mese! Stiamo parlando, in tutto, di otto miliardi di euro, sedicimila miliardi di lire, oltre l’un percento del PIL italiano. Ci chiediamo: com’è possibile che un ministro dell’economia, anzi un superministro come Tremonti, faccia un errore di ben sedicimila miliardi di lire? La risposta ci arriva direttamente da Tremonti. La colpa, dice lui, è di Siniscalco, il precedente ministro, che avrebbe lasciato dei buchi nel bilancio. Questa affermazione fa eco con quella che fu fatta subito dopo il cambio di legislatura nel 2001, quando la destra aveva appena vinto le elezioni politiche e aveva appena preso possesso dei diversi ministeri. Una delle prime affermazioni che fece era che la sinistra aveva lasciato un buco spaventoso nei conti pubblici. Quanto fosse questo buco, nessuno l’ha mai saputo. Ogni leader della destra che ne parlava in televisione dava una cifra diversa, finquando l’Unione Europea non affermò che i conti pubblici dell’Italia erano tutti a posto, ma nemmeno questo riuscì a far placare la polemica nei mesi e negli anni successivi, e la favola del buco di bilancio venne riproposta di tanto in tanto. Oggi Tremonti non può dare nuovamente la colpa alla sinistra della sua gestione fallimentare, e si trova costretto ad affermare che se i conti non tornano la colpa è del suo predecessore, che, però, faceva sempre parte del suo stesso governo. Invitiamo, allora, il ministro Tremonti, a fare soprattutto un esame di coscienza e di cominciare a prendersi qualche responsabilità dello stato attuale dei conti pubblici. Il vero problema di queste correzioni alla finanziaria, probabilmente, non sono gli errori di Siniscalco, del quale, comunque, non vogliamo prendere le (Continua a pagina 21) 20 Novembre 2005 ECONOMIA Giustizia e Libertà 21 I miliardi smarriti della finanziaria (Continua da pagina 20) difese in questa sede. Bensì una legge finanziaria tirata fuori dal cilindro in troppa fretta, con entrate tributarie mal previste. Infatti entrate come la lotta all’evasione fiscale, o un eventuale con- dono edilizio, di cui si parla tanto anche se ancora nulla è stato ancora deciso, o ancora la cartolarizzazione degli immobili, non sono entrate sicure, su cui poter costruire un bilancio annuale, in quanto il loro gettito è assolutamente indeterminabile in anti- cipo. Non a caso negli anni assati le previsioni su entrate di questo genere sono sempre state smentite dai fatti. La lotta all’evasione fiscale non ha mai dato luogo agli introiti previsti, ma a cifre nettamente minori. Stesso discorso per le cartolarizzazioni o i con doni, generando, alla fine dell’anno, un buco nei conti pubblici. Un buco reale, non inventato come quello della sinistra, un buco che porta la firma proprio del superministro Tremonti. Paolo Di Roberto Il Mezzogiorno resta il ‘malato d'Italia’ di Nicola Rossi (www.lavoce.info) Il Mezzogiorno d’Italia è oggi il luogo dove - più che altrove, più che in altri comparti o settori - più significativo e imperdonabile è lo spreco di risorse pubbliche. Dove - al di là delle intenzioni, spesso nobili, di tanti - lo sforzo collettivo ha raggiunto dimensioni inusitate senza conseguire risultati apprezzabili. E dove, al tempo stesso, un uso, per così dire, particolarmente "disattento" di consistenti risorse pubbliche si associa a gravi carenze nella fornitura dei servizi che dovrebbero costituire invece la stessa ragion d’essere del settore pubblico. Dove, in altre parole, ogni fonte di finanziamento - ogni euro, ogni centesimo di euro - dovrebbe essere allocata e spesa come se fosse l’ultima e viene invece utilizzata come se fosse solo una parte di una serie mai terminata e che mai terminerà. Più di 55 miliardi di euro in sette anni Fra il 1998 - anno di avvio della stagione di politiche regionali che va sotto il nome di "nuova programmazione" - e il 2004, si sono riversati sul Mezzogiorno, in termini reali, qualcosa come 120 miliardi di euro di spesa pubblica in conto capitale. Per calcolare la spesa pubblica in conto capitale specificamente destinata al Mezzogiorno, togliamo da questa cifra (i 120 milioni di cui alla frase precedente) una somma pari a quella che il Mezzogiorno avrebbe comunque ricevuto come parte del territorio nazionale, cioè pari a quanto storicamente osservato nello stesso periodo al Centro-Nord in percentuale sul prodotto. Ne risulta una spesa pubblica in conto capitale specificamente dedicata al Mezzogiorno valutabile in poco più di 55 milioni di euro sul periodo specificamente dedicata al Mezzogiorno è valutabile in poco più di 55 miliardi di euro sul periodo 1998-2004 ai prezzi del 1995. Un ordine di grandezza più che significativo non solo in termini assoluti ma anche in termini relativi. Per intendersi, si tratta di circa tre volte lo stanziamento previsto nel 1950 al momento del varo della Cassa del Mezzogiorno per i primi sette anni di operatività di quell’ente. Poco meno del 40 per cento di quanto speso dalla Cassa per il Mezzogiorno, prima, e dall’Agenzia per la promozione dello sviluppo nel Mezzogiorno, dopo, nei quasi quarant’anni di vita dell’intervento straordinario. Se poi i termini di paragone storici non sono sufficienti, non mancano quelli attuali. E non sono meno sconcertanti. Il volume di spesa pubblica in conto capitale riversatasi sul Mezzogiorno fra il 1998 e il 2004 è pari al 40 per cento del costo del programma di grandi opere approvato dal Comitato interministeriale per la programmazione economica nel dicembre 2001. Più precisamente i citati 55 miliardi di euro sono molti prossimi alla spesa prevista dal primo programma di infrastrutture strategiche della leggeobiettivo nel Mezzogiorno. Anche se si desse per scontata – ed è fuor di dubbio che lo si debba fare - una significativa sottostima nelle indicazioni della legge-obbiettivo, il raffronto fra quel che poteva essere fatto e quel che non è stato fatto rimane impressionante. I problemi restano Sette anni sembrano essere passati, peraltro, pressoché invano. La debole crescita meridionale degli ultimi anni si rivela infatti come sospinta da una spesa pubblica di bassa qualità che non riesce a tradursi in fattore strutturale di crescita e in potenziale di sviluppo. Una crescita in termini pro capite dovuta in larga misura all’operare, da qualche anno, di processi migratori interni di significativa intensità e non lontani, nell’ultimo quinquennio, da quelli registrati negli anni Cinquanta. Una crescita addirittura inferiore a quella che la stessa "nuova programmazione" stimava come probabile in assenza di un miglioramento della qualità degli investimenti pubblici. Le distanze fra il CentroNord e il Sud del paese sono rimaste, nel complesso, inalterate (e, se qualcosa è accaduto, è che l’economia meridionale è diventata, in questi anni, molto meno competitiva e un po’ meno dipendente). Se ci si aspettava che gli interventi adottati nell’ambito delle azioni previste dal Piano di sviluppo del Mezzogiorno -in cui, nel 1999, si tradusse formalmente la "nuova programmazione"- inducessero visibili elementi di discontinuità nel contesto socio-economico meridionale, ebbene, si è atteso a vuoto. Se ci si aspettava che la politica degli investimenti pubblici avesse un impatto significativo sulle "variabili di contesto" in modo tale da modificare strutturalmente il processo di accumulazione del settore privato, ebbene ciò non è avvenuto. Sotto tutti i principali punti di vista, il Mezzogiorno è e rimane, oggi come ieri, il "malato d’Italia". La differenza -se se ne vuole trovare una, e non piccola- è che oggi, diversamente da ieri, l’Italia è il "malato d’Europa". Dopo dieci anni segnati dalla retorica del definitivo superamento dell’intervento straordinario, da un lato, e dei Mezzogiorni, dall’altro, forse è arrivato il momento di riconoscere le difficoltà che questa ha generato: la (Continua a pagina 22) 22 Giustizia e Libertà INTERNI 20 Novembre 2005 Testo interpellanza per i fatti avvenuti al Vittoriano il 12 novembre I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu e il Ministro della difesa Antonio Martino, per sapere premesso che: da agenzie stampa, quotidiani e telegiornali di domenica 13 novembre e lunedì 14 novembre si è appreso dell'esclusione di Adele Parrillo, ex convivente di Stefano Rolla, uno degli italiani uccisi nell'attentato di Nassiriya del 12 novembre 2003, dalla commemorazione ufficiale delle vittime, svoltasi il 12 novembre 2005 all'Altare della Patria perché pur essendo la compagna di Stefano Rolla non erano ufficialmente sposati. Considerato che l'esclusione di Adele Parrillo, come racconta la stessa al quotidiano "La Repubblica" il 13 novembre 2005 è stata brutale: «Quando sono arrivata al Vittoriano -ricorda la vedova- un'agente donna mi ha chiesto chi fossi. Famiglia Rolla, ho risposto. "No, non risulta". Sono stata afferrata da tre gendarmi, che trascinandomi per terra per alcuni metri mi hanno portata via a forza. Sono rimasta piantonata per un'ora, proprio per impedirmi di partecipare alla cerimonia. Tremava, non riusciva neppure a sorseggiare un po' d'acqua. "Mi è venuta una crisi di panico. È stata un'ora di violenza. Lì, bloccata e maltrattata. Si fa così una donna di cinquant'anni ?» Dato che Il Sottosegretario al Ministro dell'Interno, Antonio D'Alì, rispondendo ad na interpellanza (la n. 2. 01381 discussa alla Camera 17 dicembre 2004) al Ministro dell'Interno sul caso Parrillo si era impegnato, a vigilare "per quel che riguarda future cerimonie commemorative", "affinché il Ministero dell'interno, pur tenendo conto della posizione dei familiari secondo la normativa vigente, rispetti la storia personale e gli affetti che legittimano il diritto della signora Parrillo a partecipare appieno alla condivisione del comune dolore e dei comuni sentimenti che animano tutti noi nel ricordo degli eroi caduti a Nassiriya, è ciò al di là di ogni formalismo di legge, che comunque compete al Parlamento rimuovere, e mi auguro che ciò accada" e che un'altra interrogazione (la n. 201537 presentata da Franco Grillini, martedì 26 aprile 2005) sul caso Parrillo attende, da tempo, risposta, Si chiede ai signori Ministri 1) Quali iniziative intendano adottare, per mantenere l'impegno preso in occasione della risposta all'interpellanza n. 2. 01381 discussa alla Camera 17 dicembre 2004, per fare in modo che gli episodi summenzionati non si ripetano. 2) Se intendano non scusarsi ufficialmente con Adele Parrillo per il brutale trattamento subito. 3) Se, come gesto di riparazione, Adele Parrillo, possa essere inserita nell'elenco dei familiari delle vittime dell'attentato di Nassiriya ed ottenere, come da lei sinora inutilmente richiesto, lo stesso trattamento riservato alle vedove delle vittime di Nassiriya; 4) Quali iniziative, anche normative intendano adottare, in situazioni analoghe, a riconoscimento e tutela dei conviventi del personale militare ecivile italiano in missione in Iraq ... il ‘malato e in altri Paesi per conto dellaRepubblica. d'Italia’ FIRMATARI: Franco Grillino, Andrea Lulli, Giorgio Panettoni, Marco Filippeschi, Beatrice Magnolfi, Laura Pennacchi, Giovanni Lolli, Roberto Zaccaria, Roberto Guerzoni, Livia Turco, Maura Cossutta, Roberto Sciacca, Se(Continua da pagina 21) verino Galante, Claudio Franci, Gabriele Albonetti, Valerio Calzolaio, Vinfrantumazione dell’inter- cenzo Siniscalchi, Francesco Bonito, Elena Montecchi, Antonio Soda, Marvento pubblico, la molti- co Fumagalli, Vincenzo Visco, Alberto Nigra, Alfonso Gianni, Michele Meplicazione dei livelli di intermediazione, la spro- ta, Gonario Nieddu, Luciano Pettinari, porzione fra l’impegno Fulvia Bandoli, Russo Spena, Antonio Giustizia e Libertà massiccio di energie e di Luongo, Massimo Cialente, Alba Sasso, Periodico Politico Indipendente risorse e l’esiguità dei ri- Mauro Chianale, Titti De Simone, Katia sultati. Forse è arrivato il Canotti, Gloria Buffo, Carlo Carli, AnAutorizzazione Tribunale di Roma momento, prima ancora drea Martella, Carlo Leoni, Katia Belliln° 540/2002 del 18.09.2002 che tornare a discutere lo, Famiano Crucianelli, Luana Zanella, delle politiche per il Mez- Sesa Amici,Nicola Crisci, Arnaldo Ma- Proprietà: L. Barbato zogiorno, di mettere in riotti, Michele Ventura, Luigi Borrelli, Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma discussione il nostro stes- Massimo Zumino, Marisa Abbondanzie- E-Mail: [email protected] so modo di guardare al ri, Alfiero Grandi, Pietro Folena, Mar- Fax: (+39) 06.6227.6293 Mezzogiorno. cella Lucidi, Giordano Rifo Gasperoni, Direttore Responsabile: Luigi Barbato Nicola Rossi Luigi Giacco, Fabrizio Vigni, Luigi Oli- Vice Direttore: Paolo Di Roberto Redattore Capo: Antonia Stanganelli (www.lavoce.info) vieri, Rossiello, Rava.