Western di G. Lucci

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Western di G. Lucci
Western di G. Lucci
I DIZIONARI DEL CINEMA ELECTA: WESTERN
Agli albori della settima arte, L'assalto al treno di Edwin S. Porter segna la nascita del cinema
statunitense, presentando al tempo stesso alcuni meccanismi narrativi che diverranno propri del
western. Un genere che si ispira non soltanto alla produzione delle diverse arti (la letteratura
con Owen Wister, Zana Gray, James Fenimore; la pittura con Frederic Remington e Charles
Russell; la fotografia con Edward Curtis e Timothy O'Sullivan), ma anche all'apparato
folkloristico di molti Stati americani e, in generale, alla storia politica di quel West compreso tra il
Mississippi e il Pacifico, con l'estensione a nord in Alaska e a sud in Messico. Tra i grandi miti
del Novecento,
il western è
sicuramente il genere che, pur nel rinnovamento, rimane fedele a codici semplici e netti
, grazie ai quali le inevitabili contaminazioni non modificano in modo sostanziale la struttura del
racconto, che si mantiene di fatto inalterata. Tra evoluzioni, crisi e reviviscenze, il western
attraversa l'intera storia del cinema, raggiungendo la sua apoteosi tra il 1945 e il 1960,
preannunciata tuttavia dal capolavoro del 1939
Ombre rosse
, di John Ford.
È questo, infatti, il film che segna una vera e propria svolta nella storia del western, marcando
un salto di qualità rispetto a quanto avveniva negli anni venti e trenta, quando personaggi
semplici ,e stilizzati – improntati a volte a un eccessivo manicheismo – erano il fulcro di film
realizzati a basso costo e “in serie”, spesso ispirati alle horse opera (popolari “racconti a
cavallo”).
Con Ombre rosse viene superato ogni primitivismo psicologico e si pongono le basi per un
western “maturo” che, a partire dal 1945, vive anni di grande splendore, con autori come
Howard Hawks, Raoul Walsh, Anthony Mann, oltre allo stesso Ford. L'eroe del western, deline
ato a tutto tondo,, è ora un personaggio psicologicamente più complesso, per il quale la
conquista o la difesa di un “bene” (oro, casa, terra) è il frutto di un percorso personale doloroso
e spesso tragico. In una società non ancora soggetta a regole scritte, segnata da anarchia e
violenza, molti sono gli ostacoli che l'uomo si trova ad affrontare: prima di tutto gli indiani, ma
anche impostori decisi a conquistare il potere con la forza, e infine una natura alla quale lo lega
un rapporto ancora primitivo.
Intorno a questi elementi, il cinema western racconta storie ambientate per lo più nei grandi
spazi, con immagini di forte impatto visivo, grazie al Technicolor, all'uso degli schermi
panoramici
e alle innovazioni tecnologiche. Gli anni sessanta – con l'ondata di rinnovamento dei nuovi
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Western di G. Lucci
autori del cinema americano ed europeo – segnano una battuta d'arresto per il western
“classico”.
Non è un caso che si imponga, proprio in questo periodo, un fenomeno come quello del
western all'italiana, affermatosi con Sergio Leone e il suo Per un pugno di dollari. La scossa
italiana
arriva
oltreoceano e dà vita a nuove tendenze e originali “derive”, con opere critiche nei confronti
dell'architrave dei valori e dell'ideologia del vecchio West. Siamo al crepuscolo del genere,
quando il mito perde la sua forza e si fanno strada, secondo la lezione dello spaghetti-western,
personaggi più cinici e disincantati, anche se, contestualmente, si inizia a prestare maggiore
attenzione alle figure femminili e ai pellirosse. Il vertiginoso e definitivo cambiamento, della
società, dei gusti e dell'immaginario del pubblico tra la fine degli anni settanta e gli anni ottanta
sembra segnare il tramonto definitivo del genere, che tuttavia riesce ancora ad attirare
l'interesse delle platee con opere come Silverado, Il cavaliere pallido e I cancelli del cielo.
Con l'inizio del nuovo decennio, due capolavori moderni riportano il western ad altissimi livelli:
Balla coi lupi di Kevin Costner e Gli spietati di Clint Eastwood. Opere queste che, pur non
tradendo un'impostazione classica, riescono a proporre un nuovo spessore psicologico, venato
di inquietudine come in Gli spietati o di sensibilità sociale come in Balla coi lupi. Il genere della
frontiera quindi, con le sue mille facce – ingenua, classica, violenta, crepuscolare, nostalgica –
ma nello stesso tempo con la sua granitica personalità fatta di semplici icone – il cavallo, il
duello, il cowboy, l'indiano, la terra – cresce ancora, insieme al cinema. Il volume intende
raccontare proprio questa storia del western, attraverso le opere di grandi autori e avvalendosi
di una ricca offerta iconografica. Le “parole chiave” tratteggiano una “carta di identità” del
genere, con i temi, i luoghi e le tecniche ricorrenti nel film western.
Seguono poi i ritratti dei protagonisti (registi, attori, ma anche professionisti del cinema), l'an
alisi di dieci capolavori
(sintetizzati in 24 fotogrammi che ne ripercorrono la trama) e, in ordine cronologico,
i film
che hanno ,fatto grande il genere.
Per ogni sezione, la trama dei film, le note, le curiosità, le indicazioni storiche e le cartine
geografiche, ma anche le frasi celebri, le fonti di ispirazione pittoriche e letterarie completano il
quadro, andando oltre il mero dato cinematografico.
Gabriele Lucci Sommario
Introduzione
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Western di G. Lucci
Le parole chiave
I protagonisti
Dieci capolavori per dieci registi
I film
Apparati
Cronologia
Gli Oscar
I musei
I siti internet
Bibliografia essenziale
Western I dizionari del cinema
A CURA DI: Gabriele Lucci
EDITORE: Electa in collaborazione con Accademia dell'Immagine
LINGUA: italiano
COLLANA: I dizionari del cinema
PAGINE: 336
ILLUSTRAZIONI: 420
PREZZO: 19,00 € 3/3