«Politica non all`altezza» Poi parole di speranza: quella che vive nel

Transcript

«Politica non all`altezza» Poi parole di speranza: quella che vive nel
«Politica non all’altezza»
07-04-2012
Poi parole di speranza: quella che vive nel cuore dei
cristiani
La polemica Il duro giudizio dell’arcivescovo metropolita Molinari
Marco Giancarli
L’AQUILA «A tre anni dal sisma, basta fare una visita nel centro storico
dell’Aquila, e ci si rende conto che è cambiato poco. Per questo si può
pienamente affermare che la politica non è stata all’altezza della situazione,
non ha espresso tutto quello che di positivo avrebbe potuto esprimere». È
questa l’opinione ferma e decisa dell’arcivescovo metropolita dell’Aquila,
monsignor Giuseppe Molinari, intervistato nel giorno del ricordo dalla Radio
Vaticana, proprio all’indomani della fiaccolata conclusasi alle 3,32, con la quale diecimila aquilani hanno voluto ricordare
le 309 persone morte nei loro letti, sotto il peso del calcestruzzo sbriciolato delle abitazioni il 6 aprile di tre anni fa. Un
giorno che ogni aquilano porterà per sempre con sé e che ognuno a proprio modo porta come una cicatrice indelebile nel
cuore e nello spirito. «Forse - ha aggiunto Molinari nell’intervista concessa - è mancata soprattutto, a noi aquilani, l’unità:
l’unità nel popolo». Dichiarazioni che non desterebbero stupore se pronunciate da un laico, ma che espresse da un
ministro della Chiesa fanno riflettere e si rivestono di un valore diverso. «Tra le istituzioni, tra la politica - continua
monsignor Molinari nel suo duro giudizio politico - tra le varie amministrazioni è mancata questa unità di tutti per
raggiungere l’unico obiettivo: la ricostruzione. Penso - confida a questo punto Molinari, rientrando nel suo ruolo di
presule - che l’unica speranza sia quella che vive ancora nel cuore dei cristiani, perchè esternamente è cambiato poco,
purtroppo le nostre chiese del centro sono ancora devastate così come i palazzi ed i monumenti antichi». Una presa di
posizione netta quella dell’arcivescovo metropolita Molinari, che non è nuovo a questo tipo di commenti. Nel suo
discorso, inoltre, Molinari invita nonostante le difficoltà a guardare al futuro «senza sfiducia e senza scoraggiamento».
«Io - continua l’arcivescovo - spero sempre che, superando le lentezze della burocrazia, superando le divisioni politiche,
si possa veramente arrivare a vedere una ricostruzione che incomincia, una città che rinasce. L’anniversario del sisma ha aggiunto infine Molinari - coincide proprio con il Venerdì Santo e all’Aquila c’è la tradizione di una bellissima
processione del Cristo morto. Gesù è morto per tutti. È morto duemila anni fa e continua a morire ogni volta che gli
uomini non lo accolgono, ogni volta che i cristiani tradiscono il suo messaggio. Però, Cristo è risorto e vivo e mi auguro
che risorga anche per noi aquilani, concretamente, aiutandoci a ricostruire la nostra città, il nostro territorio, il nostro
futuro». Parole che dovrebbero ristorare i cuori delle persone, soprattutto in un periodo storico come quello che gli
aquilani stanno vivendo, soprattutto quando, giorno dopo giorno, quella passione, quell’impegno, quella partecipazione
caratteristica dell’immediato periodo post sisma sembrano lentamente venir meno.