Teatro A. Chiesa 01.04.12
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Teatro A. Chiesa 01.04.12
TEATRO ALFREDO CHIESA Via S. Cristoforo 1 Milano DOMENICA 1 aprile 2012 ORE 15,00 Il Gruppo Pensionati Aem PRESENTA LA COMPAGNIA TEATRALE “DEGLI INSTABILI” In “L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO” di OSCAR WILDE commedia in due atti Personaggi ed Interpreti John Worthing Lane il maggiordomo Algernon Moncrieff Miss Prism la Governante Mary la cameriera Rev. Canonico Chasuble Gwendolen Farfax Lady Bracknell Cecily Cardew PAOLO BERNARDI PINUCCIA MONTEMEZZANI GIUSEPPE CERRA MARINA FICHERA ELVIRA RAGUSA LUIGI GISOTTI MARY JANE STUMPO MARINA DE MARCO VALERIA BELLONI Scenografia e costumi MARINA DE MARCO –ELVIRA RAGUSA Tecnico effetti luci ed audio ANDREA GENTILI REGIA MARINA DE MARCO Parcheggio interno. Mezzi pubblici: 2 - 90 - 91 - MM2 P.ta Genova - Romolo INGRESSO LIBERO L’IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO (letteralmente “di essere onesto') CENNI SULLA VITA DI OSCAR WILDE Oscar Wilde nasce a Dublino nel 1854, in una famiglia altolocata si distingue subito negli studi classici e nelle materie letterarie e vince abbastanza presto premi di poesia. Si atteggia a riformatore dell'abbigliamento e a leader di un movimento estetico. Si sposa con una ragazza dublinese di buona famiglia, ma, dopo poco tempo, avrà esperienze omosessuali. Nel 1891 inizia a frequentare Lord Douglas col quale intraprende una relazione, ma nel 1895, l'anno della prima rappresentazione de “L'importanza'', il padre di Douglas comincia a diffamarlo poiché lo considera il corruttore del figlio e Wilde lo denuncia per diffamazione. Viene istruito un processo contro questo signore il quale però viene prosciolto mentre Wilde viene processato per pratiche illecite e condannato; sarà poi processato anche per bancarotta e condannato e passerà un periodo in carcere. Uscito dal carcere vive fra Francia e Italia continuando nella zua vita al di sopra delle righe, cacciandosi talvolta nei guai e continuando le sue frequentazioni omosessuali. Muore a Parigi nel 1900. L'IMPORTANZA DI CHIAMARSI ERNESTO “The Importance of Being Earnest” significa letteralmente l'importanza di essere onesto anche se nelle tradizionali versioni italiane è sempre stato “L'importanza di chiamarsi Ernesto”. Tutto si gioca su un bisticcio linguistico, infatti in inglese l'aggettivo earnest (probo, serio) e il nome proprio Ernest si pronunciano alla stessa maniera ed è proprio questa assonanza del nome proprio con l'aggettivo a far si che le due giovani protagoniste Gwendolen e Cecily, si innamorino prima di tutto del nome, a prescindere dalla persona, e non siano disposte a sposare un uomo se non risponde al nome di Ernesto, nome che incarna per loro quelle virtù dell'età vittoriana che Wilde prende maliziosamente in giro. “L'importanza” fu l'ultimo lavoro teatrale di O. Wilde e debuttò a Londra nel 1895, ma non rimase a lungo sulle scene nonostante il successo, a causa dello scandalo che sconvolse poco dopo la vita dello scrittore. Wilde attribuiva poca importanza alle sue commedie a confronto coi drammi seri, ma furono proprio le commedie a dargli fama e ricchezza. Scrisse tre commedie brillanti: “Il ventaglio di Lady Windermere”, “Una donna senza importanza” e “Un marito ideale” trasformando situazioni del dramma salottiero francese in situazioni dai connotati britannici, con personaggi fissi quali una donna con passato, un figlio illegittimo, un dandy cinico, una gran dama anziana e autorevole e un coro di esponenti della buona società. Wilde fu il primo a rivelare a Bernard Shaw che gli inglesi erano disposti a sentir parlare anche di argomenti scomodi a condizione di divertirsi, di ridere. Disprezzava le trame e i colpi di scena e dedicava il suo impegno a quello che poteva apparire come la parte decorativa. Mentre però nella trilogia dei “society dramas” si era riservato di inserire i suoi commenti sulla società in maniera obliqua e sotto forma di paradosso, ne “L'importanza” egli sovvertì quel modulo e fece dei commenti e della decorazione la parte portante, la struttura. La conversazione prende il posto dell'azione. Auden la definì “l'unica opera verbale pura in lingua inglese” e gli spettatori della prima dopo il primo atto, ebbero l'impressione che l'unico argomento, fino a quel punto, fossero stati i tramezzini al cetriolo. La sola realtà de “L'importanza' è costituita dalle parole. Lady Bracknell farà cambiare, se necessario, la moda onde rendere più fashionable la casa dove potrebbe andare ad abitare sua figlia. E diversamente dalla Giulietta di Shakespeare, che si dichiarava disposta ad amare Romeo sotto qualsiasi nome le due eroine di Wilde si dichiarano decise ad amare soltanto qualcuno che risponda al nome di Ernest, che ispira loro fiducia solo per motivi fonici. I personaggi sono gli stessi dei Society dramas, mutati però di segno e con risvolti di maliziosa assurdità: l'illegittimo, il dandy cinico, la vecchia lady dispotica, le ereditiere e soprattutto la donna con passato, qui perversamente incarnata dall'irreprensibile Miss Prism. E il climax della vicenda dimostra che il bugiardo aveva sempre detto la verità (Jack che si millantava per Ernesto scopre alla fine che è proprio Ernesto il suo vero nome). L'eterea verbalità dove tutti, non solo il cinico di turno, si esprimono mediante paradossi, si accompagna a un senso visivo di teatralissima efficacia. L'eleganza è il principio che domina il salotto e I'eleganza è un genere di condotta che trasforma l'essere in apparire. Ne "L'importanza" la cerimonia della forma sociale modella le persone secondo fini pubblici e trasforma il mondo interiore in esteriore. Il salotto è un circolo astratto in cui maschio e femmina sono uguali e intercambiabili. Un'ottima rappresentazione potrebbe essere una messinscena fatta di apparenze, maschi e femmine simili, oppure i ruoli femminili assegnati ad attori che interpretano donne. Tutto nei personaggi è forma" pura esteriorità; non hanno una vita interiore, il mondo è il loro palcoscenico. Le due ragazze scrivono un diario (genere di solito intimistico, di sfogo personale), ma Cecily afferma che il suo è destinato alla pubblicazione, mentre Gwendolen lo scrive per autoesibirsi, tanto è vero che se lo porta appresso per leggerlo come un romanzo, facendo capire di considerare la sua vita come uno spettacolo. Lady Bracknell subordina le persone alla forma: se il nipote non va a cena da lei le scombina tutto il tavolo; rimprovera Jack per il fatto di essere orfano, ma più che altro per l'impressione che ciò fa sulla gente, in quanto non ha genitori importanti da esibire. Nulla è degno di interesse se non l'opinione pubblica. La vita è una commedia scrutata da occhi indagatori. La forma è determinata dalla moda. Lady B. dice a Cecily che lo stile dipende da come si porta il mento e "in questo momento si porta alto". Ha inculcato questo suo modo di agire nella figlia che rifiuta lo zucchero nel tè perché non è di moda. Considera disdicevole perdere il treno per i commenti che le persone potrebbero fare non per il disagio privato che ciò può comportare. Dalle didascalie che Wilde inserisce nel testo si capisce che lo stile di recitazione non deve essere farsesco e nemmeno realistico. I personaggi devono scambiarsi le battute con perfetta naturalezza, senza mostrare di ritenerle spiritose e senza cercare di giustificarle, caratterizzandosi come eccentrici. "L'importanza" non è solo una satira delle convenzioni teatrali borghesi ottocentesche, ma può vivere anche avulsa dal suo contesto storico; Lady Bracknell è personaggio vittoriano quanto più non si potrebbe, ma nel contempo eterno e universale. Insomma Wilde fa dei paradossi piacevolmente sovversivi la struttura stessa del dramma, sostituendo all'azione la conversazione mettendo sullo stesso piano le cose serie e le cose frivole e con questo non solo sbeffeggia le convenzioni teatrali della società dell'epoa ma la stessa società che da quelle convenzioni vuol sentirsi rassicurata nei suoi codici comportamentali.