Tre nuovi cloni Laimburg per la varietà Lagrein

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Tre nuovi cloni Laimburg per la varietà Lagrein
5/2009
Tre nuovi cloni Laimburg
per la varietà Lagrein
Josef Terleth, Ulrich Pedri, Centro di Sperimentazione Agraria di Laimburg
Con la registrazione nel catalogo nazionale di tre nuovi cloni, due a
grappolo corto Lb 25, Lb 26 ed uno a grappolo lungo, Lb 3, della
varietà Lagrein, si è concluso definitivamente un progetto che aveva
avuto inizio negli anni ‘80.
Lagrein LB3.
Lagrein - notizie
informative
La superficie di coltivazione del Lagrein si è modificata notevolmente
negli ultimi decenni. Nel 1982 la superficie coltivata era di 371 ha, mentre nel 1988 corrispondeva a soli 304
ha. Soprattutto alcuni appezzamenti
nelle migliori zone del fondovalle intorno a Bolzano hanno dovuto cedere
all’edilizia. Per non perdere il potenziale genetico di questa preziosa varietà
locale, è stato avviato un progetto di
selezione con l’obiettivo di riuscire a
trovare nuovi cloni dal vecchio materiale locale esistente, aumentare e
Lagrein Lb25.
completare la ridotta disponibilità di
cloni con ulteriori biotipi dotati di interessanti caratteristiche per la coltivazione e la vinificazione.
Attualmente la superficie di Lagrein è
di 413 ha (fonte: Relazione agraria e
forestale 2008 della Provincia Autonoma di Bolzano) ed è salita, dietro alla
Schiava, al secondo posto nella scala
di importanza delle varietà rosse.
La selezione
Da vecchi impianti esistenti attorno a
Bolzano, dopo una valutazione visiva
sono stati selezionati 83 ceppi. Dopo
vari test virologici e moltiplicazioni nel
corso della selezione clonale, il numero di biotipi si è ridotto a sette, dalle
quali sono state esaminate le caratteristiche di vinificazione. Essi sono inoltre
stati messi a confronto con gli stimati
ed affermati cloni Lb 509 e Lb 511
Lagrein Lb26.
ed in seguito anche i cloni S. Michele
ISMA 261 e ISMA 265, registrati nel
2003. Il fattore che ha influito in misura determinante sulla scelta dei nuovi
cloni è stato la buona qualità del vino
riscontrata nelle degustazioni.
Le vinificazioni ottenute da grappoli
coltivati in una zona classica di Bolzano Gries “Törggelehof” e presso la
zona “Reitwiesen” (Caldaro) sono state degustate per vari anni, sotto forma
sia di vini giovani che invecchiati.
Dopo accordi con vari vivaisti e vignaioli, sono stati costituiti ulteriori impianti con questi cloni per individuare
e stabilire se questo materiale fosse in
grado di affermarsi nella pratica vitico219
Grafico 2: rapporto tra produzione e tipicità in base
alle degustazioni (annata 2001 zona “Törggelehof”,
degustazione come vino giovane).
tipicità (cm)
impressione complessiva (cm)
Grafico 1: risultati delle degustazioni dei cloni a
confronto della zona “Törggelehof” (valore medio
e variabilità delle annate e degustazioni – nessuna
differenza statisticamente significativa).
clone
resa (kg/m2)
la. L’elaborazione di tutti i risultati ha
portato alla decisione di registrare tre
cloni che vengono di seguito descritti:
diradamento dei grappoli soprattutto
in giovani impianti per non avere produzioni troppo abbondanti.
Lagrein Lb 26
Anche questo clone è a grappolo
corto con una struttura del grappolo simile al Lb 25. Soprattutto i vini
Lagrein Lb 3
Lagrein Lb 25
ottenuti da questo clone nella zona
Si tratta di un clone a grappolo lungo in Si tratta di un clone a grappolo corto. Bolzano/Gries “Törggelehof” sono
cui non viene rispecchiata la caratteri- Il grappolo poco compatto si presen- stati valutati come i migliori, sebbene
stica classica di grappolo lungo e alato ta, come gli acini, di media grandezza. non siano state registrate differenze
evidente del clone Lb 511. Il clone Lb 3 Inoltre si mostra costante nella produ- statisticamente significative. La scelta,
ha una struttura del grappolo meno zione. Il vino si presenta simile a quel- in base alle varie descrizioni fatte su
compatta con acini medio-grandi, che lo del clone Lb 3, tuttavia, presenta questo clone, è caduta soprattutto per
comporta una maggiore resistenza profumi complessi con buona acidità la purezza e versatilità del profumo,
alla Botrytis. Il vino è stato descritto, incorporata.
del sapore fruttato, tipico della varietà,
dalla commissione di
nonché per il suo vino
enologi, di colore cilie- Grafico 3: analisi di profilo dei cloni nell’impianto “Reitwiesen”
corposo al palato.
a
Caldaro
(valore
medio
delle
annate
e
degustazioni).
gia fino a rosso granato con riflessi viola per
i vini giovani. All’olfatto
si nota una complessità di profumi fruttati, tipici della varietà,
mentre al palato il vino
si presenta con un
buon grado di acidità,
corposo, tannico con
retrogusto leggermente amaro.
Nonostante la grandezza del grappolo di
questo clone sia al di
sotto della media, necessita ugualmente un
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aroma (cm)
estratto senza zucchero (g/l/10)
valore alcolometrico
(%vol/10)
tipicità (cm)
invecchiamento (cm)
pienezza (cm)
PP totale (g/l)
impressione
complessiva (cm)
acido lattico
acido acetico
pH del vino
acidità titolabile del vino (g/l)
pH del mosto
acidità titolabile del mosto (g/l)
peso mosto (° Babo/10)
Qualità del
vino non solo
influenzata dal
clone
Le differenze caratteriali e sensoriali dei
singoli cloni in esame
non sono state statisticamente significative. In effetti però
sono state riscontrate
tendenze che hanno inciso e favorito la
scelta di questi cloni.
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Soprattutto nella zona “Reitwiesen” di
Caldaro si sono notate differenze dal
punto di vista delle annate rispetto
all’impianto a Bolzano/Gries.
Entrambi i cloni di riferimento Lb 509
a grappolo corto e Lb 511 a grappolo
lungo si sono affermati con produzione costante e regolare ed i loro vini
sono stati classificati e descritti come
tipici di alto livello. Questi quindi possono essere raccomandati ulteriormente come cloni di qualità (grafico
1 e 3).
I risultati ottenuti hanno dimostrato
che, la qualità del vino per la varietà
Lagrein non viene solamente influenzata dal clone coltivato, ma anche dalla zona di produzione e dalle pratiche
agronomiche. Il fattore che gioca il
ruolo maggiore di importanza è certamente il diradamento dei grappoli
(grafico 2). A questo proposito ci si
riferisce ad una prova sperimentale
effettuata sulla varietà Lagrein con sesti d’impianto e forme di allevamento
diverse. È stata osservata una chiara
correlazione tra il peso dei sarmenti
come misura del rapporto tra vigoria
e la gradazione zuccherina.
Con una modesta vigorìa si riscontra
un chiaro aumento del grado zuccherino, nonché delle sostanze solide solubili. Della tipicità e complessità del
vino sono responsabili, oltre alla zona
di coltivazione, soprattutto la cura e la
situazione generale dell’impianto ed in
particolare la durata della crescita vegetativa e della vigorìa. L’impiego di un
singolo clone apporta dunque solo in
parte ed indirettamente un vantaggio
alla qualità complessiva per esempio
con la sua bassa produzione, per la
struttura del grappolo o in generale
per la sua facilità di coltivazione.
Disponibilità dei nuovi
cloni di Lagrein
La fase d’iscrizione di questi tre nuovi
cloni Lagrein, dunque l’arco di tempo
dalla presentazione del dossier fino
alla pubblicazione del decreto sulla
“Gazzetta Ufficiale”, è durata un anno
e mezzo.
Secondo le regole attualmente in vigore, solamente ora i vivaisti possono
costituire impianti madri coi suddetti
cloni, dai quali si produce il materiale
per la moltiplicazione. I viticoltori interessati a questi nuovi cloni dovranno
attendere altri due anni per poter disporre di barbatelle certificate.
Tradotto dagli Autori
Recensione
Il sistema agroalimentare in Italia
I grandi cambiamenti e le tendenze recenti
di Fanfani Roberto
Pagine 251 – Prezzo: 25 Euro
Un profilo del sistema agroalimentare
italiano che affronta i grandi cambiamenti e le tendenze recenti. Un’analisi
puntuale sulle prospettive di sviluppo
che possono rappresentare un punto
di riferimento importante per il settore agroalimentare e fornire un contributo per la buona riuscita dell’Expo
2015 che ha scelto l’agroalimentare
e l’alimentazione come punto centrale dell’esposizione internazionale.
Il passaggio da un’agricoltura tradizionale all’affermazione di un’industria
alimentare sempre più importante
hanno portato alla ribalta un mosaico
di situazioni caratterizzate da produ-
zioni alimentari tipiche e di qualità.
La saturazione dei livelli alimentari e i
cambiamenti dei modelli di consumo
e delle abitudini alimentari degli italiani, assieme all’affermarsi della grande
distribuzione a scapito dei negozi tradizionali, hanno cambiato i rapporti fra
gli attori e componenti della catena
alimentare.
La progressiva apertura verso i mercati
esteri ed in particolare quelli dell’Unione Europea hanno determinato il
pieno inserimento del sistema agroalimentare italiano nel contesto internazionale con una crescita rilevante delle
esportazioni, anche se resta un cronico deficit nella bilancia agroalimentare
del paese.
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