Alberto Mingardi - Home

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Alberto Mingardi - Home
Alberto Mingardi
L'intelligenza del denaro
Perche il mercato ha ragione anche quando ha torto
Le diseguaglianze inevitabili
Dove si sostiene che Ie diseguaglianze non scompariranno mai: illoro
peso, invece, si alleggerisce man mana che il progresso economico mette
sempre piit «cose» a disposizione di tutti. Le diseguaglianze permeano
qualsiasi societa umana, ma queUe prodotte da un libero mercato riescono spesso incomprensibili.
If mercato non pUG essere una meritocrazia, perche manca un kratos, un principio intrinseco che voglia riordinare la societa secondo un
progetto definito. La concorrenza si limita a punire chi organizza male Ie
risorse a sua disposizione. Ma per funzionare, ha bisogno della sanzione
del fallimento: tentativi, prove ed errori sonG opportunita di apprendimento per il sistema di mercato. Lo Stato sociale spesso non funziona da
sostegno per i singoli che direttamente soffrono Ie conseguenze di questi fallimentz; ma funzionale al mantenimento di apparati burocratici
complessi, che redistribuiscono risorse a proprio vantaggio. I:affrancamento dalla poverta passa per la crescita economica. Libero scambio e
liberta di emigrazione consentirebbero a quante piit persone possibili di
prendervi parte. Ma sonG avversati proprio da coloro che nei paesi piit
ricchi combattono Ie diseguaglianze: dzfendendo i «diritti acquisiti», in
realta Ie alimentano.
e
Le nostre societa sono permeate da un forte senso di ostilita
nei confronti dellibero mercato. E opinione diffusa che un'economia di mercato possa, nella migliore delle ipotesi, produrre
ricchezza. Ma questa ricchezza deve necessaria mente essere
redistribuita, pena il dissesto sociale. Un politico coraggioso, di
cui si ricordano Ie importanti battaglie contro l'apartheid sudafricana e la proliferazione nucleare, Olof Palme, diceva che il
capitalismo e come una pecora ben pasciuta. Lo Stato dovrebbe
intervenire a tosarla, distribuendo Ia lana con equita.
Questo punto di vista resta molto popolare perche una distribuzione estremamente diseguale delle risorse ci appare di
per se scandalosa.
1'1 % pili ricco delIa popolazione mondiale possiede i140%
dei beni del mondo, secondo Ie Nazioni unite1. Questo 1% e
a sua volta un pezzettino delIa popolazione di Europa e Stati
Uniti (il 17% di tutti gli abitanti del globo). Che pur essendo
mediamente pili ricchi del resto del mondo, sono alloro interno
societa divaricate e nelle quali la diseguaglianza sociale, a detta
di molti, sarebbe in aumento.
La diseguaglianza non e necessariamente ben misurata dalla ricchezza: Ie differenze nelle entrate (reddito) e nelle uscite
(consumi) sono almeno altrettanto rilevanti del «patrimonio»
di cui dispone ogni nucleo familiare. Se in Italia si sente frequentemente rilevare che sarebbe distribuita particolarmente
male la ricchezza, cioe che vi sarebbe una piccola quota delIa
societa che possiede un ingente patrimonio, in un paese pili
dinamico del nostro quale gli Stati Uniti l'attenzione si ferma sulle diseguaglianze di reddito, Ie quali fra il 1980 eoggi
sarebbero aumentate non fra Ie classi medie e gli strati pili
poveri delIa popolazione, ma fra Ie classi medie e i top earners,
i maggiori percettori di reddito. E opportuno soffermarsi brevemente sulla situazione americana, perche risulta emblematica
dei «difetti congeniti» pili tipicamente ricondotti alIa «pecora
capitalistica», e che costituiscono il motivo per cui andrebbe
opportunamente tosata. II sistema di mercato, per coloro che
1 James Randerson, World's
Richest 1% Own 40%
Dzscovers, in "The Guardiam>, 6 dicembre 2006.
of All Wealth, UN Report
hanno a cuore la riduzione delle diseguaglianze, provvederebbe Sl a creare ricchezza, ma delineerebbe un sistema nel quale
a chi ha sara dato, a chi non ha sara tolto anche quello che ha. II
movimento Occupy Wall Street negli Stati Uniti, ma anche gli
Indignados in Spagna, hanno puntato i riflettori proprio su tale
esecrabile caratteristica del capitalismo occidentale.
Le statistiche su questi temi si prestano pero a interpretazioni frettolose. Rispetto al gap in crescita fra top earners e
classi medie, in apparenza una caratteristica universalmente
riconosciuta alIa societa american a di oggi, e stato fatto rilevare
come sia importante non farsi sviare dalla «media del polIo».
Trilussa, nella sua poesia La statistica, faceva notare che «da Ii
conti che se fanno / seconno Ie statistiche d'adesso / risurta che
te tocca un polIo l'anno / e, se nun entra nelle spese tue, / t'entra ne la statistica 10 stesso / perch' e c' e un antro che ne magna
due». Ogni tanto pero non aumentano solo i polli: ma anche i
mangiatori di pollio
Fra il 1980 e il 2005, il reddito mediano negli Stati Uniti
sarebbe aumentato soltanto del 3 % - mentre, al contrario, i
redditi del top 1% delIa popolazione (quello reso famoso da
Occupy Wall Street, che l'ha indicato come una sorta di piovra
parassitaria che sottrae risorse al resto degli americani) sono
quasi quintuplicati. Un caveat necessario e che la definizione
statistica di reddito del Census Bureau americano riguarda
il reddito «al lordo delle imposte suI reddito e sui salari dei
dipendenti; Ia definizione di reddito, inoltre, esclude ogni trasferimento pubblico derivante da Social Security (pensioni),
prestazioni pensionistiche e di invalidita, assicurazione sanitaria pubblica (Medicare e Medicaid), sussidi di disoccupazione,
programmi di assistenza, crediti d'imposta per reddito da
lavoro e via dicendo». Percio, cercare di dedurre da queste
informazioni statistiche una prospettiva sulle condizioni di vita
reali delle persone puo essere fuorviante: i ricchi, che poi vengono molto tassati, parranno pili ricchi. Le classi me die e i pili
poveri, quando siano beneficiari netti di determinati interventi
pubblici (Stato sociale, detrazioni), appariranno pili poveri di
quanto in realta siano - nella Ioro con creta possibilita di fare la
propria vita, assumere delle scelte, acquistare delle cose.
Nondimeno, e inutile nascondersi che l'idea di una crescita
cosllimitata del reddito mediano turba il sonno anche del pili
liberista dei liberisti. II reddito mediano non e il reddito medio: 10 si va a esaminare al posto del reddito medio proprio per
sfuggire alIa «media del polIo» di Trilussa. Per evitare cioe che
i redditi alti, essendo sempre pili alti, influiscano troppo sulla
media, si va a vedere il reddito delle persone e delle famiglie
che stanno nel mezzo (sulla median a) delIa distribuzione. II che
risolve il problema dei polli: ma non quello dei mangiatori di
pollio
In un libro molto interessante e piacevoimente controcorrente2, l'ex finanziere Edward Conard ha scomposto il reddito
mediano per gruppi demografici. In quello stesso periodo, il
reddito mediano dei maschi bianchi negli Stati Uniti e cresciuto
del 15%, quello dei mas chi non bianchi del 16%, quello delle
donne bianche del 75% e quello delle donne non bianche del
62 %. Come pua essere? Come fa il reddito mediano a rimanere
sostanzialmente invariat6, mentre il reddito mediano dei diversi
gruppi demografici cresce?
Cosa sia accaduto, l'ha ben spiegato l'economista Steven
Landsburg:
Immaginate che un agricoltore possieda alcune capre del peso di
una cinquantina di chili e numerose vacche del peso di mezza tonnellata e che la mediana del peso delle sue bestie sia esattamente cinquecento chili, Supponiamo adesso che, qualche anno dopo, egli abbia
acquistato un considerevole numero di capre, che hanno raggiunto il
peso di cento chili, mentre Ie sue vacche sono ingrassate fino a pesare
una buona tonnellata. A questo punto, immaginiamo che la mediana
del peso dei suoi animali sia pari a cento chilogrammi.
Uno sciocco potrebbe dire al nostro agricoltore che oggigiorno il
suo «animale mediano» sembra piuttosto smilzo, mentre questi dovrebbe rispondere che tanto Ie sue capre quanta Ie sue vacche se la
stanno cavando benissimo, almeno rispetto al passato.
Questo e quanto e avvenuto al reddito mediano: ciascun gruppo demografico ha fatto progressi, ma aHo stesso tempo Ie fila deHa
forza-Iavoro sono state ingrossate da un forte afflusso di individui ap-
2 Edward Conard, Unintended Consequences: Why Everything You've Been Told
About the Economy Is Wrong, New York, Portfolio, 2012.
partenenti a gruppi a basso reddito (donne e non bianchi). Questo
~ffetto ~a crc:atol'illus~o~e che nessuno abbia fatto progressi, mentre
1llrealta tuttI hanno mlghorato Ie proprie condizioniJ,
. Gli Stati Uniti hanno vissuto una sotta di globalizzazione
mterna. Dal 1980 al 2005 sono stati creati quaranta milioni di
posti di lavoro che prima non c'erano. Questi nuovi posti di
la.voro so~o s~ati, per Ia prima volta nella storia, a disposizione
dl categone dl persone che solo pochi anni prima non potevano
neanche sperare di occuparli. Un aumento del 62% del reddito
mediano dell~ donne non bianche significa un passaggio da
10.200 dollan l'anno a 16.500 dollari l'anno (sono valori al
netto dell'inflazione). In termini assoluti, anche oggi, non sono
tanti soldi. Ma sono molti piu soldi di quanti non potessero
sperare di guadagnare, quelle stesse persone, non duecento ma
venti cinque anni fa. La crescita economica, quindi, pare avere
gid redistribuito risorse.
II film The Help (tratto dal romanzo di Kathryn Stockett) e
una rappresentazione esemplare della vita che facevano Ie donne di colore nel Mississippi negli anni sessanta. La segregazione
Ie confinava allavoro a servizio e i pregiudizi razziali rendevano
i~i~m~ginabile che una donna di colore potesse svolgere manS10111
dIverse dal cucinare nella casa di una ricca signora bianca
e stirare Ie camicie di un ricco signore bianco. La misura nella
quale la societa american a e cambiata - per una varieta di ragioni, buona parte delle quali non riconducibili esclusivamente
a~l'evoluzione dellibero mercato - ha consentito una partecipazlO~e allavoro assai superiore che in passato.
E verissimo che buona parte di queste persone percepiscono
un salario modesto. Cia e conseguenza del genere di mansione
che svolgono, e il genere di mansione che svolgono e considerab!le, i~ buona misura, esito di quell a che il filosofo John Rawls
c~ ha 111segnato a chiamare la «lotteria naturale». E un'espresSlOne che ha avuto molta fortuna, proprio perche esprime in
modo suggestivo un'ovvieta: noi tutti veniamo al mondo in luo-
201;. Steven Landsburg, The Numbers Racket, www.thebigquestion.com. 30 luglio
e
ghi e in famiglie diversi, nessuno
responsabile, a «merit a», il
posta che gli ha assegnato il caso. Non e scritto nelle stelle, ma
se ho sempre vissuto in una casa piena di libri e ragionevolmente piu probabile che mi venga in mente di aprirne uno. Non e
scritto nelle stelle neppure questa, ma i figli di genitori laureati
probabilmente non solo avranno la possibilita di scegliere fra
scuole migliori nelle quali studiare (un po' perche Ie persone
laureate tendono a guadagnare di piu, un po' perche Ie persone
laureate tendono ad avere idee abbastanza chiare suI percorso
di studi che dovranno svolgere i lara figli), ma vivranno in un
contesto sociale che, dando piu valore all'istruzione, Ii ispirera
a investire di piu nell'acquisire competenze. 11 che, a sua volta,
avra l'effetto di renderli depositari di capacita piu scarse (e facile che molte persone imparino a lavare i piatti anche da sale,
piu difficile che sappiano come fare a sintetizzare una proteina),
e pertanto avra conseguenze positive suI lara reddito.
La «lotteria naturale» e un fatto delIa vita: e un «caso», ora
piu bello ora piu brutto. Per chi nasce figlio del notaio in un
paesino italiano, Ie case andranno probabilmente piu lisce che
al figlio del netturbino. Ma 10 stesso si puo dire per chi viene al
mondo a New York, pure in una famiglia del ceto media-basso,
piuttosto che in Ghana. Per non dire dell'esser nata nel 1984
piuttosto che nel 1927. Pensiamo soltanto a quanta e diversa,
oggi, la possibilita di avere un'esistenza piena per quanti abbiano una malformazione congenita.
Per Adam Smith, il fine di tutta la produzione e il consumo.
11 nostro reddito non ci serve «di per se»: ci serve per il genere
di vita che ci consentira di condurre, che vuol dire per il genere
di consumi che ci consentira di sostenere.
Da questa punta di vista, difficile non tenere canto di come i consumi anche dei piu poveri si siano vistosamente evoluti.
Una famiglia a basso reddito ha oggi a disposizione comodita e
«cose» che Ie consentono di godere di benefici inimmaginabili
per una famiglia ad alto reddito di cinquant'anni fa. 11 sistema
di mercato lascia aperta la discussione sulle diseguaglianze e la
poverta relativa, ma ha chiuso quella sulla poverta assoluta. I
poveri di oggi possono sembrarci malta piu poveri dei ricchi di
oggi, ma sana strepitosamente piu ricchi dei poveri di ieri (e a
dire il vera Forse anche dei ricchi dell'altro ieri).
e
L'economista Alan Reynolds ha cercato di comprendere
quale Fosse nel1971 e nel200lla
penetrazione di beni che migliorano significativamente la qualita delIa vita (dall'automobile
al fonda a microonde) nelle famiglie del quintile piu povero
delIa societa.
% di tutte
Ie famiglie (1971)
% delle famiglie
povere (2001)
79,5
72,8
31,8
75,6
43,4
97,3
Frigorifero
83,3
98,9
Asciugatrice
44,5
55,6
Forno a microonde
>1,0
55,6
0,0
98,0
Pc
0,0
24,6
Telefono cellulare
0,0
26,6
Beni di consumo durevoli
Auto (una
Impianto
0
pili)
di condizionamento
Tva colori (una
Lettore dvd
0
0
pili)
dell'aria
videoregistratore
Fonte: Alan Reynolds,
tab. 4.2.
Income and Wealth, Westport
Ct, Greenwood
Press, 2006,
Purtroppo non abbiamo un indice che misuri in modo affidabile quante «case» abbiamo e in che misura questa a quel
gruppo sociale possa avere accesso a «case» utili per vivere una
vita migliore. Ma, se discutiamo di diseguaglianze, non possiamo fermarci al reddito e non pensare a quello che quel reddito
riesce a comprare. Se riconosciamo all'economia di mercato di
avere un effetto sulla distribuzione dei redditi, e ipocrita non riconoscerle di condizionare anche la distribuzione delle «case».
Come ha osservato Robert Samuelson,
II quadro e piu complicato dell'immagine semplicistica dei ricchi
che diventano piu ricchi a spese di tutti gli altri. Se fate un giro nella maggior parte delle citta' americane, potrete constatare quanto sia
diffusa la prosperita. Nei modi piu svariati, che sfuggono aIle misure,
la distanza sociale tra la classe media e i ricchi e diminuita, giacche il
divario tra i beni di lusso e i loro equivalenti per il mercato di massa e
molto pili esiguo di quello che intercorre tra l'avere qualcosa e il non
avere nulla. La differenza tra una Chevrolet e una Ferrari si misura
principalmente in termini di prestigio sociale, particolarmente se entrambi i guidatori sono bloccati nel traffico4•
La societa in cui viviamo compie 10 straordinario miracolo
di produrre modelli di automobili i piu diversi, che fanno tutti,
dopotutto, la medesima cosa: ci Cbnsentono di spostarci. Il fatto
che oggi possiamo scegliere tra una 500 e una Yaris, tra una
Bmw serie 1 e una Delta, tra una Ferrari e una Porsche, testimonia come imprese diverse cerchino in ogni modo di con quistare ciascuna una particolare nicchia di consumatori. Questo
non e «spreco» di risorse che meglio potrebbero essere investite
altrove. Non c'e segmento delIa produzione automobilistica
dove Ie alternative abbondino come quello delle utilitarie. La liberta di scegliere viene riconosciuta per ogni fascia di reddito, e
genera un'offerta abbondante proprio la dove la domanda e piu
ampia. Le «cose» che possiamo comprare, anche se abbiamo
redditi bassi, e che ci aiutano a vivere una vita immensamente
piu confortevole di quell a dei «padroni» dei nostri nonni, suggeriscono che forse ha ragione Samuelson. Le diseguaglianze
non sono scomparse, ma sono diventate menD rilevanti.
Diseguaglianza e mercato vengono considerati in buona
sostanza inseparabili l'una dall'altro, nel discorso comune. Ai
nostri fini, piu che indagare se e come la societa americana
sia diventata piu diseguale negli ultimi vent'anni, e opportuno
chiedersi se davvero Ie diseguaglianze siano una conseguenza
soltanto dell'interazione delIa lotteria naturale con il genere di
regole proprie di un'economia di mercato.
Nessuna persona di buon senso negherebbe che la lotteria
naturale ci condiziona non solo per via del reddito dei nostri
4 Robert].
Samuelson, The Great Inflation and Its Aftermath. The Past and Future
of American Affluence, New York, Random House, 2008, p. 102.
genitori. Un economista americana, Daniel S. Hamesh., per
anni ha condotto studi sull'effetto delIa bellezza suI reddlto. Il
tema puo apparire frivolo, ma se nascere ricco apre tutta una
serie di porte che nascere povero nella migliore delle ipotesi
lascia socchiuse, qualcosa di non dissimile la si puo dire per
illook di una persona (in massima parte conseguenza del suo
patrimonio genetico, solo parzialmente dovuto all'esercizio e
all'applicazione delIa volonta personale). Secondo Hames?,
trovarsi nel terzo degli individui di piu bell'aspetto genera m
America guadagni superi~ri di circa il 5 % di quelli ?tten~ti
da persone di bellezza media e che, tranne che per 1estenorita sono molto simili alle prime. Gli individui classificati nel
sett'imo «meno bello» delIa societa guadagnano grosso modo il
10% in menD di uomini e donne per altri versi identici a 10r05.
Non troppo diversamente, pare che Ie persone obese, a parira
di competenze e di profilo professionale, guadagnino menD di
quelle magre, Ie basse delle alte.
..
.
Questi studi si basano su un vasto numero dl mtervlste e su
sondaggi ad ampio raggio, e generano la loro buona parte di
controversie. Non e il caso di discuterli in dettaglio. In questa
sede ci servono soltanto per prendere atto che esistono diseguaglianze non «pecuniarie» che, tuttavia, a loro volta poss~no
avere effetto sui redditi 0, piu in generale, suI successo soczale
degli individui. Non solo ci sono professioni praticabili esclusivamente da persone «belle»: un ragazzo basso e sovrappeso
non potra fare il commesso da Abercro~bie an~ Fitc~,. ch~
attrae masse di ragazzine ululanti grazie al pettorah scolplt1 del
suoi uscieri. Inoltre, se pensiamo ai nostri stessi atteggiamenti
con un minimo di onesta intellettuale, dobbiamo ammettere
che in tutta una serie di situazioni preferiamo trovarci davanti
una persona dall'aspetto gradevole. La bellezza e uno dei. piu
«immeritati» attributi di un individuo, ma e anche prezlosa.
Che ricchi salari dd la bellezza (Yeats).
Qualcosa di non diverso puo dirsi anche di altre caratteristiche proprie degli esseri umani. Nonostante un elevato
5 Daniel
S. Hamesh, Beauty Pays. Why Attractive
Princeton, Princeton University Press, 2011, p. 64.
People Are More Swcessful,
guoziente intellettivo sia spesso associato a una cetta tendenza
all'a~si~ e alla. depressione, siamo convinti che esso rappresenti
un blglIetto Vlllcente alla lotteria naturale. E che dire di tutti
co~oro che ~em~r~no pot~rsi. sentire immediatamente a proprio
agIO con glI altn, III gualslasl contesto? Anche la facilita nell'all~c~ia~e relazioni puo influire positivamente sulla nostra capac~ta dl. g~nerare reddito: in Italia abbiamo casi ragguardevoli
dl caplazlenda, grandi imprendifori, politici e banchieri la cui
maggiore dote sembra consistere nella capacira di arruffianarsi
il prossimo.
. Guardiam~ Ie cose, com' e naturale, dal nostro punto di
vIsta, guello dl persone che vivono in una societa commerciale
agli albori del terzo millennio. In altri tempi e in altri contest/
differenze naturali che ci appaiono meno rilevanti ricevevan~
un apprezzamento maggiore. Correre veloci come Forrest
Gump puo rivelarsi un vantaggio strepitoso: in una situazione
?i gu~r~a, 0 i~ ~r:a s.ocieta di cacci.atori-raccoglitori, guali guelle
III CUI1~malllta e Vlssuta per la PH1 parte della sua storia.
Le dlfferenze naturali e socia Ii sono intrecciate ma non
congruenti. I premi per i biglietti della lotteria nat~rale sono
diversi a ogni estrazione. Le capacita delle persone trovano un
maggiore 0 un minore apprezzamento sociale a seconda dei
contesti.
~on~idera~e il fatto della diseguaglianza una canseguenza
dell ordllle dl mercato e allora perlomeno ingenuo. In realta
n?n esistono societa che siano perfettamente egualitarie: l~
dlfferenze naturali di ciascuno vengono talora esaltate e talora
represse, a seconda delluogo e del tempo in cui viviamo. Non
basta ~ver~ ric~vu~o un biglietto vincente: il montepremi e diverso, III sltuazlOlll storicamente differenti.
. Neppure l~ s.ocieta primitive erano pienamente egualitarie. I
pIccolI gruppl dl cacciatori-raccoglitori erano severamente ordinati,. suI. piano gerarchico. Le posizioni apicali potevano essere
eredltan~, spesse volte erano giustificate dalla superiore prestanza fislca. In. u?a societa in cui si caccia per mangiare, non e
assu:do che chI nesce a procacciare pili cibo sia anche il capo.
~l~urame~:.te non e~ar:o .«societa di eguali» gli esperimenti
stonCl c.h.el?1Uhanno IllSlStltOsulla necessita di superare Ie intollerabl11 dlseguaglianze cagionate dal capitalismo di mercato.
Pensiamo alla Russia sovietica. II successo dell'ideologia socialista si spiega proprio con la promessa di chiudere il fossato che
separava lavoratore e detentore del capitale: la diseguaglianza
regina, 0 tale almeno appariva, in una societa di mercato. Daniel Friedman racconta, su Brdnev, questa gustosa storiella:
Fu il pili avido e venale dei dittatori sovietici. Si raccontava che
sua madre un giorno avesse lasciato la grigia vita che conduceva in
provincia per andare a trovarlo: Brdnev Ie mostro orgogliosamente diamanti, macchine di lusso, case sontuose: «Quante belle cose»,
commento lei, sbalordita, «ma che succederii se torneranno i rosSi?»6.
Brdnev, e in particolar modo la figlia Galina, rappresentano
agli occhi del mondo il nadir del governo sovietico, la massima
esplosione dell a corruzione, cui la stessa nomenklatura cerco di
porre rimedio nominando come successore e moralizzatore un
ex capo del Kgb, Andropov.
Prima e dopo Breznev Ie diseguaglianze rimasero un latta
nel regime sovietico: non solo perche alcuni riuscivano a trarre
un beneficio illecito dalla propria posizione, ma proprio in ragione dello strepitoso potere che la burocrazia poteva esercitare
suI resto della societa. Scrivendo che quella sovietica era una
rivaluziane tradita, Lev Trotzkij sostenne che, per l'appunto, a
essere tradita era stata l'aspirazione all'eguaglianza. Per Trotzkij, al culmine della piramide sociale i suoi vecchi compagni
rivoluzionari avevano eretto «una potente casta di specialisti
dell a distribuzione»7. Questi specialisti dell a distribuzione erano inclini a distribuire il pili possibile a vantaggio di se stessi:
Puo sembrare che non esista nessuna differenza dal punto di vista
dell a proprieta dei mezzi di produzione tra il maresciallo e la domestica, il direttore di trust e il manovale, il figlio del commissario del
popolo e il giovane straccione. Tuttavia, gli uni occupano confortevoli
appartamenti, dispongono di molte ville nei diversi angoli del paese,
hanno Ie migliori automobili e, da lungo tempo, non sanno pili come
(, Daniel Friedman, Morale e mercato. Storia evolutiva del mondo moderno (2008),
Torino, Ibl Libri, 2012, p. 149.
7 Lev D. Trotzkij,
La rivoluzione tradita (1936), Roma, Samona e Savelli, 1968,
p.56.
si pulisce un paio di scarpe; gli altri vivono nelle baracche, in cui
spesso mancano anche delle pareti divisorie, hanno familiarita con la
fame e non puliscono Ie scarpe perche vanno scalzi8.
pastello di Star Trek. Dove, p.ero, la misura del~~ .dista~za so~
ciale che passa fra un contadmo dello Iowa e 1 ehte del corpl
spaziali e data da una rigida organizzazione gerarchica delIa
In quel pezzo di mondo che aveva abbandonato I'economia
di mercato, Ie diseguaglianze non cessarono di esistere, fra il
1917 e il 1991. Esse erano semplicemente diseguaglianze di
tipo diverso da quelle che negli stessi anni conoscevamo in
Occidente. La societa sovietica era rigidamente divisa, aveva
un vertice e una base. Al vertice,
vero, non accedevano
persone che avevano dimostrato di essere brave a fornire ai
consumatori (alIa base) cia che essi desideravano - gli imprenditori. Stava invece un personale politico attentamente
selezionato sulla base di propri criteri dal partito e dai suoi
capi pro tempore.
Tanto maggiore era la capacita di esercitare potere, influendo anche sugli aspetti pili concreti e all'apparenza minuti delIa
vita delle persone (persino i pili banali esercizi delIa liberta
richiedevano specifiche autorizzazioni,esattamente
come il
razionamento permanente condizionava fino nei dettagli pili
inverosimili i consumi), e tanto pili erano i benefici aggiuntivi
che potevano essere estratti tramite concussione.
. Come ebbe modo di ricordare un importante sovietologo,
«11potere che la leadership del partito-Stato esercita sull'assegnazione delle risorse agevola 10 storno di una parte di esse a
favore dello strato dominante. Questo e altri tipi di privilegio
e di ineguaglianza venivano quindi occultati e non erano mai
discussi pubblicamente»9.
La societa degli eguali contemplava un buon numero di
individui piii eguali degli altri, per dirla con Orwell; in questo, pero, non era incoerente con il cliche dell'utopia cui, per
quanto larvatamente, si ispirava. L'uguaglianza utopica non
mai uguaglianza di tutti i membri di una comunira. Gli utopisti
hanno immaginato societa nelle quali la proprieta e comune e
gli scambi in denaro sono stati aboliti, come nel futuro a tinte
societa.
Platone e stato il primo utopista. La Repubblica nelle sue intenzioni era l'affresco di una societa come dovrebbe essere, senza
che ci si mettano la storia e il caso a interferire.
Era una sociera egualitaria? Nient'affatto. Era una sociera
rigidamente tripartita. Dal basso verso l'alto delIa ~cala sociale, la Repubblica si divide in artigiani (la classe cuI toccava
lavorare e produrre i beni'" materiali), guerrieri (che doveva~o
proteggere 10 Stato) e infine arconti, i governanti-filosofi che, m
ragione dell a propria superiore saggezza, portavano sulle spalle
il fardello del governo.
Per Popper, la filosofia politica di Platone gira attorn?a due
punti fermi: la rigida divisione delle classi, «la classe dmgente
formata dai pastori e dai cani da guardia dev'essere nettamente
separata dall'armento umano», e l'identificazione delIa sorte
dello Stato con quella delIa sua classe dirigentelO.
Sia nella citta ideale che nelle sue imperfette (e sanguinose)
approssimazioni terrene, Ie diseguagliar:ze, pertanto, esistono _ esattamente come in un contesto dl mercato. Non sono
esprimibili nei termini a noi pili consueti. In una societa senza
denaro non e il denaro che puo fare 10 status. Ma la presenza
di dis~guaglianze pare contraddistinguere
qualsiasi tentativo
umano di vivere assieme: anche quelli che la negano.
Da una parte, non c' e societa senza una qualche divisione
dellavoro. Una qualche divisione dellavoro implica un sistema
di incentivi, anche nelle societa pili primitive e «orizzontali».
Persino nell'Unione Sovietica, con la Nep, venne introdotto un
sistema di remunerazione sulla base del contributo al prodotto.
I meccanismi di pagamento potevano essere molto egualitari,
ma non 10 erano mai completamente: anche perche una distribuzione «piatta» delle risorse era compensata, per COS1 dire, da
fortissime differenze di status.
e
e
Ibid., p. 219.
Alec Nove, The Economic.> of Feasible Socialism Revisited, London,
lms, 1991, p. 109.
8
•
9
10
HarperCol-
Karl·Popper,
Armando,
La sacleta aperta e I suol nemlcl. Platone totalltarlo (1945), Roma,
1996, p. 117.
Sergio Ricossa ha scritto che «archeologia e progressismo
non sono termini incompatibili. Ogni utopia, in quanto aspiri a
terminare l'economico, si appropria per il futuro di qualche elemento dellontano passato aureo»l1. Per Ricossa, il mito dell'eta
dell'oro e alla radice di tutti i perlettismi, di tutti i tentativi di
realizzare il regno dei cieli sulla terra.
. Ma, nella mitica eta dell'oro, pili che diseguaglianza, non
V1era scarsita: nelle Opere e i gtorni Esiodo immagina la prima
epoca mitica come il periodo nel quale «il suo frutto dava la
fertile terra / senza lavoro, ricco e abbondante, e loro, contenti,
/ sereni, si spartivano Ie loro opere in mezzo a beni infiniti, / ricchi d'armenti, cari agli dei beati». Fuori dai giardini
dell'Eden, per avere cia che desiderano gli uomini devono
gestire la scarsita. Che significa, nella Repubblica di Platone
che anche gli arconti hanno bisogno di gente che lavori la terr~
e produca beni.
Dall'altra, utopia fa rima con gerarchia. L'identificazione di
una classe privilegiata, coloro che possono vivere alla maniera
dell'eta dell'oro, scava un solco profondo. La differenza, certo,
sta nel modo in cui Ie diseguaglianze si determinano.
Cia che appariva e, forse, an cora appare attraente dei voli
pindarici degli utopisti e che essi danno un senso allatto della
diseguaglianza. Abbiamo detto che in un sistema di mercato
Ie motivazioni degli attori economici non sono importanti. In
questo tipo di societa, al contrario, Ie motivazioni sono precisamente cia che deve essere socialmente apprezzato. Come ebbe
modo di notare Trotzkij circa l'utopia che aveva contribuito
a realizzare, «il vecchio principio: chi non lavora non mangia
e stato sostituito da quest'altro: chi non si sottomette non
mangia» 12.
'
Le differenze appaiono meno «inique» perche e possibile
leggerle e comprenderle alla luce di un criterio specifico. E chi
guida la societa a disporre di uno status superiore. E la competenza dei filosofi, la lungimiranza del capopartito, il valore
Il Sergio Ricossa,
La fine delt'economia. Saggio sulta perfezione
Mannelh-TrevlgllO, Rubbettino-Facco,
2006, p. 47.
12 Trotzkij,
La rivoluzione tradita, cit., p. 260.
(1986), Soveria
attestato dal processo di selezione della classe dirigente che
«fa» Ie distanze che separano i migliori dagli altri. Nella citta
di Utopia, Ie diseguaglianze riflettono un progetto: il progetto
dell a guida, della classe dirigente, per la collettivita nel suo
complesso.
La forte passione che anima quanti, ieri e oggi, combattono
la diseauaglianza si spiega forse meglio cosl. A dare scandalo,
a susci~are riprovazione, sono Ie diseguaglianze in un sistema
di mercato, proprio perche esse appaiono sfuggire a qualsiasi
razionalizzazione. Lo Hugh Grant di About a Boy e un eterno
ragazzino che mangia andle se non lavora, per~he il padre anni
prima ha scritto un jingle natalizio che contmua a produrre
royalty. 11 problema non sono, pertanto, 1: differenze sociali
in se e per se: che il mercato pa~e eccezlOna~~e?te prono ~
produrre esiti iniqui perche non faolmente legglbIh alla luce d1
un unico criterio ordinatore.
e
Nell'estate del 2012 Ie iniquita del sistema capitalistico hanno assunto il volto spigoloso di Zlatan Ibrahimovic. L'attaccante
svedese ceduto dal Milan di Silvio Berlusconi al Paris SaintGermain, si e accordato con il nuovo team per uno stipendio di
quattordici milioni di euro l'anno, diventando cOSlil giocatore
pili pagato della lega francese.
E un eufemismo definirla una cifra ragguardevole. Quattordici milioni di euro sono quattrini in dose inimmaginabile per
la pili parte degli esseri umani. Se ipotizziamo che i tifosi del
Paris Saint-Germain non si discostino significativamente dalla
media francese, guadagneranno in un an no all'incirca 32 mila
euro. Dodici mesi di caki al pallone di Ibra (di cui conosciamo
il reddito al netto delle imposte) valgono suppergili 875 anni di
lavoro dell'impiegato di banca che mette la foto di Ibra come
sfondo del suo desktop.
I aiornali hanno riportato Ie dichiarazioni del ministro del
Bilan~io Jerome Cahuzac, per cui «sono cifre indecenti in un
momento in cui tutti dovrebbero fare uno sforzo a causa delle
conseguenze di una terribile crisi finanziaria che ha colpito i
mercati»:3. P!li ~obriamente, ~lpresidente Hollande ha suggerito che «SIpUOVInCeresenza ncorrere necessariamente a ingaggi
del genere»14.
. Seco~do il loro sindacato, un medico di medicina genera Ie
In FrancIa guadagna attomo ai 130 mila euro l'anno di cui la
eta se ?e va i~ imposte. E molto probabile che chiu'nque non
n:
Sla un tlfoso dl calcio riscontri una certa sproporzione nella
remunerazione fra una professil.'>necomplessa, che richiede non
solo. il capitale di nozioni accumulato in un lungo corso di
studl, ma anche la finezza di ragionamento e la particolare sensibilita necessarie a fare una diagnosi su un altro essere umano
e il rincorrersi su un campo di calcio. Non solo il mestiere del
~ed~co appare, considerato astrattamente, pili complesso, ma
Imphca anche responsabilita incomparabilmente pili gravose.
Eppure, in Francia ci sono circa 200 mila medici mentre
immagin.and~ che ognuna delle squadre della prima lega fran ~
cese ~b~la a h~ro paga 30 giocatori, di atleti considerati in grado dl mlsurarSl sullo stesso campo con Ibrahimovic non ce n'
pili di 600.
e
I giocatori di serie A stanno al calcio come i premi Nobel
per la medicina stanno alla pratica medica: sono degli outlier
per definizione. Siamo nell'ambito della pili acclarata eccezion~lita. Cia premesso, quattordici milioni l'anno per IbrahimoVICnon sono veramente troppo?
Azzardare valutazioni di questa genere sempre complicato.
Sperand~ di non offendere nessuno, potremmo paragonare un
grande glOcatore a uno Chateau Petrus. n Petrus ha reso famosa la regione di Pomerol, patria di Bordeaux con i controfiocchi
(alcuni dei quali per fortuna an cora relativamente abbordabili).
Di Petrus se ne fanno meno di 55 mila bottiglie l'anno e il
prezzo varia fra i 600 euro a bottiglia, per un'annata consid~rata
mediocre, e i 3000 per una considerata spettacolare. Per dire:
una veloce ricerca su eBay, mentre scrivevo questo capitolo, mi
e
13 Salaire d'Ibrahimovic
au PSG: «indecent» pour Cahuzac, TEl News, 19 luglio
2012, !cJ.tEl.f r/ econom le!conJonctu rei salai re- d- ibrahimov ic -indecent _pou r-cahuzac7421400.html.
14 Dario
Pelizzari, Ibra, polemiche per 10 stipendio: guadagna 90 volte pit< di Hollande, m «Il Sole 24 Ore», 20 luglio 2012.
.
suggeriva due possibili acquisti, una bottiglia del 19:6 a ~780
euro e una del 2009 a 3500. La variabilita si giustifica In raglone
di diversi fattori, il pili importante dei quali e il giudizio degli
arbitres elegantiarum del vino.
Una bottiglia di Petrus, doverosamente di una buona annata,
costa quindi all'incirca tra Ie otto e Ie dieci volt~ una bottig~ia
di Sod Tildin, il pili elegante dei Barbaresco dl Angelo GaJa,
anch'esso cost ante mente in cima aIle classifiche intemazionali.
Sempre di grandissimi vini si tratt~, ~ di botti¥.lie .di Sod Ti.ldin,
in un anno, ne vengono commerClahzzate all InClrCa 10 mIla.
prezzo, dunque, non
solo una questione d! scarsita
«assoluta» (ce n' meno, ce n' di pili): bisogna conslderare la
domanda. Scegliere una bottiglia piuttosto che un'altra e associato a una divers a idea di status: come suggeriva Samuelson,
contano Ie mode, pesa il giudizio dei critici, la presenza in
ristoranti di grido, i suggerimenti dei sommelier. La questione
cruciale, alIa fine, e un'altra: per chi acquista e consuma quella
particolare bottiglia, in quel particolare momento, vale la pena
pagare dieci volte di pili per bere un Petrus?
.
Le azioni rivelano Ie preferenze delle persone. NO! che
guardiamo, da due tavoli di distanza, un miliardario .russo
di passaggio a Milano con fidanzata top mo.del paste~gl~re a
Petrus possiamo, come la volpe delIa favola dl Esopo, dlrcl ch~
comunque non ne varrebbe la pena. Un buon conoscitore dl
vini, che ha bevuto quel che basta per cominciare ad avere consapevolezza del proprio palato, pua pensare in tutta.onesta che
un bicchiere di Petrus non valga dieci volte (e magan nemmeno
due) un bicchiere di Sod Tildin. Ma siamo nel regno dei gusti
e delle preferenze personali. Capita di vedere giovani capitani
d'industria allungare un Borgogna con acqua frizzante. Dal
punto di vista dell'intenditore,
uno stra~io. prezzo, e~evato,
dovrebbe bastare a dissuadere compraton che non sono In grado di comprendere il prodotto. E tuttavia esist~n~ persone ch.e
. capiscono il prezzo (il valore attribuito alIa botugha), ma non Il
vino e finiscono per strangolarlo inconsapevolmente. Ma qual
l'al~emativa? Impedire ai legittimi compratori di una bottiglia
di vino di fame 1'uso che pili aggrada loro?
Per quanto male possa farci la sola idea che qualc~no, da
qualche parte del mondo, proprio in questo momenta sUa usan-
n
e
e
e
e
e
n
do dello champagne Krug per farsi uno spritz, non ci resta che
accettarlo. La liberra di disporre delle proprie risorse include
la liperta di fare del proprio champagne cio che si preferisce.
E alIa fin fine 1'unico discorso che tenga, anche per Ibra. 11
giovane Marco Verratti veniva pescato dalla serie B italiana e
ingaggiato dal Paris Saint-Germain negli stessi giorni, per uno
stipendio annuale di un decimo dello svedese. Quale dei due
sara valso di pili alIa squadra J:5arigina, 10 dira il campionato.
Ma attenzione a tenere la contabilita. Lo sport e un po' come la
musica. Non conta solo la qualita di una can zone, la voce di chi
canta, l'abilita del pianista: e il magnetismo delle star che attrae
il pubblico pagante.
E verosimile che il proprietario del Paris Saint-Germain, la
Qatar Investment Authority, abbia assemblato una squadra di
pesi massimi del football nella convinzione che cio possa maturare ricadute positive. Spettatori piu entusiasti e pili pre senti
significano maggiore attenzione, capacita di estrarre pili denaro
dagli sponsor, aumento di vendite del merchandise.
Non e detto che i calcoli risultino corretti, come sempre
nella vita. Se Ie aspettative delIa Qatar Investment Authority
verranno confermate, faranno segnare dei profitti. Se verranno
smentite, avranno buttato via dei quattrini. 11che non an cora
illegale.
.
e
SuI piano strettamente fiscale, e stato notato che forse pili
c?e mo.strare la faccia dura il governo francese avrebbe p~tuto
nngrazlare e fare 1'inchino, «in virtu del fatto che la presenza
di questo giocatore del Psg apportera, sulla base del sistema di
remunerazione previsto dagli azionisti qatarini del club, 56 milioni di euro allo Stato (in seguito all'adozione dell'aliquota del
75%): 40 milioni in imposte dirette e 16 milioni in contributi
sociali» J 5.
Tutto questa non significa che ciascuno di noi, si chiami
Fran~ois Gerard Georges Nicolas Hollande 0 Mario Rossi, non
abbia il diritto di ragionare su quale sarebbe 10 stipendio a suo
" Bru?o Roger-Petit, Ibrahimovic et te PSG: ta demagogie du 1'5, de VatlaudBetkacem a Cahuzac, In «Le nouvel observateur», 19 luglio 2012, leplus.nouvelobs.
coml contribution/596384
-ibrahimovic-et -le-psg-la-demagogie-du-ps-de-vallaud
-belkacem-a-cahuzac.html.
-
modo di vedere adeguato per una certa professionalita. Se Mario Rossi fa 1'imprenditore in prima persona 0 il responsabile
delle risorse umane, puo mettere alIa prova Ie proprie ipotesi
di lavoro. Non basta pero una visione, per quanto meditata,
delIa «giusta remunerazione», per definire razionalmente quale
essa deve essere. Le aspettative del potenziale datore di lavoro
devono incontrare quelle del potenziale impiegato. Ci sono fattori extramonetari che influenzano Ie decisioni di una parte e
dell'altra (una persona magari molto junior per un certo ruolo
ha prospettive di crescita? un ambiente di lavoro, magari leggermente meno remunerarivo delle altre opzioni disponibili, e
tuttavia particolarmente gradevole?). E c' e la concorrenza: una
squadra di calcio puo comprare un certo talento anche perche
egli non giochi con gli avversari. Va da se che, quando a voler
sottrarre ai competitori un certo talento sono in molti, inevitabile che il prezzo salga.
La liberta di cercare di assumere qualcuno a una data cifra
e un aspetto fonda menta Ie delIa liberta d'impresa, la liberta di
accettare 0 rifiutare un certo lavoro per un certo salario
un
aspetto fondamentale delIa liberra individuale. Tuttavia, nessuno e pienamente responsabile del salario che riceve e, spesse
volte, nemmeno chi un salario 10 paga e pienamente responsabile del valore al quale si e fermata 1'asticella. 11fatto che due
persone, una che offre lavoro l'altra che 10 compra, a un certo
punto si siano stretti la mano, non significa che la decisione su
quanto pagare e quanto farsi pagare sia stata veramente e fino
in fondo soltanto loro.
Cio fa S1 che Ie elucubrazioni sulla «giusta mercede» siano
perfette per una discussione davanti al caminetto, preferibilmente con un bicchiere di whisky di quelli buoni, ma, in ultima
analisi, sterili. Nel nostro stipendio ci sono i nostri meriti, c'e la
scarsita relativa delle nostre competenze, c' e la nostra attitudine
al lavoro con gli altri, c' e la nostra grinta suI posto di lavoro,
ma ci sono anche Ie nostre scelte di vita. L'aver privilegiato un
mestiere meno ambizioso di altri che ci venivano offerti, perche vicino ai nostri affetti. L'aver optato per una carriera meno
redditizia, perche ci consentiva di fare una cosa che ritenevamo
essere «buona». L'aver privilegiato il tempo libero anziche la
remuneraZlOne.
e
e
Delloro (pingue) compenso, non sono del tutto responsabili
neppure coloro che hanno un superstipendio. Puo sembrarci
indelicato 0 inopportuno che Ibrahimovic guadagni quattordici milioni di euro l'anno, ma il problema
di chi glielo dovd
pagare.
Ci sono dei casi in cui proprio questa questione a sollevare
perplessita. II Paris Saint-Germain e dell'emiro del Qatar, che,
come tutti gli esseri urn ani, ha il sacrosanto diritto di perdere
quattrini. Nel caso di Ibra, e evidente chi incassa, e evidente
chi paga.
In altre situazioni non cas! evidente. Per fare un esempio che
corre dietro alIa fantasia di chi legge, perche gia ci avd pensato
da solo: una grande banca puo essere posseduta da una pluralita
di azionisti. Alcuni di questi, di norma i grandi azionisti, saranno
informati e relativamente avvertiti circa il modo in cui l'istituto
opera e Ie modalita con cui retribuisce i suoi impiegati, in particolare il management. Esistono pero anche azionisti piccoli, che
sono proprietari di una modestissima porzione di un'impresa 0
di una banca, spesso tramite un prodotto finanziario che hanno
acquistato magari senza prestare la dovuta attenzione.
Quando fra chi possiede un'azienda e chi la gestisce e'e,
se non identita, almeno una certa prossimita, i circuiti delIa
responsabilita sono chiari. Quando la proprieta e dispersa, un
po'meno.
La societa a responsabilita limitata
stata una delle grandi
invenzioni del capitalismo moderno, per ragioni che abbiamo
gia ripercorso. Rende possibile piu agevolmente a chi ha idee
trovare capitali, anche se non e nato avendone di ingenti a disposizione. Ma ogni medaglia ha il suo rovescio.
.
Adam Smith paventava che i dirigenti delle societa per azioni, «essendo amministratori piuttosto del denaro altrui anziche
del proprio, 10 curino con la stessa ansiosa vigilanza con cui i
soci di una societa in nome collettivo frequentemente curano
il loro. Come i maggiordomi di un ricco, essi sono inclini a
considerare l'attenzione aIle piccole cose non degna del loro
padrone e malto facilmente si dispensano dal farlo» 16. Smith
e
e
e
e
aveva in mente, e vero, societa che godevano di un monopolio
pubblico e di speciali privilegi a esse riconosciuti da parte del
sovran.o17• Egli era parimenti sicuro che la separazione di proprieta e controllo fosse resa possibile dalla tranquillita conces.sa
a una certa impresa, dal riposare su un diritto di monopoho.
C' e un problema di agenzia, nelle grandi corporation: a una
pluralita di mandatari corrisponde un management molto piu
informato di loro sulle condizioni dell'azienda. Tanto piu sono
«piccoli», e tanto piu gli azionisti sono razionalmente ignorant~:
il pacchetto d'azioni a loro disposizione ha un peso molto ndotto, che non giustificherebbe la fatica e il costa di mantenersi
puntualmente informati su come procede l'attivita dell'impresa.
II microazionista si affida al consiglio di un impiegato di banca,
che gli raccomanda l'acquisto di una quota di questa 0 quell a
grande azienda.
Come essere sicuri che l'interesse di chi gestisce sia allineato
con quello di chi possiede la me de sima impresa? II problema
c' e, come abbiamo gia visto, la risposta menD peggiore a
nostra disposizione
quella che assume il profilo solo apparentemente mefistofelico dei Gordon Gekko di questo mondo.
Non a caso, Gekko arringava i piccoli azionisti «sovranamente
fregati da questi. .. questi burocrati, con i loro pranzi d'affari,
caccia e pesca spesate con jet delIa Teldar e liquidazioni d'oro».
Wall Street un film, ma il fenomeno descritto da Gekko
non solo fiction. II top managament di un'impresa puo estrarre una rendita dalla stessa mettendole in conto (in «nota spese»,
si direbbe nel caso di un piu modesto impiegato) pranzi, cene,
automobili di lusso, week-end fuori porta e quadri d'autore in
ufficio. Oppure facendosi pagare uno sproposito: pratica che, se
non altro, e piu line are e intellettualmente onesta.
II problema non 10 sproposito di per se. Tutti gli azionisti
di una societa per azioni potrebbero mettersi d'accordo per
pagare un manager come Ibrahimovic. AlIa prova dei fatti,
e
e
e
e
e
17 Anche
entrare a far parte dell'azionariato
di imprese siffatte equivaIeva, per
Smith aI tentativo di cercare di esercitare una qualche influenza politica. Al nuovo
azioni~ta della Compagnia delle Indie, aI momento di comprare un'azione, «,!uegI~ gIi
conferisce una parte, se non nel saccheggio, nella nomma del sacchegglaton dell India»; ibid., p. 921.
potrebbe essere una grande idea 0 una grande fesseria: 10 dira
il tempo. E non e detto che il giudizio piu positivo, 0 quello piu
negativo, siano necessariamente duraturi. Basti pens are al caso
di Alessandro Profumo: ritenuto a lungo il miglior banchiere
italiano, parve tutto sommato congruo, quando fu malamente
estromesso dalla guida del gruppo bancario che aveva costruito
mattone dopo mattone, che gli venisse corrisposta una robusta
buonuscita. Pochi mesi dopo, quando quello stesso gruppo
bancario si trovo a navigare in acque meno sicure, la liquid azione di Profumo com in cia ad apparire, in prospettiva, meno
«meritata».
Non e senz'altro il caso di Profumo, ma il problema risiede
nel fatto che un manager puo riuscire a farsi attribuire, dal consiglio d'amministrazione, una remunerazione sulla quale non vi
sarebbe accordo a piu ampio raggio fra gli azionisti. L'immagine di Gekko e potente e controversa: vede un management sostanzialmente parassitario che, in combutta con amministratori
che ha, di fat to, direttamente contribuito a cooptare, sceglie di
tagliare per se una fetta di torta che sarebbe stato opportuno
restituire agli azionisti. In alcuni casi, gli azionisti si ribellano18•
Ma accade di rado, proprio in ragione dell'asimmetria informativa fra azionisti, management e consiglio d'amministrazione piu prossimo al management e da quello catturabile, almeno in
una certa misura. Ci si puo scandalizzare per un board «connivente» con il top management, anziche implacabile tutore
degli interessi degli azionisti, ma questa «connivenza» e forse
nelle cose. Persone che sentono di stare «sulla stessa barca»
tenderanno a cercare di avere buoni rapporti e a spalleggiarsi a
vicenda. Gli amministratori di un'azienda tipicamente cercheran no di essere rinnovati: avere un buon rap porto con il Ceo e
meglio del contrario. Quando illegame si spezza, e probabile si
spezzi in modo drammatico.
Fra pagare oltremodo una professionalita coi propri soldi e
pagarla coi soldi deglf altri c' e una certa differenza. II capita-
18 E accaduto,
senza effetti immediati, a Citigroup: Suzanne Kapner, Joanna
Lublin, Robin Sidel, eitigroup Investors Reject Pay Plan, in «The Wall Street Journai»,
17 aprile 2012, online.wsj.coml article/SBlO0014240527023
0429930457734993122545
9386.html.
lismo moderno, nel quale per forza di cose Ie grandi imprese
hanno un'ampia «base» di azionisti distratti, prova da anni a
sperimentare strumenti per allineare 1'interesse di mandatari
e agenti: remunetazione a successo, stock option, consiglieri
indipendenti sono tutti tentativi fatti in questa direzione.
Nessuno di questi tentativi e pienamente riuscito - ma tanto
meno potrebbe riuscire l'alternativa proposta da alcuni, quella
cioe di un tetto massimo agli stipendi. L'idea torn a cidicamente
sulle pagine dei giornali. Si tratterebbe pero di un intervento
di una certa violenza sullJlliberta delle imprese: defraud ate, di
fatto, delIa possibilira di fare pianificazione del personale per
quanto riguarda i quadri piu alti.
Dal punto di vista dei singoli, un tetto agli stipendi e assimilabile a una tassazione particolarmente elevata.
E improbabile che servirebbe a «moralizzare», nel senso di
ricondurre a cifre piu ragionevoli, Ie remunerazioni del settore
privato. La prima conseguenza sarebbe infatti quella che buona
parte di cia che sta «sopra» il tetto si trasformerebbe, da salario
tassabile, in un «benefit» corrisposto al top manager. Al pagamento in moneta si sostituirebbe il pagamento in natura.
La seconda conseguenza sarebbe quella di indurre Ie personalira piu penalizzate, da un tetto 0 da un'extratassazione sui
redditi alti, a guardarsi attorno.
In un mondo in cui c' e concorrenza fra giurisdizioni e sistemi
fiscali diversi, una tassazione confiscatoria sui redditi puo avere
una sgradevole conseguenza: indurre individui ad alto reddito
a spostarsi in un altro paese. Gli individui ad altissimo reddito
sono gli outlier delIa societa: che siano stati eccezionalmente
bravi 0 eccezionalmente fortunati, 10 sono stati eccezionalmente. Di sicuro, sono eccezionalmente remunerativi anche per il
fisco.
E possibile che alcuni dei salari che vengono pagati oggigiorno - nelle squadre di calcio 0 nelle banche d'affari - siano esorbitanti e sconsiderati. Se ci pensiamo con attenzione,
tuttavia, ci accorgiamo spes so che la follia e anche negli occhi
di chi guarda. Negli stessi giorni in cui Ibrahimovic firmava il
suo contratto, Yahoo redutava la trentasettenne Marissa Mayer
strappandola al suo con corrente Google. Donna e incinta, Mayer veniva additata a esempio delle politiche di gender equality
di una grande corporation. E tuttavia, per sei mesi di lavoro nel
2012 firmava un contratto in cui Ie veniva corrisposto uno stipendio di 5,4 milioni di dollari, destinati a diventare 20 l'anno
successivo. Si calcola che per cinque anni di lavoro Ie verranno
corrisposti 100 milioni di dollari19•
Eppure, mentre il salario di Ibra era considerato unanimemente «eccessivo», quello di Mayer appariva agli osservatori
una sorta di grande conquista per tutte Ie donne in carriera. La
Qatar Investment Authority, che giocava col suo, veniva cons iderata un investitore sconsiderato. II board di Yahoo, che maneggiava denari degli azionisti, riceveva applausi a scena aperta.
A chi ritiene che un capitalismo piu sana debba pagare di
meno i propri amministratori non resta che la piu impervia delle strade: agire sui tabu culturali, fare diventare alcune remunerazioni non esigibili perche comunemente ritenute inaccettabili. Probabilmente la cultura delIa sobrieta merita di essere
riscoperta. Sfortunatamente, questa riscoperta e inattuabile con
un tratto di penna 0 un decreto ministeriale, e necessita invece
di una vasta e capillare opera di persuasione. Se gli individui
ritenessero inappropriato staccare certi assegni, 0 incassarli,
quegli assegni non verrebbero staccati ne incassati.
Proprio perche nessuno di noi e pienamente responsabile di
tutte Ie variabili che compongono il suo salario, solo la societa,
nel suo complesso, potrebbe convincersi a cambiare passo.
Le diseguaglianze incomprensibili non si fermano ai superstipendi, che ne sono appena la manifestazione piu eclatante.
Esse appaiono come la fisiologia, non una patologia, del sistema
di mercato.
II successo e indipendente dalle motivazioni degli attori economici. Vale per Ie imprese, ma anche per Ie persone. L'unico
'9 Arnie Efeati, Yahoo to Pay Mayer $l(jo Million Over Five Years in «The Wall
Street Journah" 20 luglio 2012, online.wsj.com/article/SBlO00087239639044446430
4577537400240273864.htrnl.
«merito» sulla base del quale il mercato premia
soddisfare i consumatori.
e l'aver
saputo
Da ciascuno secondo come sceglie, a ciascuno secondo come e
scelto20• Questo e il solo criterio sulla base del quale vengono
e
distribuiti punizioni e premi. In Italia, il mercato spesse volte
identificato con la cultura del «merito». Una societa di mercato
sarebbe una societa piu meritocratica, nella quale, pertanto,
premi maggiori vengono attribuiti in corrispondenza di un
impegno, di uno sforzo, di capacita maggiori.
La questione del me~ito
particolarmente importante in
Italia, perche la percezione diffusa e che il merito nel nostro
paese faccia molta fatica a farsi premiare. Cia vero ne! settore
pubblico (dove gli avanzamenti di carriera procedono di norma
di pari passo con l'anzianita di servizio), ma anche nel settore
privato. In quest'ultimo caso, l'apparente depressione del merito ha motivazioni diverse ma convergenti: nellavoro dipendente
causata da anni di sindacalizzazione che hanno ridotto
la po~sibi1ita di premi alIa produttivita suI piano individuale.
Nelle professioni, e il frutto di una serie di barriere all'entrata:
ordini professionali, abilitazioni, esami di Stato aumentano il
costo che una persona deve sostenere per fare concorrenza a
chi gia dispone di tutti i bollini blu. Questo ha a che fare con
quelle che Rawls chiamava 1e «carriere aperte ai ta1enti», e che .
erano un tassello fondamentale anche delIa sua idea di giustizia
sociale: troppo spesso, da noi, Ie carriere aperte ai talenti non
10 sono affatto.
Negli assetti proprietari del nostro capitalismo, ogni tanto
pare che piu che in una societa di mercato siamo al circolo
del Whist. Nell'Italia del dopoguerra, a una forte presenza
pubblica faceva da contrappunto un' industria privata suonata
come un'orchestra da Enrico Cuccia, dominus di Mediobanca,
cui si doveva la selezione degli elementi (la piu parte dei quali
e rimasta al posto assegnato loro).
Questi tre significati nei quali la societa italiana e scars amente aperta al merito segnalano chela societa italiana e in pri-
e
e
e
20
p.173.
Robert Nozick, Anarchia, Stato e Utopia (1974), Milano, il Saggiatore, 2000,
mis scarsamente aperta al mercato: la liberta di farsi scegliere
fortemente limitata per quanto riguarda lavoratori, esponenti
delle professioni liberali, imprenditori bisognosi di capitali.
Contra il merito, in Italia, si e combattuta negli anni sessanta
e settanta una guerra ideologica. A una persona dell a mia generazione appare incredibile che l'opzione della lotta armata sia
stata contemplata e adottata all'insegna di «contenuti avanzatissimi: normative egualitarie, oiganizzazione dellavoro, orari,
mobilita interna, salari fuori dai parametri di produttivita»21.
Proprio perche siamo abituati a venire alle prese con i resti di
quel mondo, ci sembra surreale che sia stato considerato scioccante che un datore di lavoro potesse utilizzare la leva salariale
per aumentare la produttivita 0 valorizzare il maggior impegno
di un suo impiegato piuttosto che di un altro. Per chi pensava la
fabbrica come costrutto del dominio capitalista, il potere di discriminare del padrone, la distinzione fra lavoratori in ragione
delloro contributo al prodotto era 10 scandalo contro il quale
reagire anche con la violenza pili estrema.
Paradossalmente, pero, a quarant'anni di distanza, la discussione pubblica assume di nuovo contorni simili. Mutato
il contesto, oggi, pili che i limiti di una societa borghese «a
compartimenti stagni», si avvertono gli effetti imprevisti di un
sistema basato su128 politico; l'ingiustizia percepita e quell a di
un modello nel quale a un impegno maggiore non corrisponde
un premio maggiore.
COS1«meritocrazia»
una parola sempre pili importante,
nel vocabolario degli italiani, e viene fatta coincidere con un
sistema pili di mercato di quello attuale. Sennonche, l'una cosa
concettualmente disgiunta dall'altra.
Quando si parla di «meritocrazia», si prefigura un ordinamento sociale nel quale premi e punizioni sono distribuiti a
seconda del grado di congruenza con un criterio chiaramente
definito. Nel compito in classe di latino e facile fare la graduatoria dei voti: la traduzione puo essere pili 0 meno corretta, ma
esiste un punto di riferimento, esiste la versione «giusta».
e
e
e
21 Mario
Moretti, Brigate rosse. Una storia italiana. Intervista
Rossana Rossanda, Milano, Mondadori, 2007, p. 13.
di Carla Mosca e
Non e COS1in un qualsiasi mercato. 11giudizio che i consumatori danno di un prod otto non necessariamente e rappresentativo di standard tecnici 0 valutazione «oggettive» - sulla
qualita dei materiali, delIa lavorazione 0 di quant'altro. F.are
un prodotto «apprezzato» significa incrociarne l~ aspet~at1ve.
Queste aspettative cambiano nel tempo. La verSlOne «gmsta»
del 2010 non e necessariamente an cora «giusta» nel2012.
Questo non vuol dire che il s,uccesso arrida a un imprenditore per puro caso. L'industriositii, la voglia di l~vorare, l~
determinazione sono virt.li che tipicamente carattenzzano chi
riesce a emergere. Immaginiamo di avere a che fare con due
industriali, gemelli omozigoti, perfettamente uguali l'uno all'a~tro dotati delle medesime caratteristiche, delIa stessa immaglna~ione, che sono stati esposti ai medesimi stimoli e hanno 10
stesso potenziale di generare idee e la stessa facilita ad avere a
che fare con il proprio prossimo. A parita di condizioni, possiamo immaginare che quello pili determinato e laborioso dei
due possa rivelarsi un imprenditore migliore, e raccogliere un
maggiore apprezzamento sociale dell'altro.
.,.
. .
Pero noi non viviamo in un mondo «a panta dl condlzlOni», e proprio queste condizioni dispari - da dov~ uno viene,
cosa ha vissuto, che ambienti ha frequentato, quaIl persone ha
incontrato - fanno la differenza. In un mondo caleidoscopico
la laboriosita non e certo un difetto: ma non e l'unica virtli
richiesta a un imprenditore. Le condizioni esterne ne indirizzano, almeno in parte, l'azione: come fanno per ciascun? di noi:
E quella «prontezza», quella capacita di intercettar.e ~ segn~l!
e cavalcarli, che abbiamo ricondotto aIle carattensttche pm
peculiari delIa figura imprenditoriale, puo anche e~ser~ f:utt?
delIa sfrontatezza, di una certa attitudine a prendersl del nschl,
dell'istinto dello scommettitore.
.
Cio che straordinario del sistema di mercato che nulla di
tutto questo, in ultima analisi, conta alcunche. Di un imprenditore ci interessa la capacita di dare ai consumatori cio che essi
desiderano. Alcuni imprenditori possono avere uno straordinario gusto, altri una lungimiranza fuori dal comune" a.ltr.i,~er
citare ancora Scott Fitzgerald, non hanno altro che 1«lstmttva
capacitii di non mollare».
.
Noi non acquistiamo un certo prod otto, non guardlamo un
e
e
certo canale tv, non prendiamo un certo mezzo di trasporto
perche desideriamo premiare qualcuno che e «stato bravo» a
fare quella cosa. Non siamo insegnanti che devono mettere in
fila voto dopo voto per fare una pagella. Ci rivolgiamo semplicemente a chi riteniamo possa darci quel che interessa a noi.
Dare una valutazione delIa sua persona, non c'interessa - 0
c'interessa nella misura in cui ci piace coltivare un'opinione su
questioni sulle quali nulla, nella 'nostra vita, ci costringerebbe
ad averne una.
In High Wages22, un romanzetto d'inizio Novecento, Dorothy Whipple racconta la storia di una commessa con grande
istinto imprenditoriale, Jane Carter, che prova - grazie al finanziamento iniziale di un'amica benestante - ad avviare un'attivita
in proprio, lasciando il negozio nel quale non era opportunamente valorizzata dal proprietario. Se riesce a diventare una
piccola imprenditrice, non e in ragione di un apprezzamento
generale per il suo spirito combattivo (visto anzi con sospetto
dalle ricche signore che costituiscono la sua clientela), ma perche sono cambiati i prodotti: sono nate Ie «confezioni», gli abiti
gia pronti che incominciano a sostituire quelli su misura. E per
la sua capacid di intercettare queste esigenze delle clienti che
Jane riesce a «farsi scegliere» da loro.
n mercato premia con scarso riguardo al «merito» inteso
come 10 s'intenderebbe a scuola 0 in un concorso pubblico. n
bravo imprenditore e quello che riesce a incastrare al meglio i
fattori di produzione di cui dispone, coordinandoli per realizzare un certo bene 0 un certo servizio nel modo che gli appare
essere il pili sensato possibile. In molti considerano Ie imprese
strutture essenzialmente autocratiche, rette da un dominus
che fa il bello e il cattivo tempo. Immaginiamo che sia cosl, di
avere a che fare con industriali padri-padrone. Della gestione
di un'azienda fa anche parte la definizione di una gerarchia,
nella quale gli avanzamenti passino per la determinazione di
una serie di premi e punizioni volti a incentivare la produttivita.
Chi ci garantisce che l'organizzazione imprenditoriale funzioni meglio dell'organizzazione burocratica? In linea di prin-
cipio, parrebbe pili probabile il contrario. La burocrazia e or~
ganizzata per regole rigidamente definite. Prevede avanzame?tl
di carriera congegnati sulla base di principi definiti e meSSl a
punto sulla base delle sue esigenze .. L'acc~sso e re~o!at? ~al
concorso, una prova nella quale a chl vogha entrarVl e nchlesto esplicitamente di possedere alcune competenze. Esistono
regole suI conflitto d'interessi e procedimenti volti a escludere
coloro che si rivelino moralmente indegni. Per Max Weber, la
burocrazia era la realizzazione delIa legittimita logico-razionale:
il potere si fa obbedire, pe.rche dimostra di sapersi or~anizz.are:
Questo «sapersi organizzare» significa conformarsl a cnten
astratti, predeterminati, coerenti con una visione del mondo:
quella dei gestori dell'apparato burocratico. Sono ~~ro ~ ~efin~re
il «merito», cercando di allineare comportamentl llldlvlduah e
obiettivi pubblici.
n segreto del capitalismo non e il merito: e la com~etizio?~.
La burocrazia puo ispirarsi ai pili limpidi principi mentocratlCl,
ma resta monopolista. Le sue decisioni, il suo operato, sono
sottratti al giudizio del mercato - ovverosia al giudizio dei consumatori dei servizi che offre (che sono costretti ad acquistarli,
comunque), sia a quello dei suoi azionisti, che non possono
dire, sostanzialmente, nulla suI modo in cui viene condotta.
In linea di principio, gli azionisti (i contribuenti) potrebbero
sottrarle il capitale di cui ha bisogno per vivere e crescere, ovvero la base imponibile. Ma di migrazioni di massa per asfissia
burocratica non si ha notizia nella storia. Le persone possono
reagire al malgoverno scegliendo la exit, ovvero di andarsene
altrove, oppure la voice, cioe protestando e provando a votare
per cambiare Ie regole del gioco. Si tratta pero di processi lu?~
ghi, rugginosi, che hanno bisogno di. tempo per p~?durre. esltl
di rinnovamento. Poche persone dlsgustate dallllleffiClenza
burocratica che emigrano non sono abbastanza per sfilare ai
burocrati il tappeto da sotto ai piedi. Movimenti di protesta,
per quanto ben radicati, possono magari avere imp?rtanti exploit elettorali; ma di n a cambiare Ie reg?le del funzlOnam.ent?
delIa macchina burocratica, ne passa dl strada. La loro llldlgnazione, di norma, si focalizza su chi governa, ma non tocca,
se non marginalmente, i funzionari. Queste sono figure «tecniche», il cui rapporto con gli elettori non diretto. Essi sono
e
invece indispensabili per chiunque voglia governare: perche 10
Stato nulla, senza di loro. Senza l'anagrafe non si rilasciano
documenti, senza il vaglio delIa vigilanza bancaria non si apre
una Sgr, senza gli impiegati del catasto non si attestano Ie dimensioni di un terreno.
Queste persone rispondono gerarchicamente a qualcuno,
che nei singoli uffici ha, quest~ e indubbio, la possibilita di
motivarle e di orientarle a perseguire una certa tipologia di
«merito». Ma, pili in generale, appartengono a un gruppo sociale abbastanza coeso, che dipende dalla fiscalita per il proprio
sostentamento, e il cui primo interesse
autoconservarsi. Possono esserci organizzazioni migliori 0 peggiori, ma cia che caratterizza ogni burocrazia pubblica
il monopolio di cui gode
su un certo territorio. Sottrarvisi (scegliere di risiedere sotto un
altro monopolista) e possibile, ma costoso. E per questo che, se
si puo parlare di un mercato dei servizi pubblici, funziona male:
i fornitori sono ognuno un monopolista territoriale, cambiare
un prodotto con un altro ha un elevato costo-opportunita (richiede spostare la propria residenza, talvolta imparare un'altra
lingua, quasi sempre cercarsi un altro lavoro), e non possibile
trovare altri servizi che assolvano la stessa funzione. Posso decidere di smettere di bere bibite gassate e di comprare d'oggi in
avanti solo acqua, ma non posso scegliere di smettere di avere
bisogno dell'anagrafe e di rivolgermi invece all'autorita delle
Comunicazioni.
E per questo che, la dove Ie burocrazie sono poco meritocratiche, esse andranno lentamente alIa deriva, ma faranno fatica
a «rinnovarsi» - tranne, forse, in presenza di una sollevazione
popolare 0 di imponenti shock esterni.
Le aziende, al contrario, sono perennemente in balia di
shock esterni. Se un imprenditore sbaglia a organizzare i fattori
produttivi, se non valorizza una professionalita che merita, si
espone a tutte Ie conseguenze, e in un tempo relativamente
breve.
A differenza del mercato, che un processo, e al pari degli
enti pubblici, Ie aziende sono sistemi gerarchicamente ordinati.
II profitto
una remunerazione residua:
quel che resta dopo
che l'impresa ha onorato tutti gli impegni assunti (verso i suoi
dipendenti, verso i suoi fornitori, verso i suoi creditori). sara
e
e
e
e
e
e
e
tanto pili profittevole, qua~ta,pili ricchezza ri~sce a ge,~erare a
fronte degli impegni assuntl. E per questo motlvo che llmprenditore
portato a fare l'uso pili efficace possibile delle risorse
e
di cui gode.
.
.
Immaginate di essere il dirigente di una plCcola aZlenda.
Avete a disposizione, nella vostra attivita quotidiana, risorse
umane in numero scarso. Pensando in termini meramente
«organizzativi», e piuttosto evidente che avret~ tutto l.'i?te~esse
a sviluppare un qualche meccanismo di preml e pumzlom che
sostenga i «migliori»...
.'
.,
Chi sono i «migliori»? Al «capo» dl una plCcola umta produttiva la questione riesce spesso istintivame~te c~iara: Lavorando gomito a gomito con i ~uoi col~~boraton, egh avra ~,odo
di misurarne, giorno dopo glOrno, llmpegno e Ie capaclta, la
dedizione alIa causa comune, il rispetto per i compagni di lavoroo In un piccolo gruppo, un «capo» passa la vita a. gu~rdare i
suoi sottoposti, ne soppesa talenti e ambizioni, vede m Clascuno
di loro caratteristiche e attitudini diverse; cerca di amalgamarle
a vantaggio di un fine comune. II bravo l~ader, nell? sport 0 in
un ufficio e chi riesce a identificare la nsorsa «mlghore» per
un partic~lare uso, in un par~icolare momento. Quando si discute di lavoro e di esseri umani, la sfida non soltanto quella
di collocare Ie persone giuste al posto giusto. E a~ch~ quella d~
stimolarne la crescita, di rinnovarne l'impegno, dl spmgere Chl
da otto a dare dieci.
In definitiva un leader di successo tendera a rendere l'impresa in cui lavora ~n luogo pili attraente, per una certa tipologia di
lavoratori, perche persone che hanno voglia di impegnarsi e di
crescere professionalmente finiranno per considerarla un posto
«giusto», dove premi e punizioni sono distribuiti in modo equo.
Cia rend era l'azienda pili interessante esattamente proprzo per
quanti possono pili utilmente dare un contributo. p'al~r? ~anto,
una buona gestione delle risorse umane ha effettl POSltlVlsulla
ricchezza che un'azienda riesce a produrre, riduce 10 «spreco»
dei fattori produttivi, concorre ad accrescere i ~rofitti. .
.
Immaginiamo, al contrario, che un piccolo lmprendltore, Sla
un impenitente maschilista, e che la sua «cultura» (~e COSlla
possiamo chiamare) 10 renda cieco rispetto al contnbuto che
possono dare alcune sue impiegate. Una, in particolare, appare
e
straordinariamente devota allavoro, ha grandi doti organizzative, gestisce un ufficio come segretaria ma potrebbe tranquillamente riorganizzare al meglio l'impresa nel suo complesso.
Ma il pregiudizio, la stupidita, la convinzione che ogni donna,
essendo una potenziale madre, e un dipendente da tenere nella
condizione pili periferica possibile, fa Sl che quell'imprenditore
non valorizzi mai questa sua ri~orsa.
11 mercato non predilige un'impresa piuttosto che l'altra in
virtli del modo in cui sono gestite: non premiera il capo che
mantiene un'atmosfera serena, il leader che fa crescere i suoi
sottoposti e, al contrario, non punira l'ottuso maschilista in
quanto ottuso maschilista. Ma ci sara differenza, nella performance delle due imprese: la migliore organizzazione dellavoro
riduce 10 «spreco» di una risorsa estremamente scarsa, i talenti
delle persone. Una divisione del lavoro interna all'impresa
imperniata suI pregiudizio «sprecherh talenti individuali. Cio
rappresenta un'opportunita mancata: incapace di valorizzare la
giovaneJane Carter, il suo capo perde la clientela che lei saprebbe attirare e, di conseguenza, i relativi guadagni.
Non il convincimento profondo di dover premiare il merito che spinge gli imprenditori a organizzare meglio illavoro,
a ridurre 10 spreco di talento individuale, a cercare di accompagnare i loro collaboratori nella propria crescita professionale,
a ragionare su come stipendiarli in modo adeguato per tenerli
con se. E la competizione: la competizione di altre imprese.
Imprese con cui sono in concorrenza nel mercato dei beni e
dei servizi: fara pili profitti chi riesce a ordinare meglio i fattori
produttivi. E imprese con cui sono in concorrenza nell'attrarre
risorse umane: Ie stesse che possono far mancare il proprio
apporto alla produzione, nel caso si sentano poco stimolate e
poco valorizzate.
Le imprese possono essere meritocratiche, il mercato non
10 e. 11mercato non e una meritocrazia semplicemente perche
non e una crazia: non c'e un kratos, un potere, che sceglie come distribuire premi e punizioni. 11mercato e .un processo: Ie
motivazioni, i criteri attraverso i quali Ie persone si vedono distribuire premi e punizioni, non sono importanti in un contesto
di mercato. Aziende diverse saranno meritocratiche in modo
diverso: perche daranno valore a competenze e attitudini diffe-
e
renti fare software non e costruire automobili e viceversa. E la
conc~rrenza, reale e potenziale (la possibilita che altri soggetti
entrino in un mercato), che disciplina gli imprehditori, anche
nel modo in cui si rapportano con chi lavora per loro.
Da soli non si vince maio Un'impresa e uno sforza cooperativo. E Sl un «fascio» di rapporti contrattuali che legano persone
diverse a vantaggio di un fine unico, la produzione di un certo
bene 0 servizio. Ma e anche una comunita umana, una piccola
o grande avventura collettiva, persone che devono stare sotto 10
stesso tetto e lavorare insieme nel modo migliore, valorizzando
e non «sprecando» i rispettivi talenti.
E tuttavia, il raggio di cooperazione che si descrive attorno
a un'azienda e incredibilmente pili ampio dell'impresa stessa.
Ogni azienda interagisce e coopera con altre ditte, con i suoi
fornitori, senza la cui opera non potrebbe realizzare i prodotti
che poi vende. Nello stesso tempo, coopera con i suoi consumatori: che non sono soggetti passivi, ma influiscono profonda mente - con Ie proprie preferenze, con i propri giudizi,
premiando un prodotto piuttosto che un altro - suI modo in
cui quell'impresa lavora e su cio che essa prova a realizzare.
Ma il cerchio dell a cooperazione non si chiude neanche qui.
Le imprese beneficiano delle scuole e delle universita che hanno formato gli impiegati che lavorano per loro, e persino del
lavoro fatto da altre aziende che, prima di loro, hanno assunto
Ie medesime persone e hanno insegnato loro, giorno dopo
giorno, come lavorare. Le idee, anche Ie idee imprenditoriali,
non nascono nel vuoto. I grandi esempi del passato, Ie geniali
innovazioni frutto dell a creativita di pochi, aiutano persone
lontanissime nello spazio e nel tempo, che magari fanno tutt'altro lavoro, a sviluppare a loro volta Ie proprie intuizioni. «II Parlamento Mondiale e cominciato con il primo attimo del mondo
e continuera fino a quando saremo polvere, non c' e luogo in cui
non si trovi. 11Parlamento e i caledoni che sconfissero Ie legioni
dei Cesario 11Parlamento e Giobbe nelletamaio e Cristo sulla
croce. 11Parlamento e quel ragazza inutile che sperpera il mio
patrimonio con Ie prostitute»23: i mercati sono parte di questa
grande conversazione umana.
Con un discorso di rara efficacia, tenuto a Roanoke nel
luglio del 201224, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama
ha cercato di usare questo argomento contra il sistema di
mercato. Per Obama, impegnato in una dura campagna elettorale contro i suoi avversari repubblicani, determinati a non
at,rmentare ma, anzi, a ridurre la pressione fiscale sulle persone
pili abbienti, il sistema di mercato sarebbe fondamentalmente
sbilanciato: Ie grandi remunerazioni personali che toccano ad
alcuni, infatti, non considerano quanto la fortuna di quegli
stessi individui derivi in realtil da questi cerchi concentrici di
collaborazione.
E vero che gli Stati Uniti sono quel paese in cui «l'ideale pili
import ante e che, se siete disposti a lavorare sodo, ad assumervi
Ie vostre responsabilitil, po tete farcela, se ci provate», ha esordito. Ma c' e di pili, nel successo individuale, delIa determinazione
dei singoli:
Guardate, se·avete avuto successo, non ci siete arrivati da soli. Non
ci siete arrivati da soli. Rimango sempre colpito da chi dice: be', dev'essere perche sono cos1furbo, ma c' e un sacco di gente intelligente nel
mondo. Allora dev'essere perche ho lavorato piu sodo degli altri. Be',
Iasciatemi dire, c' e un sacco di gente che Iavora sodo al mondo.
Se avete avuto successo, c' e qualcuno che in qualche momento
vi ha dato una mano. C' e stato un bravo insegnante nella vostra vita.
Qualcuno ha contribuito a creare questo incredibile sistema americano che vi ha permesso di prosperare.
II punto e che, quando abbiamo successo, cia avviene in virtu delIa nostra iniziativa, ma anche perche facciamo Ie cose insieme.
II discorso di Obama ha suscitato un'accesa reazione da parte dei repubblicani e, pili in generale, dell'opinione pubblica a
lui ostile. In poche ore un'immagine con un giovane Steve Jobs
23 Jorge Luis Borges,
It Parlamento, in rd., It Libra di Sabbia (1975), ora in rd.,
Tutte Ie opere, a cura di Domenico Porzio, Milano, Mondadori, 1995, p. 593.
2' Remarks
by the President at a Campaign Event in Roanoke, Virginia, 13
lugllO .2012, www.whltehouse.gov/the-press-office/2012/07
1131remarks-presidentcampaIgn -event- roanoke-virginia.
e un Macintosh ha cominciato a circolare su internet. Scolpito
sotto il volto compostamente beffardo del giovane Jobs, stava
un You didn't build that. Lo stesso trattamento subivano una
foto di Henry Ford a fianco del modello T e un'immagine che
giustapponeva Thomas Alva Edison e una lampadina. Siccome
la campagna elettorale americana, come spesso Ie campagne
elettorali, verteva suI punto pili delicato delIa relazione fra Stato
e cittadino, cioe il rapporto fiscale, la reazione dei repubblicani
era assieme scontata e comprensibile. Che intuizioni COS1 strepitose non siano proprietil di chi Ie ha avute, che non vada riconosciuto il merito straordinario e irripetibile di chi, aggrappandosi
a un' idea, ha cambiato la vita a milioni di persone, suona come
un insulto proprio a una societil che apprezza il «lavoro duro»,
la disponibilitil a prendersi responsabilitil.
Eppure, il discorso di Obama contiene pili di un nucleo di
veritil. Steve Jobs non sbuca fuori come Atena ?al cranio di
Zeus. II mercato procede per tentativi ed errori. E una conversazione a migliaia di voci ciascuna delle quali influenza Ie altre.
Non un pur apprezzabilissimo monologo.
Steve Jobs e stato per tutta la sua vita un accanito contrarian. Pensava di avere Ie intuizioni giuste per indovinare bisogni
e gusti del consumatore e ha forgiato non solo un mercato
dell' hardware e del software, ma un' idea di stile. Neanche
quest' idea di stile e il frutto delle elucubrazioni di un misantropo. Banalmente, se Apple non Fosse riuscita ad attirare
sviluppatori di software «altri» da Apple stessa, l'interesse dei
consumatori per i suoi prodotti sarebbe stato assai inferiore.
Serve a poco una Ferrari in un paese dove non esistono strade.
II successo di Jobs e in tutta evidenza intrecciato alIa storia
delle sue relazioni con collaboratori e fornitori. Non e necessario che ciascuno di questi gli abbia ispirato un colpo di genio.
Senza fornitori di qualitil, Apple non sarebbe arrivata lontano.
Senza collaboratori capaci, e difficile far funzionare un impianto di sci, figurarsi la pili innovativa impresa di hardware e
software al mondo.
Cia non toglie nulla all'eccezionalitil di Jobs. Non e da
tutti sapersi creare una buona squadra, non e da tutti riuscire
a motivarla, non e da tutti incastrare nel molo pili opportuno
personalitil diverse e diversamente cospicue. Non e da tutti,
soprattutto, antlclpare desideri e preferenze dei consumatori
con sorprendente regolarita, ne saper leggere il feedback degli
utenti. Steve Jobs, Thomas Alva Edison, Henry Ford sono il
genere di figure che riscatta l'umanita dalle continue prove di
inutilita e crudelia che pure non ci risparmia. Gridano a noi
tutti, come Gene Wilder in Frankenstein Junior: S1 PUQ FARE! Ha
ragione Obama: chiunque spiccbi il volo 10 fa con ali pili grandi
dell'estensione delle sue braccia. L'aspetto bizzarro e invece il
curioso sottinteso, per cui Ie piume sarebbero state fo~nite dalIo
Stato nazionale.
Abbiamo tutti dei debiti. Alcuni di questi sono con persone
cui non potremo mai dire grazie. Se non ci Fosse stato James
Watt, non ci sarebbe mai stato Henry Ford. Se l'Ibm non avesse
cominciato a produrre mainframe nel1952, Apple non avrebbe
mai potuto realizzare 1'iPad.
Questi debiti, spesse voIte, non sono neppure sempre facilmente identificabili. Come ha ben spiegato Friedrich von Hayek,
I'esempio di Henry Ford viene a volte addotto per dissipare i sospetti, per illustrare come Ia ricerca del profitto benefici Ie masse. OuelI'esempio e in verira illuminante, perche in esso si vede facil~ente
come un imprenditore possa direttamente punt are a soddisfare un
bisogno osservabile di un grande numero di persone e come i suoi
sforzi abbiano successo nel migliorare iIIoro standard di vita. Ma esso
e anche insufficiente, perche nella maggior parte dei casi gli effetti di
un aumento delIa produttivitii sono troppo indiretti per rintracciarli
COS1 facilmente. Un miglioramento,
per COS1 dire, nella produzione di
viti metalliche, 0 corde, 0 vetro per finestre, 0 carta, diffonderebbe i
suoi benefici COS1 ampiamente che rimarrebbe una percezione molto
meno concreta delle cause e degli effetti25•
L'invenzione di computer pili veloci, compatti e moderni
non e solo una conversazione Era imprese di hardware: aumenta anche la produttivita delle autoscuole. L'aspirapolvere e la
lavatrice hanno liberato tempo prezioso per milioni di persone,
che hanno potuto investirlo nd modi pili diversi. Una societa di
25
p.159.
Friedrich
A. von Hayek, La presunzione fatale (1988), Milano, Rusconi,
1997,
e
mercato tal mente interconnessa che si Fatica a seguire Ie orme
del genio dell'innovazione, quando e uscito dalla lampada.
Proprio per questo motivo, se e vero che nessuno di noi
built that tutto da solo, e altrettanto vero che i nostri debiti non
sono necessariamente con la polis alla quale versiamo Ie tasse. I
nostri debiti tenderanno sempre a essere pili locali e pili globali
assieme, che vincolati al perimetro dello Stato in cui viviamo.
Pili locali: pensiamo soItanto a tutto cia che dobbiamo ai nostri
genitori, agli amici che ci hanno sostenuto e corretto nei momenti difficili, alle person~ che ci hanno consentito (non solo e
non necessariamente in un rapporto cattedra-banco) di imparare da lora. Pili globali: la comunita umana e unita da poche
cose quanto da questi «cerchi concentrici» della cooperazione:
una collaborazione nella quale ci troviamo immersi senza conoscerci, talvolta senza neppure poter provare a conoscerci, ma
dell a quale beneficiamo enormemente perche esalta Ie nostre
capacita e Ie nostre conoscenze a un livello al quale, da soli, non
perverremmo mal.
E vero che il successo non dipende solo dall'iniziativa individuale, ma Ie imposte non sono 10 strumento per rimettere alla
societa i nostridebiti. Se 10 fossero, probabilmente alcuni di noi
pili che al paese in cui vivono dovrebbero mandare un assegno
mensile al professore di liceo che per primo ha visto in loro
del talento, devolvere quote del proprio reddito per mettere
fiori sulla tomb a dell a nonna che per prima li ha accompagnati
al pianoforte, inviare i propri ringraziamenti alla famiglia di
Charles Darwin 0 a quella di Guglielmo Marconi.
IIlavoro degli altri ci ha lasciato qualcosa. Se questo debito
va onorato, il modo migliore
impegnarsi affinche anche il
nostro lavoro lasci ad altri materia per costruire.
e
II sistema di mercato e in fondo in fondo la vita, ci consento no di beneficiare appieno della collaborazione involontaria
di un'infinita di altre persone, con Ie quali contraiamo debiti
che non siamo in condizione di ripagare. La nostra capacita di
imparare da lara e uno dei fattori sulla base dei quali e possibile
noi si venga remunerati. Ma, in generale, quale sara il premio
del nostro lavoro, del nostro quotidiano impegno,
cosa sottratta al nostro controllo.
Proprio il fatto che il mercato
una vasta rete di cooperazione umana fa sl che nessuno, neppure a dire il vero il capoazienda che in un certo momento 10 determina per un suo
collaboratore, sia responsabile delIa nostra remunerazione. Da
ciascuno secondo come sceglie, a ciascuno secondo com' scelto: il
mercato si regola cos1. Non esistono criteri, graduatorie, buone
ragioni oggettive per un voto pili. alto 0 pili. basso. La nostra
liberta di farci scegliere ci porta a proporci al nostro prossimo,
la sua liberta di scegliere ne fa, insieme con milioni di altri, il
nostro padrone invisibile.
Proprio il fatto che non ci sia un filo visibile a legare i nostri
successi e i nostri sforzi dovrebbe indurci a qualche riflessione
sulla necessita di strumenti che valgano a «emendare» il sistema di mercato. Se c' una cosa che il sistema di mercato non
promette, e un'assicurazione contro Ie disgrazie delIa vita. Che
capitano. In ambito lavorativo e non solo.
Un paio d'anni fa, fece scalpore la storia di un manager,
diventato clochard per quattro anni e «risorto» poi come consulente. Ne venne tratto opportunamente uno spettacolo teatrale26. Ogni tanto il «disagio» bussa alle porte pili. impensate.
L'inquietudine penetra in profondita nelle coscienze, porta
a fare scelte imprevedibili, trascina la dove mai ci saremmo
aspettati di essere.
A dormire sulle panchine, beninteso, non sono solo mariti
abbandonati dalle mogli 0 padri che hanno perso il senso delle
cose vedendo morire un figlio. Si puo finire in bancarotta, senza un soldo suI conto corrente, perche vittime di una frode. 0
semplicemente perche si sono fatti male i conti.
Soffrire fa parte delIa condizione umana. Fallire fa parte
delIa condizione umana. Ciascuno di noi fallisce quotidianamente. Provate a mettere in fila Ie cose fatte e tent ate, anche
nel corso delIa giornata pili. banale. Ripensate, senza eccessivo
e
e
e
e
•
26 Severino
Colombo, Storia di Angelo, da manager a clochard e ritorno, in «Corrlere deIJa Sera», 17 gennaio 2010, p. 15.
amor proprio, agli eventi delIa vostra vita. Le imprese azzardate, gli incontri ambrosi, i colloqui di lavoro, gli esami all'universira, Ie interrogazioni a sorpresa alliceo, l'ora di educazione
fisica, la prima volta che vi siete stirati una camicia, quella Festa
finita male. In senso tecnico, anche quelli fra noi che hanno
sperimentato il successo nelle sue forme pili. scintillanti, sono
dei falliti. Una donna e un uomo che abbiano sbagliato, che
abbiano fallito, appena nel 75% delle cose che hanno provato a
fare, mostrano probabilmente, agli occhi del mondo, Ie medaglie dei pili. sfrontati trioofi. Perche gia guardarsi alle spalle e
potersi dire: un quarto di tutto cia che ho fatto, l'ho fatto bene,
e una gioia impensabile per i pili.
In questo campionario di fallimenti che e la vita dell'uomo, alcuni pesano e peseranno sempre pili. di altri. Non conta
«quanto» fallisci: la differenza la fa «quando» fallisci. Una
parola sbagliata nel corso dell'esame cambia, oggi, il tuo voto,
domani la media dei tuoi voti, dopodomani il tuo punteggio di
laurea, per la vita la storia di te stesso che ti puoi raccontare. Gli
errori si accumulano. Quando prendi la strada sbagliata al bivio
cruciale, rischi di pagarne, carissime, Ie conseguenze.
II mercato un ecosistema che favorisce Ie imprese che vi si
adattano meglio. Esse non devono essere protette, perche, nel
caso 10 fossero, se venissero artificialmente schermate dall'effetto delle proprie decisioni sbagliate, Ie opportunita di apprendimento a disposizione di tutti ne risentirebbero.
Fra Ie cose che Ie aziende apprendono, dai successi e dagli
errori dei propri con correnti, c' e anche la gestione delle risorse
umane. Se non potessero fallire, insomma, l'imprenditore maschilista che non sa valorizzare competenze e capacita delle sue
collaboratrici non incorrerebbe in nessuna sanzione.
Resta il fatto che Ie imprese danno lavoro a esseri umani
in carne e ossa, che possono trovarsi senza impiego, non avere
modo di risparmiare per la vecchiaia senza averne colpa.
II comune sentire indica nello Stato sociale una sorta di
grande assicurazione contro questi inevitabili effetti collaterali
del sistema concorrenziale. La pecora capitalista andrebbe tosata, e la sua lana a sua volta intessuta in una sorta di grande
paracadute collettivo.
Da una parte, cia sembra sensato e necessario perche Ie di-
e
seguaglianze sociali in un sistema di mercato non sono sempre
meritate. Dall'altra, il Welfare State
una sorta di reazione
contro la lotteria naturale. Non rended mai identiche Ie opportunita a disposizione del figlio dell'edicolante e del figlio del
presidente di una compagnia petrolifera, ma almeno, risolve il
rischio che al primo non sia dato di accedere ad alcuni servizi
fortemente necessari - come istruzione e sanita.
~a tesi non appare illogica, 'proprio sulla base di quanto
abblamo detto sin qui. Se il processo di mercato produce, quali
sottoprodotti non intenzionali ma inevitabili, esiti distributivi
che una societa ritiene poco commendevoli, perche non dovrebbe premunirsi contro di essi?
II vero problema
che, come sempre, ogni opportunita ha
un costo. Lo Stato sociale non dispone di risorse proprie e parrebbe funzionare con una logica simile a quella di un'assicurazione. Coloro che si assicurano presso la compagnia X contro
il furto ~'~uto accettano d~ pagare ciascuno un piccolo premio,
che verra mcamerato, gestlto, messo a profitto dall'assicurazione, affinche essa sia in grado di pagare un grosso rimborso Y
qualora si verifichino dei furti.
Non tutte Ie assicurazioni sono volontarie, come quella contro il furto d'auto. Nel caso dell a Rc auto, per esempio, siamo
tutti obbligati ad assicurarci. Se cosl non fosse, da una parte
solo i guidatori pill spericolati probabilmente deciderebbero di
investire i propri quattrini per una polizza e, dall'altra, coloro
che non si assicurano conterebbero sulla ragionevole aspettativa
per cui, comunque vadano Ie cose, finirebbero per beneficiare
egualmente di un'assicurazione pagata da altri. Siamo costretti
a comprarci un'assicurazione perche, se non 10 fossimo, staremmo tutti peggio.
. Lo. Stato.so~iale funziona cosl? Non proprio. Le compagnie
d.l asslcurazlolll cercano di «dare un prezzo» ai rischi dai quali
Cl proteggono: stimano qual e il premio necessario, su una
certa popolazione di a·ssicurati, per venire incontro al presentarsi di determinati eventi. Di conseguenza raccolgono i nostri
~uattrini, provano a investirli cosl da garantirsi un profitto, ci
nmborsano nella misura pattuita quando si verifica l'evento
c~tastrofico dal quale cercavamo protezione. II loro profitto
dlpende dall'avere stimato correttamente i rischi cui andiamo
e
e
incontro, e dall'aver fatto rendere nel modo migliore i fondi che
si ritrovano a gestire.
.
.
Le assicurazioni, pere, di norma non gestiscono gh ospedah
presso cui ci facciamo operare al gomito dopo un brutto incidente 0 i carrozzieri che ci rifanno la fiancata dell'auto dopo
esser~ andati addosso al guardrail. Inoltre, esse ci proteggon?
da rischi nei quali siamo incorsi contro la nostra volontd. E
possibile che l'errore sia stato nostro, in uno s~ontro, m~ se
quell'errore
stato artatamente provocato, se abblamo sbaghato
intenzionalmente per ricev~re il rimborso, allora si tratta di una
frode, e la compagnia
legittimata a non pagarci alcunc~e.
Da ultimo, Ie compagnie d'assicurazione operano m un
mercato: non sono artificialmente protette dalla concorrenza,
ma anzi devono competere attivamente contro altre che sono
,
,
1
pronte a offrire premi pill bassi. Chi vince e chi perde, .n~l ~
gara concorrenziale, dipende come sempre da una plurahta dl
fattori: a cominciare dalla capacita di offrire prodotti interessanti per i consumatori e dall'aver soppesato opportunamente
e
e
i sinistri.
Lo Stato sociale, invece, non si limit a a mettere assieme, in
un unico pentolone, i «premi» che ciascuno di noi gli versa, per
assicurarci contro un certo rischio. Gestisce attivamente anche
l'erogazione dei servizi di cui ci troviamo ad avere bisogno,
quando quel rischio si presenta. Non paga la fattur~ eme~s~
dall'ospedale: ne paga la costruzione, Ie attrezzature, 1 medICI,
gli inf~rmie~i, il p.ersonale a.mministrativo. ,Ne~lo ste~so te~po,
opera m regIme dl monopoho. Per avere un aSSlcuraZlOnedlversa, non c' e altra strada che emigrare e richiedere la cittadinanza
di un altro paese.
L'erogazione dei servizi dello Stato sociale e presidiata da
una vasta burocrazia. Esiste, in ogni moderna socialdemocrazia una vasta classe di intermediari. Costoro non sono ne chiru;ghi che operano, ne infermieri che assistono, ne paramedic~
che accorrono suI luogo di un incidente. Rappresentano van
livelli del management del sistema, coordinano i fattori della
produzione, stabiliscono i criteri sulla base dei quali i servizi
devono essere erogati, Ii valutano, Ii certificano, li controllano.
Questo apparato amministrativo
talmente vasto che, all.a
fine, buona parte della nostra «assicurazione» se ne va per retn-
e
buirlo. Cia avviene anche perche noi paghiamo 10 Stato sociale
attraverso Ie tasse, mai tramite dei «prezzi» cui corrisponde un
certo servizio. In una situazione cosl opaca, gli intermediari
hanno gioco facile a lavorare perche Ie competenze del sistema aumentino, crescano sempre di pili, in modo da avere pili
ambiti nei quali possono valutare, certificare, controllare. E
siccome operano in regime di m.onopolio, non c' e concorrenza
che possa valutare, certificare e controllare illavoro che fanno.
Per una persona e, pili ancora, per un' azienda che deve assicurarsi contro particolari rischi, un'assicurazione rappresenta
sicuramente un costo - ma, di norma, non tale da dissuaderla
dall'intraprendere una certa attivita.
Nelle socialdemocrazie occidentali, al contrario, la pressione
fiscale complessiva e ormai su livelli stabilmente superiori al
40% del prodotto nazionale. Le funzioni che c1assicamente
venivano ricondotte allo Stato (l'amministrazione delIa giustizia, la difesa nazionale) pesano per menD di un quarto. 11resto
spesa variamente riconducibile aIle funzioni proprie dello
Stato sociale: reddito differito in eta postlavorativa (pensioni),
assicurazione sanitaria, istruzione pubblica, spesa pubblica
discrezionale volta ad aiutare particolari categorie di persone,
interessi su un debito pubblico precedentemente contratto per
finanziare queste iniziative senza farle pagare in toto ai contribuenti di allora.
Quando un costo rilevante al punto da assorbire quasi la .
meta delle nostre entrate, non puo non avere effetti sull'intrapresa di un'attivita piuttosto che di un'altra. Lo Stato, del resto,
non esige un premio calcolato suI rischio dal quale ci protegge,
quanto piuttosto un tributo, che di norma cresce al crescere del
reddito.
SuI piano individuale, questo costituisce un pesante disincentivo per Ie singole persone. Perche dovrei cercare di lavorare
di pili per guadagnare di pili, se cia comporta al tempo stesso
un pesante aumento di quanto devo lasciare allo Stato?
Gia con una tassazione proporzionale, chi ha di pili contribuisce di pili alIa casa comune. A molti appare giusta una tassazione progressiva, con la quale il contributo di ciascuno cresce
pili che proporzionalmente rispetto al reddito. Ma immaginiamo che il cittadino tassato sia un imprenditore, motivato non
e
e
solo dal piacere di fare il proprio lavoro, ma dal desiderio di
fare profitti. Se egli stima che 10 Stato 10 tassi «troppo», a un
certo punto contemplera due opzioni. La prima e prendere
baracca e burattini e trasferirsi in un paese che pretende una
quota inferiore delIa ricchezza che egli ha creato. La seconda
e fermarsi: smettere di crescere, accontentarsi di quello che ha
fatto e di quel che ha. Splendida attitudine filosofica, ma che,
nel caso dell'imprenditore, significa che non mettera in campo
una nuova attivita 0 che non fara un nuovo investimento, pertanto non avra bisogno di assum ere nuovi collaboratori 0 di
acquistare nuove componenti dai suoi fornitori.
.
Si discute troppo spesso di tasse come se fossero una vanabile indipendente, ma un'economia non trova in se Ie risorse
per crescere, se i suoi protagonisti si sentono ingiustamente
spossessati di quote eccessive del proprio reddito.
Queste imposte finiscono a finanziare altri impieghi, ma non
si tratta di collaboratori assunti volontariamente, 0 degli impiegati di un'azienda che ha realizzato un oggetto che per nostro
piacere abbiamo acquistato. Sono gli intermed~ari de~le ri.sors~
che vengono drenate dal portafogli dei contnbuentl agh entl
che erogano «servizi pubblici».
Questi enti sono davvero una risposta necessaria all'incertezza che generano Ie inevitabili diseguaglianze presenti in un
contesto di mercato?
Rispondere a questa domanda non e cosl facile. Prendiamo
scuola e sanita: i due pili significativi ambiti d'intervento dello
Stato sociale. Indubbiamente una disoccupazione prolungata, 0
un reddito molto basso, possono rendere impossibile inviare i
propri figli in una buona scuola 0 trovare un buon medico che
ci curio
La ragione per cui 10 Stato ci obbliga a mandare a scuola i
nostri figli
in buona sostanza, che non si fida di noi. L'istruzione pubblica obbligatoria nasce nell'Ottocento, avendo come
obiettivo l'educazione delle masse. Si temeva che Ie persone non
comprendessero il valore di una buona istruzione e, pertanto,
Ie si costrinse a far frequentare ai propri bambini la scuola
dell'obbligo. Siccome esistono famiglie che non potrebbero
permettersi una buona scuola, si finanzia l'istruzione di tutti.
Ammettiamo di essere d'accordo suI principio. Perche non
e,
limitarsi a obbligare i genitori a mandare a scuola i loro figli e
a finanziarne l'educazione? Perche 10 Stato deve anche gestire,
direttamente, la produzione del servizio-istruzione? Qual e il
suo vantaggio comparato? Perche dovremmo essere cos! sicuri
che 10 faccia meglio, lui da solo, anziche Tizio, Caio e Sempronio in concorrenza fra di loro?
Ipotizziamo che l'istruzione pl}bblica sia una sorta di assicurazione collettiva contro l'ignoranza dei figli dei nostri vicini di
casa. Decidiamo che siamo volentieri disponibili a versare un
premio per evitare che man chino loro alcuni rudimenti di base.
Saper leggere e scrivere necessario per capirsi, fra estranei; la
matematica serve per essere migliori giudici del proprio interesse; conoscere una lingua che non e la propria, un po' di storia
e un po' di geografia e utile per sviluppare quell'empatia con il
prossimo che migliora la vita civile.
Diciamo allora che siamo disponibili a caricarci del costa
dell'educazione di tutti. Ma perche i beneficiari non dovrebbero poter scegliere fra diversi istituti, in competizione, che pure
devono attenersi ad alcuni programmi definiti da chi, 10 Stato,
paga il conto?
Pensiamo alIa sanita. La miglior ragione per la quale Ie cure
mediche devono essere pagate da un terzo, e non direttamente
da chi si trova ad avere bisogno del soccorso di un dottore,
che molto spesso, quando ne abbiamo bisogno non siamo in
grado di scegliere serenamente. Gli interventi d'urgenza possono essere effettuati su persone che non hanno letteralmente
idea di quanto sta capitando loro. La preoccupa~ione per tutt~
una serie di trattamenti
tale, che sarebbe davvero inimmaginabile dover strisciare la carta di credito e mettere una firma
a pagamento di una prestazione che, magari, non sappiamo se
ci lascera vivi, e, in quel caso, con quante possibilita di pieno
recupero.
Proprio perche la salute
un bene cos! importante,
cruciale tutelare l'innovazione, la possibilita di cercare soluzioni
nuove ai problemi. Questo si verifica, soprattutto a livello internazionale. Chirurghi importanti riuniscono attorno a se team
di ricerca con i controfiocchi. Aziende capitalistiche, impegnate
nei settori delIa diagnostica 0 delIa farmaceutica, cercano di
sviluppare nuovi ritrovati. Dove questo non avviene?
e
e
e
e
e
Nell'organizzazione
dell'erogazione
del serVlZlO. Lo Stato
10 gestisce, in buona sostanza, in monopolio. Perche? Dove sta
il suo vantaggio comparato nel gestire un ospedale? Perche il
modo in cui viene organizzato illavoro, in una struttura di quel
tipo, dovrebbe essere sottratto alIa creativita imprenditoriale?
In un caso e nell'altro, il monopolio pubblico fa precisamente questo: impedisce di cercare, nel processo di mercato, modi
nuovi per sviluppare un servizio, rende impossibile ragionare
assieme - nella gara competitiva - su come e meglio allocare Ie
risorse. Se il mercato e UD processo d'apprendimento, perche
due ambiti cos! cruciali dovrebbero essergli sottratti? Siamo
sicuri che il modo in cui vengono gestiti gli ospedali, oggi, sia
l'unico possibile? Non parrebbe: vista la vorticosita dei processi
delIa tecnologia, perche Ie modalita di gestione di apparecchi,
farmaci, trattamenti che evolvono di continuo dovrebbero essere sempre Ie stesse?
Siamo sicuri che il modo in cui vengono assegnate Ie materie
e organizzati gli insegnamenti sia il migliore possibile? Non
parrebbe: la storia italiana, recente e passata,
un cimitero di
riforme delIa scuola. Perche dobbiamo imbarcarci in esperimenti costosi, i cui effetti ambiscono a essere eguali per tutti e
generalizzati, come nel caso di una riforma, anziche consentire
a una pluralita di soggetti di provare esperimenti pili piccoli,
i cui effetti potrebbero essere facilmente verificati prima di
esportarli?
E bene ricordare che non stiamo discutendo, in questa sede,
dell'opportunira per 10 Stato di finanziare 0 meno tali servizi,
bens! solo dell'efficacia e dell'efficienza delIa loro gestione diretta da parte dei pubblici poteri.
Se il monopolio tende a produrre meno di quanto servirebbe e a esigere un prezzo pili alto, perche dovremmo gestire
attraverso due monopoli l'educazione e la sanita?
Pensiamo, da ultimo, all'assicurazione contro la disoccupazione. Questa e l'iniziativa che, proprio sulla base di quanto
abbiamo detto, potrebbe essere considerata la pili necessaria
per mitigare gli effetti indesiderati di un mercato ben funzionante. Abbiamo detto che ci si assicura contro rischi che sono
sottratti al nostro controllo. Per la disoccupazione,
davvero
cos!? Possiamo perdere illavoro perche l'impresa per la quale
e
e
lavoriamo e fallita. Ma come la mettiamo, col travarne un altro? Immaginiamo di avere pagato un premio, che ci garantisce
l'equivalente di una certa percentuale del redditoche avevamo
prima sino all'ottenimento di un nuovo posto di lavora. Non e
possibile che qualcuno ritenga tutto sommato accettabile essere
pagato un po' meno, ma per non lavorare? Non e possibile che
ci sia chi ritenga di aver davver.o travato un nuovo posto di
lavoro, solo nel momento in cui gli vengono offerte condizioni
esattamente uguali a que lIe cui era abituato in precedenza? E
un problema che Stati tradizionalmente molto generosi con i
sussidi alIa disoccupazione, come il Regno Unito e i paesi nordici, hanno dovuto porsi.
Se si trattasse di un'assicurazione privata, prababilmente il
rischio di disoccupazione verrebbe considerato assicurabile se
e solo se fossera verificate tutta una serie di condizioni. Si opterebbe, cioe, per l'eragazione di un sussidio esclusivamente nel
caso il beneficiario potesse comprovare la propria disponibilita
ad accettare una vasta tipologia, ben definita, di lavori, fosse
iscritto nelle liste di collocamento, si dimostrasse disponibile
a seguire corsi di formazione che 10 rendano pili facilmente
occupabile durante il periodo nel quale riceve il sussidio. E pili
o meno quello che avviene per i prodotti assicurativi contra la
disoccupazione e in questa direzione sono andate Ie riforme
cosiddette welfare-to-work messe in atto negli anni novanta
a New York cosl come nell'Inghilterra di Tony Blair. Queste
riforme spesso hanno fatto assegnamento sulla partnership di
associazioni non profit, che, essendo meno burocratizzate e pili
flessibili, riuscivano pili efficacemente a venire incontro aIle
particolari esigenze del singolo lavoratore.
Lo Stato si comporta diversamente. Nel momento in cui
si inca rica di fornire a tutti istruzione, assicurazione contra
la malattia e assicurazione contra la disoccupazione, si intesta
un monopolio delIa lora produzione. II monopolio giustifica
la creazione di enti specializzati: questi enti finiscono per impiegare persone che intermediano i servizi che vengono offerti.
Essi traggono la lora legittimazione dal fatto che i vasti apparati
che realizzano l'ideale di una scuola, di una sanita, di un'assicurazione contra la disoccupazione per tutti necessitano di essere
governati. Milton Friedman ebbe modo di osservare che «si
puo puntare all'uguaglianza solo assegnando agli uni il diritto
di prendere qualcosa dagli altri. In definitiva, quando si cerca
di realizzare l'uguaglianza, A e B decidono cosa C debba fare
per D, con il piccolo dettaglio che, nel corso dell'operazione,
prendono per se una piccola commissione sui praventi»27.
La ricerca di un livellamento delle diseguaglianze, tramite
l'attrezzamento di tutti con alcune opportunita di base (la
possibilita di avere un'educazione scolastica, il sostegno nelle
difficolta delIa disoccupazione), in una democrazia e l'esito
delIa scelta di A e B (i legislatori) che dicono a C (la burocrazia
pubblica) cosa fare per D (il beneficiario dei lora interventi). II
problema del modo in cui oggi e organizzato 10 Stato sociale
e che, lungo il percorso, Ie burocrazie pubbliche si prendono
la loro commissione. L'intermediazione - si parli di verdure,
di conti correnti 0 di Stato sociale - non e mai gratis, anche
se in gioco c'e l'elevazione delle masse. Per dirla con Antonio
Gramsci, «i funzionari non rappresentano Ie masse. Gli Stati
assoluti erano appunto gli Stati dei funzionari, gli Stati delIa
burocrazia»28.
Cia comporta che Ie risorse allocate non vadano a vantaggio
dei lora beneficiari nella misura in cui cia potrebbe avvenire se
i costi dell'intermediazione fossero inferiori.
Ci si puo affidare al buon cuore dei burocrati e dei legislatori e pensare che riusciranno a limitare virtuosamente i costi
dell'intermediazione. Secondo uno dei pili attenti studiosi delle
dinamiche delIa spesa pubblica nel secolo passato, Vito Tanzi,
questo non e mai avvenuto. Secondo Tanzi, esiste una «legge
fondamentale del comportamento
delIa spesa pubblica nel
lungo periodo».
Tale legge afferma che la maggior parte dei programmi di spesa
pubblica esibisce la tendenia a crescere quasi continua mente e spontaneamente nel corso degli anni e a diventare sempre pili costosa al
27 Cosl Milton Friedman
in una lezione del 1978 alia Stanford University: www.
youtube.com/watch?v=LucOUSpTB3Y.
.
..,
. .
..
28 Antonio Gramsci,
Funzionarismo (1921), ora 111 rd., Scrzttz polwet. It «bzennlO
rosso», la crisi del soClalismo e la nascita del partito comunirta (1919-1921), a cura di
Paolo Spriano, Roma, Editori Riuniti, II, 1973, p. 203.
trascorrere del tempo. Come avviene per molte persone, i programmi
di s?esa nascono magri, ma invecchiando tendono a mettere su peso. E necessaria una ferrea determinazione per arrestare 0 invertire
tale tendenza, aUa quale contribuiscono in primo luogo tre fattori.
II primo consiste nel fatto che, negli anni, programmi assistenziali
inizialmente destinati ad aiutare gruppi di beneficiari piccoli e ben
definiti incominciano ad aggiungere sempre piu assistiti. Questi ultimi possono essere considerati, in un certo sensa, «portoghesi» meno
meritevoli di assistenza. II secondo fattore e che, oltre ad attirare sempre nuovi beneficiari, questo genere di programmi (a prescindere dal
fatto che siano stati creati per assistere gruppi specifici di cittadini 0
siano stati concepiti fin dal principio per garantire un'assistenza universale) tende ad attirare un numero crescente di prestatori di servizi,
in virtu deU'ampliamento del numero e deUa qualita, 0 deU'ambito
di intervento, dei servizi offerti ai beneficiari. II terzo fattore deriva
dal fatto che, al trascorrere del tempo, la maggior parte dei programmi assistenziali pubblici sviluppa una qualche forma di queUe che gli
economisti definiscono inefficienze tecniche29.
I tre corollari delIa legge di Tanzi hanno a che fare con la
natura delle burocrazie e del monopolio. Le burocrazie tendono a crescere, suI piano organizzativo, per guadagnare maggior
potere all'interno delIa macroorganizzazione in cui sono inserite. Chi lavora in una grande impresa privata sa che anche
Ii Ie diverse divisioni si disputano il denaro accantonato per
gli investimenti, l'attenzione dell'amministratore
delegato, la
presunzione di essere essenziali ai profitti dell'impresa nel suo
complesso. Esse tendono a crescere.
Le burocrazie cercano anche di ampliare il proprio raggio
d'azione, per essere considerate pili indispensabili e proteggere
se stesse. La sanid ne l'esempio pili chiaro: a dispetto di un
quadro di finanza pubblica non facile, come quello in cui viviamo, crescono Ie prestazioni offerte e si ha la presunzione che 10
Stato possa e debba «proteggerci» da un ventaglio sempre pili
ampio di patologie.
I costi delle burocrazie aumentano, in virtli di quello che
e il vero costa delI'assenza di concorrenza: la mancanza di un
e
confronto, con altri, per imparare come meglio fornire un certo
servizio. II monopolio rende pili difficile innovare.
Questa «legge fondamentale del comportamento delIa spesa
pubblica nel lungo periodo» rivela come davvero, per ragioni
eminentemente organizzative, non e pacifico che 10 Stato sociale
riesca a realizzare i propri obiettivi. Sarebbe probabilmente
molto migliore l'uso che si potrebbe fare delle medesime risorse
se 10 Stato si astenesse dal garantire l'offerta di determinati servizi e si limitasse a sussidiare la domanda. Se sussidiasse (per
eser'npio) un'assicurazion
medica obbligatoria per i cittadini,
fornita pero da compagnie in concorrenza (come avviene in
Olanda). Oppure, come propose Milton Friedman, se la spesa
per l'istruzione Fosse tradotta in una sorta di assegno equivalente al costo unitario di ogni studente (un «buono-scuola») che
Ie singole famiglie potessero riscattare, per i loro figli-studenti,
presso istituti scolastici in concorrenza. Queste soluzioni sarebbero grandemente imperfette - esattamente come 10 status
quo. Ma, probabilmente, permetterebbero proprio a chi ha pili
bisogno di trarre un maggior valore dai fondi che sono - paternalisticamente - impiegati a suo vantaggio.
II genere di prescrizioni politiche che vengono derivate dal
latto delIa diseguaglianza e sorprendentemente incoerente, nonostante la passione di quanti Ie sostengono. Se siamo preoccupati che i140% delIa ricchezza mondiale sia nelle mani dell'l %
delIa popolazione, la nostra attenzione dovrebbe necessariamente concentrarsi su quelle regioni del mondo che restano pili
povere in termini assoluti. Invece tendiamo spesso ad associare
la lotta alIa poverta a un'istituzione, 10 Stato sociale, che ha una
dimensione nazionale. La dimensione nazionale dello Stato sociale puo avere conseguenze davvero perverse, quando si parla
di lotta alIa poverta. I confini dividono un noi da un loro, 10
Stato sociale e fatto di burocrazie che redistribuiscono quattrini
direttamente, ma anche di apparati regolatori che influenzano
l'attivita degli imprenditori privati. L'una e l'altra cosa assieme
possono fortificare i vecchi egoismi. Avviene quotidianamente,
nelle nostre societa: sono molte Ie forze politiche che ritengono
che welfare, regolamentazione, barriere protezionistiche debbano essere condizionate da questa differenza fra noi e loro.
Quando il «noi» e la popolazione di un paese occidentale, il
«loro» e fatto di persone sostanzialmente pili povere.
Perche costoro 10 possano essere sempre di meno, il singo10 fattore pili importante e la loro integrazione nell'economia
mondiale.
Shevek, il fisico dei Reietti dell'altro pianeta, non desiderava
che il suo Anarres, un'economia comunitaria nella quale la
proprieta privata era vietata e tutti, pertanto, svolgevano a rotazione tutti i mestieri, cambiasse Ie proprie istituzioni, ma desiderava potesse commerciare con il capitalistico Uras, perche gli
anarresiani potessero god ere dei progressi tecnologici avutisi
sull'altro pianeta. Anche nella nostra prosaica realta di terrestri,
ci ricorda David Hume, un paese che scambia continua, giorno
dopo giorno, a beneficiare delle «invenzioni e dei progressi dei
nostri vicini».
Ma un'economia mondiale pili integrata e un'economia nella
quale anche Ie produzioni si spostano. Questo pua significare _
e, a dire il vero, ha significato con una certa frequenza, negli
ultimi anni - la chi usura di stabilimenti nei paesi occidentali
a fronte dell'apertura di nuovi impianti in regioni pili povere.
Se avessimo a cuore la diminuzione delle diseguaglianze
nel suo complesso, in tutto il mondo, questa notizia dovrebbe
apparirci positiva. Quando Ie imprese investono e creano posti
di lavoro, per esempio, nei paesi dell'Africa subsahariana, esse
stanno mettendo Ie basi per l'affrancamento dalla poverta di
intere popolazioni.
Assieme allibero scambio di beni e servizi e alIa libera circolazione del capitale, nulla sarebbe pili efficace per ridurre Ie
diseguaglianze che la piena liberta di movimento delle persone.
Un emigrante lascia la terra in cui e nato, gli affetti, una situazione a lui nota nei pregi e nei difetti, per cercare fortuna in un
altro paese, che non conosce e dove spesso si parla una lingua
diversa dalla sua. I mass media, e in particolar modo internet,
hanno accorciato Ie distanze e ci hanno resi pili consapevoli
delle differenze e delle abitudini di altri paesi. Ma e diverso
guardare un documentario suI National Geographic e dover
fare la patente, 0 chiedere un'abilitazione professionale, in un
altro paese. Chi emigra fa una scelta che e sempre emotivamente molto costosa: proprio questo fatto ci dice quanto sia pronto
a mettere in gioco per l'aspettativa di un futuro migliore.
Le restrizioni all'immigrazione sono l'equivalente di un dazio (0, pili precisamente, di una quota) su un particolare fattore
produttivo: illavoro. Proprio come i dazi servono a tutelare Ie
imprese «nazionali» dalla concorrenza straniera, Ie restrizioni
all'immigrazione servono a proteggere i lavoratori «nazionali»
dalla concorrenza straniera. II timore e che l'afflusso di concorrenti stranieri per certe mansioni metterebbe in difficolta
i lavoratori, costretti a confrontarsi con persone disponibili a
sobbarcarsi il medesimo carico di lavoro per una retribuzione
inferiore. Esattamente come avviene per Ie imprese, quando un
certo settore industriale e costretto ad aprirsi al mondo, cia potrebbe avere conseguenze indesiderabili di breve periodo. Ma
segnali di mercato menD «sporchi», liberi cioe da interferenze
improprie, consentiranno ai lavoratori di capire come adattarsi
meglio alle condizioni che cambiano: in che modo investire su
se stessi, dove meglio specializzarsi per acquisire peso contrattuale.
Se guardiamo alle diseguaglianze oltre la dimensione nazionale, se consideriamo tutti parte di una stessa famiglia umana,
allora dobbiamo ammettere che nulla come accedere ai mercati
dellavoro dei paesi pili sviluppati potrebbe dare una speranza
con creta a chi ha avuto la sfortuna di nascere dove il problema
non e soltanto la distanza che ti separa dai pili ricchi, ma arrampicarsi al di sopra delIa soglia di sussistenza.
La liberta di farsi scegliere e quella che consente a una
persona di cercare nellavoro un'occasione di crescita, di affrancamento dalla poverta. Se alcune imprese vengono ostacolate
artificialmente dal mettere piede in certe regioni, oppure se i
lavoratori di quei paesi vengono ostacolati artificialmente dal
potersi spostare in luoghi dove c'e una domanda di lavoro che
potrebbero soddisfare a condizioni competitive, il risultato non
cambia: e la liberta di farsi scegliere di quei lavoratori a essere
compressa e mutilata.
E 10 sviluppo economico che libera dalla poverta. Quando
si alza la marea, tutte Ie barche - indipendentemente
dalla
lunghezza, dall'armo, dalla bellezza del disegno - navigano pili
in alto. Un rilevante studio empirico della Banca Mondiale ha
dimostrato come «in media la crescita economica va a beneficio dei poveri non meno che degli altri membri della societa.
Di conseguenza Ie politiche standard di incentivazione della
crescita dovrebbero situarsi al centro di qualsiasi strategia di riduzione della poverta che voglia ~vere una qualche efficacia»30.
I due autori hanno «tracciato il logaritmo dei redditi pro
capite dei poveri (sull'asse verticale) rispetto allogaritmo dei
redditi pro capite medi (sull'asse orizzontale), raccogliendo 418
osservazioni per paesi e anni diversi relative alle due variabili
[. ..J. Si puo not are una forte correlazione positiva e lineare
tra Ie due variabili, avente una pendenza pari a 1,07, ossia che
non si discosta significativamente dal rapporto 1: 1. Giacche
entrambe Ie variabili sono misurate su scala logaritmica, cio
indica che in media il reddito dei poveri cresce in modo equiproporzionale al reddito medio» (grafico 1 dell a figura 4.1)31.
Nel grafico successivo essi hanno messo a confronto la crescita
annua media del reddito dei poveri (asse verticale) con la crescita annua media del reddito medio (asse orizzontale), sulla
base di un vasto numero di osservazioni.
Che cosa ci dicono questi due grafici? Mostrano che il reddito del quintile pili povero della popolazione tende a crescere
con il reddito dell a popolazione. Questo suggerisce che, ogni
qualvolta viene adottata - suI piano nazionale (redistribuzione)
o internazionale (aiuti allo sviluppo) - una qualche politica
volta specificamente a ridurre Ie diseguaglianze in generale,
bisogna attentamente considerare non solo cio che si vede (i benefici immediati a vantaggio di un certo gruppo di persone «bisognose»), ma anche quel che non si vede (i possibili effetti di
medio periodo sulla crescita). Qualora quelle politiche possano
frenare in modo importante la crescita economica, a dispetto
delle intenzioni e per quanto accuratamente possano essere disegnate dallegislatore, potrebbero fare pili male che bene.
3D David Dollar, Aarr Kraay, Growth is Good for the Poor, Washington
Bank, 2002, p. 27.
31 Ibid., p. 2.
Dc, World
FIGURA 4.1
Reddito dei pili poveri e reddito medio. 1 e 2
Livelli
4
5
6
7
Log (reddito pro capite)
l •
0.15'1
~
••
8-
.~
Q.
.
'g
~
:ij
~
e
~
.,g
:g -0.2
1'.
-0.15
-0.1
y
= 1.185x- 0.0068
R2 = 0.4935
Fonte: David Dollar, Aart Kraay, Growth is Good for the Poor, Washington
Dc, World Bank, 2002.
Redditi pili alti sono l'unica vera, sostenibile risposta di
lungo periodo alla poverta. Una persona e meno povera quando ha «pili soldi e pili cose». Il fatto che si trovi a beneficiare,
teoricamente, di un numero superiore di servizi offertile «gratuitamente» dallo Stato, assai meno significativo. Sia perche
per usufruire di un certo servizio ci vuole anzitutto il tempo.
Il tempo «libero» e un lusso dell,; classi medie, delle persone
che si sono attestate su un certo livello di benessere. Chi
vera mente povero e costretto a ingegnarsi, ventiquattr' ore al
giorno, per non esserlo pili. Sia perche una persona e tanto pili
«ricca», in senso proprio, quante pili sono Ie cose che puo fare.
Cia 10 consentono soltanto alcuni beni di consumo durevoli
(abbiamo pili liberta di movimento con 0 senza un'automobile?
pili liberta di mangiare cia che desideriamo con 0 senza un
frigorifero?), e pili denaro da spendere. Redditi maggiori sono
garantiti solo dalla crescita - che puo essere messa fortemente
a rischio dall'interventismo.
Cia che avviene in una societa pili ricca, poi,
a tutti gli
effetti «la trasformazione delle masse che diventano capitalistiche». Questo non
accaduto tramite la compartecipazione
dei lavoratori alla proprieta delle imprese. Questo avviene
nel momenta in cui i lavoratori sono sempre di pili «proprietari di capitale di con sumo e [' .. J possessori di competenze
tecniche»32. Abbiamo gia detto che il sistema capitalistico oggi
non e pili appannaggio di pochi grandi «padroni del vapore».
I proprietari delle grandi corporation sono sempre pili spesso
i loro stessi lavoratori: piccoli azionisti, direttamente 0 tramite
fondi previdenziali 0 fondi d'altro genere, di cui piccole quote
vengono vendute loro dalle banche presso Ie quali depositano
i propri risparmi. Anche il capitale, nella societa di mercato, e
sempre pili interconnesso.
Cresce il peso e la rilevanza di una manodopera sempre
pili specializzata. L'emancipazione delle masse, nelle societa
avanzate, e passata proprio dal fatto che i singoli individui sono
diventati detentori di risorse sempre pili salienti, per i loro da-
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J2 Harry
G. Johnson, The Political Economy of Opulence (1960), ora in Id., Economics and Society, Chicago, University of Chicago Press, 1975, p. 44.
tori di lavoro. Pili sono diventati consapevoli nelloro esercizio
della liberta di farsi scegliere, e migliore e l'esito sociale di cui
hanno potuto godere.
Perche questo avvenga, ovunque, nel mondo, e Ie diseguaglianze si accorcino, serve un sempre maggiore riconoscimento
della liberta di farsi scegliere: per tutti. Questo significa mobilita dellavoro fra diversi paesi e mobilita delle merci. Lavoratori che possano farsi apprezzare anche in terre lontane dalla
propria, e merci che possano farci apprezzare chi Ie ha prodotte
anche se e tanto lontano da noi.
Gli Stati nazionali si ;ono opposti all'una e all'altra casa,
can l'obiettivo dichiarato di tutelare i redditi dei loro cittadini.
Il sistema di mercato e stato messo fra parentesi, per proteggere
alcune categorie di persone dalla concorrenza internazionale.
Non solo, come abbiamo gia visto, COS1 facendo si fa un pessimo
servizio ai lavoratori dei paesi protezionisti, illusi che il mondo
non cambi. Ma ci si rende corresponsabili dell a difficolta di milioni di persone nel trovare una migliore candizione di lavoro,
o compratori che consentano loro di sostenere Ie proprie produzioni. Limitare la liberta per salvaguardare i «diritti sociali»
e una scelta politica molto popolare. E necessario intendersi,
pero, su che co'sa significano questi termini. Sia chiaro che cia
che ci si propone e limitare la liberta di tutti, per salvaguardare
i «diritti sociali» di pochi.