Maggio 2006 - Filippo Silvestro
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Maggio 2006 - Filippo Silvestro
Tre quadri per un altare Inizia il nostro viaggio alla scoperta della Basilica della Ghiara. In questo numero la storia delle pale della Cappella Brami 134 Q ARTE REGGIANA di Filippo Silvestro uesto mese iniziamo una visita ad uno dei massimi monumenti della cristianità cioè la Basilica della Ghiara a Reggio Emilia. Meravigliano le parole del famoso storico dell’arte svizzero Jacob Burckhardt che nel noto saggio nel 1855 “Il Cicerone” scrive che dopo il 1596 “fu disegnata la Madonna della Ghiara a Reggio, di cui l’interno appare pesante solo perché la volta e la cupola sono completamente coperte con pitture, mentre nella parte bassa domina un colore chiaro”. Così il Burckhardt sul nostro tempio cittadino. E stupisce che l’acuto e importante storico sia rimasto disattento dall’opera dei migliori allievi della scuola dei Carracci ovvero lo Spada, il Tiarini, Luca Ferrari e Carlo Bonone. Ci penserà lo storico tedesco Rudolf Wittkower nel 1958 scrivendo “Arte e architettura in Italia, 1600-1750” a celebrare la scuola dei Carracci a Bologna con i suoi massimi allievi che parteciparono all’impresa nel Santuario della Ghiara. In questo numero descriverò la particolarità di “tre quadri per un altare”. Nella Basilica della Ghiara nella Cappella Brami o del Sacro Monte che si trova subito a sinistra dalla entrata principale, oggi vi è la pala d’altare di Alfonso Chierici, “Madonna con Bambino con San Francesco, Sant’Apollonia, Santa Lucia e Sant’Agata. Ad onor del vero la pala del Chierici venne sistemata nell’altare nel 1854, in sostituzione di un’altra pala, quella attribuita al Desani ma che oggi possiamo assegnare, dopo i recenti studi di Angelo Mazza della Soprintendenza di Modena e Reggio, a Giuseppe Romani, “La Madonna col Bambino in gloria con ai lati le sante Apollonia, Lucia e Agata, e in basso i santi Pellegrino, Francesco, Lazzaro e una monaca. Oggi questa opera si trova nella collezione della Fondazione Manodori di Reggio Emilia. La storia delle pale d’altare in cappella Brami o del Sacro Monte in Ghiara non finisce qui ma parte dalla commissione per il quadro di Lionello Spada eseguito tra il 1617 e il 1618 quando il pittore realizzò appunto “San Francesco in estasi, con la Vergine implorante il Cristo in gloria”. La pala venne “prelevata” dal Santuario nel 1786 dal duca di Modena, Ercole III d’Este e successivamente nel 1796 venne trasferita a Parigi in seguito alle soppressioni napoleoniche. Nel 1815 l’opera dello Spada, tra l’altro siglata in modo singolare al centro ai piedi di un gradino con il simbolo della spada, ritornò alla Galleria Estense a Modena. Il duca di Modena al momento del