OTTOBRE 1854: NASCE OSCAR WILDE, IL

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OTTOBRE 1854: NASCE OSCAR WILDE, IL
OTTOBRE 1854: NASCE OSCAR WILDE, IL PRINCIPE DEI DANDY
Esistono personaggi che lasciano un’impronta indelebile sul pensiero di una determinata epoca,
molto spesso facendosi beffe con straordinaria noncuranza delle regole ingessate e
apparentemente immutabili del mondo che li circonda e che, tante volte, sembra asfissiare gli
uomini precludendo loro alternative e libertà di scelta. Quando il 16 ottobre del 1854, a Dublino, la
poetessa Jane Francesca Elgee partorisce il suo secondogenito, Oscar Fingal O'Flahertie Wills
Wilde, di certo non immagina che il bambino è destinato ad incarnare al massimo grado il ruolo di
personaggio sui generis: originale, irriverente, anticonformista, il grandissimo scrittore irrompe in
maniera fragorosa nella società dell’Ottocento e stravolge parecchi canoni imperanti nel XIX
secolo.
L’influenza culturale esercitata da Oscar Wilde sulla società dell’epoca e sulle generazioni
successive è straordinaria: le sue opere teatrali sono gioielli raffinati che ancora oggi catturano
l’attenzione degli spettatori e appaiono rivoluzionarie anche dopo un secolo e mezzo, i suoi
racconti rappresentano dei modelli imprescindibili per chiunque scelga di cimentarsi nell’arte della
narrazione, e il suo romanzo più noto, “Il ritratto di Dorian Gray”, è una summa delle
caratteristiche insite nel Decadentismo, corrente letteraria di cui il libro di Wilde (al pari del
romanzo “À rebours”, tradotto come “Controcorrente” in italiano, dello scrittore francese Joris
Karl Huysmans) può essere considerato il manifesto letterario. Ma oltre che nella straordinaria
produzione narrativa, di importanza cruciale per delineare nuove affascinanti strade letterarie in
un secolo, l’Ottocento, dominato da positivismo e naturalismo, il genio di Oscar Wilde trova modo
di esprimersi appieno nel suo stesso modo di concepire l’esistenza, di approcciarsi al quotidiano, di
sfidare col proprio impareggiabile umorismo e con una sensibilità fuori dal comune ogni limite
posto davanti a lui dalle convenzioni dell’età vittoriana, molto attenta a conservare rigorosamente
dogmi sociali considerati indiscutibili: non a caso Oscar Wilde viene considerato il “dandy” per
eccellenza, cioè la persona che vive la propria vita come se si trattasse di un’opera d’arte, alla
ricerca continua del piacere e del gusto del bello.
Il rapporto che Wilde instaura con la morale dominante è parecchio tormentato, e finirà per
caratterizzare la vita dell’autore irlandese almeno quanto faranno le sue opere. Sono numerosi gli
episodi discussi e gli scandali che hanno come protagonista lo scrittore, il quale conoscerà anche la
suprema umiliazione del carcere nel 1895, a causa della sua omosessualità e delle accuse di
immoralità che finiscono per travolgerlo; sono anni complicati per il geniale autore, che deve
anche subire un ostruzionismo feroce, concretizzatosi tra le altre cose nel divieto per tutti di
rappresentare le opere da lui composte. Gli anni di libertà dopo l’arresto si rivelano molto difficili
per l’artista, costretto a fare i conti con la povertà e con gravi problemi di salute. Wilde muore il 30
novembre del 1900, a Parigi, a soli 46 anni, in Rue des Beaux-Arts 13.
Nonostante i processi subiti, il mito di Oscar Wilde è sopravvissuto alla propria epoca arrivando
fino ad oggi intatto, anzi rafforzato: quello che rimane di questo personaggio irripetibile è
racchiuso nelle sue opere, ma anche nei suoi celebri aforismi. Frasi come “Posso resistere a tutto
tranne che alla tentazione”, oppure la sua celebre affermazione sulla moda, definita “Una cosa
talmente brutta che si doveva cambiare ogni 6 mesi” sono tra i motti più brillanti mai pronunciati;
e quando, durante una cena, gli venne chiesto di fare un breve discorso sullo stato della
letteratura, Wilde rispose così: “Signori, la letteratura versa in pessime condizioni: Omero è morto,
Shakespeare è morto e anch’io non mi sento molto bene”. Wilde è sepolto presso il cimitero
parigino di Père Lachaise e ancora oggi la sua tomba, sormontata da una scultura che rappresenta
una sfinge, è tra le più visitate di tutte, ed è tappezzata di baci lasciati dai numerosi visitatori che
scelgono di rendere omaggio a un artista che ha scritto, vissuto e incoraggiato la libertà in ogni sua
forma.
Ferdinando Morabito