Corriere della Sera, 10 novembre 2015

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Corriere della Sera, 10 novembre 2015
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ML
TEMPO LIBERO
Martedì 10 Novembre 2015 Corriere della Sera
Sul palco
Teresa Mannino show al Nuovo
In scena
In capo al mondo con Walter Bonatti
Live
Spirit Songs al Masada
Teresa Mannino (foto) torna a far ridere con «Sono
nata il ventitré», al Teatro Nuovo (piazza San
Babila, ore 20.45, ingr. € 39,50/29,50) fino al 15
novembre. L’attrice e comica, laureata in filosofia,
coinvolge il pubblico raccontando, tramite la sua
esperienza, i mutamenti avvenuti in questi ultimi
anni, in una sorta di monologo dialogato.
Sul palco scatoloni usati per costruire montagne, la narrazione di
Luca Radaelli e la chitarra di Maurizio Aliffi: «In capo al mondo - In
viaggio con Walter Bonatti» debutta oggi al Teatro Libero (via Savona
10, ore 21, ingr. € 21/15). Lo spettacolo, scritto da Luca Radaelli e
Federico Bario, ricorda le avventure del grande alpinista italiano ma
anche la sua filosofia di vita, tesa a un confronto leale con la natura.
Precede la serata l’incontro «Bonatti, l’ultimo esploratore», alle 19.
Due talenti italiani del post-rock, il chitarrista
Alberto Turra e il batterista Sergio Quagliarella,
incontrano le tastiere di Brian Marsella e il basso di
Shanir Ezra Blumenkranz, nuove leve dell’avantgard newyorkese. Nasce così il quartetto Spirit
Songs, stasera sul palco dello Spazio Masada (via
Espinasse 41, ore 21.30, ingr. € 10).
«Calendar Girls»
Angela e le altre
nude alla meta
Conservatorio
«Alla fine direi che ce la siamo giocata bene»
Brunello e Lucchesini
Integrale Beethoven
In pillole
«Calendar
Girls», di Tim
Firth, regia di
Cristina Pezzoli,
con Angela
Finocchiaro,
Laura Curino,
Ariella Reggio,
Carlina Torta,
Matilde
Facheris,
Corinna Lo
Castro, Noemi
Parroni, Elsa
Bossi, Marco
Brinzi e Titino
Carrara, dal 12
al 29/11, al
Teatro
Manzoni, ore
20.45, via
Manzoni 42,
ingr. € 34-20
Una storia vera, che forse poteva accadere solo in Inghilterra, regno di formidabili cortocircuiti tra humor e conformismo borghese. Fine anni Novanta, un gruppo di signore di
mezza età, appartenenti a
un’importante associazione di
volontariato legata alla Chiesa,
organizzano una raccolta fondi
destinata all’ospedale in cui è
morto di leucemia il marito di
una di loro. Ma la bizzarria british è in agguato: l’inquieta
Chris propone di realizzare un
calendario in cui saranno loro a
posare, nude, impegnate in attività domestiche, tipo fare la
maglia o preparare dolci e
composizioni floreali. Imbarazzi, scandalo e tanta (auto)ironia. Risultato: un enorme
successo. Tanto da ispirare un
film, con Helen Mirren, Julie
Walters e Linda Basset tra le
protagoniste, dalla cui sceneg-
giatura poi Tim Firth ricava nel
2008 anche una pièce teatrale,
tuttora in scena in Gran Bretagna, che per la prima volta approda anche sui palcoscenici
italiani accompagnata, in linea
con le indicazioni dell’autore,
da iniziative benefiche, nello
specifico a favore dell’Ail (Associazione Italiana contro le
leucemie, i linfomi e il mieloma), come la vendita di gadget
durante la tournée e, al Teatro
Manzoni di Milano, con una replica, domani (debutto ufficiale poi il 12), il cui incasso sarà
interamente devoluto all’Associazione.
Non facile trovare sette signore disposte a spogliarsi in
teatro, ma il cast messo insieme da Agidi ed Enfi Teatro, e
affidato alla regia di Cristina
Pezzoli, è di quelli che non si
dimenticano: Angela Finocchiaro, Laura Curino, Ariella
Reggio, Carlina Torta, Matilde
Facheris, Corinna Lo Castro e
Noemi Parroni, a cui si aggiungono Elsa Bossi, la sola a rimanere vestita, perché è la bigotta
direttrice dell’associazione benefica, così come vestiti rimangono gli unici due uomini Marco Brinzi e Titino Carrara. «All’inizio», racconta Angela Finocchiaro, nei panni di Chris,
«ci avevano dato delle retine
coprenti che simulano il nudo,
ma erano orrende. E allora via
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© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Anticonformista Angela Finocchiaro interpreta la simpatica Chris
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al nudo vero, con buona dose
di coraggio da parte di tutte. Ce
ce la siamo giocata con la semplicità, l’ironia e l’autoironia».
Ma, al di là della scena clou,
«“Calendar Girls” — dice Laura
Curino, la vedova Annie —
concilia tragico e comico, dimostra come anche da un fatto
doloroso, possa nascere un
progetto di solidarietà rivoluzionario».
Claudia Cannella
«Dopo un quarto di secolo che suono Beethoven ho capito una cosa: non posso presentare in
concerto una o due Sonate, devo portarle tutte e
cinque». Mario Brunello stasera chiude al Quartetto l’integrale delle Sonate per violoncello e
pianoforte di Beethoven (ore 20.30, via Conservatorio 12, € 5-40): con le prime due aveva inaugurato la stagione della società milanese, oggi
corona il ciclo con cui dall’estate sta girando tutta Italia. «Rigorosamente assieme ad Andrea
Lucchesini, con cui le affrontai per la prima volta
25 anni fa», prosegue il violoncellista veneto.
«Più le studio e più capisco l’immensità del genio beethoveniano; rispetto alle 32 per pianoforte, queste Sonate sono solo cinque, ma abbracciano l’intera parabola compositiva: un’evoluzione radicale. Con le prime sembra voler nobilitare
il violoncello, nell’opera 102 sembra addirittura
voler trasformare il concetto di sonata mutandola in un quartetto: se si analizza la scrittura del
pianoforte si notano tre linee distinte che, assieme a quella del violoncello, intessono un dialogo tipico del quartetto per archi». (e. pa.)