La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 220

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La Provincia del Sulcis Iglesiente n° 220
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Anno XV - N° 220
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30 Marzo 2010
Quindicinale di Informazione Politica, Economica e Sociale
Iscrizione Registro Stampa Tribunale di Cagliari n° 32/95 del 7/11/95 • Direttore Responsabile: Giampaolo Cirronis • Distribuzione gratuita
A due mesi dalle elezioni amministrative, si è ancora in attesa di conoscere alleanze e liste di candidati
Sulcis, quale futuro?
Soluzioni Integrate
per il Risparmio Energetico
Il ruolo dei futuri amministratori locali sarà assai importante nella gestione della crisi che investe il territorio.
L
a gravissima crisi
che ha investito il
territorio negli ultimi dodici mesi, ha
coinvolto direttamente migliaia di lavoratori ed ha restituito agli amministratori
degli Enti Locali, Provincia
e Comuni, un ruolo centrale
nella gestione degli eventi
socio-economici, presenti e
futuri. Se fino a ieri il tessuto economico ha potuto contare su una base di tutto rilievo rappresentata dal polo
industriale di Portovesme, i
recenti accadimenti hanno
rivelato che quelle certezze
non ci sono più e, pur auspicando un prolungamento
del ciclo industriale, occorre mettersi al lavoro quanto
prima possibile, per costruire
il futuro del territorio.
Per evitare gli errori del
passato che hanno portato
all’imposizione di monocolture economiche, prima
quella mineraria, poi quella
industriale, al declino delle
quali sono emerse rabbia e
disperazione per mancanza
di alternative, il ruolo degli
amministratori di Provincia
e Comuni dovrà essere più
incisivo e per molti versi...
decisivo.
Tra due mesi verranno eletti il nuovo Consiglio provinciale ed i Consigli comunali di
Iglesias, Santadi, Sant’Anna
Arresi, Villamassargia, Giba,
Tratalias e Piscinas. Quello
delle urne è sempre un appuntamento importante, ma in
questo momento lo è ancora
di più, perché c’è da progettare, tutti insieme, il futuro del
territorio, partendo dalle poche certezze del presente e
guardando al nuovo, vincendo
anche il timore di perdere i
privilegi garantiti dal vecchio
modello di sviluppo, ormai
prossimo al tramonto.
Giampaolo Cirronis
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ALL’INTERNO
Accordo per riavviare l’Eurallumina
Le grandi manovre per le Provinciali
Caso Bacu Abis: emergenza regionale
Giovannino ha perso l’ultima battaglia
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Un grande Golf Resort a Masainas
Il Carignano di Santadi piace ai cinesi
Gemellaggio Carbonia-Albona.Arsia
Il Carbonia pensa già al futuro
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Il presidente della Conferenza Consultiva Politica Nazionale della Repubblica Popolare Cinese ha visitato in forma privata la Cantina
Il Carignano di Santadi piace anche ai cinesi
La delegazione del Governo cinese ha apprezzato sia i bianchi sia i rossi ed ha voluto conoscere tutte le fasi della vinificazione.
U
n doppio “qing qing”
con Cala Silente e Terre Brune. I Cinesi hanno brindato con due fra
i vini più prestigiosi della Cantina
Sociale di Santadi. L’occasione è
stata una visita, non ufficiale, di
una delegazione della Repubblica Popolare. L’evento è però di
quelli da segnare in agenda perché
la presenza di una decina di ministri e vice ministri del Sol Levante non è un qualcosa che possa passare inosservato. La delegazione, composta da oltre ottanta
persone, era presente nell’isola a
causa di uno scalo tecnico durante il volo che da Pechino doveva
condurla in Angola per una visita di Stato. Due giorni di vacanza
nell’isola con ospitalità al Forte
Village di Santa Margherita di
Pula, tour turistico di Cagliari e
visita ad una delle più importanti
realtà produttive, in campo vinicolo, della Sardegna.
Al blitz nel Sulcis hanno partecipato, fra gli altri, Jia Qinglin,
presidente della Conferenza Consultiva Politica Nazionale; il vice presidente Qian Yunlu; il vice
ministro degli esteri Zhai Jun ed
il vice ministro del commercio Yi
Xiaozhun. Poco più di un’ora e
mezza per visitare la Cantina, situata nel cuore del Basso Sulcis, in
una terra ricca di tradizioni vinicole e caratterizzata da uno straordinario ambiente naturale che esalta
le caratteristiche di vitigni come il
Carignano ed il Vermentino.
Antonello Pilloni, uno dei principali artefici del successo della
Cantina in tutto il mondo, insieme
al direttore amministrativo Lino
Cani, hanno fatto gli onori di casa,
coinvolgendo gli ospiti dapprima
in un breve tour enogastronomico,
costituito dalla degustazione del
Cala Silente (bianco) e del Terre
Brune (Carignano), accompagnati
da alcuni prodotti tipici del territorio. Il saluto della comunità locale è stato presentato dal sindaco
Elio Sundas. Subito dopo è iniziata la visita allo stabilimento con
l’illustrazione delle varie fasi produttive, dell’imbottigliamento,
dell’invecchiamento e della commercializzazione del vino. Gli ospiti hanno seguito con particolare
attenzione ed hanno dimostrato di
apprezzare sia l’organizzazione
della Cantina sia la grande qualità dei prodotti. Il presidente Jia
Qinglin, profondo conoscitore dei
vini più pregiati del mondo ha
chiesto che gli fossero illustrate
tutte le caratteristiche dei vini locali. Una piacevole sorpresa per
quelli del Sud America ad aver
invaso il mercato dei prodotti a
basso costo. Per la richiesta di vini pregiati (quantità molto limitate) ci si rivolge soprattutto alla
Francia.
La visita della delegazione ci-
Un momento della visita in Cantina.
l’importante esponente del governo cinese (l’equivalente del nostro
presidente del Senato) che ha sollecitato i dirigenti della cantina ad
una maggiore attività promozionale in Cina. I vini sardi, infatti, sono poco diffusi in questa nazione,
nese, dunque, potrebbe aprire nuove prospettive commerciali per
Santadi. Le valutazioni si potranno fare solo fra qualche mese. Si
ha però la sensazione che possa
essersi aperto uno spiraglio per
l’esportazione dei vini di qualità
I
l Cesfop, coordinamento enti
sardi della formazione professionale, ha rivolto dure critiche alla Regione per i ritardi
nella programmazione della formazione professionale che metterebbero a rischio circa cinquecento posti di lavoro, tra dipendenti amministrativi, docenti, personale di
servizio, dipendenti a progetto.
«Dopo cinque anni durante i
quali non siamo stati ascoltati ha detto Alberto Deiala, presidente del Cesfop - ora i fondi ci sono,
ma siamo preoccupati per i ritardi accumulati.»
Il Cesfop e la Rete degli Enti e
delle Agenzie formative sarde rivendicano l’esigenza di confrontarsi con l’organo politico, prima che
si facciano i bandi. Ai forti ritardi
per i piani di formazione si aggiunge il trasferimento delle competenze dalla Regione alle Province.
La richiesta esplicita formulata è quella di un riconoscimento,
da parte delle istituzioni, del ruolo
politico e operativo nella program-
mazione degli interventi, con l’avvio di un tavolo di concertazione.
«Il 23 febbraio la Regione ha
approvato il Piano annuale della
formazione professionale, la cui
gestione è stata delegata alle amministrazioni provinciali. Abbiamo
ben presente il problema e stiamo
lavorando per offrire al più presto
nuove opportunità a quanti si rivolgono al mercato del lavoro.»
L’assessore regionale del Lavoro, Franco Manca, ha replicato così alle accuse lanciate dal Cesfop
nel corso di una conferenza stampa.
«I ritardi nella programmazione dei corsi di formazione - prosegue l’assessore Manca - erano stati già al centro di un incontro con
il direttivo del Cesfop, tre mesi fa.
Proprio nel rispetto del ruolo politico della rete degli enti e delle agenzie formative, la Regione aveva già
programmato un incontro operativo
prima delle pubblicazioni di tutti i
bandi. Entro il secondo trimestre
2010 i bandi saranno pubblicati.
In merito al trasferimento di com-
petenze alle Province, l’assessorato ha già predisposto le linee
guida per armonizzare le procedure su tutto il territorio regionale.
Mi pare che il Cesfop sia poco attento a quanto la Regione sta facendo, in perfetta sintonia con gli
impegni assunti.»
«Le critiche mosse sono assolutamente fuori luogo - aggiunge
Manca -. Non si può accusare la
Regione di non essere stata in grado
di recuperare in poco tempo i ritardi accumulati in cinque anni di
amministrazione precedente. Sono
in carica da quattro mesi: li ho spesi
incontrando più volte i rappresentanti del Cesfop e, singolarmente,
quelli dei singoli enti con l’obiettivo di condividere una politica formativa volta verso la qualità della
formazione e a una riorganizzazione che veda gli utenti finali al centro del processo. Il tutto pensato per
l’abbattimento dei tempi tecnici per
la pubblicazione dei bandi, l’affidamento degli stessi e l’erogazione
delle risorse.»
Il presidente della Regione ribadisce una netta contrarietà
«I
l nostro “no” al nucleare non si basa su
pregiudizi di natura
ideologica, né su valutazioni di carattere emotivo.
Abbiamo una posizione diversa,
ragionata, basata sulla specificità della nostra Regione.»
Così il presidente della Regione, Ugo Cappellacci, ha com-
mentato l’ipotesi di un referendum consultivo sul nucleare,
avanzata dal vice-ministro Urso a
Cagliari.
«In Sardegna - ha aggiunto il
governatore - non c’è posto per le
centrali perché intendiamo imboccare con decisione un’altra
strada: quella delle energie rinnovabili e della green economy.
La realizzazione di impianti nucleari rappresenterebbe un inaccettabile danno, anche dal punto
di vista simbolico, per una terra
che affida le sue speranze di sviluppo all’ambiente, al paesaggio e
alla propria identità. Siamo contrari ad una simile ipotesi ed un
referendum non farebbe altro che
confermare questa volontà.»
Il sindaco di Sant’Antioco ha chiesto l’intervento del ministro
Il presidente della Cantina Antonello Pilloni con S.E. Jia Qinglin.
dove persino i grandi vini nazionali fanno fatica a conquistare
delle fette di mercato importanti.
Le esportazioni di vino italiano in
Cina costituiscono appena l’uno per
cento della nostra produzione. In
pratica sono i vini australiani e
verso il mercato del Sol Levante.
“Zaijian (arrivederci) signor
presidente!”. Alla fine scambio
di doni fra la delegazione cinese,
i rappresentanti della Cantina ed
il sindaco.
Enrico Cambedda
Prendersi cura l’uno dell’altro:
una responsabilità, una scelta, un dovere
P
Franco Manca: «Rilanceremo la formazione»
«La Sardegna non vuole le centrali nucleari»
Un interessante convegno sui temi legati al senso della vita
rendersi cura della persona
fino alla fine. è un servizio
non sempre scontato e, soprattutto, mai facile: questo
il senso del film documentario “Il
silenzio prima della musica” di Eric
Daniel Metzgar, che presenta il percorso di riabilitazione di Jason Crigler, un noto chitarrista colpito nel
2004 da un’emorragia cerebrale durante un concerto. La sua famiglia
e, in particolare sua moglie, incinta,
non si rassegnano alla prognosi pessimista dei medici e pian piano con
la rieducazione ospedaliera e la tenacia, rendono al mondo un uomo,
un padre ed un artista pienamente
recuperato.
Il silenzio prima della musica è
il racconto di questo recupero, un
diario delle emozioni e del dramma, che ha coinvolto un artista, ma
soprattutto la sua famiglia. Tutti i
punti di vista sono raccolti e testimoniati in una delle suggestioni
emotive più struggenti tra quelle
viste al Festival di Roma 2008,
dove il documentario di Eric Daniel
Metzgar è stato presentato nella
sezione “L’altro cinema - Extra”.
L’assessore al lavoro ha replicato alle critiche del Cesfop
Lo scorso giovedì 11 marzo le
persone partecipanti alla proiezione
di questo film nei locali della Biblioteca Comunale di Carbonia, hanno
mostrato attenzione ed apprezzamento sia per il film che per l’incontro
dibattito che lo ha accompagnato.
Si è parlato di testamento biologico e per farlo l’Associazione
“Scienza & Vita” di Carbonia-Iglesias, ha invitato il dott. Salvatore Pisu, docente di Bioetica presso la
Facoltà di Medicina di Cagliari, e il
dott. Mauro Barberio, avvocato e
Presidente di “Scienza & Vita” di
Cagliari. La riflessione si è snodata
su alcune riflessioni fondamentali:
l’importanza del prendersi cura, la
indisponibilità della vita, il diritto
alla vita sancito dalla legislazione
italiana, la necessità di una conoscenza reale e approfondita della
complessità della situazione e della
delicatezza della materia, che non
può certo essere “commercializzata”
o sommariamente definita.
La tematica non è certo delle
più semplici e non può essere esaustivo un unico incontro, ma l’obiettivo che l’Associazione si prefigge
è quello di far nascere il desiderio
di confronto e di riflessione su tematiche che ci riguardano direttamente, perché inerenti l’esistenza
umana, e che richiedono il superamento di atteggiamenti puramente
emozionali.
Sull’argomento “vita” è importante domandarsi cosa ci sia in gioco. è giusto, ad esempio, approvare una legge che imponga al medico il dovere di tener conto delle dichiarazioni anticipate di trattamento, sottoscritte in data certa da soggetti competenti e informati e purché esplicitamente prive di indicazioni eutanasiche?
Nelle situazioni di stato vegetativo persistente come trattare le persone, cosa dovrebbe fare lo Stato?
Domande che si rincorrono e che,
chiaramente, conducono ad una riflessione profonda sull’esistenza
umana: in fondo si pone la cosiddetta questione antropologica, che
interpella ciascuno di noi, la nostra
possibilità di conoscere, capire, decidere riguardo la nostra vita e quella, talvolta, di chi ci vive accanto.
Annamaria Loi
«Dateci i fondi di maratonarte scippati per il G8»
«D
ateci i soldi di maratonarte scippati
per il G8». E’ il
senso della lettera
che il sindaco di Sant’Antioco Mario Corongiu ha inviato al ministro
dei beni culturali Sandro Bondi e al
senatore Francesco Rutelli, a suo
tempo ministro ideatore del non
stop televisivo di raccolta fondi in
favore dell’arte. Il primo cittadino
si riferisce al 420mila euro destinati a Sant’Antioco dai fondi della
raccolta nazionale per il salvataggio
di sette emergenze culturali nazionali. Tra questi era compreso anche
il consolidamento di due ipogei della necropoli isolana. Soldi che invece di arrivare in laguna presero
la strada per La Maddalena en ancora oggi non si sa dove siano finiti.
Presentato a Sant’Antioco il progetto “Italian Flight University”
Un aeroporto di 3° livello per lanciare
le mete turistiche del Sulcis Iglesiente
M
anc a
sol o
l’autorizzazione regionale,
poi l’idea di un
Tito Siddi.
aeroporto sulcitano potrebbe iniziare a diventare
realtà. In principio, secondo le intenzioni, sarà solo una scuola per
brevetti di volo e master universitari per lauree brevi. Una specie di
campus universitario, dotato però
di varie strutture didattiche e di accoglienza, compresa una pista di
1.800 metri. Poi potrebbe diventare anche un aeroporto di terzo
livello aperto al rilancio turistico
ed occupazionale del Sulcis Iglesiente.
L’iniziativa per il momento è
finalizzata alla realizzazione di
una struttura formativa di tipo residenziale e di Master universitari
con laurea breve e successive specializzazioni. Ma anche l’istituzione di corsi per il rilascio di specifiche licenze aeronautiche. Quelle di volo, assistenti, meccanici, ad-
detti ai sistemi tecnici, hostess, sicurezza, controllo e gestione aeroporti. Una volta realizzato sono
previsti soggiorni nel campus per
un totale di 1.000 allievi, 200 per
cinque anni, nei vari indirizzi o specializzazione. è il progetto illustrato e discusso in una gremita aula
consiliare a Sant’Antioco, nel
corso di un’assemblea dibattito,
organizzata dal comitato promotore dell’aeroporto sulcitano e che
aveva per tema “Il Sulcis prende il
volo”. Il progetto si chiama “Italian Flight University” e poggerebbe, per la sua realizzazione, su
finanziamenti privati. Non solo:
per la sua realizzazione c’è anche
disponibile l’area. è stata messa a
disposizione dal comune di San
Giovanni Suergiu. Una vasta pianura poco adatta per essere coltivata che va dalla frazione di Is Pitzus sino alla foce di rio Marquarba lungo la costa di Matzaccara.
«Dopo un incontro con il presidente della Giunta Ugo Cappellacci - fa sapere il consigliere provinciale Erminio Meloni - abbiamo inoltrato la richiesta di auto-
rizzazione alla Regione nel mese di
agosto dello scorso anno, senza
aver mai ottenuto risposta. Fatto
che riteniamo gravissimo e che in
pratica ci tarpa le ali».
A Sant’Antioco si è iniziato a
tastare il terreno alla presenza di
amministratori locali, tecnici, imprenditori e operatori turistici. Presente anche un imprenditore umbro che ha illustrato le potenzialità di una struttura simile di cui è
proprietario in Umbria. Il presidente del Consiglio comunale di
Sant’Antioco, Marco Fontana, ha
illustrato i dati delle presenze turistiche nel Sulcis, contraddistinte nella stagione scorsa da un
vistoso segno positivo, mentre il
consigliere provinciale Erminio
Meloni ha illustrato il progetto di
fattibilità. Il dibattito che è seguito, tra luci ed ombre, ha dato comunque un segnale che il Sulcis
Iglesiente intende cambiare ed
aprirsi a nuove prospettive economiche, basate sull’industria del
turismo.
Tito Siddi
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Sono stati completati nei giorni scorsi i lavori di demolizione delle strutture di “Sa Fabbrica”, nella centralissima via Giulio Cesare
Il centro storico di Portoscuso cambia volto
Proseguono nei tempi previsti, intanto, i lavori del progetto di riqualificazione urbana del sito della vecchia Tonnara Su Pranu.
S
ono stati ultimati i lavori di
demolizione delle strutture di “Sa Fabbrica”,
nella centralissima via
Giulio Cesare, all’angolo con la
via De Gasperi, decisa dall’Amministrazione comunale di Portoscuso per porre rimedio ad una
situazione di grave degrado.
Temporaneamente l’area interessata verrà utilizzata come parcheggio ma per decidere la sua
destinazione finale a breve verrà
bandito un concorso di idee. Nei
propositi degli amministratori
comunali c’è la volontà di creare
strutture di pubblica utilità che,
compatibilmente con le risorse che
si riuscirà a reperire, dovranno
qualificare il centro storico del
paese.
Proseguono nei tempi previsti,
intanto, i lavori del progetto di
riqualificazione urbana del sito
della vecchia Tonnara Su Pranu,
punto qualificante del programma triennale delle opere pubbliche. Il prossimo intervento, per
il quale sono già disponibili le
risorse, ottenute con un finanziamento regionale, è quello previsto per il recupero della chiesetta di Sant’Antonio, situata all’interno dell’area di Su Pranu. Una
volta ultimati i lavori della Tonnara e decisa la nuova destinazione dell’area di via Giulio Cesare, il centro storico di Portoscuso cambierà completamente volto e diventerà un punto di riferimento di tutti i progetti di valorizzazione turistica.
Nelle scorse settimane l’assessorato dei lavori pubblici ha
disposto il completamento dell’impianto di illuminazione pub-
blica in alcuni quartieri, con un
progetto finalizzato al miglioramento della resa e, quindi, al ri-
Il nuovo impianto è già operativo in via Lombardia ed a breve lo sarà anche in via Piemonte,
Una fase della demolizione di “Sa Fabbrica”.
Foto di Ignazio Vacca.
L’ingresso della Tonnara “Su Pranu”.
sparmio energetico. Sono stati sistemati complessivamente 270
nuovi corpi illuminanti.
dove i lavori sono stati completati (entrambe si trovano nel piano di zona).
I tagli sulla scuola sono inaccettabili
L
Gemellaggio Carbonia-Albona-Arsia
L
Anche nel Sulcis cresce la protesta contro le nuove direttive
’applicazione delle nuove
direttive ministeriali in ordine alla costituzione delle
classi nella scuola dell’obbligo primaria e secondaria di primo
grado prospetta, nei comuni con un
maggiore calo demografico e con
conseguente contrazione del numero
degli alunni, la riduzione delle classi
e, quindi, la chiusura di numerosi
plessi scolastici.
Attualmente tale evenienza è stata scongiurata o forse solo rimandata, ricorrendo alla istituzione di pluriclassi che, come era logico aspettarsi, ha comportato un calo della
qualità dell’offerta formativa, non
solo rispetto alle attese dei genitori
che direttamente le hanno sperimentate nel corso dell’anno scolastico
corrente, ma anche dal punto di vista organizzativo dell’attività più generale della stessa scuola e del supporto cui sono chiamate le Amministrazioni comunali.
I genitori, nel tentativo di porre
rimedio alla situazione sono costretti,
loro malgrado, ad iscrivere i figli in
istituti situati nei maggiori centri,
con l’insorgere di una serie di problemi che coinvolgono le famiglie,
le amministrazioni e gli stessi istituti scolastici accoglienti, spesso privi di adeguate strutture e organizzazione, per ricevere un consistente
aumento numerico di studenti.
La situazione è stata analizzata
e discussa in numerosi incontri fra
l’Amministrazione comunale di
Tratalias e la dirigenza dell’Istituto
Comprensivo di San Giovanni Suergiu - Tratalias, e si è evidenziata la
necessità di un intervento unitario
tra le Amministrazioni comunali, i
è stato ufficializzato il 2 marzo l’accordo tra le tre città
dirigenti scolastici del Basso Sulcis e
l’ANCI, per di discutere le problematiche sorte nella scuola dell’obbligo primaria e secondaria di primo grado con le nuove disposizioni ministeriali e valutare iniziative
che possano dare risposte concrete.
Appare fondamentale, dunque,
creare un movimento unitario, promosso dai sindaci del territorio che
abbia, come obiettivo a breve termine, garantire un’adeguata offerta formativa nei paesi più disagiati,
scongiurando in essi la chiusura degli edifici scolastici e, a lungo termine, la nascita di poli scolastici all’avanguardia dotati di strutture
idonee ad accogliere un importante
numero di studenti. Data la gravità
della situazione si reputa di dover
formare una delegazione al fine di
portare a conoscenza direttamente
del Ministero dell’Istruzione e dell’Assessore alla Pubblica Istruzione
della R.A.S. delle problematiche e
delle richieste che emergeranno dalle
conferenze tra gli enti in indirizzo.
Con quest’intento l’Amministrazione comunale di Tratalias ha
coinvolto tutti i dirigenti scolastici
degli istituti del Basso Sulcis ed i
rappresentanti dei genitori eletti nelle rispettive scuole, i colleghi sindaci ed il presidente dell’ANCI.
Il comune di Tratalias, su proposta del vicesindaco, ha promosso
una raccolta firme per sensibilizzare la popolazione residente diffondendo in paese il seguente avviso:
«La scuola è un’istituzione sociale responsabile dell’HYPERLINK
“http://it.wikipedia.org/wiki/Istruzi
one” \o “Istruzione” istruzione e
della HYPERLINK “http://it.wiki-
pedia.org/wiki/Formazione” \o “Formazione” formazione dei nostri figli, ma soprattutto, la Repubblica Italiana assicura a tutti il diritto all’istruzione e alla formazione e stabilisce, all’articolo 34 della Costituzione, l’obbligo scolastico e la sua
gratuità. Tale diritto si realizza nelle
istituzioni del primo e del secondo
ciclo del sistema educativo di istruzione e di formazione, costituite dalle istituzioni scolastiche statali.
è, pertanto, inaccettabile che, a
causa di una riforma ministeriale
(Tremonti - Gelmini) che mira a recuperare risorse economiche facendo tagli sui servizi essenziali come
la scuola pubblica convogliando di
contro risorse verso la scuola privata, a subirne le conseguenze siano i
nostri bambini e le famiglie.
Non vogliamo che i bambini di
Tratalias siano costretti a viaggiare
verso altri paesi per poter usufruire di
un diritto fondamentale con i notevoli disagi che questo trasferimento
comporterebbe per le famiglie ed in
modo particolare per i bambini.
Vogliamo che sia garantito ai
bambini di Tratalias il diritto allo studio con una scuola di qualità a Tratalias. Invitiamo, quindi, i cittadini ad
aderire alla raccolta firme promossa dal comune di Tratalias che sarà
inviata all’Ufficio Scolastico provinciale di Cagliari (CSA) e all’Assessorato regionale della Pubblica
Istruzione, al fine di mettere al corrente questi enti del nostro disagio
con l’auspicio che da ciò sia attuato
un provvedimento volto alla risoluzione del problema.
Marco Antonio Piras
Sindaco del comune di Tratalias
a mattina di martedì 2 marzo 2010, la giornata del gemellaggio è iniziata ad Albona, nel cimitero intercomunale di via Santa Caterina, unico
per Arsia (in croato Raša) e per la
stessa Albona (in croato Labin),
con la deposizione di una corona di
fiori nel cippo funebre, che ricorda
i caduti sul lavoro delle miniere di
carbone dell’Istria, e con un breve
discorso commemorativo di Tulio
Demetlika (o Tullio Demetlica all’italiana), sindaco della città albonese, alla presenza della delegazione di Carbonia, guidata dal sindaco
Tore Cherchi, e di una nutrita partecipazione di sindaci e di consiglieri
comunali del bacino carbonifero dismesso dell’Arsa. è seguita un’altra deposizione con corona di fiori
e un breve discorso, tenuto dal rappresentante dell’Associazione ex
Combattenti Antifascisti e dell’Associazione dei Difensori della Guerra Patriottica (l’ultima guerra del 1995
tra croati e serbi) di fronte al cippo con
lapide, vicino alla Miniera carbonifera di Stermazio (in croato Strmac),
con le stesse delegazioni e gli stessi
partecipanti. Successivamente, con
le stesse delegazioni e gli stessi partecipanti, ma con una numerosa presenza di alunni delle scuole cittadine (Scuola Elementare “Ivo Lola Ribar”), con la deposizione di un’altra corona di fiori su una lapide di
un edificio minerario e il discorso
commemorativo da parte del sindaco Demetlika e del presidente del
Consiglio di Albona, Valter Poropat
nel piazzale della Miniera carbonifera di Vines (in croato Vinež), denominata “Piazza Rossa” (nel dialetto croato ciàcavo di Albona Krvova
Placa), perché simboleggia il sangue e le perdite di vite umane in
questo luogo dove iniziò la protesta
che fu denominata “Repubblica di
Albona”. Il poeta locale Mladen, infine, Bastijanić (o Bastianich) ha declamato in dialetto albonese la sua
poesia Krvova Placa: “Piazza Rossa”.
A mezzogiorno, nella sala della
Giunta del Municipio di Albona, si è
svolta una conferenza stampa sulle
ragioni del gemellaggio e sulle opportunità offerte da un simile accordo di amicizia, con gli interventi del
sindaco albonese, Tulio Demetlika,
dei suoi colleghi istriani di Arsia, Josip Pino Knapić (o Giuseppe Cnapich), di Pédena (in croato Pićan),
Ivan Francović (o Giovanni Francovich), e Santa Domenica d’Istria
(in croato Sveta Nedelja), Srećko
Mohorović (o Felice Mocorovich),
e di Tore Cherchi, sindaco di Carbonia. Il sindaco di Arsia, Josip Pino Knapić, ha voluto ricordare che
il desiderio di instaurare rapporti di
amicizia con Carbonia risale agli
anni dell’ex Jugoslavia, purtroppo
non fu un periodo favorevole, perché la cittadina carbonifera veniva
percepita dal regime di Tito in modo
negativo come città del fascismo,
trascurando così anche l’immenso
patrimonio urbanistico e architettonico, oggi riconosciuto con prevedibili progetti di valorizzazione. Non
solo accade questo, ma durante tale
regime la cittadina di Arsia, da comune autonomo, fu relegato al ruolo di semplice frazione di Albona
per quasi cinquant’anni (dal 1947
al 1993). Sono stati poi distribuiti i
distintivi recanti i toponimi dei Comuni gemellati con caratteri dorati
(LABIN - ALBONA/CARBONIA
/RAŠA - ARSIA), sotto i simboli
minerari internazionali (martelli
incrociati in oro su sfondo nero-verde, i colori della miniera).
SANT’ANTIOCO
SPORT
Nel pomeriggio, nel Salone del
Consiglio Civico del Palazzo Municipale di Albona, si è svolta la cerimonia del gemellaggio tra Albona,
Arsia e Carbonia. Data storica per i
tre centri già carboniferi, che hanno
le stesse similitudini urbanistiche e
architettoniche del periodo fascista,
legati soprattutto da una comune storia economica, sociale e culturale,
che fa di questo gemellaggio il più
significativo per le tre comunità.
La Cerimonia, iniziata con l’ascolto in piedi dell’inno nazionale
croato Lijepa naša domovino = Bella
nostra Patria (ma stranamente non è
stato suonato il nostro inno di Mameli), è proseguita con gli interventi
dei sindaci gemellati e di diverse personalità politiche o istituzionali.
«È un gemellaggio voluto dal
governativa “Labin Art Express”.
«Solidarietà, fratellanza e uguaglianza, sono i valori che ci legano e che
sono ancora più importanti del patrimonio urbanistico, essendo più
veri e duraturi», ha sottolineato Tore Cherchi, sindaco di Carbonia, che,
parlando del gemellaggio, ha ribadito l’importanza del lavoro che sarà
svolto con le scuole delle tre comunità. Il sindaco di Carbonia ha detto,
inoltre, di sostenere la prospettiva
europea della collaborazione, rimarcando che lo sviluppo di ciascuna
autonomia locale coinvolta nel gemellaggio contribuirà allo sviluppo
dell’Unione Europea. Ha parlato,
inoltre, del primo sciopero generale
d’Italia, avvenuto nel 1904 e originato dall’eccidio di 3 minatori a Buggerru, proprio nelle zone minerarie
La firma dei sindaci di Albona, Carbonia ed Arsia.
destino, un gemellaggio dovuto innanzitutto al carbone, ma pure alla
sorte che ci ha accomunati», ha detto nel suo intervento Tulio Demetlika, sindaco di Albona, ricordando
le caratteristiche architettoniche che
le tre realtà hanno in comune grazie
a due architetti, Eugenio Montuori
e Gustavo Pulitzer Finali, che hanno
lasciato il segno ad Arsia, Carbonia
e Pozzo Littorio d’Arsia, oggi Piedalbona (in croato Podlabin), ai
piedi della città vecchia di Albona.
«L’attività mineraria è stata il
del Sulcis Iglesiente.
Alla fine degli interventi, si è avuta la firma solenne per il gemellaggio tra Albona, Arsia e Carbonia,
da parte dei tre sindaci, alle spalle
dei quali hanno presenziato i due
presidenti dei due Consigli comunali:
Valter Poropat per Albona, e Marcello Tencich (o Marčelo Tenčić alla croata) per Arsia (entrambi parlanti un discreto italiano). L’accordo di gemellaggio prevede una collaborazione di amicizia che si svilupperà sul piano culturale, economico,
Una delle cerimonie svoltesi il 26 febbraio scorso ad Albona.
nostro oro nero, che ha segnato una
vita di rinunce e sofferenza. Senza i
valori della Repubblica di Albona,
nemmeno l’Istria sarebbe quello che
attualmente è: una regione multiculturale, multietnica, democratica
e socialmente sensibile», ha continuato il sindaco albonese ricordando lo storico sciopero e la miniera
come parte indelebile dell’identità
degli albonesi, anche a 40 anni di
distanza dalla chiusura della miniera di Arsia, 22 dalla chiusura di quella albonese e 10 di quella di Tupliacco (in croato Tupljak, nel Comune
di Pédena). Una memoria che viene
recuperata tramite il progetto della
Città sotterranea avviato dalla municipalità e dall’associazione non
sportivo (si sta progettando un torneo
annuale di calcio: una Coppa Santa
Barbara internazionale per i giovani dell’Istria e del Sulcis), e in altri
campi per un futuro di pace e sviluppo. Quello che tutte e tre le parti
ritengono molto importante è la divulgazione della conoscenza tra le
giovani generazioni e l’attuazione
di particolari iniziative nelle scuole,
con scambi di visite dei giovani dei
rispettivi territori. Le parti firmatarie intendono cogliere, inoltre, le opportunità offerte dall’Unione Europea per la presentazione dei progetti elaborati in partenariato sul piano
culturale e nel campo del recupero
del patrimonio minerario.
Continua - Mauro Pistis
REGIONE SULCIS IGLESIENTE
CULTURA
SPETTACOLO
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Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
La Provincia del Sulcis Iglesiente
A poco più di due mesi dalla violentissima mareggiata di Capodanno, la spiaggia di Porto Pino ha ritrovato il suo splendore
Porto Pino, la natura ha fatto un miracolo
In una settimana il mare si è ripreso le montagne di alghe che aveva riservato sull’arenile della prima spiaggia.
Q
uel che il mare aveva portato il 1 gennaio, mettendo a forte rischio la prossima stagione balneare, lo
stesso mare si è ripreso poco più di
due mesi dopo, restituendo il sorriso agli amministratori comunali, agli
operatori turistici e alle migliaia di
persone che frequentano uno dei più
bei litorali della Sardegna.
La natura ha fatto il miracolo e
Porto Pino ha riacquistato il suo vero volto, con l’arenile quasi completamente liberato dalle montagne di
posidonie che l’avevano reso irriconoscibile. Se è vero che ad oggi il
livello della sabbia non è lo stesso
di quello di qualche mese fa, è altrettanto vero che proprio l’azione
del mare ha ampliato la superficie
disponibile e, di conseguenza, salvo
nuove mareggiate devastanti, la
prossima estate saranno maggiori
gli spazi a disposizione dei bagnanti.
Alle buone nuove portate dagli
eventi naturali, si aggiungono le
iniziative dell’Amministrazione comunale che ha predisposto il progetto di riqualificazione e salvaguardia
del canale.
«Con l’approvazione del progetto esecutivo per la salvaguardia, riqualificazione e recupero del canale di Porto Pino - ha detto il sindaco,
Paolo Dessì - si aggiunge un ulteriore tassello alla progettazione
generale che l’Amministrazione
comunale di Sant’Anna Arresi ha
fortemente voluto per salvaguardare pescatori e diportisti e per rendere
il centro di Porto Pino consono ad
una località turistica fiore all’occhiello del territorio del Sulcis.
Circa 5 milioni di euro è la somma spesa sino ad oggi nei diversi
lotti dei lavori del Canale. Questa
dovute al rilascio di una miriade di
autorizzazioni hanno ritardato l’inizio dei lavori di qualche mese ma
ora è tutto pronto. La scogliera
prevista nell’intervento metterà
Saremar: i cittadini di Carloforte hanno preparato una petizione
«Vogliamo chiarezza nella privatizzazione»
C
La prima spiaggia di Porto Pino fotografata a metà marzo.
L’inaugurazione del ponte sul canale, effettuata nel 2005.
ulteriore tranche di opere comporta
un’ulteriore spesa complessiva di
1.950.000,00 € di cui 1.595.597,50
di finanziamento regionale.
Alcune lungaggini burocratiche
finalmente in sicurezza il sito e consentirà di eliminare anche l’insabbiamento della bocca del canale che
periodicamente provoca gravi disa
gi alla locale marineria.»
arloforte si mobilita in vista dell’ormai imminente
avvio del processo di privatizzazione della società
Saremar. «Preoccupati dall’assenza di comunicazioni e dal mancato coinvolgimento delle amministrazioni e delle forze sociali interessate - si legge nella petizione già
sottoscritta da diverse centinaia di
cittadini, che verrà inviata al presidente della Regione, Ugo Cappellacci e all’assessore ai trasporti, Liliana Lorettu -, nonché dall’espressa volontà di voler conferire ai privati una quota del 51% delle partecipazioni nella costituenda società, il che significherebbe conferimento a costo zero del naviglio Saremar
nonché del contributo dello Stato
di 13 milioni di euro l’anno per 12
anni, con scarso o insignificante
impegno finanziario dei privati, i
quali avendo la maggioranza nel
Consiglio di Amministrazione avrebbero la possibilità do operare nella totale liberalità, chiediamo:
• partecipazione delle amministrazioni comunali interessate alla
predisposizione del bando di servizio;
• detenzione di almeno il 51%
delle quote azionarie da parte della Regione Sarda nella Società di
gestione privatizzata;
• previsione di apposito organi-
smo di controllo sulla gestione e
sull’attuazione del contratto in via
continuativa;
• indicazione delle caratteristiche e della vetustà delle navi che
dovranno svolgere la funzione di
trasporto e che dovranno avere meno di vent’anni ad eccezione del
naviglio Saremar per il quale va
impostato il piano industriale;
sviluppo del più ampio territorio
provinciale. In particolare chiediamo l’applicazione di un’unica tariffa per tutti i residenti in Sardegna,
a livello delle attuali tariffe previste per i residenti del Comune;
• conferma dello stesso numero
di corse, diurne e notturne, di quelle
attualmente in vigore;
• salvaguardia totale dei posti
Carloforte rivendica il diritto alla mobilità a costi contenuti.
• elaborazione del piano industriale riguardante il rinnovo e la gestione della flotta con annesso piano di compatibilità finanziario;
• piano tariffario che si ispiri alla concezione del trasporto come
infrastruttura volta a salvaguardare
il diritto di mobilità e come leva di
di lavoro per quanto riguarda il
personale Saremar e Delcomar.»
I cittadini di Carloforte chiederanno l’intervento di tutte le forze
politiche presenti in Consiglio regionale e non, nonché delle forze
sociali e sindacali, per sensibilizzarle sul problema.
La società guidata da Beppe Rampini opera nel quartiere di via Dalmazia, nelle strutture sportive della scuola media Don Milani
Sono sempre più numerosi i giovani che frequentano la scuola di calcio (e di vita) della Mineraria
«C
ultura dello sport e
uno sport per la
cultura». è uno degli obiettivi che si
prefigge l’A.C. Mineraria, la società nata nel 2004 a Carbonia, con
l’intento di creare una scuola calcio
diversa e l’obiettivo primario di far
sentire il bambino nella sua dimensione, quella del divertimento.
La Mineraria, diretta dal presidente Beppe Rampini, un “vecchio”
maestro di calcio che ha dato “il
battesimo calcistico” a parecchi
giovani approdati al calcio professionistico e semiprofessionistico
Cocco
ma anche a tantissimi giovani inseritisi con eccellenti risultati nella
società, opera nelle strutture della
scuola media “Don Milani”, nel
quartiere di via Dalmazia, una palestra per i più piccoli ed un campo
esterno illuminato per i più grandi.
La società conta 120 tesserati nelle varie categorie: tre squadre di piccoli amici, due di pulcini, una di
esordienti e tre gruppi chiamati “ludici” che lavorano in palestra.
I quadri societari, al fianco del
presidente, comprendono il vice Simona Steri; il segretario Luciano
Sessini; il direttore tecnico Roberto
Un gruppo di giovanissimi allievi della scuola calcio della Mineraria.
Rampini, i dirigenti Loredana Mura, Giovanni Bove, Giorgio Cauli,
Giovanni Lai e Silvano Carta.
Lo staff tecnico è formato da
quindici tecnici: Maurizio Lai (all.
portieri); Roberto Rampini e Guido
Casula (giovanissimi); Fabrizio
Casazza e Walter Garau (esordienti);
Giampaolo Puddu e Massimo Casu
(Pulcini 2° anno); Roberto Rampini, Fabio Garia e Mauro Rossi (pulcini 1° anno); Beppe Rampini, Cristian Rampini ed Ercole Bertinelli
(piccoli amici); Piero Palermo e Mirko Piroddi (ludico). Lo staff sanitario è formato da Aldo Rosas (medi-
S.S. 126 KM. 12,700 - CARBONIA - TEL. 0781.660066
co) e Cristian Rampini (infermiere).
La Mineraria quest’anno partecipa ai campionati provinciali Figc
ed entro i prossimi tre anni conta di
confrontarsi nelle categorie giovanissimi e allievi. I principali obiettivi
restano comunque quelli educativi,
da conciliare sempre con quelli agonistici: sviluppare oltre l’educazione,
la lealtà ed il rispetto, anche le potenzialità sociali di ogni ragazzo; aiutare i ragazzi a diventare persone e
seguirli nel loro percorso di crescita;
aiutare i genitori nella crescita dei
loro figli; e, infine, infondere nei ragazzi una sana cultura agonistica.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Il 6 marzo la sala consiliare del comune di Chioggia ha ospitato la presentazione del libro che ricorda l’affondamento del mercantile
Chioggia e Carloforte unite nel ricordo del Fusina
Con i familiari delle vittime, erano presenti rappresentanti del Consiglio regionale, del Comune di Chioggia e della Provincia di Venezia.
S
abato 6 marzo a Chioggia,
ho avuto l’onore di partecipare a una nuova pagina di
storia scritta dagli autori del
libro “La tragedia del Fusina”.
Se a Carloforte la giornata del 16
gennaio 2010 è stata memorabile per
il ricordo, per l’intensità delle emozioni vissute di persona attorno all’immane tragedia, per la commemorazione del 40° anniversario del
naufragio, per aver riportato a memoria il profondo dolore di quel 16
gennaio 1970 sentito con rispettoso
silenzio da tutta Carloforte e per la
testimonianza di quegli agghiaccianti
momenti raccontata dall’unico superstite Ugo Freguja, a Chioggia, oltre
tutto questo, è stato un susseguirsi di
fatti commoventi vissuti questa volta
insieme a chi, in questo naufragio, ha
perso un padre, un marito, un figlio
o comunque una persona cara.
Ecco è proprio qui la differenza!
È stato commovente, infatti, discutere con i familiari delle vittime
del Fusina, perché in loro il ricordo
ed il dolore, com’è ovvio che sia, è
ancora grande e vivo.
Nel contempo c’era in loro la serenità e la felicità di sapere che i loro
cari non sono mai stati dimenticati.
Tutti, indistintamente, hanno voluto il libro firmato dagli autori e tutti
lo hanno notevolmente apprezzato
perché, a parer loro, rappresenta “la
memoria dei loro cari”, quella candela che dal 16 gennaio 1970 è sempre stata accesa a Carloforte, così
come hanno apprezzato e apprezzano tanto la sensibilità del popolo
carlofortino, nei tempi della tragedia,
fra chi venne a Carloforte in quel triste gennaio 1970, e ai giorni nostri,
fra tutti coloro che hanno seguito a
Chioggia la presentazione del libro.
Con la nostra partecipazione alla
presentazione del libro “La tragedia
del Fusina” in terra veneta, ci è stato ribadito da tutti indistintamente,
familiari, politici e dalla gente comune incontrata ed accorsa alla sala
consiliare di Chioggia, che noi Carlofortini siamo gente di grande sensibilità. Noi, Carlofortini e Chioggiotti, siamo uniti dal mare che, in quel
mesto 16 gennaio 1970, portò via 18
“nostri” marinai.
Chioggia non ha dimenticato l’unione di Carloforte quando, senza
un coordinamento centralizzato, ma
sulla spinta dell’unanime e spontanea voglia di ritrovare qualcuno ancora in vita, fece riversare tutta la popolazione nelle coste nord occidentali dell’Isola di San Pietro, con l’intento di ricercare quei “loro” poveri
marinai e con la viva speranza di ritrovarne ancora qualcuno in vita,
speranza purtroppo vanificata dai
continui ritrovamenti di vittime.
Chioggia non ha dimenticato la
solidarietà del nostro popolo verso
quella tragedia.
Chioggia ringrazia Carloforte per
aver contribuito in maniera decisiva
a dare una degna sepoltura alla mag-
venuto nei mari d’Italia, prova ne è
il fatto che ora incominciano a venir
fuori dei documenti, delle foto, delle storie e quant’altro che in precedenza ognuno teneva nel proprio
cassetto, ma non per non volerle divulgare, perché in quarant’anni non
era stato creato questo preciso punto
di riferimento.
È per questo motivo che fin dall’inizio ho creduto con grande fiducia in questo progetto, ma non come
un libro fine a se stesso, ma come un
vero e proprio progetto storico all’interno del quale il libro “La tragedia del Fusina” è il primo tassello
ed io ne sono fiero d’aver potuto par-
La presentazione del libro “La tragedia del Fusina” nella sala consiliare di Chioggia.
gior parte di quella povera gente.
Sabato 6 marzo 2010 (presenti numerosi familiari delle vittime, il vicepresidente del Consiglio regionale veneto Carlo Alberto Tesserin, l’assessore comunale Nicola Boscolo e il
consigliere provinciale Beniamino
Boscolo), Chioggia ha detto chiaramente che quell’unione e quella solidarietà del popolo carlofortino, dopo
40 anni è rimasta intatta, prova ne è
stata, a parer loro, la nostra presenza
in loco e che, grazie a questo libro,
resterà per sempre nei loro cuori.
In quel 6 marzo 2010, a Chioggia il nome di Carloforte è stato portato alto e questo è un fatto che resterà!
Personalmente sono convinto che
il libro “La tragedia del Fusina”, oltre che ad essere una raccolta di testimonianze su fatti dolorosamente
accaduti, sia destinato a diventare un
punto di riferimento fisso su quello
che è stato uno dei più gravi e drammatici naufragi del dopoguerra, av-
tecipare alla presentazione di questo
progetto, sia a Carloforte che a Chioggia e, nel limite del possibile, sono
pronto fin d’ora a presenziare a qualsiasi altra manifestazione che giri attorno a questo grande progetto!
A Salvatore Borghero, Luigi Pellerano, Giambattista Repetto e Simone Repetto, co-autori del libro, a
Giampaolo Cirronis, editore, a Ugo
Freguja, unico superstite del Fusina,
ad Osvaldo Franzo e Armando Berti,
marinai imbarcati sulla fregata Altair all’epoca dei fatti, vanno rivolti i
più sinceri ringraziamenti accompagnati dalla più profonda stima, per
aver dato la possibilità di vivere di
persona ed in prima fila questi intensi, emozionanti e commoventi momenti d’unione, d’aggregazione, di vera incondizionata amicizia e di storia.
Questa ulteriore giornata storica
vissuta sabato 6 marzo 2010 a
Chioggia, è documentata sul sito internet www.isoladisanpietro.org.
Giancarlo Canavera
Cresce anche nel Sulcis l’utilizzo dei combustibili puliti
GPL e metano: ecologia, economia, divertimento
Messaggio promozionale
Emissioni
GPL e Metano sono combustibili con un minor impatto ambientale rispetto ai carburanti tradizionali e, a differenza di altre fonti alternative, sono già oggi a disposizione dell’automobilista.
GPL e Metano si distinguono per
un abbattimento delle emissioni di
particolato (PM10) e NOX se confrontati al diesel e per un abbattimento delle emissioni di CO2,
maggior responsabile dell’effetto
serra, rispetto alla benzina.
Prezzo dell’impianto
Il costo di una trasformazione a
GPL o Metano dipende da diversi fattori, quali l’alimentazione originaria del veicolo (carburatore, iniezione, turbo), il tipo di impianto installato (tradizionale, iniezione fasata), il modello di serbatoio, ecc..
Il listino prezzi delle trasformazioni è concordato a livello nazionale dalle associazioni di categoria.
Pagamento rateale
BRC in collaborazione con Citifinancial offre la possibilità di pagare l’impianto a gas in comode rate
mensili.
Così con i soldi risparmiati sul
rifornimento è possibile pagare
tranquillamente il costo dell’installazione.
Prestazioni
Con gli impianti di ultima generazione BRC della famiglia
“Sequent” le prestazioni dell’auto
rimangono praticamente inalterate
rispetto alla benzina. Su un’auto a
GPL trasformata con un sistema ad
iniezione Sequent la perdita di potenza è solo del 2%, praticamente
impercettibile.
Con gli impianti BRC è possibile trasformare a GPL o Metano qualsiasi tipo di motore, da quelli Euro
0 a quelli più recenti, anche sovralimentati o ad iniezione diretta.
Libera circolazione
Grazie alle ridotte emissioni,
GPL e Metano sono riconosciuti
carburanti puliti e le auto trasformate hanno normalmente libero
accesso alle ZTL. Inoltre, le auto
trasformate a GPL o Metano non
sono soggette agli aumenti relativi
alla tassa di circolazione (legge n.
296/2006) ed in alcune regioni sono esentate dal pagamento della
stessa.
Costi
Un litro di GPL costa solo 0,641
euro mentre un kg di metano costa
circa 0,80 euro. Grazie al basso
prezzo di acquisto è quindi possibile ammortizzare il costo della trasformazione con percorrenze limitate (circa 30.000 km per il GPL e
25.000 per il metano).
In presenza di incentivi il risparmio è ancora più evidente! 40
litri di GPL costano solo 25,64 euro, mentre con 12 euro di metano si
possono percorrere oltre 300 km.
Sicurezza e parcheggi
Tutti i componenti dell’impianto
sono omologati a livello europeo e
rispondono ai più severi standard
automobilistici. In Italia ogni trasformazione è poi sottoposta a collaudo presso il Dipartimento dei
Trasporti Terrestri. Il 22/11/2002 il
Ministro dell’Interno ha firmato il
decreto che sancisce la rimozione
del divieto di parcamento. Il provvedimento riguarda i veicoli dotati
dei sistemi di sicurezza ECE/ONU
67/01 che possono quindi parcheggiare fino al primo piano interrato
delle autorimesse.
In caso di imbarco l’auto a GPL
deve essere dichiarata al momento
della prenotazione, nessun divieto
è previsto per quel che riguarda il
trasporto delle vetture a gas via aerea e via rotaia o per il transito in
gallerie e trafori.
Rifornimento
La rete di distribuzione è in continua espansione. In Italia ci sono
oltre 600 impianti di distribuzione
metano ed oltre 2.000 stazioni di
GPL. Il rifornimento è semplice e
veloce e dove possibile BRC colloca la presa di carica comodamente vicino a quella benzina. Il serbatoio viene ubicato al posto della
ruota di scorta e BRC può fornire
una borsa portaruota o una comoda
bomboletta riparatrice.
Commutazione
Nei sistemi di ultima generazione è automatica. Il veicolo si avvia
normalmente a benzina e raggiunte determinate condizioni, commuta automaticamente a gas in maniera del tutto inavvertibile. In caso
di impossibilità di alimentazione,
ad esempio esaurimento del gas, il
sistema commuta automaticamente a benzina. Nel commutatore è
altresì integrato l’indicatore di livello del gas.
Considerazioni su recupero della memoria storica e identità culturale
L’associazione sulcitana d’arte contemporanea
H
o conosciuto Vittorio
Maccioni nel 1955, quand’ero poco più che un ragazzo e rimasi profondamente e anche positivamente colpito dal carattere aperto e socievole, ma
anche dalla maestria con cui questo
giovane riusciva con pochi tratti di
carboncino a cogliere le fattezze di
chi occasionalmente si prestava a
fargli da modello. Vittorio era stato
colpito fin da bambino da un devastante male che lo aveva costretto a
vivere in carrozzella, e ogni giorno
sostava davanti alla porta della sua
abitazione, dove accettava di chiacchierare con i passanti che gli si avvicinavano volentieri, anche per osservare e apprezzare la sua abilità
di ritrattista. Da allora incominciai
a frequentarlo abitualmente e negli
anni successivi riuscimmo a costruire e a consolidare un bellissimo
rapporto di solidarietà e di amicizia.
La sua casa era frequentata da molte
altre persone, un’umanità molto variegata che contribuiva a creare un
clima di vivacità e di allegria in uno
spazio nel quale alla fine tutti, incontrandosi e conoscendosi, finivano inevitabilmente con il diventare
amici, dando alla conversazione
ciascuno il contributo che derivava
dalle proprie competenze, dal proprio carattere, dalla propria esperienza di vita. Quando si era da lui
non ci si annoiava mai, e il via vai
continuo favoriva le nuove conoscenze, sviluppava nuovi interessi
e teneva lontana la noia. Ma ciò
che ancora mi porto nelle narici è il
sentore caratteristico che mi accoglieva appena varcavo la soglia della sua casa. Un sentore fortemente
aromatico di colori a olio e di essenza di trementina conferiva a quel
luogo l’atmosfera tutta particolare
dell’atelier nel quale l’artista costruiva il proprio mondo, a mezza
strada fra la realtà e la fantasia, fra
il sogno e l’immaginazione. E poi,
lentamente, questo piccolo universo si andò arricchendo della presenza di chi aveva incominciato a frequentare Vittorio spinto solo dalla
propria passione per la pittura.
Quando Mauro Scarteddu fece le
sue prime apparizioni, egli era ancora un ragazzino quattordicenne, certo
alquanto intimidito dagli oltre dieci
anni di differenza rispetto a Vittorio
che allora di anni ne aveva 24. E per
lui, che già era appassionato di disegno, e che aveva in mente solo la
pittura a olio, trovarsi davanti a un
vero pittore fu certamente un qualcosa di straordinario se non addirittura di “magico”. Arrivarono appena qualche anno dopo Claudio Olla
e Pino Pitzolu. Meditativo e posato
il primo, estroverso e disinibito il secondo. Ambedue allievi del Liceo
Artistico di Cagliari. Alla piccola
compagine di amici si aggiunsero
successivamente Luigi Angius, Ielmo Cara e Antonio Casu.
Luigi Angius era un artigiano,
falegname ma anche abile intagliatore di cassepanche sarde, che per
passione aveva iniziato ad andare
alla ricerca di tronchi o di radici ai
quali la natura avesse stranamente
conferito delle fattezze che, magari
opportunamente ritoccate, potevano richiamare l’idea di determinate
figure. La lavorazione del legno per
trarne delle opere originali iniziò
successivamente.
Ielmo Cara si dedicava inizialmente al “monotipo”, all’incisione
su legno e linoleum e, infine, iniziò
anch’egli a prediligere la pittura.
Antonio Casu era un esperto saldatore e lavorava come istruttore
nei corsi dell’INAPLI. I suoi erano
lavori in ferro, inizialmente con la
produzione di oggetti bidimensionali e successivamente basati sulla
lavorazione di sottili fili di ferro capillarmente intrecciati con la saldatura a formare l’immagine dei suoi
ormai ben conosciuti e apprezzati
cavalli. Io mi dedicavo all’incisione
su linoleum, ma, soprattutto, m’interessava la critica d’arte e, nel gruppo, mi era stato chiesto di scrivere le
presentazioni in catalogo delle varie mostre che l’Associazione organizzava con sempre maggiore frequenza. Con l’arrivo dei nuovi amici
l’atmosfera si arricchì di nuove importanti e positive valenze. Non si
frequentava più Vittorio solo per fare quattro chiacchiere e una partita
a carte accompagnati da un buon
bicchiere di birra, non si andava più
da lui solo per vederlo lavorare e per
portare la nostra solidarietà a un amico meno fortunato di noi, ma al quale
la natura aveva fortunatamente conferito la capacità di realizzarsi attraverso la pittura. Con l’arrivo degli
altri si incominciò a parlare di arte,
si incominciò a cercare di capire
quello che in passato era stato tenuto in conto di arte e che cosa, come
“aspiranti artisti”, ciascuno di noi
pensava di dover fare per fare anche lui arte. Era diventato importante
comprendere da quale momento storico partire, ma era diventato importante anche comprendere come si
faceva arte intorno a noi e lontano
da noi. Intorno a noi, a Carbonia,
non c’era nulla e sapere ciò che accadeva lontano da noi, rappresentava un problema, perché attingere le
informazioni in quel periodo era estremamente difficile. Mancava un adeguato livello di informazione e di
comunicazione. C’erano però già le
dispense, edite dalla Fabbri, che riportavano vita e opere di grandi artisti e queste dispense, che Vittorio
aveva, vennero avidamente divorate
e discusse da tutti noi. Le dispense
incominciavano da molto lontano,
ma noi partimmo dall’Impressionismo, soprattutto per ciò che agli occhi di noi, giovani moderni e di belle speranze, l’Impressionismo rappresentava, e ciò, non per dilungarmi, ma per chiarezza, merita alcune
semplici righe di commento.
La vicenda dell’Impressionismo
è quasi una cometa che attraversa la
storia dell’arte, rivoluzionandone
completamente soprattutto la tecnica. Dura poco meno di vent’anni: al
1880 l’impressionismo può già considerarsi un’esperienza conclusa.
Esso, tuttavia, ha lasciato un’eredità
con cui tutte le esperienze pittoriche
successive hanno dovuto fare i conti
e figuriamoci se a non farli avremmo potuto essere proprio noi. E, intanto, l’esigenza di partire urgeva in
tutti, ma non c’era tempo per partire
da troppo lontano. Non è azzardato
dire che è l’Impressionismo ad aprire la storia dell’arte contemporanea.
E ciò che avremmo dovuto farlo noi,
per noi l’avevano già fatto gli impressionisti. L’Impressionismo non
nacque dal nulla. Esperienze fondamentali, per la sua nascita, sono da
rintracciarsi nelle elaborazioni pittoriche della prima metà del secolo:
soprattutto nella pittura di Delacroix
e dei pittori inglesi Constable e Turner. Tuttavia, la profonda opzione
per una pittura legata alla realtà sensibile, portò gli impressionisti, e soprattutto il loro precursore Manet, a
rimeditare tutta la pittura dei secoli
precedenti che hanno esaltato il tonalismo coloristico: dai pittori veneziani del Cinquecento, ai fiamminghi del Seicento, all’esperienza
degli spagnoli Velazquez e Goya.
Partendo dagli Impressionisti, quindi, potevamo partire assolutamente
tranquilli e, sia pure con un diverso
obiettivo, si decise di partire dal concetto di plein air, tanto caro agli impressionisti. Fino a quel momento
l’attività di Vittorio Maccioni si era
sviluppata intorno al ritratto “dal
vero”, con una pittura ad olio che
nelle “mattonelle” riprendeva la tematica dei costumi sardi di Pernotti,
stampati allora sulle cartoline, e nei
quadri riprendeva soggetti di carattere agropastorale oppure dava ampio sfogo alla raffigurazione di tramonti e di paesaggi marini, prevalentemente frutto della sua fantasia
più che della sua osservazione diretta. Tra gli amici di Vittorio, ma
anche in lui stesso, nel gruppo di
quelli che erano appassionati di pittura come Pino Pitzolu, Mauro Scarteddu e Ielmo Cara, nacque allora
l’esigenza di uscire, di andare all’aria aperta, di lavorare “en plein air”
con lo scopo dichiarato di acquisire,
fondamentalmente, la tecnica del
disegno, con particolare attenzione
allo studio della prospettiva, delle
proporzioni e dei volumi. Ma c’era
anche un altro scopo in tutto ciò, non
meno importante e non meno ricco
di significati. Si stava insieme, e insieme si condividevano letture,
ascolti di musica classica e sinfonica, facendolo per il puro e semplice piacere di stare insieme, di ritrovarsi e insieme poter condividere
emozioni e sensazioni, rendendo
sempre più saldi i legami e cementando così sempre di più il gruppo.
Si andava un po’ dappertutto,
ma, soprattutto, si andava alla ricerca delle immagini della memoria. Antiche case, pozzi di miniera
dismessi, stanchi vagoni ferroviari
su binari morti, scorci di paesaggi
bucolici e marini. Da Serbariu a
Fluminimaggiore, da Barbusi a
Medau su Re, da Is Gannaus a Sant’Antioco, da Is Urigus a Teulada
gli appunti di ciascuno si andavano
sempre più arricchendo di quel patrimonio di immagini, corredate da
annotazioni di carattere tecnico sulle luci e sulle ombre, che poi ciascuno sarebbe andato via via selezionando per trasferire sulle proprie tele emozioni e sensazioni vissute insieme, ma interpretate da
ciascuno con un’impronta sempre
più “intima” e più personale. I lavori realizzati erano poi oggetto di
discussione da parte di tutti e molto
importante era il giudizio di Vittorio, al quale venivano oggettivamente riconosciuti meriti allora indiscutibili. C’erano in tutti una
grande maturità e una grande onestà intellettuale. Non trasparivano
ostilità e invidia reciproca, ma solo
il desiderio di osservare e di capire se
nel lavoro degli amici si andava delineando e intravvedendo quella
“cifra” tecnica che potesse presentarsi come distintiva della personalità di ciascuno. Ciascuno aveva individuato nella cultura dalla quale si
era partiti i propri punti di riferimento e li lasciava chiaramente intravvedere in ciò che faceva. Ma ciascuno di noi, chi era? Cos’era? Cosa sarebbe diventato?
Oggi non è certo possibile capire se la vita dei singoli sarebbe stata
diversa, senza quel lunghissimo incontro, ma certamente l’esperienza
di quegli anni ha fatto “crescere”
ciascuno di noi, lo ha fatto maturare nella consuetudine della ricerca,
del dialogo nel confronto, lo ha motivato a indagare nella propria coscienza per comprendere la realtà
più intima del proprio “io” e per
cercare di esaltarne gli elementi positivi nello sforzo di affermare, anche attraverso un minimo di competizione basata su di un sano egoismo, i propri convincimenti, le proprie scelte e le proprie aspirazioni,
senza per altro voler mai prevaricare da parte di qualcuno a danno degli altri.
(2) Fine - Nino Dejosso
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Applausi a scena aperta al Teatro Centrale di Carbonia per l’originale e riuscitissima versione del dramma shakesperiano
Giulietta e Romeo: vittime di una faida familiare nel 2° dopoguerra
L’apprezzato spettacolo è stato l’ultimo appuntamento invernale della VI stagione del Circuito Danza Sardegna 2010.
C
oreografie
di Fabrizio
Monteverde,
partiture musicali di Prokofiev, compagnia
Cinzia Crobu.
del Balletto di
Roma, tra le più attive in Italia con
quasi duecento repliche di spettacoli per stagione: già in cartellone, tutti gli elementi per un sicuro successo.
“Giulietta e Romeo”, sabato 13
marzo, ha appassionato il pubblico
del Teatro Centrale di Carbonia.
Tutto esaurito per questa versione
contemporanea del dramma shakespeariano, pensata da Monteverde nell’89 per il Balletto di
Toscana e ricevuta in eredità dalla compagnia di Roma. Risulta
chiarissimo il modo innovativo di
fare coreografia che vale alla compagnia approvazione e consensi
per un balletto dal tratto vigoroso,
che scompone e ricompone la storia dei due amanti. Già il titolo
inverte l’ordine dei protagonisti e
fa sì che Giulietta (la bravissima,
Azzurra Schena) divenga artefice dell’azione, giovane donna inquieta e smaliziata. Il balcone della celebre scena dove la fanciulla si affaccia per andare incontro a
Romeo, non c’è. Non c’è la treccia, né i costumi d’epoca. Monteverde colloca i giovanissimi amanti in un’Italia Meridionale sfigurata dalla Seconda guerra mondiale e i cui scenari desolati fanno da sfondo al continuo intreccio fra amore e morte. Un muro
cadente e macerie, indicano la
tragedia lasciata alle spalle: la
guerra ha ribaltato schemi morali
e convenzioni, cancellando l’innocenza. La protagonista viene fuori
da un pertugio nel muro e, appesa
nel vuoto fra due pareti, si arrampica, passando dall’una all’altra,
danzando sospesa, per poi calarsi
e balzare, felina, in lingerie, sul suo
amore. Romeo, giovane timido e
solitario, l’attende a braccia aperte,
elevandola ed esibendola come
un tesoro inestimabile, congiun-
gendola a se e mescolando le pelli
di corpi svestiti. Egli (interpretato con bravura da Bledi Bejleri)
è più vittima dell’intraprendenza
della compagna che artefice dell’amore: sono entrambi lontani, ma
contemporaneamente tanto vicini
agli archetipi shakespeariani. I
Montecchi e i Capuleti, nonostante
siano già circondati dalla distruzione della guerra, complicano le
loro vite in una faida, alimentata
dalle madri dei giovani innamorati che, con i loro rancori tessuti
in silenzio, assumono nel balletto un ruolo tragico; Anna Manes,
interpreta magistralmente, la madre di Romeo, inchiodata rabbio-
hanno volutamente omologato
Montecchi e Capuleti, evitando eccessive contrapposizioni di clan.
La festa in maschera e il luttuoso corteo con le donne dal volto
coperto e gli uomini vestiti di nero per il funerale di Giulietta, immacolata nel virginale abito da
sposa, (tipico dei funerali meridionali), sono ottime sequenze corali.
Monteverde, nell’ambientazione
e nei costumi, si rifà al cinema
neorealista di Rossellini e Visconti, strizzando l’occhio a Kubrick
(la scena del ballo in maschera è
emblematica) e si scorgono anche
riferimenti letterari (la governante
di Giulietta ha smanie e batticuori
Azzurra Schena e Bledi Bejleri ringraziano il pubblico a fine spettacolo.
samente ad una sedia a rotelle,
alla quale stanno sempre incollati i
figli. Gli uomini in giacca e cravatta e le donne con gonne sotto
il ginocchio si affrontano in duelli dai passi classici e dai gesti moderni, sono personaggi delineati
con linguaggio scarno e attuale.
Il risultato è un balletto molto
raffinato, eseguito con tecnica che
mescola il classico al moderno; è
un’esibizione di forte impatto. I
passi a due sono risultati eccellenti, come eccellente è stata la resa
globale dei tredici danzatori.
Ognuno di loro ha mostrato personale bravura, solida preparazione accademica, conferendo ai
personaggi un’anima. I costumi
che ricordano l’omonima personaggio di Brancati). La scena resta spoglia, fino alla fine: la piazza
è insieme salone e tomba. Il grande muro nero è mobile e aprendosi rivela una pedana obliqua che,
nella scena finale, ospita due loculi con i corpi senza vita di Mercuzio e Tebaldo, vittime, insieme
ai due innamorati, dell’eterna faida. Le luci plumbee e espressive,
di Carlo Cerri, rendono ancora più
austera quest’atmosfera ed esplorano lo spazio dando rilievo ai
sentimenti atroci dei protagonisti.
Non tutti avranno visto ciò che
desideravano, ma chi segue la
danza è stato appagato.
Cinzia Crobu
Presentato l’8 marzo il nuovo lavoro del disegnatore Ruggero Soru
“Il paese delle sirene”
N
on è solo un fumetto, ma è anche un’inchiesta storica, un romanzo sociale.
Contiene tutti questi elementi “Il paese
delle sirene”, il romanzo illustrato (graphic novel) realizzato dal disegnatore Ruggero Soru sulla storia di Carbonia. L’opera, commissionata dal Comune, è stata presentata lunedì 8 marzo in
biblioteca dall’assessore alla Cultura Maura Saddi
e da Paolo Serra (Società Umanitaria). Il libro ricostruisce un frammento della storia cittadina attraverso le esperienze dirette di alcuni pensionati:
analizza il periodo che va dal 1935 al 1948, attraverso alcuni episodi realmente accaduti, ed è ambientato nel territorio fra Cannas e Serbariu. Un lavoro lungo, che ha richiesto uno sforzo notevole dal
punto di vista realizzativo.
Interviste ai testimoni, sbobinatura, soggetto, sceneggiatura, matita, inchiostratura e lettering, questo
il lavoro necessario per la produzione de “Il paese
delle sirene”.
Le Sirene che abbagliano e seducono, illudono e
conquistano, annunciano cambiamenti, nel romanzo di Ruggero Soru scandiscono i tempi delle giornate della nuova Città, il loro urlare improvviso e
inaspettato è presagio di disgrazie e ritorna nella
mente dei testimoni che hanno raccontato, taciuto e
rivelato all’autore in forma soggettiva, filtrata dalla loro esperienza, fatti, avvenimenti e tratti psicologici di uomini e donne.
Narra chiaramente il passaggio dalla società
agropastorale a quella industriale mineraria. Il volume è stato cofinanziato dalla Regione attraverso
la legge dedicata ai progetti di valorizzazione della
cultura e della lingua sarda.
L’Amministrazione comunale, anche con questo romanzo a fumetti, intende comunicare e coinvolgere le generazioni più giovani. Il “paese delle
sirene”, potrebbe diventare uno strumento culturale didattico in grado di trasmettere la passione e la
voglia di conoscere gli avvenimenti, la storia e l’evoluzione della nostra Città contribuendo a formare cittadini più attenti e consapevoli domani.
Ruggero Soru è un illustratore molto noto che
ha collaborato con giornali, televisioni ed editori
per numerosi progetti. Ha realizzato molte opere e,
tra l’altro, ha organizzato “Nuvole Parlanti”, una
manifestazione nazionale dedicata al fumetto e al
cinema d’animazione.
Il 28/02 appuntamento con la prosa, si riflette con il sorriso
Sensazioni primitive del sentimento trasmesse dalla creta
I
F
Il diario di Eva o come Darwin ci cacciò dall’Eden
l sipario del Teatro Centrale si
apre trasportandoci in casa di
Charles Darwin, all’indomani
della pubblicazione de “L’origine della specie”. Siamo agli albori della guerra ideologica che, nella
seconda metà dell’Ottocento, divise
le coscienze umane e che, tutt’oggi,
è ancora fonte di discussione.
Emma, la devota e praticante signora Darwin, vive il dolore di non
poter assecondare le deduzioni dell’amato marito (- l’uomo discende
dalla scimmia! -) e si trova più vicina alle posizioni dei creazionisti, difensori della veridicità della Bibbia
e dell’esistenza di Adamo ed Eva,
progenitori del genere umano. La
regia di Angelo Savelli dosa i momenti di ragionamento e quelli di
ilarità, caratterizzando i personaggi
con mano sapiente. Lo spettacolo è
un continuo di bellissime citazioni,
passando da Marc Twain, a Darwin,
arrivando ad Odifreddi: la mente si
diverte riflettendo. Lucia Poli riesce
a sdoppiarsi con grande maestria, prima Emma e poi Eva. Cambia registro, cambia abiti, ma mantiene intatti l’umorismo, la sagacia e la bravura che la contraddistinguono. Entrando in un sogno, interpreta un diario ritrovato e diventa la prima donna, chiacchierona e curiosa, che dà i
nomi a tutto ciò che incontra e mangia un’infinità di mele, unico cibo
disponibile in Paradiso. è esilarante
l’incontro con Adamo (un aitante
Simone Faucci) che, inizialmente
sfugge le attenzioni della nuova bizzarra creatura, ma poi diventa suo
compagno affettuoso e fedele. Il
Giardino dell’Eden si manifesta in
questo frizzante pastiche in cui regna l’intesa mentale e fisica, svincolata dalla morale. Gli animali sono docili, si nutrono di frutta e si lasciano addomesticare, i figli arrivano senza la fatica del parto e l’esistenza è priva di dolore: un vero paradiso. Tutto ciò fin quando Darwin,
sdoppiatosi anche’esso, entra nel so-
mondo terreno, lavorano con fatica
per procurarsi il cibo e conoscono
l’acutissimo dolore per la perdita
del figlio Abele, ucciso dal fratello
Caino. Perché tanta sofferenza, perché tante prove sul cammino dell’uomo, si chiede Emma, (a sua volta, madre afflitta per la perdita di una
bimba) tornata sulla scena in conclusione di spettacolo?
«Tutta colpa di una mela proibi-
Lucia Poli nei panni di Eva, nel giardino dell’Eden.
gno, impersonificando Satana. Un
brillante Stefano Gragnani, si cala
nel ruolo del maligno, ma non riesce a intimidirci, facendoci invece
sorridere; con piglio da cabarettista
e in smoking pitonato verde, balla il
tip-tap e sfoggia un’abile mente da
matematico. Il suo sarcasmo, risulta fatale per la coppia che si lascia
indurre in tentazione e addenta il
frutto proibito. Adamo ed Eva, cacciati dall’Eden e scaraventati nel
ta, di un mistero sottratto a Dio, il
quale, temendo che l’uomo non
avesse più limiti, inventò le stagioni e lo fermò attraverso la morte?»
In risposta Charles Darwin, pacato, continua i suoi studi e si nutre
di scienza e razionalità, sempre più
convinto delle sue posizioni: passeggiando per il giardino tiene per
mano uno scimpanzé, che a ben
guardare, gli assomiglia alquanto.
C.C.
I pensieri plasmati da Salvatore Filia
eci conoscenza dell’artista
quando iniziai a fotografare testimonianze pittoriche
contemporanee in ogni parte della Sardegna, da inserire nell’Itinerario dei Giudicati, rotta terrestre di 4.457 km (concepita nel
1993) descrivente ogni attrattiva della Sardegna. Pittori, scultori, orafi,
tessitrici e artigiani del legno intagliato, furono i “talenti”, tramite i
quali intendevo aggiungere interesse alla mia ricerca, anche per
tramite delle realtà spirituali moderne di un popolo. Salvatore Filia,
da allora, ha continuato a dimostrare attenzione ai miei sforzi di coniugare turismo ed antropologia,
in altre parole alla diffusione sistematica delle espressioni più genuine
di una società in evoluzione.
L’autore di quanto riprodotto in
questa pagina è uomo vigoroso e
appassionato, rifugge l’ostentazione
e conserva il pudore dei sentimenti
più intimi. Artista eclettico, se non
trasmette con i pennelli, geometrie
rigorosamente colorate in spazi
sapientemente suddivisi, esalta la
sua sete di verità (capace di scrutare dentro l’anima) in tele abbondanti di colore e sintesi raffiguranti personaggi d’estrazione popolare. I suoi soggetti narrano, sempre,
la positività della vita. Talvolta si
dedica a plasmare la creta, facendola vibrare di sentimento. La sua
potenza espressiva elabora, nel soggetto immaginato, una serie d’atteggiamenti che trasfigurano ogni
parte del volto in vibrazioni pro-
rompenti. La sua tecnica rivela
l’indole docile dell’artista istintivo, scevro d’asprezza e di malizia,
apparentemente quasi inerme e distaccato dalla quotidianità ma
sempre pronto a confutare la tolleranza del fasullo, propinato per arte. Per elaborare la non sottomessa fisionomia di un essere spontaneo privo d’aggressività, Filia fa
appello all’enorme bagaglio tecni-
suoi volti di creta vi è l’armonia
inconscia dell’uomo di Neandertal
(vissuto durante la prima parte
della glaciazione di Wurm, 75.000
- 36.000 anni fa) l’essere primevo,
combattente contro i grandi felini
per la sopravvivenza ma capace,
al tempo stesso, di trasformare un
osso d’orso delle caverne in flauto, per deliziare i propri simili di
momenti di pace e struggersi nelle
Un volto di creta di Salvatore Filia.
Altra opera di Salvatore Filia.
co incamerato in anni d’esperienze, ricerche, studi, frequentazioni
di mostre (l’ultima quella romana
dedicata a Bacon e Caravaggio) e
rivela, inconsapevolmente, la propria appartenenza ad antico ceppo
etnico europeo. In lui ravviso radici lontane dell’uomo preistorico,
schietto, risolutore e parsimonioso
nei modi. Dalle sue opere scaturisce il primitivo che è in lui. Nei
melodie dell’universo. In Filia c’è
la potenza dell’uomo antico e la
saggezza di un pensiero autentico e
profondo, dedicato costantemente
ad esprimere un’arte non soggetta
alle mode. I suoi volti mansueti non
traggano in inganno, sono tacite
sentinelle per avvertire l’ingiuria
del raggiro sempre latente nel non
ingenuo mondo dell’arte.
Caterno Cesare Bettini
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Sulcis
TV
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Il campionato di Eccellenza si avvia alla conclusione con il Porto Torres già promosso e una situazione quasi definita per i play-off
Il Carbonia pensa già alla prossima stagione
I minerari, fallito l’accesso ai play-off, sono stati risucchiati in zona play-out ma hanno saputo reagire e si sono messi al sicuro.
Q
uella che si avvia alla conclusione (mancano due
partite alla fine della stagione regolare, Carbonia Tortolì l’11 aprile, Villasimius - Carbonia il 18 aprile), per il Carbonia andrà in archivio come la stagione delle grandi occasioni mancate, sia in
Coppa Italia, sia in campionato.
Il modo in cui la squadra di Graziano Mannu ha perduto la Coppa
Italia nella finalissima disputata allo
stadio Quadrivio di Nuoro contro il
Porto Torres lo scorso 10 febbraio è
ancora nella memoria di tutti, con i
calci di rigore beffa, dopo il netto
predominio marcato nel primo tempo regolamentare ed il vantaggio durato per 81 minuti, ma nonostante la
attuale anonima posizione di classifica, anche il campionato avrebbe
potuto vedere il Carbonia grande protagonista fino alla fine.
Eccezion fatta per il Porto Torres
(anche se i tre confronti diretti hanno
visto il Carbonia giocare praticamente
sempre alla pari con la squadra di
Rosario Affuso, dominatrice assoluta della stagione con la duplice vittoria di campionato e Coppa Italia), il
Carbonia aveva l’organico per competere con tutte le squadre più forti
ma è riuscita a dimostrare il proprio
potenziale solo a corrente alternata.
La squadra biancoblù è stata capace di imprese esterne notevoli (4 a
0 a Calangianus; 3 a 0 sui campi di
Olmedo e Atletico Decimo, 2 a 0 a
Sassari; 1 a 1 a Porto Torres) e nette
vittorie interne (3 a 0 sia al San Teodoro, sia al Progetto Sant’Elia), per
poi perdere contro avversari tecnicamente inferiori, sia in casa che in trasferta. Una discontinuità di rendimento troppo netta per sperare in un
calda (14ª e 15ª classificate disputeranno uno spareggio e la perdente affronterà le vincenti dei due play-off
del campionato di Promozione, in un
mini girone a dal quale uscirà la squadra che parteciperà al prossimo campionato di Eccellenza) ma proprio nel
momento più difficile la squadra ha
avuto una grande reazione d’orgoglio,
Carlo Noli.
Marco Giandon.
inserimento nel treno dei play-off promozione che, salvo sorprese, dovrebbe premiare Fertilia, San Teodoro,
Muravera e Castiadas.
Nel finale di stagione, dopo la netta sconfitta interna subita ad opera
dell’Atletico Decimo, il Carbonia ha
rischiato essere risucchiato nella zona
travolgendo il Progetto Sant’Elia (3 a
0), pregiudicando le ambizioni playoff della squadra di Beppe Martinez.
Una gioia per la tranquillità definitiva ma anche nuovo rammarico per
quel che questa stagione sarebbe potuta essere e non è stata.
Giampaolo Cirronis
Cantina Santadi
Il portiere si è messo in evidenza nella squadra mineraria
Daniele Bove, protagonista nella sua città
È
sicuramente il grande eroe
mancato della finale di
Coppa Italia, persa ai rigori dal Carbonia contro il
Porto Torres dopo 120 minuti di gioco tiratissimi lo scorso 10 febbraio.
Il suo compito, e forse anche qualcosa in più, Daniele Bove, portiere
dei minerari, l’aveva infatti svolto
alla grande. Due rigori parati nella
sequenza finale decisiva, tra l’altro
a due “leggende” del calcio regionale come Mario Fadda e Lorenzo
Lungheu. Purtroppo, come ben sappiamo, non è bastato a raggiungere l’ambito trofeo. Un altro rigore
parato contro il Progetto Sant’Elia.
Dopo gli esordi nella Fermassenti e la poco fortunata esperienza
con la Nuorese, Daniele si è imposto con il Quartu 2000, guadagnandosi le attenzioni proprio del Carbonia, che all’inizio della passata
stagione ne ha acquisito le prestazioni. Dopo una prima stagione in
ballottaggio con Cinus, si è guadagnato il posto stabile tra i titolari
proprio durante questa annata, condita da tante soddisfazioni personali.
Daniele, partiamo proprio da
quella maledetta finale. Credi abbiate pagato anche in campionato
il contraccolpo psicologico della
sconfitta ai rigori alla luce degli
ultimi risultati deludenti?
Non credo. Purtroppo ultimamente le cose non girano bene soprattutto
per quel che riguarda i risultati ma
il gruppo è sempre compatto, uno
dei migliori nei quali ho giocato.
La società e l’allenatore hanno
dimostrato grande fiducia in te
sin da inizio stagione affidandoti
un ruolo da protagonista. Credi
rimarrai anche l’anno prossimo
a Carbonia?
Daniele Bove.
Qui ho trovato una cosa molto
rara. Una società seria che ti sa stare sempre vicino senza farti mancare mai nulla. Potrei prendere in
considerazione l’idea di lasciarla
solo per una squadra di categoria
superiore. Credo sia normale.
Qual’è l’allenatore al quale sei
rimasto più legato?
Mi sento spesso con Falessi, mio
allenatore dei portieri la passata
stagione, con cui mi son trovato benissimo. Ma le cose vanno alla grande anche con quello attuale Pippia.
Come mister ti dico proprio Graziano Mannu. In due anni mi ha
fatto crescere tantissimo dal punto
di vista caratteriale e si è creato un
bellissimo rapporto. Credo davvero sia un grande allenatore.
Due nomi: il portiere e l’attaccante più forti che hai affrontato.
Come portiere mi piace tanto
Toro del Sant’Elia. Come attaccanti
ti faccio due nomi. Falco del Pula,
di cui amo considerarmi la bestia
nera, avendogli parato più di una
volta un rigore, e Alessandro Frau
(qualche gettone in serie A nella
Roma di Zeman nel 1998) del Porto
Torres, che quest’anno mi ha impressionato riuscendo a farmi gol
in tutte e tre le occasioni in cui ci
siamo affrontati.
La parata più bella e quella
più importante della tua giovane
carriera.
Le più importanti credo proprio
quelle nella finale di Coppa Italia
contro il Porto Torres, anche se,
purtroppo, non sono bastate a farci
raggiungere la vittoria. La più bella non saprei davvero. Lascio giudicare agli altri.
Damiano Conciadori
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Il giovane esterno destro ex Fermassenti sta brillando in laguna
Fabio Poles goleador a Sant’Antioco
S
LATINIA
Vino dolce da vendemmia tardiva di uve Nasco
dei vigneti ad alberello - antica vigna “Latina” del Basso Sulcis della Sardegna.
Vino mediterraneo, caldo, solare che,
servito a 10°-12° C, esalta il dessert
e partecipa a tutti i momenti di incontro e di festa.
Ha ricevuto il “Premio speciale”
“miglior vino dolce dell’anno” 2002
e i 3 bicchieri del “Gambero Rosso”
Miglior vino da dessert al Vinexpò 2001 di Bordeaux.
ant’Antioco quinto nel girone B della Prima categoria
con 41 punti. La squadra di
Andrea Marongiu, che per
il secondo anno ha giocato lontano
dal suo campo di via Nazionale, dopo il 4 a 1 con relativo sorpasso al
Senorbì, a tre giornate dalla fine ha
il rimpianto di non aver riconquistato
la Promozione. Uno dei granata che
si è distinto nelle ultime giornate è
stato senza dubbio l’esterno destro
Fabio Poles. Quattro gol nelle ultime sette partite, l’ultimo nel derby
con l’Atletico Narcao (1 a 1), la settimana precedente il 2 a 1 decisivo
contro la Fermassenti ebbe la sua
firma, fin qui sei reti realizzate e nell’insieme diversi assist e buone prestazioni in un campionato rivelatosi più complesso del previsto.
Nato e cresciuto calcisticamente
nella Fermassenti, il 24enne suergino ha militato per quattro anni anche nel campionato di Promozione:
tre con la Fermassenti e uno nella
scorsa stagione con il Sant’Antioco
(con ben otto reti al suo attivo).
«Nasco difensore centrale - dice
Poles - anche se già nella Fermas-
Fabio Poles.
senti ho ricoperto il ruolo di centrocampista.»
Maturo, responsabile ed educato
anche fuori dal campo, di lui si dice
un gran bene in tutto il Sulcis, sia dal
punto di vista tecnico che temperamentale. Operaio di professione ma
innamorato del calcio fin da bambino, Poles ha sempre dato il massimo,
profondendo tante energie anche nei
momenti più difficili di questa e della
scorsa stagione. A contraddistinguere l’esterno granata sono inoltre la
autocritica e l’umiltà: qualora venissero meno, com’è fisiologico succeda, fantasia e lucidità, è il primo ad
ammetterlo e, di conseguenza, a rimproverarsi le prestazioni opache.
«Qui al Sant’Antioco, ho scoperto un bell’ambiente - conclude Poles - c’è un bel gruppo sia per merito nostro che del tecnico Marongiu,
col quale mi trovo benissimo, ci sono anche i miei amici e compagni
già della Fermassenti Carrus e
Ghisu. L’anno prossimo mi auguro
di giocare ancora qui, per togliermi
altre soddisfazioni.»
Antonio Pistis
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Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
La Camera ha approvato in via definitiva il disegno di legge per l’approvvigionamento di energia elettrica nelle isole maggiori
Ora si attende con fiducia l’ok dell’UE
Nonostante i precedenti negativi, questa volta il Governo e le parti sociali nutrono concrete speranze nel via libera definitivo.
L
a Camera dei Deputati ha
approvato in via definitiva lo
scorso 17 marzo, il disegno
di legge di conversione del
decreto-legge finalizzato a garantire
la sicurezza di approvvigionamento
di energia elettrica nelle due isole
maggiori, la Sicilia e la Sardegna.
Il provvedimento approvato resterà in vigore fino all’apprestamento e
alla messa in esercizio delle nuove
infrastrutture di rete programmate, che
porranno una soluzione strutturale a
tali criticità.
«Il decreto-legge (art. 1) - si legge
nella nota stampa della Camera istituisce un servizio di riduzione
istantanea dei prelievi di energia elettrica in Sardegna e in Sicilia, per il
triennio 2010-2012, al fine di garantire la sicurezza del sistema elettrico nelle due isole. Il nuovo servizio
per la sicurezza garantisce la possibilità di ridurre la domanda elettrica nelle isole maggiori secondo le
istruzioni della società Terna Spa.
Viene attribuita all’Autorità per
l’energia elettrica e il gas la definizione delle condizioni del nuovo servizio per la sicurezza, con propri provvedimenti adottati, sentito il Ministero dello sviluppo economico, sulla
base di specifici principi e criteri stabiliti dalla decreto-legge. L’Autorità
ha dato attuazione a tale previsione
con deliberazione ARG/elt 15/10.
Il provvedimento reca inoltre (art.
2) disposizioni volte ad incrementare
la capacità di interconnessione con
l’estero di cui all’art. 32 della legge
99/2009 (A.C. 1441-ter). Il possibile incremento della capacità di interconnessione con l’estero, determinato da Terna, non deve essere superiore a 500 MW, e deve sommarsi alla capacità attualmente prevista dall’art. 32 della legge 99/2009,
pari a 2.000 MW.
Terna organizza le procedure concorsuali (ai sensi dei commi 3, 4, e
5 dell’art. 32 della legge 99/2009)
per la selezione dei clienti finali che
intendono sostenere il finanziamento
delle infrastrutture per l’incremento
della capacità di interconnessione con
l’estero. Tali procedure riguardano altresì i clienti finali che subentrino nelle quote di partecipazione già assegnate per le quali si sia verificata la
rinuncia degli assegnatari. Nell’ambito delle menzionate procedure si
prevede un’assegnazione prioritaria
a determinati soggetti indicati dal
provvedimento.
Nel corso dell’esame parlamentare sono state introdotte ulteriori disposizioni che allargano il campo di
intervento del provvedimento.
In particolare, l’art. 2-bis prevede
che, al fine di garantire la continuità
del servizio di trasmissione di elettricità quale attività di preminente interesse nazionale, sono autorizzate in
dalità previste dall’art. 1-sexies,
commi 4-sexies e seguenti del decreto-legge 239/2003.
L’art. 2-quater, attraverso alcune modifiche all’art. 1-sexies del decreto-legge 239/2003, prevede che si
possano realizzare mediante denuncia di inizio attività anche aumenti
volumetrici degli impianti di energia elettrica di potenza superiore a
300 MW termici e delle relative varianti, ma nel rispetto di determinate
condizioni.
L’art. 2-quinquies dispone la disapplicazione delle disposizioni recate dall’art. 11 della legge 400/1988
ai Commissari straordinari previsti
dall’art. 4 del D.L. 78/2009 (A.C. 2561)
«C
I lavoratori dell’Alcoa hanno raggiunto un primo significativo risultato.
via definitiva le opere facenti parte
della rete elettrica di trasmissione
nazionale (individuata dal D.M. 25
giugno 1999) già in esercizio alla
data di entrata in vigore della legge
di conversione del provvedimento in
esame e per le quali ad oggi non sia
possibile accertare il titolo autorizzativo.
Al fine di garantire la sicurezza
del sistema energetico anche in Sicilia ed in Sardegna, l’art. 2-ter dispone che gli interventi di riclassamento fino a 380 kV degli elettrodotti
di interconnessione con l’estero facenti parte della rete nazionale di
trasporto dell’energia elettrica, possono essere realizzati mediante la
denuncia di inizio attività con le mo-
per interventi urgenti per le reti dell’energia.
L’art. 2-sexies, infine, dispone che
le tariffe incentivanti per l’energia
elettrica prodotta da impianti fotovoltaici, di cui al D.M. 19 febbraio
2007, spettano a tutti i soggetti che,
nel rispetto della procedura per l’accesso alle tariffe incentivanti prevista dallo stesso decreto, abbiano
concluso l’installazione dell’impianto fotovoltaico entro la data del
31 dicembre 2010 e abbiano inoltre
provveduto all’invio della richiesta
di connessione alla rete elettrica
entro l’ultima data utile per poter
consentire la realizzazione della
connessione medesima entro il 31
dicembre 2010.»
che bisogna comunque fare qualcosa per uscire da questa crisi e continua ad interpretare con grande
insensibilità gli aiuti di Stato. Questi ultimi, al contrario, sono misure
che consentono alle aziende fortemente penalizzate dalla loro collocazione in territori non adeguatamente strutturati, di poter continuare ad essere competitive in un
mercato globale senza regole, oggi
così ostile.
Con questa legge non si salva
solo la Sardegna. Il problema vero
riguarda gli alti costi dell’energia
elettrica in Italia. Nel decreto-legge 14 marzo 2005, n. 35, convertito dalla legge n. 80 del 14 maggio
2005, quando era al Governo anche l’UDC, è anche inserito un
progetto importante di produzione
di energia elettrica attraverso centrali a carbone con captazione dell’anidride carbonica. Questo è un
progetto importante che dovremmo seguire - conclude Antonello
Mereu - perché potrà realizzare
quell’ambizione cui tutti noi aspiriamo di produrre in futuro energia a bassi costi.»
Claudia Lombardo: «è un passo in avanti
sia per l’Eurallumina sia per l’Equipolymers»
I
l presidente del Consiglio regionale, on. Claudia Lombardo,
è intervenuta sulle vertenze Eurallumina ed Equipolymers,
dopo gli incontri svoltisi al Ministero dello Sviluppo Economico.
«La grande mobilitazione in atto
da parte delle istituzioni regionali
della Sardegna per la salvaguardia
del settore industriale e dei livelli
occupazionali - ha detto Claudia
Lombardo - non conosce sosta.
Arrivano ulteriori segnali incoraggianti per alcune delle numerose vertenze in corso. La conclusione degli incontri svoltisi separatamente a Roma per l’Eurallumina
e per l’Equipolymers, infatti, costitui-
A
d oltre un anno dalla fermata degli impianti, cresce la fiducia tra i lavoratori dell’Eurallumina
di Portovesme in un pieno riavvio
produttivo a breve termine.
Lo scorso 18 marzo si è svolto
un importantissimo vertice al Ministero dello sviluppo economico, al
termine del quale è stato raggiunto
un accordo per la ripresa produttiva,
tra Eurallumina, Regione Sardegna,
CGIL-FILCEM, CISL-FEMCA e
UIL-UILCEM, del quale riportiamo il testo integrale.
alla quale verranno invitati tutti i soggetti interessati, per ricercare la soluzione più rapida ed adeguata in
particolare per quanto riguarda la
questione della fornitura di vapore.
L’acquisizione di riscontri positivi su questo versante potrà facilitare la ripresa della produzione attraverso una riduzione dei costi operativi dell’azienda. Inoltre, EURALLUMINA ha illustrato durante l’incontro alcune possibili diversificazioni del prodotto (alfa allumina,
fine di consentire il mantenimento
degli attuali livelli occupazionali e
un’adeguata tutela professionale e
reddituale dei dipendenti di EURALLUMINA, si conviene di fare
ricorso, per ulteriori 12 mesi e fino
al prossimo mese di aprile 2011, ai
necessari ammortizzatori sociali per
un numero massimo di 348 lavoratori per i quali saranno garantiti modalità e trattamenti economici e normativi già in essere.
Nelle sedi deputate saranno espe-
Verbale di Incontro
Antonello Mereu: «Questa legge affronta
i costi energetici come problema nazionale»
on l’approvazione
definitiva del disegno di legge spiega Antonello
Mereu, intervenuto in Aula prima
in sede di discussione, poi per dichiarazione di voto - è auspicabile
sia stata posta fine a un’odissea
iniziata nel 2001.»
«Siamo arrivati a questo punto
grazie soprattutto ai lavoratori. è
stato importante far comprendere tali problematiche a questa Europa,
la quale si ritiene estranea a problemi di questo tipo, non tiene conto
Accordo raggiunto al Ministero
per il pieno riavvio dell’Eurallumina
sce un primo concreto passo in avanti che fa ben sperare per una positiva risoluzione delle due vertenze.
L’accordo raggiunto per gli impianti dell’Equilpolymers consentirà, infatti, la prosecuzione della
attività degli impianti di Ottana
con serie prospettive di mantenimento di questo importante presidio economico.
Mentre più complesse si presentano le problematiche che riguardano lo stabilimento dell’Eurallumina. Ma anche qui si è trovato un positivo riscontro all’impegno messo in campo dalla Regione,
che ha visto come prima conseguenza la conferma, per i lavoratori del-
l’azienda, della cassa integrazione
per un altro anno, oltre alla riduzione dei tempi previsti a tre mesi,
rispetto ai sei richiesti dall’azienda, per la verifica dell’andamento del
mercato dell’alluminio.
L’impegno di tutte le istituzioni
non si esaurisce qui. Ci aspettiamo
che adesso le aziende interessate
facciano la loro parte, rispettando
gli accordi. Continueremo a vigilare - ha concluso il presidente del
Consiglio regionale - contando sull’appoggio del governo centrale, che
in questa battaglia sta mostrando
un’attenzione e una sensibilità verso le drammatiche emergenze che
sta affrontando l’Isola».
Nel corso dell’incontro svoltosi
il 18 marzo 2010 presso il Ministero dello Sviluppo Economico, è
stata esaminata la situazione della
Società “EURALLUMINA SpA”.
Preso atto della perdurante crisi
di mercato e di quanto dichiarato
dall’Azienda circa l’attuale difficoltà a produrre a costi competitivi, le Parti hanno concordato quanto segue:
1 Premessa - Le Parti convengono che obiettivo fondamentale
degli impegni indicati nei punti che
seguono, è la ripresa produttiva dell’impianto e la piena difesa della
occupazione.
2 Prospettive industriali EURALLUMINA SpA ha avviato i necessari confronti e approfondimenti tecnici per poter acquisire forniture di utilities (vapore ed
energia elettrica) a prezzi economicamente compatibili con le esigenze di efficienza, produttività e
competitività.
A tal proposito è convocata entro la prima quindicina di aprile una
specifica riunione presso il MiSE,
Lo stabilimento Eurallumina di Portovesme.
allumina macinata e idrato essiccato e macinato) al fine di poter cogliere nuove ed ulteriori possibilità
presenti sul mercato. La direzione
di EURALLUMINA è impegnata
a riferire prima in sede aziendale e
successivamente in sede regionale/nazionale entro le prossime 3 /4
settimane lo stato di avanzamento
su questo specifico punto.
Positivi risultati su questi versanti, uniti alle attività di studio in
corso per il migliore utilizzo del minerale, potranno accelerare il pieno
riavvio degli impianti produttivi di
EURALLUMINA.
3 Tutela dei lavoratori - Al
rite le procedure previste dalle norme
di legge vigenti.
4 Verifiche - Un incontro di
verifica generale dei trend di mercato e dell’andamento economico,
produttivo ed occupazionale di
EURALLUMINA è previsto al
termine del prossimo trimestre con
il coinvolgimento dei Ministeri interessati, della Presidenza del Consiglio dei Ministri, oltreché della
Presidenza della Regione Sardegna.
L’incontro è finalizzato anche alla verifica integrale del Protocollo
di Intesa del 27 marzo 2009, nella
prospettiva di un suo aggiornamento laddove necessario.
Il Gruppo PD del Senato ha presentato
una mozione sulla vicenda Eurallumina
I
l Gruppo PD del Senato, primo firmatario Francesco Sanna, ha presentato una mozione
sulla situazione in cui si trova
l’Eurallumina, dopo l’accordo raggiunto al Ministero dello Sviluppo
Economico.
La mozione, se verrà approvata, impegnerà il Governo:
• ad attivare immediatamente
una nuova interlocuzione con la
società RUSAL, ai massimi livelli
di responsabilità, e a mantenerla
aperta sino alla precisazione di un
piano industriale di Eurallumina
Spa ed alla ripresa della produzione nello stabilimento italiano, alla
luce delle mutate e più positive condizioni dei mercati internazionali
delle materie prime rispetto a quelle che ne determinarono la chiusura un anno or sono;
• a richiedere ad Eurallumina Spa
l’attivazione di innovative produzioni di allumine speciali, non sostitutive di quelle tradizionali, nello stabilimento italiano;
• a riferire al Parlamento sullo
stato della attuazione degli impegni
reciproci tra amministrazione pubblica italiana, Eurallumina Spa e
società direttamente o indirettamente controllate da RUSAL; in
particolare, a riferire sullo stato di
realizzazione del contratto di programma in essere con Eurallumina
Spa, e sulle proposte di rimodulazione ed ampliamento, anche alla
luce della riforma degli incentivi
alle imprese e delle reali disponibilità finanziarie pubbliche;
• a riferire al Parlamento la consistenza dei crediti fiscali di società direttamente o indirettamente
controllate da RUSAL, della esistenza di istanze di rimborso presentate alle Agenzie delle Entrate
competenti e della attuazione degli
impegni di RUSAL di utilizzare le
somme rinvenienti da rimborsi
erariali a favore di piani di ristrutturazione e rilancio produttivo dello
stabilimento italiano;
• ad adottare gli opportuni atti
di indirizzo alle amministrazioni
dello Stato e eventualmente le necessarie proposte di modifica legislativa per semplificare le condi-
zioni di funzionamento dell’industria dei metalli non ferrosi (crediti erariali, scorte d’obbligo in caso
di fermata degli impianti, fiscalità
delle fonti di energia utilizzate,
procedimenti di autorizzazione alle misure di tutela ambientale ed
alla bonifica dei siti, finanziamento di progetti di ricerca per la riduzione degli impatti ambientali e di
sviluppo industriale di tecnologie
per la riutilizzazione delle scorie di
lavorazione della bauxite);
• di proporre entro trenta giorni
al Parlamento un disegno di legge
che nel tempo intercorrente alla realizzazione del metanodotto GALSI tra l’Algeria e la Sardegna, assicuri i medesimi costi energetici alle imprese industriali con stabilimenti nell’isola, a condizione che
avviino investimenti per la riconversione a gas degli impianti che
oggi marciano ad olio combustibile, garantendone le migliori prestazioni ambientali e ridotte emissioni di inquinanti e di CO2, in linea
con gli impegni internazionali dell’Italia.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Si accende il dibattito sul grande progetto che porterà il gas algerino in Italia, attraversando la Sardegna dal Sulcis a Olbia
“La metanizzazione e le ricadute nel territorio”
La proposta di modifica verrà portata all’attenzione del Galsi, il consorzio che realizzerà i lavori per la realizzazione del gasdotto.
«I
l Sulcis Iglesiente e la
Sardegna intera dovranno avere adeguati benefici dal passaggio nel loro territorio delle condotte necessarie alla realizzazione del metanodotto Galsi». Questa rivendicazione
è stata ribadita lo scorso 16 marzo
nella sala convegni della biblioteca
di Portoscuso, scelta per ospitare
l’incontro-dibattito “la metanizzazione e le ricadute nell’economia
del territorio”, organizzato dall’Anci-Sardegna e dalla Conferenza dei sindaci del Sulcis Iglesiente.
All’incontro, aperto dal sindaco di
Portoscuso Adriano Puddu, sono intervenuti i vertici del Consorzio Galsi, guidati da Arcangelo Perrone,
project manager Galsi spa, numerosi rappresentanti degli imprenditori e
delle associazioni, amministratori locali e l’assessore regionale della programmazione, Giorgio La Spisa.
L’occasione si è effettivamente
rivelata un importante momento di
confronto sulle prospettive di sviluppo collegate alle risorse offerte
dalla nuova rete del gas.
Il gasdotto Galsi sarà il primo
gasdotto d’importazione di gas naturale in Italia. La Sardegna sarà la
prima regione italiana ad essere rifornita dal gas in arrivo dall’Algeria,
potendo così contare sulla massima
sicurezza delle forniture.
Quando viene bruciato per creare
energia, il gas naturale produce meno
inquinanti atmosferici rispetto al petrolio ed al carbone. Il suo utilizzo nei
settori industriale, civile, trasporti e
termico, dovrebbe portare ad un abbassamento del 14% delle attuali
emissioni di CO2 - anidride carbonica - assai vicino all’obiettivo del
20% fissato dal protocollo di Kioto.
L’impiego del gas naturale inciderà anche sui costi dell’energia ed il
progetto, al riguardo, prevede un risparmio del 30-40% sulle bollette
delle famiglie e delle imprese. Sarà
rilevante anche l’impatto occupazio-
nale, considerato che è stata stimata
un’occupazione di circa 10.000 addetti locali, così ricavata: da 500 a
quasi 2.000 addetti per un periodo di
18 mesi necessario alla fase di cantierizzazione del metanodotto a terra,
una parte dei quali saranno locali;
3.500 addetti impegnati nella costruzione delle reti di distribuzione
locale e 2.000 addetti nella manutenzione delle reti e degli impianti
domestici. Significativi riflessi si
avranno anche sulle nuove attività industriali e commerciali.
Il tracciato del metanodotto, presentato a fine 2009 dopo sei anni di
studi, sul quale tanto si è discusso ne-
Sardegna, una centrale di compressione ad Olbia ed una stazione di misura a Porto Botte che avrà il compito di misurare fiscalmente la quantità di gas che passerà nel tubo e regolarne la pressione prima dell’ingresso nella rete di trasporto terrestre.
In mare aperto il metanodotto
sarà posato sul fondo attraverso l’utilizzo di navi posatubi, senza necessità di cavi o trincee. Nei tratti
costieri, a partire dalla profondità di
40 metri a 400 metri dalla riva, il tubo sarà interrato con copertura variabile da 1 a 3 metri.
A terra, sarà completamente interrato ad una profondità di circa un
L’affollata riunione svoltasi nella sala convegni della biblioteca di Portoscuso.
gli ultimi mesi, con la presentazione
di un tracciato alternativo a quello che
prevede l’approdo in Sardegna a Porto Botte, da realizzare a Portovesme
(presentato poco più di un mese fa
nel corso di un convegno svoltosi
nella stessa sala della biblioteca di
Portoscuso), è lungo complessivamente 837 chilometri ed ha una condotta del diametro di 66 cm posata in
mare ad una profondità massima di
2.824 metri. In Sardegna sono previsti 38 punti di derivazione, delle
valvole dalle quali sarà possibile allacciare le condutture secondarie
per portare il gas nei comuni della
metro e mezzo e richiederà una fascia di rispetto di circa 40 metri, 20
metri per parte a cavallo della condotta, che potrà essere utilizzata per
l’agricoltura ma non sarà edificabile.
I responsabili di Galsi si sono
impegnati a valutare la possibilità di
accogliere le proposte di modifica al
progetto per il sito della stazione di
misura e riduzione, da Porto Botte a
Portovesme, in tempi brevi, considerato che entro fine anno dovranno
essere definiti permessi e autorizzazioni e verrà assunta la decisione finale d’investimento e ad inizio 2011
verranno aperti i cantieri.
C’è fiducia dopo l’incontro svoltosi al ministero per lo sviluppo
La Gres 2000 srl vuole rilevare la Rockwool
N
uove speranze per il rilancio della Rockwool
di Iglesias, dopo l’incontro svoltosi un paio
di settimane fa al ministero dello
sviluppo economico.
L’incontro è stato presieduto dal
direttore del ministero, dott. Gian
Pietro Castano. La Regione Sardegna
era rappresentata dall’assessore Sandro Angioni e il comune di Iglesias
dal sindaco Pierluigi Carta. Erano
presenti anche il direttore risorse di
Rockwool, Alberto Petrò, e il potenziale acquirente Roberto Spaggiari, rappresentante della Gres 2000 srl.
Il dirigente della Rockwool ha
spiegato di aver avuto una serie di
incontri con Spaggiari nelle reciproche sedi. A seguito di questi
incontri, è stato sottoscritto un accordo di segretezza che ha permesso uno scambio di informazioni ri-
servate necessarie alla comprensione delle dinamiche d’impresa.
Questi adempimenti hanno portato all’accordo delle parti su gran
parte dei punti (70-80%) in discussione. Sono ancora in forse il quantitativo di macchinari cedibili e la
fornitura di lana di roccia necessaria agli acquirenti per produrre nel
periodo di start up.
Spaggiari ha spiegato per grandi linee il piano d’impresa che prevede l’utilizzo della lana di roccia
prodotta per la realizzazione di prodotti per l’edilizia (piastrelle, mattoni), coibentati. Ha inoltre dichiarato di aver presentato ricorso contro la dichiarazione di fallimento
della Gres 2000 spa (altra azienda
del Gruppo) e che, comunque, tale
vicenda non incide in alcun modo
sulla Gres 2000 srl che ha un diverso assetto societario. Ha inoltre
smentito le voci sulla mancata corresponsione dei salari al personale
dipendente delle sue aziende.
Il direttore del ministero ha sottolineato di avere notizia di criticità
sociali nelle aziende calabresi del
Gruppo, oggetto di interrogazioni
parlamentari e di una nota preoccupata da parte della Prefettura
competente. Spaggiari ha respinto
ogni addebito dichiarando che tutto verrà chiarito nel giro di poche
settimane. Le organizzazioni sindacali presenti all’incontro hanno dichiarato disponibilità a proseguire
gli incontri a fronte però di informazioni più complete e di accordi
societari ben definiti.
L’incontro è stato aggiornato a
fine marzo con l’impegno da parte
di Rockwool e Gres 2000 srl ad
accelerare le trattative per giungere a una soluzione entro tale data.
Si effettuano consegne a domicilio • Chiuso il mercoledì
La CGIL ha eletto i nuovi segretari regionale e provinciale
Enzo Costa e Roberto Puddu ai vertici della CGIL
L
o scorso 19 marzo si è
chiusa la XII fase congressuale regionale con
la conferma di Enzo Costa alla guida della CGIL sarda.
Al percorso congressuale, iniziato
nel mese di novembre, hanno partecipato e votato più di 68mila persone, 1.519 le assemblee in tutta la
Sardegna. Alcune settimane prima,
a Carbonia, Roberto Puddu era
stato eletto segretario della Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, al termine del Congresso svoltosi nella sala convegni della Sotacarbo (Roberto Puddu succede
a Marco Grecu, rimasto in carica
otto anni, ora impegnato nello SPI,
la categoria dei pensionati CGIL).
Nei giorni scorsi Roberto Puddu ha inviato una lettera programmatica ai componenti del direttivo confederale, delle segreterie
delle categorie e, più in generale,
al Quadro dirigente della CGIL.
«Le gravi situazioni presenti in
ogni posto di lavoro - scrive Puddu - hanno certamente avuto un
peso preponderante nelle assemblee di base, ma i nostri iscritti ci
hanno sempre sollecitato ad operare con coerenza rispetto ai nostri principi ed allo stesso tempo
di ricercare sempre l’unità fra noi
e con le altre rappresentanze.
Il nostro agire sindacale deve
dunque tenere conto della necessità di costruire le condizioni per
realizzare la diversificazione dell’economia, riuscendo a rendere
esigibili le conquiste sul tema delle bonifiche - legate al riutilizzo
produttivo del territorio - dei siti
ex minerari come dell’Area ad
alto rischio di crisi ambientale. Ma
anche del complesso dell’intesa
istituzionale firmata dalla RAS con
la Provincia ed i Sindaci.
In essa vi è una visione condivisa delle opportunità per dare
respiro e sviluppo ad un’economia fortemente dipendente dalla
grande industria - che deve essere messa in sicurezza con soluzioni immediate e di lungo periodo
per far riprendere il lavoro agli
oltre 3.000 lavoratori esclusi dal
ciclo produttivo - con il supera-
Roberto Puddu.
Enzo Costa.
mento del gap infrastrutturale e
competitivo, a partire dal prezzo
dell’energia, che permettano alle
sue produzioni di riprendere e mantenere il loro ruolo nel mercato;
infine, con l’utilizzo razionale delle nostre risorse ambientali, storiche e culturali.
Nella piattaforma programmatica del neo segretario vi sono:
• la salvaguardia e la messa in
sicurezza dell’apparato industriale
e produttivo;
• il recupero dei contenuti e
delle idee fondative del progetto
del Parco Geo Minerario;
• un sistema dei trasporti e
della portualità da una parte dedicata all’industria, e dall’altra
per la pesca e per il turismo, come infrastrutture fondamentali
per l’inserimento del territorio nei
principali flussi turistici e per dare prospettiva di sviluppo al comparto artigianale, della pesca,
dell’agroindustria e dell’allevamento;
• la giusta valorizzazione e
rispetto del lavoro nella pubblica
amministrazione e per il miglioramento dei servizi nella sanità;
• la scuola, la formazione professionale ed un vero programma
di decentramento di corsi universitari;
• la realizzazione dell’obiettivo legato all’unica risorsa energetica nazionale: il progetto integrato miniera /centrale che può e
deve assurgere a diventare uno dei
più importanti Poli tecnologici di
dimensione e valenza europea;
• un’iniziativa continua e pressante per richiamare all’impegno
le aziende, come le istituzioni competenti, per garantire il giusto livello di attenzione sulla sicurezza
nel lavoro.»
Roberto Puddu, infine, ha sottolineato di sentire il peso della
responsabilità di guidare la Camera del Lavoro del Sulcis Iglesiente, già condotta da Enzo Laschi, Pupo Deriu, Tonino Dessi,
Franco Porcu, Gianni Cannas,
Peppino la Rosa, Sergio Usai e
Marco Grecu, proponendosi di
esserne all’altezza.
G.P.C.
Alcune considerazioni sulla grave crisi economica del territorio
«La crisi di questi mesi era prevedibile»
«
... nate,
queste
fabbriche, soprattutto alla
insegna del massimo profitto,
chiuderanno siRinaldo Tocco.
curamente i
battenti allorché
tutto quanto attorno vi ruota ed i potenti che le amministrano non troveranno più tornaconto e non saranno più assistite dallo Stato il quale,
nel corso degli anni, ha sborsato
migliaia di miliardi di lire perché
gli stabilimenti sopravvivessero. Ed
allora potrebbe essere il deserto.»
Quanto sopra, è un passo di un
mio articolo pubblicato sul mensile
cagliaritano “Sardegna Magazine”,
di cui ero redattore, nel 1992.
Sono solidale con tutti i lavoratori che penano e lottano per il loro
posto di lavoro ma ricordo loro che
quanto avvenuto non è opera dello
Spirito Santo ma solo dell’uomo e
nella fattispecie dei nostri politici,
segnatamente quelli presenti in Regione da tempo immemorabile. Non
tutti i nostri politici, sia chiaro. Taluno
si salva, ma resta in netta minoranza.
E i sindacalisti non sono anch’essi
immuni da colpe. Hanno, nel mezzo di tanti uomini politici, convissuto, spartendosi via via poltrone e
voti. Basti ricordare la quarantennale vicenda della Carbosulcis, che
ha succhiato tanto denaro alle casse
pubbliche senza risultato alcuno.
Non scopro niente se ricordo che
le industrie di Portovesme videro la
luce all’inizio degli anni settanta del
secolo scorso, con il preciso intento
di dare respiro al territorio dopo la
chiusura delle miniere. E si sapeva
bene che gli stabilimenti avevano
davanti una vita sì e no di trent’anni.
In questi trent’anni c’era tutto il
tempo di programmare il futuro oltre
gli stabilimenti. Invece han tutti quanti bivaccato, come se questi castelli
avessero vita eterna, ricucendoli e via
via rappezzandoli, spremendoli all’inverosimile e invariabilmente proseguendo ad inquinare tutto un territorio da tempo decretato “ad alto
rischio ambientale”.
Dopo tante promesse mancate,
le cose sono precipitate irreversibilmente. I proprietari di queste industrie fortemente energivore si sono
resi conto che andare avanti era divenuto in salita ed hanno iniziato a
chiedere e, soprattutto, a minacciare chiusura. Oggi però l’Europa non
consente più gli “aiuti di Stato” e
la situazione è precipitata. Le multinazionali proprietarie di questi impianti se la produzione non rende più,
ne realizzano di più convenienti da
altre parti, dove l’energia e la manodopera incidono sensibilmente meno.
Siamo tornati ai tempi in cui chiusero le miniere, con la variante che
oggi non è stato programmato niente
oltre le industrie in crisi ed i lavoratori e il territorio tutto devono farsi
sentire con forza e mettere di fronte
alle loro responsabilità tutti coloro
che abbiamo mandato ad amministrare la nostra terra. Oggi è necessario compiere ogni sforzo per tenere
in vita l’esistente fino a quando non
si realizzerà altro, nella consapevolezza che i ritardi di decenni non potranno essere recuperati con uno
schiocco di dita. Ma guai a cullarsi su
cassa integrazione e strumenti affini.
Una buona notizia, intanto, è quella della realizzazione di alcune decine di aerogeneratori della Portovesme srl, prima osteggiata da più parti.
Ma lo vogliamo capire che si tratta
di energia pulita, da installare per di
più in un sito che va benissimo? Gli
aerogeneratori, se ben pensati e posizionati, non sono poi così brutti e io
farei progettare ogni abitazione con
un piccolo aerogeneratore.
Ho sulla mia scrivania l’intervento che l’allora ministro De Michelis
fece nel corso di una visita nel territorio. Diceva: «Chiudiamo le fabbriche che non producono a costi di
mercato e costruiamo alberghi...
bisogna avere il coraggio di guardare avanti con realismo e senza
paura, perché la Sardegna, come
tutte le zone meno sviluppate, ha un
grande futuro nella grande Europa
unita». Ebbene, fui allora felice di
sentire simili proposte, si trattava
del marzo 1992. Al fianco di De
Michelis c’erano il presidente della
Regione, Antonello Cabras, Emidio
Casula, sindacalisti ed imprenditori
vari. «Il futuro dell’intera Sardegna
può basarsi solo sul turismo, perché
è quella la più grande attività economica dell’era post-industriale»,
aggiunse De Michelis. Guardate un
pò come hanno recepito quei consigli i nostri paladini, a tutti i livelli...
Sono stato sempre convinto che...
un milione e mezzo di abitanti della
nostra Isola avrebbero potuto vivere
in una terra davvero incantata. Perché si insiste nel depredarla, perché
si sommano errori ad errori? Il territorio del Sulcis, una parte stupenda di terra sarda, prima è stato penalizzato per oltre vent’anni, poi è
stato decretato Area ad alto rischio
ambientale.
Per salvare questo territorio occorre unire le forze. Ed è giunta anche l’ora di dare un indirizzo serio allo sviluppo, anche in direzione delle energie rinnovabili: dall’eolico al
solare, alle biomasse, al teleriscaldamento. Austria e Germania ricavano gran parte del loro fabbisogno
dalle energie pulite e rinnovabili.
Non c’è da inventare niente, impariamo da chi il cervello lo fa produrre davvero, da chi ha a cuore il
prossimo e l’ambiente.
Non è mai troppo tardi.
Rinaldo Tocco
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
A due mesi dal voto ancora niente di deciso nei due principali schieramenti sulla scelta dei candidati alla presidenza della Provincia
Tore Cherchi potrebbe guidare il centrosinistra
Nel centrodestra permane l’incertezza ma crescono le probabilità di una candidatura di Pierfranco Gaviano, presidente uscente.
A
due mesi dal voto (la data non è stata ancora ufficializzata ma si dovrebbe andare alle urne il 30
e 31 maggio), non c’è ancora niente di deciso nei due principali schieramenti sulla scelta dei candidati
alla presidenza della Provincia di
Carbonia Iglesias.
L’andamento dell’ultimo scorcio
di legislatura, caratterizzato dalle
divisioni interne al centrosinistra,
stanno condizionando inevitabilmente la definizione delle alleanze
e, quindi, la scelta dei candidati.
Il presidente uscente, Pierfranco
Gaviano, fuoriuscito dal Partito Democratico è approdato all’UDC ed
oggi, di fatto, è l’unico candidato
in campo. Il leader dell’Unione di
Centro, Giorgio Oppi, ne ha proposto la conferma ma per arrivare
all’obiettivo, ovviamente, è necessario che la candidatura venga sostenuta da un’intera coalizione.
Questa dovrebbe essere, in analogia al governo della Regione, quella di centrodestra ma le resistenze
emerse e non ancora superate, potrebbero aprire la strada anche ad
intese differenti.
Le decisioni verranno prese al
tavolo regionale, presumibilmente,
entro la prima decade di aprile.
Il centrosinistra, consapevole delle proprie difficoltà dopo la traumatica seconda parte della legislatura
e i risultati delle elezioni regionali
dello scorso anno che nel territorio
hanno registrato l’affermazione del
centrodestra in quasi tutti i comuni
(Carbonia resta dalla sua parte ma
con un margine assai inferiore rispetto al recente passato e in particolare alle Provinciali del 2005), sta
cercando di ricompattare la coali-
zione e lancia da tempo messaggi
all’UDC, nella speranza di convincere il partito di Giorgio Oppi a lasciare il centrodestra, con il quale
governa la Regione. E per rendere
la proposta politica competitiva per
la vittoria finale, ha la necessità di
individuare una candidatura autorevole, impresa non facile in un panorama complessivamente assai
povero. In questa prospettiva si fa
sempre con maggiore insistenza il
nome di Tore Cherchi, sindaco di
Carbonia dal 2001, parlamentare
dal 1983 al 2001, presidente del-
nel 2001, al termine dell’esperienza
di Antonangelo Casula al comune
di Carbonia. E la scelta fu coronata
da successo, grazie all’apporto di
diverse forze, civiche e centriste,
sia al primo, sia al secondo turno.
Oggi l’impresa appare assai più
difficile, anche per una differente
legge elettorale che premia più la
forza delle coalizioni e, quindi,
dei singoli candidati alla carica di
consigliere, che non i candidati alla presidenza (non è previsto il cosiddetto “voto disgiunto” e il voto
alla lista e al candidato consigliere si
Pierfranco Gaviano.
Salvatore Cherchi.
l’Anci Sardegna. L’interessato ha
più volte escluso la sua “discesa in
campo” per le Provinciali, motivando il proprio “NO” con la volontà
di non abbandonare il comune di
Carbonia ad un anno dalla conclusione della legislatura, ma molti
sono convinti che alla fine sarà proprio lui a guidare il centrosinistra.
Non è la prima volta che in una
fase di difficoltà, quando teme la
sconfitta, il centrosinistra si rivolge
a Tore Cherchi. Era già accaduto
estende automaticamente anche al
presidente).
Le candidature alla presidenza,
per essere competitive, non possono essere improvvisate e, considerati i tempi ristretti a disposizione,
è più che probabile che alla fine si
possa avere un confronto tra il presidente uscente, Pierfranco Gaviano
(centrodestra) e Tore Cherchi, sindaco di Carbonia (centrosinistra).
Giampaolo Cirronis
[email protected]
Riflessioni amiche
di Tiziana Frongia
Tiziana Frongia.
Era l’anno 2000, scienziati internazionali avvertivano che si sarebbe creata una tendenza verso la
privatizzazione delle riserve mondiali di acqua e verso l’applicazione di politiche di istituzione della
tariffa intera e sottratto, di conseguenza, all’accesso diretto, milioni
di persone.
Le previsioni erano che diversi
aspetti avrebbero portato a scatenare
guerre e manifestazioni di piazza.
Oggi nel 2010 lo scenario le comprende, sia che siano manifestazioni isolate di singoli cittadini, sia che
siano movimenti politici e civili di
grande piazza.
La sovranità popolare sull’acqua
crolla come è crollata quella sulle
scelte della politica che dovrebbe sostenere la libertà del cittadino e la sua
responsabilità nel governo che gli
compete.
Tutti i governi in questi anni si
sono mossi per privatizzare la più
importante risorsa dell’uomo e del
pianeta, e se la vecchia politica si è
spesa nel petrolio la nuova sta creando un commercio globalizzato dell’acqua.
L’acqua non è più pubblica ma
viene controllata, la gestione del sistema idrico e la distribuzione, da
società investite dall’Ente pubblico.
Di fatto è una privatizzazione che
ha determinato l’aumento delle tariffe e non ha tenuto sufficientemente
conto della necessità di differenziare
il prezzo rapportandolo alla tipologia di utilizzo e di reddito familiare.
L’acqua è diventata una merce,
un bene economico su cui si può fare
profitto.
L’Ente pubblico incapace di sostenere l’impegno affida a società
esterna la politica del sistema idrico
specificandone la necessità con l’enorme impegno finanziario di una
gestione che deve assicurare l’equità
di distribuzione e la sicurezza della
qualità dell’acqua.
La tariffa sull’acqua per uso domestico, agricolo ed industriale rappresenterà un doloroso adattamento
per l’umanità.
Nel marzo del 2000 ci fu all’AJA
un importante Forum Idrico Mondiale con 4.000 luminari provenienti da tutto il mondo. Una sei giorni
dibattuta che si concluse con la dichiarazione ministeriale dell’AJA,
redatta da 130 rappresentanti governativi e che invitava ad occuparsi della gestione integrata delle risorse idriche in maniera da garantire che ogni
cittadino potesse disporre dell’accesso all’acqua a lui necessaria ad
un prezzo accessibile.
Le multinazionali, come ad esempio la Nestlè, la Unilever, risposero
che l’acqua andava gestita in maniera da incoraggiarne il risparmio e l’utilizzo assennato, come dire più è
alto il prezzo meno si consuma.
Ma se il 70% dell’acqua mondiale viene utilizzata in agricoltura,
col crescere della popolazione, non
basterà, manipolare geneticamente le
produzioni per renderle resistenti al
bisogno di acqua, e l’erosione del
suolo, la salinità e l’avvelenamento
delle acque non consentiranno l’espansione dei terreni coltivati.
Non si parlerà più di sviluppo
sostenibile ma di riconversione della crisi ecologica in un mercato delle risorse carenti. Ma la logica del
mercato delle risorse carenti sarà la
logica del controllo delle risorse naturali disponibili che creeranno squilibri nel bisogno commerciale.
Quindi la proprietà dell’acqua
sotto forma di controllo privatistico
diventa la priorità per gestire il mercato delle risorse carenti.
La privatizzazione di fatto dell’acqua comporterà un aumento esponenziale e spropositato delle tariffe e gli
standard qualitativi diminuiranno.
Quello che accade oggi in Italia
è successo di fatto in molti paesi al
mondo. Per fare un esempio in Inghilterra la privatizzazione della
Thatcher portò ad un aumento delle
tariffe dal 67% a picchi del 450%.
In Francia siamo sul 30% di aumento e qualche anno fa si è avuta
un’inchiesta con condanne di funzionari pubblici e delle società idriche private per distribuzione di acqua batteriologicamente non pura.
Ad oggi in America in molti stati, si registra, una tendenza verso il
concetto “esaurimento zero” e avviando verso la desalinizzazione dell’acqua per determinati usi.
Le proiezioni per il prossimo futuro sono quelle del commercio illegale e di morti per uso di acqua inquinata.
Nel prossimo futuro l’inquinamento più inquietante sarà quello
dei residui farmaceutici legati all’utilizzo nell’uomo e negli animali peraltro riscontrati attualmente nell’acqua piovana, nelle falde acquifere e
nell’acqua potabile del rubinetto.
L’Italia che contrasta la privatizzazione dell’acqua la vediamo nelle piazze di questi giorni, piccole o
grandi piazze ma col risultato di chiedere al governo la modifica della
legge “Galli” del 1994 e la legge di
riforma dei servizi pubblici del novembre 2009, che poneva le basi di
quello che oggi si è realizzato: l’affidamento a società esterne del sistema idrico e la perdita del controllo da parte degli Enti locali.
Nell’acqua oggi si investe in borsa con società di fatto alla ricerca del
profitto e non alla salvaguardia di
quel bene che rappresenta la vita e
non può essere mercificato.
Esempi coraggiosi come quelli
manifestati dai cittadini del Comune di Domusnovas e Fluminimaggiore si espandono a macchia d’olio
portando alla nascita di comitati locali che attraverso un forum italiano
dei movimenti dell’acqua chiedono
una gestione pubblica “del bene
acqua”.
La Giunta comunale di Iglesias ha approvato il conto consuntivo 2009
L’ultimo bilancio prima delle elezioni
L
a Giunta Comunale di
Iglesias ha approvato il
conto consuntivo 2009
che ha ottenuto anche il
parere favorevole dei revisori contabili.
«L’esercizio 2009 - si legge in
una nota del sindaco, Pierluigi Carta - si conclude con un avanzo di
amministrazione pari a 7 milioni e
245.819,98 euro. Questo, riferito a
quello del 2008 (pari a 10 milioni
e 336.416,95 euro), certifica una più
efficiente capacità di spesa delle risorse a fronte di un’ulteriore riduzione dei pregressi residui attivi e
passivi e del conseguimento degli
obiettivi di contenimento della
spesa pubblica previsti dalle normative vigenti.
In particolare la gestione dei
residui ha determinato uno sbilancio di 4 milioni e 635.043.16 euro a
favore di quelli passivi (circa dieci
volte lo sbilancio dell’esercizio precedente) dimostrando una sempre
maggiore capacità di riscossione
dei crediti. La disponibilità di cassa, conseguentemente, è cresciuta
di oltre 300.000 euro portandosi a
11 milioni e 880.863,14 contro gli
11 milioni e 573.069,58 euro del
2008 e i 9 milioni e 377.826,71 euro
del 2005. Il costante miglioramento
dei flussi di cassa ha consentito di
scongiurare il ricorso alle anticipazioni da parte del tesoriere e l’aggravio dei conti comunali, a causa
degli oneri finanziari che sarebbero
derivati dagli interessi di mora da
riconoscere ai fornitori per i ritardati pagamenti.»
«Tale comportamento virtuoso
- ha aggiunto Pierluigi Carta - ha
permesso di scongiurare, anche quest’anno, una delle frequenti cause
di criticità finanziaria degli enti
locali, ossia il rischio dello sfasamento dei flussi di cassa dell’ente.
Infatti i Comuni scontano da una
parte il ritardo dei pagamenti da
parte dello Stato per mancanza di
fondi, dall’altra quelli della RAS per
le equivalenti esigenze di rispetto del
patto di stabilità. A tal proposito, è
significativo rilevare come la maggior parte dei lavori eseguiti a fronte
di finanziamenti POR sono stati liquidati dall’amministrazione senza
che, ad oggi, la RAS provvedesse
all’accredito delle somme anticipate dal Comune.
L’avanzo della gestione di
competenza è pari a 2 milioni e
140.578,88 euro. A tale risultato di
competenza occorre sottrarre la quota dell’avanzo di amministrazione
del 2008 applicata nel 2009 pari a
5 milioni e 735.551,61 euro. La differenza è perciò dimostrativa di una
maggiore capacità di investimento
acquisita dall’Amministrazione
mediante l’applicazione tempestiva
delle ulteriori risorse disponibili.»
Pierluigi Carta sottolinea che nel
corso del 2009 l’andamento delle
spese è stato relazionato alla disciplina relativa al patto di stabilità che
è stato rispettato, nonostante la crescita degli investimenti, garantendo
• completamento della Chiesa di
San Giuseppe Operaio (120.000,00
euro);
• cantieri comunali per l’occupazione (248.000,00 euro);
«Il risultato raggiunto - conclude Pierluigi Carta - consegue
alla migliore organizzazione degli
uffici e degli assessorati che ha consentito l’approvazione del bilancio
di previsione 2010 già dal mese di
dicembre scorso e che premia lo
spirito collaborativo dei dipendenti, dei dirigenti, dei revisori e degli
amministratori e che smentisce, se
ce ne fosse ancora bisogno, le profezie di sventura della minoranza.
Il Consiglio comunale di Iglesias.
la continuità nei pagamenti dei fornitori e delle imprese appaltatrici,
evitando di incidere negativamente
nella già fragile economia locale.
Nel corso del 2008 sono stati
finanziati investimenti per 17 milioni 644.839,26 euro.
Questi gli interventi più significativi:
• sistemazione strade e illuminazione pubblica (6.380.000,00 euro);
• realizzazione parcheggi al servizio del centro storico (1.320.000,00
euro);
• completamento centro culturale
di via Cattaneo (1.000.000,00 euro);
• messa in sicurezza delle scuole
(700.000,00 euro);
realizzazione Centro di aggregazione giovanile di Via Diana
(400.000,00 euro);
•
ecocentro
comunale
(135.000,00 euro);
• valorizzazione del patrimonio
boschivo (400.000,00);
• valorizzazione ambientale
(680.000,00 euro);
Con il raggiungimento di questi
obiettivi si completa il lavoro di
risanamento e di riorganizzazione
finanziaria e contabile del Comune di Iglesias avviato cinque anni
addietro partendo da condizioni di
cassa e di patto di stabilità tutt’altro che incoraggianti. Ai risultati
economico-finanziari si somma il
consuntivo politico determinato dal
completamento della dotazione organica dell’ente e dalla stabilizzazione nella società in house “Iglesias Servizi” di quasi tutti i lavoratori socialmente utili ereditati
nel 2005. Infatti, se le risorse finanziarie sono fondamentali per
la gestione di qualsiasi ente pubblico o privato, quelle umane sono la vera locomotiva capace di
condurre lo stesso verso quegli
obiettivi di efficienza, efficacia ed
economicità a cui le moderne pubbliche amministrazioni devono
orientarsi per offrire ai cittadini i
servizi di qualità a cui hanno diritto.»
La Giunta regionale ha stanziato le risorse il 25 marzo scorso
15 milioni per l’imprenditoria giovanile
Ai 23 Comuni della Provincia è stato assegnato circa 1 milione.
L
a Giunta regionale, su
proposta dell’assessore
degli Enti locali, finanze e urbanistica, Gabriele Asunis, ha definito lo stanziamento e la ripartizione di 15 milioni di euro in favore dei Comuni
della Sardegna per la realizzazione di interventi legati all’occupazione e allo sviluppo locale.
Seguendo il suo programma
di valorizzazione e sostegno dei
giovani e in linea con le politiche
di agevolazione del loro inserimento nel mondo del lavoro, la
Giunta ha voluto mettere in campo un forte segnale per rivitalizzare il settore dell’imprenditoria
giovanile.
Questa somma, aggiuntiva rispetto ai trasferimenti confluiti nel
fondo unico per il finanziamento
delle Autonomie Locali previsto
dall’articolo 10 della finanziaria
del 2007, si pone come ulteriore
aiuto per favorire l’occupazione e
l’autoimpiego di giovani di età inferiore ai trentacinque anni, attraverso progetti promossi da soggetti pubblici e privati, favorendo
inoltre l’espansione di nuove imprese legate all’imprenditoria giovanile.
I finanziamenti stanziati sono
stati così ripartiti:
4.145.159,98 euro per i Comuni della Provincia di Cagliari,
1.069.216,08 per i Comuni nella
Provincia di Carbonia Iglesias,
1.000.488,39 euro per la Provincia del Medio Campidano,
1.697.122,53 euro per i Comuni in
Provincia di Nuoro, 678.957,80
euro per i Comuni della Provincia
dell’Ogliastra, 1.244.954,19 per i
Comuni in Provincia di Olbia
Tempio, 2.301.580,30 per i Comuni della Provincia di Oristano
e 2.862.520,73 per i Comuni in
Provincia di Sassari.
I Comuni destinatari di queste nuove risorse, dovranno inoltre programmare gli ulteriori interventi per l’occupazione, in aggiunta a quelli ordinariamente
previsti, integrando il finanziamento concesso con una somma
pari almeno al 50% dell’assegnazione.
I progetti e le persone da impiegare per la realizzazione di
questi interventi, dovranno essere
selezionati dalle amministrazioni
locali con procedure di evidenza
pubblica, facendo ricorso alle
graduatorie degli uffici per l’impiego o, se necessario, attraverso
procedure basate su criteri non
discriminatori.
IL NUMERO 220 5-12:IL NUMERO 181 4/9 29/03/10 23.28 Pagina 2
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
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Vicesindaco
Marco Cuccu
Assessori
Luigi Bacchis, Gianpaolo Garau, Alessio Mura, Attilio Stera, Gianfranco Tolu
Presidente del Consiglio comunale
Erizio Pranteddu
Consiglieri
Luigi Bacchis, Stefania Cabboi, Sergio Cadoni, Mario Cera, Marco Cuccu,
Isacco Demarchi, Pietro Angelo Fonnesu, Gianluigi Fonnesu, Gianpaolo Garau,
Alessio Mura, Maria Carmela Pilloni, Attilio Stera, Gianfranco Tolu,
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6
La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Anche quest’anno la Provincia di Carbonia Iglesias ha partecipato con eccellenti risultati alla Borsa Internazionale del Turismo
Turismo nel Sulcis Iglesiente: un successo alla luce del sole
Le prime stime per il 2009 evidenziano un +2,6% nel numero degli arrivi ed un +9,7% in quello delle presenze rispetto al 2008.
A
nche quest’anno la Provincia di Carbonia Iglesias ha partecipato alla
Borsa Internazionale
del Turismo, con un proprio stand
all’interno dello spazio regionale.
La più rinomata fiera del turismo,
non solo a livello nazionale, è ogni
anno un’importante occasione per
presentare al grande pubblico e
agli operatori del settore turistico le
peculiarità del Sulcis Iglesiente, un
territorio per molti ancora da
scoprire.
Per la Provincia di Carbonia
Iglesias, la BIT 2010 è stata anche
la vetrina per presentare la nuova
linea editoriale: una collana di
brochure tematiche dedicata ai
diversi segmenti dell’offerta del
Sistema Turistico Locale, costituita da prodotti e sapori, cultura,
vacanza attiva, mare ed eventi.
Consistente, coinvolgente e
professionale è stata anche la partecipazione degli operatori del
territorio, tra strutture ricettive e
società di servizi che, sotto le luci dei riflettori, hanno usufruito
dello spazio a loro riservato per gli
incontri e le contrattazioni commerciali. Alla BIT, gli esperti
della Provincia, nel corso di una
conferenza stampa dedicata, hanno inoltre presentato i dati della
stagione turistica 2009 e i risultati di uno studio comparato dell’ultimo triennio tra Provincia e
Regione.
Lo spessore di quanto proposto alla BIT, ma anche il ruolo
chiave dell’STL nella crescita del
turismo nel territorio della Provincia e nel trainare la media regionale, sono stati sottolineati anche dall’assessore regionale del
Turismo, Sebastiano Sannitu,
presente attivamente alla conferenza, insieme al presidente della
Provincia, Pierfranco Gaviano, e
allo staff dell’STL: l’esponente
dell’Esecutivo regionale ha sottolineato l’alto e ampio grado di
progettualità dimostrata dalla
Provincia di Carbonia Iglesias.
Alla BIT è stato evidenziato
che le prime stime per il 2009
parlano di un +2,6% degli arrivi
e di un +9,7% delle presenze, rispetto al 2008: sono dati che si
attestano al di sopra della media
delle altre Province, soprattutto
per ciò che riguarda il mercato
estero, e che evidenziano sicuramente il ruolo di primo piano del
Sulcis Iglesiente nella crescita
dei flussi turistici a livello regio-
turistico a livello provinciale,
non solo per quanto riguarda la
promozione del territorio, ma
anche nell’ambito dell’offerta
ricettiva sempre più ampia, diversificata e più attenta ad incontrare le esigenze del turista e
a fornire servizi di buon livello
durante tutto il corso dell’anno.»
Ne è testimone anche la forte
crescita della domanda sia nel
settore alberghiero che extra-alberghiero che, nell’ultimo trien-
Il Pan di Zucchero.
nale. La Provincia di Carbonia
Iglesias, quindi, malgrado il periodo di flessione economica che
ha portato alla generale contrazione dei consumi da parte di
italiani e stranieri, non ha risentito di particolari ripercussioni
sul comparto vacanze, registrando, al contrario, risultati davvero
interessanti.
«Tali risultati - afferma il presidente della Provincia di Carbonia Iglesias e del Sistema Turistico Locale Sulcis Iglesiente,
Pierfranco Gaviano - vanno ad
avvallare la bontà di quanto realizzato fino ad oggi nel settore
nio, registra cifre, rispettivamente, nell’ordine delle +44.000 e
+26.000 unità.
«L’impegno futuro - sottolinea il presidente della Provincia,
Pierfranco Gaviano - sarà quello
di dare continuità alle azioni fin
qui intraprese, affinché il Sistema Turistico Locale possa continuare a rappresentare una guida
e un valido supporto a tutta l’offerta, nella consapevolezza che
il turismo può rendere meno difficile la transizione dell’economia locale e riesca ad alimentare lo sviluppo del nostro territorio.»
Approvato l’accordo di programma col Comune di Villaperuccio
Una rotatoria tra la S.P. 79 e la S.S. 293
L
a Giunta provinciale ha
approvato l’accordo di
programma con l’Amministrazione comunale di
Villaperuccio per la concessione in
uso gratuito dei terreni di proprietà
comunale al fine della realizzazione
di una rotatoria tra la S.P. 79 e la S.S.
293, nelle vicinanze di Santadi.
A seguito della Conferenza di
Servizi, che ha approvato i lavori, e
della deliberazione di Giunta provinciale, che ha approvato il progetto definitivo con la dichiarazione di pubblica utilità dell’opera,
l’Amministrazione provinciale si
farà carico di tutti gli oneri relativi
alla realizzazione della rotatoria,
mentre per quanto concerne i costi
di manutenzione e gestione dell’impianto di illuminazione e di
cura del verde pubblico, interverrà
un successivo accordo tra le Amministrazioni interessate.
«L’accordo di programma, che
sarà stipulato a breve sulla base dello schema appena approvato - ha
spiegato il presidente della Provincia, Pierfranco Gaviano -, permette
una più dinamica realizzazione del-
l’intervento, attraverso un’attività
coordinata delle due Amministrazioni nel rispetto dei criteri di economicità ed efficacia.»
La Giunta provinciale ha approvato, inoltre, l’accordo di programma con il Comune di San Giovanni Suergiu, per la concessione,
in uso gratuito, dei terreni di proprietà comunale al fine della realizzazione di una rotatoria sulla
S.P. 75, nelle vicinanze dell’abitato di Matzaccara: anche l’esecuzione di quest’opera sarà a carico
dell'Amministrazione provinciale.
è stato pubblicato il bando per il finanziamento dei progetti
Sostegno per le persone svantaggiate
L
a Provincia di Carbonia
Iglesias ha pubblicato il
Bando relativo al finanziamento di progetti indirizzati al reimpiego di persone
svantaggiate.
La proposta progettuale potrà
essere presentata da:
• enti di formazione accreditati;
• enti bilaterali;
• organismi tecnici di emanazione di associazioni imprenditoriali;
• organizzazioni sindacali.
Le proposte progettuali possono
essere consegnate, a mano o a mezzo raccomandata, entro le ore 12.00
del 30/04/2010, in via Mazzini n.
39, a Carbonia. Bando e modulistica
sono disponibili presso le sedi della
Provincia, i CSL provinciali e il sito
www.provincia.carboniaiglesias.it.
Un convegno ha esaminato i risultati della prima fase del progetto
Lavoro e inclusione sociale
L
a sala conferenze di via
Fertilia ha ospitato venerdì 26 marzo un convegno sul tema “Lavoro e inclusione sociale: buone
prassi e prospettive future”,
organizzato dall’Ufficio Politiche
del Lavoro nell’ambito del progetto cofinanziasto dal FSE POR
2007-3013 Regione Sardegna,
Asse III - Inclusione Sociale Attività g.3.2 - Progetti d’Eccellenza.
L’iniziativa ha voluto essere
una riflessione condivisa con gli
Enti locali e la popolazione del
territorio provinciale, in seguito
alla conclusione della fase principale e la futura implementazione dei Progetti d’Eccellenza.
Il focus degli interventi dei
qualificati relatori è stato centrato
sulla valutazione e l’analisi degli inserimenti lavorativi, promossi dai Progetti d’Eccellenza,
come strumento di inclusione
sociale.
Hanno partecipato ai lavori
Gianfranco Bottazzi, professore
ordinario di sociologia dei processi economici e del lavoro presso
il Dipartimento di ricerche economiche e sociali dell’Università degli Studi di Cagliari, intervenuto per primo dopo la presentazione della dottoressa Speranza Schirru, dirigente dell’Area Servizi per il lavoro, la cultura e la socialità della Provincia di Carbonia Iglesias; Emanuela Cadeddu, psicologa del
lavoro, consulente per le organizzazioni del Terzo Settore, autrice del saggio “La dimensione
psicologica dell’esclusione sociale”; Danilo Bianchini, presi-
dente di Legacoop della Provincia di Carbonia Iglesias; Andrea
Porcu, responsabile organizzazione e risorse umane della Confindustria della Sardegna Meridionale.
I lavori sono stati moderati da
Mauro Tozzolino, impegnato da
quasi vent’anni nel settore del
project management, dello sviluppo territoriale, della ricerca
sociale. Per otto anni ha rivestito
nazione sociale, è stato fatto il
punto sulla situazione, nella
convinzione che un territorio
degradato da un punto di vista
economico e sociale sia esso
stesso fonte e causa di emarginazione.
La Provincia di Carbonia
Iglesias, attraverso questo percorso, ha acquisito e posto in essere nuove prospettive riguardanti le buone prassi per una
Il convegno svoltosi nella sala conferenze di via Fertilia.
la carica di Amministratore Delegato di Sviluppo Italia Sardegna spa. Esperto in marketing e
ricerca sociale, è oggi Direttore
della SCI srl, società che si occupa di Ambienti 3D Multiutente ed è tra gli animatori dell’Associazione Eutropia.
Al termine della fase principale del progetto, che ha riguardato la preparazione formativa all’inserimento lavorativo di soggetti a forte rischio di emargi-
successiva valutazione nell’ambito dei progetti di inclusione
sociale e di sviluppo economico
territoriale. Questa esperienza ha
permesso alla Provincia di dare
una risposta concreta per la valorizzazione del territorio, in
un’ottica di crescita economica
e sociale, utilizzando efficacemente gli strumenti e le iniziative comunitarie, regionali e territoriali, in ambito di politiche del
lavoro.
Le borse di studio istituite dalla Provincia di Carbonia Iglesias
A maggio il bando per le borse di studio
L
a Provincia pubblicherà a
maggio il bando provinciale per il conferimento di
borse di studio a favore degli studenti figli di lavoratori espulsi
dai processi produttivi o in cassa
integrazione.
Gli studenti aventi diritto potranno, così, inoltrare domanda di
contributo alla Provincia immediatamente dopo la conclusione dell’anno scolastico e in base ai risultati conseguiti.
La decisione della Provincia costituisce un modo per contribuire a
far fronte alla galoppante crisi che
sta colpendo il comparto industriale del Sulcis Iglesiente.
La Provincia attuerà lo strumento di sostegno nella misura di borse
di studio di 500 euro per studenti
iscritti ad istituti scolastici superiori di secondo grado e di 1.000 euro
per studenti frequentanti percorsi
universitari.
Questi i requisiti richiesti:
• non essere in ritardo, nella
carriera scolastica, per più di due
anni e aver conseguito la promozione o il diploma, al termine del-
l’anno scolastico 2009/2010, con
votazione non inferiore a 7/10 per
coloro che abbiano frequentato
corsi delle scuole medie superiori
e a 70/100 per coloro che abbiano
sostenuto l’esame di diploma di
scuola media superiore;
• non trovarsi in una condizione di fuori corso superiore ad un
anno e aver conseguito la media
dei 24/30 nel relativo percorso universitario;
• appartenere a famiglie il cui
reddito indicatore assoluto I.S.E.E.
non sia superiore a 12mila euro.
Bando per la ricognizione e il premio per le buone pratiche
Un premio per chi produce meno rifiuti
L
a Provincia di Carbonia
Iglesias individua come
principio ispiratore per la
gestione sostenibile dei
rifiuti la prevenzione e la riduzione della loro produzione.
Nell’intento di riconoscere e
valorizzare le buone pratiche già
realizzate dai Comuni, dalle scuole, dalle associazioni e dagli operatori commerciali e turistici nel
campo della riduzione dei rifiuti
avvia una ricognizione delle iniziative finalizzata alla premiazio-
ne di quelle più meritevoli.
Il bando e la scheda di presentazione della buona pratica sono
disponibili sul sito della Provincia:
www.provincia.carboniaiglesias.it.
è possibile presentare le candidature sino al 10 maggio 2010.
SEDE di Carbonia - Via Fertilia, 40 • SEDE di Iglesias - Via Argentaria, 14 • Segreteria Generale - Tel. 0781 6695.211 - Fax 0781 670821
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
L’impegno di Regione ed Area nel progetto di recupero delle case lesionate nell’area compresa tra via Cogne e via della Libertà
Ora il “caso Bacu Abis” è un’emergenza regionale
Comune di Carbonia, Circoscrizione e Comitato Bacu Abis hanno ottenuto ampie assicurazioni sull’accelerazione dei tempi burocratici.
L
’assessore regionale ai
Lavori Pubblici, Mario
Angelo Giovanni Carta e
l’intero Consiglio d’Amministrazione di AREA (comprendente il presidente Giorgio
Sangiorgi e i consiglieri Vittorio
Randazzo, Efisio Trincas, Maria
Ara e Luciano Collu) hanno effettuato un sopralluogo a Bacu Abis,
su invito dell’Amministrazione comunale di Carbonia (presenti il sindaco sindaco Salvatore Cherchi e
gli assessori Bruno Angioni e Giuseppe Casti), della Circoscrizione
di Bacu Abis (presenti il presidente Gianfranco Fantinel e alcuni consiglieri) e del Comitato Bacu Abis (presieduto da Salvatore
Falletto), per verificare lo stato di
avanzamento dei lavori relativi alla realizzazione dei nuovi appartamenti destinati a coloro che vivevano nelle abitazioni colpite
dai fenomeni di subsidenza.
Sia l’assessore regionale dei
lavori pubblici sia il presidente di
Area, hanno assicurato pieno sostegno al problema che verrà considerato “emergenza regionale”
per recuperare il tempo perduto.
Su forte sollecitazione degli amministratori e dei cittadini locali,
hanno assicurato che verrà impressa
la massima accelerazione possibile alle procedure, in particolare
per l’ottenimento delle necessarie
autorizzazioni da parte degli altri
soggetti interessati.
Nell’area compresa fra via Cogne e viale della Libertà, Area provvederà alla ricostruzione di una
palazzina precedentemente abbattuta e alla ristrutturazione, mediante
demolizione e ricostruzione, di sei
fabbricati fortemente danneggiati
dai fenomeni di subsidenza. L’intervento riguarderà complessivamente sette palazzine composte da
quattro abitazioni ciascuna. I lavori
inizieranno con la ricostruzione
della palazzina demolita, mentre è
in fase di completamento la progettazione per le altre abitazioni.
Sono già in atto i sondaggi geognostici e il monitoraggio sullo
stato di degrado dell’area interessata dai lavori.
I lavori avranno un costo complessivo di 5.447.000 euro.
Il comune di Carbonia ha concesso, inoltre, ad AREA il nullaosta per l’utilizzo provvisorio dell’area di proprietà comunale sita
all’angolo tra la via Pertini e la via
Santa Barbara. In tale zona, grazie
alla concessione comunale, Area
ciascuno che anche al termine dei
lavori di ricostruzione e ristrutturazione delle palazzine, dovrebbero
essere mantenute nella stessa
area, per soddisfare le richieste di
famiglie in temporanea emergenza abitativa (il Comitato ha chiesto
Map di dimensioni maggiori).
L’attenzione dell’Amministrazione comunale per il problema, è
costante. «Abbiamo manifestato alla
La visita dell’assessore regionale Angelo Carta a Bacu Abis.
Il progetto di un imprenditore sulcitano per un impianto termale
“Alla scoperta dell’acqua calda”
A
lla scoperta dell’acqua
calda. Se verrà individuata, la falda potrebbe servire per realizzare delle
terme come ai tempi dei romani. Il
tentativo di trovare la “vena” di acqua termale che scorre nel sottosuolo dell’isola di Sant’Antioco è di
un imprenditore sulcitano che recentemente ha acquistato dei terreni sulle colline intorno alla spiaggia di Coa Quaddus. Nel tentativo
di individuare la vena di acqua calda l’estate scorsa sulla collina che
digrada verso la spiaggia sono state realizzate una serie di carotaggi.
Si tratta di una decina di trivellazioni i cui tubi di carotaggio, alti un
metro e larghi circa cinquanta centimetri, emergono ancora dal terreno. Le trivellazioni di cui al momento non si conosce l’esito sono servite per la ricerca di falde di acqua
termali. Se saranno quelle auspicate
potrebbero essere utilizzate per scopi terapeutici. Sembra, infatti, che
l’imprenditore che recentemente
ha acquistato i terreni intorno alla
località balneare intenda realizzare
un albergo con annesso un centro
benessere.
«Le trivellazioni sono state eseguite per la ricerca della falda di
acqua calda che sgorga a Maladroxia e verificare la qualità e il
gradi di calore - spiega Massimo
Melis, assessore all’ambiente del
Comune sulcitano - in modo da decidere l’eventuale utilizzo.»
Così l’estate scorsa potenti macchinari hanno effettuato le trivellazioni. I lavori che si sono svolti di
notte hanno però portato qualcuno
a credere che le cose non fossero
regolari.
«Il tipo di macchinario utilizzato fa molto rumore. Ecco perché
sono state eseguiti di notte - spiega
ancora l’assessore - sulle trivellazioni da eseguire è stata fatta, comunque, regolare comunicazione
all’ufficio tecnico.»
Al momento non si conoscono i
risultati dell’operazione. Resta co-
munque il fatto che l’eventuale utilizzo dell’acqua calda si inserisce in
un contesto urbanistico di zona H,
cioè di totale salvaguardia.
«Costruire eventualmente delle
terme in quella località è certamente un progetto in salita con un
iter complesso - conclude l’assessore - che abbisognerà di tutta una
serie di autorizzazioni.»
L’acqua calda che scorre nel sottosuolo dell’isola di Sant’Antioco è
un fatto noto. A Maladroxia, infatti,
dove a pochi metri dalla riva sgorga
una sorgente d’acqua calda, i romani costruirono delle terme di cui
si trovano ancora i resti. Mentre la
polla d’acqua calda veniva utilizzata a scopi terapeutici sino agli anni
settanta. C’è chi asserisce che anche
a Coa Quaddus, in un punto in riva
al mare, l’acqua sia più calda. Una
circostanza sicuramente che non è
sfuggita portando così l’imprenditore sulcitano a ipotizzare un suo
utilizzo a fini curativi e turistici.
Tito Siddi
Ausi: riaperti i termini per partecipare al Master
in metodi e tecnologie per le bonifiche ambientali
L
Una delle abitazioni maggiormente lesionate in via della Libertà.
potrà sistemare i moduli abitativi
provvisori (i lavori sono già iniziati) destinati ad accogliere gli abitanti degli alloggi oggetto di ristrutturazione. Verranno sistemati nove moduli, denominati Map, delle
dimensioni di 25 e 30 metri quadrati
Protezione Civile» - ha spiegato il
sindaco di Carbonia, Tore Cherchi «l’esigenza di un’ulteriore indagine
per valutare gli effetti della subsidenza anche nell’area adiacente la
zona colpita dal fenomeno».
Giampaolo Cirronis
’Università degli Studi
di Cagliari con D.R. nr.
313 del 10.03.2010, accogliendo la richiesta del
Direttore del Master, ha decretato
di riaprire i termini del Concorso
di ammissione, al fine di consentire
la partecipazione anche ai soggetti
in possesso della Laurea Specialistica e Magistrale in Scienza dei
Materiali e Scienze Chimiche.
Sono fatte salve le domande di
partecipazione al Concorso presentate entro il termine di scadenza
previsto nel Bando, emanato dal
D.R. nr. 206 del 15.01.2010.
Pertanto, possono presentare
domanda di ammissione i laureati
in possesso di Laurea Specialistica
e Magistrale in Ingegneria, Geologia, Scienze Ambientali, Scienza dei Materiali e Scienze Chimiche, nonché i laureati in possesso degli stessi titoli conseguiti
secondo l’ordinamento antecedente il D.M. nr. 509/99.
Tutti i titoli richiesti per l’ammissione devono essere posseduti
alla data di scadenza del termine
per la presentazione della domanda.
Sono ammessi in qualità di uditori
dirigenti e quadri (non in possesso
del diploma di laurea), che abbiano conseguito il diploma di scuola media superiore quinquennale.
Fra i partecipanti al Corso verranno bandite da Sardegna Ricerche
due borse premio finali di 2.000 €.
Il bando del Master è scaricabile dal sito www.unica.it sezione
servizi on-line. Le domande di ammissione dovranno pervenire entro il 1.04.2010.
Per informazioni, gli interessati
possono rivolgersi presso la Segreteria del Consorzio Ausi - Palazzo
Bellavista Monteponi - Iglesias E-mail: [email protected].
La società che gestisce il porticciolo turistico ha progetti ambiziosi
L’Amministrazione comunale di Sant’Antioco ha avviato il progetto
U
P
Un progetto per l’ampliamento
del porticciolo turistico antiochense
n porticciolo turistico
come un bel biglietto da
visita per impreziosire
Sant’Antioco. Un ristorante in riva al mare, chioschi e pensiline. è quanto si propone di realizzare la Global Gestioni, la società che ha in sub-concessione il
Porticciolo turistico del lungomare
cittadino, per migliorare e rendere
più piacevole la struttura portuale.
Da un anno la società ha presentato
al Demanio, dopo l’approvazione da
parte del Consiglio comunale, un
progetto per l’ampliamento della
struttura del lungomare. Sinora però da Cagliari non è arrivata ancora
nessuna risposta e si teme che anche per la prossima estate il progetto
possa rimanere al palo.
«Senza autorizzazione dell’autorità demaniale non si può fare
niente - spiega il responsabile del
porticciolo, Pietro Tardini - adesso
che tutto è passato alla Regione
speriamo in un consenso in tempi
brevi.»
Il progetto servirà a raddoppiare i posti barca e adeguare ad un
maggiore uso turistico anche altre
strutture presenti nel comparto.
«Vorremmo sistemare tre nuovi
pontili per creare almeno altri cento posti barca, per superare i trecento attracchi - continua Pietro
Tardini - con un numero inferiore
si è inesorabilmente in perdita.»
Ma non è tutto. Oltre l’area mare, sono state previste innovazioni
anche nella zona dei servizi a terra.
Tra le tante, una nuova sistemazione viaria all’interno del porticciolo
e l’erogazione di maggiori servizi
ai diportisti e ospiti. Nel piano è
contemplata la possibilità di un cambiamento d’uso di alcune strutture
la struttura in modo di un agevole
spostamento nelle varie zone del
porticciolo. Ma il sogno nel cassetto è la costruzione di un ristorante
in riva al mare.
«Il tutto servirà a migliorare i
servizi per gli ospiti - conclude Pietro Tardini - e offrire ai cittadini e
turisti uno spazio dove poter pas-
Il porticciolo turistico di Sant’Antioco.
esistenti all’interno del comparto
da utilizzare per vari eventi come
convegni e congressi. Ma il fiore
all’occhiello del progetto consiste
nell’ampliamento dei loggiati già
esistenti e la costruzione di nuove
strutture amovibili negli spazi davanti alle darsene. Si tratta di chioschi e pensiline che racchiudano tutta
seggiare e trascorrere piacevolmente
le serate estive e non solo.»
Un progetto che una volta realizzato garantirà sicuramente di superare i venti dipendenti attuali e
garantire uno approdo turistico tra
i migliori della Sardegna. L’auspicio è che non resti solo un sogno.
Tito Siddi
Il nuovo piano regolatore del porto
per dare un nuovo futuro all’isola
arte il piano per la ristrutturazione di tutta l’area portuale di Ponti per preparare
un nuovo futuro della città.
Il Comune ha incaricato alcuni esperti per la predisposizione del nuovo
piano regolatore del porto. La spesa
sarà di 35mila euro pari al finanziamento ricevuto dalla Regione.
Finora il progetto, almeno a parole, ha occupato grandi spazi nelle pagine nel libro dei sogni delle
varie amministrazioni che si sono
succedute in città. Il compito di
progettazione dei piani regolatori
portuali era, infatti, una peculiarità
della Regione. Recentemente però
l’Amministrazione regionale ha
cambiato registro, assegnando agli
enti locali interessati non solo la
possibilità di redigere nuovi piani
regolatori portuali, ma anche i finanziamenti per la loro stesura. Così, ricevute le nuove direttive e la somma
finanziata, il Comune non è rimasto con le mani in mano ed ha subito incaricato uno studio cagliaritano.
«Al momento stiamo aspettando dalla Regione gli indirizzi a cui
dovremo attenerci - spiega il sindaco
Mario Corongiu - ma abbiamo già le
idee chiare sulla attività a cui sarà
adibito in futuro il nuovo porto».
Il porto del futuro di Sant’Antioco
non sarà, come ora, solamente commerciale. Per questa attività, individuata per l’imbarco del sale, rimarrà l’attuale banchina. Lo scalo
vestirà un nuovo abito. Da prettamente commerciale passerà a porto
turistico e pescatori. Parte delle banchine saranno riservate alle attività
della pesca mentre altre saranno destinate al diporto. Oltre l’idea di accogliere motoscafi di altura e piccole
e grandi imbarcazioni, che oggi mancano di accoglienza attrezzata negli
scali del sud Sardegna, il sogno nel
cassetto è quello di ospitare un giorno anche le navi da crociera. Nei loro spostamenti nel Mediterraneo potrebbero trovare nel porto sulcitano
un adeguato punto di attracco per
le visite turistiche in città e nel territorio. è il futuro che il Comune,
associazioni turistiche ed imprenditori vorrebbero per un nuovo sviluppo di Sant’Antioco. Terminato il
periodo industriale con la chiusura
delle varie attività nelle vicinanze
dello scalo marittimo, il porto è stato
ritenuto da tutti la via per il nuovo
rilancio economico turistico. A frenarne le intenzioni e la voglia di fare
è stato sinora il piano regolatore.
Adesso, grazie alle nuove direttive
della Regione, per Sant’Antioco
sarà possibile abbandonare i sogni.
Certo, non si prevedono tempi brevissimi, ma il progetto rappresenta
un buon punto di partenza.
T.S.
Sono stati avviati i lavori di bonfica dell’ex Baroid
I
l fatiscente edificio e l’area
adiacente allo stabilimento
dell’ex Baroid, che si trova
all’interno del porto commerciale di Sant’Antioco, sarà
bonificato e recuperato. Il risanamento ambientale dell’area, che è
di circa 10mila metri quadrati, era
stato chiesto tempo fa dalla Capitaneria di porto per motivi di sicurezza.
«Per realizzare l’opera di bonifica - dice l’assessore alla difesa dell’ambiente del comune di
Sant’Antioco, Massimo Melis - la
Regione ha stanziato un milione
e trecentomila euro a adesso abbiamo appaltato i lavori».
L’operazione ha preso il via
da circa un mese. Da quando la
Regione ha trasferito l’area in via
temporanea al Comune per effettuare le opere di recupero ambientale.
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Si è spento il 5 marzo Giovanni Maria Lai, “storico” creatore del Centro Don Vito Sguotti, ente professionale che ha guidato per 57 anni
Giovannino ha perso la sua ultima battaglia
Dal primo dopoguerra è stato tra i principali protagonisti della vita politica e sociale del Sulcis Iglesiente e dell’intera Sardegna.
D
ue mesi fa, alla vigilia
del suo 83° compleanno, pur soffrendo per
la situazione di estrema incertezza in cui si trovava il
Centro professionale “Don Vito
Sguotti” (travolto dalle scelte fatte
dalla Giunta regionale nella scorsa legislatura), diceva di aver quasi concluso il suo “apprendistato”, dopo 65 anni di lavoro, e di
essere pronto a nuove avventure
per rilanciare alla grande la formazione professionale.
Giovanni Maria Lai, per tutti
Giovannino, ha vissuto 83 anni
in prima fila, nel mondo del lavoro, in quello politico e nell’associazionismo, settore al quale ha
dedicato tutto se stesso, spinto da
una profonda fede cristiana e da
uno straordinario spirito solidaristico. è stato notevole anche il
suo impegno per i giovani, caratterizzato principalmente dalla
creazione della Pol. Sguotti (è stato
anche, prima dirigente e poi presidente, del Carbonia calcio).
Nel corso degli anni ha affrontato e vinto tante battaglie, prima
fra tutte la creazione del centro
professionale, la grande idea di
don Vito Sguotti, realizzata nel
1953, subito dopo la sua scomparsa; altre le ha perse, tra queste l’ultima, quella per la vita, lo scorso
5 marzo.
Giovanni Maria Lai era nato a
Teulada il 22 febbraio 1927.
Iscrittosi alla Democrazia Cristiana nel 1952, si mise subito in
luce quale segretario di sezione a
Carbonia.
Fin da giovanissimo ha partecipato all’attività dell’Azione Cattolica, assumendo anche la direzione dell’associazione giovanile e
l’incarico di dirigente diocesano.
Ha partecipato attivamente anche
alla vita sindacale, membro della
Commissione Interna della Cisl
dal 1950 al 1955, Segretario Provinciale dei Minatori dal 1955 al
1957 e, quindi, membro della Federazione Nazionale e dell’Esecutivo Provinciale.
Come uomo politico ha iniziato la sua attività in qualità di consigliere comunale a Carbonia dal
1952 al 1960 (esperienza ripetuta dal 1988 al 1993) e dal 1960 al
1964 a Teulada, comune nel quale è stato sindaco dal 1960 al 1962.
Dal 1956 al 1960 è stato consigliere provinciale di Cagliari e, quindi, consigliere regionale per due
legislature, dal 1964 al 1974.
Nel 1953 Giovanni Maria Lai
ha fondato il Centro di Formazione Professionale don Vito Sguotti,
di cui è stato presidente fino al
2008.
Dal 1953 al 1966 ha gestito il
Centro per conto della P.O.A.
(Pontificia Opera Assistenza) e
dell’E.N.A.P. (Ente Nazionale
Addestramento Professionale).
Dal 1967 al 1974 ha diretto
l’O.R.A.F.O.S. (Opera Regionale
Assistenza Formazione Operai
Sardi) e, successivamente, l’En.A.P.
Sardegna.
Negli anni ‘60-’70 ha concorso, con lo svolgimento delle attività produttive, all’inserimento
della maggior parte della manodopera nell’area industriale di Portovesme.
a questo riconoscimento, l’Ente ha
operato con sede centrale a Carbonia, in autonomia amministrativa dall’E.N.A.P. nazionale, al
quale è rimasto federato.
Nel 1998 Giovannino Lai ha
realizzato un Centro di formazione
professionale a Isiolo, in Kenia,
presso la missione Camp Garba.
Giovanni Maria Lai.
Il Centro “Don Vito Sguotti” per 57 anni è stato la “sua casa” e il suo orgoglio.
Un incontro con i giovani di Carbonia negli anni ‘50.
della Giunta regionale. Il Governatore neo-eletto ha tagliato drasticamente i trasferimenti ed è iniziato un tormentato percorso,
sfociato in cassa integrazione e
ricollocazione dei dipendenti ex
legge 42 negli enti locali. L’attività è stata così ridotta ai minimi
termini.
è rimasto convinto di poter rivedere i giovani frequentare numerosi il Centro “Don Vito Sguotti”,
oggi desolatamente quasi deserto.
Sostenuto da una grande fede,
ha creduto di potercela fare, ancora una volta, ma s’è accorto presto che il suo tempo stava ormai
scadendo.
Una manifestazione da sindaco di Teulada.
Uno dei comizi da consigliere regionale della Democrazia Cristiana.
Tore Cherchi e Giovanni Maria Lai.
Uno degli ultimi interventi pubblici.
In Kenia, a Isiolo, ha creato un centro per la formazione professionale dei giovani.
L’incontro per l’avvio del processo di beatificazione di Don Vito Sguotti.
Quasi tutti, circa il 90%, degli
allievi che hanno frequentato i
corsi professionali nel settore turistico-alberghiero, hanno trovato
occupazione nelle strutture specifiche.
Il 6 agosto 1991, l’En.A.P. Sardegna ha ottenuto il riconoscimento della Personalità Giuridica
con decreto del presidente della
Giunta regionale n° 189. In seguito
Ha seguito l’attività del Centro
per diversi anni, partecipando ad
una decina di viaggi organizzati
con i volontari sardi ed il sostegno della Diocesi di Iglesias. Ha
ripetuto l’esperienza in Sierra
Leone, dove si è recato due volte
ed ha concorso alla realizzazione
di un Centro per la formazione
professionale delle giovani sartine locali.
Giovannino Lai in questi anni
ha sofferto molto nel vedere la “sua
creatura”, l’opera alla quale ha dedicato tutto se stesso per quasi 60
anni, morire lentamente. La nuova
Giunta regionale si è impegnata a
finanziare l’attività di formazione
professionale e, nonostante i tempi
si siano rivelati più lunghi del previsto, fino all’ultimo ha conservato il suo spirito combattivo ed
La protesta di Adriano Aversano
«Quell’area non è edificabile»
I
Otto anni fa, nel momento di
maggior impegno dell’Ente, presente in quasi tutta la Sardegna e
nella regione Lazio dove, acquisito uno stabile ad Aprilia, stava
progettando la realizzazione di un
grande centro professionale, la sua
“corsa” ha rischiato di interrompersi a causa di gravi problemi di
l consigliere comunale di Calasetta Adriano
Aversano ha presentato richiesta di copia del
progetto relativo alla realizzazione di cinque
alloggi popolari in via Dante, riportato in un
articolo pubblicato sullo scorso numero de “La
Provincia del Sulcis Iglesiente”.
L’ex sindaco nella nota che accompagna la richiesta, sostiene che sull’area di via Dante non può
essere realizzato alcun appartamento, in quanto il
vecchio stabile, adibito a magazzino e a parcheggio per gli automezzi del Comune, è individuato
come zona servizi dal piano di fabbricazione e dal
piano particolareggiato delle zone A e B. Il Comune - secondo Aversano - nell’area PEEP ha aree in
abbondanza per fare n° 10, 20 appartamenti e suggerisce di farne almeno 10, per dare una risposta
più ampia e concreta a quella che il sindaco ha definito “una piccola risposta all’emergenza casa”.
Città di Carbonia
Provincia di Carbonia Iglesias
L’Amministrazione Comunale comunica che è stata indetta una selezione per titoli e colloquio, finalizzata alla predisposizione di una graduatoria per assunzioni a tempo determinato di Agenti di Polizia Municipale, Cat. C.
La domanda di ammissione alla selezione pubblica, sottoscritta dal concorrente, pena l’esclusione, dovrà essere indirizzata al Comune di Carbonia, Piazza Roma 1 e presentata
presso il Protocollo, oppure inviata a mezzo raccomandata.
Le buste pervenute per posta, per le quali farà fede la data di
spedizione, dovranno contenere l’indicazione: “Contiene domanda di partecipazione alla selezione pubblica per titoli e
colloquio per l’assunzione a tempo determinato di Agenti di
Polizia Municipale Cat. C”.
Il termine per la presentazione delle domande scade il 6
aprile 2010.
Per ulteriori informazioni gli interessati possono rivolgersi all’Ufficio del Personale del Comune di Carbonia, P.zza
Roma 1, tel. 0781 694229 - 230, dal lunedì al venerdì dalle
ore 8.30 alle 13.00 e il martedì dalle ore 16.00 alle ore 18.00.
Il bando e il fac-simile di domanda sono disponibili sul sito
internet: www.comune.carbonia.ca.it, nella sezione bandi e
concorsi - bandi di selezione per personale.
salute. Sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico, ha mostrato di avere ancora una grande
forza di reazione e, a dispetto dei
suoi 75 anni, in pochi mesi si è
ristabilito ed ha ripreso il timone
di comando dell’Ente.
La tranquillità è durata poco,
perché nel 2004 il sistema della
formazione professionale è stato
scosso profondamente dalle scelte
Dopo i primi giorni di ricovero,
assistito con grande amore dalla
moglie Pina e dai figli Salvatore
e Serena, ha reagito, ha sperato di
poter ritornare presto a casa e al
suo lavoro, ma le sue condizioni
fisiche sono rapidamente peggiorate. Quando ha capito, ha atteso
il momento del trapasso con una
serenità straordinaria.
Giampaolo Cirronis
Studio Medico Associato Floris
Agostino Floris
Giovanni Matteo Floris
Dottore in Medicina e Chirurgia
Dottore in Odontoiatria e Protesi Dentaria
Specialista in Dermatologia
Master di II livello in Endodonzia Clinica
Specialista in Radiologia e Scienze delle Immagini
Ecografie Multidisciplinari
(Addome, Mammella, Prostata, Pelvi, Muscolo scheletriche,
Tiroide, Organi Superficiali)
Ecocolor Doppler
(Aorta e vasi, Arti superiori e inferiori, Tronchi sovra aortici)
Dermochirurgia Laser
Terapia laser ad alta potenza
(Lesioni traumatologiche, Patologie osteoarticolari,
Cicatrici e Cheloidi)
Tel. 0781/052227
Cell. 338/2270524
Implantologia e Rigenerazione Ossea
Conservativa ed Endodonzia
Chirurgia laser Odontostomatologica
Estetica dentale e Trattamento del colore
Parodontologia e Pedodonzia
Protesi
Viale Arsia n° 80 - Carbonia
Si riceve per appuntamento
Tel. 0781/690159
Cell. 349/8795079
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La Provincia del Sulcis Iglesiente
Anno XV • N° 220 • 30 Marzo 2010
Presentato il 25 marzo a Masainas un ambizioso progetto che prevede la realizzazione di un campo da golf con 27 buche
Un grande Golf Resort a due passi da Porto Pino
L’idea progettuale è stata accolta con entusiasmo dall’Aministrazione comunale e verrà ora inoltrata ai competenti uffici regionali.
U
n grande gruppo imprenditoriale, la Mazzi Costruzioni, attraverso una
sua consociata, Le Dune
Immobiliare, ha deciso di investire
in Sardegna con la progettazione di
un ambizioso intervento nel settore
sportivo e turistico. Le sue attenzioni sono finite sul Sulcis e più precisamente a Masainas, ad una manciata di chilometri dalla splendida
spiaggia di Porto Pino.
Si tratta di un campo da golf con
27 buche, in grado di ospitare tornei internazionali, con annesso villaggio, denominato “Is Crobeddus”,
comprendente un albergo e sedici
unità residenziali.
Il progetto ha trovato un positivo
accoglimento da parte dell’Amministrazione comunale di Masainas
che lo scorso 25 marzo ha ospitato la
sua presentazione in aula consiliare.
Per presentare l’idea progettuale si sono mossi due dei tre fratelli
Mazzi che gesticono il gruppo che
ha sedi a Verona, Milano e in Cina
(a Guangzhou) ed opera con diverse società nei settori delle costruzioni, ceramica, impianti tecnologici, strutture sportive polifunzionali.
Con loro un socio locale, l’imprenditore Giancarlo Vacca, proprietario dei terreni sui quali dovrebbe
sorgere il Golf Resort che promette di diventare un tassello importante dell’offerta golfistica del Sud
Sardegna, trovandosi in zona ideale, baricentrica tra gli impianti già
esistenti di Is Molas ed Is Arenas e
quello in fase di realizzazione a Baia
Chia, in quanto, come hanno sottolineato i fratelli Mazzi, i giocatori
di golf del Nord Europa che vengono a giocare in Sardegna nei periodi autunnali e invernali, abitualmente soggiornano una settimana e
si spostano in diversi campi nello
spazio di un centinaio di chilometri.
Per il territorio, qualora il pro-
getto dovesse trovare positivo accoglimento da parte della Regione
(si tratta di rendere edificabili, a tal
fine, 86 ettari di terreno oggi destinati ad uso agricolo) sarebbe sicuramente una grande occasione di
sviluppo, in grado di dare occupazione ai giovani di Masainas e del
territorio.
I fratelli Mazzi sono stati conquistati dalla bellezza del territorio
e spinti dalla passione per il golf
(Stefano Mazzi è presidente del comitato golfistico della regione Veneto), hanno deciso di varcare il mare
e di diversificare così l’attività del
loro gruppo, già presente in Sardegna
sui tetti, risultano integrate nella vegetazione.
L’iter di approvazione del progetto non sarà breve. Il golf, fino ad
oggi ritenuto sport elitario, sta prendendo piede anche in Sardegna ed
all’esame degli uffici della Regione
ci sono già i progetti per la realizzazione di quaranta nuovi campi.
«Questo non sarà un problema
- hanno sottolineato i fratelli Mazzi
- perché quanti più campi ci saranno, meglio sarà per il movimento,
come già accade in molti paesi europei.»
«Il nostro territorio, alle prese
con la drammatica crisi del proprio
Il progetto del Golf Resort presentato nella sala consiliare del comune di Masainas.
con un intervento nel porto di Olbia.
Il progetto presentato, ancora da
definire nei dettagli prima della
presentazione ai competente uffici
della Regione, è stato concepito nel
rispetto dell’ambiente e, quindi, con
un contenuto impatto sul territorio,
salvaguardando le radici nella tradizione sarda. è previsto un utilizzo dei materiali tipici della Sardegna, tra i quali la pietra. Le unità
residenziali, come già sottolineato,
sono sedici, tutte caratterizzate da
una estrema attenzione rivolta alla
privacy. Le villette, con prato verde
apparato produttivo - ha detto Ivo
Melis, sindaco di Masainas - attende da anni l’avvio di un nuovo modello di sviluppo ed il turismo è sicuramente un tassello importante,
sul quale si possono realizzare numeri importanti. Quella presentata
da questo gruppo imprenditoriale è
un’occasione preziosa, alla quale
Masainas e il territorio non possono
assolutamente rinunciare e ci batteremo perché possa trovare l’auspicato accoglimento da parte dei competenti organismi della Regione».
Giampaolo Cirronis
La Regione ha assegnato i finanziamenti per l’illuminazione pubblica
Ok ai progetti di Calasetta, Carbonia e Carloforte
L
’assessorato regionale
alla difesa dell’ambiente ha assegnato i finanziamenti relativi al bando illuminazione pubblica 2009.
I progetti approvati e finanziati
sull’intero territorio regionale
sono complessivamente diciassette, per un finanziamento globale di due milioni 837.537,99
euro.
I comuni della Provincia di
Carbonia Iglesias destinatari dei
finanziamenti sono tre: Carbonia, Carloforte e Calasetta. Carbonia s’è vista assegnare il finanziamento più consistente,
373.238,24 euro, e concorrerà con
un cofinanziamento di 81.270,92
euro (17,88%); Carloforte avrà
300.000 euro e coprirà la parte
restante dell’impegno di spesa con
un cofinanziamento di 93.928,71
euro (pari al 23,84%); si tratta
dello stesso finanziamento assegnato al comune di Ozieri che
però concorrerà con un cofinanziamento del 61,70%); il comune di Calasetta, infine, s’è visto
assegnare 279.306,00 euro, il
Angelo Serrenti (Calasetta).
quarto finanziamento più rilevante, e cofinanzierà il proprio
progetto con 128.000 euro
(31,43%).
«Il progetto che abbiamo presentato subito dopo l’insediamento della nuova Amministrazione
e che nelle scorse settimane ha
ottenuto l’atteso ok dell’assessorato regionale alla difesa dell’ambiente - spiega Angelo Serrenti, assessore dei lavori pubblici del comune di Calasetta prevede la sostituzione di circa
350 corpi illuminanti che porteranno all’abbattimento dell’inquinamento luminoso e al risparmio energetico in quanto saranno utilizzate apparecchiature ad
alta efficienza energetica che
consentiranno l’abbattimento del
30% sui costi energetici. Inoltre,
c’è un altro aspetto da non sottovalutare - conclude l’assessore
Serrenti - relativo al fatto che finalmente è previsto l’utilizzo di
una sola tipologia di corpi illuminanti che determineranno un
impatto visivo positivo.»
M.P.
Ha aderito anche l’Unità operativa di pneumologia del “Crobu”
La giornata nazionale del dormire sano
I
n occasione della giornata
nazionale del dormire sano, contemporanea al
“World Sleep Day”, lo
scorso 19 marzo anche l’Unità
Operativa di Pneumologia dell’Ospedale F.lli Crobu di Iglesias, che da diversi anni si occupa dei disturbi respiratori del
sonno, è stata aperta al pubblico per sensibilizzare i cittadini
sull’importanza sanitaria e sociale dei disturbi del sonno.
Tra i disturbi respiratori del
sonno, quello più diffuso e più
studiato è la sindrome delle apnee ostruttive del sonno (OSAS)
che nei paesi occidentali ha una
prevalenza del 4% nella popolazione maschile adulta e del
2% nella popolazione femminile.
Nell’ultimo decennio, in
tutti i paesi industrializzati, si è
assistito ad un notevole aumento della diagnosi tanto che la
OSAS è considerata tra le più
diffuse patologie respiratorie
croniche, seconda soltanto all’asma bronchiale.
è stato documentato che
l’OSAS è un fattore di rischio
indipendente per malattie cardiovascolari, cerebrovascolari e
che la sonnolenza diurna OSAScorrelata determina un maggior
rischio per incidenti stradali e
infortuni sul lavoro.
Per questo, tale “sindrome”
già da tempo è considerata un
problema di salute pubblica e
l’impatto socio-sanitario è tale
che il rischio sembra comparabile a quello attribuito al fumo
di sigaretta.
Il giovane pizzaiolo di Carbonia ha gareggiato a Sorso
Silvano Cappai s’è aggiudicato il titolo
di campione sardo di pizza artistica
P
rima gara, prima vittoria per
Silvano Cappai, pizzaiolo
di Carbonia appena incoronato campione sardo di
pizza artistica.
Il Leonardo da Vinci del piatto
italiano più amato nel mondo si è
aggiudicato il titolo il 15 marzo, al
termine del campionato sardo di
categoria che si è svolto nel camping village Li Nibari, di Marina
di Sorso.
La competizione, giunta alla sua
quinta edizione, è stata organizzata da Daniele Cubeddu per conto
della prestigiosa Accademia della
pizza Sardegna, della quale è presidente e in qualità di responsabile
dell’A.p.i. Sardegna.
Sono stati 60 i maestri pizzaioli
che hanno partecipato al torneo regionale che prevedeva gare in quattro specialità: pizza classica; pizza
più larga; gara di velocità; e, categoria spettacolare, pizza artistica.
In cosa consiste questa specialità lo spiega lo stesso neo campione, Silvano Cappai.
«La pizza artistica è quella pizza fuori dal comune, con decorazioni e coreografie particolari e libera fantasia del pizzaiolo.»
La pizza vincitrice si chiama “Il
capriccio di Nettuno”, veramente
spettacolare, un’opera d’arte commestibile dal sapore ineguagliabile.
«Come si può capire dal nome
e una pizza di mare con a base un
pesto ricavato con frutti di mare, poi
carpaccio di polpo, gamberoni, capesante e polpa di riccio. È stata
giudicata in base alla presentazione
composizione e gusto da una giuria competente di settore, guidata
dal maestro Angelo Petrone in collaborazione con i cuochi della federazione cuochi di Sassari», spiega Silvano Cappai.
Il pizzaiolo di Carbonia, gestore della pizzeria La perla nera di Is
Gannaus, già comparso sulle pagine
delle migliori riviste nazionali del
settore per le sue creazioni, è molto
La premiazione di Silvano Cappai.
soddisfatto di questo risultato.
«Questa è stata la mia prima gara e un bel primo posto nella categoria alla quale aspiravo non è
male come esordio, ora farò il possibile per essere presente agli assoluti del campionato italiano.»
Cappai, che nella gara rappresentava l’Accademia della pizza, è
innamorato della sua professione,
tanto che è riuscito a farne un’arte.
Così l’artista della pizza parla di se
stesso e della sua passione.
«Gestisco la pizzeria la Perla
nera di Is Gannaus insieme a Patrizia, la mia ragazza. Ho iniziato
a far pizze per gioco in un garage,
nel 1998. Da allora non ho più
smesso ed ho amato sempre di più
questo lavoro, grazie anche a chi
mi ha saputo insegnare e indirizzare bene.
Con il passare degli anni ho maturato una passione verso le pizze
artistiche, quei prodotti fuori dal
comune che si arricchiscono inserendo degli alimenti non usati normalmente sulle pizze, come le ostriche, gamberoni e tanti altri.
Ho cercato di stupire sempre con
forme particolari come la conchiglia che è una vera chicca, citata
anche dalla rivista di settore a livello nazionale, Pizza & core, ogni
pizza ha la sua storia e la sua decorazione. Mi ispiro prendendo spunto
dai migliori chef, e ascoltando anche i loro preziosi consigli. Anche
perché come un buon piatto consumato nel miglior ristorante, anche
una pizza ha bisogno di essere presentata nel migliore dei modi. E io
cerco di dare al pubblico il massimo, non giudicando la pizza come
una portata di seconda classe ma
un’opera d’arte che farà felice il
nostro palato, ma ancor prima i
nostri occhi.»
Sul podio di Li Nibari, con Silvano Cappai, sono saliti Salvatore
Caddeo di Ploaghe (giunto terzo),
e Carlo Maloccu di Bancale.
La Giunta comunale ha proposto di istituirne la sede a Iglesias
Un Centro Provinciale per l’istruzione degli adulti
I
n un quadro di forte incertezza
per studenti e famiglie, di scelte affrettate compiute con forti
logiche di risparmio e senza confronto alcuno, mortificando il ruolo
degli Enti Locali e delle Scuole, si
introducono quest’anno cambiamenti sostanziali nell’impianto scolastico delle Scuole Superiori. Uno stravolgimento che, a parere dell’assessore alla Pubblica Istruzione del comune di Iglesias, Marina Muscas,
passa in completo silenzio, senza
aver mai coinvolto né i Comuni né
le Scuole.
«Come Amministrazione comunale, in sintonia con l’Unione Europea e l’Ocse che chiedono di ampliare le risorse nel settore della conoscenza, e rispondendo a bisogni
reali del nostro sistema socio-economico-culturale, abbiamo investito
in questi anni ingenti risorse in edilizia scolastica, tempo scuola e servizi, sperimentazione educativa.»
Nella delibera che la giunta co-
munale sta elaborando in sintonia
con le richieste delle scuole, le linee
di indirizzo tracciate pongono come
obiettivi di sistema quelli da una parte di garantire un’offerta formativa
lungo tutto l’arco della vita, rafforzando il legame tra le istituzioni scolastiche e il territorio nel rispetto
delle vocazioni culturali, produttive
ed occupazionali dello stesso e in
parallelo con i programmi di sviluppo locale e regionale, di riqualificazione del territorio in senso ecocompatibile; e dall’altra di contribuire ad ridurre le disuguaglianze
iniziali nel percorso di istruzione.
In tal senso, propone di confermare
tutti i punti di erogazione del servizio esistenti anche nelle periferie e
ribadisce la richiesta di proporre
Iglesias, già sede di un centro territoriale permanente per l’educazione per
gli adulti dal 1997/98, quale sede del
Centro Provinciale per l’Istruzione
degli Adulti (C.P.I.A.) della Provincia di Carbonia Iglesias. La Giunta
comunale sostiene inoltre l’istituzione di un corso di Liceo musicale avanzata dall’Istituto Magistrale
“C. Baudi di Vesme”, l’attivazione
dell’opzione geotecnica, all’interno
dell’Indirizzo Costruzioni, Ambiente
e Territorio previsto nella riforma degli ordinamenti per gli istituti tecnici del settore tecnologico, proposta
dall’Istituto Tecnico Industriale statale “G. Asproni” e l’istituzione dell’Indirizzo Audiovisivo, Multimedia, Scenografia presentato dal Liceo Scientifico “G. Asproni” per il
corso di Liceo Artistico.
L’Amministrazione comunale di
Iglesias sostiene inoltre la realizzazione di un Polo Professionale a forte
valenza agroalimentare-ambientale
per i servizi per l’enogastronomia e
l’ospitalità alberghiera, collegando
insieme l’Istituto Professionale di
Stato per l’Industria e l’artigianato
ad indirizzo turistico e alberghiero
“Ferraris” con l’Istituto Agrario di
Villamassargia “Sante Cettolini”.
Una ditta specializzata ha lavorato su incarico dell’Amministrazione
Rimosso l’amianto dalle strade di Iglesias
U
na ditta specializzata ha
provveduto al ritiro delle
lastre di cemento amianto abbandonate vicino ai
cassonetti in diverse zone del centro
urbano di Iglesias. Le norme vigenti consentono la rimozione dei
manufatti in cemento amianto esclusivamente a ditte autorizzate e specializzate nel settore e solo dopo aver
notificato un piano di lavoro ai competenti uffici della ASL che, controllati i vari siti, autorizzano la ditta
ad eseguire i lavori. La rimozione
del-le lastre di cemento amianto,
quindi, non può avvenire in pochi
giorni, ma richiede una serie di
passaggi burocratici che portano i
tempi a circa trenta giorni dalla
notifica alla ASL di competenza.
L’abbandono dei manufatti in
cemento amianto costituisce reato
penale in considerazione dei gravi
pericoli per la salute di chi lo manipola senza le opportune precauzioni, poiché l’amianto è un materiale cancerogeno.
La normativa attuale prevede
che i cittadini possano usufruire di
specifici contributi pubblici per lo
smaltimento in sicurezza dell’eternit.
«Per contrastare i crimini ambientali - spiega il sindaco di Iglesias, Pierluigi Carta - l’Amministrazione comunale si sta dotando
di un sistema di un sistema di videocamere per sorprendere e punire chi viola la legge mettendo a
repentaglio la salute pubblica ed
il decoro urbano. Ad oggi è già stato completato l’iter per l’approvazione in Consiglio comunale di uno
specifico regolamento sulla videosorveglianza.»