I giocattoli sono sessisti?

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I giocattoli sono sessisti?
17/12/2014
I giocattoli sono sessisti? ­ Il Post
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Nel testo appena approvato resistono idee antiquate e
tradizionalissime: almeno due. Il ridimensionamento
dell’articolo 18, poi, colpirà una “categoria” in
particolare: la solita [Continua] ... [Continua]
I giocattoli sono sessisti?
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16 dicembre 2014
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Questo è l’esempio di un catalogo danese di giocattoli.
Medea non ha ucciso i suoi figli
Perché si dice “fare la Cassandra”? Per lo stesso
motivo per cui tutti dicono che Medea è
un’infanticida. Le scoperte di Christa Wolf, morta
oggi tre anni fa [Continua] ... [Continua]
Se una è femminista
Manuale (non completo) dove trovare una volta per
tutte le risposte alle solite risposte [Continua] ...
[Continua]
Questo è l’esempio di un catalogo svedese di giocattoli.
GIULIA SIVIERO
Per ogni donna che lavora ci
vorrebbe una moglie. Sono
femminista, scrivo per il
manifesto e lavoro al Post.
DAI BLOG
Riduco le conseguenze lesive
dell’onore
LUCA SOFRI
I giocattoli sono sessisti?
GIULIA SIVIERO
Napolitano promuove Renzi
STEFANO MENICHINI
Chi recensisce i recensori?
HOST
E questo è l’esempio di un catalogo italiano di giocattoli.
25 books, una lista per Natale
LUCA SOFRI
http://www.ilpost.it/giuliasiviero/2014/12/16/giochi­giocattoli­non­sessisti­consigli­regali/
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Ci sono cose da maschi che le fem mine non pos sono fare e ci sono cose da fem mine che è vergognoso
che i maschi fac ciano. Ci sono reparti tutti rosa con cose soffici, ferri da stiro in miniatura, piccoli
saloni di bellezza, attrezzi per la cura dei capelli, per infilare collane e sfornare dolcetti. E ci sono
reparti con treni, costruzioni e armi. E anche quando il gioco non è per soli maschi spesso lo è la sua
rappresentazione: è il caso, per esempio, dei giochi scientifici. Basti guardare uno degli ultimi spot
della Clementoni per il 2014, quella dei “giochi educativi”.
I giocattoli (così pensati e così rappresentati) non sono neutri e insegnano invece una precoce e
stereotipata separazione dei ruoli. Attraverso i giochi si incoraggia in modo acritico la ripetizione di
ciascun ruolo (la bambina viene addestrata alla futura funzione materna, per esempio) e si inibisce la
possibilità per entrambi i sessi di esprimersi su un territorio “differente” e più ampio. Si dovrebbe
dunque impedire alle bambine di giocare con le bambole? Ovviamente no. Ma si può scegliere di non
fare nessun regalo al sessismo. Qualche consiglio:
­ Lammily, l’alternativa alla Barbie: ha proporzioni realistiche, ha ginocchia, gomiti e polsi snodabili
(e non bloccati, come quelli della sua compagna che sembra sempre sul punto di servire un piatto di
minestra), è meno truccata e ha i piedi ben piantati per terra. Se l’è inventata Nickolay Lamm e il
progetto è stato finanziato attraverso una campagna di crowdfunding.
­ Casa per bambole da costruire con circuiti elettrici e altri meccanismi: è stata scelta dal Times
come miglior gioco dell’anno ed è stata creata da Alice Brooks e Bettina Chen, due ingegnere della
Stanford University.
­ Cuntaline: sono delle carte per inventare storie. Non ci sono mamme (come se quello della mamma
fosse un mestiere tra gli altri, non lo è), non ci sono principesse né principi azzurri, non ci sono
bamboline truccate con un aspirapolvere rosa in mano. Ci sono una sindaca, un’astronauta, una
muratrice, un signore senza cappello da chef che sta in cucina, uno che fa l’ostetrico e una famiglia
composta da due papà. Il progetto è di Barbara Imbergamo.
­ GoldieBlox: dei libri illustrati guidano alla costruzione di macchine semplici per risolvere i
problemi che si trovano ad affrontare Goldie e le sue amiche. Il marchio è di Debbie Sterling,
ingegnera: «Ho creato GoldieBlox perché le ragazze fin dalla giovane età possano capire che
l’ingegneria è un mondo aperto anche a loro». Nel 2014 GoldieBlox si è anche guadagnata uno spot
pubblicitario gratuito di 30 secondi al Super Bowl.
­ Libri: “Leggere senza stereotipi” è un progetto dell’associazione Scosse che ha messo insieme un
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buon catalogo di libri per bambine e bambini da zero a sei anni circa. Per i e le più grandi segnalo:
Quante tante donne di Anna Sarfatti e Serena Riglietti (che racconta per rime e per disegni il principio
della parità tra maschi e femmine sancito dalla Costituzione) e i titoli della collana Sirene, edizioni EL
(Un’ereditiera ribelle. Vita e avventure di Peggy Guggenheim; Il coraggio di Artemisia. Pittrice
leggendaria; La Rosa Rossa. Il sogno di Rosa Luxemburg; Signore e Signorine. Corale greca).
­ Il libro: Piccole donne di Louisa May Alcott. Una buona ragione per regalarlo, a bambine e bambini,
o per rileggerlo, la si trova nella recensione della filosofa Luisa Muraro:
«Questo romanzo è un capolavoro di astuzia femminile, per centocinquant’anni è riuscito a
farsi stampare, tradurre e raccomandare come un romanzo di formazione (un Bildungsroman,
dicono i letterati) per giovinette di buona famiglia, e ne ha tutti gli ingredienti, in effetti, ma
intanto riesce ad annunciare la fine del patriarcato. (…) Volendo usare etichette, per il
capolavoro della Alcott, io parlerei di romanzo d’iniziazione. Il romanzo di formazione mostra
un percorso per diventare quello che la società domanda o aspetta, mentre il romanzo di
iniziazione racconta i passaggi che ti portano a scoprire quella che sei, e a diventare quella che
puoi essere, più profondamente.
L’iniziazione ha a che fare con la nascita della libertà, quella associata alla scoperta di sé, ed è
una cosa che, se non hai l’idea di questa libertà, non esteriore ma intima e personale, può
essere scambiata con la moderazione o il conformismo. La Alcott lo sapeva, io credo e penso
che ne abbia approfittato per mascherarsi da scrittrice bempensante e così fare il suo gioco. Le
Piccole Donne che tengo nella mia biblioteca, una traduzione, si aprono con l’introduzione di
un letterato italiano, sicuramente bravo, ma, in questo caso, completamente fuori strada. Per
metà dell’introduzione insiste sul fatto che si tratterebbe di un romanzo datato, ancorato a
certi ideali, ormai superati: donne che sono angeli del focolare, silenziose e pazienti, ecc.
Leggiamo pure Piccole Donne, conclude con un po’ di supponenza, ma si tenga conto
dell’epoca in cui fu scritto. Fa ridere: non si è accorto di niente, non ha capito niente».
TAG: GIOCATTOLI, GIOCATTOLI SESSISTI, GIOCHI, GIOCHI SESSISTI, REGALI NATALE, REGALI NATALE BAMBINI, REGALI NON
SESISSTI
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Giulia Siviero | Il Post
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davide bordiga • a day ago
Ho ancora in mente la reazione della mia compagna, pedagogista, mentre eravamo in
un punto vendita della catena Toys, alla visione della corsia denominata "Bambine",
tutta piena di ferri da stiro, pentole e cucine.
Il malcapitato commesso che ha osato rivolgerle la parola poco dopo credo abbia dato
le dimissioni.
36 △ ▽
• Reply • Share › wildtype > davide bordiga • 6 hours ago
succede quando hanno le mestruazioni.
22 △ ▽
• Reply • Share › davide bordiga > wildtype • 4 hours ago
Di sicuro può essere causa di una reazione eccessiva.
Ma altrettanto di sicuro le motivazioni erano più che valide e
giustificate.
4 △ ▽
• Reply • Share › Professor Woland > davide bordiga • 3 hours ago
Madonna che pesantezza. Come se poi fosse colpa del malcapitato commesso.
Quello magari odia quel lavoro e tutta la Toys ma e' l'unico modo che ha per
fare 2 soldi.
O i veri femministi scelgono di morire di fame piuttosto che essere servi del
diabolico maschilismo imperante?
1 △ ▽
• Reply • Share › davide bordiga > Professor Woland • 3 hours ago
Forse la mia è pesantezza, ma anche il tuo prendere alla lettera le cose
http://www.ilpost.it/giuliasiviero/2014/12/16/giochi­giocattoli­non­sessisti­consigli­regali/
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