Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale

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Libri – Novità - Facoltà di Scienze della Comunicazione sociale
Libri – Novità
Servizio di aggiornamenti bibliografici - FSC
XVIII (31/06/2010): Giugno
A cura del prof. Emiro Cepeda
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I seguenti sono nuovi acquisti già catalogati nel settore comunicazione sociale della
Biblioteca centrale dell’UPS: http://biblioteca.unisal.it/
Gli abstract sono stati pubblicati originalmente nei siti web delle diverse case editrici o in
quelli d’alcune librerie on-line.
L’obiettivo di queste pagine è quello di far conoscere le novità bibliografiche del settore
comunicazione sociale della nostra biblioteca e promuovere la loro consultazione.
Abruzzese Alberto - Roberto Maragliano, Educare e comunicare: spazi e azioni dei media,
Milano, Mondadori Università, 2008.
Collocazione: UPS 6-C-9172
Le questioni dell'insegnare e dell'apprendere sono intimamente intrecciate con quelle poste dalla
comunicazione. Soprattutto lo sono oggi, in relazione a quanto i media tradizionali e quelli di
nuova configurazione incidono sulla quantità e sulla qualità dell'esperienza individuale e collettiva,
mettendo in crisi le sedi istituzionali e aprendo nuove vie alla riproduzione nonché alla produzione
stessa di sapere. Partendo da tali premesse, questo manuale intende fornire strumenti per
interrogare il presente e vedere l'origine dei problemi che educazione e comunicazione si trovano a
fronteggiare. Ciò che lo contraddistingue e ne fa una risorsa per pensare è l'attenzione per il ruolo
di costruzione della realtà svolto dai media, soprattutto, ma non solo, da quelli di nuova
generazione.
Agnelli Antonio, Dio o mammona: Luca evangelista della nuova economia, Verucchio
(RN), Pazzini, 2001.
Collocazione: UPS 4-B-2786
Il vangelo di Luca come critica alla protervia dei potenti e come modello di una nuova economia
basata sul rispetto della vita e dei diritti umani.
Agostini Angelo, Giornalismi: media e giornalisti in Italia, Bologna, Il Mulino, 2004.
Collocazione: UPS 33-B-293(150)
Esistono molteplici giornalismi, diversi per vocazione, processi produttivi, tipi di pubblico e
abitudini di consumo degli utenti. Tra i molti fattori che li hanno determinati, quello più rilevante è
il cambiamento delle imprese editoriali, divenute vere attività economiche, a partire da
"Repubblica" di Eugenio Scalfari, fino a Silvio Berlusconi e alla creazione del mercato pubblicitario
intorno alle sue reti televisive. Altro decisivo fattore è stata la svolta digitale che ha cambiato il
mestiere di giornalista, introducendo nuovi protagonisti su Internet. Questo volume analizza il
rapporto fra mezzi d'informazione e opinione pubblica nell'ambito di uno scenario in cui un flusso
informativo continuo avvolge tanto i giornalisti, che gli utenti.
Bailly Jean-Christophe - Elio Grazioli, L'istante e la sua ombra, Milano, B. Mondadori,
2010.
Collocazione: UPS 5-B-7298
Una delle 24 tavole di "The Pencil of Nature" di William Henry Fox Talbot, il primo libro fotografico
della storia, mostra un covone di fieno contro cui è posata una scala, la cui ombra si proietta
netta. Da questa fotografia emana una forza singolare, che permette di interrogare l'apparizione
stessa dell'immagine e ciò che essa conserva del tempo che scorre inesorabile. L'ombra portata è
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qui l'oggetto di una vertigine tutta particolare. Che cos'è una ripresa fotografica? Che cosa vi si
deposita? A partire da immagini di Talbot, ma anche da quelle di Hiroshima e dell'uomo spazzato
via dall'esplosione della bomba atomica, Jean-Christophe Bailly elabora un vero e proprio racconto
di formazione che interroga la potenza di finzione di queste apparizioni. Tra la pace della
campagna inglese e la violenza annientatrice della bomba atomica è il destino stesso della
fotografia che viene messo in gioco.
Baldi Benedetta, Mondobarocco.com: diversità culturale e linguistica nei media, Roma,
Bulzoni, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-3324
Balme Christopher B., The Cambridge introduction to theatre studies, Cambridge ecc.,
Cambridge University Press, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-3348
Providing thorough coverage of the methods and tools required in studying historical and
contemporary theatre, this introduction examines the complexities of a rapidly changing and
dynamic discipline. Following a cross-cultural perspective, the book surveys the ways theatre and
performance are studied by looking initially at key elements such as performers, spectators and
space. The central focus is on methodology, which is divided into sections covering theatre theory,
historiography and textual and performance analysis. The book covers all the main theatrical
genres - drama, opera and dance - providing students with a comparative, integrated perspective.
Designed to guide students through the academic dimension of the discipline, the volume
emphasizes questions of methodology, research techniques and approaches, and will therefore be
relevant for a wide variety of theatre studies courses. Informative textboxes provide background
on key topics, and suggestions for further reading are included at the end of each chapter.
Introducing the complexities of a rapidly changing and dynamic discipline, this book provides
thorough coverage of the methods and tools required in the study of both historical and
contemporary theatrical performances. Emphasizing all the main theatrical genres - drama, opera
and dance - the volume provides students with a comparative, integrated perspective.
Balme Christopher B., Einfuhrung in die Theaterwissenschaft, Berlin, E. Schmidt, 2008.
Collocazione: UPS 32-B-2072
Diese Einführung in die Theaterwissenschaft ist im deutschsprachigen Raum die erste ihrer Art.
Eine übersichtliche Gliederung sowie die konzise Darstellungsweise ermöglichen dem Leser eine
schnelle Orientierung und liefern genaue Informationen über die zentralen Arbeitsfelder der
Theaterwissenschaft: Von Theatergeschichte und -theorie über die Analyse von Dramen und
Inszenierungen bis hin zu Bühnengestaltung, Schauspielkunst und Rezeptionsforschung werden
die wichtigsten Bereiche erläutert, wobei sich auch Berührungspunkte mit anderen Disziplinen wie
Kunst- und Medienwissenschaft oder der Ethnologie ergeben. Außerdem vermittelt der Band allen
am Theater Interessierten rasch und zuverlässig den aktuellen Stand der Fachdiskussion - auch
neuere Entwicklungen wie etwa die Gender- und Performance-Theorie, die Semiotik oder der
Poststrukturalismus werden berücksichtigt.
Ein umfangreicher Anhang enthält viele praktische Hinweise über hilfreiche Arbeitsmittel der
Theaterwissenschaft sowie eine aktuelle Zusammenstellung der theaterwissenschaftlichen
Institute in Deutschland, Österreich und der Schweiz samt Homepages und E-Mail-Adressen.
Barthes Roland, Il senso della moda: forme e significati dell'abbigliamento, Torino, G.
Einaudi, 2006.
Collocazione: UPS 33-B-427(324)
L'intera opera di Roland Barthes è cosparsa di acute osservazioni sui significati sociali
dell'abbigliamento e del costume. In più luoghi, e da molteplici prospettive concettuali, l'autore
porta avanti un'approfondita riflessione sul coprirsi e il denudarsi, sull'esibizionismo e la vergogna,
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sull'identità e i suoi mascheramenti. Questo libro riunisce tutti i testi (saggi, articoli, recensioni,
digressioni, frammenti, interviste) nei quali Barthes affronta un tema e un problema centrali della
vita sociale contemporanea: il multiforme e poliglotta universo semantico vestimentario, che si
forma e si riforma senza sosta, nel momento in cui l'abito incontra il corpo, costituendolo come
struttura di senso e, perciò, oggetto del desiderio.
Barthes Roland Maria Golebiowska - Michal Pawel Markowski, S/Z, Warszawa,
Wydawnictwo KR, 1999.
Collocazione: UPS 32-B-1273(1)
Elaborazione di un seminario tenuto alla Ecole pratique negli anni 1968-69, S/Z è la lettura che
Barthes ha proposto della novella Sarrasine di Honoré de Balzac. Ma l'interpretazione critica si
avvia immediatamente all'insegna di avvincenti, e ancora molto attuali problemi di metodo.
Superando lo strutturalismo scolastico, che si limita allo smontaggio di un testo partendo dal
presupposto che esso costituisca sempre una totalità chiusa e sufficiente a se stessa, Barthes in
questo saggio intende invece valutare la pluralità di cui è fatto il testo, lo spessore dei codici che
lo attraversano, partendo dall'articolazione delle "voci" di cui è tessuto: l'azione, la verità, la
scienza, la persona, il simbolo. Luogo a cui si accede da più entrate, il testo chiede così la
collaborazione attiva del lettore, che non è più soltanto consumatore ma produttore di ciò che
legge. Questa ipotesi, e l'immagine "frammentaria" della nebulosa, del labirinto che avvolge i
personaggi e il discorso narrativo, complici gli uni dell'altro, fanno intravvedere i temi che Barthes
tratterà nel Piacere del testo (1973) e nei Frammenti di un discorso amoroso (1977), esprimendo
ancor più in profondo i "turbamenti" della rappresentazione, i segni della "differenza", la crisi di un
ordine.
Bechelloni Giovanni, Il silenzio e il rumore: destino e fortuna degli italici nel mondo,
Firenze, Mediascape, 2006.
Collocazione: UPS 11-A-500(6)
Questo libro, dalla fattura insolita e innovativa, si propone di aprire un programma di ricerca volto
a rispondere alle domande epistemologiche che l’esplosione della comunicazione, nei suoi risvolti
pratici e teorici, pone all’uomo del XXI secolo. Come attrezzarsi per costruire uno sguardo
comunicativo sulle cose del mondo? Come realizzare una conversione dello sguardo capace di fare
i conti con la complessità contemporanea? Come valorizzare il contributo che l’Italia e l’italicità
possono offrire? Queste e altre domande consimili possono generarsi dalla lettura delle pagine,
apparentemente rapsodiche e letterarie, di questo libro intrigante.
Bechelloni Giovanni, La comunicazione giornalistica: una centralità poco percepita,
Firenze, Le Lettere, 2009.
Collocazione: UPS 33-C-464(47)
In dodici agili capitoli e in un ampio saggio introduttivo questo libro cerca di convincere il lettore a
prendere sul serio la professione giornalistica. Innanzitutto perché il giornalismo, anche se troppo
spesso non ne ha la consapevolezza, è diventato ormai da tempo il principale produttore e
divulgatore delle conoscenze che gli esseri umani hanno di se stessi, del mondo che abitano e che
contribuiscono a far esistere e a trasformare. "La lettura attenta dei quotidiani, prima o poi, ci
dovrebbe servire per capire. Forse, dietro le cattive notizie strillate con ossessiva ripetitività, si
cela una qualche metamorfosi profonda che sta cambiando noi stessi e il mondo".
Bekkenkamp Jonneke - Maaike de Haardt, Begin with the body: corporeality religion and
gender, Leuven, Peeters, 1998.
Collocazione: UPS 4-C-1965
The body is still in the air, but how to relate the ongoing theoretical discussion to the concrete
bodies that were once its point of departure. That's the motivating question behind Begin with the
Body , a volume of essays on corporeality, religion and gender, a collective enterprise of the Dutch
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Research Programm for Religion and Gender. Popular religion and corporeality, more often than
not interact in ways fatal to women. However, overcoming the mind/body dualism is no longer the
direct objective. Rather, researchers are examining the generally ambivalent experiences
expressed here and the availability of alternative terms of designation. Paradoxical notions
counteract the tendency to associate women with the body and to percieve the body as "positively
feminine": fluid, open and receptive. In precise case-studies on biblical representations, religious
ideals and devotional practices we are warned against easy appropriations, simple reversals, and
quick conclusions. Changes in physical condition - disease, pain, aging - have a great impact on
experiences of subjectivity and meaning. Physical changes can generate shifts in religious and
political concepts, but the reverse is also possible. The contributions contain a wealth of material
from the visual arts and literature, from biblical to post-modern times. All contributions are
evocative, experimental and imaginative, inspiring more questions than answers. Can we avoid
binary oppositions in our efforts to do away with them ? What about inspired corporeality and
body-oriented transcendence ? Do these notions presuppose a physical God ? Does it make sense
to seek revelation of a Divinity-corporeality relation as such ? The direction of answering differs.
Common is the drive to connect (Peeters 1998)
Bellino Francesco, Per un'etica della comunicazione, Milano, B. Mondadori, 2010.
Collocazione: UPS 32-B-2059
Inizialmente concepito per rappresentare e comprendere il reale, oggi lo spazio mediatico, pervaso
dall'elettronica e caratterizzato dalla pubblicità del privato, è diventato un universo sempre più
autonomo, guidato da proprie logiche interne. Un universo che rischia di diventare completamente
autoreferenziale, sostituendosi alla realtà. Il volume si interroga sulle condizioni, sugli scopi, sulle
conseguenze e sulla possibilità stessa di un'etica della comunicazione nella contemporaneità,
cercando di dare una risposta in senso filosofico ai quesiti di maggior rilievo. La concezione
moderna del mondo come immagine rende ancora possibile giustificare la nozione di verità? Quali
sono i postulati dell'etica della comunicazione e gli elementi che consentono ai principi morali di
essere applicati nel contesto della multimedialità? In che cosa consiste la netiquette, il galateo di
comportamento dei fruitori dei nuovi servizi della Rete? Quali sono i presupposti di un atto
comunicativo autentico?
Berardi Franco - Marco Jacquemet - Giancarlo Vitali, Telestreet: macchina immaginativa
non omologata, Milano, Baldini Castoldi Dalai, 2003.
Collocazione: UPS 33-C-165(238)
Le Telestreet, televisioni di strada, sono un fenomeno recente che nel giro di un anno ha
proliferato in molte città italiane: un esperimento di democrazia nella comunicazione, e una critica
pratica del modello televisivo esistente. Ma proprio nei giorni in cui si stanno correggendo le bozze
di questo libro, dal ministero delle Comunicazioni arriva l'ordine di sequestro dei materiali di
trasmissione di una televisione di strada di Senigallia, Disco Volante. Mentre si prepara a istituire
un Monopolio privato della comunicazione, un vero e proprio Monopolio orwelliano della Verità, il
governo Berlusconi si prepara anche a chiudere la bocca con la forza a piccolissime emittenti di
quartieri che tentano di sfuggire al suo dominio totalitario.
Bernardi Claudio, Il teatro sociale: l'arte tra disagio e cura, Roma, Carocci, 2004.
Collocazione: UPS 33-C-280(453)
Il teatro sociale è la nuova frontiera del teatro. Riprende e rinnova pratiche, visioni e storie che
sono il segreto della scena occidentale: l'arte come cura ed emancipazione delle persone, dei
gruppi, delle comunità. Il teatro sociale si occupa in particolare di disagio. Ma non mette in scena i
drammi e le storie di "casi" umani di vario genere. Preferisce prendersi cura di loro, del loro corpo
negato, delle loro relazioni conflittuali, del loro vissuto sociale, tutto questo attraverso il teatro. La
realizzazione e il benessere personale sono possibili grazie alla rete sociale tra uomini. Ma gli
antichi istituti statali di solidarietà sono in crisi. Per questo occorre inventare una nuova cultura
della partecipazione
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Boschi Luca, Irripetibili: le grandi stagioni del fumetto italiano, Roma, Coniglio, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-3401
Il teatro sociale è la nuova frontiera del teatro. Riprende e rinnova pratiche, visioni e storie che
sono il segreto della scena occidentale: l'arte come cura ed emancipazione delle persone, dei
gruppi, delle comunità. Il teatro sociale si occupa in particolare di disagio. Ma non mette in scena i
drammi e le storie di "casi" umani di vario genere. Preferisce prendersi cura di loro, del loro corpo
negato, delle loro relazioni conflittuali, del loro vissuto sociale, tutto questo attraverso il teatro. La
realizzazione e il benessere personale sono possibili grazie alla rete sociale tra uomini. Ma gli
antichi istituti statali di solidarietà sono in crisi. Per questo occorre inventare una nuova cultura
della partecipazione.
Bowyer Justin - Jinhee Choi, The cinema of Japan & Korea, London; New York,
Wallflower Press, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3345(24)
Questo Catalogo illustra l'importante collezione di oggetti d'arte donata all'IsMEO, e conservata
presso il Museo Nazionale d'Arte Orientale in Roma, dall'ambasciatore G. Auriti. La collezione
comprende bronzi buddhisti cinesi di epoca Wei, Song, Tang, bronzi buddhisti coreani e giapponesi
databili dal VII al XII sec. d.C., ed una preziosa collezione di specchi che va dal IV sec. a.C. al XII
sec. d.C.
Bradley Adam, Book of rhymes: the Poetics of Hip Hop, New York, Basic Civitas Books,
2009.
Collocazione: UPS 32-B-2057
If asked to list the greatest innovators of modern American poetry, few of us would think to
include Jay-Z or Eminem in their number. And yet hip hop is the source of some of the most
exciting developments in verse today. The media uproar in response to its controversial lyrical
content has obscured hip hop’s revolution of poetic craft and experience: Only in rap music can
the beat of a song render poetic meter audible, allowing an MC’s wordplay to move a club-full of
eager listeners.
Examining rap history’s most memorable lyricists and their inimitable techniques, literary scholar
Adam Bradley argues that we must understand rap as poetry or miss the vanguard of poetry
today. Book of Rhymes explores America’s least understood poets, unpacking their surprisingly
complex craft, and according rap poetry the respect it deserves.
Camacho Markina Idoia, La especialización en el periodismo: formarse para informar,
Sevilla; Zamora, Comunicación social, 2010.
Collocazione: UPS 32-B-1737(32)
Esta obra, escrita por un nutrido grupo de Catedráticos y profesores titulares especializados en
esta disciplina, está dirigida fundamentalmente a los estudiantes que ya han iniciado los estudios
de Periodismo y necesitan profundizar en la elaboración de informaciones de calidad.
Su contenido responde al modelo establecido por los nuevos planes adaptados al Espacio Europeo
de Educación Superior, conocido como Plan Bolonia: los capítulos están desarrollados de manera
didáctica e incluyen las competencias que deben adquirir los alumnos tras el estudio de cada
capítulo y varias tareas que deben realizar al final.
La importancia de la especialización radica en la propia necesidad del ser humano por acotar el
campo de su investigación y conocimiento para lograr mejores resultados. En la actual Sociedad
de la Información las personas se agrupan por afinidades ideológicas, culturales, gremiales…, y
esa sectorización hace que sus demandas busquen satisfacer necesidades o intereses de grupo,
por encima, en ocasiones, de las individuales.
El periodismo no es ajeno a esta segmentación y en los últimos años la tendencia es a una
creciente especialización, tanto en medios de comunicación como en contenidos y en sectores de
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audiencia. Esa labor de diferenciación, permite ofrecer a la audiencia un producto con los mejores
contenidos, o lo que es lo mismo, una información de calidad y útil para su día a día.
El periodismo del siglo XXI pasa por la especialización, es decir, por explicar en profundidad los
hechos que irrumpen en la actualidad diaria, activando procesos de documentación e investigación
que permitan ofrecer una interpretación integral del suceso que dé respuesta a todos los
interrogantes que plantee la información. Se trata de dotar al público del mayor número posible
de elementos de juicio que le permita formarse una conciencia crítica sobre lo que acontece en el
mundo.
Para ello, al nuevo profesional de la comunicación le corresponde la función de ser un
intermediario entre los especialistas en las distintas áreas del conocimiento y los receptores de los
medios de comunicación, adaptando los conceptos técnicos y especializados a un lenguaje
periodístico que haga posible la comprensión de los mismos a los receptores no especializados. A
este profesional, además, se le exige una mayor formación y cualificación, superior a la de épocas
anteriores. Ya no le basta con tener sentido innato de la noticia ni con elaborar sus mejores
trabajos en un corto espacio de tiempo, es necesario poseer unos conocimientos teóricos y
técnicos que conviertan al redactor en especialista dentro de una sección concreta de la
información periodística.
Cappello Gianna, Nascosti nella luce: media, minori e e media education, Milano, F.
Angeli, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-2661(15)
Hiding in the light, "nascosti nella luce". È con questo ossimoro che nel 1988 Dick Hebdige
definisce i giovani e le loro pratiche subculturali: costantemente sotto i riflettori, eppure
testardamente opachi a ogni tentativo di catalogazione entro i confini netti e precisi del trattato
scientifico, dell'editoriale giornalistico, del rapporto statistico, degli approcci unidimensionali in
genere. Un ambito tanto illuminato quanto ancora palesemente oscuro è certamente quello del
rapporto tra media e minori. Nel volume si sostiene che la complessità e l'opacità di tale rapporto
richiedono che l'approccio di tutela/controllo/disciplinamento con cui solitamente si affronta
questo "problema" venga affiancato (se non propriamente sostituito) da un criterio
mediaeducativo attraverso il quale i minori, sin dalla più tenera età, vengono messi in condizione
di auto-governare (o perlomeno co-governare) il proprio rapporto con i media, di coglierne
appieno le infinite opportunità e al tempo stesso i limiti, i vincoli, le sovradeterminazioni. Ciò
implica una ridefinizione in senso mediaeducativo dell'educazione e contemporaneamente una
ridefinizione in senso mediacomunicativo del processo di socializzazione quale condizione
essenziale per decifrare i processi di costruzione dell'identità e le pratiche di vita quotidiana delle
giovani generazioni contemporanee.
Chang Jeff - D. J. Herc Kool, Can't stop won't stop: a history of the Hip-hop generation,
New York, Picador, 2005.
Collocazione: UPS 32-B-2067
Many good books have been written about the history of hip-hop music and the generation that
nurtured it. Can't Stop Won't Stop ranks among the best. Jeff Chang covers the music--from its
Jamaican roots in the late 1960s to its birth in the Bronx; its eventual explosion from underground
to the American mainstream--with style, including DJs, MCs, b-boys, graffiti art, Black
Nationalism, groundbreaking singles and albums, and the street parties that gave rise to a
genuine movement. But the book is about more than beats and rhymes. What distinguishes his
book from the pack is Chang's examination of how hip-hop has shaped not only pop music, but
American history and culture over the past 30 years. He shows how events such as urban flight,
race riots, neighborhood reclamation projects, gang warfare in the Bronx and Los Angeles, and
grassroots movements that influenced political agendas are as integral a part of the hip-hop story
as the music itself. He also charts the concurrent rise of hip-hop activism and the commodification
of the music and the ideological clashes that developed as a result.
Based on hundreds of interviews and over a decade of work as a respected music journalist,
Chang offers colorful profiles of the lives and influences of "the trinity of hip-hop music"--
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Grandmaster Flash, Afrika Bambaataa, and DJ Kool Herc--along with many other artists, label
executives, DJs, writers, filmmakers, and promoters. Impressive in its scope, Can't Stop Won't
Stop is a lively and sharply written exploration of the power of hip-hop to unite people across
generational, racial, and economic lines. --Shawn Carkonen
Hip-hop journalist Chang looks back on 30 years of the cultural landscape, with a particular focus
on the African-American street scene, in this engaging and extensive debut. Chang shows how
hip-hop arose in the rubble of the Bronx in the 1970s, when youth unemployment hit 60%-80%;
traces the music through the black-Jewish racial conflicts of 1980s New York to the West Coast
scene and the L.A. riots; and follows it to the Kristal-soaked, bling-encrusted corporate rap of
today. Chang's balanced assessment of rap's controversial trappings neither condemns gang
culture nor forgives its sins, but places gangs in the conditions that birthed them and illustrates
their influence on street culture. Chang also examines art forms that arose alongside the music:
the b-boys ("break dancers") with their James Brown-inspired, acrobatic battles and the graffiti
artists, who practiced their defiant, "outlaw art" on the sides of subway trains and any other flat
surface available. The vivid narrative alternates between Chang's historical elucidation and firstperson accounts from the major players, including DJ Kool Herc, the mythic DJ who started it all
at a West Bronx party; Afrika Bambaataa, who crossed gang boundaries for block parties,
inspiring scores of others to enact truces and do the same; and Kurtis Blow, the first major-label
rap artist, along with countless more. Most importantly, he documents stories that have been left
unrecorded until now, with the oral histories of the gangs and artists. Illus. (Feb.)
Copyright © Reed Business Information, a division of Reed Elsevier Inc. All rights reserved.
Chiappano Alessandra - Fabio Maria
interpretazioni, Torino, Einaudi, 2002.
Collocazione: UPS 11-B-4059
Pace,
Shoah:
documenti,
testimonianze,
Cierva Santiago de la, La comunicazione di crisi nella Chiesa, Roma, EDUSC, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-3133
Un manuale che si rivolge a chi si prepara a gestire la comunicazione di diocesi, movimenti, Ong
cattoliche, conferenze episcopali e ordini religiosi, nella consapevolezza che il suo lavoro non
sempre sarà sereno e tranquillo. E’ la proposta di Santiago de la Cerva, direttore dell’Agenzia
televisiva ROMEreports e docente di “comunicazione preventiva e gestione di crisi” alla Pontificia
università della Santa Croce, nel libro “La comunicazione di crisi nella Chiesa” (Edusc, 15 euro;
263 pp.gg.) che si occupa delle basi concettuali della comunicazione di crisi in base alla
trentennale esperienza accumulata dalle aziende e dalle organizzazioni di ogni genere. IN
particolare analizza il modo in adattarla alla specificità dell’istituzione “Chiesa cattolica”. La finalità
accademica dell’opera ne giustifica la struttura classica (ricerca, programmazione,
implementazione e valutazione) e l’uso di abbondanti esempi. Non si tratta quindi di un insieme di
ricette per un fasfood informativo (cosa fare e cosa non fare), quanto piuttosto dei principi e delle
best practices per uno slowfood di qualità, rivolto a chi vuole impostare la comunicazione durante
una crisi in sintonia con l’identità istituzionale e in continuità con la comunicazione ordinaria. Se la
comunicazione di crisi è una disciplina giovane, quella che si riferisce alla Chiesa è ancora in piena
pubertà.
Cox Jim, Say goodnight, Gracie: the last years of network radio, Jefferson, North
Carolina ; London, McFarland, 2002.
Collocazione: UPS 32-C-3354
Aficionados of old-time radio have recently enjoyed a wealth of catalogs, memoirs, and reference
books, including, for example, Ron Lackman's Encyclopedia of American Radio: An A-Z Guide to
Radio from Jack Benny to Howard Stern and Luther F. Sies's Encyclopedia of American Radio,
1920-1960. Retired college professor Cox (The Great Radio Soap Operas) drew on many of those
published works, plus personal correspondence and interviews, to compile this lively if flawed
account of the decline of the commercial radio networks. Though divided into chronological
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chapters, the text adheres only loosely to this arrangement; the history of the networks
themselves, for example, doesn't appear until the final pages. Equally frustrating is Cox's habit of
identifying authors quoted in the text simply as a "commentator" or "authority," forcing the reader
to consult the endnotes just to find out who is being quoted. Overall, the book's value for
researchers or radio buffs is greatly diminished by its many cries for copyediting. "Not
surprisingly," begins one sentence, "a number of the powerful dynamics we have encountered
already coalesced to mournfully impact the audio medium." Recommended only for
comprehensive broadcast history collections.
Susan M. Colowick, North Olympic Lib. Syst., Port Angeles, WA
Copyright 2002 Reed Business Information, Inc.
Until the late 1940s, most Americans relied heavily upon radio, the only means of mass
communication they knew, for information and entertainment. But with the 1950s came television
sets and prosperity enabled more people to afford them. Radio began a decline.
This work examines what could be called the final decade of AM network radio and the many
factors that contributed to its decline. The first chapter is an overview of AM radio in the 1950s.
The second chapter covers 1950 through 1953, when radio was still a popular medium but faced a
need to make changes in its programming. Bill Paley and David Sarnoff strongly promoted radio in
those years and the networks attempted to increase the ratings of their programs. Chapter three
covers 1954 through 1956, three years in which radio experienced losses of its primary audience
and some of its most popular shows (because of the pullout of advertisers), and an effort was
made by the networks to keep their programs going and to convince audiences the medium was
not on its way out. Chapter four, 1957 through 1960, chronicles the "end" of AM radio in homes,
the cancellation of almost all remaining programs, network affiliates' going independent, and the
rise in popularity of "drive time" radio. Chapter five covers 1961 to the present and summarizes
the major changes that have taken place.
Cristante Stefano, Comunicazione (è) politica: scritti sull'opinione pubblica e sui media,
Lecce, Bepress, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-1845
La comunicazione, da quando esistono i mass-media, è diventata veicolo e territorio fondamentale
della politica. Ma l'avvento delle strategie comunicative a fini politici non è certo un fatto nuovo
nella costruzione del potere. Attraverso una serie di saggi che spaziano dalla preistoria della
comunicazione politica ai fatti e alle notizie dei nostri giorni, questo volume intende proporre un
terreno d'indagine per lo studio dell'opinione pubblica che proponga sintesi concettuali e modelli
operativi, sostenuti dall'analisi di eventi rappresentativi del complicato percorso politico della
realtà occidentale e, in particolare, del nostro paese. Il modo di comunicare di leader, istituzioni,
partiti, movimenti, sindacati e associazioni viene analizzato in stretto rapporto all'evoluzione dei
mezzi di comunicazione tradizionali e digitali, sempre più parte in causa di una doxasfera in cui i
diversi attori agiscono determinando convergenze e conflitti che segnano la contemporaneità.
Czarniawska Barbara, ANSA: analisi etnografica di un'agenzia di stampa, Roma, Carocci,
2009.
Collocazione: UPS 33-C-244(508)
Le agenzie di stampa ricevono ogni giorno montagne di informazioni, delle quali circa il cinque per
cento diventa "notizia". Ciò nonostante, producono esse stesse nuove informazioni attraverso i
propri reporter e una continua ricerca. Come è possibile filtrare e verificare questa
sovrabbondanza di materiale? Quali strategie e tecnologie esistono per gestirla? Il testo risponde a
queste domande, conducendo un'analisi etnografica sull'agenzia ansa, evidenziando come i
giornalisti si trovino coinvolti in una grande rete produttiva, in cui devono conciliare l'esigenza di
ritmi sempre più veloci con la necessità di verificare l'esattezza delle informazioni.
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Danesi Marcel, Encyclopedic dictionary of semiotics, media, and communications,
Toronto; Buffalo; London, University of Toronto Press, 2000.
Collocazione: UPS SL-32-C-116
Semiotics, Media Studies and Communication Studies are three closely interlinked fields. Briefly
stated, Semiotics, the science of signs, looks at how humans search for and construct meaning;
Communication Studies is concerned with how meaning is conveyed; and Media Studies considers
the ways in which messages are transmitted and received. This dictionary is designed to help
students and general readers unlock the significance of the terminology and jargon commonly
used in these fields.
Being interdisciplinary in nature, Semiotics, Media, and Communication Studies are cluttered with
notions derived from other disciplines. Hence, this dictionary also encompasses basic concepts
from the fields of anthropology, archaeology, psychology, psychoanalysis, linguistics, philosophy,
artificial intelligence, computer science, and biology. Collected here are the terms, concepts,
personages, schools of thought, and historical movements that appear frequently in the relevant
literature.
The basis of each entry is a simple definition, which often includes the term's origin. Illustrations
are provided where necessary, along with historical sketches of movements or schools of thought.
The commentary on personages consists of brief statements about their contribution and
relevance. Thus, the dictionary not only defines what a term means, but often goes into its
history, applications, and broad implications. Terms are cross-referenced and their etymology is
given where possible.
This is a compact, practical research manual that will relieve much tension for students in
semiotics and related fields. Because of its interdisciplinary approach, it will also provide a range
of scholars with a handy reference to disciplines distinct from but related to their own.
Dathorne O. R., African literature in the twentieth century, Minneapolis, University of
Minnesota Press, 1975.
Collocazione: UPS 26-C-1035
African Literature in the Twentieth Century was first published in 1976. Minnesota Archive Editions
uses digital technology to make long-unavailable books once again accessible, and are published
unaltered from the original University of Minnesota Press editions.
This paperback makes available the major part of Professor Dathorne's The Black Mind.It
concentrates on the writings of Africans in various African and European languages and provides
insight, both broad and deep, into the Black intellect. Professor Dathorne examines the literature
of Africans as spoken or written in their local languages and in French, Portuguese, and English.
This extensive survey and interpretation gives the reader a remarkable pathway to an
understanding of the Black imagination and its relevance to thought and creativity throughout the
world.
The author himself lived in Africa for ten years, and his view is not that of an outsider, since it is
as a Black man that he speaks about Black people. Throughout the book, a major theme is the
demonstration that, despite slavery and colonialism, Africans remained very close to their own
cultures. Professor Dathorne shows that African writers may be, like some Afro-American writers,
"marginal men," but that they are Black men and it is as Black men that they feel the nostalgia of
their past and the corrosive influences of their present.
O. R. Dathorne is a member of the Department of Black Studies and of the Department of English
at Ohio State University. He has taught at universities in Nigeria and Sierra Leone and served as a
UNESCO adviser in Sierra Leone. He also has taught at Ohio State University, Howard University,
and the University of Wisconsin and lectured at Yale, Federal City College, Michigan State, and
other universities in and out of the United States. He is the author of two novels and editor of a
number of anthologies of Black literature, and has written widely in journals on his subject.
Minnesota Archive Editions uses digital technology to make long-unavailable books once again
accessible to scholars, students, researchers, and general readers. Rich with historical and cultural
value, these works are published unaltered from the original University of Minnesota Press
editions. The books offered through Minnesota Archive Editions are produced in limited quantities
9
according to customer demand and are available through select distribution partners.
De Marzo Giuseppe, Buen vivir: per una nuova democrazia della terra, Roma, Ediesse,
2009.
Collocazione: UPS 20-B-4415
La crisi attuale mette in luce l'insostenibilità politica e sociale di un modello di sviluppo che ha
dimostrato la sua inadeguatezza e che pone domande forti, legate alla sopravvivenza stessa
dell'uomo sul pianeta. Domande come: esiste un'alternativa al modello capitalista? è realizzabile
migliorare la vita di miliardi di persone tenute ai margini? si può coniugare l'economia con la
difesa dell'ambiente? è possibile sperimentare un nuovo patto sociale e ripensare le forme della
rappresentanza? Dall'America latina all'Asia, all'Africa, a molte comunità e territori del Nord del
mondo i conflitti ambientali e sociali hanno creato le condizioni per la formazione di una risposta
nuova che, a partire dalla democrazia deliberativa e dalla responsabilizzazione collettiva, lavora
alla costruzione di un nuovo paradigma di civiltà, fondato sul buen vivir - cioè su una vita in
armonia con la natura, della quale tutta la comunità è parte - che è oggi tra i principi fondanti
delle Costituzioni della Bolivia e dell'Ecuador. Educazione popolare, autogoverno, orizzontalità,
giustizia sociale, mutualismo, creatività e decolonizzazione del potere sono gli strumenti e le
pratiche che l'ecologismo dei poveri utilizza per costruire una democrazia della Terra. Oltre alla
postfazione di Gianni Mina, il libro si fregia della prefazione di Adolfo Perez Esquivel, intellettuale
argentino, Premio Nobel per la Pace nel 1980 per l'attività di denuncia contro la dittatura militare
degli anni Settanta.
Di Palma Sara Valentina, Bambini e adolescenti nella Shoah: storia e memoria della
persecuzione in Italia, Milano, Unicopli, 2004.
Collocazione: UPS 11-B-4058(14)
Affidandosi a testimonianze e interviste ai sopravvissuti, il volume ricostruisce le esperienze
vissute da bambini ebrei italiani durante la Shoah. Indagando le problematiche connesse all'uso
della memorialistica come fonte storica, l'autrice analizza le modalità di elaborazione della
memoria infantile e le diverse esperienze vissute dai bambini ebrei durante la persecuzione
nazista.
Una storia della Shoah o una storia delle storie? Un resoconto fattuale e cronologico o un'indagine
sui fatti, sui modi in cui furono vissuti, ma anche e soprattutto rielaborati, da quanti, allora,
furono chiamati in causa per la loro tenera età? Sara Valentina Di Palma, giovane studiosa di
storia contemporanea, ci consegna un volume che intreccia coordinate temporali distinte, legando
il passato dell'esperienza – quella della deportazione e dell'internamento – al presente del ricordo.
L'angolo visuale adottato è infatti quello, peculiare, di quanti, bambini o adolescenti all'epoca in
cui la Shoah ebbe corso, sono poi divenuti testimoni della propria e dell'altrui esperienza. Con un
lavoro ampio e articolato, l'autrice ha ricostruito e esplorato la trama diacronica fra passato e
presente attraverso la voce dei protagonisti, mediante l'analisi delle testimonianze, il ricorso a
interviste inedite, la lettura critica dei documenti a nostra disposizione. Ne è derivato un testo
composito, molto ricco, che, dalla riflessione sull'elaborazione della memoria dell'evento, passa poi
alla descrizione delle diverse fasi della persecuzione, concentrandosi in particolare sulle esperienze
vissute per offrire infine al lettore, insieme alle interviste raccolte dalla ricercatrice, un buon
apparato bibliografico. Testo a doppia chiave, nei contenuti, con la forma di handbook, di guida sul
tema affrontato e ancora poco conosciuto in tutti i suoi delicati aspetti. Un libro sui giovanissimi di
allora, posti dinanzi all'estremo, scritto da una giovane di oggi. Quasi un passaggio di testimone
Di Stefano Paolo Maria, Il marketing e la comunicazione nel terzo millennio: teoria e
pratica, Milano, F. Angeli, 2004.
Collocazione: UPS SL-20-C-600(68)
Una felice combinazione di enunciazioni teoriche e di indicazioni pratiche, largamente venata di
una somma di interpretazioni personali che non possono non essere considerate come concreti
suggerimenti per una nuova "filosofia" del marketing che, distaccandosi dagli schemi
10
generalmente accettati, viene a porsi nel quadro di una "via italiana" al marketing. In questa
prospettiva possiamo porre, ad esempio, tutta la parte dedicata all'interpretazione giuridica della
materia, cioè alla parte che tratta le fasi di promulgazione, di notificazione e di attuazione del
piano di marketing.
Un'opera completa e originale che coordina gli studi più recenti con le quotidiane esperienze di
lavoro, spaziando dallo studio del piano di marketing ai rapporti tra marketing e vendite,
marketing e produzione, marketing e attività promozionali, marketing e comunicazione,
comunicazione e pubblicità, un volume che si raccomanda caldamente a quanti, per ragioni
professionali o d'interesse per i problemi della società moderna, desiderano avere una conoscenza
non superficiale di questa disciplina.
Douglas Susan Jeanne, Listening in: radio and American imagination, Minneapolis,
Minnesota, University of Minnesota Press, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3349
Tracing radio's development from the early days of wireless to the shock jocks and NPR
commentators of the '90s, Douglas (Where the Girls Are) delivers a carefully researched and welldocumented look at the medium and the people who listened. Although Douglas's prose can be
sluggish, occasionally mired in statistics, her subject matter is always engaging. She finds that
each new technological innovation in radio was pioneered by amateurs, resisted by the
mainstream media, made popular by a daring few and finally watered down and exploited by
commercial interests. Douglas's main interest is not in the innovations themselves, however, but
in how they affected the Americans who were listening to shows from Victor Lopez's jazz band
broadcasts in the '20s to Eddie Cantor's Chase and Sanborn Hour in the '30s; Alan Reed's mixedrace rock 'n' roll broadcasts in the '50s; "White Rabbit" on KSAN in San Francisco in the late '60s;
Larry King in the '80s; and Dr. Laura and Rush Limbaugh in the '90s. She shows us how radio has
opened up new worlds, and how its persistent presence (in the kitchen, in the car, at work)
continues to influence the nation despite being taken for granted.
It's not just video that killed the radio star but images in general (e.g., TV, the Internet), says
Douglas (media and American studies, Univ. of Michigan, Ann Arbor). Douglas argues that through
radio Americans can still revive their imaginations. Her thesis will seem obvious to older
generationsAthat listening to the radio shaped the American psyche socially, politically, and
economicallyAbut the generations raised on MTV, CNN, ESPN, and personal computers must still
be convinced. It may be difficult to draw their attention to a book with only eight photos, but
Douglas re-creates the wonder of having an invisible friend (or enemy) in forgotten and fading
stars like Jack Benny, Edward R. Murrow, Harry Caray, and Alan Freed. Unfortunately, today radio
belongs to overstuffed "suits," overplayed singles, and pinched formats, which can musically and
geographically "resegregate" people. Douglas points out that listeners are partly to blame for
radio's dismal state. Owners are simply trying to air what their audiences want, but listeners are
sending mixed messages: they want variety but lack the imagination to accept it on one station. A
persuasive study of the power that radio has had and can still have; essential for all
communications collections.AHeather McCormack, "Library Journal"
Dubois Philippe, L'atto fotografico, Urbino, QuattroVenti, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-2068
Il libro di Dubois rappresenta un’opera non recente, la cui pubblicazione in lingua italiana viene a
colmare, con un certo ritardo, un vuoto rilevante. Il vuoto di cui si parla è quello inerente la
Fotografia ed in particolar modo riguarda gli aspetti culturali che sono propri di questo media di
massa il cui ruolo è, almeno dal punto di vista quantitativo, ragguardevole nella società italiana
contemporanea. È abbastanza evidente nella realtà contemporanea che ciò che oggi viene messo
in discussione dalla Rivoluzione Digitale, è la capacità della fotografia di documentare in maniera
fedele la realtà e la sua propensione ad attestare l’esistenza di ciò che mostra. In una congiuntura
di questo tipo, il discorso proposto dall’opera di Dubois potrebbe sembrare inadeguato, o
perlomeno datato nei confronti degli eventi e della rivoluzione tecnologica che ci apprestiamo a
vivere; infatti, l’universo concettuale che lo sorregge non è toccato da queste ultime modificazioni
11
strutturali. Qual è allora il motivo della traduzione in italiano di questo libro? Forse, per affrontare
i nuovi problemi posti dalla Rivoluzione Digitale è importante almeno cercare di risolvere le
vecchie questioni, e per non continuare a costruire castelli teorici su presupposti incerti, è quanto
meno utile definire con chiarezza ciò che oggi viene messo in discussione in maniera così radicale.
“L’atto fotografico” di Philippe Dubois è l’occasione giusta per compiere questo percorso ed un
ottimo strumento per affrontare un certo numero di rilevanti questioni inerenti la natura della
fotografia e la sua storia. Prima di sviluppare il discorso dell’”indice”, che è la categoria alla luce
della quale si costruisce tutto il percorso critico sviluppato da Dubois, come introduzione della sua
opera, lo studioso francese prende in esame la problematica della “mimesis”, storicamente la
prima grande “querelle” sulla fotografia, quella che coinvolge quasi tutto l’Ottocento, ovvero il
punto di vista che considera la fotografia come “uno specchio del reale”. Il lavoro di Dubois ha il
grande merito di delineare con rigore espositivo un intero percorso storico dei 150 anni di
fotografia, e di costruire su questa base una struttura all’interno della quale emerge evidente
quella che è la vera e più straordinaria novità del mezzo fotografico, e cioè di essere un’impronta
fisica, un’impronta luminosa che si ottiene per contatto e che si produce per genesi automatica
(questo elemento viene oggi essenzialmente contraddetto dal digitale). Al contrario di altri mezzi
di riproduzione visiva del reale, la fotografia è un “segno” che intrattiene con il proprio referente
un rapporto di connessione fisica: “è l’impronta fisica di un oggetto reale che è stato là in un dato
momento di tempo” e per questo motivo, “la traccia (fotografica) non può essere, nel suo fondo,
che singolare, poichè il suo referente è il “suo”, quello stesso che lo ha causato. Questo “principio
di singolarità” è uno dei tratti che differenziano radicalmente i segni indiziali da tutti gli altri. Oltre
alla “singolarità” la fotografia possiede altre due funzioni di natura meno filosofica, ma altrettanto
decisive ed importanti: l’”attestazione” e la “designazione”, dirette conseguenze di quella
contiguità referenziale. La fotografia secondo il “principio di attestazione”, derivando la sua forza
dal concetto d’impronta, attesta l’esistenza di ciò che propone. “E’ ovvio: la fotografia
necessariamente testimonia per via della sua genesi. Attesta ontologicamente l’esistenza di ciò
che fa vedere…. La foto certifica, ratifica, autentica”. Il “principio di designazone” è molto legato a
quello di attestazione infatti la traccia indiziale per sua natura non solamente attesta ma anche
designa, indica, mostra come si farebbe con un dito. Un tale ragionamento logico non rimane
senza importanti conseguenze: infatti “legata per la sua genesi all’unicità di una situazione
referenziale, attestandola e designandola, l’immagine indiziale avrà come effetto generale di
implicare pienamente il soggetto stesso dell’esperienza, nel provato del processo fotografico”. La
fotografia diventa così inseparabile dall’atto che la fa esistere, dalla sua situazione referenziale, e
con ciò afferma anche la sua natura essenzialmente pragmatica. Ed è proprio questa assoluta
necessità di una dimensione pragmatica, preliminare alla costituzione di ogni semantica, che
qualifica e differenzia in maniera radicale ogni prospettiva analitica ed ogni discorso su questo
strumento di comunicazione visiva. Se nella fotografia si capta una forza irresistibile, se in essa c’è
qualcosa che sembra essere di una “gravità assoluta”, ed è su questo punto che l’opera di Dubois
vuole insistere, allora si può affermare che “con la fotografia non ci è più possibile pensare
all’immagine al di fuori dell’atto che l’ha creata”. La foto non è soltanto un’immagine (il prodotto
di una tecnica e di un’azione, il risultato di un fare e di un saper fare) è anche e soprattutto un
“atto” iconico un’immagine se si vuole, ma “attiva”, qualcosa che non si può concepire al di fuori
delle sue circostanze, al di fuori del “gioco” che l’anima, senza letteralmente farne la “prova”:
qualche cosa che è dunque “nello stesso tempo e consustaziabilmente un immagine-atto”,
intendendo che questo “atto” non si limita semplicemente al solo gesto della produzione
propriamente detta dell’immagine (il gesto di scattare), ma che include tanto l’atto della sua
ricezione quanto della sua contemplazione. La fotografia in quanto inseparabile da tutta la sua
enunciazione, esperienza d’immagine, oggetto totalmente pragmatico. La fotografia da questo
punto di vista si presenta come pervasa da forze sotterranee e misteriose, che al di là della
apparenze, provocano il desiderio che dipende proprio da questa “forza pragmatica dell’ontologia
indiziale”…”Presenza che afferma l’assenza. Assenza che afferma la presenza. Distanza
contemporaneamente, posta e abolita, e che crea il desiderio stesso: il miracolo” (Dubois). È con
questo filo conduttore che riesce facile allo studioso francese, attraverso pagine suggestive, di
spiegare i misteri della fotografia amorosa, quelli degli album di famiglia e tutti gli altri usi
compulsivi che vengono fatti di questa tipologia d’immagini. Nell’ultimo capitolo dell’opera, Dubois
prende mirabilmente in considerazione la questione del tempo e dello spazio nell’atto fotografico
12
ed anche qui le riflessioni prendono le mosse dal fatto che la fotografia, nel suo rapporto con la
realtà, è un’ impronta luminosa, mentre riguardo allo spazio ed al tempo è un “taglio”.
Fagioli Cipriani Maria Luisa, Oltre il mito: Messico antico: leggenda e storia, Roma,
Bulzoni, 1983.
Collocazione: UPS 11-B-4716(1)
Finocchi Riccardo, Melting spot: strumenti di analisi dell'audiovisivo pubblicitario, Roma,
Meltemi, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-1260(13)
Dagli aperitivi alle macchine, dalle medicine all’abbigliamento, dai prodotti della tecnologia a quelli
per la cura della persona o della casa: lo spot è oggi uno dei veicoli più potenti ed efficaci di
messaggi pubblicitari e promozionali, oltre ad aver raggiunto in molti casi livelli straordinari di
qualità estetica.
Nove gli spot esaminati in queste pagine tenendo conto del sempre più complesso scenario
comunicativo attuale e dei profondi cambiamenti del sistema della pubblicità e del consumo di
prodotti. L’analisi sociosemiotica e sociosemioestetica proposta è in grado di far emergere la
capacità dei testi pubblicitari di trasmettere valori simbolici, estetici e significati emotivi.
Il volume, che si avvale di una metodologia funzionale di analisi applicabile pressoché identica a
diversi testi, nasce da un progetto di ricerca dell’OSPeC, l’OSservatorio Pubblicità e Comunicazione
che è stato attivato nel corso di laurea specialistica in Comunicazione d’Impresa e nel centro di
ricerca CRESEC della Facoltà di Lettere e Filosofia della LUMSA di Roma.
Fiorentino Giovanni, L'Ottocento fatto immagine: dalla fotografia al cinema, origini della
comunicazione di massa, Palermo, Sellerio, 2007.
Collocazione: UPS 11-B-4726(9)
Un viaggio nella storia dell'immagine che è un intreccio di storie, trova le sue fondamenta nella
ricerca storico-empirica e vede convergere campi multipli e risorse disciplinari complementari.
Molto prima di cinema e televisione, computer e videofonini, l'immagine riproducibile all'infinito
costruisce l'immaginario e la storia dell'uomo borghese. Nel cuore dell'Ottocento, l'Europa e gli
Stati Uniti accolgono l'immagine del mondo e si preparano a diventare "mondo fatto immagine".
L'Ottocento è il secolo della civiltà industriale, delle metropoli urbanizzate, delle merci e della
pubblicità, del telegrafo e delle Grandi Esposizioni Universali, del romanzo e dei giornali, del
verismo e dell'impressionismo, del treno e della fotografia. E proprio la fotografia costruisce
l'identità dell'uomo moderno e il suo complemento ideale, racconta il mondo borghese e ne
delinea i confini. I salotti e i ritratti di famiglia, le strade di Napoli e di New York, quelle di Londra
e Parigi, l'atlante geografico e la memoria storica: il repertorio sociale dell'immagine è scritto nel
secolo borghese, nello sviluppo e nella divulgazione istantanea delle tecnologie. La fotografia,
erede di forme di comunicazione aristocratiche, dalla pittura alla scrittura, dalle incisioni al
giornale stampato, è in grado di forzare le possibilità comunicative per aprire alla dimensione del
consumo visivo e immaginario di massa.
Forman Murray - Mark Anthony Neal, That's the joint!: the Hip-Hop Studies Reader, New
York ; London, Routledge, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3263
"Before That’s the Joint I spent countless hours making photo-copies of essays and articles on hip
hop for my students. When That’s the Joint dropped it changed everything. It took hip hop studies
to the next logical level and, hopefully, with the second edition Forman and Neal will take hip hop
studies to an even higher level. That’s the Joint!, indeed, it is the sure shot!"—Reiland Rabaka,
Department of Ethnic Studies, University of Colorado, Boulder
"That’s the Joint! stands as the seminal Hip Hop studies volume. It is comprehensive in scope,
incorporating works from the leading scholars, journalists and practitioners in the genre.
13
Moreover, it treats the subject in a rigorous academic manner, while making the readings
accessible to a broader audience."—Melina Abdullah, California State University, Los Angeles
That's the Joint: The Hip-Hop Studies Reader brings together the best-known and most influential
writings on rap and hip-hop from its beginnings to today. Spanning more than 30 years of
scholarship, criticism, and journalism, this unprecedented anthology showcases the evolution and
continuing influence of one of the most creative and contested elements of global popular culture
since its advent in the late 1970s. Think of it as "Hip-Hop 101."
This newly expanded and revised second edition of That's the Joint brings together the most
important and up-to-date hip-hop scholarship in one comprehensive volume. Presented
thematically, the selections address the history of hip-hop, identity politics of the "hip-hop
nation," debates of "street authenticity," gender, revolutionary politics, aesthetics, technologies of
production, hip-hop as a cultural industry, and much more. The new edition includes expanded
coverage of gender and racial diversity in hip-hop, and takes a look at hip-hop’s role in politics,
including the 2008 presidential election of Barack Obama.
The new edition also includes expanded pedagogical features including author biographies,
headnotes summarizing key points of articles, questions for discussion, and references for further
reading, listening, and viewing. A companion website includes student and instructor resources to
encourage classroom discussion and point students to web resources for further study of classic
and contemporary hip hop.
That's the Joint is essential reading for fans and scholars alike, and rewarding for anyone who
seeks to understand the profound impact of hip-hop as an intellectual, aesthetic, and cultural
movement.
Foster Steven, Political communication, Edinburgh, Edinburgh University Press, 2010.
Collocazione: UPS 32-C-3144
This guides introduces political communication in the United Kingdom and the Unites States,
handling the relationship between the media and political parties, especially the effect the media
has had on the policies and internal power structures of parties and other organizations; media
influence on the electorate; the conduct of democratic politics; and the constitutional significance
of media politics. The volume opens with a detailed analysis of political communication today and
its impact on parties, pressure groups, and government. It then places media politics within a
constitutional context, addressing open government and freedom of expression, freedom of
information, privacy, human rights, and the manipulatation of the media by government.
The three authors have each conducted extensive research on this dialect of English. Jennifer Hay
is an Associate Professor in Linguistics, Margaret Maclagan is an Associate Professor in
Communication Disorders, and Elizabeth Gordon is a retired Associate Professor in Linguistics, all
at the University of Canterbury.
Franchi Maura, Raccontare il consumo: strumenti per l'analisi, Milano, F. Angeli, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-2662(26)
l libro si propone di offrire un punto di vista e strumenti utili all'analisi dei comportamenti di
consumo.
Il primo capitolo presenta una chiave interpretativa generale dei consumi nella società
contemporanea, vedendone l'intreccio con le strategie di costruzione dell'identità. Il secondo è
dedicato ad una rassegna di alcuni autori classici quali Veblen, Bourdieu, Baudrillard, Miller,
Friedman, correlando le piste interpretative proposte ai fenomeni nuovi che si presentano alla
nostra attenzione. Il terzo si concentra sulla prospettiva della narrazione e sulle ragioni che la
rendono interessante per leggere i comportamenti odierni, mettendo in evidenza in particolare il
rapporto tra i blog e la marca.
Seguono, poi, alcune nozioni metodologiche circa le tecniche d'indagine qualitativa. Il capitolo
comprende, tra l'altro, suggerimenti per effettuare un'intervista, indicazioni sulle modalità con cui
elaborare i dati qualitativi e presentarli. Uno spazio particolare è dato all'uso delle immagini di cui
si riconosce ormai la capacità espressiva e analitica.
Infine, il volume raccoglie alcune interviste su temi di attualità, come il lusso, il corpo, la
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dimensione estetica, il cibo, il rapporto tra anziani e tecnologie e gli orientamenti delle donne
anziane verso la cura dell'immagine. Le interviste offrono indicazioni metodologiche e suggestioni
analitiche sulle tendenze dei comportamenti di consumo.
Gaggi Massimo - Marco Bardazzi, L'ultima notizia, Milano, Rizzoli, 2010.
Collocazione: UPS 32-C-3137
Il "Los Angeles Times" ha dichiarato bancarotta prima di essere salvato, il "Washington Post"
resiste a malapena, ovunque le redazioni chiudono, i corrispondenti esteri fanno fagotto e tornano
a casa. In tutto il mondo, quotidiani con secoli di storia alle spalle ormai vivono alla giornata. E se
fino a qualche tempo fa il web, potente vetrina promozionale, sembrava un utile alleato, oggi
infuria una guerra senza quartiere tra chi vuol mettere ogni notizia a portata di click e chi cerca di
proteggere contenuti di qualità faticosamente prodotti. Nelle battaglie tra i giovani leoni
dell'informatica e le vecchie volpi dell'editoria, sono queste ad avere la peggio, mentre monta
l'onda del giornalismo "dal basso", con lettori che chiedono di partecipare in maniera sempre più
attiva al flusso delle notizie: un cinguettio di Twitter, un link condiviso su Facebook, l'inchiesta fai
da te di un blogger, le news di un aggregatore sono ormai più fruibili del classico quotidiano. E
l'Apocalisse? In un certo senso siccome dimostrano Massimo Gaggi e Marco Bardazzi in questa
disamina felicemente ricca di aneddoti quanto acuminata nell'analisi. Ma ciò non significa che non
si possa ripensare e reinventare il giornalismo nell'"era di vetro" che ci sta regalando
un'informazione più trasparente ma più fragile.
García Canclini Néstor, Differenti, disuguali, disconnessi: mappe interculturali del
sapere, Roma, Meltemi, 2010.
Collocazione: UPS 32-B-1511(90)
Alimentata dai processi migratori, dall’accessibilità degli spostamenti, dagli scambi economici e
tecnologici, l’interazione tra le culture è oggi sempre più intensa, la convivenza evidentemente più
complessa e il semplice appello etico alla tolleranza del tutto insufficiente. Saremo capaci di
costruire un ordine interculturale globale in cui le dimensioni sociali, economiche, politiche e
culturali possano riorganizzarsi e scoprire il valore di ciò che è differente, in modo da ridurre le
disuguaglianze e da generare connessioni costruttive a distanza? In poche parole, sapremo
costruire una cittadinanza globalizzata? Mettere in comunicazione i differenti, correggere le
disuguaglianze e democratizzare l’accesso ai patrimoni interculturali sono diventati compiti
imprescindibili della nostra società. Analizzando i modi in cui le scienze sociali hanno affrontato la
questione – l’antropologia sottolineando il fatto che alcuni processi globali ci differenziano mentre
altri ci omologano; la sociologia studiando i movimenti che favoriscono l’uguaglianza o le
disparità; gli esperti di comunicazione ragionando spesso in termini di inclusione ed esclusione –
Néstor García Canclini costruisce un percorso originale tra teorie socioculturali e fallimenti politici,
rivalutando criticamente gran parte della teoria antropologica più recente, la sociologia di
Bourdieu e i suoi sviluppi successivi, gli studi culturali e le teorie della comunicazione più in voga.
Al vaglio della sua prospettiva transdisciplinare fenomeni diversi come le culture giovanili, gli spazi
e le pratiche del consumo e del divertimento che accomunano nord e sud del mondo, la
produzione del sapere in quanto momento essenziale della lotta per l’emancipazione
socioeconomica.
Gerlach John - Barbara Gerlach, Digital landscape photography, Amsterdam ecc., Focal
Press, 2010.
Collocazione: UPS 32-B-2069
Photographing landscape with a film camera is different than with a digital camera. There are
several books on the market that cover landscape photography but few of them are specifically for
the digital photographer. This book is what you are looking for!
Digital Landscape Photography covers:
* equipment such as accessories and lenses
* exposure from shutter speed and other common mistakes
15
* shooting
* light and its importance
* composing your perfect photo
* printing
* and a special section on specific subjects such as waterfalls and sunrises
Digital Landscape Photography, written by experts that have been shooting outdoors for decades,
is a fresh look at current ways to shoot landscapes by making the most of digital format.
* the only photo book on landscape photography in a landscape format
* both beautifully illustrated and instructive at the same time
* Authors are well known photographers in the field: Pictures have been published in National
Wildlife, Sierra, Natural History, Outdoor Photographer, and many other major publications
Grienti Vincenzo, Chiesa e web 2.0: pericoli e opportunità in rete, Cantalupa (TO), Effatà,
2009.
Collocazione: UPS 32-B-1841
Il rapporto tra Chiesa e Internet oggi sta vivendo una nuova fase. Da un lato uno spazio
interattivo e informativo principe della contemporaneità che ha vissuto negli ultimi anni veloci
cambiamenti rispetto al suo approdo in Italia nei primi anni Novanta: dall’originaria scoperta della
navigazione on line e della posta elettronica, caratteristiche della fase della Rete Web 1.0, siamo
passati ora a un nuovo scenario multimediale grazie al Web 2.0, con elevate opportunità di
interazione legate allo sviluppo dei tanto chiacchierati social network. Dall’altro la Chiesa, il suo
messaggio di salvezza con oltre duemila anni di storia. Il volume Chiesa e Web 2.0. Pericoli e
opportunità in rete di Vincenzo Grienti (Editrice Effatà, pp.gg 96; 8,50 euro) analizza con
competenza e sobrietà questa nuova fase della Rete, sottolineando in particolare come la Chiesa
comunica all’interno di questo rinnovato «cyberspazio», come si ponga nei confronti delle enormi
opportunità e degli inevitabili rischi che la nuova frontiera del Web offre alla società
contemporanea. Il fenomeno dei social network come Facebook, My Space, Twitter, Wikipedia e
tanti altri da qualche anno è approdato in Italia coinvolgendo singoli utenti di internet, soprattutto
giovani, ma anche organizzazioni e istituzioni. Le relazioni sono il cuore del Web 2.0, locuzione
sintetica, quest’ultima, usata per spiegare che Internet è passato da una fase di diffusione
popolare, avvenuta circa quindici anni fa, a quella attuale del moltiplicarsi di applicazioni e
software che facilitano la socializzazione in rete. Sono milioni le persone che ogni giorno si
connettono a Internet e instaurano relazioni umane. Ma è la stessa cosa di instaurare relazioni
faccia a faccia? E la Chiesa come si pone davanti al mondo del Web 2.0? Qual è la “logica del
cristianesimo” nella cybercultura? Interrogativi che Vincenzo Grienti con il piglio del cronista che
vuole cercare di capire questo nuovo fenomeno, affronta in un instant book dal linguaggio
semplice e immediato . “Occorre «entrare» in questa nuova mentalità, non per essere avvolti e
inghiottiti dall’ipertecnologia, come del resto accade a molti entusiasti del web, ma semplicemente
per elaborare un discernimento sia rispetto alle tesi degli entusiasti, sia nei confronti dei critici
apocalittici – spiega Grienti -. Buon senso, responsabilità e competenza sono tre parole-chiave su
cui vale la pena puntare. Tre condizioni in-dispensabili, soprattutto in questa nuova fase del web
accelerata. È d’obbligo anche in questo ambiente non dimenticare l’esistenza di una «emergenza
educativa» che incita ad essere preparati, ad arrivare prima che la velocità degli strumenti prenda
il sopravvento sull’uomo, a rendere sempre più necessaria una preparazione adeguata all’utilizzo
dello strumento”. Monsignor Dario Edoardo Viganò, Preside dell’Istituto Redemptor Hominis della
Pontifica Università Lateranense, che firma la prefazione del saggio, sottolinea che “accanto alle
grandi opportunità, c’è il serio rischio che il web stia creando un circuito di solitudini di tastiera, di
gente che s’illude sul fatto che per comunicare davvero basti usare il mouse, come dimostrano i
sempre più frequenti casi di dipendenza e di nevrosi da Internet; insomma non è tutto oro quel
che luccica e l’autore è avvertito sul fatto che i social network possono giocare nella perdita della
dimensione della realtà e far incorrere nella solitudine del cittadino globale”. Nonostante, dunque,
i pericoli, gli usi impropri legati alla Rete, pericoli comunque associabili a tutti i mezzi di
comunicazione, Internet si è rivelato un medium straordinario, prosegue monsignor Viganò “in
grado di favorire il dialogo fra gli uomini, nelle diversità culturali, sociali e religiose, in grado di
«promuovere una cultura del rispetto, del dialogo, dell’amicizia» come ha afferma Papa Benedetto
16
XVI nel suo Messaggio per la 43ª Giornata Mondiale per le comunicazioni sociali. Benedetto XVI ha
infatti messo in evidenza proprio questo aspetto positivo riscontrabile nelle nuove tecnologie: «In
questo contesto, è gratificante vedere l’emergere di nuove reti digitali che cercano di promuovere
la solidarietà umana, la pace e la giustizia, i diritti umani e il rispetto per la vita e il bene della
creazione. Queste reti possono facilitare forme di cooperazione tra popoli di diversi contesti
geografici e culturali, consentendo loro di approfondire la comune umanità e il senso di
corresponsabilità per il bene di tutti”.
Gualdo Riccardo, L'italiano dei giornali, Roma, Carocci, 2008.
Collocazione: UPS 33-B-233(286)
I quotidiani sono ancora un modello di lingua scritta? Com'è fatta e come sta cambiando la lingua
dei giornali in Italia? Come vengono letti e come funzionano i testi al loro interno? La storia
linguistica della scrittura dei quotidiani negli ultimi anni permette di rispondere a queste domande
e di capire meglio, con strumenti adeguati, come leggere il giornale e come scrivere per il giornale
in modo chiaro, responsabile e corretto. Il volume offre ai lettori non specialisti una guida
semplice, con esempi di analisi di testi, alla scrittura giornalistica e alle sue forme più
caratteristiche.
Gumucio-Dagron Alfonso - Thomas Tufte, Antología de comunicación para el cambio
social: lecturas históricas y contemporáneas, South Orange, N.J., Communication for
Social Change Consortium, 2008.
Collocazione: UPS SL-32-C-115
Esta es la primera y única compilación de textos sobre comunicación para el desarrollo y el cambio
social, un libro de referencia esencial en las universidades y centros de enseñanza especializados
en el tema, así como para estudios de antropología, sociología o relaciones internacionales. El
libro, de 1500 páginas, contiene 200 textos de 150 autores de todas las regiones del mundo; una
referencia esencial tanto para los estudiosos como para los que trabajan en programas de
desarrollo.
Este texto, diseñado para ser usado por expertos en el campo de la comunicación y desarrollo
alrededor del mundo, ofrece:
* Ideas innovadoras proporcionadas por 100 expertos del campo.
* Piezas con contenido provocador seleccionadas de diferentes regiones del mundo.
* Un valioso recurso acádemico sobre la evolución del pensamiento sobre comunicación y
cambio social.
Del prólogo: "Después de la Segunda Guerra Mundial, el rol estratégico de la comunicación en el
desarrollo y el cambio social fue más claro: los movimientos libertarios de las colonias extranjeras,
el creciente número de organizaciones no gubernamentales y la rápida difusión de los medios,
demostraron que los procesos de comunicación son esenciales para avanzar en el cambio social, el
combate a la pobreza y el empoderamiento de los individuos.
Cinco décadas después, el llamado a la equidad, el cambio social y a procesos de desarrollo más
justos es más pertiente que nunca. Muchos esfuerzos en la búsqueda del desarrollo sostenible han
fallado. Las razones: decisiones verticales, falta de comprensión de las culturas locales y mínimo
involucramiento de las comunidades.
Hoy en día es una necesidad urgente conocer: ¿Cuáles ideas contribuyeron a los que hoy en día
entendemos como comunicación para el cambio social?¿Quiénes fueron los expertos en
comunicaciónque contribuyeron para construir este nuevo acercamiento a la comunicación?"
Editado por expertos del campo, la Antología de Comunicación para el Cambio Social contiene los
más importantes textos producidos hasta ahora en esta área del conocimiento. Todos los textos
seleccionados han permitido en alguna medida el avance de la práctica y el pensamiento en
comunicación para el cambio social, desde aquellos producidos por reconocidos autores
internacionales como Paulo Freire, Luis Ramiro Beltrán y Everett Rogers en las décadas de 1960 y
1970, hasta un amplio rango de pensadores innovadores y personas en terreno de Asia, África y
América Latina, quienes hasta ahora han tenido una audiencia global limitada.
El libro también puede ser utilizado por estudiantes de nivel universitario de comunicación,
17
sociología, antropología, asuntos internacionales y estudios sobre desarrollo.
Huysmans Frank Ruben P. Konig - Paul W. M. Nelissen, Meaningful media:
communication research on the social construction of reality, Nijemegen, Tandem Felix,
2009.
Collocazione: UPS 32-C-3262
Contents
1 Introduction: Meaningful media
Reflections on social action theory
2 Decline and fall of the audience concept
3 Bridging the gap between sociology and communication science
Media use
4 Media use and community involvement
5 Time spent on television in European countries
Active audience
6 Interpreting television news
7 Uses and gratifications of ICT use among Flemish adolescents
8 Older widows' television viewing
9 Religion and watching television
Campaigns and marketing
10 Making sense of strategic change
11 A uses and gratifications approach to marketing communications
12 Results of a Dutch nationwide media campaign to quit smoking
13 Self image brand image theory and the production of similarity
News
14 Media attention to Fortuyn and LPF during the 2002 elections
15 The electoral cycle of undecided voters in the Netherlands
16 Construction of political news during Dutch elections 2002
17 Sensationalism in television news
Identity
18 Do American television stories influence Dutch people's opinions about society?
19 Between idealisation and stigmatisation
Policy
20 Ethnic minorities' newspaper, television and Internet use in the Netherlands
21 The principle of equality in the Dutch media
Bibliography Karsten Renckstorf
Ignazi Piero, Partiti politici in Italia, Bologna, Il Mulino, 2008.
Collocazione: UPS 33-B-306(152)
Nel precedente libro che Ignazi aveva pubblicato in questa collana (ormai più di 10 anni fa) su "I
partiti italiani", i protagonisti della storia erano ancora partiti che affondavano le loro radici nelle
ideologie forti del '900 Dc, Pci, Msi, ecc. - benché colti sulla soglia di un passaggio cruciale dalla
prima alla seconda Repubblica. Quelle sigle non compaiono più in questo libro, sostituite da altre Fi, Pd, An, ecc. - emerse dopo un lungo travaglio o scese in campo dopo una gestazione
brevissima. Ma quali sono i riferimenti culturali dei nuovi partiti e come sono cambiate le classi
18
dirigenti, l'organizzazione e gli stili di comunicazione delle nuove formazioni? Un profilo per capire
le trasformazioni del nostro sistema partitico.
Isgrò Giovanni, Festa, teatro, rito nella storia di Sicilia: storia dello spettacolo in Sicilia,
Catania, Cavallotto, 1981.
Collocazione: UPS 32-D-430
Isgrò Giovanni, Fra le invenzioni della scena gesuitica: pedagogia e debordamento,
Roma, Bulzoni, 2008.
Collocazione: UPS 32-B-330(158)
Sulla scia degli interessi maturati sull'attività teatrale dei padri gesuiti in particolare nell'ultimo
ventennio, questo saggio intende offrire un contributo volto a stimolare legittimo riconoscimento
storiografico ad uno dei fenomeni più interessanti della storia dello spettacolo (e non solo dello
spettacolo) dell'età moderna. In questo senso il saggio rientra fra gli orientamenti di ricerca
dell'autore che ha tratto ampio profitto dalle sue competenze nell'ambito della cultura materiale
del teatro e di quella pre-teatrale, con particolare riferimento allo spettacolo urbano, per mettere
in evidenza il ruolo avuto dalla Compagnia di Gesù nella società non soltanto europea. Pedagogia
e debordamento sono i due poli entro i quali i padri gesuiti, anche nel campo dello spettacolo,
hanno saputo articolare, più di ogni altro la propria azione fra l'educazione nei collegi e il rapporto
diretto con le diverse fasce del sociale e con le culture locali, esprimendo spesso geniale creatività
inventiva fino agli azzardi estremi. In ogni caso si tratta di una testimonianza forte fra
globalizzazione e rispetto delle identità di cui può essere utile tener conto oggi.
Levine Melvin D., A mind at a time, New York etc., Simon & Schuster, 2002.
Collocazione: UPS 32-B-2078
Recognizing each child's intellectual, emotional, and physical strengths--and teaching directly to
these strengths--is key to sculpting "a mind at a time," according to Dr. Mel Levine. While this
flashing yellow light will not surprise many skilled educators, limited resources often prevent them
from shifting their instructional gears. But to teachers and parents whose children face daily
humiliation at school, the author bellows, "Try harder!" A professor of pediatrics at the University
of North Carolina Medical School, Levine eloquently substantiates his claim that developmental
growth deserves the same monitoring as a child's physical growth.
Tales of creative, clumsy, impulsive, nerdy, intuitive, loud-mouthed, and painfully shy kids help
Levine define eight specific mind systems (attention, memory, language, spatial ordering,
sequential ordering, motor, higher thinking, and social thinking). Levine also incorporates
scientific research to show readers how the eight neurodevelopmental systems evolve, interact,
and contribute to a child's success in school. Detailed steps describe how mental processes (like
problem solving) work for capable kids, and how they can be finessed to serve those who struggle.
Clear, practical suggestions for fostering self-monitoring skills and building self-esteem add the
most important elements to this essential--yet challenging--program for "raisin' brain." --Liane
Thomas --This text refers to the Hardcover edition.
Children have different ways of learning, argues Levine, a professor of pediatrics at the University
of North Carolina Medical School and director of its Clinical Center for the Study of Development
and Learning, so why do schools behave as though a one-size-fits-all education will work for
everyone? Like Howard Gardner's Frames of Mind: The Theory of Multiple Intelligences (1983),
Levine's book argues that our educational shortsightedness results in a loss of human potential on
a grand scale, as kids who don't fit the mold are misclassified, stigmatized and then fail. If
educators could assess differences more intelligently and redesign educational models to account
for these differences, they would radically improve people's prospects for success in and out of
school. Based on his work with children who have learning or behavioral problems, Levine has
isolated eight areas of learning (the memory system, the language system, the spatial ordering
system, the motor system, etc.). He provides chapters describing how each type of learning works
and advises parents and teachers on how to help kids struggling in these areas. Levine
19
emphasizes that all minds have some areas of giftedness and pleads for educators to "make a firm
social and political commitment to neurodevelopmental pluralism." Such a plea may seem
daunting, but Levine's compassionate, accessible text, framed around actual case studies, makes
it seem do-able. This is a must-read for parents and educators who want to understand and
improve the school lives of children.
MacLoughlin Shaun, Writing for radio: how to write plays, features and short stories that
get you on air and how to direct radio plays with a new chapter on acting for radio,
Bristol, UK, Soundplay, 2008.
Collocazione: UPS 32-B-2053
"'The author's vast experience, knowledge and enthusiasm shine from every page of this excellent
book...If you have ambitions to break into writing for radio this book will put you streets ahead of
the competition. If you're already achieving some success, Writing for Radio will shift your career
into a higher gear.' Writers' Bulletin 'invaluable hints and tips on how to write for radio and how to
get a play, feature or short story successfully produced.' Voice of the Listener and Viewer. 'more
than a distillation of the advice offered by an expert in the field. It is also a highly readable book,
with hints and suggestions to inspire writers in a range of other genres.' Alison Chisholm, Write
Now, BBC Radio Merseyside."
Hints and tips from an experienced author on how to write for the radio and how to get a play,
feature or short story successfully produced. This revised and updated edition includes new
material covering the future of radio, the future of audio drama on the internet, and digital radio
stations.
Marques de Melo José, Pensamiento comunicacional latinoamericano: entre el saber y el
poder, Sevilla ; Zamora, Comunicación social, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-1737(27)
El Catedrático brasileño José Marques de Melo —el más prestigioso comunicólogo de América
Latina— produce con este libro una obra capital para el estudio del pensamiento comunicacional
latinoamericano, fruto de décadas de investigación y de un detenido examen de la acción
permanente del poder.
Los textos que componen esta obra fueron viendo la luz entre 1967 y 2007. «Se trata de una
producción dispersa, fragmentada y de difícil acceso, quizás porque fue difundida en revistas
científicas destinadas a públicos especializados, o porque fue diseminada en las actas de
congresos y simposios, circulando en comunidades académicas cerradas o círculos intelectuales
restringidos.»
Por todo ello, multitud de profesores de toda América, Portugal y España, que recomiendan las
lecturas de Marques de Melo en sus universidades, incentivaron al autor a reunir en una antología
retrospectiva las reflexiones hechas a lo largo del tiempo sobre las diversas contribuciones
latinoamericanas a la teoría de la comunicación.
«Reuní los escritos en dos bloques temáticos que traducen la confrontación que polariza el campo
académico de la comunicación; condicionado a su vez por el aparato político dominante, o situado
bajo el control del estamento intelectual hegemónico. En otras palabras, oscilando entre el poder y
el saber.»
La primera parte de esta obra pone el énfasis en el amplio universo de la política, documentando
toda la segunda mitad del siglo XX e interpretando sucesos ubicados en las dos coyunturas
definidoras del periodo, la guerra fría y la globalización.
La segunda parte se restringe al ámbito puramente académico, rescatando las tendencias notables
en los dos espacios que brindan identidad a tales comunidades cerradas: la enseñanza y la
investigación.
«Contribuir al fortalecimiento de la autoestima latinoamericana es la verdadera intención de este
libro.»
En palabras del comunicólogo mexicano Mario Nieves, Marques de Melo nos desvela «el saber
construido por sus predecesores y contemporáneos a lo largo de sucesivas generaciones.»
En resumen, este libro es un notable ejercicio de reflexividad sobre el saber y el poder en el
20
ámbito del pensamiento latinoamericano en comunicación.
Marsh Clive, Cinema and sentiment: film's challenge to theology, Carlisle, Paternoster
Press, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3347
Watching any film happens within a cultural context. Cinema and Sentiment critically examines
the practice of watching movies in western culture. Clive Marsh demonstrates aspects of the
religious function of film-watching by comparing watching movies to worshiping. Through a
variety of case studies on the habit of going to the theater, Marsh's study shows how watching
films as a regular practice can contribute to the shaping of human living.
Engaging with social and religious behavior patters in western culture, Cinema and Sentiment
suggests a need to recover a positive sense of sentiment, both in theology and film. Two
concluding chapters locate the text in recent studies of theology and film, offering church leaders,
students of theology and film studies, and all those with an interest in contemporary culture
practical consequences of the work's findings.
Martínez Pastor Esther, Los mensajes publicitarios analizados desde la comunicación y el
derecho, Madrid, Editorial Universitas, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3264
Martín-Barbero Jesús, De los medios a las mediaciones: comunicación, cultura y
hegemonía, Barcelona, México, Anthropos; Universidad Autonoma Metropolitana
Azcapotzalco, 2010.
Collocazione: UPS 5-B-6457(186)
Ante la combinación de determinismo tecnológico y pesimismo político que legitima, tras el poder
de los medios y las tecnologías de la información, la omnipresencia mediadora del mercado, este
libro sigue apostando por una idea de mediación comunicativa capaz de asumir el espesor social y
perceptivo de las mediaciones tecnológicas. Pero sin confundir el nuevo saber y poder tecnológico
con un «pensamiento único» pues como nunca antes la comunicación y la cultura constituyen hoy
un campo primordial de batalla política.
Masina Ettore, Diario di un cattolico errante: 1992-1997: in viaggio tra santi, burocrati e
guerriglieri, Roma, Gamberetti, 1997.
Collocazione: UPS 11-C-4805(12)
“Diario di un cattolico errante” è il libro che spesso e più di altri riprendo e riassaporo , perché
ogni volta , pensieri già letti, mi risvegliano altro.E’ un libro che cito spesso nelle conversazioni
con gli amici perché le riflessioni , in esso contenute, sono tali e tante che diventa inevitabile il
riferimento. La prima edizione del libro è stata pubblicata nel mese di ottobre del 1997.Eppure, a
dispetto del pezzo di storia trascorso, continua ad essere di un’attualità sconcertante.L’autore,
Ettore Masina ,è una persona che ho imparato a stimare , ammirare e voler bene fin dalle prime
pagine del libro.Viene fuori dal suo libro-diario la riflessione sofferta di chi ha imparato a guardare
il mondo con gli occhi tersi. E lo racconta a chi sa tendere l’orecchio per ascoltare.E quando pare
che il mondo da lui percorso e raccontato sia vittima delle nefandezze dell’uomo,si verifica ,
sempre, l’incontro con persone belle (Davide Turoldo, padre Ernesto Balducci, Rigoberta
Menchù...). E ci si riconcilia con la vita.Nel capitolo “Il pacifismo armato dei Maragià”, Masina
chiarisce – ma ,pare , non si sia ancora compreso- che “l’interventismo armato in nome della pace
non è una scelta di civiltà ma l’esatto contrario del movimento per la pace : questo denunzia le
radici dei conflitti, spinge a cercare soluzioni, insomma pone problemi ; quello - la pace con le
armi – i problemi li stritola”.Mi piace concludere, anche per rimanere in tema con gli avvenimenti
recenti, con una considerazione dell’autore che prendo dalle pagine del libro-diario, datate 6
gennaio 1997:“Quando, come avviene nella Terra di oggi, sono i principi basilari dell’etica a essere
vulnerati, non solo il teologo ma persino il monaco deve scrollarsi di dosso la tentazione del
21
silenzio, della solitudine, della preghiera che non si fa azione…”.
Mateo Pérez Rosario de - Marta Sabater Casals - Laura Berge's Saura, Gestión de
empresas de comunicación, Sevilla; Zamora, Comunicación social, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-1737(30)
¿Qué diferencias hay entre gestionar una empresa editora de un diario o una empresa
automovilística?
¿Hace la CNN el mismo análisis de su entorno macroeconómico e industrial que un fabricante de
galletas?
¿Qué particularidades tiene el marketing de productos y servicios de comunicación?
¿Cómo afecta a la gestión empresarial el hecho de que los productos y servicios de comunicación
se dirijan a un doble mercado, audiencias y anunciantes?
Este libro trata de dar respuestas a las transformaciones de la industria de la comunicación, así
como a los cambios ocurridos en las técnicas de gestión empresarial, que requieren un
replanteamiento de la gestión de las empresas de comunicación.
En Gestión de empresas de comunicación se abordan de forma integral las distintas actividades
que se incluyen en dicha industria y las distintas funciones implicadas en la gestión empresarial.
Por ello, este libro se plantea como una herramienta útil, tanto para los estudiosos y todos los
interesados en el funcionamiento empresarial de la comunicación, como para las personas que
vayan a emprender proyectos empresariales o estén desempeñando tareas de gestión en la
industria de la comunicación.
Melanko Mirco - Giampiero Brunetta, Paesaggi, passaggi e passioni: come il cinema
italiano ha raccontato le trasformazioni del paesaggio dal sonoro ad oggi, Napoli,
Liguori, 2005.
Collocazione: UPS 32-C-3271(5)
Un libro diviso in tre parti per soddisfare un interrogativo: quali sono le frontiere del cinema nella
forma e nel collegamento con la realtà? Il primo capitolo spiega gli sviluppi degli studi che,
soprattutto negli ultimi trentacinque anni, hanno portato la storia del cinema a coincidere con fatti
e avvenimenti della storia contemporanea. Il secondo si concentra su un periodo cinematografico
fondamentale, il neorealista, che si allinea con un momento di grande difficoltà per il Paese in fase
di ricostruzione sia morale sia materiale. Il terzo è uno studio specifico su Napoli e i suoi dintorni
attraversando paesaggi, passaggi e passioni di una parte importante della storia del cinema
sonoro girato nella sorprendente e problematica regione campana.
Mercer Neil - Steve Hodgkinson, Exploring talk in school: inspired by the work of
Douglas Barnes, Los Angeles etc., Sage, 2009.
Collocazione: UPS 6-C-9185
Bringing together leading international researchers and drawing on the pioneering work of
Douglas Barnes, this book considers ways of improving classroom talk. The book covers classroom
communication and managing social relations; talk in science classrooms; using critical
conversations in studying literature; exploratory talk and thinking skills; talking to learn and
learning to talk in the mathematics classroom; and the ‘emerging pedagogy’ of the spoken word.
Meunier Jean-Pierre - Daniel Peraya, Introduction aux théories de la communication,
Bruxelles, De Boeck, 2010.
Collocazione: UPS 32-C-3277
Les messages médiatisés (oraux, écrits ou visuels) sont des discours sociaux au sens fort du
terme.
Enracinés dans la pratique sociale, ils déterminent, au-delà de leur sens, des rôles et des
positions, cristallisent des attentes autant qu'ils induisent des modes de représentation et d'accès
à la connaissance. Comment alors appréhender ces messages, à partir de la spécificité des signes
22
qui les composent ? Comment ceux-ci s'organisent-ils, comment interagissent-ils au sein d'un
message et quelles sont les conduites affectives, relationnelles, cognitives qu'ils engendrent ?
C'est à ces questions que répondent les auteurs en s'appuyant sur les acquis des théories de la
communication.
Plus qu'un ouvrage de vulgarisation et de synthèse, Introduction aux théories de la
communication pose un regard neuf sur les messages audio-scriptovisuels et entreprend de les
analyser. Il intéressera particulièrement les enseignants, les pédagogues et les chercheurs
soucieux de développer l'usage socio-éducatif et pédagogique des médias. Ils trouveront ici une
contribution à l'effort théorique qu'ils réclament.
Monicelli Francesco - Carlo Saletti - Società letteraria di Verona., Il racconto della
catastrofe : il cinema di fronte ad Auschwitz, Sommacampagna (VR), Cierre, 1998.
Collocazione: UPS 32-B-2062
Questo libro sfata il mito tragico del silenzio degli innocenti e la convinzione ancor più radicata che
i "corvi neri" dei crematori fossero ebrei che avevano deciso di collaborare con i nazisti per
distruggere i loro fratelli, rende la parola ai "sommersi", fa sentire la loro voce di testimoni
integrali. Essi hanno scritto con la precisa consapevolezza di essere i soli cronisti che avrebbero
potuto rendere conto dell’orrore, là dove l’orrore era assoluto.
Nel corso di alcuni mesi, a volte anni, qualche centinaio di prigionieri ebrei, deportati nel campo di
concentramento di Auschwitz, visse più di ogni altro l’esperienza della prossimità con l’epicentro
della catastrofe. Erano i membri del cosiddetto Sonderkommando, la squadra speciale addetta alle
operazioni di sterminio degli ebrei nelle camere a gas e al "trattamento" dei cadaveri nei crematori
di Birkenau. La maggior parte di questi uomini venne uccisa dalle ss del campo; solo qualche
decina riuscì fortunosamente a sopravvivere e a testimoniare dopo la guerra. Segregati tra i
segregati, assistettero giorno dopo giorno alla distruzione del proprio popolo. Tra il 20 e il 26
gennaio 1945, ad Auschwitz le ultime ss fecero saltare in aria quanto rimaneva dei crematori e
delle camere a gas. Sotto le macerie, tra le ceneri, rimasero nascoste le annotazioni che alcuni
membri del Sonderkommando avevano preso durante la prigionia, scritte, a volte, con il proprio
sangue. Sepolti nei pressi dei crematori del lager di sterminio di Auschwitz-Birkenau, questi sei
manoscritti raccontano l’inferno, il dolore e la morte, ma anche la speranza di vita e l’anelito di
rivolta di coloro che erano destinati a scomparire nel nulla perché ebrei o zingari o politici
antinazisti. Per la prima volta la voce del testimone porta il lettore nei sotterranei dei crematori,
nelle celle della morte, tra i cristalli dello Ziklon B, il veleno tremendo che veniva usato nelle
camere a gas di Auschwitz-Birkenau.
"In condizioni estreme ogni pezzo di carta diviene sacro. Più la distruzione è vasta, più le tracce
scritte divengono sacre". E reclamano di essere conosciute. Un libro evento, che aggiunge nuova
conoscenza alle ragioni e alle dinamiche della macchina dello sterminio nazista. David Roskies
Carlo Saletti (1956) si occupa delle memorie dell’universo concentrazionario. Ha curato Il racconto
della catastrofe. Il cinema di fronte ad Auschwitz (1998) ed è tra i collaboratori del Dizionario
geografico e storico della resistenza, in corso di pubblicazione.
Montgomery Kathryn C., Generation digital: politics, commerce, and childhood in the age
of the Internet, Cambridge, Massachusetts ; London, MIT Press, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3338
"For those whose media experience is bounded by newspapers and radio, Generation Digital will
be an eye-opening guide to the media revolution that is changing the way the next generation
thinks and behaves."
—Michael F. Jacobson, Executive Director, Center for Science in the Public Interest
"Kathryn Montgomery brings clear thinking and empirical evidence to one of the most important
and widely misunderstood issues of our time: how children and teenagers shape and are shaped
by digital culture. Are 'digital natives' more or less engaged with civic matters? What are the
effects of the commercial targeting of youth? How vulnerable are children to Internet pornography
and online predators? What laws can protect both freedom of speech and the private lives of
minors? Until now, many of the claims that advocates have made regarding these issues have
23
been based on beliefs rather than evidence. Montgomery—a media scholar, activist, and mother—
brings an encyclopedic and well-organized body of evidence to bear on a debate that has been
confused by moral panics, uninformed analyses, and ideological agendas."
—Howard Rheingold, author of The Virtual Community and Smart Mobs: The Next Social
Revolution
"Montgomery's study combines the immediacy and engagement of an insider's story with the
sharp and dispassionate eye of the scholar. This book will be of interest to those studying children
and media, as well as to readers with an interest in cultural policy."
—David Buckingham, Institute of Education, University of London
"This is a wonderful book—descriptive, analytical, and insightful. Kathryn Montgomery provides a
detailed look at how children use digital media and its role in their development. Most important,
she elucidates policy concerns about the commercialization of youth with an understanding of
marketing and programming practices that are specific to digital media. Beyond the hype, this
book reminds all of us that the digital age is being led by our children."
—Ellen Wartella, Executive Vice-Chancellor and Provost, University of California, Riverside
Product Description
Children and teens today have integrated digital culture seamlessly into their lives. For most,
using the Internet, playing videogames, downloading music onto an iPod, or multitasking with a
cell phone is no more complicated than setting the toaster oven to "bake" or turning on the TV. In
Generation Digital, media expert and activist Kathryn C. Montgomery examines the ways in which
the new media landscape is changing the nature of childhood and adolescence and analyzes
recent political debates that have shaped both policy and practice in digital culture.
The media have pictured the so-called "digital generation" in contradictory ways: as bold
trailblazers and innocent victims, as active creators of digital culture and passive targets of digital
marketing. This, says Montgomery, reflects our ambivalent attitude toward both youth and
technology. She charts a confluence of historical trends that made children and teens a
particularly valuable target market during the early commercialization of the Internet and
describes the consumer-group advocacy campaign that led to a law to protect children's privacy
on the Internet. Montgomery recounts—as a participant and as a media scholar—the highly
publicized battles over indecency and pornography on the Internet. She shows how digital
marketing taps into teenagers' developmental needs and how three public service campaigns—
about sexuality, smoking, and political involvement—borrowed their techniques from commercial
digital marketers. Not all of today's techno-savvy youth are politically disaffected; Generation
Digital chronicles the ways that many have used the Internet as a political tool, mobilizing young
voters in 2004 and waging battles with the music and media industries over control of cultural
expression online.
Montgomery's unique perspective as both advocate and analyst will help parents, politicians, and
corporations take the necessary steps to create an open, diverse, equitable, and safe digital media
culture for young people.
Mora Emanuela, Fare moda: esperienze di produzione e consumo, Milano, Mondadori,
2009.
Collocazione: UPS 32-B-2060
Una lettura in chiave sociologica del fenomeno della moda, linguaggio e industria culturale tra i
più significativi dei nostri giorni, in bilico tra la capacità di coinvolgere imprese e acquirenti nella
creazione di un patrimonio simbolico di valori, significati, pratiche, e l'accettazione passiva di
canoni del gusto imposti da media e brand aziendali sempre più influenti. Considerando sia il
versante della produzione sia quello del consumo, il volume analizza caratteristiche e mutamenti
della moda nel tempo, concentrandosi innanzitutto sulle peculiarità della situazione italiana,
seguita nel suo percorso dal dopoguerra a oggi. Sono inoltre messi a fuoco i processi della filiera
produttiva, i diversi ruoli professionali, le nuove categorie di fruitori e il recente interesse per una
moda responsabile, etica e sostenibile. Il testo, rivolto in particolare a studenti e professionisti del
settore, è, più in generale, destinato a tutti coloro che sono interessati a comprendere forme e
contenuti di un universo che irresistibilmente ci attrae.
24
Mora Juan Manuel - Diego Contreras - Marc Carroggio, Direzione strategica della
comunicazione nella Chiesa: nuove sfide, nuove proposte, Roma, EDUSC, 2007.
Collocazione: UPS 32-C-3132
Quando le autorità della Chiesa decidono di creare all'interno della propria istituzione un
dipartimento di comunicazione, o quando i professionisti sono chiamati a farsi carico di questo
compito, è logico che sorga il problema del metodo: Come realizzare una comunicazione efficace
in ambito ecclesiale? Come raggiungere il pubblico esterno, a volte lontano o anche culturalmente
distante dalla Chiesa? Come canalizzare le energie dei membri dell'organizzazione a favore della
comunicazione? Sono queste le tematiche di cui si occupa questo volume, che raccoglie gli
interventi della 5ª edizione del Seminario professionale organizzato dalla Facoltà di Comunicazione
Istituzionale della Pontificia Università della Santa Croce. Il contenuto si può riassumere in poche
parole: l'efficacia di un dipartimento di comunicazione dipende, in buona misura, da una adeguata
direzione. La comunicazione istituzionale è un lavoro complesso che richiede professionisti ben
preparati. L'ufficio comunicazione oggi non è più solo "emittente" di informazione, di comunicati
stampa, di dichiarazioni ufficiali. Il suo lavoro non si riduce alla ripetizione di antichi riti
professionali. I nuovi scenari della comunicazione reclamano piuttosto che il dipartimento diventi
sorgente di idee, laboratorio di progetti, centro di relazioni, piattaforma di dialogo.
Moriggi Stefano - Gianluca Nicoletti, Perché la tecnologia ci rende umani: la carne nelle
sue riscritture sintetiche e digitali, Milano, Sironi, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-2046(35)
Le tecnologie estetiche, biomediche e digitali sembrano trasfigurare il corpo come mai in altre
epoche: cos'è dunque diventata la carne oggi? Di quali emozioni e passioni è capace, quali diritti
può ancora esercitare? Ma poi, si può ancora parlare di "umano"? Ha ancora senso distinguere tra
naturale e artificiale? Moriggi e Nicoletti dialogano su questioni che da sempre scandiscono la
storia dell'uomo, ma che oggi devono essere nuovamente decifrate. Dalle nuove reliquie
"sintetiche", ritoccate al silicone come nel caso di Padre Pio, alle immagini digitali della salma di
papa Wojtyla, dalla diffusione delle protesi fisiche e di quelle emozionali, passando per
cyberbadanti, hikikomori e bambole sessuali: è proprio nelle pieghe della tecnologia che gli autori
trovano la chiave per riabilitare la dimensione "carnale", per molti destinata o condannata a
trasfigurarsi in post-umano.
Neri Luca, La baia dei pirati: assalto al copyright, Roma, Cooper, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-583
Scaricare senza pagare - musica, film, software, videogame, libri - è l'attività più popolare in rete.
Nonostante leggi sempre più severe, la violazione del copyright è ormai dilagante. Spaziando fra
Stati Uniti, Italia e Svezia, questa inchiesta racconta l'emergere di una nuova modalità di
pensiero, che inneggia al saccheggio della proprietà intellettuale come atto di disubbidienza civile.
Fa parlare le moltitudini di pirati. Documenta le ragioni tecniche, sociali e politiche, e gli interessi,
che impediscono la repressione di un fenomeno tanto eversivo. Spiega perché i principi su cui si
basa il copyright siano ormai obsoleti, anzi dannosi, incompatibili con il fiorire della libera
comunicazione elettronica.
Olsson Tobias - Peter Dahlgren, Young people, ICTs and democracy: theories, policies,
identities and websites, Goœteborg, Nordicom, 2010.
Collocazione: UPS 20-C-5210
The rhetoric on the Internete and its potential implications for the sphere of politics have been
espicially pertinent in regard to young people. Through the use of notions such as "the egeneration" or "the messenger generation", the new ICT's supposed transformative potential has
been identified and discussed. Just based on the title of this book, it might seem as if we are
offering a similar approach here - speculative reflections on the significance of the Internet for
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young people's engagement and participation.
However, the reader expecting discussions on how the various generations of the Web have
turned the political and democratic world upside down will be disappointed. What this book offers
instead are theoretical reflections on the Internet's civic potential: analyses of policy concerns
connected to its development, and elusive case studies of civic websites as well as young people's
everyday Web practices. Basically, the chapters in this book seek to analyze rather than
mythologize the Internet's political implications for young people.
O'Sullivan Dan, Wikipedia: a new community of practice?, Farnham; Burlington,
Vermont, Ashgate, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3254
During its brief existence Wikipedia has proved astonishingly successful. Its 2.8 million articles (in
English alone) are available freely to all with access to the internet. The on-line encyclopaedia can
be seen as the 21st century's version of earlier historical attempts to gather the world's knowledge
into one place. This unique book first offers a description of some of these earlier attempts. The
author discusses five historical groups or communities of practice, all of which had similar
ambitions to Wikipedia to make an impact on the society of their time through the dissemination
of information. The second part is an analysis of Wikipedia itself, and the third part contains
suggestions about how to approach it, how to contribute to it and what one might gain from it.
Writing in an accessible style the author takes a socio-historical approach and argues that by
looking at communities of practice in the past we can come to understand the radical, even
political, nature of Wikipedia. The book will have a broad appeal to anyone interested in the
development of this unique project, including information management professionals but also
historians, sociologists, educators and students.
Parlagreco Silvia, et al., Andrzej Wajda: il cinema, il teatro, l'arte, Torino, Lindau, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3276
Andrzej Wajda (1926) è fra le figure più interessanti del secondo '900 polacco. Regista di teatro e
di cinema, disegnatore, professore onorario ASP (Accademia delle Belle Arti di Cracovia), è stato
presidente dell'Associazione dei cineasti polacchi e docente alla Scuola di Cinema di Lodz. Nel
clima di rinnovamento che pervade l'Est europeo a metà degli anni '50, in Polonia sono autori
quali Andrzej Wajda, Andrzej Munk, Wojciech Has e Jerzy Kawalerowicz a rapportarsi, attraverso il
cinema (e, nel caso di Wajda, anche il teatro) in maniera problematica e originale con la realtà
contemporanea. L'inquietudine esistenziale si trasforma in strumento per la comprensione della
realtà sociale e l'analisi della storia.
Pecchenino Mauro, La comunicazione d'impresa, Roma; Bari, G. Laterza, 2009.
Collocazione: UPS 33-B-487(428)
La comunicazione d'impresa è un sapere integrato che, gestito da un professionista, esperto in
pubbliche relazioni, consente a un'azienda di elaborare e attivare flessibili ed efficaci strategie di
presenza sul mercato di riferimento. Applicata e praticata da anni in paesi come Stati Uniti, Gran
Bretagna e Francia, in Italia ha lungamente stentato a prendere piede a causa, si diceva, di una
tendenza a organizzare la comunicazione "per comparti": ovvero ciascuna agenzia o struttura
lavora in autonomia, e non esiste una mente centrale che ne coordini gli sforzi (e i risultati)
comunicativi verso l'esterno. Le cose oggi stanno finalmente cambiando. Questo volume offre una
panoramica teorica sulla comunicazione d'impresa e passa in rassegna le diverse professionalità
legate a questo settore, dalla pubblicità alle relazioni pubbliche, alle promozioni, sponsorizzazioni.
Perry Imani, Prophets of the hood: politics and poetics in Hip Hop, Durham, North
Carolina, Duke University Press, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3136
"Perry's a law professor at Rutgers, but she's also a hip-hop head, so she gets the music right."
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Paste Magazine "Compelling... Clearly interest in Hip-Hop Studies is only growing and Imani
Perry's Prophets of the Hood is yet another example of how far the field has come as a legitimate
site of scholarly production." Online at AOL Black Voices "an intertextual discussion, transcending
the usual knee-jerk reactions, of how hip-hop's women have gone from MC Lyte to today's
lifeless--and often light mulatta--capitalist commodities par excellence." L.A. Weekly "Imani Perry
has written the most subtle and nuanced treatment of hip hop that I know. Her complex view of
hip hop as black democratic space subject to prophetic utterance and mainstream cooptation is
powerful. Her call for the local engagement and global vision of the underground to revitalize hip
hop is compelling. Her seminal work should silence all naive or ignorant trashers of this vital
cultural form!" Cornel West, Princeton University "Imani Perry's Prophets of the Hood is an
extraordinary and brilliant book. Eschewing a rigid division between the 'positive' and 'negative' in
hip-hop, she takes the discussion of rap to new depths and greater heights with a probing analysis
of the poetic and political dimensions of the art form. With lucid explanations, crisp writing and
sharp analysis, Perry has managed to actually say some very important things in a strikingly fresh
manner. With the story-telling skills of Nas, the passion of 2Pac, the lyrical dexterity of Lauryn
Hill, the verbal mastery of Talib Kweli and the conceptual acuity of KRS-One, Perry has produced a
stunning, magnificent work of art." Michael Eric Dyson, author of Holler if You Hear Me: Searching
for Tupac Shakur.
Product Description
At once the most lucrative, popular, and culturally oppositional musical force in the United States,
hip hop demands the kind of interpretation Imani Perry provides here—criticism engaged with this
vibrant musical form on its own terms. A scholar and a fan, Perry considers the art, politics, and
culture of hip hop through an analysis of song lyrics, the words of the prophets of the hood.
Recognizing prevailing characterizations of hip hop, or rap, as a transnational musical form, Perry
advances a powerful argument that hip hop is first and foremost black American music. At the
same time, she contends that many studies have shortchanged the aesthetic value of rap by
attributing much of its form and content primarily to socioeconomic factors. Her innovative
analysis revels in the artistry of hip hop, revealing it as an art of innovation, not deprivation.
Perry offers detailed readings of the lyrics of many hip hop artists, including Ice Cube, Public
Enemy, De La Soul, KRS-One, Outkast, Sean "Puffy" Combs, Tupac Shakur, Lil’ Kim, Biggie
Smalls, Nas, Method Man, Lauryn Hill, and Foxy Brown. She focuses on the cultural foundations of
the music and on the form and narrative features of the songs—the call and response, the reliance
on the break, the use of metaphor, and the recurring figures of the trickster and the outlaw. Perry
also provides complex considerations of hip hop’s association with crime, violence, and misogyny.
She shows that while its message may be disconcerting, rap often expresses brilliant insights
about existence in a society mired in difficult racial and gender politics. Hip hop, she suggests, airs
a much wider, more troubling range of black experience than was projected during the civil rights
era. It provides a unique public space where the sacred and the profane impulses within African
American culture unite.
Pfeiffer Heinrich, La Sistina svelata: iconografia di un capolavoro, Milano, Città del
Vaticano, Jaca Book; Libreria Editrice Vaticana, 2010.
Collocazione: UPS 33-C-187(933)
Sino ad oggi la Cappella Sistina è stata soprattutto studiata sotto il profilo stilistico e, sulla scorta
dei lavori di restauro, sotto quello eminentemente tecnico. Questo volume mostra una nuova
Sistina attraverso uno sguardo del tutto innovativo all'iconografia delle pareti laterali dipinte fra gli
altri da Botticelli, Perugino, Signorelli e al lavoro michelangiolesco nella volta, nelle lunette e nella
parete del Giudizio Universale. L'aspetto rivoluzionario del lavoro non consiste nel sovvertire
giudizi storico-artistici o attribuzioni oramai del tutto assodati dalla critica, ma nel mostrare
immagine per immagine, colore per colore la soggiacente struttura simbolica che ordina
coerentemente l'intera opera. Questa struttura simbolica, un vero e proprio programma filosoficoteologico, anticipa e determina l'intera storia degli affreschi della Sistina, dagli artisti
quattrocenteschi sino al lavoro di Michelangelo. Si tratta di un programma iconografico unitario
formulato dai teologi di Sisto IV, in pieno Quattrocento, e poi seguito dallo stesso Michelangelo
molti anni dopo.
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Pignatti Francesco, Internet e i movimenti sociali, Roma, Prospettiva, 2008.
Collocazione: UPS 32-B-1842
La rete ha inevitabilmente cambiato il DNA delle forme di attivismo rispetto a trent'anni fa,
quando il movimento studentesco del '68 confidava nella forza amplificatrice dei soli megafoni, del
passaparola generale o della pubblicazione di manifesti, volantini e fogli informativi. L'era di
Internet e dei cosiddetti "personal media" ha profondamente rinnovato e potenziato gli orizzonti
comunicativi della protesta. Tuttavia non si può assumere come esclusivo criterio di analisi del
fenomeno quello del determinismo tecnologico. La rete, come Giano bifronte, mostra due facce
della stessa medaglia. Se da un lato la sua natura globale, acentrica e multidirezionale le ha
conferito l'immagine di paradiso utopico di altruismo, cooperazione e libertà d'espressione;
dall'altro il frequente ricorso al computer-matching e alla dataveillance, soprattutto da parte del
commercio elettronico, ha messo in evidenza la scarsa capacità della rete nella protezione della
sfera privata (privacy).
Pillitteri Paolo, Non è vero ma ci credo: immagini, simulacri, inganni, Milano, Spirali,
2009.
Collocazione: UPS 24-B-2954(325)
Un straordinario percorso lungo la storia del cinema e della fotografia nell'analisi di moltissimi casi
di falsificazione storica. Spesso la fotografia è una messa in scena o una messa in posa
(l'espugnazione di Porta Pia nel 1870) o addirittura una finta istantanea (i fotogrammi con gli
attori nei ruoli di Lenin e dei membri del Comitato centrale del Pcus nel film Ottobre sono fatti
passare per quelli veri). Con Lenin prima e Stalin poi, la finzione cinematografica prende il posto
della verità. Altrettanto con Mussolini, vera e unica star del regime, che utilizzò il cinema come
mezzo di propaganda, e realizzò Cinecittà, l'Istituto Luce, il Centro Sperimentale di
Cinematografia. E ancora, i video del terrore di Al Qaeda, la foto simbolica dell'iraniana Neda,
l'enigma dell'immagine della Sindone fotografata in negativo, l'inquietante Blade Runner dove
l'immagine, il replicante, sfugge al suo creatore, in un mondo ossessionato dalla Tv onnipresente
come il Grande Fratello di Orwell.
Pinotti Andrea - Antonio Somaini, Teorie dell'immagine: il dibattito contemporaneo,
Milano, R. Cortina, 2009.
Collocazione: UPS SLG-5-C-125(59)
Si dice abitualmente che viviamo nella "civiltà delle immagini", esposti a un flusso di impressioni
visive che ci sollecita incessantemente. Ma essere immersi in una dimensione non è la posizione
migliore per rendersi conto né della nostra condizione né della natura dell'ambiente che ci
avvolge. Sopraffatti dalle immagini, non sappiamo dire più che cosa sia davvero un'immagine,
quali siano le sue funzioni e i suoi poteri. Sono dunque necessari strumenti che ci aiutino a
interpretare la "cultura visuale" in cui viviamo, senza relegarci nella posizione di spettatori passivi.
"Teorie dell'immagine" risponde a questa esigenza. Proseguendo e al contempo trasformando in
profondità la tradizione delle indagini intorno all'immagine (arti visive, fotografia, cinema,
televisione, nuovi media), dieci saggi degli esponenti più significativi di quel nuovo campo di studi
conosciuto sotto i nomi di visual culture studies e Bildwissenschaft presentano al pubblico italiano
le più interessanti linee di ricerca su quella che potremmo chiamare Viconosfera contemporanea.
Pulitzer Joseph, Sul giornalismo, Torino, Bollati Boringhieri, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-586
«Quale sarà la condizione della società e della politica di questa Repubblica di qui a settant’anni,
quando saranno ancora vivi alcuni dei bambini che adesso vanno a scuola? Sapremo
salvaguardare il primato della Costituzione, l’uguaglianza di tutti i cittadini di fronte alla legge e
l’incorruttibilità della giustizia, oppure avremo un governo del denaro e dei disonesti?» Joseph
Pulitzer se lo chiedeva all’’inizio del Novecento, quando per sua iniziativa nasceva la Scuola di
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giornalismo della Columbia University di New York. Era convinto che la risposta dipendesse in
buona parte dalla qualità dell’informazione. A distanza di un secolo, nel momento in cui il
consumo di notizie ha raggiunto ritmi prima inimmaginabili e rischia paradossalmente di
rovesciarsi in disinformazione, la richiesta di qualità è ancora più decisiva per il bene pubblico.
Perché «la nostra Repubblica e la sua stampa progrediranno o cadranno insieme».
Raffaelli Luca, Tratti & ritratti: i grandi personaggi del fumetto da Alan Ford a Zagor,
Roma, Minimum Fax, 2009.
Collocazione: UPS 32-B-2050
"Tratti & ritratti" è un personale dizionario dei personaggi del fumetto, a cura del più famoso
esperto italiano di comics e cartoons. Luca Raffaelli firma settantotto ritratti dei più amati eroi di
carta, con un'esposizione agile e sintetica capace di legare in una visione d'insieme tanto gli
aspetti tecnici del disegno quanto quelli letterari della sceneggiatura e dei dialoghi. Un discorso
estetico nel senso più completo del termine - cioè filosofico prima ancora che artistico - che ci
permette di capire come dietro Batman e Superman, Dylan Dog e Tex, Kriminal e Diabolik, Corto
Maltese e Valentina si nasconda un'umanità sorprendentemente "tridimensionale", fatta di sogni,
paure, desideri e nevrosi, modelli di comportamento e visioni del mondo che rimandano a quelli
dei loro creatori ma anche, ne siamo consapevoli o meno, a quelli di noi lettori. Che si tratti di
criminali incalliti o integerrimi detective, omini blu o paperi gialli, eroine intrepide o
smidollatissimi antieroi, le storie che questi personaggi vivono sulle loro pagine di carta non
smettono mai di raccontarci molte cose di noi stessi, forse più di quanto a volte siamo disposti ad
ammettere.
Riva Giuseppe, et al., Networked flow: comprendere e sviluppare la creatività di Rete,
Milano, LED-Edizioni Universitarie di Lettere Economia Diritto, 2010.
Collocazione: UPS 32-B-2061
Questo volume non si limita a sviluppare il concetto di "Networked Flow" come ponte tra i livelli
neuropsicologico, psicologico e sociale che caratterizzano il processo creativo. Esso propone anche
una metodologia derivata dalla social network analysis che offre un valido punto di partenza per
estendere, attraverso la misurazione del processo creativo in rete, quelle procedure di studio della
creatività tradizionalmente limitate all'ambito intrapersonale. Inoltre, l'analisi delle nuove
possibilità offerte dalle tecnologie collaborative del Web 2.0 suggerisce come il concetto del
Networked Flow sia anche uno strumento utile per comprendere il potenziale che queste
tecnologie hanno per la creatività online.
Rose Tricia, The hip hop wars: what we talk about when we talk about hip hop -and why
it matters, New York, Basic Civitas Books, 2008.
Collocazione: UPS 32-C-3344
Hip-hop is in crisis. For the past dozen years, the most commercially successful hip-hop has
become increasingly saturated with caricatures of black gangstas, thugs, pimps, and ’hos. The
controversy surrounding hip-hop is worth attending to and examining with a critical eye because,
as scholar and cultural critic Tricia Rose argues, hip-hop has become a primary means by which
we talk about race in the United States.
In The Hip-Hop Wars, Rose explores the most crucial issues underlying the polarized claims on
each side of the debate: Does hip-hop cause violence, or merely reflect a violent ghetto culture? Is
hip-hop sexist, or are its detractors simply anti-sex? Does the portrayal of black culture in hip-hop
undermine black advancement?
A potent exploration of a divisive and important subject, The Hip-Hop Wars concludes with a call
for the regalvanization of the progressive and creative heart of hip-hop. What Rose calls for is not
a sanitized vision of the form, but one that more accurately reflects a much richer space of
culture, politics, anger, and yes, sex, than the current ubiquitous images in sound and video
currently provide.
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Rossi Ghiglione Alessandra - Alessandro Pontremoli - Roberto Pagliarino, Fare teatro
sociale, Roma, Audino, 2007.
Collocazione: UPS 32-B-1705(97)
Cosa significa "fare teatro sociale"? Vuol dire fare teatro "fuori dal teatro", ossia in ambito sociale
(periferie delle metropoli, disabilità, scuola, carceri) con persone che non hanno necessariamente
l'obiettivo di diventare attori professionisti, ma che trovano nel teatro l'occasione per dar voce alla
propria creatività, ai propri vissuti, ai propri interessi e bisogni. Questo manuale è uno strumento
di lavoro pratico e di riflessione metodologica nell'ambito del teatro sociale, e si rivolge a chiunque
desideri avvicinarsi a questo tipo di lavoro o semplicemente a chi abbia la necessità di consultare
una lunga serie di esercizi teatrali, commentati e catalogati. Il testo nasce dall'esperienza del
Master di Teatro Sociale e di Comunità promosso dalla Facoltà di Scienze della Formazione
dell'Università di Torino. Il lettore si troverà di fronte a una prima parte introduttiva divisa in due
capitoli: il primo spiega che cos'è e come si fa il teatro sociale; il secondo affronta la questione
della conduzione del laboratorio teatrale nei contesti di teatro sociale. La seconda parte presenta
un buon numero di esercizi appartenenti alla sfera della teatralità, sotto forma di schede di facile
consultazione. Il corpus degli esercizi è catalogato secondo precise aree di lavoro: il corpo,
l'espressione e la creazione drammaturgica. Il capitolo conclusivo presenta e analizza due progetti
di intervento condotti in Piemonte dando esempio di alcuni ambiti classici di azione del teatro
sociale.
Sassoli Elisa, Non solo shopping: usi sociali dei luoghi del consumo, Firenze, Le Lettere,
2008.
Collocazione: UPS 33-C-464(39)
Questo libro è un viaggio nei nuovi spazi dello shopping, in particolar modo nei centri commerciali,
format distributivi ritenuti efficaci testimonianze di un mutamento socio-antropologico che rende
questi spazi luoghi privilegiati della socialità. Luoghi scelti e usati, divenuti parte integrante
dell'esperienza quotidiana della nostra società. Luoghi frequentati e amati che si aggiungono
(senza sostituirli) ai luoghi antropologici tradizionali, come le piazze e le strade che continuano ad
animare i nostri centri storici. Luoghi vissuti, lungi dall'essere impersonali e dal degradarsi in nonluoghi. Prefazione di Giovanni Bechelloni.
Questo agile excursus sui luoghi del consumo è esplicitamente ispirato al pensiero di un veterano
della riflessione sociologica come Giovanni Bechelloni, che ha anche firmato la prefazione al libro.
Di Bechelloni, Sassoli ricorda il rifiuto delle "tesi della teoria critica che lavorano sull'ipotesi di
un'imminente fine del capitalismo", così come delle "tesi post-strutturaliste che, suggestionate
dalla grande ondata nichilista, hanno elaborato l'immagine frammentata di una società postmoderna non solo priva di scopo ma anche sbriciolata in una miriade di percorsi di senso privi di
significato per gli attori sociali". Sempre sulle orme di Bechelloni, l'autore approda all'idea che il
consumo "trova una spiegazione in base al significato che assume in un contesto" e "in questo
senso (…) non è distruttore né distruttivo ma fondatore di molteplici stili e combinazioni di beni,
creatore di conoscenze, di immaginari condivisi, di nuovi contesti culturali, e con ciò di nuovi
significati". Sassoli procede a una rapida, ma efficace, sintesi delle trasformazioni dei luoghi del
consumo nel corso del tempo, dalla bottega ai supermarket e shopping centers,e infineai points of
permanence, che si sono trasformati da "luoghi d'acquisto" a luoghi "dove recarsi per trascorrere
parti del tempo libero". Quindi espone i risultati di una ricerca sul campo, condotta nel 2006 al
centro commerciale "I Gigli", collocato tra Firenze e Prato.Una ricerca interessante, ma che non
elimina le perplessità che una prospettiva forse un po' troppo ottimistica sul consumo non manca
di ingenerare.
Sitomer Alan Lawrence, Hip-hop poetry and the classics: connecting our classic
curriculum to Hip-Hop poetry through standards-based, language arts instruction,
Beverly Hills, CA, Milk Mug, 2004.
Collocazione: UPS 32-D-427
Hip-Hop's literary and artistic merits are evident when compared to classic poetry and it's easy to
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link the great poets of the past to the contemporary Hip Hop poets of today: compare Robert Frost
to Public Enemy, Shakespeare to Eminem, and Shelley to the Notorious B.I.G. This interactive
workbook-style format is fun for teachers and students, as it illuminates the art of the written
word with in-depth analysis of poetic literary devices, writing activities, and other innovative
methods.
Sontag Susan - Paolo Dilonardo, Davanti al dolore degli altri, Milano, Mondadori, 2006.
Collocazione: UPS 4-B-2148
Sfogliando i quotidiani, guardando i telegiornali, assistiamo di continuo ad atrocità di ogni genere:
distruzioni, bombardamenti, violenze su uomini e donne, vittime innocenti di guerre che non
vogliono ma che subiscono passive e inermi. Nelle società contemporanee, in cui i mezzi di
informazione hanno un ruolo sempre più centrale, il dolore degli altri è uno spettacolo all'ordine
del giorno. Ma queste immagini ci fanno odiare la violenza o ne siamo incitati? Ci allarmiamo o
diventiamo sempre più indifferenti? In queste pagine Susan Sontag si interroga sul modo in cui le
immagini influenzano la nostra percezione di quanto accade, formano le opinioni comuni, inducono
a contrastare i conflitti bellici o a sostenerli. La guerra civile spagnola, Dachau, Auschwitz,
Cambogia, Bosnia, Rwanda, l'11 Settembre: Susan Sontag corre dal passato al presente, si
sofferma sulle immagini che hanno assunto valore emblematico e mostra come hanno
condizionato le nostre idee, le nostre credenze, le nostre passioni.
Subini Tomaso, La necessità di morire: il cinema di Pier Paolo Pasolini e il sacro, Roma,
Ente dello Spettacolo, 2007.
Collocazione: UPS 32-B-2073
La produzione cinematografica di Pier Paolo Pasolini è percorribile per più vie, che a volte si
presentano come impervi sentieri, altre come vere e proprie strade maestre: se non esaustiva, è
certamente di grande rilievo quella segnata dall'interesse per la dimensione del sacro, lungo cui si
muove il presente volume. Da posizioni spesso provocatorie, Pasolini ha affrontato quello che lui
stesso definiva il "momento religioso dell'umanità" in due periodi contigui ma distinti della sua
opera degli anni Sessanta: il primo lo vede intrecciare significative relazioni con il mondo cattolico,
o meglio con la sua ala progressista; il secondo risalire alle radici stesse del sacro in quanto
fondamento aconfessionale di ogni espressione religiosa.
Ventola Eija - Arsenio Jesu s Moya Guijarro, The world told and the world shown :
multisemiotic issues, New York, Palgrave MacMillan, 2009.
Collocazione: UPS 32-C-3134
Positioned within the field of linguistics and multisemiotic discourse analysis, the theme of this
book is the multifaceted interaction between text and image in different discourse genres, and it
offers critical views on how we talk and show our experience of the world around us.
Warner Daniel - Christoph Cox, Audio culture: readings in modern music, New York,
Continuum, 2004.
Collocazione: UPS 32-C-3340
The groundbreaking Audio Culture: Readings in Modern Music (Continuum; September 2004;
paperback original) maps the aural and discursive terrain of vanguard music today. Rather than
offering a history of contemporary music, Audio Culture traces the genealogy of current musical
practices and theoretical concerns, drawing lines of connection between recent musical production
and earlier moments of sonic experimentation. It aims to foreground the various rewirings of
musical composition and performance that have taken place in the past few decades and to
provide a critical and theoretical language for this new audio culture.
Via writings by philosophers, cultural theorists, and composers, Audio Culture explores the
interconnections among such forms as minimalism, indeterminacy, musique concrète, free
improvisation, experimental music, avant-rock, dub reggae, Ambient music, HipHop, and Techno.
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Instead of focusing on the putative "crossover" between "high art" and "popular culture," Audio
Culture takes all of these musics as experimental practices on par with, and linked to, one
another. While cultural studies has tended to look at music (primarily popular music) from a
sociological perspective, the concern here is philosophical, musical, and historical.
Audio Culture includes writing by some of the most important musical thinkers of the past halfcentury, among them John Cage, Brian Eno, Glenn Gould, Umberto Eco, Ornette Coleman, Jacques
Attali, Simon Reynolds, Pauline Oliveros, Paul D. Miller, David Toop, John Zorn, Karlheinz
Stockhausen, and many others. The book is divided into nine thematically-organized sections,
each with its own introduction. Section headings include topics such as "Modes of Listening,"
"Minimalisms," and "DJ Culture." In addition, each essay has its own short introduction, helping
the reader to place the essay within musical, historical, and conceptual contexts. The book
concludes with a glossary, a timeline, and an extensive discography.
Weinstein Deena, Heavy metal: the music and its culture, New York, Da Capo Press,
2000.
Collocazione: UPS 32-C-3304
This is one of the few books that provides a serious study of this most loud and rebellious form of
rock'n'roll. Beginning with pioneers such as Black Sabbath in the early 1970s, Weinstein traces the
roots of the music and the bands who played it, from England's hardcore headbangers to their
American counterparts plus a lot of the lightweight pretty-boy bands of the 1980s.
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