l`occidente visto dagli indiani del nord
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l`occidente visto dagli indiani del nord
L'OCCIDENTE VISTO DAGLI INDIANI DEL NORD Una delle culture più studiate e indagate è quella degli indiani d'America. Forse perché risalta con forza, ai nostri occhi, la visione diversa del mondo che essi hanno, così come la loro organizzazione sociale incentrata sul rapporto vitale e sacro tra l'uomo e la terra. Attraverso le parole dirette degli indiani d'America possiamo, noi e loro, liberarci dei vecchi stereotipi e delle mistificazioni create dall'Occidente su questa cultura. "Nessuno può fabbricare una cultura. Una cultura non si fabbrica. Non si fabbrica una nazione. Non si fabbrica una tribù. E' il Grande Spirito che lo fa. Succede perché la gente vive insieme, perché deve sopravvivere. E' questo che crea una cultura, una nazione, una tribù. Che cos'è una tribù? Non sono i riti, i costumi. E' il rapporto tra esseri umani che vivono insieme, che sono insieme nel modo in cui si esprimono. Le comunità tribali non sono organizzate in vista del progresso. Sono organizzate per essere. Forse gli indiani che sono sopravvissuti hanno creato un modo di salvare la terra, con il semplice fatto di essere. E l’essere è una via dura, molto dura ... " “L’erba è come un essere umano. La sua forza più grande è quando la terra la nutre. E` forse questa la ragione per cui noi indiani non capiamo troppo bene l’uomo bianco. Sembra che voi viviate nell’aria. Come i falchi. Sembra che siate in perpetuo movimento. Come i falchi. Sembra che voi non abbiate radici, non abbiate storia, non abbiate un posto. Che cos'è l’America per voi? E' un posto da visitare durante le vacanze e le feste, come turisti che vanno a trovare un lontano parente. E sembra che non sappiate dove sia l'America, quindi continuate a cercarla". Ma che cosa ha visto di noi l'uomo con la macchina fotografica? "Un fotografo di una grossa agenzia di stampa entrò: era stato mandato per fotografare "gli indiani" disse, sedendosi ad aspettare di fronte ai funzionari tríbali. Non li aveva riconosciuti senza le piume. Passò un'ora. "Dove sono gli indiani?", chiese finalmente il fotografo. "Qui", rispose sorridendo uno degli anziani. Il giornalista non era per nulla divertito. "Non vi posso mica fotografare vestiti da uomini d'affari!", sbottò. "Non avete delle piume? Dei copricapi di guerra? Qualcosa di 'indiano', insomma". Così gli anziani aprirono le valige e indossarono i copricapi di guerra che avevano messo per il ricevimento del presidente. Nei giornali del mattino da un capo all'altro del paese comparve il giorno dopo una fotografia dei tre vecchi con i loro copricapi di piume presi dalle spalle in su. 1 loro vestiti grigi erano scomparsi. Il fotografo attraverso la sua macchina non aveva visto né uomini né indiani. Aveva guardato nella sua immaginazione, come se le sue lenti fossero uno specchio dell'aspetto che, nell'idea del bianchi, dovevano avere gli indiani. Il fotografo aveva davanti degli esseri umani in carne ed ossa e li trasformava in una fantasticheria bianca. Nel fare questo trasformava gli indiani pellerossa in indiani bianchi, vestiti dei miti bianchi che i bianchi volevano vedere."