Articolo fatale

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Articolo fatale
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DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO
Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Guerre fra ricchi,
sintomo di povertà
Il Pil cresce, lo dicono i dati, la povertà aumenta, si tocca con
mano quotidianamente. Ormai non passa giorno che non si leggano dati sulla ripresa economica e sulla crescita della produzione in Italia, che, a dir poco, incoraggiano tutti. Ma non passa
anche giorno in cui le famiglie 'normali' non abbiano problemi
crescenti per arrivare al classico fine mese con affitti, mutui, bollette, benzina e tutto il necessario per vivere o sopravvivere da
pagare svuotando un portafoglio sempre più sottile dal 15 di
ogni mese in poi fino al fatidico 27 quando la busta paga torna a
riempirlo di un pugno di euro che, se al 'cambio ufficiale' valgono 1936.27 vecchie lire, al mercato della spesa quotidiana hanno
un valore reale dimezzato. Ma un sintomo ancora maggiore
della povertà anche di Vicenza, in attesa che ce ne liberi una crescita economica costante e lunga nel tempo, sono le guerre sempre più manifeste tra i cosiddetti ricchi di cui testimoniano anche
i media locali, gran parte con i loro articoli a tutta pagina, quello
leader, di proprietà assindustriale, con il silenzio su alcune questioni, come la lotta proprio per la presidenza di Assindustria tra
il bocciato Marioni e il prorogato Calearo. Silenzio accompagnato dalle altrettanto significative urla in prima pagina su altre questioni, come la villa di Monte Berico contestata a Pino Bisazza,
guarda caso un ex presidente (non più in auge?) della locale
associazione dei grandi imprenditori, anche se l'obiettivo della
'denuncia' appare l'assessore Michele Dalla Negra. Ma, ce lo
insegna la Storia, le guerre, fino dai tempi dei cavernicoli che lottavano per il cibo, sono sempre guerre di interessi. A Vicenza,
come in Italia, queste guerre si combattono intorno agli affari,
che si fanno sempre di meno e sono, quindi, per pochi imprenditori, impegnati a contendersi il "portafoglio ordini", da quelli
dei beni da produrre e/o commercializzare a quelli degli immobili da costruire, base Dal Molin inclusa. Altro business questo,
prima ancora che questione etico/politica, che registra ora l'attacco ad un altro assessore (obiettivo diretto o indiretto?),
Claudio Cicero, per mano della Commissione territorio in cui
convivono Ubaldo Alifuoco, suo presidente Ds vicino a molti
interessi, e Manuela Dal Lago, leghista che anche grazie alla sinistra liberale spera ambisce a future cariche politiche e manageriali. Di fronte a tutto questo il nostro augurio è che la ripresa ci
sia e duri, così da dare ricchezza a tutti, imprenditori e lavoratori, diminuendo le "guerre incattivite" di questi giorni intorno a
degli ossi scarnificati, che comunque stanno creando un danno
permanente: l'immagine di Vicenza, fino a poco tempo fa esempio di lavoro e imprenditoria, non ne esce certo bene.
Giovanni Coviello
Anno 2 nr. 50 - Sabat0 17 marzo 2007
Articolo fatale
La bozza è sotto osservazione, ma la riforma D'Amore
delle circoscrizioni rischia già di abortire.
Per un semplice articolo del regolamento
da pagina 8
Aim
a un punto morto,
tutti i perchè
a pagina 3
Copiello,
neosegretario
Cisl:
"Cgil sbaglia,
nessun declino"
a pagina 12
Sesso, locali
e baracchini:
reportage
nelle notti
vicentine
a pagina 6
Veronica
e Manu,
le due
nuove stelle
della Minetti
in VicenzaPiù Sport
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17 MARZO 2007
lettere&idee
Nelle sue "Osservazioni" il segretario Sunia fa le pulci al nuovo piano Crocioni. Eccone uno stralcio in anteprima
Rebesani: "Il Pat non va. E vi spiego perché"
Concertazione: insufficiente
L' art. 5, comma 2, della
Legge Regionale 11/2004 prevede obbligatoriamente la
consultazione preliminare ,
anche con le associazioni
"...sociali portatrici di rilevanti
interessi sul territorio e di interessi diffusi...". A pag. 43 del
documento preliminare dell'agosto 2006 ed anche nel rapporto sulla fase di concertazione si apprende che non
sono stati consultate né le
organizzazioni sindacali confederali, né il Sunia e gli altri
sindacati degli inquilini, né
organizzazioni diffuse come
la Caritas… .
Espansione: troppa
Secondo la Legge Regionale
11/2004 all'art. 13, lettera f),
(…) "vi sono… limiti precisi
alla espansione della città al
fine di preservare il terreno
agricolo e portare gli amministratori all'uso prioritario
delle aree dismesse o comunque libere all'interno del perimetro urbanizzato". Nei progetti [dell'assessore all'urbanistica Marco Zocca] ci sarebbe,
fra l'altro, la realizzazione di
un nuovo stadio (ma che ne
sarà della grande area liberata?) all'esterno dell'abitato e di
una nuova tangenziale, (…)
che percorrerebbe la parte
nord del territorio comunale
da ovest (Maddalene, Dal
Molin e dintorni) ad est fino al
casello di Vicenza nord della
Valdastico e con un prolungamento in via Aldo Moro.
Questi due interventi richiedono una superficie complessiva di non molto inferiore ai
300.000 mq., che é il massimo
di espansione consentito al
comune di Vicenza in base
all'art. 13, lettera f) della legge
regionale urbanistica. Ciò fu
evidenziato (…) dai
dirigenti regionali, non
senza un senso di sbigottimento di assessore
e Crocioni che rilevarono la irrealizzabilità dei
suoi progetti che prevedono una cospicua
espansione per circa
900.000 mq. sottratti
alla agricoltura ed
all'ambiente.
All'osservazione
dei
dirigenti regionali che
l'espansione progettata
avrebbe potuto trovar
luogo nelle aree libere e
dismesse interne all'abitato seguì un silenzio
deluso. Perché? Perché
Crocioni, su mandato
della giunta, pensa di
reintrodurre, sotto altra
forma, i Piruea felicemente defunti.
Bando interessi (poco) Fulvio Rebesani è il presidente del
Sunia, il sindacato degli inquilini
diffusi
Le richieste dei numeA fronte di 925 famiglie in
rosi cittadini, per ottenere i attesa di un alloggio pubblico,
vantaggi in fatto di edificabili- di oltre 200 sfratti all'anno per
tà
aggiuntiva
extra incapienza economica dei redp.r.g.(cosiddetti interessi dif- diti familiari, alla incapacità a
fusi), assommano a 12.500.000 realizzare abitazioni in numemq. di superficie utile.
ro decente per il fabbisogno, il
Supponendo, anche per bono- PAT ignora il problema dell'emia verso l'amministrazione, dilizia residenziale pubblica
che metà di questa superfici perché la giunta e la maggionon sia realizzabile perché ranza volgono il loro sguardo
riferita a situazioni abusive od altrove, verso gli "amici"speillegittime (ma sono ben di culatori.
più), oppure perché mancanti Viabilità dimenticata
dei presupposti, oppure per Manca un qualsiasi consideradifetti di documentazione o zione in materia. Il PAT non
burocratici, ecc., ecc. restereb- può pensare di delegare la
be da soddisfare richieste per questione al piano per il traffirealizzare 6.250.000. Dove co e la mobilità perché esso si
pensano Hullweck, Zocca, muove nell'ambiente che il
Crocioni di collocare questa PAT progetta e non viceversa.
enorme superficie a fronte di (…) La soppressione della
300.000 mq di area nuova metropolitana sancisce il fallidisponibile e non di più?
mento del documento proErpivori
grammatico preliminare di
VicenzaPiù fa 50. Grazie ai lettori
Cinquanta. Di solito, su giornali e pubblicazioni di
ogni genere, questo primo traguardo è occasione per
autocomplimentarsi e, come diceva Woody Allen,
citarsi addosso. Abbiamo già "dato", nel nostro piccolo, neanche un mese fa, quando abbiamo tagliato
il nastro del primo anno di vita, bebè scalpitanti di
una stampa vicentina in fase di de-monopolizzazione. E siccome non amiamo ripeterci, non facciamo il
bis. Facciamo invece come quel tale che, ricevendo
le congratulazioni di rito per l'età raggiunta, così
rispondeva: "50 sono pochi, quando arrivo a 100 ne
riparliamo" (e intanto toccava ferro).
Noi evitiamo come la peste i toni seriosi da vecchi
canuti tronfi di sé - e Dio solo sa se certi giornali
non arrivano ad essere tali - e vorremmo essere letti
con l'ironia di quegli smaliziati vicentini affamati
del controcanto, della varietà e della notizia coraggiosa.
Non sono molti, ma noi confidiamo diventino sempre di più. Anche un po' grazie al nostro lavoro.
Perciò perdonateci se a volte commettiamo errori, o
se l'appeal del prodotto che sfogliate ci rende ancora suscettibili di miglioramenti: siamo giovani e la
nostra vita è ancora lunga. Vogliamo anche noi
arrivare a 100. E poi a 200. Per questo ci serve
anche il vostro suggerimento e, perché no?, la
vostra penna, cari lettori. Intanto, tocchiamo ferro.
E andiamo avanti.
A.M.
Crocioni, che l'ha progettato, e della maggioranza in consiglio comunale, che l'ha approvato
(delibera di consiglio
comunale 18/3/2003 n.
19) .
Il verde che non c'è
Come risulta dallo studio comunale sul fabbisogno del 1977, ignorato
da Crocioni & C.,
Vicenza ha una grande
carenza di standard
(spazi sociali, verde,
parcheggi, ndr), soprattutto verde e spazi per
attività collettive. (…)
Uno studio del comune di Vicenza del 1997
ha calcolato che alla
città mancano complessivamente
4.658.045 mq di verde,
spazi collettivi, specie
per i giovani, servizi.
Dal Molin, proposte
alternative
L'attuale p.r.g. classifica l'area come zona F 12, cioè
"Zona destinata allo svolgimento
del traffico aereo:
potranno essere costruiti edifici
ed attrezzature di servizio" ed
indica una bassa edificabilità.
L'area… si trova all'interno
del centro abitato, circondata - in profondità - da residenze, da strutture civiche,
commerciali e da servizi sia
vicentine che di Caldogno.
E' dunque ragionevole proporre e chiedere con forza
che la futura destinazione
sia civile e non più aereoportuale o di genere militare, che esclude i cittadini di
Vicenza e ne penalizza gravemente le condizioni di
vita e ambientali. Le aree
vicine
al
Dal
Molin
(Vicenza-Caldogno) si sono
sviluppate senza dotazione
di terreni per il gioco, lo
sport, il tempo libero. Si
chiede perciò che 1/3 del
terreno venga utilizzato per
verde. Questo spazio a
verde e servizi potrà essere
integrato in un campus universitario che deve trovare
posto nell'area Dal Molin
riunendo le varie sedi universitarie disseminate nella
città, prevedendo uno sviluppo dell'ateneo e delle
facoltà (anche di nuova istituzione), e la realizzazione
di abitazioni per studenti. Si
chiede anche il mantenimento degli attuali utilizzi a
tennis e per il rugby, un
gioco sempre più diffuso in
città, privo del giro di inte-
ressi, della violenza, delle
attese antisportive del calcio.
(…) Il residuo terreno va
impegnato per gli insediamenti dedicati alla ricerca teorica ed applicata, per lo studio
e la realizzazione di nuove
tecnologie e bio-tecnologie,
per installazioni volte a ricercare e realizzare soluzioni nel
settore delle energie alternative (es: pannelli solari, ecc.).
Fulvio Rebesani
Segretario provinciale Sunia
Portavoce Comitato anti-abusi
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17 MARZO 2007
fatti&notizie
Dopo la proroga al 2008 la fusione tra Aim e Ftv rimane al palo. Mistero sull'alleanza con Verona mentre lo "scaduto" Rossi resta sempre in sella
Trasporti, non è cambiato nulla
DI
ALESSIO MANNINO
La solita palude,
l'eterno doroteismo fatto di fughe
in avanti, proroghe salvifiche e
status quo imperante. E' questa la
diagnosi riassuntiva dello stato
di salute di Aim. Dopo 3 mesi
non è cambiato quasi nulla: la
nuova società con Ftv è rimasta
al palo, l'alleanza con gli autotrasporti di Verona è ancora
sulla carta, e l'aennista Beppe
Rossi con cda "a termine" occupa sempre la poltrona di presidente.
Fusione farsa. Avevamo lasciato a dicembre l'ex municipalizzata di contrà San Biagio nella
bufera scatenatasi sulla "fusione
a
freddo"
con
le
Ferrotramvie Vicentine. Una
newco pomposamente battezzata "Vicentina Trasporti Srl"
con 4 soci (Comune, Provincia,
Aim e Ftv), così come voluto
dalla
presidentissima
di
Palazzo Nievo Manuela Dal
Lago. Scopo del cda composto
da Nicolò Franzoia, direttore di
Aim trasporti, dal prof. Roberto
Fazioli,
consulente
della
Provincia, dal direttore Ftv
Francesco Gleria e dal presidente Roberto Travaglini, dirigente di Assindustria: studiare
la fattibilità della newco stessa.
Un po' come dire: l'unico mandato della nuova società è capire se se è possibile la nuova
società. Della serie: vediamo
l'effetto che fa. Fino ad oggi,
nessuno. Bus arancioni e pullman blu continuano a correre
sotto le rispettive insegne Aim
e Ftv. E questo solo grazie a una
proroga dall'alto. Cioè al
"decreto milleproroghe" appro-
La fusione tra il settore trasporti di Aim e Ftv è ancora tutta sulla carta
vato a febbraio con cui il governo ha concesso un altro anno di
tempo prima di far scattare il
bando di gara e aprire il mercato dei trasporti pubblici locali
alla
concorrenza
privata.
Prorogatio ultima dea. Così
oggi ci ritroviamo con una new
corporation ridotta a una commissione di esperti indagatori
ma di fatto inesistente.
Confermando le reali intenzioni di entrambe le aziende, che
alla fusione hanno recalcitrato:
l'una, Ftv, perché meglio disposta al business coi privati (e per
nulla intenzionata a spartire il
suo ingente patrimonio immobiliare); l'altra, Aim, perché
gelosa della sua autonomia
politica e arroccata nella difesa
dei proprio vertici in quota An
e Forza Italia.
Patto Tripartito. L'unica ad
aver fatto un concreto passo
contro immobilismo e conservazione è stata la Provincia, che
a fine dicembre ha dato il via a
un consorzio tra Ftv e l'impresa
di autotrasporti bellunese
Dolomitibus. Partecipata in
maggioranza da Comune e
Provincia di Belluno ma con un
40% dalla privata Auto
Guidovie Italiane (una delle
prima aziende del settore in
Lombardia), Dolomitibus ha
come amministratore delegato
un vicentino, Paolo Rodighiero,
dirigente di Aim trasporti nella
prima metà degli anni '90. La
società consortile - cioè con cda
che rimangono separati - è la
prova che la prospettiva su cui
punta Ftv è quella delle alleanze extraprovinciali. Un'idea caldeggiata dal presidente Silvio
Regis (in quota Lega), che da
tempo sostiene la necessità di
creare un legame stabile con
Verona di recente riunitasi in
una sua newco, l'Atv (fusione
fra l'Amt comunale e l'Aptv
provinciale).
Un
fronte
Vicenza-Verona-Belluno
da
contrapporre al consorzio Stiv
stipulato da Venezia, Treviso e
Padova. La posta in gioco,
infatti, sono i milioni di euro di
finanziamenti statali per il
sistema
metropolitano
di
superficie del Veneto. Per ora è
stato posto il primo tassello con
l'asse Vicenza-Belluno. Per il
patto tripartito manca ancora
Verona, ma a lasciar scoperto il
fianco ovest è l'Aim. A gennaio
da contrà San Biagio erano stati
fatti trapelare i primi contatti
tra il presidente Rossi e l'Atv
veronese. Poi, silenzio. Non se
n'è saputo più nulla. I vertici
della spa comunale sembrano
più occupati a fare piani sul
redditizio mercato del gas, che
La newco scaligera Atv, a differenza di Vicentina Trasporti, è già operativa
Ma Verona rivela: "C'è un tavolo tecnico"
Qualcosa siamo riusciti a sapere, sui
misteriosi abboccamenti fra la newco
vicentina e l'omologa scaligera Atv.
Qualcosa, perché niente di concreto è
ancora emerso dal tavolo tecnico istituito
a inizio anno "per verificare le ipotesi sul
piano industriale e societario", come dice
il presidente dell'azienda veronese, l'ingegner Mario Peruzzi. "L'ultimo incontro
lo abbiamo avuto a fine mese scorso, il
prossimo sarà a fine marzo", rivela.
Almeno è appurato che i contatti ci sono
e avvengono periodicamente. Peruzzi
prevede che entro aprile un "indirizzo" di
massima per l'accordo verrà trovato, e
precisa che Verona non sta pensando ad
altre alleanze: "No, altre opzioni oltre
Vicenza non ci sono". L'Atv, anch'essa
debuttante sul mercato come soggetto
unico (è nata a gennaio dalla fusione dei
trasporti provinciali Aptv e di quelli
comunali Amt), parte avvantaggiata
rispetto a "Vicentina Trasporti". La società è infatti già operativa con un piano
industriale di 3 anni, ed è sorta dopo un
anno di valutazioni e atti amministrativi
seguiti a uno studio di fattibilità. A
Verona, insomma, hanno seguito un iter
rigoroso e ora dispongono di un assetto
societario già definito e pronto per
affrontare la gara che il decreto "milleproroghe" fissa per il 2008. A Vicenza,
con Aim e Ftv unite di nome ma non di
fatto, non può dirsi lo stesso.
A.M.
quest'anno vedrà l'ingresso dei
russi di Gazprom alleati con l'italiana Eni del vicentino Paolo
Scaroni.
Il silenzio è d'oro. Si potrebbe
dire, in realtà, che il silenzio è la
linea programmatica della
gestione di Beppe Rossi. Dopo
l'incontro con i vertici che
prima di Capodanno hanno
illustrato il bilancio dell'azienda, la commissione consiliare
su Aim non è stata più convocata: silenzio sui piani futuri.
Rossi (consigliere d'amministrazione della multinazionale
dei laterizi Stabila, contigua al
business rifiuti di Aim) portava
la data di scadenza "gennaio
2007", e invece è ancora al suo
posto. Silenzio anche su questo.
E silenzio ferale su operato e
remunerazione dei famosi
advisors chiamati a studiare
strategie e sinergie: tre vicentini
(l'avvocato azzurro Maurizio
Borra, il commercialista Diego
Xausa e l'ex consulente Gianni
Giglioli) in coda all'internazionale Rotschild, che certo come
parcella non avrà bruscolini.
C'è di che far scoppiare una
delle cicliche grane che di tanto
in tanto smuovono le acque torbide dell'ordinaria amministrazione berica. Magari d'estate, in
prossimità di settembre, quando si dovrà pensare a come
sciogliere i nodi intrecciati nella
convenienza del quieto vivere,
spinti dall'avvicinarsi della fine
dell'anno. Cioè quando i vicentini pensano all'ombrellone e a
scappare dalla città. E dai suoi
problemi.
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fatti&notizie
17 MARZO 2007
Ogni famiglia vicentina é indebitata per circa 40 milioni delle vecchie lire. Ma la corsa al prestito è anche un indice di sviluppo
Ventimila euro sotto il mare. Di debiti
DI
LUCA MATTEAZZI
Sarà per il mutuo
sulla casa, sarà per
le rate della macchina nuova o per
quelle delle vacanze, ma siamo tutti
indebitati
per
almeno un paio d'anni. Un po'
meno, se il reddito è alto, decisamente di più se invece lo stipendio è quello che è. Lo dice il rapporto annuale della Cgia (l'associazione di artigiani e piccole
imprese) di Mestre che fotografa
puntualmente l'indebitamento
delle famiglie italiane nei confronti delle banche. Nel vicentino la media per famiglia arriva a
sfiorare i 20 mila euro, attestandosi a 19.948 euro, con un
aumento dell'8,95 per cento
rispetto al 2005. Vicenza si colloca così al trentesimo posto nella
graduatoria delle province più
esposte, al di sopra della media
nazionale che è di 17.854 euro.
Questi i dati principali, ma come
interpretarli? Su una cosa gli
esperti della Cgia sono chiari:
sarebbe sbagliato pensare semplicemente ad un vicentino
costellato di famiglie strozzate
dal peso delle rate, in difficoltà a
far quadrare i conti e a mettere
insieme il pranzo con la cena.
Dietro molti dei debiti si nasconde, in realtà, una forma di investimento, e quindi un aumento
della ricchezza. "Nella nostra
ricerca rientrano sia le famiglie
consumatrici che quelle produttrici - spiega Paolo Zabeo, dell'ufficio studi della Cgia -. Quindi
ci sono anche i lavoratori auto-
Le classifica
Ecco le prime e le ultime
province italiane nella graduatoria dell'indebitamento bancario secondo i dati
della Cgia
1 - Bolzano 31.437 euro
2 - Lodi 25.710
3 - Siena 25.368
4 - Mantova 24.929
5 - Reggio Emilia 24.416
6 - Trento 24.385
7 - Rimini 24.203
8 - Cremona 24.112
9 - Roma 23.688
10 - Modena 23.603
30 - Vicenza 19.948
98 - Enna 9.361
99 - Isernia 9.162
100 - Benevento 8.729
101 - Reggio Calabria 8.703
102 - Vibo Valentia 8.405
103 - Avellino 8.259
nomi, i piccoli artigiani, i liberi
professionisti. L'idraulico o il
falegname che rinnovano l'attrezzatura, ad esempio, rientrano in questa statistica".
Non è un caso dunque, se in cima
alla graduatoria delle province
più indebitate figurano molte
delle città più ricche d'Italia,
come Bolzano (con un indebitamento medio superiore ai 31
mila euro), Lodi, Siena, Mantova
e Reggio Emilia (tutte attorno ai
25 mila euro di esposizione per
famiglia), mentre agli ultimi
posti stazionano Avellino, Vibo
Valentia e Reggio Calabria, con
cifre inferiori ai 9 mila euro.
"Quasi sempre l'indebitamento
elevato si accompagna ad un
reddito elevato - continua Zebeo
-: in particolare molti debiti sono
riconducibili a investimenti nel
settore immobiliare, e sono
quindi il segnale di una buona
disponibilità economica da parte
delle famiglie".
Il discorso cambia se si considera la variazione percentuale dell'indebitamento. "In questo caso
vediamo che gli aumenti maggiori ci sono stati in molte città
del Sud - continua Zebeo -, e
questo potrebbe essere effettivamente un indice della situazione
difficile in cui si trovano molte
famiglie. Anche perché in quelle
zone sono ancora diffuse forme
di prestito che sfuggono ai canali
ufficiali, e quindi alla fine il debi-
to effettivo potrebbe essere ancora più alto". Vicenza può comunque dormire sonni tranquilli,
dato che con un aumento del 9
per cento circa è al settantesimo
posto tra le province italiane,
ben al di sotto della media nazionale. "Quello che abbiamo notato - confermano i responsabili
del marketing della Banca del
Centroveneto -, è un aumento
del ricorso ai prestiti in termini
assoluti, non percentuali. Cioè, il
numero di persone è più o meno
quello, ma invece di chiedere un
mutuo al 60 per cento adesso si
chiede di coprire tutto l'investimento. Ma in generale, anche
basandoci sulle statistiche di
Bankitalia, possiamo dire che la
situazione dell'indebitamento
nella nostra zona non è pesante".
Tutto bene, quindi? Non proprio. Se il quadro generale non è
allarmante, le situazioni critiche
non mancano.
L'esperienza degli sportelli del
microcredito della Caritas insegna: in pochi mesi, sono state
centinaia le famiglie che hanno
chiesto aiuto per spese a volte
modeste, per le bollette, per delle
visite mediche impreviste, per
l'acquisto dei libri di testo dei
figli. E il proliferare di offerte per
l'acquisto a rate o con formule
del tipo "prendi adesso, paghi
l'anno prossimo", potrebbe aprire spiragli pericolosi. Con i pagamenti dilazionati ormai è possibile portare a
case di tutto, dall'auto al frigorifero, dal telefonino
al viaggio ai
Caraibi che si
sogna da una
vita, e il rischio
che qualcuno si
lasci prendere la
mano c'è.
Anche qui, però,
bisogna
stare
attenti a non
generalizzare. "I
pagamenti a rate sono diventati
uno strumento normale - commenta il titolare di uno dei principali centri per la vendita di
elettrodomestici della città -: è
comodo, veloce, perché bastano
dieci minuti e puoi portarti a
casa il prodotto, e alla fine conveniente. Ma non credo che ci si
lasci ingannare dal miraggio dell'acquisto facile: in base a quanto
mi dicono gli operatori delle
finanziarie, c'è una percentuale
di sofferenza di circa il 10 per
cento, cioè una persona su dieci
che ha difficoltà a pagare o che
paga in ritardo. Ma questo c'era
anche prima.
Le vendite a rate sono strumenti
che possono funzionare bene a
patto che la gente abbia un po' di
responsabilità, e nella maggior
parte dei casi è così. Condannarli
sarebbe come dire che non bisogna usare la macchina perché c'è
qualcuno che guida ubriaco".
Insomma , lo spauracchio di un
mercato drogato come quello
degli Stati Uniti, dove i padri
hanno indebitato anche i figli, è
evitato. Almeno per ora.
La psicologa: "Colpa di una
società narcisistica"
Addossare le colpe dell'indebitamento al telefonino acquistato a rate sarebbe sbagliato. Ma
di certo la corsa allo shopping
un peso ce l'ha. Ne è convinta
Maria Cristina Strocchi, psicologa e psicoterapeuta. "Secondo
varie indagini i modelli che ci
vengono continuamente proposti di mezzi di comunicazione
sono tutti incentrati sulla ricerca delle bellezza esteriore, con
una forte componente narcisistica che spesso fa perdere di
vista i veri valori - spiega -. Il
messaggio che passa è che se
non ti adegui a certi standard
estetici non sei considerato.
Così può capitare che certe persone, pur di avere l'ultima tro-
vata della tecnologia o il vestito
all'ultima moda, sono disposte
anche ad indebitarsi al di là
delle proprie possibilità".
"C'è un continuo bombardamento che stimola la nostra
componente narcisistica - continua la psicologa -, ma non va
dimenticato che il narcisismo è
un disturbo della personalità,
perché vuol dire essere legati
all'immagine senza niente dietro, e porta a trascurare le cose
che contano davvero, come la
comunicazione interpersonale.
Bisogna fare attenzione, perché
questo meccanismo può portare anche a vere e proprie patologie, come lo shopping compulsivo".
Anche la carta di credito va usata con attenzione, per non
cedere alla tentazione dello shopping selvaggio
6
reportage
17 MARZO 2007
Mappa della “dolce vita” in salsa berica. Locali, ritrovi, covi per giovani e attempati corsari notturni. Con la noia sullo sfondo
E ballar m'è dolce in questo mare (d'alcol)
La notte deforma e sublima,
aggiunge il fascino surreale del
buio squarciato da colori spenti e
abbaglianti luci artificiali. Il fine
settimana - il mitologizzato weekend - è il suo regno, terra di conquista delle scorribande di quei
ribelli con l'assicurazione e il letto
rifatto che sono i giovani, tutto
gas e adrenalina omologata.
Ribelli del sabato sera, li chiamano. Si danno una punta al bar per
l'aperitivo (lo spritz!), vanno a
mangiare un boccone in fastfood
o pizzerie possibilmente frequentate da ragazzi come loro, e poi
sgommano verso locali a tirar
tardi, a guadagnarsi quelle 4 o 5 o
6 ore d'aria dalla prigione del tran
tran settimanale.
Le compagnie più fashion o semplicemente più pigre e tranquille
se ne stanno rintanate in centro,
nella Vicenza antica dei pub sotto
le volte palladiane e i palazzi storici. Basta bighellonare fra portici
e stradine ai due lati di corso
Palladio, e fare le ore piccole
diventa un tour de force per il
fegato. C'è il girone dei più
trendy, fra la Basilica e piazza
delle Erbe: ce ne sono ben cinque,
di bar strapieni della gioventùbene dedita a calici, boccali, svacco e chiacchiericcio ad alto volume. Il loro capofila: il Grottino.
Poco più in là, in contrà Pescherie
Vecchie vicino alle fascistissime
Poste, il punto di ritrovo gemello,
l'Ovosodo: ragazzi ben vestiti,
ragazze eleganti, narcisismo giovanile e fiumi di macchiatiaperol.
Siamo nel cuore della città e nell'epicentro dell'essere fighi e nel
mostrarlo a tutti senza pietà. Chi
cerca l'alternativa può andare al
Banana Cafè, il bar brasiliano a
La quiete dopo la sbornia
L'aperitivo nei bar nel centro è uno dei must del fine settimana vicentino
San Marco, o all'Astra, il piacevole ricovero per capelloni, scapigliati e melemarce in contrà
Barche.
Se invece non ci si sente giovinastri - oppure, più semplicemente,
non lo si è - ci si può mischiare
agli over 30 e gustare notturne
note di gastronomia e conversazione in localini più posati (e più
cari). Nel corso ce ne sono a ogni
passo: l'enoteca sotterranea
Malanotte (vini pregiati e spuntini golosi), il bar Italia coloro
metallo che sta di fronte, le osterie
come i Monelli, i pub d'ascendenza anglosassone come il Wallace
o il resuscitato Big Ben, capitali
locali delle spumeggianti pinte al
malto. Se si va di fare un similpellegrinaggio verso Monte
Berico (ma non per la Madonna),
allora si può arrivare persino
all'Oibò, ultimo arrivato e nuova
promessa del cazzeggio alcolico.
Uno schiamazzante capannello
di fumatori vi accoglierà all'ingresso che dà su viale
Margherita. A proposito di fumatori: lunga vita alle bionde al
terzo piano del Victoria Station ex
Zanza, covo benedetto per i carbonari della boccata fumogena.
Per coloro i quali, invece, la gradazione alcolica non è tutto, c'è il
Birra Crua a Villaggio del Sole:
non una birreria ma un birrificio.
Ma se uno dovesse scapicollare
fra questi nomi in cerca di una
notte sempre giovane, dovrebbe
accontentarsi di rincasare mestamente alle 2 del mattino. Troppo
presto? Allora via con le danze e i
locali aperti fino all'alba. Infilatevi
in auto, accendete lo stereo a palla
e scegliete la meta. Per le strade
non si vede altro che macchine
affollate e rumorose che fanno a
gara per superarsi, su e giù verso
l'eccitazione. Il tempio più in di
questi anni è in contrà Vecchia
Ferriera, un vero Totem per adolescenti e non.
Contaminato dal rock e di clientela variegata, viene di solito evitato da chi preferisce la giacca lussuosa o il ballo costoso, e perciò
preferisce il Cuore Matto in zona
fiera, dove d'estate può esibire
look all'ultima moda nella disco
Passata la sbornia del
sabato sera, la domenica la città ritorna al suo
aspetto abituale, sonnacchioso e semideserto. Mezzanotte non è
ancora scoccata, ma in
centro è praticamente
tutto chiuso: c'è un po'
di movimento solo
attorno al triangolo
alcolico di piazza Erbe,
piazzetta Palladio contrà Pescheria, e in piazza San Lorenzo. Per il Scene di ordinaria maleducazione: rifiuti in
resto, serrande abbassa- piazza dei Signori
te, strade vuote e silenzio, interrotto qua e là da qualche che dorme, è la spazzatura a farla
coppia che si allontana frettolosa o da padrona. La domenica sera i
da qualche gruppetto di amici che locali mettono fuori dalla porta i
si attarda a chiacchierare. Il corso si sacchi stracolmi con i resti del
anima solo per il passaggio di una weekend: tempo qualche ora, e gli
pattuglia dei vigili o di un'auto dei operatori di Aim passeranno a racRangers, la stazione chiude man- coglierli, ma intanto, in piazza
dando a dormire anche l'ultimo Biade come in corso Palladio, si
taxi, a Monte Berico, in un piazza- accumulano montagne di rifiuti. E
le della Vittoria completamente anche se è solo per lo spazio di una
vuoto, un paio di giovani si notte, piazza dei Signori invasa
abbracciano guardando le luci dalle cartacce non è certo un bel
della città. Così, in una Vicenza vedere.
per eccellenza, Villa Bonin. A
Villaggio del Sole c'è invece il
Victory, regno dell'house, mentre
a San Lazzaro la pista la offre il
Distretto 13. Per chi ha voglia di
farsi una cantata e contribuire
all'indotto by Ederle, al Seven Bar
di Settecà trova karaoke e nerboruti yankees in libera uscita. A
Sant'Agostino invece potete
imbattervi in una balera per
bulli&pupe che hanno passato gli
'anta o per imberbi nostalgici
delle febbre del sabato sera: Disco
33 e il suo revival anni '70 vi metteranno i pantaloni a zampa ai
piedi. E se invece volete sturarvi
le orecchie sature di canzoncine
radiofoniche, il Sabotage in zona
industriale ve le fracasserà a suon
di concerti rock (gratuiti).
Il nostro giro è finito, torniamo a
riveder le stelle. Forse un po' ciucchi e rintronati, col sapore dolceamaro di una notte passata in una
città di provincia dove il divertimento, in fin dei conti, è fare la
spola fra i soliti posti.
L'ultimo panino: crisi di un businnes molto calorico
La strada a quattro corsie è praticamente deserta, il piazzale pure.
Appoggiato al bancone, Renato
guarda distrattamente la conclusione dell'ultima puntata di Amici.
La mezzanotte di domenica non è
passata da molto, ma la serata è
fiacca, decisamente fiacca. "C'era
da aspettarselo - commenta -: in
tanti sono usciti giovedì, che era la
festa delle donna, e quindi oggi
stanno a casa. Senza contare che
siamo a ridosso del 10 del mese,
tutti aspettano lo stipendio, e soldi
ne girano pochi".
Renato è stato il primo a portare a
Vicenza il suo furgoncino ambulante, uno di quei baracchini per la
vendita dei panini che dal giovedì
alla domenica, dalle 11 in poi, fanno
capolino lungo le strade principali
della città. Era il novembre del
1989, e la situazione era molto
diversa da quella di oggi.
"Soprattutto negli ultimi cinque
anni il movimento è calato molto spiega -. Una volta si lavorava bene
tutte le sere, adesso il grosso si con-
centra nel venerdì e nel sabato.
Guarda oggi: non è neanche l'una
di notte e in giro non c'è nessuno. E
poi si consuma di meno: fino a
qualche anno fa vendevo una bibita
ogni due panini, adesso ne vendo
una ogni cinque. Sono in tanti che
vengono qui per magiare qualcosa,
ma hanno in
macchina la lattina comprata al
supermercato.
C'è poco da fare,
ci sono meno
soldi, e la gente
spende di meno".
La crisi insomma, ha colpito
anche il popolo
della notte, i gio-
vani dai 15 ai 30 anni che, tra un
aperitivo al pub e un ballo in disco si
prendono dieci minuti per un panino in compagnia. Si ferma una
macchina con tre giovani. Tutti e
tre mangiano qualcosa, un panino
o una piadina, con affettati o hamburger e contorno a scelta di maionese, senape, funghi, cipolla e peperoni; solo uno prende una lattina di
birra. "Hai visto? Tre panini, una
sola birra, proprio come ti dicevo",
commenta Renato. Altra macchina, questa volta è una coppia, ma la
scena non cambia: due panini,
niente da bere. "È cambiato tutto continua il "paninaro"-. Una volta
avevo clienti che venivano ogni
sera, adesso se uno torna per due
notti su quattro è già qualcosa. La
gente fa fatica ad arrivare a fine
mese, e sta molto più attenta".
A peggiorare la situazione c'è poi la
chiusura di molte discoteche. Il
Boom non esiste più, l'Expo nemmeno. Sopravvivono il Victory e
poco altro, ma per chi vuole ballare
la trasferta fino alle spiagge
dell'Adriatico è ormai una scelta
obbligata. E non ci sono più nemmeno gli americani, da sempre
clienti aficionados dei baracchini.
"Da quando hanno cominciato a
spedirli in guerra non se ne vedono
quasi più", conferma Renato servendo un panino, questa volta con
birra, all'ultimo cliente della serata.
È l'una e mezza ed è già tempo di
chiudere e tornare a casa. "Che ci
sto a fare qua, non c'è nessuno".
7
reportage
17 MARZO 2007
Viaggio nella "zona rossa" della città. Fra soste bollenti e ragazze dell'Est, ecco il tragitto abituale del "cliente" vicentino
Tutti in coda per un po' di sesso
C'è chi la notte la trascorre
così: su e giù lungo una strada
per cercare qualche emozione
forte. Avanti e indietro per un
vialone che si percorre senza
fiato e che parte della mura
trecentesche della città ed arriva alla alle porte di Creazzo.
Stiamo parlano della via dove
con la carta moneta si può
comprare una serata di versa
dal solito: piatto forte, il sesso.
Sarà che - locali di lap dance a
parte - Vicenza dal punto di
vista dell'intrattenimento notturno non offre tante scelte; o
sarà che l'uomo alla fine è
sempre stato così, ma la "strada cittadina del sesso" di notte
non è solo frequentata, è affollata. Forse è l'unico tratto della
città dove al calar delle tenebre il limite di cinquanta chilometri orari è rispettato.
In un giorno qualunque ecco
come si presenta la notte di
Vicenza. Iniziamo il nostro
tour dalla nostra redazione, e
appena arriviamo nella zona
dell'Ospedale di San Bortolo
incontriamo già qualche macchina accostata a bordo strada.
Una, due, tre ragazze che con
fare indifferente attendono il
passaggio di qualche automobile che non tarda a fermarsi.
Due chiacchiere veloci, poi in
macchina alla ricerca di un po'
di intimità in un parcheggio
vicino.
L'orologio segna le 23.00, è ora
di dirigersi verso la zona
calda. Lungo viale d'Alviano
si nota già in direzione opposta qualche auto ferma con le
quattro frecce, poi arriviamo
in viale Mazzini, sorpassiamo
la Questura e dopo qualche
centinaio di metri ci troviamo
in quello che assomiglia sempre più ad un quartiere a luci
rosse. Le automobili vanno a
rilento, ai bordi della strada
qualche bar aperto, gente che
passeggia, qualcuno che parla
e poi ci sono loro, le ragazze
della notte. Inizia un triste
conteggio, ma ad un certo
punto il calcolo è presto fatto:
un posto occupato ogni cento
metri, metro più metro meno.
Tante le auto che si fermano,
aspettano e poi se ne vanno,
c'è chi arriva deciso e se ne va
con un po' di compagnia, e ci
sono quelli che invece ci provano, ma poi colti forse dal
timore di essere riconosciuti
da qualcuno fuggono all'arrivo di un'altra auto.
Sotto le luci dei lampioni e di
qualche locale che si affaccia
sulla strada le ragazze
improvvisamente si moltiplicano, arrivano così in coppia,
quasi fossero una sorta di
squadra, forse per farsi coraggio e sentirsi meno sole. E per
li biondi e il corpo sottile.
Pochi instanti e non ci sono
più.
La notte trascorre il traffico
non diminuisce, anzi: più il
tempo passa più le strade
lungo la statale 11 sembrano intasarsi. Decidiamo
anche noi di fermarsi ai
margini della via. Dal
gruppo di donne si stacca
una ragazza dai lunghi
capelli biondi, Annet dici
di chiamarsi. Ungherese di
appena ventidue anni, a
Vicenza da qualche mese.
Ci racconta che ogni quattro mesi torna a casa poi,
trascorso un po' di tempo,
rientra in Italia. Ci chiede
cosa desideriamo, e non
sembra arrabbiarsi quando
le diciamo che stiamo solo
cercando di raccontare la
vita notturna di questo lato
della città. "Qui noi fino a
tardi, sempre ragazzi che si
fermano", aggiunge, prima
di salutarci e di raggiungere l'unica amica rimasta.
Le ragazze costrette a prostituirsi sulle strade del vicentino arrivano
Ore 24.00 le auto sfrecciano,
soprattutto dai paesi dell'Est
noi rientriamo. Ma quello
ogni coppia le auto aumenta- Arriviamo alle porte della che abbiamo visto è solo una
no. Al di là dei vetri scuri si città: qui le luci sono più soffu- faccia della medaglia: in quericonoscono giovani, meno se, meno occhi indiscreti. sta zona c'è anche chi la notte
giovani qualche adulto qual- Qualcuno sosta in un baracchi- la trascorre non sulla strada
che over 60. Macchine potenti, no per rifocillarsi e a poca ma chiusa in un appartamenSuv, Spider ma anche utilita- distanza un auto si ferma ed to, aspettando lo squillo di un
rie. L'ora segna le 23.30. accosta una ragazza dai capel- cellulare.
Pagare per palpare, la città degli spogliarelli
Lap dance d'Italia, questa
Vicenza ex sacrestia democristiana. In città e dintorni la
fungaia di locali di spogliarello e privè in topless è sempre rigogliosa, una manna per
l'adorazione delle nuove dee,
le statuarie ragazze slave,
sudamericane e italiane che si
fanno palpare da facoltosi
businessmen sposati o spiantati ragazzacci con 50 e passa
euro da sperperare appresso a
una bella di notte. C'è tutto il
microcosmo della società
vicentina: dall'operaio ancora
coi genitori che corteggia
instancabile la spogliarellista, al dirigente d'azienda in
trasferta d'affari che si concede la scappatella come souvenir, alla comitiva di ragazzi
allupati, fino al solito, tristemente festoso gruppo di
amici che immolano il futuro
sposo nell'addio al celibato
con riti orgiastico-pecorecci.
C'è poi, diffuso quanto mai, il
classicissimo sfigato, nel
senso letterale del termine. Se
si vuol fare del cinismo, i più
'divertenti' sono gli anziani,
che vengono qui con la dolcezza della ricerca del tempo
perduto.
Vicenza è una delle città con la maggior concentrazione
di locali di lap dance
Decibel alti, luci soffuse, pali
roventi, buttafuori nazistoidi
e odore di creme - quelle che
si spalmano sul corpo seminudo le ragazze: ecco la notte
in una lap dance. Vuoi un
privè, tu e lei dentro, tendina
chiusa, tu seduto e lei che ti si
struscia addosso? Servito.
Solo per 15 minuti. 50 euro.
Se esageri con le mani, fuori
dal locale. Altrimenti te ne
stai al bancone, a guardare le
contorsioni delle ballerine e
ad aspettare di essere abbordato da un visino mellifluo e
lascivo, che per parlare con te
vuole offerta una consumazione: minimo 10 euro.
Oppure, se sei fortunato,
basta restare incollati alla
sedia e ad una ad una le
vestali scosciate concederanno qualche minuto delle loro
grazie per convincerti a inve-
stire su di loro. Evento clou
del locale da palpeggio, lo
spettacolo della pornostar di
turno, show di richiamo che
vede assisa sulla pedana più
alta la stangona dal nome
sicuramente improbabile che
mostra le sue arti e la sua
merce. E solitamente chiama a
partecipare al banchetto
voyeuristico uno preso a caso
nella folla sbavante, per
denudarlo e umiliarlo fra le
risate e i berci di approvazione del pubblico. Le sacerdotesse del nuovo credo vicentino coi loro chierichetti arrapati e paganti, ogni sera celebrano il culto dello sconsacrato buco della serratura
d'Italia, Vicenza.
(servizi di Alessio Mannino,
Tommaso Quaggio,
Luca Matteazzi)
8
17 MARZO 2007
fatti&notizie
Intervista a D'Amore (decentramento): "Ecco le linee-guida e i costi". Ma il regolamento vieta modifiche ad un anno dalle elezioni
Circoscrizioni, riforma nata morta
DI
ALESSIO MANNINO
D'Amore, chi era
costui? Roberto
D'Amore non è
uno di quegli
assessori che va
sui giornali un
giorno sì e un
giorno no. Responsabile del
decentramento e della protezione civile, può giusto finirci in
caso di calamità naturali o baruffe fra Palazzo Trissino e le "sette
sorelle", le zone in cui è suddivisa la città. Ma forse è venuto il
suo momento. Il cinquantenne
D'Amore, messinese di nascita
ma vicentino d'adozione sin da
piccolo, perito industriale con
mancata laurea in giurisprudenza e dipendente dell'Autostrada
Brescia-Padova, dopo due anni
di gestazione ha finalmente partorito: a inizio mese ha presentato in giunta le "linee-guida" per
la riforma delle circoscrizioni,
che pareva diventata ormai un
sogno ammuffito. E che forse,
dopo questa intervista, resterà
tale almeno fino alle elezioni dell'anno prossimo.
Finalmente c'è una bozza,
assessore. Da quando lo è
diventato, nel marzo 2005, a
oggi, sono passati due anni.
Prima avrei potuto chiederle:
qual è il suo atto politico degno
di essere ricordato?
Bisogna fare una premessa. C'è
chi può vantare risultati nei
primi mesi del suo lavoro e chi a
fine mandato. Io parto da una
posizione un po' penalizzata. Mi
auguro di poterli trovare a fine
mandato, e parlo del potenziamento della protezione civile da
un lato e della riforma del regolamento delle circoscrizioni dall'altro.
Ecco, veniamo alla riforma.
Possibile vararla entro lo scadere del consiglio comunale, nella
primavera dell'anno prossimo?
Esistono problemi di carattere
politico, speriamo di farcela.
Quali, scusi?
Ci sono assessori, diciamo così,
che non amano decentrare i propri poteri.
Perché ogni assessorato deve
elargire una parte del suo bilancio alle esigenze delle circoscrizioni.
Sì, ogni assessore ha un suo capitolo di spesa.
Soldi che secondo la bozza di
riforma andrebbero gestiti
direttamente dalle circoscrizioni, è così?
Nella riforma intendiamo istituire un capitolo di spesa in ciascu-
La riforma dell'assessore Roberto D'Amore prevede una
ridefinizione dei confini e una riduzione delle commissioni
na circoscrizione per la manutenzione di strade. Ma vorrei
sottolineare che non sono le
ragioni economiche quelle in
prima battuta per questa riforma.
Ci dica quali sono. Disegni il
profilo della riforma.
Il principio di base è la rimodulazione. Che non vuol dire
"tagliare". Rimodulare le circoscrizioni significa contenerle,
ridisegnarle. Un po' come i collegi elettorali provinciali, che in
città sono sei. Rimodulare può
voler dire accorpare, frazionare,
ridefinire i confini, tante cose.
Ci sono circoscrizioni già enormi. Quella in cui lei è stato consigliere per anni per il Psi, la 6,
ha tanto abitanti quanto Schio.
Meno si è più si conta, a livello
di potere decisionale. Si ha più
autorevolezza, perché si rappresenta più abitanti. Lo scopo principale, in ogni caso, è dare più
voce e più servizi al cittadino.
Al di là degli slogan, non è che
rendendole ancora più elefantiache ma con gli stessi poteri le
si condanna all'impotenza?
No. Secondo degli studi per ottimizzare l'attività di una circoscrizione gli abitanti devono
essere 25-30 mila. Come la 6, ad
esempio. Non è detto che ci
siano più problemi.
Può spiegarsi meglio?
Voglio dire che quelle più grandi, come la 6 e la 3, non saranno
toccate, a differenza di quelle
più piccole, come la 2 e la 7. Tra
l'altro un criterio sarà anche il
profilo morfologico del territorio, non solo il numero di abitanti e la superficie.
Oltre alla ridefinizione dei confini, quali sono le altre lineeguida a cui si ispirerà la riforma?
I consiglieri, che ora sono 20,
scenderanno, magari a 18.
Verranno istituite 5 commissioni
permanenti con una riservata
all'opposizione, facendo ordine
nel sottobosco di commissioni
cresciuto col tempo. Verrà introdotta l'indennità di 41 euro per i
componenti delle commissioni.
E infine nascerà la figura del
segretario di circoscrizione.
In pratica, in barba all'imperativo del risparmio, con la riforma
il Comune spenderà di più.
Esatto.
Ha un'idea di quanto?
Presumo un 70 mila euro all'anno per ogni circoscrizione.
Contandone una in meno,
fanno circa 400 mila euro in più.
Sì ma prenda ad esempio la figura del segretario di circoscrizione: è necessaria. La carenza di
personale è drammatica. Nelle
anagrafi decentrate che si trovano nelle zone 3,5,6, ci vogliono 3
giorni per il rinnovo della carta
d'identità, nelle altre città ne
basta uno!
In ogni caso sarebbe quasi metà
del suo attuale budget in più.
Quanto ha avuto dal bilancio
2006 e quanto avrà quest'anno?
Gli stessi soldi, un milione di
euro circa.
I tempi quali sono?
Entro il 30 aprile c'è tempo per le
controdeduzioni da parte degli
altri assessori, dopo essere stata
approvata dai segretari dei partiti di maggioranza come stabilito dal gruppo di lavoro composto da assessori e presidenti di
circoscrizione. Il vero problema
sarà la stesura del nuovo regolamento. Io avevo chiesto 30 mila
euro per la stesura da affidare a
uno studio di giuristi privati, ma
mi è stato detto che ci sono risorse interne.
30 mila euro per modificare un
regolamento?
Lei lo sa fare? Comunque se ne
occuperanno il segretario generale Macchia, il vice Vezzaro e
l'avvocato Tirapelle dell'avvocatura comunale. Una volta redatto, passa al consiglio comunale,
e poi ci vogliono le delibere
attuative. Secondo me per febbraio dell'anno prossimo ce la
facciamo.
Ottimista. Le vorrei leggerle
cosa c'è scritto all'art. 2 delle
Disposizione generali del regolamento sul decentramento: "La
modifica dell'allegato allo statuto non può in ogni caso aver
luogo nei dodici mesi precedenti
le elezioni circoscrizionali".
Nell'allegato viene indicata
proprio la "delimitazione" delle
circoscrizioni, la modifica della
quale è il cardine della sua
riforma. Siccome a maggio dell'anno prossimo, assieme alle
comunali, ci saranno anche le
circoscrizionali, mi spiega come
potrà andare in porto questa
riforma, se siamo già a marzo
inoltrato?
Può farmi leggere, per favore?
(L'assessore inforca gli occhiali e
si mette a leggere) … Se è così,
rimaniamo così. Vedrò col segretario generale…
"Io sartoriano? Devo tutto a Zanettin"
Il parlamentare di Forza Italia Pierantonio
Zanettin
I suoi rapporti con i presidenti di circoscrizione non sono idilliaci, specie con quello
della zona 6, Matteo Tosetto, forzista come
lei, ma lui filo-carolliano e lei sartoriano. Le
vere cause sono le divisioni interne in Forza
Italia?
Forza Italia ha abbandonato le divisioni, mi
sembra sia un partito unitario. Al massimo ci
sono distinguo.
Vorrebbe negare che prima del congresso
cittadino del 2003 lei aveva, diciamo così,
un'altra sensibilità e poi passò coi fan di Lia
Sartori appoggiando l'attuale segretario
Gabriele Galla?
Ma che vuole dire sartoriano? Se proprio
devo definirmi direi "zanettiniano", visto che
devo riconoscenza al senatore Zanettin, che
mi ha voluto in lista come consigliere comu-
nale nel 2003 e ha avuto l'intuito di valorizzarmi.
E che l'ha messa nel posto in cui è ora.
Lo devo anche a lui, sì.
Le accuse di Tosetto e di varie voci delle circoscrizioni snocciolano i seguenti fatti:
ingerenze, un'insufficiente collaborazione
con loro, il "fondo di riserva" (cioè quei 30
mila euro che fino all'anno scorso l'assessorato teneva presso di sé e che le circoscrizioni reclamavano).
Questa del fondo è stata una carognata: a me
ora mancano i soldi per la cancelleria e i computer. E poi io me l'ero ritrovato dal mio predecessore Zocca, l'hanno fatto passare come
fosse stato tolto a loro.
A.M.
9
17 MARZO 2007
fatti&notizie
Discriminazioni, insulti, violazioni: ecco cosa dicono le regole (dimenticate) sull’ultima bagarre in Sala Bernarda
8 marzo in Consiglio, puffiamo il regolamento?
DI ALESSIO MANNINO
"E Gargamella,
non
c'era?".
Mancava solo lui.
Giovedì 8 marzo
2007
in
Sala
Bernarda è entrata una delegazione di Puffi. Erano così azzurri e
teneri, i giovani di Forza Italia
(pardon: di "Italia, Forza",
come campeggiava sulle loro
maglie), che il sindaco Enrico
Hullweck - Grande Puffo? non ha resistito e li ha fatti salire al primo piano di Palazzo
Trissino prima delle 17:30, ora
d'inizio dei lavori. Questo
stando alla testimonianza di
Paolo Cattaneo, attivista di
Legambiente, che è entrato
dall'ingresso su Corso Palladio
verso le 17:20 e ha trovato il
corridoio antistante la sala "già
pieno" di… puffi. Fin qui, sembrerebbe tutto a posto. E invece no. Cattaneo è potuto entrare soltanto perché ha detto
all'usciere e al vigile di guardia
al cancello che dà sul Corso di
far parte del comitato del Sì.
Come avesse risposto "Sì, sono
puffo Quattrocchi". Significa
che se si era favorevole alla
base si poteva esercitare il proprio diritto di assistere al consiglio,
altrimenti
ciccia.
Versione suo malgrado confer-
Una seduta del consiglio comunale in sala Bernarda
mata dal capro espiatorio
"volontario"
Ivo
Radivo
Furlan, consigliere azzurro Puffo Inventore? - che lunedì
12 ha fatto sapere di essere
stato lui ad aver fatto passare i
giovani forzisti per non provocare la "reazione" del comitato
del No assiepato davanti all'altra entrata, quella in piazza dei
Signori. Entrata sbarrata. A
parte il fatto che assumersi la
responsabilità dell'"aiutino"
quattro giorni dopo l'accaduto
puzza un po' di rattoppo in
extremis, il fatto che siano
potuti entrare soltanto alcuni e
non altri è una discriminazione in sé e per sé (art. 3 della
Costituzione: "Tutti i cittadini… sono eguali di fronte alla
legge… senza distinzione… di
opinioni politiche"). Le agguerrite Sailormoon del No Dal
Molin hanno inviato un esposto alla magistratura, e alcuni
consiglieri di opposizione
(Asproso dei Verdi e Rolando
dei Ds in testa) hanno preparato una mozione di sfiducia nei
confronti del presidente del
consiglio, l'aennista Sante
Sarracco. Il quale a inizio seduta se l'era presa col sindaco per
la smaccata preferenza verso i
suoi supporters, e poi aveva
proposto la sua consueta regola del "20/20": venti sostenitori
del Sì e venti del No. Ma nulla
di fatto, il Sì non ci stava, la
discriminazione era già avvenuta. Ora, Sarracco ha dichia-
rato: "Credo di essermi
comportato correttamente". L'art. 13 comma 1 del
regolamento del consiglio
stabilisce che "I poteri necessari per garantire l'ordinato
svolgimento dei lavori consiliari nell'aula spettano al presidente del consiglio che li
esercita discrezionalmente
etc". E infatti la regola del
20/20 è legittimamente
made by Sarracco. Che
infatti, non potendo darle
seguito, ha poi fatto uscire
i giovani hullweckiani. Ma
in ultima analisi la responsabilità dell'indebita preferenza per i Puffi ricade comunque su di lui, perché lui è il
garante di tutto ciò che attiene
ai lavori dell'aula, nello spirito
Il presidente del consiglio
comunale Sante Sarracco
Da Marzo
sarà in edicola
Speciale
Economia 2007
Verona & Economia
Per la tua pubblicità chiama
Tel. 045.8015855 - Fax 045.8041460
previsto
dall'art.
43:
"Nell'esercizio delle sue funzioni
il presidente del consiglio si ispira
al criterio dell'imparzialità".
Ma non è finita qui. C'è stato
un altro cartoon andato in
onda su Sala Bernarda Tv,
quello che ha avuto come protagonista la battagliera Witch
del gruppo misto, Franca
Equizi. Tale Franco Casarotto alias Puffo Poeta - ha dato
della "puttana" alla nodalmoliniana Equizi mentre il gruppo
puffesco era illecitamente solitario in aula. La Equizi ha
sporto querela, inviperita per
la promessa del vicesindaco (e
avvocato) Valerio Sorrentino
di difendere il maleducato
omino blu invece che lei, una
consigliera. Non proprio un
esempio di galateo istituzionale. Anzi, di galateo tout
court. La Equizi ha poi presentato una richiesta di dibattito straordinaria, fuori dall'ordine del giorno deciso
dalla conferenza dei capigruppo. Argomento: una
cena fra Hullweck, la presidente
della
Provincia
Manuela Dal Lago e rappresentanti degli Stati Uniti
avvenuta di recente. Una
cena "privata" che in realtà
tutto fa supporre essere stata
di contenuto istituzionale,
dati i partecipanti . Ricevuto
un sonoro no, la Equizi ha
impugnato la decisione secondo l'art. 20: "Contro ogni determinazione del presidente, il sindaco e ciascun consigliere hanno
facoltà di appellarsi al consiglio il
quale decide senza discussione". Il
dibattito invece non c'è stato,
sepolto dalla risatine per il
tema 'frivolo'. Violando però il
regolamento.
C'è infine la questione dei simboli di partito.
E' prassi che in aula non debbano essere mostrati, ne
andrebbe del decoro dell'augusta sede. Lasciando perdere
il fatto che è una norma consuetudinaria senza nessun
appiglio nel regolamento, contestare - come ha fatto parte
del centrosinistra - la presenza
dei Puffi per il logo di Forza
Italia scritto al rovescio, non
pare un'obiezione di grande
consistenza. Anche perché il
decoro, anzi le regole erano
state disattese abbondantemente e allegramente in tutta
la loro probante sostanza scritta. Basterebbe leggerle, almeno. E non fare i Puffi
Tontoloni…
10
17 MARZO 2007
fatti&notizie
Per il neosegretario della Cisl il vero problema del vicentino è il ritardo nel terziario avanzato. "L'industria funziona, mancano ricerca e servizi”
Copiello bacchetta la Cgil: "Nessun declino"
DI
LUCA MATTEAZZI
Riprendendo il
titolo di una
famosa commedia di Eduardo,
si potrebbe dire
che per la Cisl
vicentina
sarà
una "Pasqua a casa Copiello".
Da qualche settimana infatti il
principale sindacato vicentino ha un nuovo segretario
provinciale: al posto di
Franca Porto, promossa alla
guida della segreteria regionale, c'è Gigi Copiello, tifosissimo del Vicenza, innamorato
della montagna e della bicicletta. Oltre che, e questa è la
cosa più importante, sindacalista di lungo corso. "Ho
cominciato tra la fine degli
anni 60, primi anni '70 - racconta -, in una fabbrica metalmeccanica di Velo d'Astico, e
da allora ho sempre lavorato
nel sindacato, alternandomi
tra la Cisl e la Fim (il settore
metalmeccanico del sindacato
cattolico, ndr)".
Eletto a grandissima maggioranza, Copiello non ama i
proclami e non si è presentato
con programmi altisonanti.
Perché, spiega, "prima di
decidere cosa fare bisogna
capire dove siamo e dove
vogliamo andare". In altre,
parole, prima bisogna mettersi d'accordo sull'analisi della
situazione, che negli ultimi
anni si dibatte tra le difficoltà
dell'economia e le divisioni di
una politica paralizzata e
paralizzante. Lui, in proposito, le idee le ha ben chiare: "Il
vicentino è e rimane una
grande provincia industriale,
uno dei poli produttivi più
antichi e rilevanti del paese",
spiega. E subito dopo aggiunge: "So benissimo che non è
tutto oro ciò che luccica, e che
ci sono criticità e situazioni
difficili, ma chi ha parlato di
declino industriale, ha perso
un'altra occasione per stare
zitto: non è né la prima né
l'ultima, perché già altre volte
hanno sbagliato l'analisi, e
proprio sulla situazione del
Veneto. La cosa assurda, poi,
è che adesso nessuno parla
più di declino: un'analisi, per
essere valida deve avere un
minimo di durata, invece è
bastata una ripresa di qualche
mese e il declino è sparito
dalla bocca di tutti".
Copiello non fa nomi, ma non
ce n'è bisogno, la frecciata ha
critiche, ma
vedo anche i
molti aspetti
notevoli dell'industria
vicentina
aggiunge
-.
Quello
che
voglio dire è
che tutta la
discussione
sull'industria
non deve far
passare
in
secondo piano
altri problemi
che stanno a
monte o a
valle dell'industria, e che
hanno
un
Per il nuovo segretario della Cisl la vera sfida per l'eco- peso sempre
più
determinomia si gioca nel terziario avanzato
nante. Mi riferiun bersaglio preciso: i cugini sco all'università, alla ricerca,
della Cgil, sindacato che negli alla logistica, alla viabilità, al
ultimi anni ha fatto del tema sistema fieristico, tutte strutdel declino industriale del ture decisive per lo sviluppo
vicentino un vero e proprio dei prossimi decenni".
slogan. Ed è proprio quell'ag- Insomma, il rischio del decligettivo, quell'insistere sul no c'è, ma non riguarda tanto
declino industriale, che non il sistema delle aziende,
convince il neosegretario quanto quello dei servizi e
della Cisl. "Ripeto, so leggere della politica. Del resto, basta
le debolezze e le situazioni rileggere le cronache degli
ultimi mesi per imbattersi in
conflitti a non finire, dalla
Fiera alla fusione tra Aim e
Ftv. E per trovare conferma
all'impressione che Vicenza
sia un gigante a livello produttivo, ma un nano dal
punto di vista politico amministrativo. "Si continua
a discutere di nanismo industriale, e in molti dicono che il
vero problema del Triveneto
è la frantumazione industriale - continua Copiello -. Io
credo
che
bisognerebbe
discutere del nanismo dei servizi: guardiamo il settore
delle multiutility, solo per
fare un esempio. Tra le nostre
aziende e quelle degli altri
stati europei non c'è confronto, non si può neanche fare un
paragone. Oramai si ragiona
dappertutto con una logica
internazionale. Ecco, a me
piacerebbe che lo stesso criterio fosse applicato a tutte le
questioni: purtroppo, però,
non sento nessuno che provi a
collocare il futuro di Aim,
della Fiera o dell'Università
di Vicenza in un'ottica internazionale".
Il rischio, dunque, è di trovarsi spiazzati dagli scenari dei
prossimi decenni. E a pagarne
le
conseguenze
saranno
soprattutto i più giovani. "Per
me, e per molti della mia
generazione, un posto in fabbrica era il massimo, perché
voleva dire evitare l'emigrazione o la fame nei campi insiste Copiello -. Per mio
figlio e per i suoi coetanei non
è più così, e questo ci riporta
al discorso di prima. Quando
il settore dei servizi e del terziario avanzato è debole,
frammentato e in generale
poco competitivo, anche l'offerta di lavoro bassa e poco
qualificata. Non è un caso che
la stragrande maggioranza
dei contratti atipici, precari,
sia concentrata in questi settori".
Il problema però, è capire
come affrontare questa situazione. Che fare? "Questo non
lo so, ma dobbiamo iniziare a
guardare al futuro con una
prospettiva diversa. Già questo è importante, perché si sa
che oggi il tempo è grigio, ma
se diciamo che domani tornerà il sole è un conto, se invece
l'idea è che domani ci sarà
tempesta, allora è un altro
discorso".
Caso Dal Molin: “Non ci sono traditori”
Tra i temi caldi che il neosegretario della Cisl
si troverà subito ad affrontare c'è, ovviamente, la questione Dal Molin. Con Franca Porto
la Cisl ha mantenuto un atteggiamento prudente, senza schierarsi apertamente né per il
sì né per il no (con l'eccezione del settore
scuola, decisamente contrario alla Ederle 2).
Copiello sembra intenzionato a seguire la
stessa linea, prendendo le distanze da quanti
vogliono la resistenza ad oltranza. "A Che
tempo che fa, la trasmissione di Fabio Fazio su
Raitre, il segretario della Cgil Guglielmo
Epifani ha detto che il Dal Molin è una questione di politica internazionale - spiega -. È
una posizione che condivido". Come dire che
quella sul Dal Molin è una decisione che
riguarda i massimi livelli del governo italiano ed americano, e sulla quale cittadini e
amministratori di Vicenza possono fare ben
poco.
Per spiegarsi, Copiello ricorre ad un esempio
tratto dalla sua esperienza sindacale.
"Capisco le proteste della gente, anche perché
il mio lavoro è stare in mezzo alle persone precisa -. Ma quando c'è una crisi l'unica cosa
è dire con responsabilità e sincerità come
stanno le cose. Faccio un esempio: quando
sono arrivato alla Fim di Padova ho trovato
una situazione particolare: c'era un carpenteria importante, storica e prestigiosa, che
agli operai, andare a dirgli che mentre
loro lavoravano altri mangiavano, è
stata durissima, ma non c'era alternativa. Per evitare la chiusura le abbiamo
provate tutte, ma dopo due anni la fabbrica ha chiuso".
Stessa situazione sul Dal Molin. La
nuova base non piacerà a nessuno, o
quasi, ma le possibilità di opporsi alla
richiesta americana sono pochissime, e
conviene piuttosto affrontare con realismo i problemi posti dal progetto.
Anche per non alimentare ancora di
più lacerazioni e divisioni che stanno
mettendo in crisi il centrosinistra vicentino. "Sul Dal Molin, non ci sono traditori, non si può considerare in questo
modo chi si è preso una responsabilità.
I rapporti di forza vanno tenuti in considerazione, per riuscire a cambiare la
situazione ci vuole un po' di realismo.
Sulla questione Dal Molin Copiello si muove seguendo Bruno Trentin, grande leader della
la linea tracciata dall'ex segretaria Franca Porto
Cgil, mi ha insegnato che i contratti non
aveva appena fatto i lavori per la nuova
si firmano quando gli scioperi cominciano ad
copertura dell'impianto di San Siro. Tutto
andare male, perché se ne accorgono anche
sembrava a posto e si era convinti di avere a
gli industriali. I contratti si firmano quando
che fare con una grande fabbrica. Dopo due
gli scioperi vanno benissimo, e quando c'è la
anni è fallita, e io sono stato tra i primi ad
sensazione che potrebbero andare ancora
accorgermi che sotto il vestito non c'era nienmeglio: è quello il momento in cui si può
te e che la situazione era disperata. Spiegarlo
ottenere di più".
SUPPLEMENTO
DIRETTORE EDITORIALE GIOVANNI COVIELLO Spedizione in A.P. - 45% art.2 comma 20/b legge 662/96 Filiale di Verona
Vbg, Fedrigo e i suoi
puntano i playoff
a pagina II
Anno 2 nr. 10 - Sabat0 17 marzo 2007 Supplemento al numero 50 del settimanale VicenzaPiù
Per la promessa vicentina del nuoto sincronizzato sono arrivati due primi posti ai campionati
italiani. Ora c'è da pensare alla scuola, sognando le Olimpiadi di Pechino 2008
Armonia d’acqua e musica
DI FRANCESCO CAVALLARO
Giovanili del rugby,
la carica dei ragazzi terribili
a pagina V
L. A. Confidential,
sulle spiagge del beach volley
a pagina VI
Tifo violento,
genitori sopra le righe
a pagina VII
Segnatevi questo nome:
Erika Trentin. Sentiremo
parlare spesso (e bene) di
lei in futuro. La diciannovenne vicentina ha conquistato due medaglie
d'oro
ai
campionati
nazionali
assoluti
di
nuoto sincronizzato, serie
A1, di Verona. Un risultato fortemente voluto che
nasce da anni e anni di
allenamenti alle piscine
di Vicenza, svolti con
l'abnegazione di una
veterana. Il tempo di tornare a casa da scuola,
Erika frequenta la quinta
superiore al "Boscardin",
e la giovanissima "sincronetta" è già in acqua che
prova e riprova i vari
esercizi tecnici sotto gli
occhi di Marta, sorellaallenatrice. Il nuoto sincronizzato è tutto per lei.
O quasi. Quest'anno c'è
da pensare anche alla
maturità: davvero gli
esami non finiscono mai.
Intanto,
prima
della
prova delle prove, Erika
si gode i due primi posti
ai campionati italiani.
"Sono contentissima, ci
racconta ancora emozionata; dopo la prima esibizione non mi aspettavo
proprio di salire sul gradino più alto del podio.
Durante la seconda prova
ho dato tutta me stessa: e
i giudici mi hanno premiata con un punteggio
altissimo. Lì per lì non mi
sono neanche resa conto
di ciò che era accaduto,
sono
dovuta
correre
all'antidoping. Poi, con
calma, ho realizzato tutto
quanto: è stata una sensazione bellissima, indescrivibile. Dopo la gara, alla
sera sono andata a festeggiare in pizzeria con tutte
le mie compagne di squadra.
Insieme abbiamo raggiunto un traguardo notevole. Ci siamo classificate
seste in tutta Italia, una
posizione che fa onore
all'intera società di nuoto
di Vicenza. Quando sono
tornata sui banchi di
scuola i miei compagni di
classe si sono tutti complimentati con me; scherzando mi hanno pure
chiesto l'autografo. Ora
dovrò dedicarmi di più
allo studio, la maturità è
alle porte. Ma questo non
influirà
in
nessuna
maniera sul ritmo degli
allenamenti, andrò in
acqua anche il giorno
prima degli orali. Il futuro? Credo che mi iscriverò all'Università, magari
ad una facoltà di tipo
scientifico. Non posso
investire solo sul nuoto
sincronizzato, i compensi
che ricevo servono per
coprire le spese o poco
più". Erika ci affascina
con le sue emozioni:
"Quando mi esibisco mi
faccio trasportare completamente dalla musica;
non mi limito ad eseguire
delle tecniche e basta,
cerco di metterci del mio.
Anche il nuoto sincronizzato è una forma di
espressione
artistica.
Ecco, diciamo che interpreto i vari movimenti
con grande passione".
Paolo Gechelin, presidente
delle
Piscine
di
Vicenza, è chiaramente
soddisfatto per i risultati
conseguito da Erika: "Lei
è il nostro fiore all'occhiello. Il segreto sta tutto
nel suo talento naturale.
Non solo. Erika si impegna con dedizione e spiri-
to di sacrificio durante gli
allenamenti. Ora che è
arrivata prima ai campionati italiani sarà sempre
più dura, sarà lei l'avversaria che tutte vorranno
battere. Tuttavia sono
convinto che, data la sua
giovane età, abbia ancora
degli ampi margini di
miglioramento.
Così
almeno ci auguriamo tutti
quanti".
17 MARZO 2007
II
Basket C1 maschile. Sesta vittoria consecutiva per i ragazzi di Fedrigo. Che ora puntano in alto
All'orizzonte ci sono i playoff, il Vbg ci prova
per una promozione diventa più
intenso. Cinque sono le partite che
La decima giornata mancano alla fine del campionato e
di ritorno assegna al per sognare bisogna arrivare all'otVicenza
Basket tavo posto, ultimo disponibile per i
Giovane un piccolo playoff, ora occupato dall'Iseo
record che infonde di Serrature Pisogne, a soli quattro
certo alla squadra punti di distanza.
una buona dose di Sembrava che la Sangiorgese, una
soddisfazione: sei vit- formazione creata per arrivare nelle
torie nelle ultime sei prime quattro, quinta in classifica,
gare. Peccato che questa determina- dovesse arrivare tra le mura del
zione sia uscita nello sprint finale, PalaLaghetto per compiere una pascome se il terrore della retrocessione seggiata primaverile, e invece no.
abbia scosso le coscienze sportive Moscatelli e compagni se ne sono
del collettivo berico, anche se vista la tornati a casa masticando amaro
rosa di giovani c'era fin dall'inizio la dopo una partita che li ha visti rinsperanza di una ripresa dopo il correre quasi per tutto il tempo la
"rodaggio" dei più piccoli. Se la squadra di casa trascinata da
squadra avesse mantenuto un ruoli- Cosentino, Selle e Andrea
no di marcia così alto, la zona pla- Campiello, mentre un pò sottotono
yoff sarebbe stata assaporata da è sembrato il capitano Umberto
tempo. Il rovescio della medaglia è Campiello che, pur autore di 15
che arrivandoci dopo un avvio da punti, è stato impreciso dalla lunetcon alti e bassi, il gusto di lottare ora ta.
I ragazzi di Fedrigo centrano
insomma la sesta vittoria consecutiva, eguagliando il record di
risultati utili di fila conseguito
l'anno scorso. Una vittoria
importantissima, sia dal punto di
vista della classifica che del
morale. In campionato, infatti, i
biancorossi salgono a 20 punti e
restano decimi in classifica, staccando però di sue punti Gallarate
sconfitto da Piadena. Adesso i
vicentini, domenica alle 18,
andranno ad affrontare il
Pisogne, che in caso di vittoria
potrebbero avvicinare a due lunghezze; e se Gallarate sconfiggesse Pavia, potrebbero affiancare
quest'ultima al nono posto.
"Continuiamo ad allenarci bene spiega il tecnico biancorosso
Cristian Fedrigo -: stiamo gestenIl Vicenza Basket Giovane ha messo do i riposi e i carichi di lavoro in
vista dei prossimi importanti
in fila sei vittorie di fila. E adesso i
incontri. Abbiamo affrontato una
playoff sono a portata di mano
delle squadre più forti del camDI
TOMMASO QUAGGIO
pionato, e come avevo chiesto
abbiamo pensato soprattutto al
nostro gioco. Gli elementi di questa
svolta sono tre: lo staff tecnico, Ighor
e Matteo, che mi hanno convinto a
semplificare l'allenamento, dando
obiettivi semplici; poi abbiamo in
buon settore giovanile, che magari
all'inizio avevano un peso specifico
inferiore, ora sono cresciuti e sappiamo sempre di essere in 12 anche
quando qualcuno non è in forma;
infine un grande aiuto l'ha dato
Massimo Monfardini, il preparatore
atletico della prima squadra e
dell'Under 21, con un lavoro differenziato per ogni atleta".
Per quanto riguarda il settore giovanile le ragazze dell'under14
Femminile Eccellenza Vbg targata
"CPS di Conte Ivano" e allenata da
Massimo Bernardini, con l'assistenza di Marta Cattani, non sono infatti riuscite a contrastare la forza delle
prime della classe del San Martino
di Lupari. Continuano invece nella
loro striscia positiva le giovani dell'under 13 femminile che nella
prima giornata di ritorno non
hanno avuto problemi contro le giovani giocatrici del Famila Schio "B".
E la soddisfazione per il Vbg non
finisce qui. Valentina Billo infatti è
stata convocata nella rappresentativa regionale femminile del Veneto
(categoria 1994-95). Il Cna regionale,
in vista dei prossimi impegni agonistici, ha convocato infatti la giocatrice biancorossa (insieme ad altre 23
della regione) per una selezione in
programma a Dese (VE). Se i selezionatori la scegliessero Valentina
andrebbe ad aggiungersi alle compagne di squadra Eleonora Zanetti
e Silvia Fanton, componenti ormai
fisse della rappresentativa regionale
del Veneto. Insieme alle giovani
atlete è poi stato convocato anche il
tecnico delle Under 13 e Under 14
femminili del Vbg Massimo
Bernardini.
Basket A2 donne
As Vicenza, si cerca uno
scatto d'orgoglio
Di certo alle ragazze di Claudio
Corà non manca la determinazione. Guardando la classifica
dal basso verso l'alto l'ultimo
posto, ovvero la retrocessione
può ancora essere evitata.
Quello che però mette incertezza nel cammino verso la zona
dei palyout è l'ennesima sconfitta subita in casa contro la
Nemaz Udine. Le biancorosse
devono cercare di rialzarsi e
riuscire a vincere da qui alla
fine le partite che mancano alla
fine della regular season.
Perché sei punti fatti in ventiquattro partite sono davvero
pochi. Alle fine mancano solo 6
partite e gli spazi per una
rimonta vanno restringendosi.
Quello che non manca di certo
alle vicentine è lo spirito di
squadra, uno spogliatoio compatto che nell'arco della stagione ha dovuto fare i conti con
più di una disavventura: cambio allenatore, infortuni, e una
formazione costruita più per far
maturare le giovani che per
vincere.
"La speranza è quella di scalzarci dall'ultimo posto e arrivare
nella zona playout - racconta la
play Valentina Corà -. Fino a
che la matematica non ci
inchioderà non molleremo l'osso".
Ma in questa squadra cosa c'è
che non funziona?
"Anche nell'ultimo incontro
abbiamo giocato bene, poi ci
manca sempre qualcosa. La
squadra di quest'anno aveva di
certo dei limiti in partenza. Ma
questo, anche per le disponibilità economiche era quello che si
poteva fare. In campo ci sono
ragazze davvero giovani, alla
loro età facevo un sacco di panchina, ma la loro grinta e determinazione le ha portate a
migliorare moltissimo sul
piano del gioco. Una crescita
che di certo tocca anche me".
La fiducia del tecnico biancorosso nella sua formazione non
smette di certo, anche se prima
di questi ultimi incontri Corà
aveva detto di aspettarsi una
classifica più favorevole.
"Sapevamo che sarebbe stata
una stagione dura, abbiamo
costruito una squadra con
ragazze giovanissime, non ci
aspettavamo di certo dei miracoli. Dobbiamo sfruttare le possibilità e le potenzialità di cui
disponiamo".
T.Q.
Campionati provinciali, le partite della prossima settimana
Promozione maschile
- U.S. Angarano - Basket Malo, 21/03/2007 21:15,
Palazzetto Viale Asiago-quartiere Xxv Apr Bassano del
Grappa;
-Pall. Araceli Vicenza - Primultini Basket,
23/03/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Lora Via
Mainardi, 14 Vicenza;
-Pall. Breganze - Zurlo S.R.L., 23/03/2007 21:00, Palestra
Sc. Medie Laverda Piazzetta Degli Alpini, 8/b Breganze;
-Pall. Altavilla - Montebello Basket, 22/03/2007 21:00,
Palasport Piazza Della Libertà - Altavilla Vicentina;
-Pall.Bolzano Vicentino - Nuovo L'argine 2001,
23/03/2007 21:00, Palestra Via Albereria - Lisiera;
-Quinto Basket - Basket Thiene, 21/03/2007 21:00,
Palazzetto Via Degli Eroi Quinto Vicentino;
-Grissin Bon Concordia - Pol. Aurora 76, 23/03/2007
21:00, Palasport Don Bosco Via Marconi, 16 Schio;
-A.Dil. Summano Basket - Asd Basket San Giuseppe,
23/03/2007 21:00, Palestra Via Lengore Piovene
Rocchette;
Prima divisione maschile - girone A
-Pol.Sovizzo - Pall. Asiago,21/03/2007 21:00, Palazzetto
Via Roma Sovizzo;
-Pol. Fulgor Thiene - A.D.7 Mulini Basket, 22/03/2007
21:15, Palestra Santa Maria Maddalena Thiene;
-Pol. Jonathan - Basket S. Nazario,21/03/2007 21:00,
palestra centro giovanile Piazzale Cadorna Bassano del
Grappa;
-Albergo Giulieta - Romeo Trissinooro, 21/03/2007
21:15, Palestra Comunale Montorso;
-G.S.Isola 91 Basket - Basket Arzignano, 22/03/2007
21:30, Palestra Scuole Medie Via A. Moro Isola
Vicentina;
-Pol. Carmignano - Gobbo Impresa Edile,
22/03/2007 21:30, Palestra Via Boschi - Carmignano di
Brenta (PD);
Seconda divisione maschile - girone A
-Pgs Concordia Schio - A.S.D. Rooster, 22/03/2007
21:00, Palestra S. Elementari Cà Trenta - Via Giovanni
XXIII - Schio;
-Pall. Araceli Vicenza - Ad.Scuolabasket Noventa,
22/03/2007 21:00, Palestra Scuole Medie Muttoni Via
Massaria - Vicenza;
-Pol. Jonathan - Quinto Basket, 20/03/2007 21:00, palestra centro giovanile Piazzale Cadorna - Bassano del
Grappa;
Per le ragazze dell'As Vicenza la situazione di classifica
è sempre più complicata
17 MARZO 2007
III
Veronica Angeloni schiaccerà per i colori biancorossi della Minetti Infoplus
L'Angelo Azzurro
vola a Vicenza
DI
PAOLO MUTTERLE
È
Veronica
Angeloni la sostituta di Mia Jerkov
alla
Minetti
Infoplus. La bionda schiacciatrice
toscana della croata prenderà anche la maglia, quel
numero otto che si porta in giro
dal suo debutto in serie A1 due
stagioni fa. Schiacciatrice di
posto 4, classe '86, il suo soprannome è "Angelo Azzurro", dato
che della nazionale italiana
(Juniores) è stata anche capitano
agli Europei vinti nell'estate
2004, prima di debuttare con la
nazionale maggiore di Marco
Bonitta e vincere con i club trofei
importanti
come
una
Supercoppa Italiana e due Top
Teams Cup.
Con la pallavolo ha cominciato a
otto anni nella squadra della sua
città, Massa, mentre faceva
anche nuoto. Ma la sua crescita
sportiva è avvenuta nella vicina
Carrara, nella società che ha sfornato giocatrici come Maurizia
Cacciatori, le sorelle Buffon e
Francesca Piccinini. Poi tra il
2002 e il 2004 l'esperienza ravennate al Club Italia, trampolino di
lancio per entrare nella cerchia
delle azzurrine e volare poi sempre più in alto, nel campionato
più difficile del mondo,
con
Chieri
(2004),
Novara (2005) e poi di
nuovo alla Bigmat nell'annata in corso. Una
stagione in cui Vero si è
trovata la strada chiusa
da Erika Fiorin, ancora
prima che arrivasse la
nazionale
azera
Mammadova. Ed ora
eccola a Vicenza. "Sono
contentissima - racconta ! La società mi piace, la
squadra anche! Sono
veramente felice di questa opportunità, anche se
quando l'altro giorno ho
lasciato Chieri mi è
dispiaciuto staccarmi da
quel gruppo e non
nascondo che il momento dei saluti con le ragazze un po' mi veniva da
piangere, perché mi ci
ero molto affezionata, ma Veronica Angeloni arriva a Vicenza da Chieri al posto di Mia Jerkov
so che comunque qui troverò un bell'ambiente".
bene, così come credo farò con le mi sgolo, ma stare in campo e
Conoscevi già qualcuna delle altre, perché ci sono molte ragaz- tutta un'altra cosa, è lì che una
tue nuove compagne di squa- ze giovani e perché mi sono sem- può sfogare le sue energie!"
dra?
pre inserita facilmente nei posti Che impressione ti ha fatto la
"Sì, perché ho trascorso un mese in cui sono stata. Dopo due anni Minetti Infoplus nel doppio
insieme a Stefy Dall'Igna e a in cui non ho giocato moltissimo confronto con Chieri?
Moky De Gennaro in ritiro con la non vedo l'ora di tornare in "Sicuramente gioca molto bene,
nazionale la scorsa estate, e poi campo, ho tantissima voglia di sono bravissime in difesa, ottimo
Piske con cui sono stata un anno saltare, di giocare! Anche perché il palleggiatore, è una squadra
assieme a Ravenna al Club Italia. come carattere sono esuberante, che non molla mai; per me è
Con loro mi sono trovata sempre quando sono in panchina urlo e l'ambiente ideale per crescere,
anche perché c'è Manù
Benelli di cui tutti mi
hanno parlato benissimo
e so che lavora bene con le
giovani, quindi non vedo
l'ora di inserirmi in squadra! Anche quando ci ho
parlato al telefono prima
di venire qui l'impressione che mi ha dato è stata
ottima e mi ha convinto
ancora di più a venire a
Vicenza!".
Un'ultima cosa, di te si
parla tanto anche fuori
dal campo, come vivi
tutta questa attenzione?
"Guarda, ti giuro, non è
assolutamente una cosa
che cerco io! Spesso mi
tirano in ballo e volentieri
mi rendo disponibile con
tutti, giornalisti e tifosi,
ma per me l'aspetto sportivo viene prima di tutto:
il mio sogno è quello di
affermarmi nella pallavolo ed essere conosciuta
per questo ruolo, e darò il massimo per farlo qui a Vicenza come
ho fatto in precedenza a Chieri e
a Novara. Altre cose non mi
importano, a volte possono far
piacere, così come l'affetto dei
fan (che le hanno anche dedicato
un sito, n.d.r), ma quello che mi
interessa di più è fare bene con la
Minetti!"
A Vicenza la Caponi trova una ex compagna di squadra molto speciale: il tecnico Benelli
E Manu riabbraccia Manù
re le centrali durante gli allenamenti. E anche coach Benelli può
essere contenta, dato che Manuela
Caponi lei la conosce da più di
dieci anni. Il motivo ce lo svela
proprio il nuovo acquisto
della Minetti Infoplus, che
vestirà la maglia n. 12:
"Con Manù ho giocato
insieme una stagione, nel
95/96 all'Aster Roma. Io ero
giovanissima, avevo sedici
anni, mentre lei era a fine
carriera. Per me era come un
sogno, giocare con un mito!
Ma lei lo era sul serio, con
noi che eravamo poco più
che bambine era sempre
molto disponibile ad aiutarci, a darci consigli. Inoltre è
sempre stata un modello in
campo, per la sua tenacia e
la sua grinta".
Nata a Roma nel 1979, la
Con Manuela Caponi la Minetti ha trova- centrale cresciuta a Nettuno,
to il terzo centrale da Affiancare ad sul litorale laziale, è la prima
Arrighetti e Paccagnella
pallavolista romana a sbar-
Pacca e Piske tirano un sospiro di
sollievo: finalmente a tirare la carretta in posto tre ci sarà un'altra
compagna oltre a Marilyn
Strobbe, lasciando un po' più libe-
care nella città del Palladio, un
particolare che sicuramente non
può che far piacere al presidente
biancorosso Coviello. Dopo aver
lasciato la Capitale nel 2001,
Manuela ha girato l'Italia, passando per Lodi, Tortolì e poi Forlì, e
ritrova ora la ex compagna di
squadra come allenatore a
Vicenza.
Per Caponi la stagione in corso è
stata particolare, dato che per il
primo anno aveva scelto di cambiare ruolo e passare in banda, ma
come ci racconta oggi è pronta a
tornare al centro:
"Il cambio non è andato come
volevo, credevo fosse più fattibile,
invece anche a causa di un'infiammazione al tendine ho avuto qualche difficoltà. Il fatto poi di non
avere un ruolo ben definito e di
allenarmi in posizioni diverse non
mi ha aiutata. Ho deciso quindi di
tornare al vecchio ruolo, dove
sicuramente mi vedo di più. Qui
ho la possibilità di farlo e per que-
sto sono contenta di essere venuta. Oltre a Manù conosco
Valentina Arrighetti, con cui ho
fatto i Giochi del Mediterraneo in
Spagna, e poi Ivana Curcic, che
per un periodo si è allenata con
noi a Forlì, così come Bojana
Radulovic. La Minetti l'ho affrontata quest'anno da avversaria e mi
è sembrato un gruppo unito e ben
assortito. Non è sempre facile arrivare e inserirsi, ma credo sia possibile. Mi dispiace lasciare la
Tecnomec a metà campionato,
anche perché è la prima volta che
mi capita nella mia carriera. Ho
sempre avuto un buon rapporto
con la società, e quest'anno ho
partecipato alle sue sorti, spero
quindi che riescano a raggiungere
l'obiettivo della salvezza".
Cosa conosci di Vicenza?
"Sinceramente non molto, come
città ci ho solo giocato e ho visto
solo il palazzetto; sono curiosa di
scoprire un posto nuovo. La società ovviamente la conosco di fama,
so che ha una storia importante e
che nella pallavolo è ben vista e
rispettata, anche per questo sono
felice di farvi parte. L'accoglienza
che ho ricevuto finora è stata
molto piacevole. Il pubblico del
PalaCia, per quello che ho visto le
volte che ho giocato qui, è molto
appassionato e vicino alla squadra, spero che sia così e che possa
diventare il 'mio' pubblico".
Oltre che della nazionale sperimentale di Mencarelli, Manuela
Caponi ha fatto parte delle azzurre
guidate
da
Marcello
Abbondanza alle Universiadi di
Izmir, in Turchia, quando era
iscritta a Scienze Politiche a Pavia.
Ora invece nel tempo libero prende lezioni di batteria, tanto che in
Romagna si era iscritta anche a
una scuola di musica. Una passione che, tempo permettendo, vorrebbe continuare anche a Vicenza.
I vicini di casa sono avvisati…
P. M.
17 MARZO 2007
IV
La società. Tanti giovani e un direttivo formato esclusivamente da genitori degli atleti
Pallavolo Belvedere,
lo sport a conduzione familiare
Nel caso della Pallavolo Belvedere
i "duri" hanno appeso le scarpette
al chiodo, lasciando il campo da
gioco per una giusta causa. Sul
finire degli anni '90 la società militava in serie C2 ma poi, per una
serie di circostanze sfavorevoli,
incappò in una crisi, da cui si risollevò grazie alla scelta di alcuni giovani giocatori di entrare in società
in veste di dirigenti e fattivi collaboratori.
Tra questi Mirco Sgarbossa, attuale responsabile del Settore giovanile, che allora, appena ventunenne,
si impegnò a dare continuità alla
società in stallo. "Oggi come ieri spiega Sgarbossa - la nostra volontà è di dare un servizio al maggior
numero possibile di ragazze e
ragazzi, per valorizzare e far cono-
scere le potenzialità della pallavolo, uno degli sport migliori
sotto il profilo educativo ed fisico". Tentativo che ha dato i suoi
frutti, con una novantina di
atleti tesserati all'attivo, tra una
2^ divisione femminile, un
under 16, due Under 14 femminili, un under 14 maschile, una
squadra mista e due minivolley. L'unica squadra maschile
può contare su una massiccia
presenza di atleti extracomunitari che, malgrado siano "molto
più vispi e vivaci" dei loro
coetanei italiani, regalano soddisfazioni per la loro spiccata
abilità di coordinazione e la veloce
capacità di apprendimento. "Negli
ultimi tempi - racconta il responsabile del settore giovanile - altri
sport, il nuoto in particolare,
hanno levato terreno alla pallavolo". La realizzazione della piscina
comunale ha influito sull'adesione
degli atleti più piccoli del minivolley, che spesso affiancano l'impegno in palestra ad altre discipline
sportive. Ma la società non demor-
de, e si è già messa all'opera
per ampliare il proprio "raggio d'azione". "Circa un anno
fa - spiega il vicepresidente
Tiziano Pavan - abbiamo
siglato un accordo con il
Comune, grazie al quale
siamo riusciti ad allargare il
nostro bacino d'utenza comprendendo, oltre a Belvedere,
altre cinque frazioni del
comune di Tezze. Per questa
società a "conduzione familiare", che vanta un direttivo
formato quasi esclusivamente
da genitori degli atleti, l'obiettivo più importante è continuare a coniugare armoniosamente i risultati tecnici sul campo
con quelli formativi di crescita personale.
Calendari Fipav, le partite della prossima settimana
Prima divisione Femminile girone 1
17/03/07 20.30, Riviera Volley - Volley Cartigliano,
Palasport Barbarano Vicentino
17/03/07 17.00, Banca C.C. Campiglia - Fado', Comunale
Campiglia dei Berici
17/03/07 20.30, Pallavolo Longare - Marzotto Sporting,
Palasport Longare
17/03/07 20.30, Laserjet Orgiano - U.S. Angarano Azzurra,
S.M. "Piovene" Orgiano
17/03/07 18.30, Carmet Schio Volley - As Pallavolo
Caldogno,
Liceo Tron SCHIO
22/03/07 21.00, Asd Pol. Brendola - Marzotto Sporting,
S.E. S.M. Bertilla Brendola
Classifica: Riviera Volley 45; Marzotto Sporting 36;
Fado' 36; As Pallavolo Caldogno 28; Laserjet Orgiano 24;
Banca C.C. Campiglia 23; u.s. Angarano azzurra 20; Asd
Pol. Brendola 19; Carmet Schio Volley 15; Volley
Cartigliano 9; Flanet 7; Pallavolo Longare 5.
Prima divisione Femminile girone 2
7/03/07 20.30, Ecoaria - Mobilfer Noventa, S.M. "De
Gasperi" Mason Vicentino
17/03/07 18.00, Pgs Novale - Asd Grumolo, S.M. "G.Lora"
Novale - Valdagno
17/03/07 20.30, Pall. Bassano Asd - U.S. Costabissara,
Comunale Costabissara
17/03/07 21.00, Camec - Fulgor Thiene, Comunale
Rossano Veneto
17/03/07 18.30, Pall. Arzignano - U.S. Summano, I.T.C."
M.Polo" Arzignano
17/03/07 20.00, Rollmac Pall. Trissino - Sporting Alto
Vicentino,S.M. A. Fogazzaro Trissino
Classifica: U.S. Costabissara 36; Pgs Novale 35; Pall.
Arzignano 31; Mobilfer Noventa 30; Fulgor Thiene 26; Pall.
Bassano asd 25; U.S. Summano 25; Rollmac Pall. Trissino
19; Camec 18; Asd Grumolo 12; Sporting Alto Vicentino 10;
Ecoaria 3.
Prima Divisione Maschile girone Unico
17/03/07 20.30, Fulgor Thiene - Pallavolo Longare,
Patronato "S. Gaetano" Thiene
17/03/07 20.30, Torrebelvolley - R & C Scientifica
Castellana, S.M.. "Carducci" Torrebelvicino
17/03/07 20.00, Arreda In Legno - Finplast, S.E. "Ghirotti"
Creazzo
17/03/07 20.30, Volley Cartigliano - Bioton P.G.S. Schio,
S.M. "Antonibon" Cartigliano
17/03/07 21.00, Volleyoung - Zaitex Povolaro, Liceo "Gb.
Quadri" Vicenza
Classifica: R & C Scientifica Castel 43; Pallavolo Longare
36; Torrebelvolley 31; Fulgor Thiene 31; Volley Cartigliano
25; Bioton P.G.S. Schio 23; Zaitex Povolaro 21; Arreda in
legno 20; Volley Young 20; PSF Volley 10; Finplast 9;
Volley Solagna 4.
Seconda Divisione Femminile Girone 1
17/03/07 19.00, Pol. Cogollo - Fulgor Thiene, Comunale
Cogollo del Cengio
17/03/07 20.00, Castelgomberto - Pall. Arzignano,
Palasport Castelgomberto
17/03/07 17.00, San Vito Volley - Volley Sottoriva,
Palasport San Vito di Leguzzano
Classifica:: Yellow Wolley 42; Castelgomberto 39; Volley
Sottoriva 30; Pol. Cogollo 30; Villaverla -Santo 27;
Marzotto Sporting 21; Pallavolo Malo 16; Pgs Novale 15;
San Vito Volley 14; Fulgor Thiene 8; Pall. Arzignano 1.
Seconda Divisione Femminile Girone 2
17/03/07 20.30, Us Astico - Fides Pallavolo, Scuole Medie
San Pietro in Gu Pd
17/03/07 20.30, Uv Montecchio Maggiore - Marchioro
Sovizzo, S.M. "Marco Polo"
17/03/07 18.30, Asd Grumolo - Romec San Vitale, S.M.
Giovanni XXII Grumolo delle Abbadesse
19/03/07 20.00, Riva Pallavolo - Pallavolo Longare,
Palasport Monticello Conte Otto
19/03/07 21.00, Chimica Ecologica Vicenza - Il Grifone
Volley, S.M. Rodolfi Vicenza
Classifica: Riva Pallavolo 44; Il Grifone Volley 35;
Marchioro Sovizzo 34; Chimica Ecologica Vicenza 32; U.S.
Astico 20; Asd Grumolo 19; Volley Sandrigo 15; Pallavolo
Longare 13; Fides Pallavolo 6; Uv Montecchio Maggiore 4.
Seconda Divisione Femminile Girone 3
17/03/07 19.00, Gs Pall. S. Nazario - Volley Cassola, S.M.
"Bombieri" Valstagna
17/03/07 20.30, Usd Altair - Off. Mecc. Zoppelletto,
Palaltair Vicenza
17/03/07 19.00, Pall. Belvedere - Volley Towers, Comunale
Belvedere di Tezze S/B Belvedere - Tezze Sul Brenta
17/03/07 20.30, Volley Cartigliano - A.S.D. Santa Croce,
Palestra "Einaudi" campo 2 Bassano del Grappa
17/03/07 20.30, Menotti Specchia - Acs Monticello,
Palarosa' Rosa'
Classifica: Off. Mecc. Zoppelletto 44; Volley Towers 35;
A.s.d. Santa croce 33; Volley Cassola 31; Menotti Specchia
23; Prix Volley Cesuna 22; Usd Altair 21; Pall. Belvedere 14;
gs pall. S. Nazario 8; Volley Cartigliano 5; Acs Monticello 4.
Seconda divisione Maschile
17/03/07 20.30, Volley Ardens - Nanto Volley, S.M.
"Zanella", Bolzano Vicentino
17/03/07 18.30, Usd Altair - Torrebelvolley, S.M.
"Barolini" Vicenza
17/03/07 18.30, A.S.D. Santa Croce - Volley Bassano, Ist.
"Remondini"
Bassano del Grappa
17/03/07 18.00, Fulgor Thiene - Volley San Marco,
Patronato "S. Gaetano" Thiene
Classifica: Nanto Volley 34; A.S.D. Santa Croce 33; Volley
Bassano 31; Volley Ardens 27; Volley Sottoriva 26; Samia
Schio Sport 23; Usd Altair 17; Torrebelvolley 14; Volley San
Marco 9; Fulgor Thiene 9; U.S. Castello 2.
Terza divisione femminile girone unico
17/03/07 20.00, Sartorello - Alimentas Lonigo, S.E.
"Colombo" Vicenza
18/03/07 10.30, Riviera Volley - Volley San Marco,
Palasport Barbarano Vicentino
17/03/07 19.00, G.S.D. Pozzo - Volley Ardens, Comunale Pianella Poianella - Bressanvido
17/03/07 18.30, A.S.D. Santa Croce - Castellana S. Pietro,
Palestra "Einaudi" campo 2
Bassano del Grappa
17/03/07 19.00, Volley Nove - Gnr San Vitale, Comunale
Nove via Brenta Nove
17/03/07 17.30, Villaverla - Santo Sportland Creazzo, S.M.
"Goldoni" Villaverla
Classifica: castellana S. Pietro 44; Sartorello 34; Volley
Ardens 31; A.S.D. SANTA CROCE 28; Sportland Creazzo
28; Volley Nove 26; Robur Thiene 25; Gnr San Vitale 20;
Riviera Volley 17; Alimentas Lonigo
16; Villaverla Santo 14; G.S.D. Pozzo 12; Volley San Marco 0.
Terza divisione maschile unico
17/03/07 16.00, Artifer Zane' - Volley Rosa', Palasport Campo 2 Zane'
17/03/07 20.30, Pgs Cesuna C. Pennar - Crespadoro
Volley, Comunale Mezzaselva
Mezzaselva - Roana
17/03/07 20.30, Pgs Novale - Ardens Autoservizi Barbiero,
S.M. "G.Lora" Novale - Valdagno
20/03/07 20.40, Arreda In Legno Srl - Usd Altair, S.E.
"Ghirotti" Creazzo
Classifica: Pgs Novale 31; A.D.Pol. Cornedo 29; Arreda In
Legno srl 24; Pgs Cesuna C. PENNAR 21; Crespadoro
Volley 18; Volley Rosa' 14; Dueville Volley 13; Volley Ardens
10; Usd Altair 10; Artifer Zane' 1.
17 MARZO 2007
V
Rugby. Uno sport che piace anche ai più piccoli: ecco le giovanili dei Rangers Vicenza
Un mondo di mete
e divertimento
DI
FRANCESCO BIANCHI
Negli ultimi anni il Rangers
Rugby Vicenza è riuscito a
creare uno dei migliori settori
giovanili a livello nazionale.
Infatti, oltre alla Scuola di
Minirugby, che copre ogni
categoria
dall'Under
7
all'Under 13, il club biancorosso schiera una formazione
juniores femminile (Under 15)
e tre formazioni juniores
maschili: Under 15, 17 e 19. Le
squadre juniores maschili partecipano a regolari campionati, organizzati dal Comitato
Interregionale delle Venezie,
ma anche ad emozionati sfide
internazionali, che li vedono
protagonisti sia in casa che
all'estero. Nei primi mesi della
stagione 2006/07 il Rugby
Vicenza ha gia ospitato sui
campi di via S. Antonino tre
squadre giovanili inglesi - St.
Grinta e divertimento: ecco le armi dei ragazzi dei Rangers
Joseph's College, Chatham
House
School
e
Tiffin
Kingston School - che si sono
battute contro gli Under 15 e
19 vicentini. L'Under 17, invece, è stata premiata con una
tournée in Irlanda - nell'ambito del programma europeo
Educazione e formazione
attraverso lo sport - e ha giocato contro due formazioni di
Dublino:
NAAS
Rugby
Football Club e Mullingar
Rugby Football Club. Per aprile sono in programma altri
due incontri casalinghi contro
formazioni
anglosassoni
Under 17 e 19. Oltre a campionati e test-match internazionali, gli Juniores biancorossi
sono spesso convocati per
dare il proprio contributo alle
Hockey in line. Dopo la grande vittoria contro il Torino i biancorossi affrontano il Forlì
Caoduro Diavoli, prove generali di playoff
I Diavoli saranno
sto mister Corso dovrà
impegnati sabato 17
decidere chi farà parte
marzo
nell'ultimo
del roster e chi invece
appuntamento della
dovrà lasciare spazio
regular season, in casa
ai nuovi arrivati.
contro Libertas Forlì. I
L'obiettivo della stabiancorossi arrivano
gione, almeno della
da una grande vittoria,
prima fase, comunque
la scorsa settimana, a
è stato centrato dai
Torino dove hanno
Diavoli, che puntavaconquistato l'intera
no al secondo posto,
posta in palio contro i
dopo aver visto chiuDraghi, con il risultato
dersi ogni possibilità
Valbusa esulta dopo il primo gol contro il Torino
di 9-3.
di raggiungere Lions
Ottima gara dei biancorossi, protagonisti dall'ini- Arezzo, ben saldo a guidare la classifica a quota 30
zio alla fine, su una pista difficile e pericolosa non punti. Per i biancorossi la gara contro Forlì è una
tanto per gli avversari, ma per la struttura e la prova importante soprattutto per chiudere nel
superficie.
migliore dei modi una regular season non sempre
Fra i segnali positivi il buon esordio fra le file dei positiva e per riscattare la gara dell'andata, concluDiavoli di Fabio Rigoni, Massimo Stevanoni e sa sul cinque pari, al termine di una partita intenMichele Ciresa, che hanno dimostrato di aver rag- sa e combattuta.
giunto già una buona intesa: sono andati tutti a tre Appuntamento dunque al pattinodromo di Viale
a segno e sono stati di grande apporto sia in dife- Ferrarin, sabato 17 marzo alle 20.45 (ingresso libesa che in attacco.
ro), orario in cui per decisione della Lega verranI nuovi arrivi, supportati anche dal portiere no disputate in contemporanea tutte le partite sia
Francesco Volpe, sceso in pista come secondo di del girone A che del girone B. Nel settore giovaniPesavento, hanno apportato un importante contri- le, continua il cammino della formazione della
buto anche sul piano del comportamento e della categoria Allievi, impegnata nelle semifinali dei
determinazione del gruppo, a volte in difficoltà play off. La scorsa settimana in gara uno, i piccoli
durante la stagione nelle gare in trasferta.
Diavoli hanno perso in casa contro Fiamma
A segno la scorsa settimana, oltre a Stevanoni, Gorizia per 7-3, ora dovranno assolutamente vinautore di una doppietta, Ciresa, Valbusa e Dal cere sabato pomeriggio (17 marzo) in trasferta in
Sasso, entrambi in gol sia nel primo che nel secon- Friuli per conquistarsi la "bella" e giocarsi ancora
do tempo, Fabio Rigoni e Brigi. Contro il Forlì, i l'accesso alla finale.
biancorossi dovrebbero essere al completo, piuttoS.N.
selezioni regionali o nazionali.
Ormai sono circa una ventina i
giovani rugbisti vicentini che
hanno giocato il Trofeo delle
Province con le selezioni
Under 14, 15 e 16 delle province di Padova e Vicenza. Uno di
questi campioni in erba Andrea Montenegro - ha pure
partecipato con la selezione
regionale Under 16 a uno stage
che si è tenuto a Tolosa
(Francia), in collaborazione
con il prestigioso Comité Midi
Pyrénées francese. Fino a poco
tempo fa un simile exploit del
rugby giovanile era impensabile a Vicenza. Ne parliamo
con Gianni Serventi, ex giocatore biancorosso e ora allenatore capo di una fortissima
Under 17.
Da quanto tempo alleni questa formazione?
"Ho iniziato a seguire l'attuale
Under 17 tre anni fa, ma la mia
carriera di allenatore è comincia to cinque anni fa con
un'Under 13".
Come sta andando il
campionato?
"La stagione prosegue
molto bene. Siamo in
lotta per il secondo
posto nel nostro girone,
che comporta trovarsi
tra le prime dieci squadre del Triveneto".
La maggior parte dei
tuoi ragazzi gioca da
diversi anni. È difficile
per i nuovi arrivati
inserirsi in un gruppo
così affiatato?
"Dal punto di vista tecnico non
è immediato, bisogna prendere confidenza con la palla
ovale, però la costanza in allenamento ha sempre premiato i
più tenaci".
Qual è il primo suggerimento
che daresti a un ragazzo che si
avvicina per la prima volta al
rugby?
"Di gettarsi nella mischia
senza timore. Quando la
determinazione non manca, il
resto viene da sé".
E come deve comportarsi un
allenatore del settore juniores?
"Innanzitutto deve curare la
formazione di atleti nel vero
senso della parola, naturalmente competitivi, ma anche
integrati in un gruppo solidale
e affiatato".
Un'ultima battuta. Perché è
bello giocare a rugby?
"Perché oltre alle mete ci si
diverte molto e perché il rugby
dà sempre grandi soddisfazioni, dentro e fuori dal campo!"
VI
17 MARZO 2007
Un vicentino negli States. Spiagge trasformate in campi da beach volley e sfide tra i giganti della Nba: lo sport nella Città degli Angeli
Sport minori, non ditelo agli americani
DI
GIAN MARIA GASPARRI
Cari lettrici e lettori,
con questa rubrica proverò a
descrivervi il fantastico mondo
dello sport a "stelle e strisce" visto
da un vicentino doc! Aneddoti e
curiosità di sport quali baseball,
basketball, football, volleyball (
rigorosamente in ordine alfabetico!). Sport minori? Provate a spiegare tale concetto ad un appassionato americano e sicuramente
vi prenderà per marziano!
Attualmente vi sto scrivendo
dalla "calda e soleggiata" Los
Angeles
più
precisamente
Hermosa Beach conosciuta dal
punto di vista sportivo come la
spiaggia del "Beach Volley". Più
di 300 campi vengono letteralmente presi d'assalto durante il
week end da famiglie, gruppi di
ragazzi e ragazze che si mescolano ad atleti professionisti impegnati giornalmente nei loro allenamenti. Basta passeggiare sul
lungomare per incontrare Team
provenienti da tutto il mondo
venuti qui per un periodo di
"Training- Camp" visto che il
riguarda, da poco
ha
aperto
la
"Karch
Kiraly
Volleyball
Academy" scuola
d'alta specializzazione per giovani
giocatori.
La
spiaggia
di
Hermosa è anche
la sede di una
tappa del AVP
(Circuito di Beach
Volley americano)
che ospita più di
3000 persone nei
Non c'è squadra a stelle e strisce che non abbia un due giorni di gare.
gruppo di cheerleaders. Ecco quelle dei Clippers
Ma la città degli
angeli può vantare anche un
World Tour ( campionato monrecord infatti è l'unica metropoli
diale per Team) inizia a fine
americana che può contare in due
Maggio. Immaginate la mia sorsquadre professionistiche di
presa quando ho incontrato
basket (NBA), Los Angeles
Karch Kiraly indimenticabile
Clippers e Los Angeles Lakers ,
campione americano visto in
due team di baseball (MLB) L.A.
Italia con la maglia del
Dodgers e L.A. Angels , un team
Messaggero Ravenna capace di
di Hockey su ghiaccio (NHL) i
vincere due ori olimpici con il
Los Angeles Kings e una squadra
team USA di volleyball indoor e
di calcio(MLS) i Los Angeles
un oro con il Beach, ancora oggi
Galaxy.
impegnato in qualche esibizione
Troppa panacea per un divoratosulla spiaggia. Curiosità che lo
no non si focalizza in uno sport
rispetto ad un altro ma cerca di
apprezzarli tutti. Grazie a mio
padre sono cresciuto con questo
tipo di cultura. Ricordo quando
il sabato sera andavamo a vedere
le partire dell'Americanino
Vicenza al palazzetto di via
Goldoni ma anche l'hockey su
ghiaccio ad Asiago (quanto freddo che ho patito) e il calcio di
serie C1 abitando vicino al
"Menti"per finire con la pallavolo a Schio! Personalmente penso
che ci sia sempre qualcosa da
imparare !
Dalla "mia" piccola
Vicenza alla immensa Los Angeles la
voglia di confrontarmi con tutti gli sport
è la stessa di quando
ero bambino con la
sola differenza che
adesso devo pagare
il "biglietto" per ogni
manifestazione. Per
curiosità e commenti potete scrivermi a
g.gasparri@hotLo stadio ultratecnologico in cui giocano i
professionisti dell'Nba dei Los Angeles Clippers mail.it
re di sport come il sottoscritto!
Capitolo a parte per il mondo
"Universitario" dove tutti gli
sport vengono seguiti da migliaia
di persone, basti pensare che le
finali NCAA di basket sono al
secondo posto della classifica
degli eventi sportivi visti in tv
dagli americani!
Anche in questo campo L.A. non
ha niente da invidiare avendo
negli "atenei" di UCLA e USC
due valide rappresentanti nella
Division 1. Spero di non offendere nessuno nel dire che l' america-
17 MARZO 2007
VII
Calcio. Enzo Manuzzato, responsabile del settore giovanile del Vicenza: "I ragazzi devono giocare per divertimento"
Genitori alla stadio, l'educazione parte da qui
DI FRANCESCO CAVALLARO
L'ultimo episodio risale a
una settimana fa. Al termine della partita Gazzera
Olimpia
ChirignagoAlvisiana Venezia, valida
per il campionato esordienti
(ci giocano bambini di undici e dodici anni), i genitori
dei piccoli calciatori sono
stati testimoni di un'aggressione verbale da parte di un
dirigente della squadra
locale nei confronti dell'arbitro, "reo" di essere appena
sedicenne (l'età minima per
esordire come direttore di
gara nelle partite di federazione). "Invece del fischietto
portati il ciuccio" gli avrebbe detto l'imbecille di turno.
Se nel caso specifico la dinamica è ancora tutta da chiarire, è purtroppo vero che
situazioni del genere accadono molto spesso fuori e
dentro i campi di gioco.
Anche, e soprattutto, in
occasione delle partite delle
categorie giovanili. Per
pura passione, ci capita
ogni tanto di assistere a
gare di esordienti o giovanissimi al sabato pomeriggio o alla domenica mattina;
ebbene, c'è di che stupirsi.
In particolare, i genitori
sono i primi a scagliarsi
contro le decisioni dell'arbi-
Genitori sugli spalti di un incontro di calcio giovanile. Spesso
mamme e papà sono i primi a dare il cattivo esempio
tro. Non solo. Il più delle
volte ce l'hanno anche con
l'allenatore perché magari
lascia il figlio in panchina o
lo fa giocare in un ruolo che
a lui (ma al papà o al bambino?) non piace. Capita
anche che i padri si mettano
a bordo campo, avvinghiati
alla rete di protezione, per
dare le indicazioni al loro
piccolo calciatore, futuro
Ibrahimovic
o
Buffon.
"Smarcati,
passa,
tira",
manco fosse lui il tecnico.
Ma non c'è apposta un
mister in panchina? Le
mamme poi. Dalla tribuna
partono di quelle urla da
pelle d'oca. Tant'è. Ad onor
del vero, giova dire che non
tutte le partite seguono il
copione appena descritto.
Però accade; anche a
Vicenza e provincia.
Sull'argomento
abbiamo
interpellato
Enzo
Manuzzato, responsabile
organizzativo del settore
giovanile del Vicenza. È da
vent'anni che mastica calcio: sicuramente sa il fatto
suo. Il dirigente minimizza:
"Da che mondo e mondo
le decisioni arbitrali sono
sempre messe in discussione dagli spettatori commenta Manuzzato -;
questo succede nel calcio
come in tanti altri sport.
Il fatto è che in Italia non
siamo tanto sportivi;
fatalità ci arrabbiamo con i
fischietti quando la nostra
squadra del cuore perde.
Ma fa parte del gioco, non
drammatizzerei più del
dovuto. A scanso di equivoci, nel nostro settore giovanile chiariamo i ruoli ad inizio stagione: i genitori
fanno i genitori e gli allenatori sono allenatori. In tanti
anni di attività non mi è mai
capitato di assistere a
momenti di tensione fra
mamme e papà da una parte
e la società dall'altra; se il
figlio non trova spazio o
non si sente a suo agio facciamo il possibile per trovare una soluzione adeguata".
Tradotto, il bambino va a
giocare in un'altra squadra.
Manuzzato sottolinea poi
l'importanza dell'educazione nell'ambito dei vari allenamenti: "I nostri tecnici
delle giovanili hanno il
compito di crescere i ragazzi in termini di valori umani
prima che tecnici. Su questo
punto non transigo. Il calcio
è un'agenzia educativa al
pari della scuola; tanto che
alcuni degli allenatori a fine
quadrimestre si fanno dare
le pagelle dei ragazzi per
verificare il loro andamento
scolastico. La regola è che
prima di tutto viene lo studio, a questi livelli si gioca a
pallone solo ed esclusivamente per divertimento.
Rispetto a qualche anno fa
le cose sono migliorate: i
genitori hanno un certo
timore reverenziale nei confronti del mister, come d'altronde è giusto che sia".
Dunque il rilancio delle giovanili del Vicenza va a gonfie vele. Aspettando un
nuovo Roberto Baggio?
Manuzzato si fa una gran
risata e ci risponde: "Chi lo
sa. Adesso ci alleniamo nel
centro tecnico di Isola
Vicentina,
vicino
a
Caldogno. Magari è di buon
auspicio. La nostra filosofia
è comunque puntare sui
giovani: sono loro il futuro
della società biancorossa".
Genitori
permettendo?
Manuzzato non cade nel
tranello. "No no, glielo ribadisco: non abbiamo mai
avuto problemi di ingerenze. L'importante è essere
chiari fin da subito e rispettare il lavoro di tutti gli
addetti ai lavori".
Pallanuoto
Nel prossimo fine settimana, turno di riposo per la Geoplast. La Cauduro ospita il S. Managment
Punti d'oro per settebello e setterosa
Quella di Vigevano, per la Cauduro, è
stata una vittoria importantissima.
Non solo perché è stata la prima giornata con Spaziano a secco di reti e alla
prese con un fastidioso mal di schiena,
ma perché a lui si sostituisce il portierone biancorosso Simone Lovato,
autore di una rete a fil di sirena che
alla fine della gara risulterà pesantissima oltre al rigore neutralizzato nel
primo tempo. Una gara condotta sempre dalla Caoduro che però non riesce
ad allungare sbagliando troppe superiorità numeriche.
Ora l'obbligo è quello di capitalizzare
le prossime tre gare e vedere cosa
faranno le prime negli scontri diretti.
Il prossimo appuntamento è in casa
sabato 17 marzo alle 19.30 contro S.
Managment ultimo in classifica.
Per quanto riguarda il settore femminile la Geoplast, dopo l'ultima sconfitta, ha conquistato un punto preziosissimo per la corsa alla salvezza contro
il Bentegodi, che nel torneo di Mestre
del mese scorso aveva strapazzato le
vicentine per 6 a 2. Segno di un costante miglioramento che sta emergendo
partita dopo partita.
"Il punto conquistato con la Bentegodi
- racconta l'allenatore biancorosso
Sergio Peri - sarebbe stato sottoscritto
prima del campionato, a conti fatti
però ci lascia con l'amaro in bocca.
Troppe superiorità sciupate che avreb-
bero potuto chiudere la gara e un time
out chiamato che ha fatto annullare un
bella rete della Barboni che ci avrebbe
dato il vantaggio. Comunque nel complesso è stata una bella gara con un
finale al cardiopalma. Al 37 secondi
dalla fine sul 7 a 7 l'arbitro ha decretato l'espulsione di Angela Genovese.
Un'espulsione preziosissima che
annulla un netta azione veronese tre
contro due. Sul time out le ragazze
hanno recuperato palla a 13 secondi
dalla fine. La fuga di Faggionato e
Barboni ci ha concesso un rigore a
favore sullo scadere del tempo che
prima l'arbitro ci ha concesso poi consultandosi con il tavolo tecnico ha
deciso di non assegnarlo per tempo
scaduto. Da parte nostra c'è stato
grande fair play che ci auguriamo di
ricevere fuori casa". Le vicentine questo fine settimana riposano preparando la prossima sfida di domenica 25
marzo a Prato.
T.Q.
APPUNTAMENTI
Volley.
Doppio impegno per la Minetti
Le ragazze di Manù Benelli
saranno impiegante nel posticipo di sabato 17 marzo dove
affronteranno sul Taraflex del
PalaCia alle 20.30 Pesaro.
Martedì 20 marzo sempre alle
20.30 le biancorosse dovranno
affrontare fuori casa Bergamo
Rubgy.
Largo ai giovani
Domenica 18 marzo il First XV
del Rangers Rugby Vicenza
osserverà un ulteriore turno di
riposo, insieme alle altre squadre di Serie C. Domenica anche
le formazioni juniores riposeranno per l'ultima giornata del
Trofeo delle Province Under 14
e Under 15, che vedrà impegnati otto atleti biancorossi con le
selezioni delle province di
Padova e Vicenza. Le partite si
giocheranno a Jesolo.
Festa della Neve
Il gruppo sportivo non vedenti
Vicenza - onlus organizza l'11°
Festa della Neva. Questo il programma: alle 15.30 Saluto delle
Autorità; 16.00 Proiezioni
Filmati attività agonistiche e
medaglie olimpiche; 16.30
Animazione, a cura del gruppo
"Il Sorriso" 17.00 Premiazioni
degli atleti; 18.00 Rinfresco
Basket.
Il Vbg cerca il settimo centro
Per i ragazzi di Fedrigo arriva
anche il match contro il Pall.
Bisogne. Domenica 17 marzo
alle ore 18 i biancorossi cercheranno di mantenere invariata la
striscia positiva cercando la settima vittoria. All'orizzonte
potrebbe esserci la zona playoff,
altrimenti un buon posto nei
playout.
11
17 MARZO 2007
viaggi
OltreIlGiardino - 3. Attraverso il Giappone, dal Kyushu fino all'Hokkaido, inseguendo la primavera
Mai dire Banzai!
DI DANIELE BINAGHI
Davvero non è facile, comprendere i
giapponesi; un po' per la loro cultura,
intrisa di regole e tradizioni a noi
estranee (più di un'ora per bere il te?
Ma neanche la regina Elisabetta…), e
un po' per l'ostacolo della lingua. Per
fortuna, posso sfoderare la mia arma
segreta: l'Esperanto; per due mesi
sarò quasi sempre ospitato da persone con le quali potrò discorrere senza
problemi e che spesso mi accompagneranno ad esplorare quanto d'ignoto ai turisti!
L'idea di base è semplice: seguire per
due mesi il muoversi della primavera, dai primi boccioli di sakura (i ciliegi selvatici) nel sud-ovest fino alle
montagne
ancor
innevate
dell'Hokkaido nel nord-est. L'attuarla
è tutto un altro paio di maniche…
Ad Osaka, dove sbarco, vengo subito
messo alla prova con il test della stanza da bagno, invitato a mostrare di
conoscere e rispettare le regole del
buon vivere nipponico; per fortuna lo
supero (avevo studiato bene la teoria
durante il volo), e vengo accettato
come corpo non estraneo. L'impatto è
seriamente bizzarro: gente che si
inchina rispondendo al telefono,
addetti alla metropolitana in guanti
bianchi, cibi di plastica nelle vetrine
dei ristoranti come menu. Vien da
chiedersi se gli psichiatri occidentali
approfondiscano qui la loro conoscenza delle frenesie umane; ma il
tutto, pur strano, non pare affatto
esser fuori luogo.
Sull'isola di Shikoku, visito i primi
templi del "Cammino di Kobo
Daishi", assieme ad un pellegrino che
è già al suo quarto ritorno; all'interno,
addetti appongono un timbrino sul
quaderno dei visitatori, per attestare
che ci sei passato; al di fuori, intanto,
pratici negozietti vendono tutto il
necessario, dal bastone da cammino
Il bianco e torreggiante castello di Kumamoto è una fedele ricostruzione dell'originale
alle candele per le preghiere; per chi
non ha tempo di camminare, un servizio di bus porta alle soglie di ognuno
degli
88
templi.
Un'organizzazione perfetta. I giardini
di Takamatsu mi offrono una prima
occasione per sperimentare l'hanami
(il godere dello sbocciare dei fiori di
sakura), oltre che di scoprire che il
famoso tè macha della cerimonia ha
un sapore orribile solo parzialmente
oscurato dalla dolcezza dei biscottini
che lo accompagnano (questo mi
suggerisce l'idea che i giapponesi
amino soffrire - trasmissioni come
MaiDireBanzai lo confermerebbero).
Nell'isola di Kyushu le attrazioni
sono invece i bagni termali e di sabbie
bollenti di Beppu, con le coloratissime pozze sulfuree dall'evocativo
nome di Inferni, e il castello fedelmente ricostruito (quasi tutti sono
stati distrutti da vari incendi o combattimenti) di Kumamoto, città dove
il
napoletano
Sergio, assieme
alla compagna
Kayo, mi racconta di non poter
sopportare assolutamente di dormire sui futon,
ovvero i materassi srotolabili da
mettere
per
terra… strano, io
li trovo molto
comodi, utili contro il mal di schiena e soprattutto
per conservare
spazio nelle proprie stanze.
Nagasaki è il
primo dei due
contatti con gli
effetti
della
bomba atomica, e
quel poco che
resta di allora è
toccante;
ma
Gli abiti tradizionali vengono utilizzati in molte occa- ancor più lo sono i
sioni, in particolare durante i matrimoni
racconti del dottor
Takashi Nagai, che investì il suo
tempo per curare chi aveva perso
tutto tranne la vita ed il suo denaro
per ridare una speranza alla città (a
lui si devono, ad esempio, gli alberi
ripiantati nei parchi cittadini).
Fukuoka invece mi offre un'ottima
occasione per sperimentare i migliori
ramen (tagliolini) del Paese, a quanto
pare: in zuppa con carne di maiale,
da mangiare rigorosamente con i
bastoncini - brodo compreso!
Nell'Honshu, all'ingresso dell'isoletta
di Miyajima c'è a salutarmi il famoso
torii (portale) con le gambe in acqua,
ed i templi laccati di rosso sono davvero stupendi; ad Hiroshima, invece,
sono lieto di vedere bambini che giocano e coppie di innamorati che si
baciano nel parco dove un tempo era
rimasto solo lo scheletro della cupola
sopravvissuta allo scoppio di Little
Boy.
Non trovo tracce dei mafiosi Yakuza,
invece, anche se l'amico Osioka mi
dice di averne uno come vicino e che
quando vai ai bagni comuni li puoi
riconoscere dall'enorme numero di
tatuaggi che hanno sulla pelle e dalla
frequente mancanza del dito mignolo.
Le vicine Okayama e Himeji sono le
custodi di due tra i castelli più famosi, quelli del corvo nero e dell'airone
bianco, perle incastonate tra giardini
anch'essi molto in alto in una delle
tante classifiche che i giapponesi
amano fare; da lì, raggiungo l'altra
costa, e visito le dune sabbiose di
Tottori ed i "sacri" luoghi di
Amanohashidate, per terminare poi
ospite di Takeshi e della moglie a
Kinosaki, villaggio termale dove
vestiti di yukata e zoccoletti di legno
visitiamo vari bagni pubblici, nei
quali ci si mette a mollo in acque che
ti cuociono rapidamente come un'aragosta. Un bagno di cultura mi
viene offerto invece dalle città di
Kanazawa e Kyoto, la prima sede
d'arti varie grazie all'illuminato
sogno di un signore dei tempi antichi
(mi ricorda molto la Firenze dei
La scheda
Medici), e la seconda vera capitale
culturale del Paese, ricca in templi e
giardini zen, con le sue geisha che
camminano rapidamente per i vicoli
per non farsi intercettare dai gruppi
di fotografi appostati che sperano di
riuscire ad immortalarle (ok, lo
ammetto: partecipo anch'io al safari,
un pomeriggio!), con il santuario
delle 1001 statue della dea Kannon
dalle 40 braccia ed il museo dei disastri naturali (dove si possono sperimentare un terremoto, un incendio e
un uragano). Nei pressi, la tranquillità dei templi e dei parchi pieni di
cervi di Nara rievoca la maestosità di
questa prima capitale del Giappone.
Altri bus, altri treni, e visito la città di
Toyota, che ha cambiato nome per
onorare la sua più importante fabbrica (pensa un po' se noi facessimo lo
stesso con Torino…), dove vedo all'opera migliaia di robot (ma quelli che
attaccano le portiere, non quelli con i
raggi cosmici!). Mi inoltro nella valle
del fiume Kiso, dove le antiche stazioni postali sono ora villaggetti la cui
tranquillità è rotta solo dal vociare dei
visitatori, e raggiungo Matsumoto
(con il nonplusultra, a mio parere, dei
castelli) e la città di Nagano, nei cui
pressi si possono osservare branchi di
scimmie che si bagnano in pozze termali imitando i loro compatrioti
umani.
Nell'enorme Tokyo mi fermo per una
settimana, che basta appena per
girarne gli estesi quartieri, da quello
elettronico di Akihabara a quello dei
love-hotel, incontrando Godzilla e le
ragazze Harakuju che si vestono
come popstar per scappare alla
monotonia delle uniformi scolastiche; e, a volte con qualche levataccia,
riesco anche a vedere l'enorme mercato del pesce in piena attività, le
esercitazioni dei giganteschi lottatori
di Sumo, le gare di tiro con arco tradizionale, spettacoli di teatro Noh e
Kabuki (meglio il primo, a parer
mio). Ripreso il cammino, sosto a
Nikko, altra città sacra con
templi/mausolei e le famose tre
scimmiette (quelle che non vedono,
non sentono e non parlano), e poi
m'imbarco su un traghetto che mi
porta fino in Hokkaido.
Qui, assieme all'amico Naoto, percorriamo per alcuni giorni le strade di
una regione poco popolata e ricca di
risorse naturali, così simile al Canada
che i giapponesi stessi preferiscono
visitare il Paese americano che venire
qui (e non sanno davvero cosa si perdono!): laghi con alghe in forma di
pallotta pelosa, orsi, colline dipinte
dai fiori, e gli ultimi discendenti del
popolo degli Ainu (che significa
"essere umano"), coloro che popolavano queste terre prima dell'arrivo
degli attuali giapponesi. Il tutto alla
ricerca disperata delle gru siberiane
dalla macchia rossa, che infine troviamo con felicità maggiore che si trattasse del Graal…
Come loro, però, il tempo vola, ed è
già ora di ripartire, verso le isole
indonesiane…
Giappone
La prima regola utile è
quella di armarsi di
pazienza: molte cose in
Giappone sfuggono all'umana comprensione dei
semplici occidentali, e
ricordare che i nipponici
raramente usano la parola
"no" eviterà malintesi e
possibili errate indicazioni
stradali. Cci sono poi delle
cose assolutamente da evitare, come il lavarsi all'interno della vasca (ci si lava
e risciacqua fuori, con spugna e secchiello, e solo
dopo ci si immerge nella
vasca), o il brindare esclamando "cin-cin!" (meglio
limitarsi ad un corretto
"kampai!"). Per quanto
riguarda il cibo, è definitivamente possibile sopravvivere anche senza mangiare pesce, crudo o cotto
che sia: tra i miei favoriti ci
sono gli okonomiyaki
(lett.: cuocilo come ti
piace), gli onigiri (palline
di riso con sorpresa), e i
deliziosi piatti di ramen
(ma attenzione: quelli in
zuppa vanno mangiati
risucchiandoli e facendo al
contempo molto rumore
con la bocca… vi risulterà
difficile, ma è l'unico
modo per non ustionarsi).
Per viaggiare si può acquistare un abbonamento ferroviario all'estero, ma fate
bene i conti perché se
desiderate visitare molti
luoghi poco distanti tra
loro potrebbe valere la
pena usare i bus e treni
locali. Nessun problema
per trovare la destinazione: i cartelli sono molto
chiari, spesso interattivi,
ed il personale molto
disponibile; è pure possibile acquistare il biglietto
alla tariffa minima, e pagare la differenza all'arrivo!
In caso di problemi, basta
recarsi ad una delle onnipresenti stazioni di polizia, dove si faranno in 4
per aiutarvi.
L'alloggio costa molto, ma
si possono provare i claustrofobici hotel capsula
(essenzialmente, bare di
plastica con aria condizionata) e i tradizionali ryokan, che solitamente includono una buona colazione
e/o cena. Non serve visto,
lo si riceve all'arrivo, basta
il passaporto; e non serve
neppure sapersi inchinare
bene, dopo qualche giorno
sarete diventati degli
esperti!
12
intervista doppia
17 MARZO 2007
Confronto tra gli organizzatori del Festival Jazz e del Festival Biblico: come si mette in piedi una manifestazione di successo
Bibbia a ritmo di jazz: perché no?
Riccardo Brazzale, musicista e direttore artistico
di Vicenza Jazz
Don Domenico Soliman del centro culturale San
Paolo, curatore del Festival Biblico
Harrell fu convinto a tornare sul palco a
Come è nata l'idea del festival?
suonare, dopo che aveva lasciato tutti perFra la primavera e l'estate del '95 si incontraché il mondo sembrava avergli voltato le
rono, direi più per caso che per volontà,
spalle.
quattro persone assai determinate: Matteo
E quello più brutto?
Quero, Luca Trivellato, il sottoscritto e un
Quando la politica pareva non capire che
nuovo, energico assessore, Francesca
questo festival era un patrimonio di tutti su
Lazzari, che al primo incontro mi disse di
cui investire e mi toccava spiegare a destra e
punto in bianco: "Il prossimo anno faremo
a manca che quella strana parola, gez, non ci
un festival jazz". Fu la scintilla.
era poi così lontana.
Tre buoni motivi per seguire Vicenza Jazz.
Jazz e Bibbia: Vicenza si sta costruendo un
Biblicamente, di motivi ne indicherei uno e
nome con eventi "di nicchia". Come mai?
trino: in quella settimana ci si sente parte di
Vicenza si è probabilmente fermata troppo
un qualcosa che ci fa sembrare una città
a lungo su modelli e stereotipi superati o
diversa, certamente non di provincia, con la
fatti propri (e meglio) da altri, rincorrendo
gente che si passa accanto in modo più apersogni nazionalpopolari che poi non mettoto, disponibile. E poi per qualcuno dovrebno radice. C'era sotto traccia bisogno di
be essere come prendere un treno che trannovità, di prendersi una vacanza per sentirsita solo una volta all'anno o come comunisi estranei in casa propria.
carsi almeno a Pasqua.
Se Vicenza fosse un brano jazz sarebbe?
Quale sarà il punto di forza dell'edizione
The Days of Wine and Roses: il vino e le rose
2007?
mi sembrano un buon connubio fra la prosa
Sarà il legame con la musica dei Caraibi e
e la poesia, fra il baccalà e il Palladio.
del Brasile, il tema principale è infatti "Il
Un sogno nel cassetto: c'è qualche evento
sogno sudamericano". Il jazz è per antonoche le piacerebbe portare a Vicenza?
masia musica di sintesi, ma l'incontro con le
Direi Sonny Rollins in un solo sax al Teatro
culture musicali del centro e sud america
Olimpico. Ma lo ritengo possibile solamensembra assicurare esiti particolarmente
te se prima riesco a mangiare polenta e sopaccattivanti.
pressa a casa sua.
Quanto costa organizzare una rassegna
Dalla prima edizione ad oggi, cosa è camcome la vostra? Quanto pesano gli sponsor
biato?
privati?
Molto. Prima era una Cinquecento decapTutto compreso, ma proprio tutto, ci si avvipottabile, ora una Ferrari (o una McLaren
cina ai duecentocinquantamila euro. Gli
Mercedes) complicatissima da guidare.
sponsor coprono quasi la metà (e metà della
Cosa diresti a un giovane che non conosce
metà, direttamente o indirettamente, è
il festival per convincerlo a seguire qualassorbita dallo sponsor principale che è
che data?
Trivellato). Al resto pensano i contributi
Che il jazz è una casa grande: vi troverebbe
pubblici (Comune, Regione, Ministero) e,
di sicuro, fra le tante, una stanza variopinta
copioso, il pubblico.
dove accasarsi.
Trovare i fondi o contattare gli ospiti: qual
Cosa pensi dell'altro festival?
è l'aspetto più difficile nell'organizzazione
Sono bravissimi: hanno costruito un'idea
di un festival?
totalmente nuova, quando di norma tanti
Rispettare i bilanci resta sempre la responsadicono di inventare quando invece copiano
bilità più grossa. Però trovare idee nuove
a mani basse.
non è problema da poco. Io ho sempre penAvete mai pensato di organizzare qualcosa
sato che un festival sia tale solo se produce
assieme? Perché?
idee nuove. Altrimenti è una rassegna, per
No, ma si potrà fare senz'altro. La spiritualiquanto ben fatta.
tà è un elemento trasversale a ogni uomo e
Qual è il tipo di pubblico che frequenta il
donna di buona volontà. Non solo le grandi
festival?
contanti ma anche Thelonious Monk aveva
"E' un pubblico di buona cultura, fra i ventiiniziato in chiesa. E potremmo pure invitare
cinque e i cinquantacinque, che sa quel che
qualche jazzman da Gerusalemme.
vuole, curioso, che ama la notte ma non gli
eccessi. E poi è un pubblico sorridente, che al giorno d'oggi mi
pare una bella cosa.
Coinvolgere i vicentini: missione impossibile o utopia fattibile?
È una missione fattibilissima.
Però non bisogna mai abbassare
la guardia: questo è un mondo
con tante sirene…
Qual è il ricordo più bello delle
precedenti edizioni?
Costretto a sceglierne uno solo,
direi il momento in cui Tom Paolo Fresu a Vicenza Jezz
Come è nata l'idea del festival?
Quasi per caso: parlando con tre o quattro persone è nata la proposta di fare
qualcosa per la Bibbia. Per noi parlarne
non è mai una cosa banale, e volevamo
farlo in modo diverso dal solito, per
raggiungere anche chi non legge il
Vangelo o non entra in chiesa.
Tre buoni motivi per seguire Il
Festival Biblico.
Il primo è che fare un festival è un modo
diverso di incontrarsi e di incontrare la
Parola di Dio. Il secondo è che il festival
permette di fare esperienze diverse dal
solito e che arricchiscono. Il terzo è che
fa venire voglia di continuare, crea l'appetito per continuare a mangiare.
Quale sarà il punto di forza dell'edizione 2007?
Sicuramente la presenza di personalità
autorevoli nella lettura e nell'interpretazione della Parola di Dio, anche con un
risvolto sociale, come nel caso di Ravasi.
L'altro è il coinvolgimento di laici che
tentano di confrontarsi su questi temi. E
poi i percorsi legati alle mostre, e tra
queste vorrei sottolineare la presenza
della ceramica di Nove.
Quanto costa organizzare una rassegna
come la vostra? Quanto pesano gli
sponsor privati?
Sponsor pubblici e privati sono fondamentali, così come è fondamentale il
volontariato di molte persone. Quanto
ai costi, siamo tra i 180 e i 200 mila euro.
Trovare i fondi o contattare gli ospiti:
qual è l'aspetto più difficile nell'organizzazione di un festival?
Il contatto con gli autori non è scontato,
perché devi spiegare cos'è il festival e
sondarne la disponibilità. E se dicono di
no devi ricominciare. Ma anche tutti gli
aspetti organizzativi sono complicati da
gestire. Le idee, da sole, non bastano.
Qual è il tipo di pubblico che frequenta il festival?
Il gruppo più consistente sono gli adulti, poi siamo riusciti a coinvolgere molto
i ragazzi di elementari e medie.
Speriamo di fare altrettanto anche con i
giovani e gli adolescenti, che per ora
sono il punto debole.
Coinvolgere i vicentini: missione
Il biblista Gianfranco Ravasi
impossibile o utopia fattibile?
È un'utopia possibile. Non è stato facile,
anche perché i nostri argomenti spiazzano, ma la gente si è lasciata coinvolgere.
Qual è il ricordo più bello delle precedenti edizioni?
Ricordo lo spirito artigianale della
prima edizione, con noi moderatori che
dovevamo anche sistemare le sedie e i
microfoni. E poi le parole che Ravasi ha
dedicato al Festival, che sono state di
grande incoraggiamento.
E quello più brutto?
Nessuno in particolare. Forse ci saremmo aspettati più presenze allo spettacolo di Moni Ovadia, anche perché meritava.
Jazz e Bibbia: Vicenza si sta costruendo un nome con eventi "di nicchia".
Come mai?
Perché la gente ha bisogno di qualcosa
che non sia il solito hamburger standardizzato: c'è voglia di qualcosa di tipico,
di caratterizzato, non necessariamente
di massa.
Se Vicenza fosse un brano della Bibbia
cosa sarebbe?
Quello di Zaccheo. Zaccheo è un trafficone che tiene molto ai suoi affari, ma è
anche incuriosito dalla figura di Gesù, si
arrampica sul sicomoro per vederlo, e
alla fine ne viene coinvolto. Ovviamente
questa è anche una speranza.
Un sogno nel cassetto: c'è qualche
evento che le piacerebbe portare a
Vicenza?
Il sogno è portare Benigni, perché sa
coniugare argomenti importanti con
un'interpretazione moderna e coinvolgente.
Dalla prima edizione ad oggi, cosa è
cambiato?
Le proposte si sono sicuramente qualificate. Ma è aumentata anche la nostra
consapevolezza che il festival è un
modo per entrare in rapporto con altre
persone attorno ad un argomento centrale come la fede.
Cosa diresti a un giovane che non
conosce il festival per convincerlo a
seguire qualche data?
Gli chiederei non solo di venire ad
ascoltare, ma di fare qualcosa,
per renderlo protagonista.
Cosa pensi dell'altro festival?
È una proposta di qualità. Ed è
interessante il tentativo di
portare la musica nelle strade
e nelle piazze: è una cosa
molto vicina alla vita.
Avete mai pensato di organizzare qualcosa assieme?
Perché?
Al momento no, ma potrebbe
essere interessante. Speriamo
in futuro.
13
17 MARZO 2007
personaggi
Ulisse Lendaro, uno dei più giovani produttori cinematografici italiani. " L'entusiasmo non serve. Ci vogliono pazienza e determinazione"
Il lungo viaggio di Ulisse
DI
LUCA MATTEAZZI
"Spero che il
vostro giornale
abbia molte lettrici, perché ti dico
subito che sono
single, avvocato e
produttore cinematografico". Si presenta con
una battuta, Ulisse Lendaro,
tanto per non smentire l'aura
da bohemien provocatorio e
inquieto che lo circonda.
Niente da dire, il physique du
role da bello e dannato ce l'ha,
il carisma pure e, cosa che non
guasta, anche una buona dose
di creatività e talento. Almeno
a giudicare da come è riuscito
a costruirsi, con pazienza e
determinazione, una carriera
di tutto rispetto in un mondo
difficile come quello dello
spettacolo. "Ho cominciato a
fare teatro al liceo - racconta -.
Dopo la maturità mi sono
iscritto alla scuola di Paolo
Grassi a Milano, e per due anni
ho frequentato l'accademia di
arte drammatica, anche se alla
fine non mi sono diplomato
per una serie di vicissitudini
familiari. Nel frattempo fingevo di studiare giurisprudenza,
fino a quando mia madre non
si è incazzata e mi ha trasferito
a Padova, dove mi sono laureato".
Tra un esame di diritto e uno
di procedura penale, Lendaro
continua a frequentare i palcoscenici della provincia, e non
solo. Lavora con i Treatranti,
con Piergiorgio Piccoli e con
Theama teatro, frequenta festival e rassegne, raccoglie premi
e riconoscimenti; nel 2004 sbarca negli States, chiamato dal
Ulisse Lendaro ha appena terminato un film con Anna Valle e
Remo Girone che sarà presto nelle sale
New York Theater Ballet a
indossare i panni del protagonista nello spettacolo "Princess
and principals", ispirato alle
opere di Machiavelli. "Ma non
mi piace ricordare quello che
ho fatto - commenta, con un
pizzico di snobismo -: mi sembra di non aver raggiunto
nulla di veramente notevole".
Forse è proprio questo desiderio di darsi continuamente
nuovi traguardi che lo porta a
rallentare l'attività teatrale per
avvicinarsi
al
cinema.
L'esordio è di quelli che fanno
il botto: il suo primo film
Medley, girato nei corridoi del
liceo Pigafetta, diventa un caso
nazionale. Lendaro si sdoppia
tra il ruolo di attore e quello di
produttore, ma è soprattutto il
secondo aspetto ad interessarlo. "Mi sono avvicinato al mondo
della produzione
cercando di trovare un modo intelligente di lavorare, staccandomi
dai soliti canali
romani". Per raggiungere l'obiettivo, sigla un accordo con la casa
AltoVerbano di
Renato Pozzetto,
con la quale ha
realizzato i suoi
ultimi due lavori.
"Loro mi supportano con la struttura e con tutta la
parte amministrativa, io ho completa libertà di
organizzare e programmare il
lavoro delle mie produzioni continua Lendaro -. Questo
significa che mi occupo di
tutto, scelgo sceneggiatura,
attori e regista, stabilisco quanti cellulari ci devono essere sul
set, decido a chi rivolgermi per
il catering e dove fermarsi in
albergo, e via dicendo".
Una complessa macchina organizzativa che il più delle volte
resta invisibile al grande pubblico, ma che per Lendaro rappresenta l'aspetto più stuzzicante del variegato mondo del
cinema. "Parlando di cinema in
giro ti accorgi di quanta presunzione c'è in questo campo aggiunge -. In tanti sono convinti di avere la ricetta per fare
il grande film: tutti attori, tutti
registi, tutti sceneggiatori. Ma
questo non basta: sai quanto è
complicato passare da una sceneggiatura ad un film fatto e
finito? Tutti pensano troppo
alla parte artistica, e poco o
nulla a quella commerciale, ma
oggi non esiste più la possibilità di presentarsi dalla casa di
produzione con una buona
sceneggiatura e ottenere di
girare un film. L'entusiasmo
non basta: serve tanta costanza
e un progetto chiaro e definito".
Altrimenti, in una situazione
di crisi, il rischio del fallimento
è dietro l'angolo. "È inutile che
ci raccontino le favole sul cinema italiano: i film che incassano bene si contano sulle dita di
una mano, ma ogni anno ne
escono circa 200". Per questo
Lendaro ha scelto di puntare
su produzioni di qualità, ma
dai costi contenuti. E, soprattutto, ha deciso di non rimetterci di tasca propria: "Per fare
un film servono soldi, ma se
sei intelligente le risorse le
trovi, senza usare fondi tuoi spiega -: io non ho mai pagato
di tasca mia, se non qualche
aperitivo o qualche cena offerta alla troupe. Cerco un modo
di produrre alternativo a quello sovvenzionato dai fondi statali: si potrebbe dire indipendente, se non fosse che mentre
negli Stati Uniti il cinema indipendente fa figo, qui da noi è
considerato qualcosa di sfigato".
Il risultato è che, dai primi film
girati con gli amici con pochi
mezzi e molta fantasia,
Lendaro adesso è in grado di
mettere in campo troupe da
una cinquantina di persone,
con attori del calibro di Anna
Valle e Remo Girone, interpreti dell'ultimo suo lavoro, Miss
Take, girato l'estate scorsa a
Vancimuglio, e con specialisti
della grafica capaci di realizzare effetti speciali degni di una
major. Il tutto senza distaccarsi
completamente dalla sua città,
anzi. Tutte le sue produzioni
hanno avuto per teatro il
vicentino, quasi a voler sfatare
il luogo comune che descrive
Vicenza come una città chiusa,
provinciale, in cui è impossibile costruirsi un futuro. "È chiaro che in questo lavoro i con-
tatti interpersonali contano, e
le persone giuste le trovi a
Milano o a Roma - sottolinea -.
Ma questo non vuol dire che
chi vuole fare cinema debba
per forza trasferirsi: io ci tengo
a lavorare qui, i rapporti con il
territorio sono ottimi, e valorizzare il Veneto e il vicentino
è uno dei miei obiettivi".
Il prossimo passo, in questa
direzione, è gia cosa fatta.
Lendaro ha appena siglato un
accordo con Mediafilm (una
delle principali case di produzione italiane) per la distribuzione di "Still life" in Dvd, di
"Miss Take" nelle sale cinematografiche, e per la realizzazione, sempre in collaborazione
con Mediafilm, di un nuovo
lungometraggio. "Sarà un film
giovane, con protagonisti tra i
16 e i 18 anni, con una storia
molto vera e un po' forte - rivela -. Non una cosa alla "Notte
prima degli esami", per capirci.
Le riprese cominceranno il
primo marzo 2008".
Già perché mentre la lavorazione di "Still life" non è ancora del tutto terminata, il giovane cineasta vicentino è già
tutto proiettato verso il futuro,
fedele al suo ruolo di inquieto
girovago
dello
schermo.
Sempre in movimento, sempre
alla ricerca di nuovi stimoli e
di nuove sfide. "Il mio lavoro
più bello - conclude -? Di sicuro quello che devo ancora
fare".
Tutto cominciò
con un Medley
L'esordio nel mondo del cinema di Ulisse Lendaro è stato di
quelli da ricordare: con un
gruppo di amici tra cui spiccano i nomi di Gionata
Zarantonello e Gaia Candiollo
realizza "Medley, brandelli di
scuola" - film splatter ambientato nel mondo della scuola e
girato interamente a Vicenza che nonostante il budget bassissimo diventa presto un caso
nazionale e arriva ad essere
distribuito anche nel mercato
statunitense. È il 2000, e bisogna aspettare qualche anno
per ritrovare Lendaro nei
panni del produttore: il suo
secondo lavoro è infatti del
2005. Il titolo è "Still Life", letteralmente "natura morta", ed
è la vicenda di tre amici di
infanzia alle prese con il difficile - e in questo caso anche
tragico - passaggio all'età
adulta. Alla sceneggiatura collabora lo scrittore Vitaliano
Trevisan, che l'ha definita
"una delle cose più dure che
abbia mai scritto", mentre la
regia è affidata a Filippo
Cipriano. Nel 2006, infine, è la
volta di "Miss Take", storia
noir che ha per protagonisti
attori del calibro di Anna Valle
e Remo Girone. "Li ha convinti la bontà della sceneggiatura
e del progetto, non certo il
budget ", commenta Lendaro.
Il film è alle ultime fasi della
post-produzione, e arriverà
presto nelle sale.
14
17 MARZO 2007
storie
Lunedì 19 la Confartiginanto organizza a Zané una serata di beneficenza a favore di un ospedale pediatrico nell'isola caraibica
Campioni in campo per i bambini di Haiti
DI PAOLO MUTTERLE
Artigiani e campioni di solidarietà. La sensibilità comune di
due categorie da
sempre pronte a
iniziative benefiche ha fatto sì che venisse
organizzata a Zanè una partita-spettacolo tra alcuni ex
azzurri di pallavolo, la
Minetti Infoplus Vicenza, la
locale formazione dell'Artifer
e la Fulgor Thiene. "I
Campioni del Volley per
Haiti" è il titolo dell'evento in
programma al Palasport di
Zanè lunedì 19 marzo dalle
ore 20; il ricavato sarà infatti
donato
alla
Fondazione
Francesca Rava NPH Italia
per sostenere un ospedale
pediatrico nell'isola caraibica
sull'orlo di una guerra civile.
Al Saint Damien, che ospita
già 150 bambini, stanno per
entrare in funzione le sale
operatorie. "Ma c'è ancora
bisogno di aiuti e di fondi - ha
spiegato Mariavittoria Rava,
presidente della fondazione,
in un'intervista a Famiglia
Cristiana - per i farmaci, le
attrezzature, le altre apparecchiature mediche e per dare
assistenza ai tanti bambini
con disabilità fisiche e psichiche che ad Haiti vengono
abbandonati per strada".
La serata di sport solidale è
stata presentata martedì scorso nella sede della Fipav provinciale. A fare da capofila
c'era l'Associazione degli
Artigiani della provincia di
Vicenza con il mandamento
di Thiene, rappresentato dal
suo presidente di Giunta
Antonio Benetti e dal consigliere Giorgio Busin, responsabile organizzativo dell'e-
Alcuni immagini dell'ospedale pediatrico di Haiti a cui sranno
destinati i fondi raccolti durante la serata di lunedì
vento. Non è la prima volta
che la sezione thienese si
impegna in progetti del genere; già nel passato la
Confartigianato locale ha raccolto dei fondi per il nosocomio haitiano, e solo la situazione di instabilità aveva
impedito a Benetti di visitare
il paese e ad alcuni artigiani
vicentini di andare a prestare
gratuitamente la loro opera
nell'isola. Perché, per dirla
con le parole del presidente
mandamentale, "è giusto che
la nostra associazione pensi al
proprio business e che faccia
il suo lavoro di sindacato
delle imprese artigiane, ma è
altrettanto doveroso anche
aiutare chi ha bisogno". E che
Haiti necessiti di aiuti sanitari
non c'è dubbio, come testimonia il dato dell'altissima mortalità infantile. L'impegno dei
volontari italiani e vicentini in
particolare è comunque alto, e
ha visto tra i principali protagonisti il primario del reparto
di pediatria del "Boldrini" di
Thiene Roberto Dall'Amico
assieme al cognato ingegnere
Alessandro Cecchinato, che
per due anni hanno fatto la
spola tra Haiti e l'Italia.
L'ospedale, l'unico pediatrico
dell'isola e il più grande dei
Caraibi, salverà 40.000 bambini l'anno, in uno dei paesi più
poveri al mondo dove 1 bambino su 5 muore prima dei
cinque anni per tbc, Aids,
malnutrizione. Anche per chi
non potrà essere presente alla
partita è possibile sostenere la
fondazione Francesca Rava
NPH, che sta per Nuestros
Pequeños Hermanos (i nostri
piccoli fratelli e sorelle). Per
sapere come, basta visitare il
sito
www.nphitalia.org,
oppure telefonare allo 02
54122917.
La sfida sportiva ha già scatenato una vera e propria gara
di solidarietà, tanto che molti
enti e associazioni hanno già
offerto la loro collaborazione
a supporto della serata. Tra
questi il Rotary Club di Schio
- Thiene, la Banca Popolare di
Vicenza, la Camera di
Commercio, la Pro Loco, gli
Alpini e il Comune di Zanè,
l ' a s s o c i a z i o n e
Pedemontana.Vi Turismo e il
nostro giornale. La Fipav di
Roma ha inoltre messo a
disposizione le maglie per la
squadra dei Campioni, che
saranno messe all'asta al termine dell'incontro.
A rappresentare il comitato
organizzatore nella conferenza stampa di presentazione
c'era Giorgio Busin del mandamento thienese. L'evento di
lunedì 19 si inserisce infatti
all'interno della settimana
dall'artigianato e coincide tra
l'altro con la festa patronale di
Zané. Coincidenza che ha
fatto piacere all'assessore
comunale
allo
sport
Roberto Berti, che ben
volentieri ha messo il
palazzetto comunale a
disposizione dei promotori, auspicando anche
una nutrita partecipazione da parte dei suoi concittadini. Lo spazio c'è
tutto: i posti negli spalti
sono circa un migliaio,
ma con la collocazione di
tribune telescopiche la
capienza potrebbe anche
raddoppiare (che possa
diventare la casa della
Minetti Infoplus nell'auspicabile eventualità dei
playoff? Il PalaCia a maggio sarà chiuso per lavori,
e il dirigente biancorosso
Coviello ha subito sondato il
terreno con il suo collega
zanadiese Roberto Savio e con
l'assessore Berti). Quella di
Zanè è una tra le strutture più
ampie della provincia e il suo
parquet ha ospitato in passato
manifestazioni di prestigio
come il Trofeo delle Province
Venete, oltre agli allenamenti
e alle partite di tutte le squadre dell'As Olimpia; mai
prima d'ora era stato però calpestato da campioni quali
Andrea Anastasi, Andrea
Gardini, Marco Bracci e
Andrea Lucchetta, solo per
citare alcuni dei protagonisti
della straordinaria epopea
dell'Italvolley degli anni '90
presenti lunedì sera. Ma
hanno già dato la loro conferma anche altri grandissimi
giocatori
come
Antonio
Babini, Paolo Merlo, Mario
Fangareggi,
Francesco
Lombardi, Gilberto Passani,
Luca Milocco e Pierpaolo
Bevilacqua, che saranno guidati in panchina da Angiolino
Frigoni, storico vice di
Velasco in azzurro e attuale
direttore
sportivo
della
Gabeca Montichiari, allenata
proprio dal grande Julio.
L'Italia dei Campioni sfiderà
in sequenza la Minetti
Infoplus (e saranno scintille…), la locale formazione
dell'Artifer Zanè (militante in
serie C maschile), e il Fulgor
Thiene di prima divisione.
Manù Benelli non ha voluto
tirarsi indietro neppure quando il turno di campionato
contro la Foppapedretti è
stato anticipato a martedì,
tanto che con ogni probabilità
la squadra biancorossa partirà alla volta di Bergamo al termine della partita. Il tecnico
romagnolo è stato tra l'altro
designato a guidare la selezione azzurra ai campionati
del mondo Veterani, che si
disputeranno nel prossimo
mese di ottobre in Grecia.
Nella partita di beneficenza i
set saranno intervallati da
momenti di spettacolo e dalle
interviste di Mauro Dalla
Pozza. Spazio in campo anche
per il pubblico, che sarà coinvolto in giochi di abilità con
gadget messi in palio dagli
sponsor. Il costo d'ingresso è
di dieci euro (gratuito per gli
under 14) che, sommato al
ricavato della messa all'asta
delle divise dei Campioni,
andrà tutto alla Fondazione
Francesca Rava NPH Italia.
Da sempre il volley è impegnato in attività di valenza
sociale, ha ricordato il presidente Coviello, un aspetto
confermato dalle parole dell'organizzatore Busin ("la
disponibilità massima del
mondo della pallavolo è stata
sorprendente. Un particolare
ringraziamento va quindi alla
Fipav Roma, Fipav Veneto e
Provinciale,
alle
società
Artifer Zanè e Minetti
Infoplus.
Con la collaborazione di tutti
si sono superate le varie difficoltà").
I biglietti sono già disponibili
in prevendita, e possono essere
acquistati
presso
l'Associazione Artigiani di
Thiene (tel. 0445/385800), il
Comune di Zanè o anche
presso la Fipav Vicenza,
l'Artifer Zanè o in occasione
dell'anticipo della gara di
campionato di A1 femminile
tra Vicenza e Pesaro in programma sabato sera al
PalaCia.
15
edicola
17 MARZO 2007
L'articolo. Ogni settimana, tratto dalla stampa locale o nazionale, un articolo che fa riflettere, discutere o arrabbiare. O anche divertire
Piovene il nichilista, le ragioni di un oblio
Guido Piovene è uno degli eroi
intellettuali del XX secolo, la
cui grandezza, proprio come
non si può giudicare una vita
da un suo singolo evento, si
percepisce non scegliendo il
cosiddetto capolavoro, Lettere
d' una novizia o Le Furie, ma
leggendo l'intera opera come
itinerario, anche come martirio, dalla Storia fino a Dio,
assoluto o niente che esso sia.
(…) Egli, in vita, ebbe lettori tra
i massimi del suo tempo.
Borgese, che fu suo professore,
valutando nel 1931 il debutto
dell' allievo, La vedova allegra,
gli profetizzò un futuro ariostesco o cervantino. (Mai profezia fu più sbagliata, e mai
scrittore fu più dissimile dal se
stesso iniziale come lo fu
Piovene). Poi Cecchi, Bo,
Debenedetti,
Baldacci,
Montanelli, Parise, Zanzotto,
Fernando Bandini. L' ultimo
suo sostenitore è stato
Ceronetti. Il più accanito, direi
grandioso, Enzo Bettiza, che
sempre lo ricorda con la devozione di un figlio spirituale e
l'ardore e l'intelligenza di un
combattente, che non vuole
cedere un palmo al nemico, l'oblio, o la malafede. D'altra
parte, a far testo sono i nemici,
chiamiamoli così. Se ne ricorda
uno prestigioso, Gianfranco
Contini, che avrebbe potuto
espungere Piovene per ragioni
di poetica (d'essere scrittore
mai obliquo, lui intimamente
super-obliquo) e che invece lo
ripudiò per ragioni politiche.
(…) Tra i cripto-non sostenitori
si collocava Geno Pampaloni.
Scrivendo che con Idoli e ragione Piovene si collocava al
primo posto tra i saggisti novecenteschi, in fondo lo giubilò.
Anche per Pampaloni Piovene
era troppo intelligente per
essere un grande romanziere.
Infine, gli storici. Dopo le polemiche suscitate dalla sua confessione in pubblico (La coda di
paglia, 1962), ancora oggi
Sandro Gerbi in Tempi di malafede e Pierluigi Battista in
Cancellare le tracce non gli perdonano il troppo sensibile trasformismo. (…) C'è, nell'opera
di Piovene, una frattura percepita come silenzio creativo (tra
I falsi redentori, suo quarto
romanzo del 1949, e Le Furie
del 1963). In realtà, dal 1963
Piovene divenne un altro scrittore, lì cominciò la sua metanoia. Esauriti i fasti del giornalismo, i quattro libri successivi
delineano un corpo a corpo
con la propria vicenda esistenziale, politica, storica, che non
ha l'eguale. Voglio dire che la
faccenda dell'onore (rimpianto, nel segno della asburgica
madre) e della vergogna è tutt'altro che liquidabile con La
coda di paglia. Quello non è
che il prologo. Le Furie, Le stelle
fredde, Romanzo americano e
Verità e menzogna sono un'altra
storia, la storia di un tormento,
il disperato tentativo di
l'attrazione per le masse e
liberarsi da una colpa
il desiderio delle stelle, di
(di vivere) che la letteuna distinzione. La seconratura di Piovene e la
da ragione per cui
sua stessa vita giudicaPiovene non viene più
rono irredimibile. (…)
letto è anch'essa duplice,
Volendo tentare un
letteraria e filosofica. In
bilancio che non sia
questo senso Pampaloni
discendente solo dalla
ha ragione. Piovene fu
sfera etico-politica o
mostruosamente intellisolo da quella letteragente.
ria, vedo l'enormità
Ma l'intelligenza, l'essere
della
presenza
di
stato uno scrittore per così
Piovene delinearsi in
dire
francese
(alla
due modi ambigui,
Constant, alla Sénancour,
complici
tra
loro.
tutto analitico, privo di
Perché scrisse quegli
quella divina facoltà,
esagerati articoli su
diventare plastico, se non
Mussolini e quell'orricorporeo) è sempre, in
bile articolo sugli ebrei
Italia, percepito come
e poi si dichiarò addilimite, come colpa.
rittura comunista fino
In questo caso, una colpa
a essere sfottuto come
in più.
il Conte rosso? Perché
L'altro aspetto dell'intellifu fascista e comuni- Quest'anno ricorre il centenario della nascita di
genza di Piovene è lo stessta, liberale e conser- Guido Piovene, un oggi quasi dimenticato
so che condanna Flaiano.
vatore illuminato o, se si vuole, zione mondana, il giornalismo. Se Flaiano si salva è per i suoi
né cattolico né ateo? Quando Ecco, Piovene fu fino in fondo meriti comici, cioè extra-letteFlora Volpini, che fu la sua un giornalista, del giornalista rari. Ma egli fu uno dei due
seconda compagna, lo mise a reca in sé le stimmate, d'essere grandi scrittori nichilisti del
fuoco (lo racconta ne La sempre presente sul luogo del Novecento italiano. L'altro fu
Fiorentina) captò un uomo delitto, sempre bruciato dal Piovene. Perché spostò infine
astratto che viveva senza sape- fuoco dell'attimo: proprio lui, da Vicenza a Gorizia lo scenare di vivere. Mille altre testimo- l'uomo che non aveva mai rio del suo ultimo-penultimo
nianze colgono Piovene così, smesso di distaccarsene, di romanzo Verità e menzogna,
come un essere passivo fino desiderare la distanza o, come se non perché vi trattò il suprealla fantomaticità.
la chiama Bettiza, l'assoluto o il mo tema del suicidio? E che
Questo il carattere, ovviamente niente. In questo contrasto, cosa significano verità e menmolto veneto, vicentino; quin- ovvero complicità, c'è il desti- zogna se non persuasione e retdi pieghevole, cedevole fino al no dannato del XX secolo, la torica, come le chiamava quel
ludibrio. Su un simile fonda- sua tragedia, il suo oscillare tra nostro sommo filosofo, il gorimento prese il via la sua ambi- due diversi amour de la boue, ziano Carlo Michelstaedter?
Ho appena detto che Verità e
menzogna è l' ultimo-penultimo
romanzo di Piovene. Egli dettò
contemporaneamente
il
romanzo nuovo e uno giovanile, Romanzo americano, che della
gioventù conserva la gioia.
Anche questo non è ambientato a Vicenza, bensì a Pavia,
come si chiamava la moglie
Mimy. All'ultimo Piovene spostò tutto. Le sue Furie non
divennero Eumenidi. Le sue
Eumenidi furono stelle fredde.
Pure, la fissità delle costellazioni non fu un sigillo di totale
glaciazione. Sue costellazioni
furono anche quelle di pienezza figurale, o di pienezza del
sentimento, che tante volte
aveva rimpianto e che, per
assurdo, così appaiono ai suoi
giovani eroi. Costoro così le
ritrovano
al
ritorno
dall'America nella struggente
Lombardia, mentre Piovene
moriva.
Franco Cordelli
da Il Corriere della Sera,
5 marzo 2007
16
regione
17 MARZO 2007
INIZIATIVE - Grazie alla disponibilità dell'Unione Italiana Tiro a Segno con le sezioni presenti in tutto il territorio
Piano di addestramento
per l'uso delle armi
440 mila Euro di finanziamento
regionale e la disponibilità
dell'Unione Italiana Tiro a
Segno con le sue 24 sezioni presenti in tutto il territorio consentiranno di realizzare un
Piano straordinario per l'addestramento all'uso delle armi da
parte delle Polizie Locali del
Veneto. L'iniziativa è stata presentata
oggi
nella
sede
dell'Unione Tiro a Segno di
Padova dall'Assessore regionale alle Politiche per la Sicurezza
dei
Cittadini
Massimo
Giorgetti, alla presenza del
Presidente dell'UITS Ernfri
Obriest. "Molte iniziative - ha
sottolineato Giorgetti - sono già
state attivate in Veneto in
attuazione degli obbiettivi che
la Giunta regionale si è data in
tema di legalità e sicurezza
urbana, ma in questa fase storica è emersa con sempre maggiore rilevanza e urgenza la
necessità di rafforzare le capacità professionali degli operatori di polizia locale, che sempre
di più si trovano ad affrontare
situazioni di pericolo nello
svolgimento delle loro mansio-
ni di aiuto al cittadino e collaborazione
con
le
Forze
dell'Ordine nazionali. In questo
senso la Regione ha deciso di
dare un ulteriore aiuto concreto
alle Amministrazioni locali,
sottoscrivendo un Accordo con
l'Unione Italiana Tiro a Segno
che, in quanto entità pubblica
affiliata al Coni, sarà in grado
di fornire strutture e istruttori
al massimo livello qualitativo".
La Legge Quadro nazionale del
1986 sull'Ordinamento della
Polizia Municipale dispone che
gli agenti di Polizia Locale
svolgano anche funzioni di
agente o ufficiale di Polizia giudiziaria o di agente di pubblica
sicurezza, dotato quindi di
arma. "Tale personale - ha sottolineato Giorgetti - è sempre
di più chiamato a svolgere
compiti fondamentali per la
sicurezza dei cittadini e il
rispetto della legalità, dalla
prevenzione e controllo delle
violazioni al codice della strada, alla collaborazione con l'autorità giudiziaria per il mantenimento dell'ordine pubblico,
dalla prevenzione dei reati, alla
ricerca e raccolta delle prove e
individuazione degli autori del
crimine. Tutte attività tanto
preziose quanto rischiose, che
richiedono una grande capacità
nell'uso delle armi in caso di
necessità e per autodifesa". La
convenzione
tra
Regione
Veneto ed Unione Italiana Tiro
a Segno prevede che l'UITS si
impegni a realizzare il Piano
sulla base delle esigenze formative che verranno indicate dagli
Enti
Locali
(Comuni
o
Province), che trasmetteranno
direttamente alle Sezioni UITS
le loro richieste. I corsi saranno
di due tipi: il primo è un corso
di base di attestazione all'uso
delle armi; il secondo consisterà in un master con istruttori
qualificati. Il lavoro consisterà
in attività teoriche su sicurezza,
dati sulla criminalità, analisi
statistiche, tecnica delle armi,
balistica, impugnatura, puntamento, posizioni di tiro; ed in
prove di tiro a fuoco con applicazione delle tecniche illustrate. Previste anche lezioni sulle
tecniche di perquisizione e di
ammanettamento, sulla riten-
zione dell'arma e sul disarmo.
"Questa iniziativa - ha tenuto a
precisare Giorgetti - costituisce
un tassello di una strategia di
rafforzamento
complessivo
delle polizie locali in Veneto,
che prevede anche l'imminente
nascita della Scuola di Polizia
Locale del Veneto e il potenziamento di tutta una serie di
dotazioni tecniche." Questo è
l'elenco delle Sezioni UITS che
faranno parte del Piano.
PROVINCIA DI ROVIGO:
Adria, Rovigo capoluogo.
PROVINCIA DI BELLUNO:
Agordo, Belluno capoluogo,
Feltre, Ponte nelle Alpi.
PROVINCIA DI VERONA:
Bardolino, Caprino Veronese,
Cerea, Negrar, Soave, Zevio,
Verona capoluogo.
PROVINCIA DI VICENZA:
Bassano del Grappa, Lonigo,
Tiene, Vicenza capoluogo.
PROVINCIA DI PADOVA:
Este, Padova capoluogo.
PROVINCIA DI VENEZIA:
Mirano, Venezia capoluogo.
PROVINCIA DI TREVISO:
Montebelluna, Treviso capoluogo, Vittorio Veneto.
SANITA' - Un disegno di Legge per la riorganizzazione del sistema farmaceutico regionale
Farmacie in veneto nessuna liberalizzazione selvaggia
"Il Disegno di Legge per la
riorganizzazione del sistema
farmaceutico veneto che la
Giunta regionale sta preparando prevede, per le farmacie, un aumento dell'orario di
apertura settimanale dalle 40
ore attuali a 55, l'apertura 24
ore su 24 (non più turno notturno ma battenti normalmente aperti) in alcuni centri
più importanti e abitati, trasforma da obbligatorie a
facoltative le chiusure per
ferie.
Prevede anche, in prospettiva, che le farmacie stesse possano erogare servizi come
prenotazioni e visite e la riduzione del rapporto numerico
vigenti "farmacia/abitanti"
per consentire l'ampliamento
del numero dei presidi e ren-
dere più capillare la
loro presenza sul
territorio".
Lo ha affermato l'assessore alle politiche sanitarie del
Veneto, Flavio Tosi,
intervenendo oggi,
a
Bolzano
Vicentino, in provincia di Vicenza,
alla presentazione
dei risultati della
Campagna
di
Prevenzione
ed
E d u c a z i o n e
Sanitaria "Progetto
Diabete 2006" effettuata dalla Farmacie
aderenti
a
F e d e r f a r m a
Vicenza;
"Siamo
contrari alla libera-
lizzazione selvaggia
richiesta anche ieri
dai consiglieri regionali del centrosinistra" ha aggiunto
Tosi; "la liberalizzazione si fa con le farmacie, non contro le
farmacie: vogliamo
liberalizzare
in
modo equilibrato,
aumentandone
il
numero senza però
distruggere il sistema attuale, rendendolo, anzi, ancor più
capillare e tutelando, quindi, le zone
rurali, montane e
periferiche.
La liberalizzazione
selvaggia, invece,
potrebbe favorire la
concentrazione delle farmacie
nei grossi centri e farle sparire la quelli piccoli".
"Questa campagna di prevenzione ed educazione sanitaria
contro il diabete effettuata
dalle farmacie aderenti a
Federfarma Vicenza - ha concluso Tosi - ci dà la possibilità di conoscere, a livello statistico, quante siano le persone
a rischio di soprappeso, obesità e, quindi, anche di diabete: è uno strumento utile e
importante ai fini della prevenzione di questa patologia
subdola quanto pericolosa in
quanto ha dato a molti cittadini la possibilità di venire a
conoscenza precocemente del
loro rischio di diabete e, quindi, di prevenirlo, di potersi
curare e vivere meglio".
17
17 MARZO 2007
regione
TURISMO - Il "contatore" si è attestato nel 2006 a quota 59.360.589 presenze ufficialmente registrate
Il Veneto è la prima
regione turistica
Il "contatore" del turismo veneto
si è attestato nel 2006 a quota
59.360.589 presenze ufficialmente registrate, generate da
13.438.835 arrivi. La crescita
complessiva dei pernottamenti è
stata di + 4,63 per cento rispetto
al 2005, con un significativo
+6,59 per cento per quanto
riguarda gli ospiti stranieri,
mentre il numero dei turisti è
aumentato del 7,78 per cento
(+8.19 per cento quelli provenienti dall'estero).
"Sono cifre che ribadiscono l'assoluto primato del Veneto nello
scenario del turismo italiano, che
si lascia alle spalle, ad almeno
due decine di milioni di presenze di distanza, altre Regioni che
vanno per la maggiore".
Lo ha ribadito Luca Zaia, vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, nell'inaugurare
oggi a BIT 2007 lo stand dedicato
all'ospitalità regionale, allestito
nel Padiglione 1, settori C18-24
D19-31, del Nuovo Quartiere
Rho di Fieramilano. La festa di
apertura dello stand è stata allietata dalla soprano Katia
Ricciarelli, straordinaria verdiana originaria del Polesine.
"Sono molto soddisfatto per una
stagione straordinaria che si è
conclusa. Nel 2006 abbiamo
posto le basi per un ulteriore
rilancio di immagine e di servizi
reali al turista - ha spiegato Zaia
- in un rapporto stretto con gli
operatori che sono i veri artefici
del successo turistico della
nostra Regione: grazie al loro
impegno abbiamo recuperato e
superato i risultati antecedenti
alla crisi determinata dall'11 settembre 2001. Nell'anno corrente
avremo a disposizione la nuova
legge quadro, scritta con il sistema turistico regionale, che punta
soprattutto a eliminare il peso
dei vincoli burocratici e a consentire offerte di tipo moderno,
richieste dagli ospiti, ma che
intoppano in normative pensate
per altre evenienze (si pensi al
divieto di far vendemmiare quei
turisti che verrebbero qui apposta dagli Stati Uniti)".
"Ma soprattutto - ha detto ancora
Zaia - si sta consolidando l'immagine unitaria del Veneto come
Regione dall'offerta completa,
suggerita dalle sette punte della
stella colorata che, affiancata dal
Leone di san Marco, è diventata
il simbolo del nostro turismo e
che vedremo nei prossimi mesi
in tutti gli esercizi commerciali,
depliant e materiali informativi
riguardanti le proposte del
Veneto". "Di questa bella e
straordinaria realtà è testimone il
nostro
stand
Borsa
Internazionale del Turismo BIT
2007, dove proponiamo le nostre
variegate offerte e l'immagine
del lavoro e dell'operosità della
Regione più ospitale d'Italia".
Zaia, che domani, 23 febbraio,
sarà al CBR Caravan Boot
Reisemarkt di Monaco di
Baviera per presentare l'immagine e le proposte del Veneto turistico, ha messo in evidenza il
ritorno degli ospiti tedeschi,
"anche come effetto della campagna di valorizzazione condotta
capillarmente nelle maggiori
città della Germania all'inizio
dell'anno e alla presenza attiva
durante i campionati mondiali di
calcio". Le presenze tedesche, i
primi clienti del Veneto in cifre
assolute, sono infatti cresciute
del 6,35 per cento, raggiungendo
quota 11.534.546. Seguono gli
austriaci (3.146.317 presenze, +
3,78 per cento), gli inglesi
(2.356.360 presenze, +
1,93 per cento), gli olandesi (2.233.829 presenze,
+ 11,91 per cento), gli statunitensi (1.826 mila presenze, + 13,37 per cento,
con una crescita degli
arrivi del 12,69 per cento,
pari a 818.262 turistici,
cifre che portano i turisti
USA al secondo posto
dopo gli arrivi tedeschi,
che
ammontano
a
1.888.235). Ma sono cresciute in maniera molto
significativa anche le presenze russe (+22,19 per
cento), quelle irlandesi (+
26,65 per cento), quelle
dalla Grecia (+ 24,39 per
cento) e dalla Cina (+
10,75 per cento). Il Veneto è però
ricercato dagli stessi turisti italiani, le cui presenze sono state
25.093.862, con una crescita
soprattutto di piemontesi (+3,08
per cento) e trentini (+4,89 per
cento).
"Domani incontrerò a Monaco
gli operatori turistici tedeschi ha fatto presente Zaia - i quali mi
hanno già fatto sapere le loro
preoccupazioni circa la comunicazione negativa che deriva dall'applicazione
di
ticket.
Condivido tale preoccupazione e
stiamo anche esaminando la possibilità di intervenire dal punto
di vista legale per il danno che
ne deriva. Il turismo non è solo
di Venezia ma di tutto il Veneto
e un ticket di 480 € per ogni pullman turistico rappresenta oggettivamente un problema per il
settore."
"Dell'ottima performance del
Veneto turistico - ha aggiunto
Zaia - hanno beneficiato tutti i
comprensori; sono di segno positivo i risultati di spiagge, mare,
lago, montagna, terme e città
d'arte. Queste ultime sono la
meta preferita degli ospiti per
arrivi, dove segnano anche i
migliori risultati di crescita, + 9,4
per cento (6.594.242); le spiagge
sono invece la meta privilegiata
per le ferie e dunque per i lunghi
soggiorni, con 25.058.284 presenze (+ 5 per cento), generate da
3.543.880 arrivi".
"I dati definitivi del 2006 - ha
concluso il vicepresidente della
Giunta regionale - ci confermano
inoltre che sono elevate non solo
le cifre, ma anche la qualità dell'offerta turistica e degli ospiti,
che chiedono una sempre maggiore qualità e apprezzano le
proposte alternative: è in tal
senso molto chiara la crescita del
16,6 per cento negli arrivi in
alberghi a 4 stelle e del 14 per
cento in quelli a cinque stelle,
mentre la richiesta di soggiorni
in agriturismo è estremamente
positiva, con un +28,8 per cento
di arrivi e un +26,7 per cento di
presenze".
INIZIATIVE - L'importante presenza Veneta alla Borsa internazionale del turismo 2007
Le nostre proposte di ospitalità
Le proposte di ospitalità del
Veneto sono presentate agli operatori italiani e internazionali,
alla Borsa Internazionale del
Turismo 2007. Lo stand regionale
è stato allestito nel Padiglione 1,
settori C18-24 D19-31 del Nuovo
Quartiere Rho di Fieramilano ed
è suddiviso in due spazi espositivi distinti, che danno ampio spazio all'immagine del Veneto nel
suo insieme, con fotografie e slogan relativi ai prodotti turistici
regionali. Uno dei due spazi è
dedicato alla presentazione delle
offerte e delle proposte dei com-
prensori turistici, con l'eccellente
contorno delle Strade del Vino e
dei Consorzi che promuovono le
produzioni tipiche regionali.
L'altro spazio, cui ha tolto i veli
che lo ricoprivano lo stesso vicepresidente della Giunta regionale
Luca Zaia, nel corso di una cerimonia allietata dal canto di Katia
Ricciarelli, presenta invece una
vetrina degli antichi mestieri del
Veneto, simbolo dell'operosità di
una Regione che ha saputo coniugare al meglio cultura del lavoro,
qualità della vita, spirito d'impresa e sviluppo economico.
Sono state allestite quattro pedane, su ciascuna delle quali quattro maestri artigiani dei settori
legno, pietra - marmo, ricamo merletto e calzatura realizzeranno "al vivo", per l'intera durata
della manifestazione milanese, la
lavorazione dei propri prodotti,
richiamando la tradizione regionale.
Il lavoro veneto è proposto dal
maestro Beppino Lorenzet di
Mel, per il settore legno; dallo
scultore Luciano Minati della
Ditta Peotta Armando di Vicenza
per la pietra e il marmo; da Lucia
Costantini di Burano per il merletto a tombolo e da Alberto
Segalin di Mestre per la calzatura.
Il Vicepresidente Zaia ha voluto
presentare personalmente al pubblico gli artigiani veneti presenti
allo stand. Successivamente,
assieme ai rappresentanti delle
province interessate, Zaia ha consegnato un riconoscimento ai
gestori dei nove campeggi veneti,
sui 71 di tutta Europa, ai quali
l'ADAC, l'autorevole automobil
club tedesco, ha attribuito il titolo
di Supercampeggio. Si tratta di:
Camping Villaggio Turistico
Internazionale
di
Bibione;
Camping Marina di Venezia di
Cavallino Treporti; Camping
Village dei Fiori di Cavallino
Treporti; Union Lido Vacanze di
Cavallino Treporti; Village
Camping Ca' Pasquali di
Cavallino Treporti; Camping
Piani di Clodia di Lazise; Jesolo
International Club Camping del
Lido di Jesolo; Centro Vacanze
Prà delle Torri di Porto Santa
Margherita di Caorle; Villaggio
Turistico Isamar di Sant'Anna di
Chioggia.
18
Carciofini sott'odio
Charta Magnona
di Alessio Mannino
Neo-costituzionalismo. Intervistato
il 3 marzo scorso dai microfoni di TvA,
in occasione di un convegno con l'ex
ministro Tiziano Treu Max 'Antenna'
Calearo ha così decretato: "Ormai i
giovani non devono più pensare al
posto fisso. L'Italia è una repubblica
fondata sul lavoro, non sul posto di
lavoro". Subito il think-thank di
Palazzo Bonin Longare - il riesumato
computer di "2001 Odissea nello spazio" Hal 9000 - si è messo sotto a
riscrivere la Costituzione in versione
confindustriale. Ecco le indiscrezioni
sui primi due articoli 'emendati'. Art
4: "La Repubblica riconosce a tutti i
cittadini il diritto al lavoro. A patto che
si rassegnino a quello che concedano
loro le aziende, uniche depositarie del
loro futuro. La Repubblica non metta
becco negli affari degli imprenditori,
please". Art 11: "L'Italia ripudia la
guerra come strumento di offesa alla
libertà degli altri popoli e come mezzo
di risoluzione delle controversie internazionali; se si tratta di guerre stabilite
dagli alleati, l'Italia deve dire sempre di
sì a prescindere. Ne va dei conti in
banca delle imprese".
Pesto democratico. Un mese, giorno
più giorno meno. Tanto è durata la
fronda dei diessini autosospesi in polemica con il Curato di Palazzo Chigi
che il 16 gennaio ha dato il suo benestare alla Ederle 2. In Liguria, furenti
con gli inciuci trasversali Ds-Forza
Italia, 50 iscritti alla Quercia - fra cui
un deputato e il presidente del consiglio regionale - hanno gettato la tessera
alle ortiche, senza standby temporaneo
a scadenza obbligata. La frontman dei
berici scontenti ma non troppo, l'on.
Lalla Trupia, si sta già mettendo in
moto per bloccare l'arrivo di pesto alla
genovese nei supermercati vicentini.
Uno studio riservato addebita al sugo
ligure pericolose inalazioni di sostanze
dai nomi criptici ma dagli effetti devastanti: "Antipoltronite 01",
"Coerenzatricnite", "Dignitosi H3".
Nel frattempo si sono perse le tracce dei
120 parlamentari anti-Dal Molin.
Nella prossima puntata di "Chi l'ha
visto?" le famiglie si appelleranno ai
cittadini italiani per trovarli. Con l'inconfessata speranza che a farlo non
siano cittadini vicentini di centrosinistra.
tempo libero
17 MARZO 2007
L'angolo dell'oste. Freschi, erborinati, stagionati o di grotta: ce n'è per tutti i gusti
Tommasini e pecorelli,
i formaggi dei Berici
L'Asiago lo conomaggi a media stagionatuscono tutti, il
ra, dal sapore un po' più
Grana Padano lo
deciso; e ci sono formaggi
stesso, il Bastardo
che farebbero invidia ai
del Grappa forse
francesi, come il verde e il
un po' meno.
blu di Montegalda, che
Probabilmente
prendono il nome dalla
sono pochi, però,
presenza di muffe stile
quelli che sanno
Roquefort, o come il Grotta
che il vicentino è
di Montegalda, che invecterra d'elezione
chia per qualche mese
anche per un gran
nelle grotte dei Berici. E, se
L'azienda agricola "La Capreria" di Montegalda è stata la prima a valonumero di for- riazzare i formaggi di capra
qualcuno trova troppo
maggi di capra e
deciso il gusto dei formagpecora che hanno trovato nelle colli- aperta dall'azienda agricola "La gi di capra, non mancano formaggi
ne dell'alto vicentino -soprattutto Capreria" di Montegalda (un nome misti, come il misto pecora dei Berici
nell'Altopiano del Tretto - e nei Colli che è tutto un programma) è seguita (80 per cento di latte vaccino e 20 di
Berici delle condizioni ideali. Una da un numero sempre maggiore di pecora) e il "tre latti" della capreria.
produzione di nicchia, ma di grande imprenditori.
Formaggi che mantengono, seppure
qualità e con un passato di tutto Per chi vuole provare qualcosa di in forma attenuata e un po' meno
rispetto: fino agli inizi del diverso dai "soliti" formaggi vaccini, esuberante, le caratteristiche dei
Novecento l'allevamento di capre e dunque, non c'è che l'imbarazzo prodotti ovini.
pecore era estremamente diffuso, e della scelta. Tra i caprini e i pecorini Gli usi, in cucina, sono infiniti: si va
per gran parte delle famiglie era nor- dei Berici si trovano formaggi freschi dal ripieno dei tortelli alle bruschetmale avere nella stalla, accanto come il Tommasino e il Pecorello (di te, per arrivare alle torte salate. O
all'immancabile vacca, anche due o solito in piccole forme da 200 -250 magari ai dessert, perché come insetre ovini. Quasi del tutto scomparse grammi), o come caciotte, crescenze gna il vecchio detto "par esser straca
nel nome della corsa al progresso, le e ricotte; formaggi erborinati (quelli la boca gà da saver da vaca", non c'è
capre hanno ricominciato a fare in cui durante la lavorazione vengo- niente di meglio che chiudere il
capolino in qualche fattoria a partire no aggiunte delle erbe aromatiche pasto con un bocconcino di formagdagli anni Ottanta, e oggi la strada alla pasta del formaggio) e altri for- gio
Appuntamenti. In città arriva il circo di Nando Orfei. A Schio musica classica ed etno-folk
La magia del grande circo
Circo. In città arriva il circo. Dal 15
marzo, e fino al 26, al foro boario è
montato il tendone della storica compagnia di Nando Orfei, che con il suo
spettacolo pirotecnico ed entusiasmante permetterà di avvicinarsi alla
magia dell'arte circense, tra pagliacci
irresistibili, acrobati, trapezisti e giocolieri (ingresso con biglietto).
Musica. Serata tutta da vedere, oltre
che da ascoltare, quella in programma
sabato 17 al Centro stabile di cultura
di San Vito di Leguzzano (ore 22). Sul
palco saliranno infatti i poliedrici
musicisti statunitensi Jeremy Barnes
(grancassa, piatti, fisarmonica, voce) e
Heather Trost (violino, xilofono,
tastiera). Lui, in particolare, suona cinque strumenti contemporaneamente:
la fisarmonica con le mani, la grancassa e un piatto con i piedi, un altro piatto con la testa. Il tutto per un sound in
cui si mescolano ballads anglosassoni
e ritmi balcanici. A Schio, intanto,
giunge alla conclusione il concorso
internazionale di esecuzione pianistica e violinistica: il gran finale è previsto domenica 18 marzo, alle 17 al teatro civico. Per gli amanti del jazz,
invece, l'appuntamento è, sempre
domenica 18 marzo e sempre alle 17, alla sala concerti del conservatorio
Pedrollo di Vicenza, dove
Alessio
Sebastio
e
Michele Calgaro improvviseranno su temi di
Thelonius Monk, Chano
Dominguez, Paco de
Lucia e Richard Galliano
(ingresso 5 euro).
Teatro. Continua la stagione teatrale di Thiene.
I trapezisti sono uno dei punti di forza del circo di Sabato 17 marzo, alle 21,
Nando Orfei
Carlo Giuffré porta sul pal-
coscenico del comunale "Il medico dei
pazzi", commedia che ruota attorno al
personaggio
di
Felice
Sciosciammocca, reso celebre da Totò.
Biglietti da 8 a 23 euro. Sempre sabato
17, nella sala della comunità di Vò di
Brendola, per la 21° rassegna teatrale,
i Teatranti di Valdagno presentano
"La zia di Carlo", commedia degli
equivoci dal ritmo incalzante e che
trasuda humour inglese ad ogni battuta (ore 21, ingresso 6 e 8 euro).
Mostre. Nelle sale dell'ex Gil, nei
pressi del teatro Astra, è aperta la rassegna "Cinema e Fumetto", che mette
a confronto due tra i mezzi di comunicazione più popolari: in mostra ci
sono tavole, albi, locandine e altro
materiale su 34 eroi che hanno fatto il
salto dal mondo delle nuvole parlanti
a quello del grande schermo, da
Asterix a Batman, da Tex Willer a
Valentina. (Biglietti a 3 e 5 euro, gratuito per i possessori di Carta
Giovani). A Palazzo Chiericati e nelle
chiesa dei Santi Ambrogio e Bellino
continua invece la mostra dedicata al
pittore Attilio Polato, uno dei principali artisti del Novecento vicentino
(Ingresso libero).
19
17 MARZO 2007
tempo libero
Popcorn. Nell'ultimo film di Chabrol, La Commedia del Potere, la parabola di una giudice travolta dalla furia vendicatrice della legalità
Il potere logora chi ce l'ha. E ne abusa
DI GIULIANO CORÀ
Il giudice Jeanne
C h a r m a n t Killman (che si
potrebbe tradurre
con 'affascinante
assassina':
un
nome un destino)
avvia un'indagine sulle malversazioni di denaro pubblico operate all'interno di una grossa
multinazionale. Il primo a cadere è il presidente, un individuo
umanamente miserevole, affetto
da allergie cutanee di probabile
origine psicosomatica, che in
poche ore viene sbattuto in carcere. Lo seguono, nella stanza
degli interrogatori a Palazzo di
Giustizia, collaboratori, amici e
manutengoli vari. Dopo qualche
settimana va a fargli compagnia
in carcere anche il suo sostituto,
un individuo sfuggente, che
fino a quel momento aveva cercato di tenersi a galla allacciando col giudice un'ambigua amicizia. Non guarda in faccia a
nessuno, Jeanne, in
questa, che, più che
come una normale
indagine,
sembra
essere vissuta da lei
come una specie di
crociata contro il
Potere: dei ricchi, dei
corrotti, perfino dei
suoi stessi capi. Ma
anche lei, senza
accorgersene, è vittima della
"ebbrezza del potere" (questo
l'ottimo titolo originale). Dura,
arrogante, a volte spietata, orgogliosamente inebriata della propria adamantina integrità (che
c'entri qualcosa, nella costruzione del personaggio, il mito tutto
francese
di
Robespierre
l'Incorruttibile?). Jeanne la
Terribile travolge tutto: le miserie umane degli indagati, la vita
del marito, che progressivamente si allontana da lei, la sua stessa salute e resistenza fisica. Fino
a quando proprio un evento
personale la costringerà a fare i
conti col senso del suo operare.
Pur non essendo uno dei migliori film di Chabrol che al suo attivo
ha una lunga e
ricca filmografia,
interamente dedicata ad indagare
le
perversioni
nascoste sotto la
rispettabilità borghese - tuttavia
questa Commedia è un film intelligente, che trova la sua principale ragione d'interesse proprio
in questa paradossale 'affinità
elettiva' tra persecutori e perseguiti. Entrambi spinti non da
motivazioni superiori, ma da
una personale sete di potere, e
dunque entrambi ugualmente
'immorali'.
Sul comodino. Da Culicchia ad Ammaniti, in un saggio gli esordi di una generazione di nuovi narratori guidati dall'autore di Altri libertini
In principio fu Tondelli, la carica degli under 25
DI GIOVANNI MAGALOTTI
"In principio fu
Tondelli" è un libro
importante
per
diverse
ragioni.
Anzitutto
perché
ricorda la scelta pionieristica - per quei tempi - di Pier
Vittorio Tondelli (1955 - 1991) di
dare voce a giovani scrittori che
altrimenti non avrebbero forse
avuto modo e spazio per esprimersi. In secondo luogo, perché ritrae
con precisione temi e luoghi ricorrenti della narrativa italiana degli
ultimi quindici anni.
Il volume inizia rendendo conto
dell'opportunità che a metà degli
anni Ottanta l'allora affermato
scrittore Tondelli, con il fattivo
contributo della casa editrice
Transeuropa-Il lavoro editoriale,
decise di fornire a una dozzina di
giovani autori italiani esordienti.
L'iniziativa, rigorosamente riservata a ragazzi sotto i 25 anni e per
questo ribattezzata Under 25,
riscosse un enorme successo.
A Tondelli pervennero decine di
manoscritti.
L'esito finale della cernita, condotta con sensibilità
e misura dallo scrittore emiliano e
di cui egli rese conto in una serie di
interventi prima e dopo la pubblicazione, fu il volume "Giovani
Blues".
Under 25 si ripetè altre due volte.
"Belli e perversi" e "Papergang"
riportano i racconti scelti negli
anni successivi. In questi testi si
trovano le prime prove di un
gruppo di autori che brillano ancora oggi per qualità nel panorama
letterario italiano: da Andrea
Canobbio a Gabriele Romagnoli,
da Romolo Bugaro ad Andrea
Mancinelli, da Giuseppe Culicchia
a Silvia Ballestra.
La seconda parte del volume della
Mondello lancia uno sguardo sulla
narrativa nazionale contemporanea. Analizzando le esperienze di
Enrico Brizzi, Niccolò Ammaniti,
Aldo Nove, Isabella Santacroce,
per fare qualche nome, l'autrice
giunge alla conclusione che molti
dei testi di questi scrittori si propongono, in modo più o meno
volontario, come riflessioni critiche sulla realtà contemporanea.
E in particolare sulla presenza
dirompente dei mass media, che
sembra anche determinare, a livello narrativo, una complessiva fran-
tumazione delle tradizionali
modalità di racconto.
Elisabetta Mondello,
In principio fu Tondelli.
Letteratura, merci, televisione nella
narrativa degli anni Novanta,
Il Saggiatore, 159 pp., € 15
Vicenza Più Viva: finalmente
la buona notizia
È la rubrica che mancava in città: una pagina dove ogni settimana i
vicentini potranno annunciare la gioia di un figlio, la celebrazione di un
matrimonio, il conseguimento della laurea. Perciò forza genitori, sposini e
neo-laureati: chiamando al numero 0444 923362 o inviando un'e-mail
all'indirizzo [email protected] potrete dare a Vicenza
una buona notizia… in Più.
Tanti auguri!
Le lauree della settimana
Auguri a
Enrico Longhin
neolaureato in
Scienze Motorie
Auguri a
Valentina Maculan,
neolaureata in
Scienze Psicologiche
Sociali e del Lavoro
HANNO DETTO
"Noi veneti non sappiamo tenere la scena, non sappiamo sbraitare e lamentarci. Non siamo
bravi a sgomitare per ottenere,
non facciamo consorteria. Noi
siamo come gli alpini: tira e
tasi".
Enrico Hüllweck
Corriere del Veneto
14 marzo 2007
"Alcuni nostri militanti curano
un corso per reimpostare la vita
dei gay che vogliono uscire
dalla omosessualità. E' importante far sapere che dalla omosessualità si può uscire. La società è minata da questa quinta
colonna del relativismo nichilista di cui gli omosessuali sono
un potere da rovesciare".
Paolo Sorbi
presidente Movimento per la
Vita-Lombardia
Libero 7 marzo 2007
"Sapete quante ne ho viste nella
mia carriera di cause intentate e
poi andate storte? Le ricordo
una su tutte: Mani Pulite nacque
proprio così, per la denuncia di
un giornalista che scrisse un
articolo non gradito. A quel
punto scattò la querela per diffamazione e io andai fino in
fondo".
Antonio Di Pietro
La Repubblica 12 marzo 2007