Giustizia e Libertà

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Giustizia e Libertà
Anno 4 - n° 139
WWW.GIUSTIZIA-e-LIBERTA.COM
20 Novembre 2005
Giustizia e Libertà
Distribuzione telematica
Periodico Politico Indipendente
L’attuale crisi politica ha
Un lungo passato
di Luigi BarbatoAemme
(a pagina 1,17, 18, 19)
Copia gratuita
L’attuale crisi politica ha
un lungo passato
di Luigi Barbato
Berlusconeide - 2
di Aemme
(a pagina 2,3)
Case per tutti ...
da www,repubblica.it
(a pagina 2, 3)
Cofferati e la legalità
di Alessandro Menchinelli
(a pagina 4)
La critica, la Censura...
di Corrado Augias (www.repubblica.it)
(a pagina 5)
Berlusconi ? Mai così ...
da (www.unità.it)
(a pagina 5)
Autosmentite di ...
di Luciano Iosa (da: [email protected])
(a pagina 6, 7)
L’ultimo Berlusconi nella
stampa italiana
di AA.VV.
(a pagina 8, 9, 10, 11)
Casa dolce casa e
Tombeur de femmes
di Masaniello
(a pagina 12)
La signora Dell’Utri e ...
di Marco Travaglio (www.unita.it)
(a pagina 13, 14, 15)
La sentenza Dell’Utri ...
Fonte: la Repubblica
(a pagina 15, 16)
Condanna per tentata ...
Da: la Repubblica 27.04.2004
(a pagina 16, 17)
Breve cronistoria ...
di GL
(a pagina 19)
I miliardi smarriti ...
di Paolo Di Roberto.
(a pagina 20, 21)
Il Mezzogiorno resta “il
malato d’Italia”
di Nicola Rossi (www.lavoce.info)
(a pagina 21, 22)
Interpellanza
parlamentare sul 12.11.2005
(a pagina 22)
Non vogliamo assumerci nessuna paternità, né una primogenitura.
Ci piace solo ricordare
quanto, con onestà e
coscienza, tutti noi di
GL abbiamo già scritto
nel passato.
ricordate era il periodo
in cui tra Palazzo Chigi
e la residenza del premier stava maturando
l’allontanamento
del
SuperMinistro dell’Economia Tremonti ad
opera di Fini- scrivevamo “Le prime tappe
della crisi del BerluE ciò perché pensiamo sconi-2”.
di non essere dotati di
una particolare vista Poi nel 2005 (n° 106 di
capace di farci intrave- GL 30 marzo 2005)
dere il futuro, perché abbiamo parlato dettase così non fosse do- gliatamente della sua
vremmo dedurre che “Paura della Sconfitdi queste capacità, ta”; ed ancora sempre
sono dotati milioni e nello stesso anno, (n°
milioni di italiani, que- 111 di GL 23 marzo
gli stessi che in tutte le 2005) abbiamo titolato
tornate elettorali, di il fondo con queste pavario tipo (dal 2001 ad role: “I colpi di coda
oggi): dalle ammini- del Presidente del
strative alle regionali, Consiglio”.
dalle europee alle suppletive, hanno sempre Tutto questo perché da
decretato la sconfitta tempo e non solo da
della CdL.
quel momento in avanti
Vorremmo, ora, solo s i a m o
riaffermare una nostra s t a t i
convinzione: quanto se m p r e
sta attualmente acca- p i ù
dendo a quella sorta di convincompagine governati- ti che
va che -malaugura- dovevatamente- ci governa, mo pre
era già visibile, perce- p a r a r c i
bile anni or sono, ed in e tememolti se ne sono ac- re “gli
corti anche se non inevitasempre hanno avuto la bili coldi
possibilità e la capaci- pi
coda”
tà di porvi rimedio.
che ci
Nel luglio del 2004 (n° s a r e b 72 di GL 12 luglio 20- b e r o
04) commentando qua- s t a t i
nto stava accadendo - n e c e s -
sariamente inferti dal
“pescecane morente”
(che, certo -riflettendoci bene- si sentirebbe
più a suo agio nelle
vesti di protagonista di
una opéra-comique en
vaudeville di un Labiche, di un Sardou, di
un Feydau, che non
nella sua pseudo-realtà
di premier di quella
che un tempo era la 7ª
potenza industriale del
mondo, e che nonostante i numerosi difetti che ci hanno sempre
contraddistinto, aveva
raggiunto una certa
rispettabilità e credibilità sulla scena non
solo europea ma addirittura mondiale).
La sua caratura di
“piazzista”, di “vuo’
cumprà nostrano” ci
era nota da qualche
tempo ed è certo di
(Continua a pagina 17)
2
Giustizia e Libertà
Berlusconeide
-2
di Aemme
Che tristezza assistere alla ripresa
televisiva di Silvio Berlusconi in
piedi, attorniato dal suo governo
(tutto in piedi), applaudire commosso, con le mani e gli occhi
rivolti in alto nel cielo, verso il
palco in cui troneggiava Umberto
Bossi dopo il sospirato voto di approvazione della “devolution” al
Senato della Repubblica.
Tant’é.
L’Italia aveva di che piangere e lui
esultava in estasi per chi gli aveva
permesso di mettere in atto tante
nefandezze. Il patto siglato col
sangue ad Arcore aveva tenuto e
tanto bastava. Perciò viva Bossi.
Per solennizzare l’avvenimento
della vergogna il Capo del Governo italiano ha disertato persino
l’incontro di capi di stato e di governo, a cui doveva partecipare,
convocato proprio nelle stesse ore,
per favorire il processo di pace fra
israeliani e palestinesi.
Invece di cogliere l’occasione per
evitare la vergogna,, proprio in
quelle ore ha voluto applaudire di
persona Umberto Bossi e ha negato la presenza attiva dell’Italia là
dove, in Palestina, sede madre di
tutti i conflitti che dilaniano il
mondo, si svolgeva uno sforzo impegnativo per tutti. Egli non ha
voluto tenere conto della presenza
dell’ONU, attraverso il suo segretario Kofy Annan, e degli stessi
USA, rappresentati dalla segretaria
di Stato signora Rice.
Poi assicura gli italiani, ad ogni
piè sospinto, che il suo governo
gode di alta considerazione in tutto
il mondo.
Non contento delle sue incursioni,
uscendo dal Senato ha detto che
ora toccherà alla legge elettorale e
poi alla “par condicio”.
Della legge elettorale a lui interessa specialmente il principio da imporre, secondo il quale non saranno gli elettori dal basso a scegliere
gli eletti, ma per il quale questi
saranno designati dall’alto, attraverso le liste bloccate nella graduatoria fissata. Sarà cioè soltanto
lui a stabilire chi deve essere eletto
per conto di FI e per conto di chi
accetta la sua leadership.
INTERNI
20 Novembre 2005
"Case per tutti ?
Solo per i ricchi"
Prodi: "Lunardi ai tunnel, il premier ai cactus e Dell'Utri con gli
stallieri" - Pecoraro: "Intendeva case abusive"
da www.repubblica.it
“Chi ben comincia è a
metà dell'opera, anche se ha iniziato dai
ricchi. Adesso partirà
Il leader dell'Unione
boccia senza appello le
promesse del premier.
E lo fa usando torni
to all'edilizia sociale
di un paese liberista
come la Gran Bretagna".
Il leader dell'Unione
attacca poi la legge elettorale varata dalla
L'ultima carta del premier è uno spot maggioranza: "E' un'infamia. I cittadini
«Una casa per tutti».
Berlusconi annuncia un «grande piano»
per dare una casa a tutte le famiglie che
(Continua a pagina 3)
non possono permettersela.
Nell'attività del suo governo
non ce n'è traccia, anche perché, spiega, il progetto
«vedrà la luce nelle ultime
fasi di campagna elettorale».
Un nuovo miracolo italiano ?
«Berlusconi ha fatto una
affermazione generica e vaga -osserva Prodi– l'edilizia
sociale italiana è ai livelli Il premier a Sorrento, mentre, accompagnato dal fido Apicella
più bassi in Europa».
“delizia” i suoi “legionari azzurE Fassino: «La casa è un ri”cantando canxoni di Charles
problema serio, basta con Trenet.
gli spot pubblicitari».
Non soddisfatto di questa sua
da www.unita.it
tutta un'attività edilizia: Lunardi con i
tunnel,
Berlusconi
con i cactus e Dell'Utri con portinai e stallieri".
Romano Prodi attacca
frontalmente
Silvio
Berlusconi.
Prima ricordando la
controversa
vicenda
legata al boss mafioso
Vittorio Mangano che
lavorò come stalliere,
negli anni 70, nella villa di Berlusconi ad Arcore.
Poi smontando il "più
case per tutti" lancia(Continua a pagina 3) to, ieri, dal premier.
d u r i :
"Sono
promesse
generiche e vaghe. L'edilizia
sociale
italiana è
ai livelli
più bassi
in Europa, siamo ultimi insieme alla
Spagna e
siamo ad
un quarto rispet-
performances, ha ammannito ai
suoi ascoltatorila più grossa
“bufala” che mai mente si possa
concepire:
Ha “inventato”, da quell’“incallito mentitore che è sempre stato”, di aver studiato alla
Sorbonne, e che si manteneva
economicamente con i guadagni
che rimediava la sera quando
cantava nelle boites parigine il
repertorio di Charles Trenet.
La sera cantava per guadagnare e la mattina andava all’Università (la Sorbonne, beninteso)
e studiava.
Il tutto sarebbe davvero ammirevole senonché si è appurato (e
Marco travaglio lo ha scritto a
chiare lettere) che in nessun
corso della Sorbonne risulta
mai essersi iscritto uno studente
che si chiamasse: Silvio Berlusconi.
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"Case per tutti ? Solo per i ricchi"
Berlusconeide - 2
acqua
pulita".
Il “grande mentitore”
è quella che garantisce spazi di proCritiche al premier paganda proporzionati ai consensi
non smentisce mai se stesso
Non
sono
trascorse
neppure 4872 ore che il
ben
noto
“mentitore
di stato” ha
ricominciato
la sua “serie” di accuse di essere
stato frainteso sia dai
giornalisti della carta stampata e sia da quelli
della televisione.
La notizia d’oggi è che il premier ha dichiarato,
in pubblico (non è che questo pubblico rappresenti una remora alle menzogne ed alle smentite)
che non ha mai dichiarato che non aveva mai
detto «una casa per tutti», ma avrebbe
affermato che avrebbe dato «una casa a tutti gli
sfrattati».
Una ennesima menzogna, una dellee tanter che
ci vengono ammannite ed a cui tutti gli italiani
dovrebbero oramai essere abituati, e da anni.
L’unica speranza che riusciamo a nutrire e che il
nostro “capo dello stato” continui, continui
sempre di più su questa strada fino alla vigilia
delle elezioni, il 9 april del prossimo anno.
Perché noi non potremmo che trarre vantaggio
da una simile insipienza, e non ci saranno più
“scrivanie da Vespa”, “promesse della luna
nel pozzo” che potranno più ingannarci (o per
meglio dire: “prenderci per i fondelli”) come
gli riuscì, e non solo per merito suo (ma anche
per colpe nostre) il 13 maggio del 2001.
tm
(Continua da pagina 2)
hanno cambiato opinione e Berlusconi
cerca di avvelenare i
pozzi cambiando la
legge elettorale. Dob-
arrivano anche dal
leader dei Ds, Piero
Fassino che ricorda
quanto sia "serio" il
problema dell'alloggio
"soprattutto per coloro che non ce
l'hanno in proprietà,
ed oggi l'affitto è forse la voce che incide
maggiormente
nel
penalizzare i redditi
degli italiani".
E proprio la serietà del
problema, continua il
segretario
diessino,
imporrebbe che si eviti una certa facile
"propaganda" e non
si annuncino "nuovi
miracoli che poi non
ci saranno, o nuovi
spot pubblicitari".
Fassino conclude con
una previsione: "Sono
cinque anni che Berlusconi usa questo
metodo e ha perso
tutte le elezioni che si
sono svolte dopo il
2001: se parte così
rischia di battere il
naso anche questa
volta".
Il leader dei Verdi Pecoraro Scanio se la cava con una battuta:
"Berlusconi quando
parla di case per tutti,
intende case abusive".
biamo convincere gli
italiani che il suo tentativo non andrà in
porto e che noi costruiremo nuovi acquedotti
portando da: w.repubblica.it
ricevuti da ogni lista nelle precedenti elezioni. Lui sostiene che non è
giusto che chi è grande, come lui ha
dimostrato di essere stato in passato,
deve essere trattato come chi è piccolo. E gli sfugge completamente il
particolare che un corpo elettorale è
chiamato a votare per decidere chi
deve essere in quel momento grande
e chi nello stesso momento deve
essere piccolo.
Secondo lui gli elettori debbono
prendere atto che solo lui è destinato a essere grande per sempre. I
cambiamenti in questi casi sono per
lui insopportabili.
Anche in questa sua professata
scuola di pensiero per la “par condicio”, si manifesta chiaramente ancora una volta, in Silvio Berlusconi,
la sindrome della insostituibilità,
malattia caratteristica di chi non
sopporta la democrazia e si candida
a dittatore.
Ma maledettamente per lui anche i
candidati dittatori debbono emanare
un loro fascino. E Berlusconi se ne
aveva uno che si era procurato con
sceneggiate, ora non ce lo ha più.
Le sue promesse sono ormai catalogate come promesse di marinaio. Le
sue bugie non si contano più. Dice
una cosa e, immediatamente dopo,
se non è gradita, dice di non averla
mai detta.
Ha promesso attraverso gli schermi
della televisione, e quindi davanti a
milioni di testimoni, che a tutti i bisognosi avrebbe dato una casa, naturalmente dopo il voto, ma poi valutata la ilarità provocata specie fra
coloro che dovevano essere destinatari della promessa, ha cambiato
idea, ed ha asserito di non averla
mai avanzata.
Ha prospettato, sempre davanti a
milioni di telespettatori, come buona l’idea di allungare a 68 anni l’età
pensionabile e a 12 e anche 14 ore
il lavoro giornaliero. Ancora una
volta però davanti agli indignati interessati, non gli è mancato il coraggio di negare tutto e di affermare di
non avere mai detto quello che tutti
avevano ascoltato.
Certo in queste condizioni il fascino
personale va a farsi friggere e a Berlusconi non resterebbe altro che trovare una via dignitosa per ritirarsi.
Ma la sua indole non glie lo permette.
A noi compete fare quello che esige
il bene del paese.
Liberarci di lui col prossimo voto.
to, vuole che siano solo i partiti di
Vuole la proporzionale, ma vuole maggioranza a scegliere un succesanche garantirsi l’incarico automa- sore, cioè quei partiti che si sono a
tico a Capo
lui stesso
del Gover- A Berlusconi piacciono le barzellette. s u b o r d i no, e ganati.
rantirsi pu- Eccone una per lui
Il
Capo
re contro le
dello
StaAd
un
concorso
per
quiz
il
presidente
insidie into
non
terne alla della giuria fa la seguente domanda
c
’
e
n
t
ra
sua mag- ad un aspirante: “Chi è il personagpiù.
g i o r a n z a . gio più bugiardo del mondo ?”
P r e v e d e n - Poi però suggerisce allo stesso aspi- La “par
do voti di rante: “… non risponda Berlusconi condicio”
sfiducia in perché lui è fuori quota ...”
da lui imParlamenm a g i n a t a Aemme
(Continua da pagina 2)
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Giustizia e Libertà
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20 Novembre 2005
Cofferati e la legalità
di Alessandro Menchinelli
contro i trasgressori di
giusti comportamenti,
messo in atto da parte delle varie religioni che si
sono poste il problema di
ottenere la giustizia in terra, questa ha potuto avere
qualche possibilità di affermazione solo quando,
consenzienti le stesse religioni, o queste addirittura
promotrici, si è cominciato a far ricorso alla fissaE’ difficile pensare che zione di regole da far riregnerebbe la giustizia in spettare nella vita terrena.
una convivenza senza leggi, così come è difficile E’ certamente vero che
documentare che regnasse nella storia della umanità
la giustizia fra gli uomini la prepotenza è entrata in
della preistoria, che non buona misura anche nella
avevano ancora inventato confezione delle regole,
“legalizzando” perciò
le leggi.
molte ingiustizie, ma non
Date le differenze di forza è mai risultato ragionevole
fisica e del carattere degli come rimedio contro una
uomini si riverificherebbe insufficiente o distorta
la stessa situazione di al- legalità, quello di creare il
lora: la supremazia dei più vuoto di qualunque legaliforti, sempre e comunque, tà, che con un salto all’ine la sottomissione dei più dietro avrebbe lasciato di
deboli, sempre e comun- nuovo il campo completaque.
mente libero ai forti e prepotenti. Perciò l’attenzioE nessuno potrebbe invo- ne di chi vuole la giustizia
care giustizia da altri, non è sempre stata rivolta alla
essendoci la legge a cui riforma della legalità, per
far riferimento.
migliorarla, e non alla sua
Ciascuno dovrebbe farsi soppressione.
giustizia da solo, contando solo sulle sue personali
possibilità, senza neppure
la solidarietà del suo clan,
dal momento che non esisterebbero neppure i
clans, dato che anche questi si costituiscono con
proprie regole, e cioè con
leggi.
Come nel lontano passato
rimarrebbe per i più deboli solo la fede nella giustizia Divina.
Nonostante però l’impegno, più o meno severo
Il problema è tutto qua.
Non serve per i diritti che
tutti gli uomini hanno, il
ritorno al vuoto di legalità.
Senza fissarli nelle leggi
opportune i diritti sarebbero negati per tutti e trionferebbe la prepotenza in
tutte le relazioni sociali, a
cominciare da quelle del
lavoro.
I poteri forti, le varie mafie armate ed i ricchi resi
intoccabili da loro milizie
private, imporrebbero solo
le regole dei loro interessi.
Quali speranze sarebbero
ancora coltivabili da parte
dei deboli, che sono poi la
stragrande maggioranza
della società ?
Ecco perché il ricorso alle
regole è un sacrosanto
principio di sinistra e non
di destra, ed ecco perché
Cofferati, come uomo di
sinistra, ha ragione.
Abituato in tutta la sua
vita, come sindacalista, ad
impostare lotte per chiedere ed ottenere regole contrattuali precise da far rispettare nell’interesse dei
deboli, conto la tendenza
all’arbitrio da parte dei
padroni, Cofferati ha giustamente individuato, nel
suo ruolo di sindaco. nelle
regole e cioè nella legalità
la diga difensiva della giustizia per tutti, a cominciare dai più deboli.
ferenze degli emarginati.
E non vale come correzione del loro errore la precisazione che la pratica della illegalità sarebbe adottata come riparazione di
fatto e non come principio, in quanto servirebbe
per porre riparo ad una
situazione di ingiustizia.
La precisazione non regge
perché, senza legge, qualunque soluzione di fatto è
sempre arbitraria e costituisce una ingiustizia a
danno di altri. Oltre ad
essere poi una soluzione
effimera in quanto esposta
ad altre arbitrarie soluzioni di fatto, sostitutive di
quella precedente e così
all’infinito .
L’occupazione abusiva di
appartamenti popolari assegnabili con graduatorie
di legge, non è solo una
palese ingiustizia ai danni
di chi è in condizione di
far valere un diritto in più,
ma crea anche un precedente per altri atti abusivi,
magari in danno di quello
messo in atto prima, affidando alla inesorabile legge del più forte e prepotente il consolidamento
delle soluzioni di fatto.
Ma sono proprio tutte le
soluzioni di fatto quelle
che costituiscono la base
di tutte le conservazioni,
che mortificano i diritti di
tutti gli uomini. Il progresso degli uomini, per affermarsi, esige perciò il ricorso a soluzioni di diritto, scritto nelle leggi.
I crumiri, che assecondavano il rifiuto da parte del
padronato delle regole dei
contratti di lavoro, erano
certamente anche loro poveracci, ma se avesse prevalso la cinica loro strumentalizzazione, da parte
del padronato, nel nome
del “libero” rapporto di
lavoro, senza regole, non
ci sarebbe stata alcuna legalità a protezione del
progresso sociale.
Senza una forte e legalitaria organizzazione del
mondo del lavoro, gli stessi crumiri sarebbero stati
sfruttati ancora di più e
continuamente ricattati,
come tutti gli altri lavoratori, sotto la continua mi- Chi non lo capisce non è
contro Cofferati.
naccia di licenziamento.
Sbagliano perciò gli ispi- E’ contro il progresso.
ratori dei “centri sociali”,
che ricercano nella illega- Alessandro
Menchinelli
lità la soluzione delle sof-
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Giustizia e Libertà
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La Critica, la censura e il senso del ridicolo
di Corrado Augias (www.repubblica.it)
Caro Augias, le dico la verità, sono perplessa.
Non ho visto il programma
di Fabio Fazio "Che tempo che fa", però ho letto i
resoconti dei giornali apprendendo che Furio Colombo, ex direttore e ora
editorialista dell' Unità, ha
espresso giudizi molto duri
sul presidente del Consiglio.
Il giornalista ed ex deputato indipendente di sinistra
(se non sbaglio) ha definito Silvio Berlusconi "soggetto ridicolo di barzellette" ovvero, stando al
resoconto di “Repubblica”
«c'è una macchietta che
ci governa".
Nell'un caso e nell'altro si
è trattato di espressioni
forti indirizzate a un uomo
che presiede il governo del
Paese, investito di poteri
garantiti dalla Costituzione, eletto da molti milioni
di italiani.
La mia perplessità è però
aumentata per le reazioni
che quelle parole hanno
suscitato.
Un certo Bonatesta di An
ha detto che "a questo
punto c'è un problema
Terza rete da risolvere".
Hanno appena cacciato
dalla televisione uomini di
enorme prestigio e capacità professionale come Enzo Biagi, giornalisti di notevole valore come Michele Santoro, comici di vaglia come Luttazzi e ora,
con quelle parole, si vuole
forse minacciare di censura o di chiusura la rete Rai
unanimemente giudicata
come la più degna del titolo di "servizio pubblico".?
Lettera firmata, Roma
***
Rispondo come posso alla
doppia perplessità della
lettrice, cominciando dalla
seconda.
Non mi pare che le parole
del senatore Michele Bonatesta debbano impensierire più del dovuto.
Il senatore ha esagerato
con quella frase intimidatoria, ma aveva già esagerato
parlando
di
«vergognosa duetto. Per
l'astio, il livore con cui,
bava alla bocca, il militante politico ha vomitato...» eccetera.
Immaginare Furio Colombe con la bava alla bocca è
difficile, dire che ha
"vomitato" è assolutamente impensabile.
Dire invece come fa la nostra lettrice che le espressioni usate erano molte
forti, molto dure, è giusto:
definisce il tono di quelle
frasi che spingono però a
chiedersi: Colombo, nel
merito, aveva
torto e ragione ?
L'attuale presidenti del Cansiglio può richiamare l'immagine della
"macchietta"
? può essere
d e f i n i t o
"soggetto da
barzellette" ?
Senza alcun animus, giuro, mi pare che lui stesso
non perda occasione per
sembrare più un intrattenitore che un uomo di Stato,
più uno chansonnier che
un premier.
Qualcuno forse ha mai
detto che il ministro Pisanu è una "macchietta" ?
Che lo è Maroni, ministro
del Lavoro e della Previ
denza, che pure milita in
un movimento così discutibile ?
Nessuno lo ha mai nemmeno pensato, credo.
Berlusconi sembra che le
cerchi certe definizioni, è
l'uomo del fondo tinta ro-
sa, de capelli finti e tinti,
del lifting e della bandana
delle scarpe col rialzo, delle corna e del dito medio
teso, delle barzellette sceme, degli insulti pronunciati nell'aula di Strasburgo contro un deputato socialista tedesco (ricordo
ancora Fini impallidire
accanto a lui) e delle allusiol1 grossolane sulla signora primo ministro finlandese.
Chiunque frequenti un po'
l'estero sà che di lui si ride
nelle cancellerie europee,
che egli porta in giro per il
mondo l'immagine peggiore dell'uomo italiano, che
il suo ideale a "simpatia"
è quello del piazzista, i
quali, però rappresentano
una ditta, non una nazione.
Credo che Furio Colombo
abbia buone ragioni per
vergognarsi di lui.
Mi vergogno anch 'io.
♦
Berlusconi ? Mai così in basso
Sondaggio Swg: il centrosinistra al 52.5 per cento, il Polo al 45.5 per cento
La devolution non piace. E per l'80 per cento degli italiani l'economia è un
disastro
da www.unita.it
Dal sondaggio commissionato dall'Unità alla Swg
emerge che il centrosinistra supera di 7 punti il
centrodestra nelle intenzioni di voto: 52, 5 contro
45,5.
La lista unitaria Ds-Dl è al
35%, Rc al 7%, l'Udeur
all'1%.
L'80% degli italiani (88%
tra gli elettori di centrosinistra, 67% tra quelli di
centrodestra) considera
insoddisfacenti le condizioni dell'economia.
Per il 39% (37 di centrosinistra, 33 di centrodestra)
sono destinate a peggiorare in futuro.
Solo il 34% del campione Solo il 25% (5 a sinistra,
è d'accordo con la devolu- 62 a destra) ha fiducia neltion, mentre il 59% (78 la maggioranza di goverdell'Unione,24 della CdL) no, mentre il 37% (58 e
è in disaccordo.
12) ha fiducia nelle forze
Al Sud il disaccordo sale politiche di opposizione.
al 74% e nelle Isole al 65. Quella in Berlusconi scenLe probabilità di vittoria de al 23% (4 a sinistra, 62
del centrosinistra guidato a destra), laddove in Prodi
da Prodi sono del 57%, hanno fiducia il 39% degli
quelle del centrodestra intervistati (65 contro 7).
guidato da Berlusconi del Le intenzioni di voto vedo
43%.
no il nuovo soggetto SdiSolo il 28% degli italiani Radicali al 2,5% come i
ritiene efficace l'azione del Verdi e Di Pietro, Pdci
governo, per il 46% (33 di all'1,5%.
centrodestra) è poco effi- Ancora da collocare il
cace, per il 26% (5 di cen- Nuovo Psi che vale l'1%.
trodestra) non lo è per
niente.
♦
6
INTERNI
Giustizia e Libertà
20 Novembre 2005
Autosmentite di Berlusconi
Luciano Iosa ([email protected])
Una ventina di casi, dal 2001 ad oggi, in
cui il premier ha fatto importanti affermazioni che poi ha smentito o sono state
smentite dagli interressati :
Casa, pensioni, Iraq e tante altre le autosmentite di Berlusconi.
Affermazioni importanti seguite da immediata autosmentita.
A Berlusconi, in cinque anni di governo, è successo
molto spesso.
Le ultime (sulla casa e sulle pensioni) sono recentissime.
A volte il premier assicura di essere stato male interpretato, a volte fa proprio marcia indietro, in altre occasioni sono i diretti interessati a smentire.
Una rapida ricerca in archivio,
di Claudio ([email protected]), ha prodotto questo elenco.
Sicuramente incompleto :
periodi elettorali e pre-elettorali".
Centristi traditori
16 agosto 2005. Intervistato dalla Stampa, riferendosi
ai centristi della Cdl, dice: "C'è chi pensa di salvarsi
offrendosi al vincitore, ma parte da una valutazione
errata".
Immediata la reazione di Follini: "L'evocazione di
doppigiochi, tradimenti e passaggi di campo nei
confronti di un partito coerente e sicuro come l'Udc
è semplicemente miserevole. Ci aspettiamo dal presidente del Consiglio una smentita chiara e netta".
E la smentita arriva puntuale, affidata a Boniauti:
"Nessuno in Forza Italia, tantomeno il presidente
Berlusconi, ha pronunciato parole legate al concetto
di tradimento o di traditore
nei confronti dei nostri alleati".
STUFI
delle PAGLIACCIATE
La casa agli italiani.
11 novembre 2005, Sorrento,
Berlusconi lancia il suo progetto
davanti ai giovani di Forza Italia: "Daremo una casa a tutti
gli italiani in difficoltà. Sono il
19% della popolazione, ma
abbiamo un piano fattibile".
Il 15 aprile precisa: "Non ho
detto a tutti gli italiani, ma
solo a quelli sfrattati"
Pensione a 68 anni
3 novembre 2005: "Un orizzonte che non dobbiamo precluderci, l'innalzamento dell'età
pensionabile a 68 anni".
Il 15 novembre spiega: "Io non
ho proposto di spostare l'età
pensionabile a 68 anni"
Bush e le elezioni italiane
Oramai siamo del tutto “stufi”, per non
dire di peggio, delle sceneggiate con cui
si diletta il premier (affermazioni sempre seguite da smentite, o dichiarazioni
quali…”sono stato frainteso… e la solita stampa comunista”, etc. etc.
Sarebbe nostra ferma intenzione che in
ogni prossimo numero di Giustizia e
Libertà vi fosse una rubrica, dedicata
integralmente alle «AUTOSMENTITE» dell’impudente premier che, a
nostra vergogna, governa l’Italia da
quel nerissimo 13 maggio 2001.
Qualcosa di simile a quanto facemmo
nei primi numeri di questo giornale (dal
n° 3 del 7.10 al n° 13 del 9.12.2002)
quando pubblicammo la serie completa
di “profili” dei “parlamentari della
maggioranza che erano stati inquisiti
e poi condannati”.
Anzi, a questo proposito, vorrei invitare
tutti i nostri lettori a darci una mano inviandoci “materiale del genere”, per
evitare che una nostra possibile dimenticanza possa far sminuire l’ampiezza
delle “affermazioni-smentite” di colui
che “lavora per noi” a Palazzo Chigi.
31 ottobre 2005. A Washington,
parlando con i giornalisti dopo
l'incontro con il presidente Usa,
dice: "Bush teme un cambio di
governo
in
I t a l i a " . Luigi Barbato
Vittorio Zucconi di Repubblica,
gli chiede: "Presidente, a scanso di equivoci, lei ci
sta dicendo che il presidente Bush ha espresso a lei
una preferenza elettorale contro il centro sinistra
?”.
Il premier, allora, precisa: "Non mi ha detto esattamente così Bush, ma è evidente che sentendo le dichiarazioni dei leader della sinistra che affermano
che se vincessero le elezioni farebbero come Zapatero ritirando le truppe dall'Iraq, basta fare uno più
uno per capire come la pensa il presidente americano. Come sempre gli Stati Uniti non interferiscono
nei problemi interni di altri paesi, specialmente nei
Risanamento Alitalia.
29 aprile 2005: Berlusconi annuncia che il piano di risanamento dell'Alitalia è stato accettato dalla Commissione europea.
Immediata la smentita di Bruxelles: "Nessuna decisione è
stata presa".
Andare a Nassiriya.
26-3-2004 "Non sento alcun
bisogno di andare a Nassiriya,
sarebbe solo una operazione
dimostrativa e retorica".
Il 10 aprile Berlusconi va in visita a Nassiriya.
Unto e bisunto.
9-3-2004 "Io unto del Signore? Non ho mai pronunciato
questa sciocchezza".
25-11-1994 "Io sono l'unto del
Signore, c'è qualcosa di divino
nell'essere scelto dalla gente. E
sarebbe grave che qualcuno
che è stato scelto dalla gente,
l'unto del Signore, possa pensare di tradire il mandato dei
cittadini"
Lifting forzato.
27-1-2004 "Io il lifting non lo volevo fare. Sono stato
tirato dentro a farlo. È stata Veronica a spingermi a
fare il lifting".
Poi Veronica lo smentisce: "Il lifting è stata un'idea
sua".
Fascismo buono
4-9-2003 "Mussolini non ha mai ucciso nessuno: gli
oppositori li mandava in vacanza al confino"
(Continua a pagina 7)
20 Novembre 2005
INTERNI
Giustizia e Libertà
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Autosmentite di Berlusconi
dia termini precisi a Saddam e stabilisca l'intervento militare se Saddam non
(intervista a 'The Spectator',).
dovesse accettare la risoluzione"
17-9-2003 Berlusconi cerca di smorzare l'intervista 16-10-2002 "Con realismo bisogna diallo 'Spectator': "Eravamo alla seconda bottiglia di re che non c'è alternativa alle due risochampagne".
luzioni dell'Onu ".
19-9-2003
Ma gli intervistatori lo smentiscono:
"Abbiamo bevuto solo tè freddo".
(Continua da pagina 6)
Nesta mai
23-8-2002 "Comprare Alessandro Nesta? Sono cose che non hanno più nulla di economico, di morale.
Nella stessa intervista a "Spectator", il premier disse Nel calcio abbiamo sbagliato tutti, ora basta".
anche che i magistrati: "Per fare i giudici bisogna L'indomani il Milan annuncia l'acquisto di Nesta.
essere dei disturbati mentali".
Protestarono un po' tutti: dall'Anm, alle sorelle di FalLegge Cirami
cone e Borsellino.
31-7-2002 "Non capisco tutta questa fretta per la
Fini parlò esplicitamente di "gaffe".
Allora spiega: "Io non sono un politico, non bado legge Cirami sul legittimo sospetto"
alle critiche. Dico quello che pensa la gente". 30-8-2002 "La legge sul legittimo sospetto è una
priorità per il governo"
Giudici matti.
Legge Gasparri.
Berlusconi, uscendo dal Quirinale, annuncia che Ciampi è d'accordo sulla legge Gasparri.
Il Quirinale smentisce: "Non ne abbiamo mai parlato"
2-8-2003 erlusconi deve rettificare dando la colpa ai
giornalisti.
Ok dall'Europa
10-10-2001 "Ho fatto un'esposizione sommaria della legge finanziaria e ho trovato un'ottima accoglienza sia da Prodi sia dal commissario Pedro Solbes".
25-9-2003 Prodi cade dalle nuvole. Solbes lo smentisce.
25-9-2004 Berlusconi fa retromarcia: "Io ho illustraLodo Maccanico.
30-6-2003 “Io non c'entro nulla con questo Lodo: è to l'azione del mio governo, Prodi e Solbes mi hanstata un'iniziativa autonoma del Parlamento, soste- no ascoltato in silenzio".
nuta dal presidente della Repubblica".
Immediata la smentita del Quirinale, cui segue la pre- Scontro di civiltà
cisazione del sottosegretario Paolo Bonaiuti: "Il lodo 26-9-2001 "Noi dobbiamo essere consapevoli della
Maccanico è una iniziativa parlamentare. E a que- superiorità della nostra civiltà... Dobbiamo evitare
sta proposta il presidente della Repubblica è ovvia- di mettere le due civiltà, quella islamica e quella
mente estraneo".
nostra sullo stesso piano... La nostra civiltà deve
estendere a chi è rimasto indietro di almeno 1.400
anni nella storia i benefici e le conquiste che l'OcciConflitto di interessi.
5-5-2001 "Il conflitto d'interessi sarà risolto nei dente conosce."
primi cento giorni del mio governo"). "Il conflitto 2-10-2005 Poi di fronte alla richiesta di scuse presend'interessi è una leggenda metropolitana" tata da una serie di governi arabi dice al giornale
19-12-2003 La legge sul conflitto d'interessi non è 'Asharq al-Awsat' "Perché dovrei scusarmi? Per
qualche cosa che non ho detto? Non ho detto nulla
stata ancora approvata.
di sbagliato, loro (alcuni giornalisti, ndr) mi hanno
fatto dire qualche cosa che non ho detto".
Condono per gli altri.
30-12-2002 "Mediaset non farà alcun ricorso al
condono fiscale".
Cinque mesi dopo ‘L'espresso’ scopre che Mediaset
ha regolarmente fatto ricorso al condono, risparmiando
circa 120 milioni di euro di imposte.
Un anno dopo accade di nuovo.
Armi sì, armi no.
16-10-2002 "Credo che ormai in Iraq non ci siano
più armi di distruzione di massa"
17-10-2002 "Non ho mai detto che Saddam non ha
armi di distruzione di massa. Dico solo che ha avuto
il tempo di distruggerle o di metterle da qualche
altra parte".
Guerra senza Onu
da Claudio ([email protected])
Ma dicono gli esperti che e' una tattica ben precisa che
si articola cosi': I gruppi di studio (focus) della sua
campagna gli suggeriscono una frase che lui butta la'.
Qualche giorno dopo fa fare un sondaggio sull'effetto
della frase, se questo e' negativo se ne esce con la consueta dichiarazione " mai detto che......" se è parzialmente negativa, corregge.
Quindi non andrei tanto dietro a quello che dice per
non farsi rincorrere dalle sue esternazioni (dicasi
ca**ate).
Non mi meraviglierei che finisse la sua carriera di, ahinoi, presidente del consiglio con una frase tipo "mai
detto che volevo fare il presidente del consiglio ! !"
Luciano Iosa
14-9-2002 "Se Saddam non cede, l'attacco sarà a ([email protected])
gennaio e sarebbe inutile una seconda risoluzione da: [email protected]
come chiede la Francia, sarebbe un nonsenso".
25-9-2002 "Siamo per una risoluzione dell'Onu che
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Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana
A QUANDO IL
PROSCIUGAMENTO DEL DEBITO
PUBBLICO
CON LA CARTA ASSORBENTE ?
di Michele Serra
(www.repubblica.it)
Il Berlusconi non fa più notizia. Fino a poco tempo fa,
se avesse garantito in un discorso pubblico «una casa
per tutti», si sarebbe meritato almeno qualche editoriale di prima pagina contro le promesse a vanvera, e
una manciata di dichiarazioni irridenti e/o acide da
parte dell´opposizione.
Oggi, una sparata del genere fa appena un poco di colore, passa in archivio senza che nessuno abbia più voglia di entrare nel merito o di polemizzare….
di Jacopo Jacoboni
(www.stampa.it)
La passione di far case, quella l’ha sempre avuta. E
anche se adesso parla di case popolari e invece trent’anni fa costruiva alloggi residenziali, è pur vero che in
un’altra vita Silvio Berlusconi costruttore di case veniva lodato per la sua «filosofia dell’abitare» da architetti e intellettuali di sinistra. Ne è passato di tempo
LA NOTTE ROCK DEL
CAVALIERE
di Maria Grazia Bruzzone
(www.stampa,it)
Ha cantato sul palco le canzoni del suo repertorio cominciando dalla prima, Pigalle, che gli ricorda Parigi,
«quando di giorno studiavo alla Sorbona e la sera cantavo per mantenermi», e poi ha perfino ballato, circondato da ragazze che lo volevano abbracciare e un po’
lo hanno fatto…
E, richiesto a gran voce dagli astanti al grido di
«Silvio! Silvio!», chiamato a sè il fedele Mariano Apicella ad accompagnarlo con la chitarra, si è concesso….
Ed è lì che, preso dalla foga, il Cavaliere è sceso dal
palco per improvvisare passi di danza, le ragazzine in
delirio che lo baciavano, tante braccia alzate coi telefoni in mano a immortalare l’attimo. Un trionfo….
A Sorrento solo facce felici. Renato Brunetta, raggiante ed emozionato, trova persino la sconfitta elettorale di Bolzano, piccola ma recentissima, come una
bella prova offerta dal partito. «Lì è andata benissimo».
Una domanda, Dell´Utri: perché i giovani si fanno
guidare da un vecchio?
L’ENERGIA DEL CAVALIERE
ATOMICO: IL PETROLIO DI BUSH
E IL GAS DI PUTIN
da DAGOSPIA
«Buona domanda. E´ una questione che dovremo
risolvere».
Qual è il Berlusconi più energico ?, quello che canta e
balla fino alle due di notte con il chitarroso Apicella in
una discoteca forzista di Sorrento, oppure quello che al
congresso dei notai di giovedì scorso rilancia il nucleare
“perché siamo tributari da altri paesi per il petrolio e
per il gas”? Dagospia non ha dubbi…
L’energia che interessa il Cavaliere atomico è quella
che arriva da altre fonti e da mani “amiche”, magari
americane, magari russe. Petrolio e gas, ecco il vero
business per un imprenditore di razza come lui, un
business dove la domanda del mercato è sempre più
forte, i margini sono altissimi e i concorrenti in Italia
sono pochi. Scriva pure Mediobanca, che Fininvest
pensa ai telefonini, e Marina con Piersilvio possono
continuare a sognare la “convergenza” che lui stesso
ha suggerito tra telecomunicazioni e media radiotelevisivi. Ma quello che interessa davvero al BerlusconiPaperone è l’energia…
di Vittorio Feltri
“Pura demagogia… c’è modo e modo di sparare
balle… le case per esserci ci sono, ma tu Silvio dove sei, sulla Luna ?”.
Con un editoriale al vetriolo il direttore di “Libero”
ha fatto letteralmente a pezzi lo spot elettorale del
premier e ha ricordato che la Casa è delle Libertà, non
dei palazzinari.
Non la pensa così Renato Brunetta:
“Avere una proprietà per una famiglia indigente
-ha detto Brunetta al “Messaggero” del superpalazzinaro Caltagirone- può diventare l’inizio di libertà e
di superamento della povertà”.
ARRIVANO I LEGIONARI
AZZURRI
(www.repubblica.it)
Berlusconi vuole assoldare un esercito di 180 giovani
che dovranno lavorare per il successo di Fi alla elezioni.
Ne son previsti 180 mila, un vero esercito. È anche su
di loro che Silvio conta per rovesciare i pronostici che
lo danno per sconfitto alle prossime elezioni.
Quali saranno i compiti dei "legionari"?
Dovranno darsi da fare per creare gruppi di quattrocinque ragazzi che vadano a leggere nelle case, nelle
parrocchie, nelle fabbriche, l'opuscolo che, promessa
di Silvio "invieremo in tutti i collegi elettorali sui
crimini del comunismo e le complicità del Pci".
I legionari dovranno inoltre "organizzare tornei di
calcio a cinque", "concorsi di bellezza con l' elezione di Miss Libertà", "diffondere il messaggio di
Silvio Berlusconi (porta a porta)" e predisporre
"rappresentazioni teatrali del Libro Nero del Comunismo".
La rappresentanza femminile dovrà invece "curare
l'iniziativa 10,100,1000 un thé alle 5 con Silvio".
Infine sarà compito della perfetta donna azzurra
"curare la distribuzione del CD: parole d'amore
del Presidente".
Dite che tutto ciò è abbastanza ridicolo ?
(Continua a pagina 9)
INTERNI
20 Novembre 2005
Giustizia e Libertà
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L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana
Berlusconi-Prestigiacomo, scontro
Case per tutti, Prodi a Berlusconi "Sì, in Cdm - Il ministro per le Pari
opportunità chiede di reintrodurre
solo per ricchi e per gli stallieri"
le quote rosa.
Dura replica del leader dell'Unione allo
(Continua da pagina 8)
slogan del Cavaliere. "Ora avranno tutti
un'attività edilizia: Lunardi coi tunnel, il
Cavaliere coi cactus e Dell'Utri con i suoi
amici". Pecoraro Scanio: "Case per tutti sì,
ma abusive...". Bondi: "Parole squallide
da www.repubblica.it
«Sono cinque anni che Berlusconi usa questo
metodo e ha perso tutte le elezioni che si sono
svolte dopo il 2001: se parte così rischia di battere il naso anche questa volta...»
(Piero Fassino, segretario dei Ds, commentando le
parole di Berlusconi sulla necessità di garantire una
casa per tutti. Annuncio che Fassino giudica «solo
propaganda».)
«Silvio Berlusconi è senz'altro rock, non solo
per quello che dice, ma anche per come canta....»
(Marcello Dell'Utri, senatore di Forza Italia, commentando la notte di festa dei Circoli azzurri a cui ha partecipato anche il premier in versione sia di politico sia
di chansonnier al fianco di Mariano Apicella)
«L'antifascismo più ottuso ha avuto un ritorno di
fiamma quando ha vinto Berlusconi».
Giampaolo Pansa
ANSA
''Sono libero grazie a Dio e liberale grazie a Silvio''
E’ la scritta su una delle magliette nere in vendita negli stand allestiti al convegno del 'circolo giovani' di
Marcello Dell'Utri che si apre oggi a Sorrento…
12 Nov
di Lorenzo Fuccaro (www.corriere.it)
… Ma la Prestigiacomo scatta («Questo non è un mio
capriccio, c’era un impegno preciso») e fa per andarsene. E il Cavaliere: «Stefania, ti prego, non fare
la bambina». E lei: «Non ti permetto di dire che
faccio la bambina...». E scoppia in lacrime. Lascia la
sala ed è subito seguita da alcuni colleghi, tra gli altri,
raccontano, Bonaiuti e Fini, che tentano di rincuorarla.
Enzo Biagi
Berlusconi si girò verso mia moglie e le disse: «Ho
fatto più la corte a suo marito che alle donne».
Lucia rispose: «Si vede che lei non è il suo tipo».
Quando non c’era Lui
di Massimo Granellini (www.stampa.it)
Il cavalier Benito Mussolini è riuscito a evadere dal
manifesto con cui Forza Italia saluta l’anniversario
della caduta del Muro.
Accanto a Hitler, Stalin, Castro e Saddam, despoti con
tutti i quarti di tirannia in regola, sul papiro berlusconiano ha trovato spazio Bin Laden, che dittatore tecnicamente non è, facendogli difetto uno Stato o una trasmissione domenicale su cui esercitare il potere assoluto.
Nessuna traccia invece della Buonanima, l’unico autocrate che l’Italia abbia saputo sfornare negli ultimi
cento anni, se si escludono Arrigo Sacchi e la moglie
di Celentano.
L'ostacolo che ferma il galoppo
del Cavaliere
di Eugenio Scalari (www.repubblica.it)
«Stiamo lavorando a un grande progetto per costruire abitazioni per tutti. È qualcosa di assolutamente possibile, di realistico che non richiede molto tempo. Lo comunicheremo negli ultimi mesi della campagna elettorale».
« In Italia lavorano 4 italiani su 10, 1600 ore all'anno contro le 1700 all'anno degli Stati Uniti. Dobbiamo convincerci che alcuni Paesi lavorano un bel
pò di più. Noi amiamo l'edonismo e siamo diventati
un pò edonisti: certi lavori non ci attirano più, non
facciamo più il militare, non si trovano infermieri...»
Stando ai giornali, l'abbiamo appena ricordato, Ciampi
ha eccepito dubbi di diversa gravità su tutte le tre leggi
già formulate o progettate.
Ma Berlusconi ha negato contrasti col presidente della
Repubblica, ha concesso approfondimenti sulla "salva
Previti", ha rinviato la questione della "par-condicio".
Sulla riforma elettorale, invece, ha pronunciato la storica frase "Noi tireremo dritto" (che non ha mai portato fortuna a chi la usò prima di lui).
Nigergate
«È assolutamente infondato che abbiamo dato delle motivazioni a Bush per fare la guerra. Non volevamo la guerra, abbiamo lavorato per evitarla. La
sinistra, sostenuta da importanti giornali, con articoli e vignette. ha dato per certo che l'Italia abbia
dato la scusa all'America. È assurdo»
di Marco Travaglio (www.repubblica.it)
CARTA CANTA
"L'Occidente deve avere la consapevolezza della
superiorità della sua civiltà che ha garantito benessere largo ai popoli e il rispetto dei diritti umani, di
(Continua a pagina 10)
10 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana
(Continua da pagina 9)
quelli religiosi, che non c'è nei paesi islamici, il rispetto dei diritti politici".
(Silvio Berlusconi, Berlino, 26.09.2001)
"Mi hanno frainteso, io parlavo dei fondamentalisti e non del mondo islamico in generale. E' la solita strumentalizzazione della sinistra".
(Silvio Berlusconi, la Repubblica, 28.09.2001)
"Non c'è stato nessun rinvio del pacchetto sicurezza. Visto che non ci sono pericoli immediati, la
prossima settimana lavoreremo insieme per verificare le misure già in atto e vedere cosa aggiungere".
(Silvio Berlusconi, 16.07.2005)
"Non abbiamo informazioni di attentati imminenti
e dunque non c'è urgenza".
(Silvio Berlusconi, CorSera, 17.07.2005)
"Ci sono 13 mila obiettivi sensibili che sono sotto
controllo. Siamo nella massima allerta".
(Silvio Berlusconi, 28.07.2005)
"Ho ben altro in mente. Io sono oggetto di una minaccia diretta. Un kamikaze allo stadio contro di
me. Ma non è una questione di me. Qui c'è di
mezzo l'Italia. Come fate a non avere questa avvertenza ? Siamo esposti ad attacchi micidiali del
terrorismo. Io non rinnego nulla, espongo sempre
la verità per togliere pretesti propagandistici a chi
vuole organizzare stragi. Per questo evidenzio la
mia assoluta disponibilità al dialogo con i Paesi islamici".
(Silvio Berlusconi, Libero, 3.11.2005)
"Berlusconi in un colloquio mi dice di essere molto
amareggiato per le campagne d'odio contro di lui,
che incrementano il rischio per la sua vita. Forse in
Italia lo si ignora. Ma è una delle tre persone che
in Occidente sono considerate a massimo rischio.
Oltre a lui, ci sono Bush e Blair. Ha avuto una serie di minacce di morte. In tutto trentanove. Di esse, sei sono state ritenute particolarmente preoccupanti dalla nostra intelligence".
il manifesto che ha invaso i muri di Roma, viene un
solo dubbio: ma non avranno dimenticato un certo
ADNKRONOS, 04.11.2005
Mussolini ?
«Se tutti avessero fatto la vita che ha fatto Berlusconi, vivendo nelle sue condizioni o nelle sue splendide ville, forse si lavorerebbe volentieri anche a 75
anni. Certamente parlava a titolo personale»
Roberto Maroni, ministro del Welfare
SUOCERE
di Jena (www.stampa.it)
Quando D’Alema dice che Mussolini non andava fucilato ma sottoposto a un giusto processo, in realtà sta
parlando a nuora perché suocera intenda.
La suocera sarebbe Berlusconi.
Berlusconi: «Fra un po’ riabilitano
pure me»
da www.liberazione.it
«Meno male che hanno cambiato idea... ma intanto
continuano a commettere sia errori che infamie».
Così Berlusconi commenta le parole di Massimo D'Alema.
In un'anticipazione di Panorama, Berlusconi aggiunge
che «hanno linciato Craxi. Oggi Fassino lo inserisce
tra i padri del socialismo italiano. Non mi stupirei
se tra dieci o vent'anni riabilitassero anche me».
MENS NANA
IN CORPORE NANO
(Bruno Vespa, Libero, 4.11.2005)
Università di Padova
… a Padova, facoltà di Scienze politiche, c’è una nuova dottoressa da 110 e lode.
Ha 26 anni, si chiama Francesca Bellemo, e si è laureata dimostrando come Berlusconi sia un pericolo
per la democrazia.
Riprendete i libri di storia distribuiti nelle scuole dopo
che sono stati bruciati «quei fascisti» che cinque anni
fa ne avevano chiesto il ritiro per obiettiva faziosità
(ricordate il Camera-Fabietti?).
Sono identici ad allora, magari aggiornati sugli insuccessi del governo in carica.
di Red. (www.unita.it)
Hitler e Stalin. E poi Fidel Castro, Saddam, Osama
Bin Laden.
Silvio Berlusconi e Forza Italia manifestano per la
libertà e contro i dittatori del Novecento. Guardando
Cena su una terrazza romana
di Stella Pende (Panorama, 06.11.05)
Cena segreta su una terrazza romana nel tepore settembrino. Cade l’anno 2000, l’anfitrione Roberto
Zaccaria, presidente della Rai, invita il direttore generale Pier Luigi Celli e tutta la truppa del potere Rai
vivente nel centrosinistra, Il presunto gol? Cucinare,
secondo i racconti, Silvio Berlusconi e parenti armando una tv da combattimento prima delle elezioni.
(Continua a pagina 11)
INTERNI
20 Novembre 2005
Giustizia e Libertà
11
L’ultimo Berlusconi nella stampa italiana
(Continua da pagina 10)
Scrive Pittbull in sintesi: «Il ragionamento sarebbe
stato il seguente… entriamo nella campagna elettorale più difficile… è necessario impedire a quel mascalzone e mafioso del Cavaliere di prendere il potere… Come? … Impiegando uomini e risorse, reti
e giornalisti a fiancheggiare la campagna dell’Ulivo
contro l’arrivo dei barbari».
Bruno Vespa non poteva perdersi il caso e nel suo
tomo Rai la grande guerra 1962-2002, stufo delle accuse di berlusconismo televisivo («Ho dovuto ricorrere alla moviola con il rallentatore per convincere Celli
che non avevo “dato il cinque” a Berlusconi in tv»),
snocciola parola per parola la prosa di Pittbul. E aggiunge fatti e particolari piccanti.
E Zaccaria si arrabbia. Moltissimo. Querela Vespa e i
suoi emuli. A quel punto la leggenda della cena mistero pare sgonfiata. Fino a oggi.
IPSE DIXIT
Da: www.berlusconite.blog.excite.it
Il governo ha fatto miracoli attuando i cinque
punti del suo programma e facendo tante altre cose.
Ho passato in rassegna
in questi giorni tutti gli
atti del governo, non
ne ho visto uno che si
possa considerare un
errore, non c’è cosa
che non rifarei. Smentirò tutti coloro che diranno il contrario.
Credo francamente che
non si potesse fare di
più: guardo al futuro di
questo governo, di questa coalizione e anche
al risultato della legge
elettorale con grande
serenità e ottimismo.
kaze allo stadio contro di me». Parole di Silvio Berlusconi, riportate in un lungo colloquio con il fido Renato Farina, vicedirettore del quotidiano Libero. Alla
Procura di Milano, però, non si ha nessuna notizia dell’allarme lanciato dal premier. Nessuna segnalazione,
nulla di nulla. O forse una doppia bufala: magari, suggeriscono i magistrati milanesi, una segnalazione dei
servizi segreti giudicata poco attendibile dalla polizia
e per questo mai
arrivata sul tavolo
di un pubblico ministero. E poi sul
suo molto ipotetico
cambiamento
di
idea riguardo alla
guerra in Iraq: «Io
non rinnego nulla
espongo sempre
la verità per togliere
pretesti
propagandistici a
chi vuole organizzare stragi». La
smentita della Procura di Milano è
una prima risposta: di queste supposte verità l’Italia
farebbe volentieri a meno.
Giannelli
da: www.corriere.it
Fedele Confalonieri
a: MATRIX (Rai3)
Fedele Confalonieri:
«Berlusconi doveva dire uso scorretto e tendenzioso della tv invece che criminoso.
Avrà sbagliato. Ma perché nessuno si meraviglia
dei complotti anti Cavaliere ?
Un esempio ? Una certa cena da Zaccaria dove
l’intera falange di sinistra si preparava alla Rai in
campagna elettorale e dove Celli, che è un galantuomo, è andato via schifato».
FAllarme kamikaze a S. Siro
L’ultima “bufala” del premiere
di: red. (www.unita.it)
«Io sono oggetto di una minaccia diretta: un kami-
da: www.libero.it
«La vignetta di Giannelli sul Corriere della Sera la
ritengo un fatto gravissimo. Disegna Bush e me che
teniamo la pancia dal ridere mentre il presidente
americano dice: “E così hai detto che eri contrario
alla guerra”.
Si comunica al mondo la falsità»
(Silvio Berlusconi, a Libero, 03.11.2005)
12 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
Casa dolce casa e Tombeur de femmes
di Masaniello
Il nuovo assillo del cavaliere è la casa, per la verità lo è sempre stato, ha persino chiamato la sua coalizione
“Casa delle libertà”, dunque, è un motivo di riflessione costante che, all’interno del suo percorso personale ha
una notevole importanza.
Da imprenditore ha costruito case, belle, costose, recentemente abbiamo risentito una sua intervista nella quale
ci magnificava il suo operato edilizio con la modestia che lo contraddistingue.
Oggi si lancia, con la consueta foga a proporre “una casa per tutti” no, si corregge, solo per gli sfrattati, forse,
dico io, solo per gli ultra novantenni, possibilmente in precarie condizioni di salute, se accompagnati dal padre.
Si avvarrà dei suoi amici architetti per varare strutture abitative confortevoli, nel verde, con soluzioni all’avanguardia che, già all’epoca di Milano due, lo posero all’attenzione degli esperti mondiali del settore, così ci ha
detto.
Casa dolce casa, è il suo pallino, lui ne ha tante, lui, ricche, piene di cactus e teatri greci sia pure finti, pertanto
non può concepire che possa esserci qualcuno che ne sia privo, non potranno avere i cactus ma un piccolo prato
con piscina, diamine, spetta a tutti, e lui provvederà.
Incaricherà i suoi amici architetti, sempre quelli, gli stessi che dovevano rifare San Giuliano dopo il terremoto,
ricordate, si acquisteranno terreni a buon mercato magari qualche esproprio quà e là e giù subito un bel progettino di villette a schiera con centro commerciale annesso.
I pensionati al minimo che hanno confessato alle telecamere di essersi attrezzati in cantina, non potendosi permettere un affitto, con otto euro in tasca come dignitosamente hanno dichiarato, avranno la possibilità di vivere
in case da sogno, affacciarsi alle finestre e godere il panorama del giardino con la vasca delle ninfee, il cui mantenimento costa tutta la pensione di ogni singolo inquilino.
Casa dolce casa, che bello spot elettorale!
Già vediamo i manifesti, sei metri per tre con tante Napoli due, Roma due, Messina due e cosi via e lo slogan:
«una casa per tutti» da Silvio, buone elezioni.
*****
Quanto mi piace il … Silvio nazionale !
Sono affascinata, avvinta, per usare un termine gergale, “attizzata” da cotanta prestanza fisica e mentale.
Il panorama maschile, diciamoci la verità, non offre “chance” significative a noi donne, per cui quando ci capita di trovarci al cospetto di un uomo in tutti i sensi inteso, ci esaltiamo ed esultiamo
nonché palpitiamo per questo animale, metaforicamente parlando, in via di estinzione.
Ebbene Silvio è questo animale, forte e coraggioso, pronto a sfidare le avversità della vita, nel caso
specifico quelle politiche e giudiziarie, quelle dei nemici interni ed internazionali nonchè quelle economiche e sindacali.
Sfida i comunisti organizzati, le bande anarco insurrezionaliste assemblate con l’estremismo islamico
e il sud Tirolo, con particolare attenzione alle ultime vicende delle elezioni di Bolzano vinte dal centro
sinistra con l’apporto dei traditori della patria, gli ex democristiani UDC.
Ancora, non teme la criminalità organizzata e, “dulcis in fundo”, le velate minacce del suo amico Cesare Previti, ultima lancia affondata nel costato di questo novello Cristo in croce.
Questa fine legislatura, diciamolo avrebbe schiantato un bisonte tanto è stata travagliata.
Sul capo del presidentissimo sono caduti macigni che lui, da quel grande giocatore di calcio che è ha
palleggiato con abilità, alla Maradona, per dire, come Gustav Thoeni, ha fatto lo slalom tra le trappole
preparategli dagli avversari e dagli stessi alleati, sempre con il sorriso sulle labbra ma con la morte nel
cuore, io lo so, perchè ha una grande sensibilità e patisce la cattiveria umana.
Ritornando all’animale che è in lui, questo si manifesta via via con la dolcezza di un cucciolo di mastino o quando le circostanze lo richiedono con il barrito di un elefante, non a caso spesso dicono che
possiede il tatto di questo gigante della natura.
Il meglio però lui lo esprime al cospetto delle donne perché è lì che si scatena il carisma ed io posso
capirlo, come si può resistere quando con quegli occhi resi leggermente strabici dal tiraggio del lifting
penetra i tuoi pensieri quasi a chiederti, con un muto messaggio: per chi voterai baby alle prossime politiche ? Se lo darai a me il voto ti faro provare delle sensazioni che mai avrai provato nella tua stupida vita, finora.
Come non credere ad una prospettiva così esaltante, le donne irriverenti però potrebbero rispondere:
solo dopo dieci anni di astinenza, ma sarebbero delle squallide asessuate comuniste.
Silvio, rimembro ancora quella volta in cui, ad una manifestazione oceanica, mentre il tuo popolo ti
osannava, tu facesti quel gesto così ammiccante e pronunciasti la famosa frase facendo ruotare le dita
in modo birichino: noi “tombeur de fammes dicesti, …» che eccitazione, solo quelle parole basterebbero per riconfermargli il voto.
Dove lo troviamo più, noi donne una icona sessuale così, tacchi compresi, neanche Brad Pitt ci può.
God bless the womens in love !
♦
20 Novembre 2005
INTERNI
Giustizia e Libertà
13
Nei faldoni giudiziari fasci di intercettazioni telefoniche. Anche ai figli del sindaco Ciancimino
Cosa c’entrano l’Am,brosiano e Calvi e la Fininvest Grand Cayman ?
Restano opache le origini Fininvest.
La Signora dell’Utri e la sorella del boss
«Bisogna riaprire le indagini» sul serio. Pérché, spiegano i Pm nel ricorso presentato già alla
Corte d’Appello, sul manager di Publitalia già dannato in primo grado a 9 anni sono emerse
prove a carico che mostrano come sia considerato da Cosa nostra un «sicuro terminale»
di Marco Travaglio (www.unita.it)
Nove anni per concorso esterno in associazione mafiosa sono pochi, per Marcello
Dell’Utri.
Pochi in base agli elementi
già emersi nel processo di
primo grado, concluso in Tribunale l’11 dicembre 2004.
Pochi, a maggior ragione, se
si pensa alle nuove prove
affiorate a suo carico, che
dimostrano il suo ruolo di
«ambasciatore» di Cosa Nostra fino all’ anno scorso.
E questa la tesi del ricorso
depositato in Corte d’appello
dai pm Nico Gozzo e Antonio Ingroia, mentre i nuovi
difensori di Dell’Utri, Corso
Bovio e Nino Mormino, chiedono di assolvere il loro
cliente, senatore e membro
dei Consiglio d’Europa.
L’assegno di don Vito
La prima novità viene da una
telefonata del 5 marzo 2004
tra i figli del defunto sindaco
di Palermo Vito Ciancimino,
Massimo e Luciana.
Questa racconta al fratello
che l’ha chiamata «Gianfranco» (forse il viceministro
Micciché) per invitarla alla
convention per i 10 anni di
Forza Italia. Lì, dice lei, Gian
franco le farà conoscere Berlusconi. Massimo risponde
che potrebbe approfittarne
per restituire un assegno di
35 milioni che Berlusconi
passò al padre Vito, che lo
conservò fino alla morte in
una carpetta:
L: Minchia, mi telefonò
Gianfranco (...) mi arriva
un messaggio (..) Il 27-
marzo o Palermo per i 10
anni di Forza Italio viene
Silvio Berluscont L’stata
scelta Palermo perché è la
sede più sicura (...) Saremo 15 mila. Allora io (...)
ci scrivo sta messaggio:
«Rincoglionito, a chi lo
dovevi mandare questo
messaggio, sucunna mia
sbagliasti» (.). Mi risponde: «Suca». Mezz’orafa
mi chiama: «Minchia, ma
se una merda». Ci dissi:
«Perché sono una merda ?». Dice:L’ho mandato
a te siccome so che tu lo
vuoi conoscere».
M: E, digli che c’abbiamo
un assegno suo se lo vuole indietro
L: (ride) Chi, il Berlusconi ?
M: Si, ce l’abbiamo ancora
nella vecchie carpetta di
papà.
L: Ma che cazzo dici?
M: Certo.
L: Del Berlusca.
M: Sì, di 35 milioni, se si
può glielo diamo.
Ma nella perquisizione a casa
Ciancimino, la polizia giudiziaria l’assegno non lo trova.
Interrogato il 3 marzo 2005,
Ciancimino jr. conferma che
gliene parlò suo padre, ma
non dice dove sia finito:
«Sì me lo raccontò mio padre... Ma poi era una polemica tra me e mia sorella,
perché l’indomani invece
sono andato alla manifestazio ne
di
Fass ino».
I pm chiedono di risentirlo
nel processo d’appello contro
Dell’Utri.
Calvi
e la prima Fininvest
La sentenza di primo grado scrivono Ingroia e Gozzoevidenzia «la scarsa trasparenza delle origini della
Fininvest e non ritiene inattendibili i collaboratori che
riferiscono di immissioni di
denaro» di provenienza mafiosa.
Una novità viene da una consulenza del vicedirettore di
Bankitalia a Palermo Francesco Giuffrida per la Procura
di Roma, nell’indagine Calvi.
Fra le ultime operazioni del
Ambrosiano sè scoperta
«l’acquisizione di una partecipazione estera nella Capitalfin International Ltd»,
società guidata dal rappresentante Bnl Alberto Ferrari ed
amministrata da Gianfianco
Graziadei. Ferrari e Graziadei erano negli elenchi della
P2, come del resto Calvi.
Graziadei era dirigente della
fiduciaria Bnl “Servizio Italia”, «utilizzata più volte
dal gruppo Fininvest per
alcune delle sue operazioni
meno chiare».
Ma soprattutto “tra le partecipazioni a Capitalfin è stata rinvenuta una cointeressenza al 100% di (in periodo
immediatamente precedente
alla acquisizione di questa da
parte dell’Ambrosiano) in
una società denominata
Fininvest Limited Gran
C a y m a n » .
C’entrava qualcosa questa
Fininvest centroamericana
del 1974 con la Fininvest
italiana fondata nel 1975 da
Silvio Berlusconi, pure lui
iscritto
alla
P2?
Robinson Wroughton, incaricato di compiere accertamenti per conto dei liquidatori
dell ‘Ambrosiano Holding
Lussemburgo, ha confermato
ai pm che, si, «la Fininvest
Ltd Gran Cayman era del
gruppo Fininvest» e che ci
fu un «investimento in società ricollegabili a Fininvest• nei primi anni 70 dal-
(Continua a pagina 14)
14 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
La Signora dell’Utri e la sorella del boss
(Continua da pagina 13)
l’Ambrosiano Holding Lussemburgo».
Il figlio di Calvi, Carlo, ha
dichiarato: «Mio padre,
quando siamo andati alle
Bahamas nella prima metà
degli anni ‘70, mi riferì che
nella creazione della Capitalfm e della Finservice (da
parte del piduista Ferrari,
nda) vi erano interessi vicini
a Craxi e al Psi, che ricevevano finanziamenti (tramite
la Bnl, nda). Intorno agli
anni 1973-74, alle Bahamas,
mio padre fece dei riferimenti generici al fatto he
tra i beneficiari dei finanziamenti Bnl vi erano società
Fininvest».
Dunque -scrivono i pm«appare rilevante accertare
se Calvi, apprtenente alla
P2 e beneficiano di ingenti
finanziamenti da ambienti
mafiosi, abbia effettuato
investimenti nella Fininvest
nei primi anni ‘70, in epoca
immediatamente antecedente alle immissioni di denaro oggetto delle analisi
Giuffrida».
Cioè i misteriosi fmanziamenti alla Fininvest fra il
1974 e l’74.
Perciò chiedono ai giudici
d’interrogare Wroughton,
Giuffrida e Calvi jr.
L’amico siculosudafricano
Vito Roberto Palazzolo, classe 1947, nato a Palermo ma
residente in Sudafrica col
nome di Robert Von Palace
Kolbatshenko, uomo d’affari
e proprietario terriero, già
condannato per traffico di
droga al processo «Pizza
Connection, è ora imputato
per associazione mafiosa come presunto boss della famiglia di Partitico, avrebbe ospitato in Sudafrica e Namibia latitanti del clan Brusca e
«riciclato dénaro di prove-
nienza illecita»; continuerebbe a «coltivare interessi in
Sicilia tramite la sorella
Maria Rosaria detta Sara»,
pure lei ora imputata per mafia.
Proprio attraverso Sara, come
risulta da alcune intercettazioai, nel 2003
Palazzolo aggancia.
Dell’Utri e famiglia
per
«alleggerire la
sua posizione
processuale e
ammorbidire
le richieste di.
rogatoria e di
estradizione».
Perché proprio
Dell’Utri
?
P erché
scrivono i pm«è un esponente politico
di rilievo della
mag g io ranza»; ed è pure,
parola di Palazzolo, «già
convertito», cioè collegato
alla mafia.
L’intermediaria fra i due è
«una signora dell’alta società milanese, africana d’adozione: Daniela Palli», ora
indagata per favoreggiamento
con l’amico Paolo Pasini.
Il 30 maggio 2003 Palazzolo
chiama la sorella perché parli
con la Palli e contatti Dell’Utri.
Il 12 dicembre 2003 la Palli
racconta a Pasini i suoi colloqui con Miranda, moglie di
Dell’Utri:
P:
sa, (...) ti ricordi che a
luglio (...) ti chiesi se
Marcello poteva fare una
telefonata a questa Sara
Palazzolo ?» E lei mi ha
risposto: « l’ha fatta. (...)
Sì, risulta tutto, però io
non ho più le cose sottomano(..)». Ho dello:
«Questi qua continuano
a chiamarmi. Ci sono
problemi ?». E lei mi ha
detto: «No, Daniela perché te l’avrei detto subito, Marcello mi avrebbe
detto: dì a Daniela che io
queste persone non le
chiama Invece lui è interessato, se l’è presa nel
cuore». (...), E gli dico:
«Sara a luglio ha ricevuto la telefonata di Marcello”»(..).
Il contatto a cosa approda ? A degli affari o alla
D: Certo che è stato male, gli
pura conoscenza ?
hanno dato quattro by- D: No a risolvere, magari i
pass ha detto... e allora,
problemi di Roberto che
ho avuto una lunga consono anche quelli di
versazione.., con MiranMarcello, processi, cose
da che c’ha un sacco di
o non so che cosa.»
casini,.. A un certo punto, in famiglia proprio, le Il primo contatto fra Sara e
ho detto: «Miranda scu-
Dell’Utri risulta da una telefonata fra i due il 26 giugno
2003.
Per legge, non può essere
trascritta senza il permesso
del Senato: i pm lo chiedono,
ritenendola «assolutamente
necessaria per questo processo, in quanto Dell’Utri
accetta di incontrarsi con
Palazzolo, uomo d’onore di
Partinico, tramite la sorella».
In vista dell’incontro, Palazzolo indica alla sorella le cose da chieder e a l
«professore»: cioè a Dell’Utri.
«Palazzolo -spiegano i pmafferma con certezza di sapere che Dell’Utri ha rapporti risalenti con Cosa Nostra e sa dunque cosa fare.
Utilizza la frase convenzionale: “Non devi convertirlo,
è già convertito”... . Sara suggerisce Vito Roberto- deve chiedere a Dell’Utri i seguenti favori:
1) un intervento «al Ministero» per una faccenda processuale (Palazzolo cerca
un interlocutore in Via
Arenula: «per sapere più
o meno dove, deve andare questa cosa e cosa si
può fare qua e dopo all’avvocato cui andare a
bussare per avere un po’
di conforto in questa situazione a livello ministeriale»);
2) una pressione sulla Cassazione perché annulli il
mandato di cattura per
mafia a suo carico
(«vediamo di farla dare
a dei giudici competenti... scriviti cu sunnu i
magistrati, cu sunnu i
persone, cu sunnu i procuratori, cu sunnu i presidenti di Corte d’appello, scriviti tutto..»);
3) un’interrogazione parlamentare contro la
(Continua a pagina 15)
20 Novembre 2005
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Giustizia e Libertà
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La Signora dell’Utri e la sorella del boss
(Continua da pagina 14)
«persecuzione giudiziaria» di cui si dice vittima;
4) un intervento «a livello
governativo» con il Sudafrica perché «lascino in
pace» lui e l’amico Rocky
Agusta (figliastro della
Contessa Francesca morta
nel 2001 a Portofino),
coinvolgendo addirittura il
“Presidente”;
5) «la sorella dovrà riferire
al Senatore Dell’Utri che
“possono dare un contributo” e che lo stesso Palazzolo, consigliere finaziario per l’Angola può
rendersi utile per tutto
quel che può servire a
dei clienti suoi, sia nella
pesca sia nelle miniere o
nei lavori pubbici».
Dell’Utri potrebbe trovare
soci e capitali per appalti
stradali in Angola: «Può
portare tremila industriali
dall’ Italia... C’è una nazione da ricostruire, non ci
sono problemi, il governo ti
dà garanzie.. Ci sono già
cinque licenze per porti,
strade...».
Veronica, Silvio
e la discoteca
I contatti fra Palazzolo, Palli
è Miranda Dell’Utri proseguono e il 20 ottobre Vito
informa Sara che «abbiamo
parlato con uno del Dipartimento» di Giustizi Sudafricano. E la invita a informare
il Ministro della Giustizia
italiano».
Il 3 febbraio 2004 è prevista
una festa all’«Isola di White», una discoteca di Buccinasco, organizzata da Veronica Berlusconi per Miranda
appena diventata nonna. Ci.
saranno anche la moglie di
Previti e la Palli, che concorda con Pasini quel che deve
dire alla first lady: «Alla Veronica (. . .) dico che sto
collaborando con Michelini
in Africa.., vogliamo unire
le forze politiche e imprenditoriali.., i ministri.. . Il
Presidente deve appoggiarlo in qualche modo».
Michelini è Alberto, ex giornalista Rai, ora deputato forzista, membro dell’Opus Dei
come Utri e rappresentante
del premier Berlusconi per
l’Africa. Il “Presidente” è
Berlusconi.
Infatti l’indomani la Palli
racconta a Pasini che alla
festa Veronica le ha promesso di mandarle un autista a
ritirare una lettera da far recapitare a Silvio... Poi chiama Gaddo della Gherardesca
(il nobile toscano amicø di
Sarah Ferguson) per dirgli
che alla festa «io ho parlato
a Veronica dell’Africa» e di
Michelini: per l’affare africano «bisogna fare qualcosa,
sennò saranno i comunisti
a prenderla». Silvio deve
capire che «Va bene, ci sono
tanti problemi come la legge Gasparri, però è importante che l’Africa non finisca alla sinistra».
Pasini le dice di informare
Michelini e si raccomanda di
scrivere al premier una lettera
non troppo lunga. Poche ore
dopo la Palli gli legge stralci
della lettera: «Caro Presidente, sto collaborando sull’iniziativa presa nel Centro
Africa... mi sono permesso
di attivare la sua attenzione... sostegno e appoggio
morale che lei non ha mai
fatto
mancare...».
Poi riprende i contatti con
Palazzolo, che però ha saputo
di intercettazioni e raccomanda la massima prudenza al
telefono. Il 12 dicembre 2004
Daniela Palli gli dice che
Dell’Utri, pur impegnatissimo, è interessato a incontrarlo. In altre telefonate si parla
di una lettera di Michelini a
un ministro angolano per
annunciare una delegazione
d’imprenditori e politici italiani interessati a opere pubbliche.
Poi l’inchiesta diventa pubblica e all’improvviso l’allegra brigata smette di parlare
di Angola e Palazzolo.
Ma le intercettazioni bastano
-secondo i pm, che chiedono
di sentire al processo la Palli, Pasini e Sara Palazzolo- a
dimostrare che «l’allora latitante Palazzolo ben sapeva del ruolo di Dell’Utri
rispetto a Cosa Nostra» e
che «Dell’Utri nell’intero
universo di Cosa Nostra è
considerato un sicuro terminale al quale potersi
tranquillamente rivolgere,
senza il timore di essere
denunciati, per illecite interferenze su organi istituzionali».
Marco Travaglio
(www.unita.it)
La sentenza dei giudici: il fondatore di
Forza Italia, Marcello Dell'Utri,
“tramite” tra la mafia e Berlusconi
Fonte: La Repubblica
mantenimento, consolini''. Su questo punto ruo- damento e rafforzamentano le motivazioni delle to di Cosa nostra,
sentenza con la quale i alla quale
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giudici del tribunale di
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La sentenza della condan- Palermo hanno inche i i quanto
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m e z z i corso in associazione ma- ambienti dell'economia e
termini. Per i giudi- fiosa a Marcello Dell'Utri. della finanza, così agevoci il comportamento tenu- Il collegio scrive che ''la landola nel perseguito dal senatore forzista pluralità dell'attività po- mento dei suoi fini illeci''ha rafforzato Cosa no- sta in essere da Dell'Utri, ti, sia meramente econostra'' e la sua condotta è per la rilevanza causale mici che politici''.
stata quella ''di tramite espressa, ha costituito un Le motivazioni (1.768
volontario, pagine) sono state depositra gli interessi della ma- concreto,
(Continua a pagina 16)
fia e quelli di Berlusco- consapevole, specifico e
prezioso contributo al
Le motivazioni con cui il
senatore è stato condannato a 9 anni per associazione mafiosa
16 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
La sentenza: Marcello Dell'Utri, “tramite” tra la mafia e Berlusconi
(Continua da pagina 15)
tate ieri (13 luglio) dai
giudici della seconda sezione del tribunale presieduta da Leonardo Guarnotta (giudici estensori
Gabriella Di Marco e
Giuseppe Sgadari).
A sette mesi e due giorni
dalla lettura del dispositivo di sentenza nell'aula
bunker del carcere di Pagliarelli, il collegio ricostruisce il dibattimento, in
cui sono stati raccolti elementi probatori che hanno
consentito di far luce su
diversi episodi tra cui la
posizione assunta dal parlamentare ''nei confronti
di esponenti di Cosa nostra, sui contatti diretti e
personali con alcuni di
essi (Bontate, Teresi, oltre a Mangano e Cinà),
sul suo ruolo di costante
mediazione tra Cosa Nostra e gli ambienti imprenditoriali e finanziari
milanesi con particolare
riguardo al gruppo Fininvest''.
Il senatore in una nota dice
che ''da una sommaria
lettura della sentenza, mi
sembra di poter affermare che nonostante sette
mesi impiegati dal Tribunale per scrivere le
motivazioni, non si è andati oltre un acritico accoglimento delle tesi accusatorie. Tutta la mia
vita di formazione,di famiglia e di lavoro -aggiunge- dimostra il contrario di ciò che vorrebbero
provare 1.800 pagine inutilmente ripetitive''.
I giudici spiegano nei 18
capitoli delle motivazioni
che l'indagine dibattimentale ha avuto come oggetto
fatti, episodi e avvenimenti svolti nell'arco di quasi
un trentennio, e cioè dai
primissimi anni Settanta
sino alla fine del '98,
quando il dibattimento era in corso
da circa un anno, e
ha esplorato le condotte tenute da Dell'Utri e dal coimputato Gaetano Cinà,
anche lui condannato lo scorso dicembre.
E' stato analizzato
l'evolversi della carriera di Dell'Utri: da
giovane laureato in
''a
giurisprudenza
modesto ma ambizioso impiegato di
un istituto di credito di un piccolo paese della provincia
di Palermo'' e a
collaboratore
''dell'amico Silvio
Berlusconi (sirena
al cui richiamo non
aveva saputo resistere rinunciando ad un
sicuro posto in banca e
allontanandosi definitivamente dalla natia Palermo)''. Poi ad amministratore di una impresa in
stato di decozione, del
gruppo facente capo a Filippo Alberto Rapisarda
''con il quale ha intrattenuto, per sua stessa ammissione, un rapporto di
amore-odio''.
E ancora: ideatore e creatore ''della fortunata concessionaria di pubblicità
Publitalia, polmone finanziario della Fininve-
st'', organizzatore ''del
nascente movimento politico denominato Forza
Italia'', e deputato nazionale nel 1996, parlamentare europeo nel 1999 e, infine, senatore nel 2001.
Il collegio si sofferma sul-
compiaciuto di Stefano
Bontate e Girolamo Teresi, all'epoca due degli
uomini d'onore più importanti di Cosa nostra a
Palermo''.
la ''funzione di 'garanzia'" svolta nei confronti
di Silvio Berlusconi, il
quale temeva che i suoi
familiari fossero oggetto
di sequestri di persona,
adoperandosi per l'assunzione di Vittorio
Mangano presso la villa
di Arcore dello stesso
Berlusconi, quale 'responsabile' e non come
mero stalliere, pur conoscendo lo spessore delinquenziale dello stesso
Mangano sin dai tempi
di Palermo (e, anzi, proprio per tale sua qualità), ottenendo l'avallo
Il collegio ha concluso
dicendo: ''Non è dato sapere quale sia stato il
motivo di questo atteggiamento del collaborante; sta di fatto che il Collegio, a fronte di tutte le
risultanze probatorie acquisite, non ritiene di
poter considerare le dichiarazioni di Giovanni
Brusca come un valido
ed affidabile contributo
alle tesi in difesa del senatore Marcello Dell'Utri''.
Il Tribunale ritiene, infine,
che il pentito Giovanni
Brusca non abbia voluto
fornire ''uno spontaneo
e leale contributo all'accertamento
della
verità, sostanzialmente
cercando di consegnare
alle parti processuali
elementi di valutazione
nell'uno e nell'altro
senso, evitando di accusare direttamente l'imputato, pur indicando
parecchi dati utili al
pm, aiutando la difesa
ma alzando pericolosamente il tiro molto in
alto, alludendo pesantemente a contatti diretti
tra Mangano e Berlusconi nel 1994 ed indiretti tra quest'ultimo
ed amici del boss di
Porta Nuova''.
Fonte: la Repubblica
Tentata estorsione, Dell'Utri condannato
a 2 anni di reclusione
Secondo i giudici il parlamentare di Fi ha "obbligato" il presidente della squadra di Basket
di Trapani a dargli dei soldi
da la Repubblica (27 aprile 2004)
Riteniamo utile ripub- sano aver dimenticato
blicare questo articolo questo episodio del
che oramai risale a cir- “nostro”
ca 20 mesi or sono,
* * *
specie per quanti pos-
Due anni di reclusione:
questa la pena che la quarta sezione del Tribunale
penale ha inflitto al parlamentare di Forza Italia
Marcello Dell'Utri, dichiarato colpevole di tentata
estorsione. Analoga pena,
due anni di reclusione, è
(Continua a pagina 17)
20 Novembre 2005
INTERNI
Giustizia e Libertà
17
Tentata estorsione, Dell'Utri condannato a 2 anni di reclusione
(Continua da pagina 16)
stata inflitta al coimputato
Vincenzo Virga, che deve
rispondere di concorso
nello stesso episodio.
La vicenda riguarda la
sponsorizzazione della
Pallacanestro Trapani all'inizio degli anni Novanta
ed è una costola del procedimento intentato a Palermo contro dell'Utri trasferito a Milano per competenza. Secondo il capo
d'imputazione, Marcello
Dell'Utri, nella veste di
presidente di Publitalia,
avrebbe disposto per la
sponsorizzazione della
società sportiva lo stanziamento di un miliardo e
mezzo di lire, ma poi ne
avrebbe chiesto la restituzione di circa la metà.
Secondo i giudici per ottenere questa somma, Dell'Utri ha chiesto la collaborazione di Virga, attual-
mente detenuto
per altre vicende
giudiziarie
di
mafia: in particolare Virga è
indicato come
c a p o mandamento di
Trapani.
Il parlamen tare
di Forza Italia
ha sempre negato ogni circostanza illecita, fornendo una sua spiegazione dei fatti.
Ma i pm sono di diverso
avviso e ritengono che
"proseguendo nell'opera
estorsiva, Dell'Utri, sempre secondo il capo d'accusa, sarebbe intervenuto sugli operatori del
mercato delle sponsorizzazioni per 'convincerle'
a non sponsorizzare la
società
Pallacanestro
Trapani, per l'annata
sportiva 1991-'92, co-
stringendo così
la stessa società
a
partecipare
senza
alcun
sponsor al campionato, al fine
di costringere
Vincenzo Garrafa a versare
le somme richieste".
Nel corso dell'istruttoria
dibattimentale sono stati
citati come testimoni anche Jerry Scotti e Maurizio Costanzo: il primo è
venuto in aula e ha deposto, il secondo non si è
presentato.
Al termine della requisitoria il pubblico ministero
Maurizio Romanelli aveva
chiesto la condanna di entrambi gli imputati a due
anni e sei mesi di reclusione.
Oggi ci sono state le repli-
che sia da parte della pubblica accusa che della parte civile (l'ex parlamentare
repubblicano Vincenzo
Garraffa nella veste di
presidente, all'epoca dei
fatti, della Pallacanestro
Trapani).
Alle voci d'accusa hanno
replicato i difensori, ribadendo la richiesta di assoluzione.
La sentenza è stata emessa
dopo quattro ore di camera di consiglio.
Al momento della lettura
del dispositivo da parte
del presidente del Tribunale, Edoardo D'Avossa,
in aula non erano presen
ti i due imputati.
Le difese ricorreranno
in appello.
da La Repubblica
(27.04.2004)
L’attuale crisi politica ha un lungo passato
(Continua da pagina 1)
notevole spessore, ma ce
ne corre da qui a pensare
che potesse governare un
paese, non una semplice seppur mastodontica, multiforme impresa (di cui la
magistratura sembra sempre più interessata a scoprirne le reali origine, cfr.
pag. 13 di questo stesso
numero)-.
Impresa che -se la memoria non ci tradisce aveva i
suoi bilanci al “minimo
storico”, quando lui scese
in campo e che, miracolosamente al giorno d’oggi è
l’unica in Italia che presenta incrementi economici strabilianti, anno dopo
anno.
Ci sarebbe da chiedersi
non solo come si sia arrivati a tanto, ma innanzi
tutto, come è stato possibile che un individuo del
genere fosse eletto in parlamento.
E queste nostre “perples
sità” trovano un’ampia ed
esauriente risposta nell’
approfondita serie di notizie che ci viene fornita da
«Wikipedia, l'enciclopedia libera» (consultabile
sul sito: http://it.wikipedia.org/wiki/Silvio_Berlu
sconi) da cui apprendiamo, testualmente:
«Nel 1994 Silvio Berlusconi entra in politica
fondando Forza Italia, un
nuovo movimento e partito politico.
L'entrata in politica avvenne in un contesto
sfavorevole per il gruppo Fininvest di Berlusconi, che già da circa
due anni doveva far
fronte a debiti largamente maggiori del capitale,
a varie inchieste giudiziarie e ad un arresto
delle entrate pubblicitarie televisive.
Secondo il rapporto annuale di Mediobanca i
debiti del gruppo Berlusconi nel 1992 ammontavano a 7.140 miliardi di
lire (2.947 finanziari a
medio e lungo termine,
1.528 a breve termine e
2.665 commerciali).
Il capitale netto della società ammontava invece
a ‘soli’ 1.053 miliardi di
lire.
Nel 1993 gli introiti pubblicitari televisivi, dopo
lunghi anni di elevata ed
initerrotta crescita, si
arrestano
registrando
crescita zero.
Fra il 1992 ed il 1993 la
Fininvest è oggetto di
varie inchieste giudiziarie da parte delle procure di Milano, Torino e
Roma, riguardanti presunte tangenti (ai partiti
per la gestione delle discariche lombarde e per
le licenze del supermercato Le Gru di Grugliasco, a funzionari pubblici per la vendita dei
«palazzi d’oro», e altre
ancora per gli spot sull'AIDS), le false fatture di
Publitalia, i finanziamenti ai congressi di partito
e le frequenze televisive.
Il 26 Gennaio 1994 Berlusconi trasmette in tv
un discorso preregistrato di nove minuti, in cui
annuncia agli italiani il
suo ingresso in politica.
In seguito sostenne più
volte che il motivo della
sua "scesa in campo"
era di scongiurare il
"pericolo
comunista",
cioè la vittoria dello
schieramento di centrosinistra.
La questione
dell'ineleggibilità
Il suo debutto politico
inizia all'insegna dei cavilli. Silvio Berlusconi,
infatti, per la mai abrogata legge 361 del 1957
(che all'articolo 10 afferma: “Non sono eleggibili
(...) coloro che (...) risultino vincolati con lo Stato (...) per concessioni o
autorizzazioni
amministrative di notevole entità economica") risulta
ineleggibile.
Tuttavia, la Giunta per le
elezioni, anche grazie ad
una parte degli esponenti dei PDS del neosegretario Massimo D’Alema, decise di rigettare
il ricorso, permettendo
l'ascesa politica di Berlusconi.»
Oramai, come afferma un
vecchio adagio popolare,
«è inutile piangere sul
latte versato», ma che
almeno questo ci serva da
(Continua a pagina 18)
18 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
L’attuale crisi politica ha un lungo passato
(Continua da pagina 17)
lezione, per il presente ed
ancor più per il futuro.
E torniamo ad illustrare la
nostra tesi.
Il luglio 2004 è stato il primo chiarissimo e deflagrante segno dell’inizio
della crisi del Berlusconi2, perché in quella sede
dovette sottostare -chi sa
come mai- alla volontà di
Fini, ma quell’occasione agli italiani attenti alle
questioni politiche- il Silvio nazionale dimetico
delle sue origine meneghini, mostrò che il soggiorno
ad Arcore dello stalliere
Mangano gli aveva pur
insegnato qualcosa, infatti
dimenticandosi il suo solito sorriso a 72 denti, affrontò con cipiglio mafioso l’on Follini (Cfr GL, n°
73) dicendogli «…Marco,
continua così e vedrai
come ti tratteranno nei
prossimi giorni le mie
televisioni…»
E da quel momento il governo, in realtà entrò in
fibrillazione continua.
Ma non è tutto.
Il premier dovette rinunciare a Tremonti e, tanto
per cambiare assunse il
dicastero dell’Economia
ad interim (dopo aver già
retto per circa 9-10 mesi
l’interim degli Esteri) ma
il suo soggiorno nello studio di Quintino Sella fu di
brevissima durata, pare
infatti che il Presidente
Ciampi gli abbia fatto capire, senza mezzi termini,
che doveva al più presto
trovare un sostituto a colui
che tutti chiamano “il ragioniere fiscalista esperto
in elusioni ed evasioni
fiscali”.
Ma siccome il bauscia
“mafioso berluskaz” co-
me affettuosamente lo aveva chiamato per anni il
suo fido Umberto Bossi, è
sempre vittima e soggetto
alle volontà del Senatùr,
giunto stentatamente al
Berlusconi-3, fece rientrare il Tremonti al governo
nominandolo
vicepresidente del Consiglio.
E da qui, al siluramento
dell’onesto Siniscalco ed
al reintegro di Tremonti, il
passo è stato brevissimo.
D’altra parte la partecipazione dell’inventore della
“economia creativa” al
governo si rendeva sempre
più necessaria, chi, infatti,
tranne lui sarebbe stato in
grado nel giro di poco più
di una ventina di giorni di
elaborare non solo una finanziaria, ma anche 2
(leggete bene: DUE) manovre correttive al bilancio
dello Stato ?
Nel frattempo il premier è
riuscito nell’esercizio ginnico più difficile, una sorta
di “triplice salto mortale,
con avvitamento ed entrata in acqua carpiata”:
ha fatto approvare -dinanzi ai suoi occhi indagatori
-seppur un po’ strabici,
come taluni diffamatori
asseriscono, per colpa del
“lifting” oramai in fase
discendente- la “ex-Cirielli” non solo per il suo amico Previti, ma innanzi tutto per se stesso, per i suoi
figli Marina e Piersilvio e
13 dirigenti di Mediaset
(il processo che si sta aprendo a Milano sull’acquisto dei diritti televisivi
su pellicole della WB acquistati in America) e la
cosiddetta “Devolution”
tanto cara al suo sodale
Bossi.
Leggi queste due che, pare, non avranno per nulla
vita facile, visto che la pri-
ma risulterebbe “incostituzionale” e la seconda,
persino le pietre sanno,
verrà
annullata
dal
“referendum” che si
svolgerà nel prossimo anno.
ferire, il titolo di «più
grande, spudorato mentitore di stato», titolo che
non era riuscito a conquistare in questi 5 (1 + 4)
anni di premierato, nonostante che di “vongole”,
per dirla alla napoletana,
In tutto questo bailamme, ce ne aveva propinate proè anche riuscito, per un’- prio a bizzeffe.
ennesima volta a riaffermarsi, coram populo, in Ma, a nostro avviso, queciò che gli riesce meglio: sta serie infinita di insulmentire.
saggini, assurdità, questo
Infatti, è stato capace di suo farneticare a ritmo
lasciare basiti, persino i convulso (a cominciare
suoi più “aficionados- dalla presentazione delle
fans” per quanto ha affer- due leggi già citate (per
mato in una “deliziosa in- non parlare di quella che
tervista” concesso a Rula inerisce l’Ordinamento
Jebreal di La 7 (nella pun- Giudiziario), la triplice
tata di “Omnibus”, il 29 manovra finanziaria, l’inottobre scorso), quando ha tervista a La 7 (c’è da
affermato: «Non Volevo chiedersi perché non sia
la Guerra, ma Bush non andato invece dal suo
mi ha ascoltato … Ero “insetto preferito” che
contro la guerra in Iraq. certo frasi simile sarebbe
Ho tentato invano di pur riuscito a non fargliele
convincere Bush e Blair dire), la “magra” -per ua non attaccare … Io sare un affettuoso eufeminon sono mai stato con- smo- delle sue dichiaravinto che la guerra fosse zione a Washington su
il sistema migliore per Bush, il suo “una casa
arrivare a rendere de- per tutti”; a nostro avvimocratico un Paese e so, ripetiamo, ha una ben
farlo uscire da una ditta- precisa data d’inizio: il 16tura anche sanguinosa 17 ottobre scorso.
… Non sono mai stato
convinto che la guerra Quando ossia ha visto che
fosse il sistema migliore le “primarie dell’Unioper rendere democratico ne”, (primarie da lui un
un paese e farlo uscire tempo auspicate per la
da una dittatura anche CdL ed ora del tutto disanguinosa … Ho tentato menticate) hanno mostrato
a più riprese di convince- che pur senza una reale e
re Bush a non fare la valida organizzazione (gli
guerra, di trovare altre stessi “unionisti” sperano
vie e altre soluzioni, an- di raggiungere 1 milione
che attraverso un'attività di votanti, i seggi elettoracongiunta con il leader li, fin da metà mattinata
libico Gheddafi. Non ci sono rimasti senza schede
siamo riusciti e c'è stata per votare…) i cittadini, di
l'operazione
militare. tutti i livelli sociali, dagli
Ma io ritenevo che si sa- operai a professionisti,
attori, dirigenti industriali,
rebbe dovuta evitare»
presidenti di banca sono
In quell’occasione si è accorsi in massa, quasi un
(Continua a pagina 19)
guadagnato, senza colpo
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INTERNI
Giustizia e Libertà
19
Tentata estorsione, Dell'Utri condannato a 2 anni di reclusione
(Continua da pagina 18)
referendum contro di lui,
in ben 4 milioni e trecentomila, consegnando a Prodi
-quello stesso che lo sconfisse nel 1996- ben il 74,4% di preferenze.
E stato questo, a mio avviso, e solo questo che ha
ingenerato una tale crisi
profonda nel Berlusconi
da Arcore da portarlo a
commettere quasi più
ca***te di prima, anche se
questo era un risultato ben
difficile da superare.
sprimere un solo augurio
ai politici dell’opposizione, ai poveri cittadini italiani, ed anche, beninteso,
a me stesso, che il 9 aprile
(giorno che, pare, sia stato
fissato per le elezioni politiche, noi ci possiamo preIn conclusione, vorrei esentare forti della nostra
linea politica e del nostro
programma, e non solo
rafforzati per le continue
ca***te che vengono
commesse dalla Casa delle
Libertà.
Luigi Barbato
Una breve cronistoria delle molteplici dimissioni governative
di
GL
12 Giugno 2001.
Raffaele Costa, vice ministro del Welfare, non si presenta al Quirinale il giorno del giuramento dei viceministri
e sottosegretari. Sembra che ciò sia dipeso dal fatto che Gianfranco Miccichè è vice ministro dell’Economia.
21 giugno 2001.
Giancarlo Giorgetti, sottosegretario alle Infrastrutture si dimette dall'esecutivo.
Viene sostituito solo 7 marzo 2003 da Paolo Uggè.
4 novembre 2001.
Carlo Taormina, vice ministro degli Interni è spinto a dimettersi dallo stesso premier, dopo le ennesime offese
alla magistratura.
5 gennaio 2002.
Renato Ruggiero, ministro degli Esteri, ex direttore generale della Wto si dimette.
Le sue dimissioni sono state causate dalle posizioni euroscettiche di molti esponenti del governo,Lega in testa.
Il premier assume l' interim, e lo terrà per dieci mesi. Viene poi nominato Ministro Franco Frattini.
febbraio 2002.
Alberto Brambilla, sottosegretario al Ministero del Welfare è priva di tutte le deleghe dal Ministro Roberto Maroni. Pur continuando a far parte della compagine governativa.
20 giugno 2002.
Vittorio Sgarbi, viceministro ai Beni Culturali viene allontanato dal governo dal Consiglio dei ministri.
L’allontanamento è dovuto alla pesente polemica tra il sottosegretario ed il ministro Urbani.
3 luglio 2002
Claudio Scajola, ministro dell'Interno è costretto a dare le dimissioni in seguito alla pubblicazione sui giornali
di un pesante insulto, detto a Cipro davanti a dei giornalisti, nei confronti del giuslavorista Marco Biagi ucciso,
dalle Brigate Rosse dopo che gli era stata tolta la “scorta”..
Giuseppe Pisanu, lascia il ministero dell'Attuazione del programma e viene nominato Ministro degli Interi.
Claudio Scaiola solo il 31 luglio 2003 viene nominato ministero dell'Attuazione del programma.
14 novembre 2002.
Farnesina Franco Frattini viene nominato Ministro degli Esteri dal premier.
Luigi Mazzella viene nominato ministro della Funzione Pubblica al posto di Franco Frattini.
18 giugno 2003.
Vito Tanzi, sottosegretario all' Economia, si dimette.
Il 4 febbraio 2003 era stato nominato sottosegretario anche Gianluigi Magri.
11 luglio 2003.
Stefano Stefani sottosegretario leghista alle Attività Produttive con delega al Turismo è costretto alle dimissioni
travolto dalle reazioni polemiche suscitate da frasi offensive dette contro i tedeschi.
3 luglio 2004.
Si dimette Giulio Tremonti ministro dell’Economia, dopo l’aut-l’aut di Gianfranco Fini..
Il Premier assume l’ interim dell’Economia, Dopo poco viene nominato un tecnico, Domenico Siniscalco.
19 luglio 2004.
Umberto Bossi, si dimette ed opta per il seggio di parlamentare europeo. La decisione viene comunicata con la
seguente nota di precisazione «Non faremo cadere il governo».
Viene nominato Calderoli come sostituto di Bossi, al Ministero delle Riforme.
Novembre 2004.
Rocco Buttiglione, proposto come commissario EU, viene bocciato irrimediabilmente in Commissione..
Al suo posto Berlusconi presenta Franco Frattini, che viene sostituito agli Esteri da Gianfranco Fini.
Aprile 2005
Crisi di Governo, si costituisce il Berlusconi-ter (record nazionale di “poltrone”: ben 98 tra ministri ed affini)
Tremonti a viene nominato Vicepresidente del Consiglio.
Settembre 2005
Dimissioni del Ministro Domenico Siniscalco.
Nomina di Tremonti a Ministro dell’Economia e Finanze.
♦
20 Giustizia e Libertà
ECONOMIA
20 Novembre 2005
I miliardi smarriti della finanziaria
di Paolo Di Roberto
Tremonti è tornato alla
direzione del ministero
dell’economia. E’ su
quella poltrona di Via
XX Settembre che già
appartenne ad un tale
Quintino Sella, un ministro dell’economia, come lo chiameremmo oggi, che dopo oltre un secolo fa ancora parlare di
sé, in senso positivo,
tanto fu grande il segno
lasciato nella storia italiana.
Tramonti, dicevamo, è
tornato. E si vede.
Il suo rientro è stato uno
dei più burrascosi della
storia recente italiana.
Le dimissioni di Siniscalco, a seguito dei
contrasti con lo sfiduciato Fazio, a pochi giorni
dalla presentazione della
finanziaria, avevano lasciato il governo allo
sbando più completo. Il
rientro di Tremonti, probabilmente, è stato dettato più dal fatto di aver
già ricoperto questo incarico circa un anno e
mezzo prima, e quindi
di conoscere quelle problematiche che, in fondo, lui stesso aveva generato e lasciato aperte,
che ad una fiducia nutrita dall’esecutivo nei
suoi confronti.
Tremonti è rientrato. E
non ha deluso nessuno.
Né il governo, né la
maggioranza, né l’opposizione, né i cittadini
stessi. Ha fatto proprio
quello che tutti si sarebbero aspettati da lui. Il
governo e la maggioranza hanno avuto nel giro
di poche ore una legge
finanziaria che ha riscosso l’approvazione di
tutte le forze politiche.
L’opposizione, invece,
ha potuto mostrare agli
italiani come le critiche
nei confronti del ministro era più che giustifi-
cate. I cittadini si ritrovano a dover affrontare,
quest’anno ancora, sacrifici enormi per affrontare la crisi economica italiana.
In fondo questa finanziaria ha dei lineamenti
perfettamente tremontiani. Mancano i soldi? Il
governo è quello del
“meno tasse per tutti”?
Nessun problema. Per la
quarta volta consecutiva
vengono proposti una
serie di tagli alle spese,
in particolare quelle degli enti locali, comuni e
regioni, giustificandoli
come taglio agli sprechi.
Certo, nessuno obietta
che nel nostro paese esistevano tanti sprechi.
Ma al quarto taglio consecutivo, è alquanto difficile continuare a sostenere una simile tesi. Ma
in fondo, dopo le elezioni dell’aprile scorso, gli
enti locali non sono passati in buona parte nella
mani centro sinistra?
Perciò se dovessero esserci dei tagli ai loro bilanci, tanto peggio per
quelle amministrazioni.
E se a rimetterci sono i
cittadini, pazienza, non
c’è problema. Molti,
probabilmente, quelli
meno attenti agli eventi
politici, finiranno per
dare la colpa dei tagli ai
servizi ai sindaci e agli
amministratori regionali. O, in alternativa, ci
pensassero loro, sindaci
e amministratori di centro-sinistra, ad aumentare le tasse, sollevando il
governo da ogni eventuale responsabilità.
E’ questa, in fondo, la
politica perseguita in
questi anni dal centrodestra. Vivacchiare, aspettando la ripresa. E in
fondo ora sembra essere
finalmente arrivato quel
qualche segnale di ripre-
sa annunciato da anni,
come dicono anche le
stime del FMI che ha
rivisto al rialzo la crescita italiana, dallo 0%
previsto dal governo allo 0,2% (Certo, ancora
nulla in confronto all’q,5% della Germania o
al 2% della Francia).
Sia chiara la nostra posizione: siamo ben coscienti che se i soldi non
ci sono, si possono perseguire solo due strade,
la riduzione delle spese
o l’aumento delle tasse.
Quello che non accettiamo sono discorsi del tipo “non abbiamo messo
le mani nelle tasche dei
cittadini”, ovvero “non
abbiamo tagliato i servizi essenziali per i cittadini”.
Ma c’è oggi un altro aspetto che dimostra
molto chiaramente che
Tremonti è tornato. Si
tratta dei miliardi mancanti alla finanziaria,
che ricordiamo, è stata
presentata solo un mese
fa. Anzi, per essere esatti, Tremonti in questo
ultimo mese ha corretto
per ben due volte questa
legge. La prima per introdurre un nuovo taglio
di circa due miliardi di
euro. La seconda per
una nuova correzione di
ben sei miliardi*** di
euro. Due correzioni in
meno di un mese! Stiamo parlando, in tutto, di
otto miliardi di euro,
sedicimila miliardi di
lire, oltre l’un percento
del PIL italiano.
Ci chiediamo: com’è
possibile che un ministro dell’economia, anzi
un superministro come
Tremonti, faccia un errore di ben sedicimila
miliardi di lire?
La risposta ci arriva direttamente da Tremonti.
La colpa, dice lui, è di
Siniscalco, il precedente
ministro, che avrebbe
lasciato dei buchi nel
bilancio.
Questa affermazione fa
eco con quella che fu
fatta subito dopo il cambio di legislatura nel 2001, quando la destra aveva appena vinto le elezioni politiche e aveva
appena preso possesso
dei diversi ministeri. Una delle prime affermazioni che fece era che la
sinistra aveva lasciato
un buco spaventoso nei
conti pubblici. Quanto
fosse questo buco, nessuno l’ha mai saputo.
Ogni leader della destra
che ne parlava in televisione dava una cifra diversa, finquando l’Unione Europea non affermò
che i conti pubblici dell’Italia erano tutti a posto, ma nemmeno questo riuscì a far placare la
polemica nei mesi e negli anni successivi, e la
favola del buco di bilancio venne riproposta di
tanto in tanto.
Oggi Tremonti non può
dare nuovamente la colpa alla sinistra della sua
gestione fallimentare, e
si trova costretto ad affermare che se i conti
non tornano la colpa è
del suo predecessore,
che, però, faceva sempre
parte del suo stesso governo.
Invitiamo, allora, il ministro Tremonti, a fare
soprattutto un esame di
coscienza e di cominciare a prendersi qualche
responsabilità dello stato attuale dei conti pubblici. Il vero problema
di queste correzioni alla
finanziaria, probabilmente, non sono gli errori di Siniscalco, del
quale, comunque, non
vogliamo prendere le
(Continua a pagina 21)
20 Novembre 2005
ECONOMIA
Giustizia e Libertà
21
I miliardi smarriti della finanziaria
(Continua da pagina 20)
difese in questa sede.
Bensì una legge finanziaria tirata fuori dal cilindro in troppa fretta,
con entrate tributarie
mal previste.
Infatti entrate come la
lotta all’evasione fiscale, o un eventuale con-
dono edilizio, di cui si
parla tanto anche se ancora nulla è stato ancora
deciso, o ancora la cartolarizzazione degli immobili, non sono entrate
sicure, su cui poter costruire un bilancio annuale, in quanto il loro
gettito è assolutamente
indeterminabile in anti-
cipo.
Non a caso negli anni
assati le previsioni su
entrate di questo genere
sono sempre state smentite dai fatti. La lotta all’evasione fiscale non
ha mai dato luogo agli
introiti previsti, ma a
cifre nettamente minori.
Stesso discorso per le
cartolarizzazioni o i con
doni, generando, alla
fine dell’anno, un buco
nei conti pubblici. Un
buco reale, non inventato come quello della sinistra, un buco che porta
la firma proprio del superministro Tremonti.
Paolo Di Roberto
Il Mezzogiorno resta il ‘malato d'Italia’
di Nicola Rossi (www.lavoce.info)
Il Mezzogiorno d’Italia è
oggi il luogo dove - più
che altrove, più che in altri
comparti o settori - più
significativo e imperdonabile è lo spreco di risorse
pubbliche. Dove - al di là
delle intenzioni, spesso
nobili, di tanti - lo sforzo
collettivo ha raggiunto dimensioni inusitate senza
conseguire risultati apprezzabili. E dove, al tempo stesso, un uso, per così
dire,
particolarmente
"disattento" di consistenti
risorse pubbliche si associa a gravi carenze nella
fornitura dei servizi che
dovrebbero costituire invece la stessa ragion d’essere
del settore pubblico. Dove,
in altre parole, ogni fonte
di finanziamento - ogni
euro, ogni centesimo di
euro - dovrebbe essere allocata e spesa come se fosse l’ultima e viene invece
utilizzata come se fosse
solo una parte di una serie
mai terminata e che mai
terminerà.
Più di 55 miliardi di
euro in sette anni
Fra il 1998 - anno di avvio
della stagione di politiche
regionali che va sotto il
nome di "nuova programmazione" - e il 2004, si
sono riversati sul Mezzogiorno, in termini reali,
qualcosa come 120 miliardi di euro di spesa pubblica in conto capitale. Per
calcolare la spesa pubblica
in conto capitale specificamente destinata al Mezzogiorno, togliamo da questa
cifra (i 120 milioni di cui
alla frase precedente) una
somma pari a quella che il
Mezzogiorno avrebbe comunque ricevuto come
parte del territorio nazionale, cioè pari a quanto
storicamente osservato
nello stesso periodo al
Centro-Nord in percentuale sul prodotto. Ne risulta
una spesa pubblica in conto capitale specificamente
dedicata al Mezzogiorno
valutabile in poco più di
55 milioni di euro sul periodo specificamente dedicata al Mezzogiorno è valutabile in poco più di 55
miliardi di euro sul periodo 1998-2004 ai prezzi del
1995. Un ordine di grandezza più che significativo
non solo in termini assoluti ma anche in termini relativi. Per intendersi, si
tratta di circa tre volte lo
stanziamento previsto nel
1950 al momento del varo
della Cassa del Mezzogiorno per i primi sette
anni di operatività di quell’ente. Poco meno del 40
per cento di quanto speso
dalla Cassa per il Mezzogiorno, prima, e dall’Agenzia per la promozione
dello sviluppo nel Mezzogiorno, dopo, nei quasi
quarant’anni di vita dell’intervento straordinario.
Se poi i termini di paragone storici non sono sufficienti, non mancano quelli
attuali. E non sono meno
sconcertanti. Il volume di
spesa pubblica in conto
capitale riversatasi sul
Mezzogiorno fra il 1998 e
il 2004 è pari al 40 per
cento del costo del programma di grandi opere
approvato dal Comitato
interministeriale per la
programmazione economica nel dicembre 2001.
Più precisamente i citati
55 miliardi di euro sono
molti prossimi alla spesa
prevista dal primo programma di infrastrutture
strategiche della leggeobiettivo nel Mezzogiorno. Anche se si desse per
scontata – ed è fuor di
dubbio che lo si debba fare - una significativa sottostima nelle indicazioni
della legge-obbiettivo, il
raffronto fra quel che poteva essere fatto e quel che
non è stato fatto rimane
impressionante.
I problemi restano
Sette anni sembrano essere passati, peraltro, pressoché invano. La debole
crescita meridionale degli
ultimi anni si rivela infatti
come sospinta da una spesa pubblica di bassa qualità che non riesce a tradursi
in fattore strutturale di crescita e in potenziale di sviluppo. Una crescita in termini pro capite dovuta in
larga misura all’operare,
da qualche anno, di processi migratori interni di
significativa intensità e
non lontani, nell’ultimo
quinquennio, da quelli registrati negli anni Cinquanta. Una crescita addirittura inferiore a quella
che la stessa "nuova programmazione" stimava
come probabile in assenza
di un miglioramento della
qualità degli investimenti
pubblici.
Le distanze fra il CentroNord e il Sud del paese
sono rimaste, nel complesso, inalterate (e, se qualcosa è accaduto, è che l’economia meridionale è diventata, in questi anni,
molto meno competitiva e
un po’ meno dipendente).
Se ci si aspettava che gli
interventi adottati nell’ambito delle azioni previste
dal Piano di sviluppo del
Mezzogiorno -in cui, nel
1999, si tradusse formalmente la "nuova programmazione"- inducessero visibili elementi di
discontinuità nel contesto
socio-economico meridionale, ebbene, si è atteso a
vuoto. Se ci si aspettava
che la politica degli investimenti pubblici avesse
un impatto significativo
sulle "variabili di contesto" in modo tale da modificare strutturalmente il
processo di accumulazione
del settore privato, ebbene
ciò non è avvenuto.
Sotto tutti i principali punti di vista, il Mezzogiorno
è e rimane, oggi come ieri,
il "malato d’Italia".
La differenza -se se ne
vuole trovare una, e non
piccola- è che oggi, diversamente da ieri, l’Italia è il
"malato d’Europa".
Dopo dieci anni segnati
dalla retorica del definitivo superamento dell’intervento straordinario,
da un lato, e dei Mezzogiorni, dall’altro, forse è
arrivato il momento di riconoscere le difficoltà che
questa ha generato: la
(Continua a pagina 22)
22 Giustizia e Libertà
INTERNI
20 Novembre 2005
Testo interpellanza per i fatti avvenuti
al Vittoriano il 12 novembre
I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'interno Giuseppe Pisanu e il Ministro della difesa
Antonio Martino, per sapere
premesso che:
da agenzie stampa, quotidiani e telegiornali di domenica 13 novembre e lunedì 14 novembre si è appreso dell'esclusione di Adele Parrillo, ex convivente di Stefano Rolla, uno degli italiani uccisi nell'attentato di Nassiriya
del 12 novembre 2003, dalla commemorazione ufficiale delle vittime, svoltasi il 12 novembre 2005 all'Altare
della Patria perché pur essendo la compagna di Stefano Rolla non erano ufficialmente sposati.
Considerato che
l'esclusione di Adele Parrillo, come racconta la stessa al quotidiano "La Repubblica" il 13 novembre 2005 è stata brutale:
«Quando sono arrivata al Vittoriano -ricorda la vedova- un'agente donna mi ha chiesto chi fossi.
Famiglia Rolla, ho risposto. "No, non risulta".
Sono stata afferrata da tre gendarmi, che trascinandomi per terra per alcuni metri mi hanno
portata via a forza. Sono rimasta piantonata per un'ora, proprio per impedirmi di partecipare
alla cerimonia.
Tremava, non riusciva neppure a sorseggiare un po' d'acqua. "Mi è venuta una crisi di panico.
È stata un'ora di violenza.
Lì, bloccata e maltrattata.
Si fa così una donna di cinquant'anni ?»
Dato che
Il Sottosegretario al Ministro dell'Interno, Antonio D'Alì, rispondendo ad na interpellanza (la n. 2. 01381 discussa alla Camera 17 dicembre 2004) al Ministro dell'Interno sul caso Parrillo si era impegnato, a vigilare "per
quel che riguarda future cerimonie commemorative", "affinché il Ministero dell'interno, pur tenendo conto della
posizione dei familiari secondo la normativa vigente, rispetti la storia personale e gli affetti che legittimano il
diritto della signora Parrillo a partecipare appieno alla condivisione del comune dolore e dei comuni sentimenti
che animano tutti noi nel ricordo degli eroi caduti a Nassiriya, è ciò al di là di ogni formalismo di legge, che comunque compete al Parlamento rimuovere, e mi auguro che ciò accada" e che un'altra interrogazione (la n. 201537 presentata da Franco Grillini, martedì 26 aprile 2005) sul caso Parrillo attende, da tempo, risposta,
Si chiede ai signori Ministri
1) Quali iniziative intendano adottare, per mantenere l'impegno preso in occasione della risposta all'interpellanza n. 2. 01381 discussa alla Camera 17 dicembre 2004, per fare in modo che gli episodi summenzionati non si ripetano.
2) Se intendano non scusarsi ufficialmente con Adele Parrillo per il brutale trattamento subito.
3) Se, come gesto di riparazione, Adele Parrillo, possa essere inserita nell'elenco dei familiari delle vittime dell'attentato di Nassiriya ed ottenere, come da lei sinora inutilmente richiesto, lo stesso trattamento riservato alle vedove delle vittime di Nassiriya;
4) Quali iniziative, anche normative intendano adottare, in situazioni analoghe, a riconoscimento e tutela dei conviventi del personale militare ecivile italiano in missione in Iraq
... il ‘malato
e in altri Paesi per conto dellaRepubblica.
d'Italia’
FIRMATARI: Franco Grillino, Andrea Lulli, Giorgio Panettoni, Marco Filippeschi, Beatrice Magnolfi, Laura Pennacchi, Giovanni Lolli, Roberto Zaccaria, Roberto Guerzoni, Livia Turco, Maura Cossutta, Roberto Sciacca, Se(Continua da pagina 21)
verino Galante, Claudio Franci, Gabriele Albonetti, Valerio Calzolaio, Vinfrantumazione dell’inter- cenzo Siniscalchi, Francesco Bonito, Elena Montecchi, Antonio Soda, Marvento pubblico, la molti- co Fumagalli, Vincenzo Visco, Alberto Nigra, Alfonso Gianni, Michele Meplicazione dei livelli di
intermediazione, la spro- ta, Gonario Nieddu, Luciano Pettinari,
porzione fra l’impegno Fulvia Bandoli, Russo Spena, Antonio
Giustizia e Libertà
massiccio di energie e di Luongo, Massimo Cialente, Alba Sasso,
Periodico Politico Indipendente
risorse e l’esiguità dei ri- Mauro Chianale, Titti De Simone, Katia
sultati. Forse è arrivato il Canotti, Gloria Buffo, Carlo Carli, AnAutorizzazione Tribunale di Roma
momento, prima ancora drea Martella, Carlo Leoni, Katia Belliln° 540/2002 del 18.09.2002
che tornare a discutere lo, Famiano Crucianelli, Luana Zanella,
delle politiche per il Mez- Sesa Amici,Nicola Crisci, Arnaldo Ma- Proprietà: L. Barbato
zogiorno, di mettere in riotti, Michele Ventura, Luigi Borrelli, Redazione: Via Monte di Casa, 65 -00138– Roma
discussione il nostro stes- Massimo Zumino, Marisa Abbondanzie- E-Mail: [email protected]
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