allevatore rivista 2-2003

Transcript

allevatore rivista 2-2003
Trimestrale
tecnico-economico
dell’Associazione
Provinciale Allevatori
Anno XIV - N. 2/2003
sommario
sommario
Nella foto:
Cavallo Arabo su ceramica
Tecnica
Classifica fenotipica dei tori usati nella nostra
provincia
Le “serre” in azienda
Pisello proteico, favino e lupino in alternativa
alla soia d’importazione
Trimestrale tecnico-economico
a distribuzione gratuita
6
24
Direttore responsabile:
GIOVANNI TAGLIAFERRI
30
Domenico Barile - Pietro Rizzi
Coordinatore:
PIETRO RIZZI
Direzione, redazione, amministrazione:
Via Bergamo, 292 - 26100 Cremona
Tel. 0372.419311
Gestione e salute
Bluetongue: malattia delle pecore che insidia
anche l’allevamento bovino
Editore:
ASSOCIAZIONE PROVINCIALE ALLEVATORI
Via Bergamo, 292 - 26100 Cremona
Tel. 0372.419311
8
Progetto Grafico: UP - STEFIGRAF
Via Larga, 7 - Cremona
Tel. 0372.463635
Non sottovalutate la presenza di Zearalenone
nella razione
10
Impianti: ALPHAPAGINE
Via Marmolada, 19/A - Cremona
Tel. e Fax 0372.430637
Piano di gestione del piccione torraiolo
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Domenico Barile - Pietro Rizzi - La Redazione
Economia
Quanto costa produrre il latte nella nostra azienda? 13
Ragionare sul costo marginale per giudicare la
convenienza economica ad acquistare la quota latte
22
Pietro Rizzi - Domenico Barile
Stampa: FANTIGRAFICA
Via delle Industrie, 38 - Cremona
Tel. 0372.416701
Pubblicità: UP - Uggeri Pubblicità
Via Massarotti, 51 - Cremona
Tel. 0372.20586 r.a. - Fax 0372.26610
www.uggeripubblicita.it
TARIFFE PUBBLICITÀ (a colori):
pagina € 510, 1⁄ 2 pagina € 290
piedone € 230, piedino € 160
2 1⁄ 2 colonne € 200, 2 ⁄ 3 piedone € 175
1
⁄ 2 colonna € 105
II di copertina € 680
III di copertina € 630
IV di copertina € 800
Servizio e Gestione Informatizzata
Cincinnato - Internet
Oscar Silva e Marco Ferrari
29
Registrato al Tribunale di Cremona
in data 1-4-1988 al N. 207 del Registro Stampa
Tiratura 4.000 copie
Sped. in abb. postale - Art. 2, comma 20/c,
legge 662/96 - Filiale di Cremona
Benvenuto e complimenti!!!
Siamo lieti di dare il benvenuto agli
allevatori che hanno aderito all’APA
nel periodo tra il 1/04/2003 ed il
30/06/2003:
sig. BODINI Odoardo.
Per contattarlo telefonicamente:
ufficio 0372/419311,
abitazione 0372/621188,
auto 335/8012698
CONTROLLI FUNZIONALI BOVINI
FACCO Angelo e Annuncio
Az. Facco - Sergnano
Facciamo i complimenti ai seguenti
allevatori per aver aderito al S.A.T.A.
(Servizio di Assistenza Tecnica agli
Allevamenti, col contributo finanziario della Regione Lombardia):
LIBRO GENEALOGICO MANZE
SATA BOVINI
SIRI F.lli
Cascina Caselline - Stagno Lombardo
AMBROGIO Felice Camillo
Villarocca - Pessina Cremonese
CINCINNATO
FILIPPINI Pierluigi e Massimo
Az. Giacinta - Fiesco
GOZZOLI Claudio
Az. Piantata - Sesto ed Uniti
n. 2 LUGLIO 2003
4
FERRARI Pietro Luigi
Az. Ferrari - Crema
SATA SUINI
N.B.: Facciamo presente a coloro che
ancora non sono iscritti ai controlli funzionali che per informazioni e chiarimenti in merito si possono rivolgere al
SORDINI Sandro
Cascina Pirolo di Sopra - Robecco d’O.
SOLDI Guido
Cascina Campagnetta - Robecco d’O.
N.B.: Per informazioni sui
Servizi Tecnici S.A.T.A. si
può telefonare in ufficio al
numero 0372/419309.
IL S.A.T.A.
è il Servizio di Assistenza Tecnica agli Allevamenti
attivato presso le APA dalla Regione Lombardia.
Agli allevatori che non conoscono questa nuova forma di assistenza tecnica,
proponiamo un’adesione promozionale che dà diritto ad avere da 4 a 6 visite aziendali
da par te dei nostri tecnici S.A.T.A., per un costo totale variabile secondo lo schema seguente:
Fascia fino a 70 vacche:
4 visite € 24,00
6 visite € 36,00
Fascia superiore a 70 vacche:
4 visite € 48,00
6 visite € 72,00
L’azione dei tecnici si potrà svolgere sui seguenti temi di interesse dell’allevatore:
• controllo della qualità del latte, degli alimenti e della razione;
• controllo della routine di mungitura e dell’impianto;
• per le stalle iscritte ai controlli funzionali, si potrà fare la presentazione, la lettura e l’interpretazione di strumenti utili alla gestione aziendale: IGS, Scheda Ferguson, Cincinnato.
Attualità
(sintesi di un articolo di Jean-Luc Meriaux su Eurocarni)
Le fluttuazioni del patrimonio e della produzione suina nell’Unione Europea
sono complessivamente marginali. Tuttavia la media comunitaria nasconde
quelli che sono i contrasti regionali (dei vari paesi): diminuzione degli effettivi e dell’offerta in Belgio, in Olanda ed in Gran Bretagna; nei primi due è attivo un programma di cessazione dell’attività di allevamento suino per motivi
ambientali (in Olanda, dal 1996 al 2002 si è scesi del 22 %). Al contrario, si
è registrata una crescita in Germania, Danimarca, Spagna e Italia: è proprio
in quest’ultima che si è avuta la crescita maggiore e ci si attesta ora sui 9,16
milioni di capi allevati. Il livello dei consumi sostanzialmente stabile, che presenta nella carne bovina il principale concorrente, le esportazioni indebolite
dall’alto costo dell’euro e il contingentamento delle importazioni in Russia
eserciteranno un’ulteriore pressione sull’abbassamento dei prezzi. Questi ultimi resteranno depressi nel primo semestre, mentre nel secondo semestre
si registrerà un miglioramento. Come media annuale, il 2003 sarà caratterizzato da un nuovo assestamento dei prezzi che, tuttavia, resteranno lontani dal
livello di crisi registrato nel 1999.
L’ATTENZIONE PER I NOSTRI ANIMALI:
ABBEVERATOIO AL MUSELLO
DELLA VACCA A TERRA
Può capitare a tutti di avere una vacca a terra dopo il parto: in sala parto o
alla posta, questa non è in grado di avvicinarsi all’abbeveratoio. Un’interessante soluzione a questo problema è costituita dall’abbeveratoio mobile: la
solita tazza dell’acqua, a pressione, fissata ad un supporto di legno per permetterle di rimanere diritta e collegata ad un rubinetto tramite un tubo di gomma. Questo attrezzo permette all’animale di rimanere tranquillo a terra e di
poter bere facilmente e a volontà, più di quanto lo permetta il secchio trasportato dall’allevatore. Si tratta di un attrezzo che può essere predisposto
facilmente in azienda, spostato a piacere e lasciato a disposizione dell’animale coricato.
IL SEME SESSATO,
TRE VOLTE PIÙ CARO
È un’affermazione che abbiamo
trovato in un articolo sulla rivista
francese PLM. Nell’intervista ad
una connazionale ditta produttrice di seme, emergono i vantaggi
economici che all’allevatore vengono garantiti dalla tecnica di
sessaggio, sempre più perfezionata (l’affermazione lascia pensare che esista ancora un margine di miglioramento!). Pensiamo
al caso in cui l’allevatore voglia ottenere dalle sue vacche soltanto
le femmine per garantirsi la rimonta; egli potrà ottimizzare il piano di accoppiamento fecondando
col seme sessato le vacche migliori per ottenere le vitelle da allevare e procederà a fecondare le
altre vacche col seme di tori da
carne per ottenere meticci che gli
renderanno di più alla vendita, anche come vitelli. Questa “scoperta” del seme sessato può essere di concreto aiuto per l’allevatore migliorando le sue entrate
economiche, sempre che un aumento esagerato del prezzo di
questo “nuovo prodotto” diventi
occasione di margini elevati solo
per chi lo produce e lo vende.
COMUNICATO PER I
PRODUTTORI LATTE
I produttori di latte in grado di connettersi ad internet, tramite il proprio computer, possono accedere liberamente, previa registrazione gratuita, al sito www.clal.it, che analizza settimanalmente il mercato
lattiero-caseario, in rapporto alle
piazze più significative, italiane, europee ed extra-europee. Al momento
della registrazione sarà assegnata
automaticamente (per e-mail) la
password, mentre la username coinciderà con l’indirizzo di posta elettronica utilizzato. Contemporaneamente sarà offerta la possibilità di
selezionare le voci (formaggi, latte,
notizie, articoli...) in rapporto alle
quali ricevere immediata informazione, in caso di variazioni e novità.
5
n. 2 LUGLIO 2003
SITUAZIONE E PROSPETTIVE DI MERCATO
DELLA CARNE SUINA
APA - CR - Sezione di Razza Frisona Italiana
CLASSIFICA FENOTIPICA TORI PER VALUTAZIONE MORFOLOGICA
n. 2 LUGLIO 2003
6
TORO
N. Figlie
BROWNDALE STARDUST TL
MAUGHLIN STORM ET
ROBTHOM INTEGRITY ET TL
PARKER AERO WADE ET TL
SHOREMAR JAMES
JUNIPER ROTATE JED ET TL
STARTMORE RUDOLPH ET TL TV
CAROL PRE.MTOTO ET TV G.M.* TL
DREAM-ON HEROD ET TL TV
ETAZON LORD LILY TL CV
FREAELAND LEADOFF ET TL
RICH-RO MARK SAM ET TL
WELLS MASCOT CORKY ET TL
RICECREST MARTY ET TL
SHEN-VAL NV LM FORMATION ET TL
CESAR MASC.VALENTEIN ET G.M.*
WA-DEL CONVINCER ET TL CV
FATAL BL CV
HAVEP MARCONI TL CV
ROYCEDALE ACADEMY
DUNCAN BLACK ROMEO ET TL
OLIVEHOLME AEROLINE ET TL
AQUILA BLACKSTAR BENSON ET
ALL.NURE GOODTIME TL CV G.M.*
KERNDTWAY GOLDFINGER TL
ETAZON CELSIUS TL TV
GIBBON
LONDONDALE LMAN MAGNUM ET
KED JUROR ET TL
FONTANA LINGOTTO G.M.*
54
317
93
225
73
93
881
690
78
206
83
185
108
125
458
227
44
137
77
48
64
134
277
144
66
250
43
324
1419
130
N. Lattazioni
Evm Latte kg
Evm GRS kg
Evm PRT kg
Linear Score
Punti
74
380
117
309
73
132
1332
725
103
309
131
308
148
134
652
295
44
183
125
69
127
162
502
145
75
383
52
536
2083
140
10.762
11.315
11.442
11.317
11.005
10.613
11.613
11.496
10.805
11.337
10.992
10.926
11.647
11.300
11.847
11.687
11.701
10.754
10.758
10.062
11.130
10.796
10.064
11.505
11.310
11.323
11.384
11.580
10.801
10.983
374
404
386
383
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377
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393
400
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400
416
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367
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337
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346
332
367
371
358
378
358
339
353
2,74
2,63
3,03
2,71
2,62
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2,79
2,30
2,90
2,64
2,68
3,16
3,24
3,06
2,61
2,87
2,78
3,12
2,80
2,95
3,23
3,03
2,74
2,89
2,66
3,24
2,64
2,84
3,00
2,90
83,91
82,47
82,24
82,20
82,08
82,00
81,76
81,66
81,65
81,62
81,61
81,60
81,56
81,43
81,43
81,38
81,38
81,38
81,33
81,30
81,21
81,14
81,10
81,09
81,05
81,04
81,02
81,02
81,02
81,02
CLASSIFICA FENOTIPICA TORI PER EVM PROTEINE
TORO
RICECREST TESK TERRY TL
HA-HO CUBBY MANFRED ET TL TV
WA-DEL CONVINCER ET TL CV
CESAR MASC.VALENTEIN ET G.M.*
GIBBON
DELTA NOVALIS TL
WELLS CATALYST ET CV
EASTV.INFLUENCE MATTIE G TL TV
WELLS MASCOT CORKY ET TL
KERNDTWAY GOLDFINGER TL
SHEN-VAL NV LM FORMATION ET TL
STARTMORE RUDOLPH ET TL TV
MOROVILLE MASCOT BROCK TL
MAIZEFIELD BELLWOOD ET TL TV
BRABANT STAR PATRON ET TL TV
ALL.NURE GOODTIME TL CV G.M.*
ETAZON LORD LILY TL CV
HILL-A-WAY ASTAR GRANITE ET TL
SHOREMAR JAMES
CAROL PRE.MTOTO ET TV G.M.* TL
PARKER AERO WADE ET TL
MAUGHLIN STORM ET
LOCUST-HILL STAR BALANCE ET TL
CRISTELLA FON
JO-WAL CUBBY METRO ET TL
NORRIELAKE CLEITUS LUKE-TW TL
CAERNARVON JAY ET TL
EXRANCO SIKKEMA LEAD TL
ETAZON CELSIUS TL TV
SKALSUMER SUNNY BOY TL TV
LONDONDALE LMAN MAGNUM ET
SHOREMAR MASON ET TL TV
N. Figlie
N. Lattazioni
Evm Latte kg
Evm GRS kg
Evm PRT kg
Linear Score
Punti
55
279
44
227
43
86
193
256
108
66
458
881
82
498
509
144
206
320
73
690
225
317
139
108
262
424
97
154
250
142
324
273
67
339
44
295
52
101
291
307
148
75
652
1332
86
705
778
145
309
506
73
725
309
380
231
122
306
576
102
210
383
250
536
416
12.334
11.964
11.701
11.687
11.384
11.277
11.543
11.477
11.647
11.310
11.847
11.613
11.556
11.652
11.385
11.505
11.337
11.509
11.005
11.496
11.317
11.315
11.380
11.092
11.434
11.408
11.135
11.120
11.323
11.045
11.580
11.082
425
413
414
390
408
391
389
404
416
399
382
383
399
395
400
398
400
381
395
408
383
404
389
374
401
371
386
385
392
392
374
364
386
381
380
378
378
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375
374
373
371
370
369
367
367
367
367
366
365
365
363
362
361
361
360
360
359
358
358
358
358
358
358
2,92
3,30
2,78
2,87
2,64
2,59
3,21
3,03
3,24
2,66
2,61
2,79
2,79
2,73
3,04
2,89
2,64
3,05
2,62
2,30
2,71
2,63
2,78
2,77
2,89
2,94
3,05
2,87
3,24
3,30
2,84
3,80
80,58
80,55
81,38
81,38
81,02
80,34
80,34
80,85
81,56
81,05
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81,76
80,98
80,61
80,79
81,09
81,62
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82,47
80,83
79,41
80,67
81,01
79,99
80,59
81,04
80,04
81,02
80,93
Classifica fenotipica dei tori usati nella nostra provincia
Vi proponiamo le quattro classifiche fenotipiche (cioè di manifestazione concreta di un carattere) che riguardano il miglioramento sulla produzione di latte, di
proteine e di grasso e sulla morfologia. L’elaborazione di queste quattro liste è nata dalla volontà del Consiglio dell’APA nell’intenzione di dare ai soci allevatori di Frisona una lettura territoriale dei miglioramenti apportati dai vari tori usati in FA. Basandosi dunque sulle manifestazioni reali relative alle vacche
della nostra provincia, si è potuto tenere conto dell’immancabile interazione delle particolari caratteristiche territoriali con le provate doti genetiche certificate per i tori. Lasciamo ai singoli allevatori la libertà di aggiungere considerazioni in merito alle scelte di riproduttori maschi fatte per il proprio allevamento.
CLASSIFICA FENOTIPICA TORI PER EVM LATTE
RICECREST TESK TERRY TL
HA-HO CUBBY MANFRED ET TL TV
SHEN-VAL NV LM FORMATION ET TL
WA-DEL CONVINCER ET TL CV
CESAR MASC.VALENTEIN ET G.M.*
MAIZEFIELD BELLWOOD ET TL TV
WELLS MASCOT CORKY ET TL
STARTMORE RUDOLPH ET TL TV
LONDONDALE LMAN MAGNUM ET
MOROVILLE MASCOT BROCK TL
WELLS CATALYST ET CV
HILL-A-WAY ASTAR GRANITE ET TL
ALL.NURE GOODTIME TL CV G.M.*
CAROL PRE.MTOTO ET TV G.M.* TL
EASTV.INFLUENCE MATTIE G TL TV
ROBTHOM INTEGRITY ET TL
JO-WAL CUBBY METRO ET TL
NORRIELAKE CLEITUS LUKE-TW TL
VISTA-VIEW CLEITUS BERT ET TL
HIGHLGHT MR M.CINDER ET TL CV
BRABANT STAR PATRON ET TL TV
GIBBON
LOCUST-HILL STAR BALANCE ET TL
ETAZON LORD LILY TL CV
ETAZON CELSIUS TL TV
PARKER AERO WADE ET TL
MAUGHLIN STORM ET
KERNDTWAY GOLDFINGER TL
RICECREST MARTY ET TL
DELTA NOVALIS TL
N. Figlie
N. Lattazioni
Evm Latte kg
Evm GRS kg
Evm PRT kg
Linear Score
Punti
55
279
458
44
227
498
108
881
324
82
193
320
144
690
256
93
262
424
100
52
509
43
139
206
250
225
317
66
125
86
67
339
652
44
295
705
148
1332
536
86
291
506
145
725
307
117
306
576
180
57
778
52
231
309
383
309
380
75
134
101
12.334
11.964
11.847
11.701
11.687
11.652
11.647
11.613
11.580
11.556
11.543
11.509
11.505
11.496
11.477
11.442
11.434
11.408
11.407
11.402
11.385
11.384
11.380
11.337
11.323
11.317
11.315
11.310
11.300
11.277
425
413
382
414
390
395
416
383
374
399
389
381
398
408
404
386
401
371
379
391
400
408
389
400
392
383
404
399
389
391
386
381
370
380
378
367
373
369
358
367
375
365
367
363
374
356
360
359
346
356
367
378
361
366
358
362
361
371
357
376
2,92
3,30
2,61
2,78
2,87
2,73
3,24
2,79
2,84
2,79
3,21
3,05
2,89
2,30
3,03
3,03
2,89
2,94
3,19
3,18
3,04
2,64
2,78
2,64
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2,71
2,63
2,66
3,06
2,59
80,58
80,55
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81,38
81,38
80,61
81,56
81,76
81,02
80,98
80,34
80,42
81,09
81,66
80,85
82,24
80,67
81,01
80,37
80,98
80,79
81,02
80,83
81,62
81,04
82,20
82,47
81,05
81,43
80,34
Evm Latte kg
Evm GRS kg
Evm PRT kg
Linear Score
Punti
10.805
12.334
11.647
11.701
11.964
11.496
11.384
10.469
11.315
11.477
10.992
11.434
11.337
10.926
11.385
11.310
11.556
10.053
11.505
11.005
11.652
10.758
10.805
10.849
11.045
10.817
11.323
11.133
11.402
10.319
11.277
426
425
416
414
413
408
408
404
404
404
401
401
400
400
400
399
399
398
398
395
395
394
393
393
392
392
392
392
391
391
391
355
386
373
380
381
363
378
341
361
374
347
360
366
339
367
371
367
338
367
365
367
340
341
344
358
347
358
353
356
332
376
2,74
2,92
3,24
2,78
3,30
2,30
2,64
2,99
2,63
3,03
2,68
2,89
2,64
3,16
3,04
2,66
2,79
2,34
2,89
2,62
2,73
3,10
2,90
2,54
3,30
3,44
3,24
2,62
3,18
2,76
2,59
80,59
80,58
81,56
81,38
80,55
81,66
81,02
80,12
82,47
80,85
81,61
80,67
81,62
81,60
80,79
81,05
80,98
80,54
81,09
82,08
80,61
79,21
81,65
80,62
80,04
79,93
81,04
80,39
80,98
80,17
80,34
CLASSIFICA FENOTIPICA TORI PER EVM GRASSO
TORO
OLMO PRELUDE TUGOLO MF G.M. *
RICECREST TESK TERRY TL
WELLS MASCOT CORKY ET TL
WA-DEL CONVINCER ET TL CV
HA-HO CUBBY MANFRED ET TL TV
CAROL PRE.MTOTO ET TV G.M.* TL
GIBBON
GRANDUC ROCKY RED TL
MAUGHLIN STORM ET
EASTV.INFLUENCE MATTIE G TL TV
FREAELAND LEADOFF ET TL
JO-WAL CUBBY METRO ET TL
ETAZON LORD LILY TL CV
RICH-RO MARK SAM ET TL
BRABANT STAR PATRON ET TL TV
KERNDTWAY GOLDFINGER TL
MOROVILLE MASCOT BROCK TL
ALPAG TOP FLIGHT
ALL.NURE GOODTIME TL CV G.M.*
SHOREMAR JAMES
MAIZEFIELD BELLWOOD ET TL TV
RONCONI RUUD ET
DREAM-ON HEROD ET TL TV
WINDCREST LEADMAN JUDGE ET TL
SKALSUMER SUNNY BOY TL TV
ETAZON LABELLE BL CV
ETAZON CELSIUS TL TV
MIKLIN GALAXY ET TL
HIGHLGHT MR M.CINDER ET TL CV
A RONNYBROOK PRELUDE ET TL
DELTA NOVALIS TL
N. Figlie
543
55
108
44
279
690
43
50
317
256
83
262
206
185
509
66
82
73
144
73
498
287
78
363
142
72
250
84
52
377
86
N. Lattazioni
562
67
148
44
339
725
52
76
380
307
131
306
309
308
778
75
86
87
145
73
705
455
103
498
250
137
383
90
57
441
101
7
n. 2 LUGLIO 2003
TORO
Gestione e salute
Bluetongue: malattia delle
pecore che insidia anche
l’allevamento bovino
__
n. 2 LUGLIO 2003
8
La Decisione della Commissione
(dell’Unione Europea) del 27
marzo 2003, denominata con la sigla
2003/218/CE, pone delle restrizioni ai
movimenti di animali vivi delle specie
sensibili alla febbre catarrale degli ovini
e del relativo materiale riproduttivo
(art.2) e dà delle indicazioni sulle mo-
La Redazione
dalità di scambio (art.3), di movimento
interno (art.4), di movimentazione finalizzata alla macellazione (art.5) e di
transito nella Comunità (art.6). L’esistenza della bluetongue in alcuni Paesi
dell’Europa ed anche in alcune Regioni
del nostro Paese ci obbliga a prendere
delle informazioni in merito a questa
__
malattia che minaccia la specie ovina
ma anche quella caprina e quella bovina. Conoscere una malattia significa
partecipare coscientemente al rispetto
delle regole che cercano il suo contenimento e il suo contrasto, al fine di ridurne i danni economici.
Bluetongue
Descrizione. La bluetongue è una
malattia che si osserva soltanto da
metà estate a metà autunno quando
vive l’insetto che fa da vettore al virus,
soprattutto in stagioni umide e scompare improvvisamente col sopraggiungere
dei primi freddi. Il danno maggiore si riscontra negli agnelli all’ingrasso, anche
se le pecore adulte non sfuggono all’infezione. Si presenta con febbre di breve
durata, anche fino a 40°C (febbre catarrale), depressione, inappetenza e quindi
rapida perdita di peso. Molti animali presentano edema delle labbra, della lingua, del retro bocca e la mucosa orale
appare talvolta arrossata e cianotica (da
qui il nome di lingua blu dato alla malattia). In seguito compaiono erosioni a livello orale e spesso è presente scolo
nasale denso e tenace che si essicca intorno alle narici. Ci può essere diarrea
negli agnelli e aborto nelle femmine gravide. Infine, sintomo caratteristico è costituito da rigidità motoria o da zoppia.
La mortalità è estremamente variabile
e, se gli animali superano la fase acuta,
impiegano in genere mesi per recuperare le normali condizioni. Quest’ultimo
aspetto dipende molto dalla virulenza
dell’agente e dalla recettività dell’animale. I giovani agnelli sono tutelati dal
colostro delle madri vaccinate; le pecore anziane manifestano sintomi modesti
cioè una breve fase febbrile.
portanti gli insetti vettori cioè i Culicoides che sono come piccole zanzare.
Diagnosi. La diagnosi si fa solitamente sulla sintomatologia clinica, però
una differenziazione si impone nei riguardi dell’afta in particolare. Esami
sierologici di laboratorio servono per
delle conferme.
Profilassi. Il virus è piuttosto resistente ed il metodo più efficace di profilassi è senza dubbio la vaccinazione,
anche se va fatta con le dovute cautele
sulle femmine ad inizio gravidanza. La
profilassi si svolge con il controllo dei
vettori (Culicoides) ed il controllo degli
spostamenti degli animali al di fuori delle regioni infestate (vedi Allegato II della Decisione della Commissione del 27
marzo 2003).
9
n. 2 LUGLIO 2003
Nel bovino la malattia può presentarsi con le stesse caratteristiche (in alcune situazioni è stata confusa con l’afta epizootica: in Africa è successo più
volte). Hanno particolare peso gli aborti, le deformità congenite e, nel toro, le
alterazioni genitali che possono qualificarlo come portatore in quanto il virus
potrebbe essere rinvenuto nel suo
seme. Precisiamo che il ruolo del seme
bovino nella trasmissione della malattia
è stato argomento dibattuto per lungo
tempo e sembra che possa trasmettere
l’infezione solo se prelevato in animali
in fase viremica. A proposito di quest’ultima, bisogna dire che il bovino,
dopo essere stato infettato dal Culicoides, presenta una fase viremica molto
lunga, anche fino a 100 giorni post-infezione, mediamente 50-60 giorni, ed è
pertanto in grado di trasmettere il virus
agli insetti per lunghi periodi, fino a garantire il superamento dei periodi di
freddo invernali. L’esistenza del ciclo virale bovino-Culicoides diviene manifesto solitamente quando le pecore entrano nel ciclo epidemico.
Trasmissione. La bluetongue non si
trasmette per contatto diretto. Sotto il
profilo epidemiologico sono molto im-
Gestione e salute
LE PARASSITOSI BOVINE:
IPODERMOSI BOVINA
n. 2 LUGLIO 2003
10
È il titolo di una scheda tecnica prodotta
da ARAL, S.A.T.A. e Regione Lombardia
per informare gli allevatori che hanno
bovini allevati al pascolo. Si tratta di una
patologia legata alla presenza, sotto la
cute del bovino, di larve di una mosca
che si chiama Hypoderma che, nelle due
specie H. bovis e H. lineatum, provoca grande fastidio agli animali che ne
sono aggrediti. Le conseguenze sono
danni economici e scadimento dello stato sanitario. Per approfondire l’argomento si può chiedere la scheda tecnica specifica
presso gli uffici APA, ARAL e
della Regione
Lombardia.
Non sottovalutate la
presenza di Zearalenone
nella razione
__
Fabio Ferri
Quante sono le cause di aborto
che conoscete? Sono tante. Fra
queste vi sono molti agenti patogeni: virus, batteri, funghi, protozoi. Quando
nella vostra azienda la fecondità cala e
ci sono aborti, riassorbimenti e scoli vaginali, cercate di affrontare la situazione facendo fare analisi di feti e di placente, tamponi vaginali, esami del sangue ed ogni altro tipo di accertamento
che il vostro veterinario ritenga opportuno suggerirvi. Molte volte la causa vie-
__
ne individuata e si riesce a porre rimedio; altre volte non viene individuata tra
gli agenti patogeni e così si passa a cercare fra le cause alimentari. Negli alimenti è molto importante verificare la
presenza delle tossine e, fra queste,
quella che coinvolge l’animale nella sfera della fecondità è lo Zearalenone che
troviamo nel silomais. Questa tossina è
prodotta dal Fusarium graminearum e
dal Fusarium roseum. Essa ha sull’animale un effetto estrogenico e a livelli di
ingestione oltre i 250 ppb (microgrammi/kg) per ogni kg di sostanza secca
può causare degli aborti. Altri segni che
possono manifestarsi sono scoli vaginali, vaginiti, edemi della mammella,
eventuale diminuzione dell’appetito. Ma
che cosa fare quando ci si trova davanti a problemi del genere e nel silomais
c’è la presenza significativa di Zearalenone? Subito diminuire la quantità di silomais che viene somministrata agli animali sostituendola gradualmente con altri alimenti (fieno e concentrati); integrare la razione con la somministrazione di argille adsorbenti che sequestrino
la tossina ancora presente nel silomais.
Questo modo di intervenire ci permetterà di ristabilire una situazione normale nel giro di poche settimane.
Dunque, facciamo attenzione: se
dopo aver aperto la trincea notiamo che
il nostro bestiame inizia ad accusare
problemi alla sfera riproduttiva, fra le indagini che fareno non dimenticheremo
di far cercare lo Zearalenone nel silomais; potrebbe servire a non lasciare
aggravare ulteriormente la situazione.
Economia
Quanto costa
produrre il latte nella
nostra azienda?
Pietro Rizzi
__
Siamo a luglio e, come sapete, si sono appena conclusi gli esami di Stato per
molti studenti maturandi. Per quel che riguarda il nostro settore, i candidati periti agrari ed i candidati agrotecnici sono stati messi alla prova sulla Frisona (periti
agrari) e sul costo di produzione del latte (agrotecnici). Il Ministero dell’Educazione
ha scelto delle tematiche di attualità per i nostri giovani, a sottolineare l’importanza
del settore del latte nel nostro Paese ma anche la necessità di possedere conoscenze finalizzate alla buona gestione dell’attività agricola imperniata sull’allevamento della bovina da latte.
In questo articolo, come gli studenti sopracitati, possiamo provare a tracciare il
procedimento da seguire per calcolare quanto costa produrre il latte in un’azienda
che alleva animali lattiferi: potrebbe trattarsi di vacche, di bufale, di capre o quant’altro. Come dobbiamo fare, dunque? Concentriamo la nostra attenzione attorno alla
nostra mandria e consideriamo tutte le spese che essa comporta; dimentichiamo i
ricavi che corrispondono alla vendita del prodotto principale, cioè il latte, e teniamo
a mente i ricavi secondari cioè quelli derivati dalla vendita di animali in esubero (vitelli maschi, manze in eccesso, vacche di scarto: per una mandria che viene mantenuta costante nel suo numero di capi e nella sua composizione, corrisponde tecnicamente al cosiddetto Utile Lordo di Stalla, ULS).
Iniziamo dunque a considerare le voci di costo che, per praticità, numereremo in
modo progressivo suddividendole per grossi capitoli: a) capitale fondiario, b) capitale
agrario, c) mezzi impiegati, d) salari ed e) spese generali. Per dare un ordine di grandezza
ai dati usati negli esempi di calcolo, consideriamo una stalla con 60 vacche frisone.
A) CAPITALE FONDIARIO (praticamente: terreno, fabbricati)
1. Uso del suolo. Questa voce di costo non è così immediata da identificare. Possiamo motivarla secondo le seguenti due diverse modalità, cioè come:
1a) Mancato reddito agricolo: il fatto di praticare l’allevamento della nostra mandria
da latte, comporta l’occupazione, con le varie strutture, di una superficie di terreno
che altrimenti poteva essere coltivata e dare un reddito agricolo. Se seguiamo questa modalità si tratta di considerare il reddito proveniente dalla coltivazione più diffusa nella nostra zona, sottraendo dai ricavi le spese che essa comporta.
Esempio di calcolo di mancato reddito agricolo: identifico il mais da granella come la
coltura più comunemente coltivata. La produzione media della zona è di 120 q di granella per ettaro; in genere le spese di coltivazione del mais sono equivalenti al valore di 100 q di granella.
120 q x 13 euro/q = 1.560 euro . . . . . . . . ricavo da vendita del raccolto
100 q x 13 euro/q = 1.300 euro . . . . . . . . spese di coltivazione
1.560 – 1.300 = 260 euro . . . . . . . . . . . . reddito da vendita del raccolto, cui va
aggiunto il contributo PAC medio per ettaro di SAU che otteniamo per la nostra azienda e che per il nostro esempio potremmo considerare corrispondente a 300 euro
(all’incirca il 90% del contributo PAC cereali).
Mancato reddito agricolo = 260 + 300 = 560 euro/Ha di terreno occupato dalle strutture di allevamento.
13
n. 2 LUGLIO 2003
__
Oppure, come:
1b) Mancato beneficio fondiario (Bf): si basa sul principio che l’uso del suolo va remunerato! Possiamo pensare che al posto di usarlo in proprio potremmo affittarlo ad
un altro allevatore ottenendo un canone di affitto (C.a.) dal quale dovremmo togliere
le cosiddette “Spese di parte padronale” (S.p.p.), spese che un proprietario deve normalmente sostenere per il semplice fatto di possedere l’immobile e cioè i tributi e la
manutenzione.
Esempio di calcolo di mancato beneficio fondiario: considero il valore del terreno della nostra zona e lo moltiplico per il tasso di rendimento. Quest’ultimo va da 1,5% a
2% e, ipotizzando ora un valore del terreno pari a 2,8 euro/m2, per un ettaro occupato dalle strutture di allevamento possiamo ottenere il seguente risultato:
Mancato beneficio fondiario = 10.000 m2/Ha x 2,8 euro/m2 x 0,02 (2%) = 560 euro/Ha.
n. 2 LUGLIO 2003
14
2. Fabbricati. Questa voce di costo è più immediata da capire rispetto alla precedente. Le strutture di allevamento riguardano la stalla, le tettoie di stoccaggio del fieno e della paglia, la trincea per il silomais, le fosse per il liquame e la platea per il
letame: si considerano, insomma, tutti i fabbricati usati per l’allevamento della nostra mandria da latte. La loro esistenza dà luogo, ogni anno, a dei costi che chiamiamo “quote” e sono di tre tipi: la quota di ammortamento, la quota di manutenzione e la quota di assicurazione. Qual è il loro significato? La quota di ammortamento corrisponde alla somma di denaro che ogni anno, e per un certo numero di
anni, devo accantonare per ammortizzare la spesa di realizzazione dei vari fabbricati
del nostro allevamento. La quota di manutenzione corrisponde alla somma di denaro che ogni anno mediamente spendo per fare la manutenzione dei vari fabbricati del
nostro allevamento, giusto per mantenerli sempre efficienti. La quota di assicurazione corrisponde alla somma di denaro che ogni anno verso in premio alla compagnia assicurativa per tutelarmi dal rischio di perdere i vari fabbricati in un incendio.
La logica del conto economico vuole che, se non versiamo il premio alla compagnia
assicurativa, accantoniamo la corrispondente somma in modo da farci da soli il nostro fondo assicurativo dal quale potremo attingere nel caso avvenisse l’incendio.
Esempio di calcolo delle quote riguardanti i fabbricati.
Quota di ammortamento: si prende il costo di costruzione della stalla e lo si divide
per il numero di anni sul quale si vuole recuperare tale somma. Tale numero di anni
corrisponde alla durata tecnica del fabbricato in questione; per la stalla, per esempio, tale durata potrebbe andare dai 20 ai 30 anni a seconda che la struttura sia leggera (meno costosa) o pesante (più costosa). Questo tipo di calcolo potrei farlo per
ogni fabbricato dell’allevamento. Per semplificare l’esempio, ipotizziamo di possedere fabbricati per un valore globale di 240.000 euro e con una durata media di vita di
20 anni; la quota di ammortamento si otterrà con il calcolo seguente (metodo semplificato):
240.000 euro: 20 anni = 12.000 euro/anno
Quota di manutenzione: si considera qui il costo medio annuo di manutenzione dei
fabbricati.
Quota di assicurazione: si prende qui il costo del premio assicurativo effettivamente pagato.
Qualora queste due voci non fossero identificabili per vari motivi, si può ipotizzare il
loro ammontare calcolandolo come percentuale (mediamente lo 0,5%) sul valore dei
fabbricati:
240.000 euro x 0,005 (0,5%) = 1.200 euro
15
3. Macchine. Ne considero il valore a nuovo.
Attrezzatura fissa di stalla: mungitrice e frigorifero, raschiatori, spazzola per l’autograttamento, impianto di ventilazione e raffrescamento, ecc.
Esempio di calcolo: mungitrice e tank frigorifero 32.000 euro + raschiatoi 8.000 euro
+ spazzola 2.000 euro + impianto di ventilazione e raffrescamento 15.000 euro +
vari 2.000 euro = 59.000 euro
Macchine operatrici: trattrice (possiamo considerarne il 25% del valore in quanto viene utilizzata anche per altre operazioni al di fuori della stalla), carro foraggiero, desilatore, ecc.
Esempio di calcolo: trattrice 80 CV (40.000 euro x 25%) 10.000 euro + carro foraggiero 14.000 euro + desilatore 5.000 euro + vari 7.000 euro = 36.000 euro.
I due gruppi di macchine, nel nostro esempio, danno una cifra complessiva di 85.000
euro. Su questa somma noi abbiamo un costo dovuto alle quote che riguardano la
reintegrazione, la manutenzione e l’assicurazione che potremmo forfettizzare con il
12% del valore totale sopra calcolato: 85.000 euro x 0,12 (12%) = 10.200 euro.
Sulla metà (x 50%) della suddetta somma di 85.000 euro, abbiamo un altro costo
cioè l’interesse del 3% che avremmo potuto intascare se, anziché essere impegnata in macchine e attrezzi, l’avessimo investita altrimenti. Il fatto di considerare, per
questo calcolo, solo il 50% del valore a nuovo, è dovuto al già effettuato “recupero
medio” di tale somma tramite la quota di reintegrazione. Il calcolo risulta il seguente: 85.000 euro x 0,5 (50%) x 0,03 (3%) = 1.275 euro di interessi passivi.
4. Bestiame. Consideriamo le vacche, le manze, le manzette e le vitelle per il loro
valore medio di mercato.
Esempio di calcolo: supponiamo che la mandria del nostro esempio sia composta da
60 vacche, 20 manze, 12 manzette e 12 vitelle, otteniamo:
60 vacche x 1.200 euro/capo = 72.000 euro
20 manze x 900 euro/capo = 18.000 euro
12 manzette x 300 euro/capo = 3.600 euro
12 vitelle x 150 euro/capo = 1.800 euro
TOTALE valore della mandria = 95.400 euro
Anche sul valore del “capitale mandria” dobbiamo calcolare gli interessi del 3% e vale
lo stesso ragionamento che abbiamo fatto per le macchine, solo che qui il valore lo
consideriamo per intero, cioè 95.400 euro nel nostro esempio, dato che è il valore
medio e sempre attuale della nostra mandria. Per cui il calcolo risulta il seguente:
95.400 euro x 0,03 (3%) = 2.862 euro di interessi passivi.
La quota di rimonta è il numero di manze gravide che ogni anno prendono il posto, come primipare, delle vacche che escono dall’allevamento. Quasi tutti i nostri allevamenti da latte sono con rimonta interna cioè allevano il proprio giovane bestiame per la rimonta. Se andiamo a vedere la percentuale di presenza dei
giovani animali troviamo frequentemente che si aggira sul 50% degli animali pre-
n. 2 LUGLIO 2003
B) CAPITALE AGRARIO (praticamente: macchine e attrezzi, bestiame)
C) MEZZI IMPIEGATI (prodotti e servizi che si acquistano ma anche
quelli provenienti direttamente dall’azienda ma che dobbiamo valutare
al prezzo di mercato)
5. Alimentazione. In questa voce dobbiamo considerare tutte le spese per foraggi,
mangimi ed integratori riguardanti la totalità della mandria, adulti e giovani. Tutto ciò
che viene acquistato è facile da quantificare; qualche difficoltà nasce nel dare un valore agli alimenti prodotti in azienda. Si tratta di valutarli al valore di mercato medio
dell’anno: per esempio il silomais a 4 euro al quintale, il fieno di medica a 14 euro
al quintale, ecc..
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo un totale di 85.000 euro.
6. Paglia. La paglia può dare luogo ad una compensazione tra i due settori dell’azienda: i campi e la stalla. La stalla riceve la paglia dai campi ed in cambio gli cede
il letame. Questo scambio è equo anche se la paglia viene acquistata.
7. Medicinali e veterinario. Basta mettere insieme tutte le spese affrontate per i
medicinali ed il veterinario.
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo un totale di 2.000 euro.
8. Maniscalco. Questa voce di spesa esiste solo se commissioniamo la cura dei
piedi dei nostri animali ad un maniscalco esterno. Non dimentichiamo l’importanza
della corretta manutenzione dei piedi delle nostre vacche.
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo un totale di 600 euro.
9. Controlli funzionali e/o S.A.T.A.. Qui si mette la spesa relativa a questa voce,
[nella certezza che questi servizi siano adeguatamente sfruttati dalla vostra azienda!
Oltre a dati concreti ottenibili sulla carta, esiste tutta una serie di considerazioni che
i vari tecnici coinvolti nella vostra azienda possono parteciparvi per aiutarvi ad individuare linee di condotta utili a migliorare la gestione della vostra azienda].
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo a 1.300 euro come massimo di spesa e con tutti i servizi.
10. Fecondazione artificiale. Si tratta qui di sommare le spese sostenute per un
anno di fecondazioni. (Qualora in azienda venisse usato anche il toro, si può valutarne il costo annuo di mantenimento, tenendo conto che dopo due anni di carriera
ne recupero il valore carne.)
Per il nostro esempio di calcolo consideriamo una media di 2,5 fecondazioni per capo
x 60 vacche x 5 euro/fecondazione = 750 euro.
17
n. 2 LUGLIO 2003
senti: un allevamento con 60 vacche presenta in totale 120 capi, un altro con
260 vacche totalizza 510 capi in tutto e così via. Perché questa presenza elevata del giovane bestiame che pure comporta lavoro e occupazione di spazi? La
buona gestione della mandria dovrebbe portare a una riduzione della quota di
rimonta permettendo all’allevatore la vendita di un buon numero di giovani animali: può scegliere di tenerne un numero limitato a poco più della quota di rimonta, vendendo alcune vitelle oltre ai vitelli maschi scolostrati, oppure allevare tutte le vitelle e vendere delle manze dopo aver scelto quelle da trattenere
come quota di rimonta. Ma quanto è la quota di rimonta nella nostra stalla? Una
volta, quando gli animali erano poco produttivi e più longevi, la quota di rimonta si aggirava tra il 15 ed il 20%, ciò che vuol dire da 5 a 7 parti e conseguenti lattazioni per vacca. Oggi, si arriva frequentemente sopra il 40%, con il rischio
che in qualche allevamento le femmine che nascono non bastino per assicurare, l’anno dopo, la quota di rimonta. Quali sono le ragioni per cui la quota di rimonta è così elevata? Per qualche allevatore è soltanto un fatto di eccezione
che si concentra i due o tre anni intanto che sostituisce tutta la vecchia mandria per approfittare del notevole vantaggio genetico ottenuto nelle figlie a scapito delle madri che vengono pertanto eliminate. Per qualcun altro è la conseguenza dell’elevato numero di vacche che vengono scartate: problemi di mastite, di piedi, di mancata gravidanza, problemi conseguenti al parto, ecc.. Un’altra questione che si pone è quella che riguarda la maniera di allevare i giovani
animali che devono garantire la quota di rimonta: l’allevamento della manza da
latte ha le sue esigenze, come da anni ci suggeriscono vari ricercatori e fra questi possiamo annoverare quelli di casa nostra e cioè dell’Istituto Sperimentale
per la Zootecnia di Porcellasco.
11. Assicurazione bestiame. Si tratta di considerare il premio pagato alla compagnia
assicurativa per tutelarsi dalle perdite dovute a malattie infettive che comportano
l’abbattimento della mandria.
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo con un totale di 300 euro.
12. Energia elettrica, acqua potabile, carburante. Qui si sommano le somme delle
bollette pagate e le spese per carburanti e lubrificanti.
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo con un totale di 3.000 euro.
D) SALARI (sono la retribuzione dei lavoratori manuali)
n. 2 LUGLIO 2003
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13. Salari. Chi ha dei dipendenti che lavorano nel “settore stalla” può facilmente individuare il loro compenso dal libro-paghe. Il problema di individuare l’ammontare di
questa voce di costo nasce quando è il proprietario che lavora nella propria stalla ed
eventualmente con lui dei famigliari: si tratta di calcolare il giusto compenso lordo da
attribuire per un anno, mantenendosi su tariffe orarie mediamente percepite da lavoratori che coprono le stesse mansioni.
Nel nostro caso, per fare un esempio di calcolo, procediamo in un modo diverso: consideriamo che tecnicamente per ogni capo adulto allevato, in una stalla con rimonta
interna, servono mediamente 65 ore di lavoro all’anno. Se ipotizziamo un costo orario del lavoro pari a 13 euro/ora, il calcolo sarà: 60 vacche x 65 ore/vacca.anno x
12 euro/ora = 46.800 euro
E) SPESE GENERALI (tributi, stipendi, interessi sul capitale di anticipazione)
14. Tributi. Mettete insieme imposte, tasse ed eventuali contributi consor tili. Siccome il totale dei tributi che paghiamo in azienda devono in par te incidere sull’attività
produttiva dei campi, considerati un settore produttivo diverso dalla stalla, possiamo
considerarne una percentuale proporzionale ai ricavi dell’allevamento. Per evitare di
fare complicate proporzioni potremmo adottare, vista l’importanza dell’attività di stalla rispetto a quella dei campi, le percentuali di 75% a carico della prima e di 25% a
carico della seconda.
Per il nostro esempio di calcolo forfettizziamo un totale tributi pari a 3.000 euro; i tributi a carico della stalla diventano 3.000 euro x 0,75 (75%) = 2.250 euro.
15. Stipendi. Sono il compenso alle prestazioni di tipo intellettuale. Questa voce non
è identificabile in modo chiaro in molte aziende, a meno che ci sia qualcuno che si
occupa delle mansioni di direzione, sorveglianza e amministrazione. Se nella nostra
stalla i compensi alle persone che coprono tali mansioni sono facilmente individuabili, tanto meglio! In caso contrario, si deve stimare la voce stipendi calcolandola con
una percentuale sul ricavato: per esempio, il 2% del valore del latte venduto. Nell’esempio della nostra azienda di 60 vacche, con una produzione media di 9.000 kg ciascuna ed il latte venduto a 0,35 euro al kg, abbiamo: 60 vacche x 9.000 kg/vacca x
0,35 euro/kg x 0,02 (2%) = 3.780 euro. In questa voce possiamo registrare metà
della spesa sostenuta presso la nostra associazione sindacale di categoria, che presta molti servizi da lavoro intellettuale (l’altra metà la imputiamo ai campi).
Totale Lordo dei Costi. Si fa la somma dei costi finora elencati.
Per il nostro esempio di calcolo: 560 + 12.000 + 1.200 + 10.200 + 1.275 + 2.862
+ 85.000 + 2.000 + 600 + 1.300 + 750 + 300 + 3.000 + 46.800 + 2.250 + 3.780
+ 727 = 174.604 euro
RICAVI SECONDARI
Sono una conseguenza dell’allevamento della mandria da latte. Ogni anno vengono
scartate delle vacche per vari motivi, venduti i vitelli maschi e le manze in eccesso;
è sufficiente che facciate il totale delle somme ricavate dalla vendita di tutti questi
animali per ottenere la voce “ricavi secondari”.
Per il nostro esempio di calcolo: 15 vacche di scarto x 400 euro/cad. + 4 manze da
vita x 1.300 euro/cad. + 28 vitelli scolostrati x 100 euro/cad. = 6.000 + 5.200 +
2.800 = 14.000 euro
Qualche allevatore tende a valorizzare i ricavi secondari con opportune scelte gestionali che riguardano la razionalizzazione dell’allevamento della rimonta, la scelta di una razza bovina apprezzata anche per la carne come la Pezzata Rossa. Per
capire meglio quest’ultima scelta possiamo leggere l’articolo di Giovanni De Luca
comparso sull’Informatore Zootecnico n. 12 del 18 giugno u.s.: i dati dell’azienda
Cacciolatti di Saluzzo (CN) parlano chiaro in merito ai ricavi secondari e ad altro.
Totale Netto dei Costi. Dal “Totale Lordo dei Costi” si sottraggono i “Ricavi secondari”. Questo risultato è il dato che noi cerchiamo. Se vogliamo sapere il Costo Netto di produzione di un chilogrammo di latte, basta dividere il Costo Netto Totale per
il numero di kg di latte venduto.
Per il nostro esempio di calcolo: 174.604 – 14.000 = 160.604 euro
Supponendo che il latte consegnato corrisponda a 9.000 kg per vacca e che con le
60 vacche si produca la quota-latte di cui l’azienda dispone e cioè 5.400 quintali,
possiamo procedere al calcolo di quanto ci costa produrre 1 kg di latte.
Costo di 1 kg di latte = Costo Netto Totale / nº kg di latte venduto = 160.604:
540.000 = 0,297 cioè circa 0,30 euro al kg
Se il latte lo vendo a 0,35 euro al kg, ho un margine di 0,05 euro per ogni chilogrammo: si tratta di puro guadagno e, come imprenditore, ho interesse ad analizzare il processo produttivo per vedere dove ancora posso migliorarne l’efficienza, diminuendo il costo netto totale del latte prodotto.
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n. 2 LUGLIO 2003
16. Interessi sul capitale di anticipazione. L’esistenza di questa voce di costo è giustificata dal fatto che bisogna affrontare delle spese, quindi impegnare dei soldi, prima di arrivare al momento di intascare i primi ricavi. Il capitale di anticipazione è quella somma di denaro che viene anticipata per coprire le spese dalla voce 5 alla voce
14 e per 2 mesi, ipotizzando un pagamento del latte a 60 giorni. L’importo degli interessi sul capitale di anticipazione si può calcolare al 3% per cui il calcolo sarà secondo questo schema: (totale ammontare voci da 5 a 14) x 2/12 x 0,03 (3%) = risultato.
Per il nostro esempio di calcolo: (85.000 + 2.000 + 600 + 1.300 + 750 + 300 + 3.000
+ 46.500 + 2.250 + 3.780) x 2/12 x 0,03 = 145.480 x 2/12 x 0,03 = 727 euro
RIEPILOGO DEI COSTI DI PRODUZIONE DEL LATTE:
a) CAPITALE FONDIARIO
Terreno
Mancato reddito agricolo . . . . . . .
Fabbricati
Quota di ammortamento dei fabbricati
Quota di manutenzione e (vedi sotto) .
Quota di assicurazione dei fabbricati .
. . . . . . . . . . . . . .
560 euro
. . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . .
. . . . . . . . . . . . . .
12.000 euro
b) CAPITALE AGRARIO
Attrezzatura fissa di stalla e Macchine operatrici:
Quota di reintegrazione e (vedi sotto) . . . . . . .
Quota di manutenzione e (vedi sotto) . . . . . . .
Quota di assicurazione . . . . . . . . . . . . . .
Interessi passivi sul capitale immobilizzato . . . .
Bestiame:
Interessi passivi sul capitale immobilizzato . . . .
n. 2 LUGLIO 2003
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c) MEZZI IMPIEGATI
Alimentazione . . . . . . . . . . . . . . .
Paglia . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Medicinali e veterinario . . . . . . . . . .
Maniscalco . . . . . . . . . . . . . . . .
Controlli funzionali e/o S.A.T.A. . . . . . .
Fecondazione artificiale . . . . . . . . . .
Assicurazione bestiame . . . . . . . . . .
Energia elettrica, acqua potabile, carburante
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10.200 euro
1.275 euro
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2.862 euro
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1.200 euro
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85.000 euro
2.000
600
1.300
750
300
3.000
euro
euro
euro
euro
euro
euro
d) SALARI
Salari . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
46.800 euro
e) SPESE GENERALI
Tributi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Stipendi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Interessi sul capitale di anticipazione . . . . . . . . . . . . . .
2.250 euro
3.780 euro
727 euro
Totale Lordo dei Costi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .= 174.604 euro
RICAVI SECONDARI
Vacche di scarto, manze in eccesso e vitelli maschi . . . . . . . 14.000 euro
Totale Netto dei Costi . . . . . . . . . . . 174.304 – 14.000 = 160.604 euro
Latte consegnato e venduto = 5.400 quintali ovvero 540.000 kg
Costo di 1 kg di latte = 160.604: 540.000 = 0,297 cioè circa 0,30 euro al kg
Economia
n. 2 LUGLIO 2003
22
In occasione di una serie di
convegni tenuti dal dottor Greg
Bethard, ha suscitato grande interesse
e provocato discussioni coinvolgenti la
presentazione della teoria sui costi
marginali del latte. Già in occasione del
convegno S.A.T.A. di Padenghe sul Garda, il dott. Bethard aveva dimostrato
che l’acquisto di quote latte poteva essere ammortizzato in meno di tre anni:
fatto interessante per gli allevatori della
Lombardia, Regione in cui il costo dell’acquisto della quota latte ha raggiunto
livelli che spesso scoraggiano chi avrebbe interesse ad aumentare la propria
produzione. Capita spesso ai tecnici di
trovarsi in discussioni di questo tipo
con gli allevatori, non sapendo cosa
consigliare sull’argomento. La teoria di
Bethard, estesa anche per altre tematiche zootecniche, può venire in aiuto nel
prendere decisioni così importanti da
ipotecare il futuro dell’azienda.
Partendo dall’esempio dell’acquisto
delle quote latte, la teoria basata sul costo marginale del latte, cioè sul costo
dell’ultimo litro prodotto, si basa sull’effettivo ed esclusivo costo di produzione
di un litro in più di latte rispetto all’attuale produzione dell’azienda. In effetti,
per produrre questo latte aggiuntivo, aumentano soltanto i costi variabili, in particolare quelli legati all’alimentazione,
mentre quelli fissi restano inalterati.
Facciamo l’esempio pratico riportato
dallo stesso Bethard: un’azienda che
produce una media di 29 kg di latte per
vacca, per passare a 30 dovrà soltanto
aggiungere alla razione della sua mandria circa 0,4 kg di SS in più. La manodopera, l’ammortamento delle strutture
e delle attrezzature di stalla e tutti gli altri costi resteranno invariati. Pertanto,
l’unico costo aggiuntivo sarà quello do-
Ragionare sul costo
marginale per giudicare la
convenienza economica ad
acquistare la quota latte
__
Domenico Barile
vuto agli 0,4 kg di SS di razione in più.
Ipotizziamo un costo medio di questa
Sostanza Secca di razione pari a 0,08
euro: questa è la spesa marginale per
ottenere 1 kg di latte in più. Ricavando
0,35 euro per kg di latte, il guadagno
netto marginale risulterà di 0,27 euro
per capo al giorno.
Supponendo di acquistare 1 kg di
quota latte ad un costo di 0,77 euro, vediamo che il suo acquisto potrà essere
ammortizzato in 2 anni e 10 mesi. (Qualcuno potrebbe considerare che questo
calcolo è stato proposto per un aumento irrisorio di latte; sta ad ognuno valutare di quanto i propri animali possono
ancora aumentare la propria produzione
giornaliera. Anzi, a volte ci sarà capitato
anche di cercare l’effetto contrario e
cioè di volere la riduzione della produzione per non sforare la quota di cui siamo titolari e non cadere nel regime del
prelievo! (Nota della redazione)
Lo stesso metodo viene applicato
dagli americani in moltissime situazioni
riguardanti le aziende, per esempio per
__
calcolare in quanto tempo si ammortizza un’eventuale miglioria che si vuole
apportare alla stalla. Facciamo l’esempio di un allevatore che vuole trasformare la lettiera permanente in cuccette.
Una cuccetta viene a costare per ipotesi 1.100 euro per capo. Già Bethard
consiglia di sovraffollare di un 10% i
capi in stalla perché non si devono
vedere cuccette vuote (turnazione), in
questo modo i 1.100 euro scendono a
1.000 euro per capo. Ipotizzando per
questo lavoro un prestito bancario ammortizzabile in 10 anni ad un tasso del
6%. Ogni anno vanno resi alla banca
1.000 x 0,135868 = 136 euro circa. La
cifra annua di 136 euro, divisa per i 365
giorni dell’anno risulterà 0,372 euro al
giorno, per capo s’intende. Tenendo
buono che il latte sia pagato 0,35 euro
al kg, otterremo che per pagare tale
spesa, durante questi 10 anni, bisognerà produrre in più 0,372 euro al giorno: 0,27 euro di guadagno marginale =
1,38 Kg di latte per capo al giorno...
quota permettendo!
Tecnica
Le “serre” in azienda
__
n. 2 LUGLIO 2003
24
Domenico Barile
Spesso capita di vedere aziende in cui non c’è posto per stoccare i balloni di fieno al coperto e pertanto vengono ammassati in pile precarie coperte alla meno peggio dal
vecchio telo, recuperato dalla trincea,
più o meno fissato da corde.
Inevitabilmente al primo temporale
con vento il telo parte, lasciando il fieno alle intemperie, con la conseguenza di inevitabili perdite qualitative del
foraggio dovute all’instaurarsi di muffe e funghi.
Queste cataste, oltretutto, sono
un’ottima “palestra” per i gatti dove
apprendono le più raffinate tecniche
di “free-climbing”, e lasciando i buchi
delle unghie creano ulteriori danni per
infiltrazioni di umidità.
Un ballone di buon fieno è destinato ad una pessima fine!
Oltretutto gli interventi d’urgenza,
in situazioni di temporale improvviso,
possono essere anche causa di incidenti, come purtroppo e già accaduto.
È valida la soluzione delle coperture rurali dette anche “serre” perché
nate da strutture in origine create per
questo scopo.
Il grande vantaggio di queste strutture consiste nel fatto che essendo
__
strutture “mobili” in teoria non hanno
bisogno di pratiche edilizie per l’installazione, anche se è bene rivolgersi in comune e chiedere comunque
eventuali concessioni o permessi edilizi se prescritti.
Eccellente il rapporto qualità prezzo data anche la grande utilità e praticità della struttura. A titolo indicativo
una struttura di 10,30 m. x 15 m. con
altezza al colmo di 5,80 m. con uno
sviluppo di superficie di 154.5 mq.,
sufficiente a stoccare comodamente
180/190 balloni, ha un costo che varia da 11 a 30 euro + iva al mq. in
base al tipo di telo. Facendo due conti si capisce che la soluzione più economica si ripaga semplicemente salvando una trentina di balloni dal deterioramento.
Le strutture sono tutte zincate per
offrire durata nel tempo.
L’ancoraggio al terreno cambia a
seconda della super ficie di appoggio:
può andare dal semplice interramento degli archi e del telo in polietilene
per 50 cm., in modo da evitare l’ingresso d’aria, ad ancoraggio su piccoli plinti o, se su super fici in cemento preesistenti, mediante fissaggio
con tasselli.
La soluzione utilizzata nell’azienda di Riva Giuseppe Claudio, Cascina Rancata di Rivolta d’Adda, a sinistra, e nell’azienda Caleffi di Spineda, a destra.
Per quanto riguarda i teli si va dal
più economico polietilene bianco/nero
(per intenderci quello delle trincee), che
comunque offre un’ottima resistenza,
al più costoso telo “da camion” che costa 10,50 euro al mq. Ottimo anche il
pvc di media qualità da 7 euro al mq.
Va benissimo iniziare con il polietilene bianco e nero, per non spendere
troppo e che, eventualmente, potrà essere sostituito con teli più pesanti in
un secondo momento. Ricordiamoci
che un buon foraggio sano è alla base
di un buon andamento della stalla.
n. 2 LUGLIO 2003
25
Conosciamo tutti il fastidio che
può derivare dalla presenza dei
piccioni torraioli: sporcano, creano disordine, portano malattie e fanno danni
ai coltivi. Qui di seguito riportiamo qualche notizia utile che abbiamo ricavato
dalle schede della guida pratica che la
Provincia di Cremona - Servizio Faunistico sta diffondendo in tutto il nostro
territorio per controllare la presenza invasiva di questa specie.
Piano di gestione del piccione torraiolo
26
Se la massiccia presenza di
piccioni diventa un problema
tuteliamo gli alleati naturali
n. 2 LUGLIO 2003
Gestione e salute
I coltivi appena seminati diventano
luoghi di concentrazione per i piccioni
delle zone limitrofe. Fra le tecniche utili ad allontanarli una in par ticolare dimostra una buona efficacia. La sagoma di un falco che emette il richiamo
di caccia può tenerli lontani anche per
2 mesi. Anche altre tecniche, divenute
ormai comuni, possono dare qualche
beneficio. Cannoncini detonanti, interventi con armi da fuoco, petardi, o altro ancora spaventano i piccioni solo le
prime volte. Il loro uso prevede infatti
l’avvicinamento di un uomo ed è proprio lui il segnale che indica al piccione il momento della fuga, e, subito
dopo che se ne è andato, quello del ritorno.
Cosa fare per tenere lontano questo
animale dalle nostre aziende agricole?
__
La Redazione
__
Alberi isolati a chioma ampia, filari e
boschetti sono ottimi siti per Poiane e
Falchi, ottimi predatori dei piccioni. Molti di questi uccelli rapaci usano posatoi
dai quali individuano le prede.
Piccoli spazi naturali, sulle tare o
anche lungo i confini di proprietà, a
fianco di carraie o in aree inutilizzate
compresi i parchi, i giardini isolati e le
aree verdi concorrono a mantenerne la
presenza.
e trasformare le corsie di alimentazione, in luoghi ove il piccione si sente
meno sicuro.
I luoghi di ricovero degli animali,
quelli dedicati alla conservazione degli
alimenti, ma anche l’abitazione o l’intero cascinale, presentano spesso ottimi
siti per la nidificazione o il semplice riposo dei piccioni.
Isolare almeno i punti principali è
una buona regola per garantire la sicurezza di animali e persone.
In figura un esempio.
Nelle aziende agricole
Conservare gli alimenti (granella,
sfarinati, ecc.) in luoghi inaccessibili per
i colombi, possibilmente in silos chiusi.
Lasciandoli accessibili non solo si perde il prodotto mangiato dai piccioni ma
si può incorrere in gravi forme di inquinamento, causa di malattie per il bestiame. Per i bovini ad esempio, i maggiori rischi sono dovuti alle feci dei piccioni mischiate, anche in piccola quantità, al mangime.
Evitate situazioni come quella nella
figura sottostante.
Se poi esiste la possibilità che periodicamente un cane faccia la sua comparsa, per i piccioni sara davvero difficile frequentare la corsia.
27
Il piccione torraiolo, per alcuni solo
un grazioso volatile, può diventare uno
dei peggiori nemici per gli allevatori, gli
agricoltori e le loro famiglie. Non solo
Altro momento molto delicato è la
somministrazione dell’alimento al bestiame. Oltre all’inquinamento altri aspetti
tecnici ne fanno un problema reale.
Il mangime allontanato, sporcato,
perso. Gli escrementi e le penne di piccione ovunque. Il controllo degli operatori per allontanare gli uccelli. Tutti motivi di stress per chi lavora.
Con un po’ di pazienza e piccoli investimenti è possibile trovare soluzioni
n. 2 LUGLIO 2003
Se non è più che necessario, dobbiamo evitare:
1. Capitozzare gli alberi di alto fusto.
2. Tagliare la vegetazione naturale.
3. Eliminare siepi, filari, macchie, ecc.
4. Eliminare possibili posatoi presenti.
Dobbiamo cercare l’aiuto degli alleati naturali!
può essere veicolo di malattie per il bestiame e per l’uomo, ma con le feci, le
penne perse, o con la stessa carcassa,
provoca forme di inquinamento dei mangimi e dei luoghi, che possono causare
la chiusura dell’Azienda per motivi di carattere igienico sanitario.
Ricordiamo che anche i pollai
possono avere gli stessi
problemi di allevamento.
n. 2 LUGLIO 2003
28
Alcune delle principali patologie trasmesse dai piccioni sono:
– Salmonellosi, a bovini, equini, e all’uomo, per contatto diretto o infettando gli alimenti.
– Clamidiosi, all’uomo specie ai bambini
respirando polvere inquinata dalle feci.
– Toxoplasmosi, all’uomo e al bestiame
per contatto con le feci o mangiando
carne infetta non ben cotta.
– Listeriosi, ai bambini per contatto diretto con il colombo malato o con le
sue feci.
Allevamenti e Aziende agricole in genere sono spesso, per i piccioni, punti
di attrazione irresistibili.
Abbondanza di cibo, di cavità per la
nidificazione e di anfratti per il riposo
uniti alla mancanza di disturbo, sono i
motivi della loro presenza massiccia.
La cattura e la soppressione di piccioni in queste realtà sono azioni che
danno benefici molto limitati nel tempo.
Nuovi nati e gruppi provenienti da altre
zone si uniscono ai superstiti e in poche
settimane ricompongono il numero iniziale.
Tre i segreti per ridurre
drasticamente il loro numero:
1. togliere loro il cibo;
2. impedire loro l’accesso ai luoghi di
nidificazione;
3. impedire loro l’accesso agli spazi
dove vanno a riposare.
Dove la vita per il piccione è
difficile anche gli interventi di
cattura hanno maggior
successo ed efficacia.
Soldi spesi
sparmiati sui:
1. costi per la
2. costi per la
3. costi per la
4. costi per la
sulla sicurezza sono riperdita di alimento;
pulizia dei luoghi;
disinfezione;
cura del personale.
Servizio e Gestione Informatizzata
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mondo allevatoriale, riporta tutti i focolai di malattie infettive di tutte le specie allevate es.: BSE, Influenza Aviaria,
Malattia Vescicolare del Suino, Afta Epizootica ecc. Dal sito
è possibile consultare anche la rivista pubblicata “L’Osservatorio”. Notevoli sono anche gli approfondimenti su ogni
malattia infettiva trattata.
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INFORMAZIONI UTILI
Home Page APA di Cremona:
www.apa.cr.it
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Indirizzi di Posta Elettronica:
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29
Tecnica
n. 2 LUGLIO 2003
30
Tra i tanti argomenti considerati
nella riforma della PAC vi è il cosiddetto “piano proteine”, dibattuto per
diversi mesi sui tavoli di Bruxelles alla
ricerca di una soluzione appropriata. Il
mondo dell’agricoltura italiana ha bisogno di nuove regole di riferimento per
gestire le fonti proteiche dei mangimi
per i nostri animali d’allevamento. Finora la maggior fonte proteica è stata la
soia che però non è più incentivata con
conseguente calo della sua coltivazione. A questo cambiamento nella politica di incentivazione si è aggiunta l’emergenza BSE che ha imposto il ricorso
alle farine proteiche vegetali. Una stima
UE ha stabilito che, in merito a queste
ultime, siamo autosufficienti per il solo
34 % ciò che significa una chiara dipendenza dall’oltreoceano dove, peraltro,
sono utilizzati molti OGM (organismi geneticamente modificati). Questa situazione porta subito a delle considerazioni. Il nostro sistema produttivo di ali-
Pisello proteico, favino
e lupino in alternativa
alla soia d’importazione
__
Pietro Rizzi
menti sta andando verso il controllo della qualità tramite la tracciabilità o con
l’adozione di sistemi più restrittivi come
quello della produzione biologica e ciò
spinge naturalmente verso l’autoapprovvigionamento di materie prime.
Pensiamo ai prodotti DOP che vietano
l’utilizzo di materie prime d’importazione o al settore del biologico che impo-
__
ne la provenienza di almeno il 35 % della razione degli animali dall’azienda
stessa o dal comprensorio. Dunque, diventa un’esigenza produrre piante proteaginose. Il fatto poi che queste siano
leguminose ci permette di apprezzare il
vantaggio agronomico ed ambientale; la
riscoperta delle leguminose ci porta di
nuovo verso un’agricoltura sostenibile
ed ecocompatibile come era all’origine,
migliorano la fertilità dei suoli, si ha risparmio dell’azoto altrimenti fornito al
terreno con i concimi chimici sintetizzati industrialmente.
Tanti dunque i motivi per cui la PAC
deve mantenere l’integrazione al reddito per le proteaginose che qui in Pianura Padana è rappresentato soprattutto
dal pisello proteico.
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Ministero del Lavoro e
delle Politiche Sociali
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RegioneLombardia
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FSE
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UNIONE EUROPEA
Fondo Sociale Europeo
Ufficio Centrale OFPL
INSEMINAZIONE ASSISTITA BOVINA
ID 137571
E.A.PR.A.L. - CIPA-AT - UOFAA Soc. Coop. a r .l.
riuniti in Associazione Temporanea di Scopo
UOFAA Soc. Coop. a r.l. organizza a Crema un corso per n° 12 persone, nell’ambito del Progetto Quadro
FSE - Regione Lombardia Misura D1 Ob. 3 Asse 1 ID 137289 - PERCORSI FORMATIVI PER OPERATORI
PROFESSIONALI DEL SETTORE ECONOMICO AGRICOLO LOMBARDO.
Finalità
x
La finalità del corso è la formazione alla tecnica della inseminazione artificiale nella specie bovina.
Destinatari
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Imprenditori agricoli, coadiuvanti famigliari e dipendenti di aziende, enti ed organizzazioni operanti nel settore agrozootecnico.
Requisiti richiesti
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cittadinanza italiana o regolare permesso di soggiorno, residenza in- Lombardia
posizione lavorativa come imprenditore agricolo o coadiuvante famigliare o dipendente
possesso del diploma di 5° elementare, compimento del 18° anno di età, conoscenza della lingua italiana parlata e
scritta.
Struttura del corso
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periodo di svolgimento del corso: ottobre 2003 - dicembre 2003;
durata del corso: 100 ore totali distribuite in lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e visite ad aziende o
manifestazioni;
articolazione dell’orario giornaliero: ottobre 19– 22, novembre e dicembre 9.30-12.30 o 9.30 16.00;
frequenza obbligatoria per il 75 % del monte ore per aver diritto all’attestato finale rilasciato dalla regione Lombardia;
la partecipazione al corso è gratuita ed il materiale didattico (libri, dispense, altro) è totalmente a carico della
gestione.
Certificazione finale
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La partecipazione al corso sarà certificata da un attestato di frequenza rilasciato dalla Regione Lombardia.
Modalità di partecipazione
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La domanda di ammissione su apposito modulo fornito agli interessati, debitamente compilato e sottoscritto deve
essere inviata all’UOFAA scrl o direttamente o tramite l’ UPA di Crema
Le domande dovranno pervenire a:
UPA Crema
UOFAA
tel. 0373-897411
tel. 0382-48.31.33 – 48.32.05
Email: [email protected]
Email: [email protected]
Modalità di ammissione
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Saranno ammessi gli aventi diritto le cui domande avranno coperto i dodici posti a disposizione.
Località di svolgimento del corso:
x Crema, sede UPA, via Cavour 47
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Per ulteriori informazioni rivolgersi all’UOFAA scrl – Via Fossarmato, 65 – 27100- Pavia,
Pavia, 10/07/2003