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NELL’UNICO MONDO ARRIVA LA CIVILTÀ 1492 INIZIO DEL PIÙ GRANDE GENOCIDIO DELL’UMANITÀ MARIA TERESA SCOZZA 2017 © Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ NELL’UNICO MONDO ARRIVA LA CIVILTÀ 1492 INIZIO DEL PIÙ GRANDE GENOCIDIO DELL’UMANITÀ _______________________ I Taino erano originari del Sud America, da dove si erano “trasferiti” per popolare i Caraibi. Il 12 ottobre 1492 Cristoforo Colombo sbarcò nell’isola di Guanhani e immediatamente le cambiò nome, la chiamò S. Salvador, come tangibile segno di rispetto per i Nativi. Anni dopo fra Bartolomé de Las Casas nel suo libro Historia General de las Indias riferisce che nel 1508 nell’isola di Hispaniola rimanevano circa 60.000 Taino. Ventitré anni dopo, nel 1531, il loro numero si era ridotto a 6001. Erano trascorsi trentanove anni da quando gli spagnoli avevano “scoperto” il Nuovo Mondo. All'arrivo di Cristoforo Colombo si valuta che nelle sole Antille la popolazione fosse di circa 230.000 unità, la maggioranza era taina, cinquanta anni dopo erano quasi tutti scomparsi2. I Nativi erano popoli estremamente vulnerabili alle malattie che arrivarono prima dall'Europa, poi dall'Africa con l'arrivo degli schiavi, essendo, ovviamente, privi di anticorpi nei confronti delle malattie del Vecchio Mondo. Avevano una cura estrema del loro corpo. Isabella di Castiglia e Ferdinando d'Aragona si spruzzavano litri di profumo addosso ma non si lavavano neanche a morire, infatti per le regole religiose del tempo toccare il proprio corpo era peccato. Gli Aztechi furono sconvolti dal tanfo che emanava dagli spagnoli discesi dalle caravelle. Vaiolo, influenza, varicella, morbillo, come un vento malefico si diffusero con l’arrivo degli Europei su tutta l’America Centrale e Meridionale. Gli Incas furono fiaccati dalla grande moria. Poi giunse Francisco Pizarro. Si stima che tra l'80% ed il 95% della popolazione indigena delle Americhe perì in un periodo di tempo che va dal 1492 al 1550 per effetto delle predette malattie. Un numero tra i 50 e i 100 milioni di nativi morirono a causa dei colonizzatori, come conseguenza di guerre di conquista, perdita del loro ambiente, cambio dello stile di vita e ancora malattie contro cui i popoli nativi non avevano assolutamente difese, mentre molti furono oggetto di deliberato sterminio, poiché 1 2 Cfr., Piero Menarini, L'Historia general de las Indias di Gómara fra difesa di Cortés e anti-indigenismo, Milano, 1986 Cfr., https://it.wikipedia.org/wiki/Taino_(popolo) _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 2 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ considerati barbari. Per qualche ricercatore la cifra supera i 100 milioni di morti in 500 anni, fino ad arrivare a 114 milioni, circa un decimo dell'intera popolazione mondiale di allora (500 milioni circa) fu decimato. Oggi siamo su questo pianeta 7,5 miliardi circa, la distruzione del 10% sarebbe di circa 750 milioni. Circa la metà dei Cinesi scomparirebbe, o, se preferiamo, 500 milioni circa dei cittadini dell’UE ai quali aggiungere i 140 milioni della Russia, per un totale di soli 640 milioni e mancherebbero ancora 110 milioni. Sulle grandi praterie correvano 60 milioni di bisonti, che alla fine del XIX secolo essi erano quasi estinti. Anche i castori rischiarono di scomparire, in quanto in Europa i copricapo in pelle di castoro per l’inverno erano divenuti di gran moda. Torniamo ai Taino, che furono schiavizzati dai Conquistadores. Per gente che viveva libera nella libera natura, erano raccoglitori, cacciatori, pescatori, il cambiamento fu traumatizzante e la fatica del lavoro forzato, lavoro che assolutamente non conoscevano poiché trovavano di che vivere nel loro ambiente, unita allo scoramento per la perduta libertà, al massacro della loro gente, dei loro parenti, li condusse alla morte e molti si lasciarono morire. Ci furono anche suicidi di massa. I conquistadores, sempre alla ricerca di oro a ogni costo, giungevano a bruciare i villaggi sterminando intere popolazioni, inclusi vecchi e malati. Uniche sopravvissute erano in genere le donne più giovani e le bambine, che erano però condotte via nude come prigioniere. Invece i bambini maschi erano trucidati con gli altri, o impiccati nudi fuori dai villaggi3. Scomparsi i Taino iniziò l’importazione di schiavi dalle coste africane, un fiorente commercio. I Neri erano razziati nelle loro tribù oltre che da altri Neri anche dagli Arabi che collaborarono attivamente a rifornire le navi negriere di giovani Africani. Una percentuale dei Neri deportati in America moriva nelle tremende stive delle navi negriere, con poca aria, incatenati, con poco cibo, morivano di disperazione nelle loro deiezioni. I sopravvissuti venivano venduti schiavi nei mercati delle Americhe. Intanto i regni africani collassavano. Ai primi del ‘700 le colonie americane erano dodici e la popolazione schiava nera superava il 40% mentre dall’Europa continuavano ad arrivare oltre agli inglesi e scozzesi anche irlandesi, olandesi, tedeschi. Cfr., Accadde oggi, 12 Ottobre: La Giornata di Colombo, Columbus Day, ma anche Dia de la Resistenza Indigena, in http://www.dilucca.it/archivio-notizie/cronaca-a-attualita/cronaca/24687-accadde-oggi-12-ottobre-la-giornata-dicolombo-columbus-day-ma-anche-dia-de-la-resistenza-indigena 3 _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 3 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ IN QUESTO MODO SCOPRIMMO L’AMERICA, NON FU UNA SCOPERTA FU UNA DISTRUZIONE Si è in breve accennato alla tremenda sorte toccata ai Taino, emblematica del genocidio, etnocidio, portato dagli Europei nel Nuovo Mondo, quindi vorrei considerare la situazione negli U.S.A. E’ bene notare che “La colonizzazione del Nord e del Sud America presenta delle differenze: i conquistadores spagnoli erano prevalentemente degli avventurieri o degli sbandati che non avevano trovato fortuna in patria. Alcuni praticarono lo stupro sistematico ma i più si unirono con donne indigene di rango superiore e diedero origine alla numerosa popolazione di meticci (mestizos) del Centro e Sud America. Al contrario, gli inglesi arrivavano nel Nuovo Mondo già organizzati in nuclei familiari e questo non favorì l'integrazione della popolazione”4. La grande invasione del Nord America fu opera di pionieri isolati, soprattutto inglesi, olandesi e francesi. Molti fuggivano in America per scampare ad una sorte di oppressione, di miseria, perfino di prigionia. I Nativi li accolsero benevolmente, li sfamarono, insegnarono loro a coltivare la terra, ma dal mare ‘masse’ di disperati continuarono ad arrivare in una marea inarrestabile. Gli Europei aumentavano di numero e le loro pretese si fecero pesanti. I Nativi iniziarono una dura resistenza, che dura da oltre cinquecento anni, ma le loro frecce nulla poterono contro i fucili degli europei, la superiorità bellica e numerica dei bianchi era soverchiante e furono sconfitti. I Bianchi avevano eserciti formati da soldati di mestiere, mercenari che avevano il solo compito di uccidere e distruggere. I Nativi combattevano praticamente senza capi ed avevano la responsabilità delle loro famiglie, della loro tribù, delle riserve di cibo per l'inverno, per questo i Bianchi sterminarono quasi tutti i bisonti. IL COLONIALISMO Gli Europei che giunsero in America erano convinti della loro superiorità razziale e culturale, anche se solo alcuni sapevano leggere e scrivere, la loro superiorità religiosa poi era fuori discussione, avevano un unico Dio ed era quello vero, tutte le altre credenze dovevano essere cancellate. Il cristianesimo incontrò di nuovo i pagani ed ancora una volta li annientò, purtroppo distrusse anche il loro rapporto sacro con la Madre Terra e tutte le sue creature. Gli alieni volevano l’oro e tutte le ricchezze degli altri popoli, avevano armi micidiali, 4 Cfr., http://www.farwest.it/?p=433 _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 4 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ sviluppate in secoli di amore cristiano, in patria. In Europa, intanto, si combattevano guerre terribili, si perseguitavano gli eretici e le streghe, che erano bruciati vivi sulle pubbliche piazze con grande plauso di popolo. Tuttavia gli Spagnoli si scandalizzarono per i sacrifici umani degli Aztechi, quando ancora, il 17 febbraio 1600, l’inquisizione bruciava vivo Giordano Bruno a Roma in Campo dei Fiori. Nella parte nord del continente erano sbarcati i Francesi, un po’ più a sud gli Inglesi e gli Olandesi, e anche lì le malattie falcidiarono i Nativi. La guerra biologica era così efficace che sia l’esercito inglese che i coloni distribuirono tra le tribù coperte e cuscini infetti e offrirono anche banchetti con cibo contaminato. La mortalità era del 90% degli infettati. I Nativi erano in continuazione provocati con atti di sacrilegio e oltraggio, la parola dell’uomo bianco era estremamente volatile, nessun trattato fu mai rispettato. Per popoli che avevano un sacro rispetto per la parola data il comportamento dei bianchi era sconvolgente. In alcune tribù il menzognero poteva essere messo a morte. Queste provocazioni, anche violente, portavano alla reazione dei nativi a causa del loro codice d’onore tribale, per cui l’offesa recata ad uno di loro era sentita come compiuta contro tutta la tribù, e così i coloni potevano annientarli “con giustizia e ragione” in quanto era una repressione di popoli barbari e bestiali. LA SPARTIZIONE EUROPEA5 5 Cfr. Colonizzazione europea delle Americhe – Wikipedia, in https://it.wikipedia.org/wiki/Colonizzazione_europea_delle_Americhe _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 5 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ IL PROBLEMA INDIANO SECONDO ALEXIS DE TOCQUEVILLE6 La morte del capo indiano Tecumseh durante una delle prime guerre indiane di frontiera colpì in modo particolare Alexis De Tocqueville, il famoso filosofo, storico e politico francese, che si trovava in America, il quale si convinse della esistenza di una sorta di piano per sterminare gli indigeni. L’osservazione diretta delle sopraffazioni a carico degli indiani e i maltrattamenti riservati agli schiavi negri spinse De Tocqueville a scrivere pagine durissime. Nel 1831 scrisse: “Il negro vorrebbe confondersi con l’Europeo, ma non può. L’indiano potrebbe riuscirci fino a un certo punto, ma non si degna neppure di tentarlo. Il servilismo dell’uno lo riduce alla schiavitù, l’orgoglio dell’altro alla morte. … Tutte le tribù indiane che un tempo abitavano il territorio della Nuova Inghilterra, i Narragansetts, i Moicani, i Pecots, vivono soltanto nel ricordo degli uomini; i Lenaps sono oggi scomparsi. Ho incontrato gli ultimi Irochesi: chiedevano l’elemosina. I territori di tutte le nazioni che ho appena nominato, un tempo arrivavano fino al mare; oggi bisogna percorrere più di cento leghe all’interno del continente per incontrare un indiano”7. INDIANI E BIANCHI “Questi selvaggi non solo si sono ritirati, sono stati distrutti. Nella misura in cui gli indigeni si allontanano e muoiono, il loro posto è preso da un popolo immenso, che aumenta in continuazione. Non si era mai visto, tra le nazioni, uno sviluppo così prodigioso e una così rapida distruzione. … Gli europei hanno introdotto tra gli indigeni dell’America del Nord le armi da fuoco, il ferro e l’acquavite. … Gli indiani da una parte hanno assimilato gusti nuovi, ma dall’altra non hanno imparato il modo di soddisfarli; sono stati così costretti a ricorrere all’industria dei bianchi. Il selvaggio non poteva offrire nulla in cambio di questi beni, se non le ricche pellicce che ancora si trovano nei suoi boschi. (…) Ormai non va più a caccia soltanto per nutrirsi, ma per procurarsi il solo mezzo di scambio di cui dispone. Ma, mentre i bisogni degli indigeni continuavano a crescere, le loro risorse continuavano a diminuire”8. Ancora Tocqueville: “Ben presto coraggiosi avventurieri penetrano nei territori indiani: superano di quindici o venti leghe l’estrema frontiera dei bianchi e pongono la sede dell’uomo civilizzato proprio in mezzo alla barbarie. … Alcune famiglie europee, residenti in luoghi molto lontani, cacciano definitivamente gli animali 6 Cfr. https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=9&cad=rja&uact=8&ved=0ahUKEwja853j 6ubQAhWCPRQKHfNZBxYQFghHMAg&url=http%3A%2F%2Fwww.countryeventsmilano.com%2F%3Fp%3 D1181&usg=AFQjCNGVJldTmijamo0IgZy-0Imn08p8A&sig2=wFGmvg7mYqisZVOSwX1CrA&bvm=bv.141320020,d.d24 7Alexis De Tocqueville, Democracy In America, London, 1840; 8 Ibidem _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 6 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ selvaggi da tutto il territorio circostante. Gli indiani, che fino a quel momento erano vissuti quasi nell’abbondanza, riescono difficilmente a sopravvivere, e più difficilmente ancora riescono a trovare i mezzi di scambio di cui hanno bisogno. La fuga della selvaggina è come per i contadini l’inaridimento delle terre coltivate. Nel giro di pochissimo tempo vengono loro a mancare i mezzi di sussistenza.” 9. I nativi si ritirarono costantemente davanti all’avanzata dei nuovi arrivati: “E’ impossibile immaginare le terribili vicende che hanno accompagnato queste migrazioni forzate. Nel momento in cui gli indiani lasciano le terre natali, sono già ridotti allo sfinimento. La regione dove vanno a installarsi è occupata da popolazioni che guardano con rancore i nuovi arrivati … Dietro di loro c’è la fame, davanti a loro la guerra, ovunque la miseria. Per sfuggire a tanti nemici, si dividono. … I legami sociali, da molto tempo già indeboliti, si spezzano definitivamente. Ormai non hanno più patria ed anche il loro popolo tra un po’ non esisterà più. … Gli indiani hanno cessato di esistere come nazione. Credo che la razza indiana dell’America del Nord sia condannata all’estinzione e sono convinto che, quando gli europei avranno raggiunto l’Oceano Pacifico e vi si saranno insediati, essa non esisterà più”10. “La disgrazia degli indiani è quella di venire a contatto con il popolo più civilizzato, e aggiungerei il più avido del mondo, mentre loro stessi sono ancora quasi barbari; i loro maestri hanno portato contemporaneamente i lumi della civiltà e l’oppressione. Quando viveva libero nei boschi, l’indiano dell’America del Nord era miserabile, ma non si sentiva inferiore a nessuno”11. E SI FINISCE PER DIPENDERE DALLE RAZIONI “Ma dal momento in cui vuole entrare nella gerarchia sociale dei bianchi, non può che occupare l’ultimo gradino; infatti egli si inserisce, povero e ignorante, in una società in cui regnano il sapere e la ricchezza. … Ai suoi occhi l’unica conseguenza portata da quella civiltà a lui tanto decantata è che deve guadagnarsi il pane che lo nutre con lavori umilianti, circondato dal disprezzo di tutti. … Se si esaminano con attenzione i provvedimenti tirannici adottati dai legislatori degli stati del Sud, il comportamento dei loro governatori e gli atti dei loro tribunali, ci si convincerà facilmente che lo scopo finale cui tendono simultaneamente tutti i loro sforzi è l’espulsione completa degli indiani. Gli americani di questa parte dell’Unione guardano con gelosia le terre possedute dagli indigeni; sentono che questi ultimi non hanno ancora completamente abbandonato le tradizioni di una vita selvaggia e, prima che la civilizzazione li leghi saldamente alla terra, vogliono ridurli alla disperazione e costringerli ad andarsene. … Il governo centrale … vorrebbe sinceramente salvare ciò che resta degli indigeni e assicurare loro il libero possesso del territorio da lui stesso garantitogli; ma quando cerca di attuare questo progetto, i vari stati oppongono una formidabile resistenza. Si decide allora a lasciare perire alcune tribù selvagge, già quasi Cfr. http://www.farwest.it/?p=437 Ibidem. 11 Ibidem 9 10 _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 7 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ distrutte, per non mettere in pericolo l’Unione Americana. Impotente a proteggere gli indiani, il governo federale vorrebbe almeno mitigare la loro sorte; a questo scopo, decide di trasportarli, a sue spese, in altri luoghi. … Così gli stati costringono i selvaggi a fuggire con la loro tirannia; l’Unione, con le sue promesse e con aiuti materiali, rende più agevole questa fuga. Si tratta di misure differenti, che tendono però allo stesso scopo.12” UN MESTIERE DA UOMO BIANCO “Da qualunque punto di vista si guardi il destino degli indigeni dell’America del Nord, non si vedono che mali irrimediabili. Se restano selvaggi, vengono scacciati dalle loro terre dalla marcia dei coloni; se vogliono civilizzarsi, il contatto con uomini più civili di loro li costringe all’oppressione e alla miseria. Se continuano a vagabondare di deserto in deserto, muoiono; se cercano di insediarsi in qualche luogo, muoiono lo stesso. Possono affidarsi solo all’aiuto degli europei, ma l’avvicinarsi degli europei li corrompe e li respinge verso la barbarie. … Il comportamento degli americani degli Stati Uniti verso gli indigeni è ispirato dal più puro amore per le forme e per la legalità. Premesso che gli indiani sono allo stato selvaggio, gli americani non si immischiano nei loro affari e li trattano come popoli indipendenti; non si permettono di occupare le loro terre senza prima averle debitamente acquistate per mezzo di un contratto13”. 12 13 A. De Torqueville, cit. Ibidem. _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 8 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ IL GENOCIDIO I SUPERSTITI VERSO LE RISERVE COLONI ORGOGLIOSAMENTE RIPRESI DAVANTI A UNA FOSSA COMUNE FU L'EPOCA DEI 371 TRATTATI E NESSUNO DI ESSI FU RISPETTATO “Se per caso una nazione indiana non può vivere sul suo territorio, la prendono fraternamente per mano e la conducono loro stessi a morire fuori dal paese dei suoi padri14.” “Gli spagnoli, con inenarrabili mostruosità e coprendosi di imperitura vergogna, non sono riusciti a sterminare la razza indiana né a impedirle di affermare i propri diritti; gli americani degli Stati Uniti hanno raggiunto questo duplice risultato con una meravigliosa facilità, tranquillamente, legalmente, filantropicamente, senza versare sangue, senza violare uno solo dei grandi principi della morale agli occhi del mondo, Non c’è mezzo migliore per distruggere gli uomini che rispettare le leggi dell’umanità.15”. Lasciamo che sia un sopravvissuto al grande massacro, Leon Shenandoah Onondaga, a rispondere all'illustre illuminista, oggi che lo sviluppo e il progresso minacciano semplicemente la 14 15 Ibidem. Ibidem. _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 9 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ sopravvivenza della vita sul nostro pianeta: “Se voi uomini bianchi non foste mai arrivati, questo paese sarebbe ancora come un tempo. Tutto avrebbe conservato la purezza originaria. Voi l’avete definito selvaggio, ma non lo era. Era libero. Gli animali non sono selvaggi; sono solamente liberi. Anche noi lo eravamo prima del vostro arrivo. Voi ci avete trattati come selvaggi, ci avete chiamati barbari, incivili. Ma noi eravamo solamente liberi”16. Tocqueville ha individuato precocemente gli aspetti della legislazione americana che più avevano rivoluzionato i tradizionali assetti sociali, ma ha anche intuito che un buon pacchetto di norme giuridiche non bastano a fare una democrazia, se un paese non possiede radicate tradizioni e un profondo rapporto col proprio passato, in altre parole se difetta di cultura. I contraltari politici, cioè l'associazionismo e il decentramento amministrativo, una magistratura autonoma e una stampa libera, sono i cardini e la garanzia del buon funzionamento della democrazia, ma possono non bastare a contrastare le derive di un sistema in cui una massa omologata può imporre la "tirannia della maggioranza" calpestando i valori etici e morali17. Non tutto è esatto: fu versato molto sangue. Fu uno sterminio ammantato anche di legalità, nell'ambito delle leggi imposte dai bianchi. De Tocqueville ha esposto con straordinaria chiarezza il comportamento dei bianchi nei confronti dei nativi: “Il comportamento degli americani degli Stati Uniti verso gli indigeni è ispirato dal più puro amore per le forme e per la legalità. Premesso che gli indiani sono allo stato selvaggio, gli americani non si immischiano nei loro affari e li trattano come popoli indipendenti; non si permettono di occupare le loro terre senza prima averle debitamente acquistate per mezzo di un contratto”. 16 17 Cfr. Guido Tassinari, Storia degli Stati Uniti D’America, Milano, 2006. Cfr., Alexis De Torqueville, La democrazia in America, Milano, 1999. _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 10 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ ESPANSIONE TERRITORIALE DEGLI U.S.18 18 Cfr., http://www.lib.utexas.edu/ _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 11 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 12 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 13 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ Il 1773 fu l’anno del Boston Tea Party, la reazione dei coloni alle leggi della madre patria sul tè. E' stato tramandato che i Figli della libertà (Sons of Liberty), organizzarono il boicottaggio delle merci inglesi fino all’apoteosi della rivolta del te, quando alcuni figli della libertà, travestiti da Indiani assalirono le navi della Compagnia nel porto di Boston e gettarono in mare il carico di tè (16 dicembre 1773). Vestiti da Indiani e non travestiti, pare per sottolineare quanto gli indiani erano più liberi e responsabili dei bianchi, nel 1773 innescarono la guerra di indipendenza americana. I nativi furono spinti dalle due parti belligeranti ad allearsi con l’una o con l’atra fazione, con il risultato che si falcidiarono tra di loro, per una guerra che non gli apparteneva. Molti furono i favorevoli ai Britannici, scelti come male minore. Il generale inglese James Wolfe dichiarò che “Gli Irochesi _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 14 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ hanno conquistato un impero alla corona britannica”19. Dopo dieci anni di guerra, nel 1783, con il trattato di Parigi l'Inghilterra riconosce l'indipendenza delle 13 colonie. A questo punto gli invasori europei, diventati americani, si volgeranno contro i Nativi sterminandoli senza pietà. A nulla valsero i tentativi di integrazione dei nativi, che in gran numero si “civilizzarono”, i bianchi volevano tutto e assolutamente non volevano che alcuno fosse sopravvissuto. Le guerre indiane furono durissime e sempre ad armi impari, i nativi erano inferiori di numero e i bianchi avevano anche i cannoni. E venne il tempo della farsa dei trattati. Emblematica la pace firmata a Fort Greenville, nel 1795, in occasione della quale furono assegnati “per sempre” agli Indiani le terre al di là del fiume Ohio, che fu definito “frontiera permanente”. In realtà l’espressione “per sempre” avrebbe assunto il triste significato numerico di “50 anni”. Furono firmati 371 trattati, nessuno dei quali fu rispettato. La “soluzione finale”, fu identica per tutte le tribù dell’Est. Il piano di deportazione e sterminio conobbe il suo apice sotto la presidenza di Jackson, quando il Congresso approvò lo Indian Removal Act, un documento che predisponeva la deportazione di tutti gli Indiani ad Ovest di una linea chiamata “frontiera permanente”, ancora20. Fino a quel momento la dirigenza politica degli invasori aveva percorso la via della “civilizzazione” e alcune tribù avevano assunto comportamenti meno ostili se non pacifici. Ma lo scopo dei colonizzatori era sempre e solo l’espansione, la conquista e il saccheggio, nessun atteggiamento da parte indiana poteva considerarsi soddisfacente dinnanzi ai criminali anglofoni. La deportazione degli Indiani fu uno degli atti più infami mai perpetrati da esseri umani a danno di loro simili, milioni di persone furono così strappate alla loro terra natale sino a diventare dei profughi nel loro stesso Paese. Furono programmate le distruzioni di culture e tradizioni millenarie21. I Seminole, abitanti della Florida, poterono resistere a lungo all’invasione, complice anche un territorio paludoso e infido che permise loro un combattimento di guerriglia, del quale le forze armate statunitensi ebbero ragione dopo molte campagne militari, con la perdita di circa 3500 combattenti tra regolari e mercenari. I Seminole persero circa 2000 combattenti, fino alla loro resa. Circa 3200 tra i sopravvissuti furono deportati ad Ovest. Quel pugno di combattenti aveva arginato per anni l’avanzata di un esercito potente e ben equipaggiato, segnando poi la fine Cfr., Luca Tentori, Lo sterminio degli indiani dell’America del Nord, in http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47217 20 Cfr. Indian Removal Act, in https://www.loc.gov/rr/program/bib/ourdocs/Indian.html 21 Cfr., Luigi Pellini, Il grande olocausto dei nativi americani. Vennero eliminati fisicamente per impossessarsi delle loro terre, con la Bibbia nella mano, 2012, in http://luigi-pellini.blogspot.it/ 19 _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 15 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ dell’era delle guerre dell’Est, con tutte le tribù di questo territorio deportate di là dalla Frontiera Permanente. L’ATTO DI PRELAZIONE (1840-1865) L’Atto di prelazione fu certamente la più grossa e perversa mascalzonata degli invasori, consistendo in una autorizzazione per i coloni ad acquistare terreni immensi a pochissimo prezzo, rispettando l’unica condizione che i diritti dei nativi dovessero essere “estinti” prima dell’acquisto. In pratica, più che i loro diritti, i coloni trovarono molto più semplice estinguere direttamente i nativi, si trattava di autorizzare un genocidio, né più né meno. E genocidio fu. LO HOMESTEAD ACT (1863) Lo Homestead dichiarava proprietario di un terreno chi vi risiedeva stabilmente per almeno cinque anni. Di fronte a questo movimento migratorio, i territori Indiani vennero progressivamente sempre più ridotti e schiacciati verso la costa occidentale degli Stati Uniti. Il governo non trovò altra soluzione che rinchiudere ciò che restava dei nativi nelle famigerate riserve. Gli Indiani presenti all’inizio di questa fase erano circa 175.000 nelle pianure e altri 75.000 nelle Montagne Rocciose, cifra sensibilmente ridotta rispetto a oltre un milione all’inizio della colonizzazione, su un territorio corrisponde circa all’attuale Oklahoma. Alcune delle tribù sopravvissute erano pacifiche, e furono le prime ad estinguersi, altre, più bellicose, come Sioux, Cheyenne, Comanche e Apache furono protagoniste degli ultimi episodi di resistenza agli invasori. Furono definitivamente sconfitte nel 189122. Nel 1899 anche il Territorio Indiano fu aperto alla invasione, definita, secondo la consueta ipocrisia, “civilizzazione”, terminando definitivamente il processo di conquista del Nord America. Gli Apache furono gli ultimi nativi ad arrendersi, dopo che un esercito congiunto di 10.000 uomini, messicani e statunitensi si dettero alla caccia di poche decine di guerrieri superstiti. Gli Apache si arresero nel 1886 e furono deportati in Florida in un minuscolo territorio dove la fame e gli stenti ben presto li decimarono23. PRATERIA 22 23 Ibidem Ibidem _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 16 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ Per quanto riguarda le pianure del nord, la cosiddetta Prateria, dopo le devastanti epidemie degli anni precedenti le nazioni indiane rimaste erano quelle dei Sioux, degli Arapaho e degli Cheyenne del Nord. I Sioux, i più numerosi, suddivisi in sette tribù, resistettero tenacemente agli invasori, fino a che nel 1851 fu firmato il trattato di Fort Laramie, che assegnava agli Indiani un vasto territorio e 50.000 dollari annui. Ovviamente anche questo trattato non poteva soddisfare le mire espansionistiche degli statunitensi che cercarono subito un pretesto per riaprire le ostilità. Ben presto l’incidente si verificò, una mucca di proprietà di un agricoltore mormone si era sperduta nel campo dei Brulè, una delle sette tribù dei Sioux, dove fu uccisa e mangiata dalla tribù. I bianchi pretesero la consegna del ladro e durante la scaramuccia fu ucciso il fratello del capo della tribù, Stirring Bear. Ne seguì una violenta sparatoria in cui furono uccisi tutti i militari che erano intervenuti e lo stesso capo indiano Stirring Bear. Il generale Harney, incaricato della spedizione punitiva attaccò il villaggio dei Brulé uccidendo 136 persone soprattutto civili, gli altri come al solito finirono in una riserva. La vita nelle riserve era al limite della sopportazione umana, resa ancora peggiore dai corrotti agenti governativi, i quali approfittavano della loro posizione per arricchirsi vendendo i beni destinati agli Indiani24. Gli Stati Uniti D’America, questo grande paese, considerato dai più faro di civiltà, fonda la sua origine sullo sterminio, sul furto, sull’inganno e sul nessun valore della parola data con i trattati stipulati con i pochi sopravvissuti allo sterminio sistematico. Quasi lo stesso si può dire anche per le altre nazioni che si sono insediate sui territori rubati ai nativi di tutto il continente americano. L’olocausto del continente americano, tuttavia, è ancora considerato come una specie di peccatuccio veniale, una specie di incidente di percorso nella stupenda crescita di grandi civiltà, almeno una delle quali, quella statunitense, ancora oggi porta morte e distruzione in tutto il mondo, utilizzando questa volta una nuova formula, che ha sostituito la “civilizzazione”, stavolta fanno correre i loro eserciti in lungo e in largo per il globo esportando “democrazia”, infangando questo nobile principio e riaffermando tutta la loro spietata ferocia. 24 Ibidem _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 17 Centro Studi Politici e Sociali Franco Maria Malfatti _________________________________________________________________________________________________________________ BIBLIOGRAFIA • Alexis De Tocqueville, Democracy In America, London, 1840; • Piero Menarini, L'Historia general de las Indias di Gómara fra difesa di Cortés e anti-indigenismo, Milano, 1986; • Guido Tassinari, Storia degli Stati Uniti D’America, Milano, 2006 SITOGRAFIA • https://it.wikipedia.org/wiki/Taino_(popolo) • Accadde oggi, 12 Ottobre: La Giornata di Colombo, Columbus Day, ma anche Dia de la Resistenza Indigena, in http://www.dilucca.it/archivio-notizie/cronaca-a-attualita/cronaca/24687- accadde-oggi-12-ottobre-la-giornata-di-colombo-columbus-day-ma-anche-dia-de-laresistenza-indigena • http://www.farwest.it/?p=433 • http://www.farwest.it/?p=437 • Colonizzazione europea delle Americhe – Wikipedia, in https://it.wikipedia.org/wiki/Colonizzazione_europea_delle_Americhe • https://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=9&cad=rja&uact=8 &ved=0ahUKEwja853j6ubQAhWCPRQKHfNZBxYQFghHMAg&url=http%3A%2F%2F www.countryeventsmilano.com%2F%3Fp%3D1181&usg=AFQjCNGVJldTmijamo0IgZy0Imn0-8p8A&sig2=wFGmvg7mYqisZVOSwX1CrA&bvm=bv.141320020,d.d24 • http://www.lib.utexas.edu/ • Luca Tentori, Lo sterminio degli indiani dell’America del Nord, in http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=47217 • Indian Removal Act, in https://www.loc.gov/rr/program/bib/ourdocs/Indian.html • Luigi Pellini, Il grande olocausto dei nativi americani. Vennero eliminati fisicamente per impossessarsi delle loro terre, con la Bibbia nella mano, 2012, in http://luigi-pellini.blogspot.it/ _______________________________________________________________________________________________________________ www.centrostudimalfatti.org www.archeologiaindustriale.org 18