Per un suicidio a Kos

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Per un suicidio a Kos
Per un suicidio a Kos
Sabato 13 Agosto 2011 00:00
Non si contano i viaggi col Tour operator Carambola, del gruppo Alpitur e Francorosso, una
vera garanzia per i turisti, per la qualità del prodotto offerto. Così come continuiamo a prestare
fiducia alla stessa Agenzia turistica di Milano, prenotando un viaggio a Kos in Grecia, in luglio
ed un altro in agosto, sul Mar Rosso, ancora con Carambola.La ragazza insistente che ci
riserva il pacchetto si premura di leggerci dal famigerato catalogo specchietto per le allodole per
turisti ingenui, che l’hotel che ci ospiterà ”… gode di una posizione tranquilla lontano dal rumore
e dal trambusto della vita quotidiana a pochi metri dalla lunga e bella spiaggia di sabbia
…
ristorante con servizio
buffet…
Nelle vicinanze
possibilità di noleggiare biciclette”
. Fantasie!
Infatti, arrivati a Kos, riscontriamo alcuni disagi tra i quali l’isolamento dell’albergo, a 3 km dal
centro di Kardamena, dove, tra l’altro, fino a tarda notte circolano inglesi adulti e minorenni
scollacciate, completamente ubriachi.Da questo centro confortevole, si arriva alla destinazione
prevista, attraversando una landa desolata e buia, con una vegetazione di sterpaglie bruciate e
circondata da una catena di montagne basse, sulle cui cime svettano pale eoliche.Questo
posto, così particolare nella sua profonda disperazione, più che riservarlo ai turisti, sarebbe
ottimo per il soggiorno obbligato di quei politici corrotti nell’attesa di togliersi la vita, oppure
disponibili alla produzione d’energie alternative per il bene delle comunità, fissati alle pale
eoliche quando non c’è vento, per roteare con l’aiuto di una manovella manovrata da un
gagliardo africano.
Il giorno dopo il nostro arrivo a Kos, non è stato un caso, che la riunione con la ragazza del
Tour Operator, che ha dato il benvenuto agli ospiti italiani per proporre le sue fantastiche
escursioni sull’isola, sia stata interrotta da sette turisti.Questi, infatti, hanno chiesto di cambiare
destinazione alberghiera, producendo un documento di protesta firmato, che la giovane ha
inoltrato via fax ai suoi funzionari.Ma, ci sembra anche doveroso riconoscere che qui il mare è
bellissimo: bagna una mini spiaggia spettacolare ma lurida, con rifiuti in evidenza e ombrelloni
che utilizzano, come copertura, fatiscenti rami secchi di palme.
Girare l’isola in bici sarebbe una vera follia, per via dei saliscendi e delle strade interne
sdrucciolevoli, che portano a magnifiche spiagge: meglio noleggiare un’auto, ma non una moto,
perché nell’isola, specie al nord, tira un forte vento e gli ospedali della zona sono zeppi di turisti
infortunati dopo i capitomboli. Un giorno, con l’auto di un turista napoletano che vive ad Ivrea
con la sua prole, siamo stati nel centro di Kos, dove è in bella mostra il famoso “Platano
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d’Ippocrate”. L'albero ha un'età di circa 500 anni, ma può essere un discendente del platano
originale che cresceva sullo stesso luogo ai tempi d’Ippocrate (Kos, 450 a.C, Larissa 377 a.C.),
dove il padre della medicina passava il suo tempo a studiare. Col passare degli anni l'albero è
sciaguratamente allo stremo: è cavo e molti rami sono ora sostenuti da inguardabili impalcature
metalliche, che quasi lo nascondono.
Kos è un’isola greca appartenente all’arcipelago del Dodecanneso, sita di fronte alla località
turca di Bodrum, l’antica Alicarnasso, a circa 4 km dalla costa. Esiste un’escursione per andare
a Bodrum a soli 47 €, dove si possono acquistare a prezzi imbattibili prodotti taroccati d’abbiglia
mento e quant’altro di grandi firme italiane contraffatte, ma non ci andiamo perché tali ciarpami
da noi si possono trovare dai venditori cinesi, marocchini e campani.
L’albergo dove alloggiamo, piuttosto buono e intimo, è a conduzione famigliare, mentre il
simpatico proprietario, presunto chitarrista, oltre a deliziarci in occasione di magre grigliate due
volte la settimana con la nota e sciocca canzone di Cotugno, di mattino ci offre persino fichi
freschi ed un grappolino di micro uva appena raccolta. Per buonismo sorvoliamo su altri lievi
problemi, come quelli della pulizia nelle camere ed il cambio di biancheria, che raramente
avviene, o sul cibo.Tra l’altro, nel citato catalogo, è scritto che l’albergo è tranquillo e che il
mangiatorio è a buffet; in realtà, è un piatto unico che ci portano a tavola selvaggiamente e
senza scelta, sufficiente solo per chi è interessato alla cura dimagrante. Quanto alla
tranquillità dell’albergo, non vogliamo infierire citando un episodio di schiamazzi russi avvenuti
alle 3,30 del mattino che provenivano dal terrazzo adiacente alla nostra camera, che ci hanno
svegliato: inviperiti abbiamo picchiato fortemente il pugno sulla porta dei maleducati ospiti, col
risultato che ritorniamo a letto col polso della mano destra slogato. Né possiamo dimenticare
altre piccole singolarità che si riscontrano nel regolamento della struttura: in bagno ci sono due
fili scoperti per attaccarci un phon che non c’è. Infatti, uno di questi è disponibile presso la
reception e si può usare per poi passarlo ad altre persone. Il vantaggio di questo via vai è
considerevole, perché gli utenti prima sconosciuti, socializzano allegramente. Ciò nondimeno
c’è anche la querelle dei costi extra, come l’aria condizionata, la cassetta di sicurezza e
l’ombrellone, ai quali va aggiunta una cauzione. Il lettino sulla spiaggia è gratis come il telo, ma
per tenere quest’ultimo bisogna lasciare la cauzione, forse perché ora in Grecia la situazione
economica è allo stremo più che da noi. Infine, considerato che sono malcontenti anche i turisti
stranieri, non sarebbe meglio che il Tour italiano tolga di mezzo questa struttura dai suoi
cataloghi oppure paghi di più il proprietario del complesso affinchè migliori i servizi?
Milano 13 agosto 2011 Antonio
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Fomez
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