Criminalità organizzata e gioco lecito e illecito_Relazione annuale

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Criminalità organizzata e gioco lecito e illecito_Relazione annuale
Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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Infiltrazioni della criminalità organizzata nel gioco (anche) lecito
(Magistrato delegato Cons. Diana de Martino)
L’industria del gioco, che dà lavoro a 5.000 aziende e 120.000 persone, è in continua crescita
con un fatturato previsto, per il 2011, di almeno 70 miliardi.
Tali dati, che si riferiscono al gioco legale, sono destinati ad impennarsi se si guarda anche al
gioco clandestino.
Proprio per arginare l’enorme diffusione del gioco illecito, vennero introdotte, con la finanziaria
del 2003, nuove regole finalizzate a rendere competitivo il settore del gioco lecito sottraendo
così “risorse” al gioco illegale.
In conseguenza di ciò e dei successivi interventi normativi che hanno riguardato anche il gioco
a distanza (o gioco on line), il volume d’affari dell’intero comparto, dal 2003 al 2010, è cresciuto
da 15 a 61 miliardi all’anno, con un incremento del 306%.
Nel primo semestre del 2011 il settore del gioco ha fatturato circa 35 miliardi ma i dati del
secondo semestre saranno certamente superiori visto che dal 18 luglio è stato autorizzato il
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poker cash , e che nei primi 40 giorni tale gioco on line ha generato, da solo, un volume di
affari pari a 3 miliardi di euro.
La principale voce del comparto giochi rimane comunque quella degli apparecchi di
intrattenimento (new-slot e video-lottery) che rappresentano il 57% del settore. Seguono le
lotterie, in cui si ricomprendono anche le lotterie istantanee “gratta e vinci”; poi il lotto; le
scommesse sportive (riguardanti automobilismo, baseball, basket, calcio, canottaggio, ciclismo,
football americano, golf, rugby e volley); i c.d. skill-games, introdotti nel 2006 ma in rapidissima
crescita; i giochi numerici a totalizzatore (es. superenalotto o win for life), il Bingo e infine i
giochi ippici.
Considerato dunque l’enorme rilevanza che nel comparto dei giochi hanno ormai acquisito gli
apparecchi da intrattenimento e gli skill-games (in cui si ascrive anche il poker on line) ne
deriva, ovviamente, che l’attività della criminalità si concentra proprio su tali settori del gioco.
Si ritiene dunque opportuno richiamare – come si è fatto nella relazione del precedente anno –
la normativa che regola tali particolari tipi di gioco, facendo anche riferimento alle novità
legislative che hanno interessato, nell’ultimo anno, il settore.
GLI APPARECCHI DA INTRATTENIMENTO
L’art. 22 della Legge 289/2003 (Legge Finanziaria del 2003) ha modificato l’art. 110 del R.D. nr.
773/1931 ed ha riordinato la normativa sul gioco lecito razionalizzando il comparto relativo agli
apparecchi da intrattenimento.
Dalla lettura della norma, in particolare del co. 5 che definisce gli apparecchi vietati in quanto
destinati al gioco d’azzardo193, appare evidente che la linea di demarcazione tra apparecchi
leciti e illeciti si rinviene nella rilevanza dell’abilità del giocatore: sono leciti gli apparecchi in cui
l’esito del gioco non è affidato totalmente al caso, ma è influenzato anche dalle capacità
dell’utente.
Sono previste due categorie di apparecchi da intrattenimento, a seconda che vi sia o meno una
vincita in denaro:
A – apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro previsti dell’art. 110 comma 6 del
TULPS (new-slot e video-lottery):
I congegni da divertimento previsti dal comma 6 sono quelli che distribuiscono premi in denaro,
erogati (entro certi limiti) direttamente dalla macchina. Possono essere di due tipi:
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Art. 110 co. 5 del TULPS:
“Si considerano apparecchi e congegni automatici, semiautomatici ed elettronici per il gioco d'azzardo
quelli che hanno insita la scommessa o che consentono vincite puramente aleatorie di un qualsiasi
premio in denaro o in natura o vincite di valore superiore ai limiti fissati al comma 6, escluse le macchine
vidimatrici per i giochi gestiti dallo Stato e gli apparecchi di cui al comma 6”.
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- quelli previsti dal co. 6 lettera “a” - le diffusissime new-slot - sono apparecchi comandati
da una scheda elettronica o smart card, situata al loro interno.
In tali apparecchi il costo della partita non può essere superiore a € 1 e la vincita non può
superare € 100. Inoltre, su un ciclo complessivo di non più di 140.000 partite, le vincite non
devono risultare inferiori al 75 % delle somme giocate (c.d. payout).
- quelli previsti dal comma 6 lettera “b - le video-lottery terminal o VTL – invece di essere
comandati da una scheda elettronica interna, sono dotati di un terminale finale collegato al
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server della concessionaria da cui si scaricano i giochi . In pratica il software di gioco non è
presente nella macchina ma è installato sulla rete telematica gestita dal concessionario.
Il costo della partita può arrivare fino a € 10 e la vincita fino a euro 5000, o 500.000 in caso di
jackpot. Le vincite non devono risultare inferiori all’85 % delle somme giocate (c.d. payout).
Le video-lottery terminal, introdotte dalla finanziaria del 2006, di fatto sono entrate in funzione
alla fine del 2010. Esse non possono essere installate nei bar ma soltanto nei locali pubblici
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destinati specificamente al gioco .
Tutti gli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro non possono riprodurre il gioco del
poker o le sue regole fondamentali, e non possono essere usati da minori.
B – apparecchi da intrattenimento senza vincita in denaro, previsti dall’art. 110 comma 7
del TULPS (videogiochi).
Fanno parte di questa categoria
- i congegni elettromeccanici privi di monitor (comma 7 lett. A) attraverso cui si può
specificamente esercitare l’abilità del giocatore e in cui l’erogazione del premio non può
essere in denaro ma soltanto in piccola oggettistica. Si tratta delle c.d. “pesche di abilità
“ o “gru”.
- gli apparecchi basati unicamente sull’abilità del giocatore (comma 7 lett. C) in cui non vi
è alcuna vincita ma in cui la capacità del giocatore determina la durata della partita in
assenza di qualsiasi componente aleatoria. Si tratta dei video giochi
Tali apparecchi, a differenza di quelli previsti dal comma 6, sono fruibili anche da minorenni.
Anche tali congegni non possono riprodurre il gioco del poker o le sue regole fondamentali.
La produzione, l’importazione e la gestione sia dei congegni previsti dal comma 6 (new slot e
video-lottery) sia di quelli previsti dal comma 7 (videogiochi), è soggetta all’autorizzazione
dell’Amministrazione dei Monopoli e al rilascio della licenza di PS ai sensi dell’art 86 TULPS.
La norma stabilisce infatti che tali apparecchi devono essere muniti di dispositivi che ne
garantiscano la immodificabilità delle caratteristiche tecniche e delle modalità di funzionamento
e di distribuzione dei premi; e che debbano essere dotati di programmi o schede, che ne
blocchino il funzionamento in caso di manomissione.
Sugli apparecchi da intrattenimento con vincita in denaro (new-slot e video-lottery) si applica un
prelievo erariale unico (PREU) nella misura del 13,5 % delle somme giocate e registrate dagli
appositi contatori.
Allo scopo di consentire ad AAMS di controllare l’utilizzo degli apparecchi e il volume di gioco,
in modo da poter verificare la correttezza degli introiti, ciascun apparecchio è collegato ad una
rete telematica, affidata da AAMS in concessione (attualmente le concessionarie sono 10), che
assicura l’elaborazione periodica dei dati registrati dai congegni stessi ed il loro trasferimento al
sistema centrale gestito direttamente dall’Amministrazione dei Monopoli tramite la So.Gei 196.
Dunque la “rete” del gioco legale realizzato attraverso le apparecchiature elettroniche, risulta
costituita da :
- AAMS che regola il comparto del gioco pubblico attraverso una verifica costante
dell’operato dei concessionari
- le concessionarie, imprese private che, a seguito di gara pubblica, hanno ricevuto da
AAMS la concessione per la conduzione della rete telematica e ne assicurano
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Tale accorgimento rende più difficili i tentativi di manomissione.
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Ovvero sale bingo, agenzie di scommesse, sale gioco
“Società generale di informatica” spa, che supporta la P.A. in vari settori tra cui quello del gioco
pubblico.
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l’operatività. Sono responsabili verso AAMS della conformità degli apparecchi distribuiti
dai gestori e della raccolta del gioco, e a tale scopo concludono distinti contratti con i
gestori;
- i gestori, imprese private che ricevono dalla concessionaria il mandato per la
distribuzione, l’installazione e la gestione delle attività di raccolta del gioco. Sono i
proprietari degli apparecchi (di cui garantiscono al concessionario la conformità a
quanto previsto dalla normativa) che poi affidano agli esercenti;
- gli esercenti ovvero i titolari degli esercizi pubblici in cui gli apparecchi vengono
installati. L’esercente stipula un contratto con il gestore, impegnandosi a fornire la
spazio dove collocare gli apparecchi, l’alimentazione elettrica e la custodia, e ricevendo
un corrispettivo commisurato all’entità delle giocate.
Attraverso la rete telematica affidatagli, la concessionaria assicura la contabilizzazione delle
somme giocate e delle vincite erogate, nonché la trasmissione periodica di tali informazioni al
sistema centrale; provvede a contabilizzare il prelievo erariale unico e ne esegue il versamento
ad AAMS.
Tutto il sistema di imposizione fiscale si basa dunque sulla corretta operatività della rete
telematica, che garantisce ad AAMS la possibilità di verificare che le somme versate a titolo di
PREU corrispondano al volume delle giocate.
Conseguentemente, sono numerosissime le condotte criminali finalizzate ad alterare i flussi di
comunicazione concernenti i dati di gioco, dalle macchinette al sistema di elaborazione del
concessionario, ovvero ad intervenire direttamente sui contatori, per ridimensionare l’entità dei
dati di gioco e, conseguentemente, abbattere il PREU.
Tali condotte si realizzano mediante un’introduzione abusiva nel sistema telematico ed
installando congegni in grado di impedire le comunicazioni telematiche tra l’apparecchiatura da
gioco e la rete, interrompendo di fatto il flusso originale dei dati e consentendo la
comunicazione di un flusso diminuito dei medesimi.
Altra prassi criminale è quella di alterare le macchinette previste dall’art. 110 comma 7 (i video
giochi) installando - oltre a quella originale - una seconda scheda elettronica che consente la
trasformazione dell’apparecchio in una slot con vincita in denaro. In tal modo, attraverso un
telecomando, si attiva la seconda scheda e si realizza una new-slot non collegata alla rete
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telematica e sulla quale dunque non vi è alcun prelievo fiscale .
Attraverso tali meccanismi la criminalità si appropria sia degli importi che dovrebbero essere
corrisposti ai Monopoli a titolo di imposta (PREU), sia dell’agio del concessionario, che è
ovviamente proporzionale al volume delle giocate.
Tali condotte sono diffusissime: accanto alle 250.000 new slot ufficiali, si stima che siano
operativi almeno altri 200.000 apparecchi illegali, con un danno erariale di circa 55 miliardi.
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Allo scopo di contenere le condotte illecite, la legge di stabilità per il 2011 - che si è proposta
di rafforzare l’azione di contrasto al gioco illegale e la tutela dei consumatori, soprattutto minori ha previsto l’istituzione di un albo degli operatori delle new slot. Si tratta di un elenco che
ricomprende l’intera filiera degli apparecchi da intrattenimento: concessionarie, gestori,
esercenti e perfino i manutentori.
Per ottenere l’iscrizione all’albo è necessario avere la licenza di cui all'articolo 86 del TULPS
nonché la certificazione antimafia, che dovrà quindi essere richiesta, tra l’altro, da tutti i titolari
dei punti di gioco pubblico. E’ poi indispensabile essere in regola con i pagamenti del Preu, aver
prestato le fideiussioni previste e mantenere l’azienda in condizioni di regolarità. Senza
l’iscrizione all’albo non si può esercitare, e i contratti sottoscritti con i concessionari sono nulli.
Sempre la medesima legge ha previsto una sorta di censimento degli apparecchi in modo da
creare un database circa la titolarità degli stessi e la loro localizzazione: si potrà così conoscere
il numero di macchine legalmente installate in ogni locale, in modo da agevolare le verifiche e
far emergere gli apparati non collegati alla rete, contrastando evasione fiscale e gioco illecito.
Le violazioni delle norme relative alla corretta installazione e gestione degli apparecchi da
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Dalle indagini della DDA di Bologna è risultato un sistema di frode basato su tecnologia Wi Fi molto più
sofisticato e soprattutto più difficilmente rilevabile nel corso dei controlli finalizzati ad individuare eventuali
apparecchiature estranee al quadro elettronico omologato. Infatti sulla base di tale tecnologia la seconda
scheda di gioco capace di trasformare l’apparecchio non è posta all’interno dell’apparecchio stesso bensì
in un luogo occulto dal quale, attraverso l’utilizzo di un telecomando può inviare via wi fi un segnale che
altera quello fornito dalla scheda installata ed omologata sull’apparecchio.
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intrattenimento, sono punite con una serie di sanzioni amministrative introdotte dal D.L. 78/2009
che sono state ulteriormente inasprite dal D.L. 98/2011.
Per gli illeciti fiscali commessi in materia di PREU l’art. 15 del DL 78/2009 prevede la
responsabilità solidale di tutti i soggetti appartenenti alla filiera del settore delle new slot.199.
Ma nei confronti di coloro che modificano gli apparecchi da intrattenimento, si configurano
anche comportamenti rilevanti sul piano penale:
si ravvisa innanzitutto il reato di truffa nel caso di manomissioni finalizzate a modificare l’alea di
gioco facendo impennare le perdite per il giocatore e le entrate per il gestore.
Più gravi delitti si configurano nelle condotte di alterazione dei sistemi di contabilizzazione delle
giocate attraverso illeciti interventi sui canali di comunicazione con AAMS; ovvero nelle attività
di trasformazione – attraverso dispositivi esterni all’apparecchio quali telecomandi o altro - dei
videogiochi in new-slot; così lucrando sul mancato pagamento del PREU.
Possono in tali casi configurarsi i reati di cui agli artt. 617 quater (interruzione illecita di
comunicazioni telematiche), 617 quinquies (installazione di apparecchiature atte ad
interrompere comunicazioni telematiche), 640 ter c.p. (frode informatica). Si ravvisano poi il
delitto di illecita concorrenza con violenza e minaccia (art. 513 bis) e il delitto di estorsione
(eventualmente aggravati ai sensi dell’art. 7 D.L. 152/1991), tutte le volte in cui gli apparecchi di
un determinato operatore vengono imposti sul mercato mediante atteggiamenti violenti,
realizzando un regime di sostanziale monopolio, e non consentendo ad altre società di inserirsi
in tale circuito commerciale.
SKILL GAMES
Il D.L. 223/2006 - c.d. decreto Bersani - ha introdotto con l’art. 38 comma 1 letta B i “giochi di
abilità a distanza”con vincita in denaro, ovvero i giochi on-line il cui risultato dipende, in misura
prevalente, dall’abilità dei giocatori.
Proprio la rilevanza di tale fattore umano sull’elemento aleatorio ha condizionato il nome con cui
questi giochi vengono indicati – skill games – appunto giochi di abilità.
Poiché né il decreto Bersani né i successivi regolamenti hanno specificato quali sono i giochi di
abilità legalizzati, i concessionari devono sottoporre all’amministrazione le ipotesi di giochi
perché ne venga vagliata la corrispondenza alle caratteristiche sopra indicate. Di fatto i
concessionari sono stati autorizzati ad esercitare, on-line, giochi di società quali la dama, gli
scacchi, il domino e giochi di carte quali il bridge, il blackjack, e soprattutto il poker.
L’esercizio di tali giochi può essere offerto soltanto dai concessionari selezionati
dall’amministrazione dei monopoli a seguito di evidenza pubblica.
Gli skill-games sono assoggettati ad imposta unica nella misura del 3% della raccolta. Pertanto
le piattaforme di gioco (le c.d. Poker Room) devono essere collegate al sistema informatico dei
Monopoli, gestito da Sogei, che consente di monitorare la mole di gioco sviluppata ed accertare
la congruità delle somme versate a titolo di imposta.
È proprio nel settore degli skill-games, in particolare con il poker on-line, che si è rilevata la
crescita percentuale più alta e – come si è già accennato – con l’introduzione del cash game, il
poker on line avrà un ulteriore incremento esponenziale. Infatti mentre nel poker Texas Hold’em
il giocatore paga una quota di entrata ottenendo un numero di fiches uguale agli altri giocatori
esaurita la quale la partita deve essere abbandonata, nel cash game i giocatori sono liberi di
acquistare quote di fiches in base alla loro disponibilità economica e di restare in gioco finché
non le hanno esaurite. L’unico limite fissato dal decreto è quello di 1000 euro per sessione di
gioco.
In tema di skill games, e in generale di gioco on-line, la condotta illecita consiste nella raccolta
del gioco tramite siti gestiti da soggetti privi di concessione cosicché il gioco a distanza, che
viene realizzato in assenza di qualsiasi forma di controllo e di ogni imposizione fiscale.
200
“È punito
Tale condotta è sanzionata dal comma 1 dell’art. 4 L. 401/1989 che stabilisce
altresì con la reclusione da sei mesi a tre anni chiunque organizza, esercita e raccoglie a
distanza, senza la prescritta concessione, qualsiasi gioco istituito o disciplinato
dall’Amministrazione autonoma dei monopoli di Stato”.
È punito invece a titolo contravvenzionale l’organizzazione, l’esercizio e la raccolta a distanza
del gioco svolta dal concessionario ma con modalità diverse da quelle previste dalla legge.
199
Si ricorda che la concessionaria è responsabile verso AAMS della conformità degli apparecchi
distribuiti dai gestori e della raccolta del gioco
200
modifica apportata dalla Legge comunitaria 2008 – L. 7 luglio 2009 n. 88
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In tutti tali casi, con decreto direttoriale di AAMS, viene disposta “l’inibizione di accesso ai siti di
gioco non autorizzati”201: in pratica AAMS svolge un periodico monitoraggio dei siti internet che
contengono proposte di gioco, provvedendo, in caso di individuazione di siti gestiti da soggetti
non autorizzati o di giochi on line non autorizzati, ad emanare un provvedimento con il quale
viene ordinato ai provider gestori delle risorse web, di inibire i siti illegali e di reindirizzare gli
utenti verso il sito istituzionale.
LE SCOMMESSE A QUOTA FISSA
202
La raccolta delle scommesse in Italia , nel settore sportivo e non, è riservata allo Stato che la
esercita attraverso concessionari selezionati attraverso gara pubblica.
L’Amministrazione dei Monopoli rilascia concessione per il betting ovvero la raccolta - a
distanza o su rete fisica - delle scommesse a quota fissa.
L’offerta è davvero vasta: nel calcio ad esempio, oltre al classico "1X2", è possibile
scommettere anche sul risultato esatto di una partita, sul risultato del primo tempo, sul numero
di gol superiori o inferiori ad un numero prefissato e su molte altre tipologie di esiti.
I concessionari sono tenuti al rispetto di specifici obblighi (tra cui quelli di trasparenza e di
tracciabilità) a tutela degli interessi generali, dell’ordine pubblico, dei giocatori, dei minori.
Il concessionario autorizzato è inoltre destinatario di imposizioni fiscali commisurate al volume
della raccolta di scommesse. A tale scopo il flusso delle scommesse raccolte dai concessionari
di Stato, confluisce ed è registrato, in via informatica e in tempo reale, in un unico “totalizzatore
nazionale” tenuto e gestito da Sogei Spa.
Attraverso specifici programmi informatici AAMS è in grado di individuare, sulla base
dell’elaborazione e dell’analisi dei dati di raccolta, possibili “flussi anomali di scommesse” che
possono sottendere comportamenti illeciti, e che devono dunque essere segnalati agli organi
competenti per le iniziative necessarie.
È evidente che tale sistema di monitoraggio non può funzionare quando le scommesse
vengono raccolte da operatori esteri privi di concessione dello Stato italiano o tramite siti illegali
extraeuropei.
Infatti, se il flusso di gioco si colloca fuori del circuito ufficiale dei concessionari di Stato, viene di
fatto impedita ogni attività di monitoraggio, verifica, analisi e controllo.
Tale essendo la normativa, deve poi costatarsi che sono sempre più diffusi sul territorio punti di
commercializzazione in cui i clienti effettuano le giocate e il mandatario registra la giocata sulla
postazione telematica di un operatore di gioco estero, titolare di autorizzazione per la gestione
organizzata di scommesse in un altro Stato membro (come nel caso della “Stanley International
Betting”, della “Goldbet” o della “Planet wind”) o gestite da società extraeuropee, comunque
prive di concessione in Italia, e che sfuggono alla nostra imposizione fiscale.
Tali punti vendita operano in assenza dell’autorizzazione di AAMS, che non potrebbe mai
essere rilasciata a causa dell'assenza di concessione in favore del loro delegante estero. Tale
condotta configura – secondo la nostra normativa – il reato previsto dall’art. 4 comma 4 bis L.
401/1989.
Ma tale previsione di reato è stata reiteratamente sottoposta al giudizio della Corte di Giustizia
Europea affinché verificasse se l’ordinamento italiano, fondato sul rilascio di un numero limitato
di concessioni e di licenze di pubblica sicurezza nel settore delle scommesse su eventi sportivi,
sancisca una indebita limitazione degli artt. 43 e 49 del Trattato U.E., che assicurano la libertà
di stabilimento e quella di prestazione dei servizi.
In alcune pronunce relative ad altri Stati europei, la Corte ha riconosciuto il diritto di ogni
nazione di prevedere autonomi e più approfonditi controlli rispetto a quelli a cui l’operatore è già
stato sottoposto da parte delle autorità competenti del Paese membro.
Ma più in generale ha stabilito la validità del modello concessorio, e ha riconosciuto agli Stati
membri il potere di contemperare – e dunque di fatto di limitare - il principio di libertà di
stabilimento e di impresa con le esigenze di sicurezza pubblica, particolarmente evidenti in un
settore esposto alle infiltrazioni della criminalità organizzata a fini di investimento e riciclaggio.
A breve la Corte dovrà pronunciarsi sulla legittimità della normativa italiana.
201
prevista dall’art. 1 co. 535 – 538 della L. 266/2005 (legge finanziaria per il 2006)
Regolata dal D.M. Finanze 2 giugno 1998, n. 174, art. 7, comma 2, recante il Regolamento sulle
scommesse sportive e decreto direttoriale 2006/7902.
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LE CONCESSIONARIE
Le concessionarie sono imprese private che, a seguito di gara pubblica, hanno ricevuto da
A.A.M.S. la concessione per la conduzione della rete telematica del gioco pubblico.
Per il Lotto e le lotterie (sia istantanee che differite) il concessionario esclusivo è Lottomatica,
mentre per le scommesse sportive ci sono più operatori licenziatari, così come per gli
203
apparecchi da intrattenimento, per i quali l’A.A.M.S. ha rilasciato, ad oggi, 10 concessioni in
favore di:
- B PLUS GIOCOLEGALE LMT (già ATLANTIS WORLD GIOCOLEGALE LMT);
- CIRSA ITALIA S.p.A.;
- GAMENET S.p.A.;
- CODERE NETWORK S.p.A.;
- COGETECH S.p.A.;
- G. MATICA s.r.l.;
- HBG CONNEX S.p.A.;
- LOTTOMATICA VIDEOLOT RETE S.p.A.;
- SISAL SLOT S.p.A.;
- SNAI S.p.A.
Devono essere positivamente valutate le innovazioni introdotte con la legge di stabilità per il
2011 circa i parametri per il rilascio e il mantenimento delle concessioni 204. La norma ha infatti
fissato i requisiti oggettivi che devono avere le concessionarie del gioco pubblico esercitato e
raccolto mediante “rete fisica”, uniformandone, in linea di massima, la disciplina a quanto già
previsto, per il gioco “a distanza”, dalla legge comunitaria 2009 205.
In estrema sintesi, e rinviando per un quadro esaustivo al testo normativo, si è stabilito che le
concessionarie debbano essere costituite da persone fisiche o società di capitali, con residenza
o sede legale in Italia ovvero in uno degli Stati comunitari; che il controllante delle società di
206
capitali possa avere sede in stato non comunitario ma non a fiscalità agevolata ; che le
società debbano dichiarare, già in sede di gara, i dati identificativi delle persone, fisiche o
giuridiche, che detengono direttamente o indirettamente una partecipazione superiore al 2 per
cento; debbano avere l’autorizzazione alla gestione della raccolta su rete fisica, in Italia ovvero
in uno degli altri Stati membri, secondo le disposizioni vigenti nell'ordinamento di tale Stato;
debbano assicurare requisiti di solidità patrimoniale; debbano garantire - per gli amministratori,
per il presidente e i procuratori speciali - requisiti di onorabilità, indipendenza e professionalità.
E’ attualmente in corso la gara per l’affidamento delle concessioni per la gestione del gioco
realizzato attraverso le apparecchiature elettroniche, basata su tali parametri.
La successiva manovra per la stabilizzazione finanziaria 207 - che riguarda sia le concessionarie
che effettuano la raccolta di gioco su rete fisica, sia quelle che operano on line - ha esteso le
informazioni antimafia oltre che al legale rappresentante e ai componenti dell’organo di
amministrazione, ai soci persone fisiche che detengano, anche indirettamente, una
partecipazione al capitale superiore al 2 per cento.
Il medesimo decreto stabilisce che “non può partecipare a gare o a procedure ad evidenza
pubblica, né ottenere il rilascio o rinnovo di concessioni in materia di giochi pubblici, il soggetto
il cui titolare o il rappresentante legale o negoziale, ovvero il direttore generale o il soggetto
responsabile di sede secondaria o di stabili organizzazioni in Italia di soggetti non residenti,
risulti condannato, anche con sentenza non definitiva, ovvero imputato o indagato, per uno dei
delitti previsti dagli articoli 416, 416-bis, 648, 648-bis e 648-ter del codice penale ovvero, se
commesso all'estero, per un delitto di criminalità organizzata o di riciclaggio di denaro
proveniente da attività illecite.”
L’esclusione dalla gara è prevista anche nel caso in cui uno dei soci che detiene anche
indirettamente una partecipazione superiore al 2 per cento risulti condannato o indagato per
uno dei predetti delitti.
Infine il medesimo decreto stabilisce che non possono essere titolari o condurre esercizi
commerciali all'interno dei quali sia offerto gioco pubblico, le persone fisiche colpite da misura di
203
E’ ancora in corso la gara per l’assegnazione delle nuove concessioni per la gestione del gioco tramite
apparecchi da intrattenimento
204
L. 220/2010 art. 1 co. 77 - 79
205
L. 88/2009 art. 24 co. 11 - 26
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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prevenzione o le società o imprese nei cui confronti è riscontrata la sussistenza di elementi
relativi a tentativi di infiltrazione mafiosa.
LE DISPOSIZIONI ANTIRICICLAGGIO
Il D.Lgs. 21 novembre 2007, n. 231 ha reso obbligatoria la normativa antiriciclaggio per gli
operatori che esercitano l’attività di offerta di giochi e scommesse e concorsi pronostici on line.
Con il D.Lgs. 2009/151 dal 1.3.2010 anche gli operatori che esercitano le medesime attività in
sede fissa, sono soggetti alla normativa antiriciclaggio.
In conseguenza di ciò, gli operatori economici del settore giochi inseriti nel sistema di
prevenzione del riciclaggio sono:
- i gestori di case da gioco
- coloro che offrono, attraverso la rete internet e altre reti telematiche o di telecomunicazione,
giochi, scommesse con vincite in denaro (con esclusione del lotto, delle lotterie ad estrazione
istantanea o ad estrazione differita e concorsi pronostici)
- coloro che offrono su rete fisica giochi o scommesse con vincite in denaro (con esclusione del
lotto, delle lotterie ad estrazione istantanea o ad estrazione differita e concorsi pronostici).
Tali operatori sono dunque tenuti agli obblighi previsti dalla legislazione di prevenzione:
adeguata verifica della clientela, registrazione, segnalazione di operazioni sospette.
L’inosservanza di tali obblighi comporta sanzioni amministrative e, per quanto riguarda la
violazione dell’obbligo di registrazione, anche penali (art. 55 D.Lgs. 231/2007).
Resta da dire che il DL 98/2011 ha previsto, per gli intermediari finanziari, l’obbligo di
segnalazione dei flussi di denaro diretti verso i soggetti208 che operano, nel territorio dello Stato,
in difetto di concessione o autorizzazione o comunque in violazione delle norme.
LE INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITÀ MAFIOSA NEL SETTORE DEL GIOCO
La criminalità di stampo mafioso non si è lasciata certo sfuggire l’opportunità di penetrare in un
settore da cui possono derivare introiti ingenti e attraverso il quale possono essere riciclate ed
investite, in maniera tranquilla, elevatissime somme di denaro. Né può essere dimenticato che a
fronte di rilevanti introiti economici le sanzioni penali, e dunque i rischi giudiziari, risultano
piuttosto contenuti.
Di contro, in tutte le illecite attività perpetrate nel settore dei giochi e delle scommesse, oltre agli
importanti guadagni che la criminalità consegue, si realizza anche un ingentissimo danno per la
collettività rappresentato dai mancati introiti da parte dello Stato a titolo di prelievo fiscale,
dall’assenza di ogni forma di controllo finalizzata a garantire la regolarità del gioco, dalla
concorrenza sleale attuata nei confronti degli altri imprenditori del settore che osservano le
regole.
La criminalità mafiosa, senza abbandonare le sue tradizionali forme di intervento quali la
gestione di bische clandestine, l’organizzazione del toto nero o del lotto clandestino, si è
concentrata nei settori più lucrosi del gioco, e dunque innanzitutto nella gestione e
nell’alterazione delle c.d. macchinette.
Come accertato nei procedimenti penali di cui si è trattato nella relazione del precedente anno,
e in quelli di cui si dirà più avanti, gruppi criminali mafiosi si sono mossi utilizzando gli strumenti
per loro tradizionali, e dunque costringendo gli esercenti – con la forza dell’intimidazione – a
noleggiare gli apparecchi dalle ditte vicine al clan, ma hanno anche fatto ricorso, per aumentare
gli introiti, alla gestione di apparecchi irregolari.
Anche le sale Bingo rappresentano un settore di grande interesse per la mafia, che mira ad
infiltrarsi nelle società di gestione delle stesse. A tale riguardo fa riflettere la circostanza che
alcune concessioni per la gestione di sale Bingo siano state aggiudicate a prezzi non
competitivi, cosi che appare agevole ritenere che la compensazione debba avvenire per altri
canali illeciti quali il riciclaggio o le frodi informatiche.
Nell’ambito delle scommesse clandestine per via telematica risulta evidente l’inserimento della
criminalità organizzata attraverso la gestione di punti di commercializzazione abusivi mascherati
da internet point .
Altro settore di infiltrazione della criminalità organizzata è quello delle corse ippiche, dove
l’illiceità delle attività può riguardare sia la gestione delle scommesse presso i punti SNAI sia la
gestione delle stesse corse che possono essere influenzate da accordi occulti tra scuderie, da
atteggiamenti minatori verso i fantini o dalla pratica del doping sugli animali.
208
indicati in apposito elenco predisposto da AAMS
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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Né può essere dimenticata la prassi di ripulire il denaro mediante false vincite di concorsi e
lotterie. A tale riguardo va segnalato quanto emerso in un’indagine della DDA di Cagliari per
traffico di stupefacenti nella quale sono state accertate 2 distinte operazioni di riciclaggio
effettuate mediante “l’acquisto” di schedine vincenti del Superenalotto, così da ripulire oltre 200
mila euro. Nella vicenda sono coinvolti il titolare e il gestore di una ricevitoria di Pirri.
Anche le case da gioco rappresentano tradizionalmente per la criminalità organizzata una forma
di riconversione di denaro con risultati immediati. I Casinò infatti possono essere utilizzati a
scopo di riciclaggio o attraverso l’acquisizione diretta del controllo della casa da gioco, con
importanti effetti indotti quali, tra l’altro, l’acquisizione delle strutture legate al Casinò (alberghi,
ristoranti, locali notturni); o mediante l’abusiva concessione di prestiti ad alti tassi di interesse da
parte dei cosiddetti “cambisti” per finanziarie i clienti in perdita e ormai invisi all’ufficio fidi del
Casinò; o infine ricorrendo a giocate fittizie, cambiando rilevanti somme di denaro (in più
tranche per sfuggire alle segnalazioni di legge), ed ottenendo poi a fine serata un assegno
emesso dalla casa da gioco che attribuisce la liceità di una vincita, alle somme provento di
attività delittuose.
Benché i sistemi di riciclaggio si siano ormai altamente raffinati, le infiltrazioni della criminalità
organizzata nelle case da gioco continuano ad essere presenti come accertato in un
procedimento condotto dalla Procura di Bari che ha individuato un sodalizio criminale,
capeggiato da soggetti legati al clan PARISI, dedito prevalentemente all’usura e al riciclaggio di
proventi illeciti e che ha portato all’emissione di 26 misure cautelari. In particolare alle vittime individuate all’interno di circoli ricreativi - venivano proposti pacchetti viaggio gratuiti che
comprendevano l’ingresso a Casinò ubicati in Russia, Slovenia, Croazia e Cipro a condizione
che il giocatore acquistasse fiches per almeno 5.000 euro. In seguito l’accompagnatore (porter)
si rendeva disponibile a prestare denaro ai giocatori in caso di perdite con l’applicazione di tassi
usurari mensili oscillanti dal 10% al 20%. Le indagini hanno anche consentito di ricostruire il
riciclaggio di 50.000 euro, giustificati come vincita ottenuta da un componente del sodalizio
criminale presso uno dei Casinò frequentati, ma in realtà provenienti dall'attività di usura.
In definitiva la criminalità organizzata sta acquisendo quote sostanziose del mercato del gioco, i
cui introiti sono in crescita esponenziale.
Tra i procedimenti svolti nel periodo in esame che documentano le infiltrazioni della criminalità
organizzata nel settore dei giochi e delle scommesse, devono essere ricordati i seguenti:
DDA DI NAPOLI – Indagine Hermes 2
Nella relazione del precedente anno si è dato conto dell’operazione Hermes, che ha condotto
all’emissione di 29 misure cautelari e che ha ricostruito i legami di uno dei più importanti
operatori del settore, GRASSO Renato, con molti clan camorristici e con alcune famiglie della
mafia siciliana. Nel procedimento (in cui sono già state inflitte condanne a carico di numerosi
imputati a seguito di giudizio abbreviato) venivano altresì eseguiti sequestri patrimoniali di una
serie di sale Bingo, dislocate su tutto il territorio nazionale, e di società operanti nel settore del
gioco e delle scommesse sportive, tra cui la società “The King Slot”.
L’indagine “Hermes 2” si è proprio incentrata sulle vicende di tale società sequestrata, ed ha
mirato a sostenere l’azione degli amministratori giudiziari in un settore ferocemente infiltrato
dalla criminalità organizzata.
Sono state emesse 5 misure cautelari a carico di Massimo e Luciano Grasso209, fratelli di
Grasso Renato, di Campopiano Giancarlo e di altre 2 persone che, di fatto, avevano trasferito
l’intero “avviamento” della “The King Slot” (sottoposta a sequestro) alla “Alice slot”, un’azienda
di Aprilia sempre operante nel settore del commercio e noleggio delle slot machine,
recentemente costituita da soggetti che operavano come prestanome di Grasso.
In tal modo, veicolando sulla nuova azienda il parco clienti della King Slot e i suoi dipendenti, il
gruppo mirava a riappropriarsi della lucrosa attività e a vanificare il controllo
dell’amministrazione giudiziaria.
In effetti si accertava che la società “The King Slot” aveva perso, dall’inizio del 2010, una
consistente quota di mercato proprio per effetto dell’intervento della nuova società, la “Alice
slot”, che nell’arco di un anno aveva contabilizzato un flusso di giocate pari a 1 milione di euro.
In particolare, a partire dalla seconda metà del mese di gennaio 2010, alcuni tra i migliori
esercenti avevano cambiato noleggiatore, e tale nuovo noleggiatore collegava i nuovi
209
per i Grasso pende ricorso in cassazione contro l’annullamento della misura cautelare
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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apparecchi non più a Sisal e Lottomatica (con cui “The King Slot Spa” aveva rapporti
contrattuali in esclusiva), bensì alla Gamenet.
In tutti i casi rilevati è emersa l’attività di Campopiano Giancarlo, già dipendente della King Slot,
che si presentava agli esercenti qualificandosi quale rappresentante di tale società, e all’insaputa dei clienti - sostituiva le slot di King con quelle della società Alice Slot e le collegava
alla rete telematica tramite il concessionario Gamenet Spa.
La perdita si concentrava nell’area geografica dell’alta Campania e del basso Lazio - Roma
compresa - ed investiva i punti vendita con il maggior fatturato.
DDA DI NAPOLI – Indagine Golden Gol
Il procedimento riguarda il clan D’ALESSANDRO, operante nelle zone di Castellammare,
Gragnano, Pimonte e Lettere e il ruolo di primo piano, rivestito nell’ambito del clan, da
CAROLEI Paolo.
Costui aveva assunto, tramite prestanome, la gestione di due dei quattro punti scommesse del
circuito Intralot presenti a Castellammare di Stabia. Tale attività era ovviamente finalizzata sia
a ripulire il denaro provento di gravi reati (in particolare nel caso specifico traffico di droga e
usura) sia ad ottenere rilevanti profitti (4 milioni e mezzo di volume di affari in un anno di
esercizio per uno solo di tali punti scommesse).
Il clan D’Alessandro gestiva poi altre agenzie di scommesse nelle Marche e a Rimini.
Ma dall’ascolto delle conversazioni telefoniche emergeva che dietro la facciata del Centro
Intralot, CAROLEI e i suoi emissari gestivano in realtà un sito on line di scommesse, non
autorizzato. In pratica il sito illegale veniva utilizzato parallelamente alla piattaforma lecita:
mentre le scommesse più rischiose (ovvero quelle in cui lo scommettitore aveva una maggiore
possibilità di vincere) venivano “bancate” attraverso il canale ufficiale delle linee Intralot (che si
accollava dunque il pagamento dell’eventuale vincita), quelle meno rischiose venivano gestite
dal canale clandestino.
In caso di ritardo nel pagamento del conto passivo, l’organizzazione provvedeva a convincere il
giocatore attraverso pressioni e minacce di forte valenza mafiosa, configurandosi così, oltre
all’organizzazione abusiva di scommesse che la legge riserva allo Stato, il delitto di estorsione.
Nel prosieguo dell’indagine si accertava che il gruppo capeggiato da CAROLEI si era attivato
per alterare alcune competizioni sportive in modo da ottenere il massimo vantaggio dalla
gestione delle scommesse.
Avveniva così che alcuni giocatori del Sorrento Calcio, dietro pagamento di somme di denaro,
alteravano l’esito di alcune partite del campionato C1, in particolare il derby con la Juve Stabia,
conclusosi con la vittoria di quest’ultima fino a quel momento ultima in classifica.
Venivano anche rilevate iniziative di D’ALESSANDRO finalizzate a condizionare incontri di
calcio del campionato spagnolo, brasiliano e argentino.
DDA DI PALERMO
Un’indagine ha disvelato inquietanti contiguità tra funzionari dei Monopoli (Direttore, vice
direttore e funzionari della Direzione Regionale per la Sicilia di AAMS) e operatori del settore.
L’originario procedimento aveva ad oggetto le infiltrazioni della criminalità organizzata di
stampo mafioso nella gestione di alcune delle più importanti sale scommesse di Palermo. In
tale contesto emergevano anomali contatti con i funzionari di AAMS.
Il procedimento che ne è derivato ha accertato la corruzione dei vertici regionali dei Monopoli
ed anche di funzionari centrali, a favore di vari operatori del settore.
Tra i concessionari che risultavano “beneficiati” figurava SPINA Michele, titolare della società
210
- detto “il re dei
Primal, gestita fino al 1999 in società con lo zio SCUTO Sebastiano
supermercati” e appartenente al clan LAUDANI alleato del clan SANTAPAOLA - già
condannato per concorso esterno in associazione mafiosa.
Lo SPINA risultava monopolista, di fatto, del settore delle scommesse Snai. Lo stesso infatti
nel 2006 si aggiudicava i titoli abilitativi all’apertura di 24 sale scommesse e di 71 corner
(esercizi abilitati ad accettare scommesse sui risultati dell’ippica, del calcio, dell’automobilismo
e di altri sport) nelle regioni Lazio, Puglia, Sicilia, Campania ed Emilia Romagna. Per tale
aggiudicazione SPINA spendeva 8 milioni e mezzo di euro.
Il PM nella sua richiesta cautelare richiamata dal GIP, sottolinea la sostanziale impossibilità di
mettere a reddito l’investimento di una tale somma, ed evidenzia invece l’appetibilità dello
210
Allo SCUTO subentrava poi Donata FERRARA, moglie di SPINA
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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sforzo finanziario ove finalizzato ad utilizzare le sale scommesse per il riciclaggio, ipotesi che
non ha comunque portato ad alcuna specifica contestazione.
Quanto al rapporto stabile che legava SPINA Michele ai funzionari dei Monopoli, è risultato che
un funzionario dell’Ufficio Regionale siciliano di AAMS, informava sistematicamente SPINA
Michele (ed altri concessionari del settore) dei controlli programmati presso le sedi aziendali.
Lo stesso si adoperava in ogni modo per tutelare lo SPINA dalle conseguenze che la sua
azienda avrebbe potuto subire a causa del corretto esercizio dei poteri di controllo.
Ma anche altri funzionari dei Monopoli, sia dell’Ufficio Regionale Sicilia sia della Direzione
Generale di Roma, sono risultati coinvolti. Sono infatti emersi episodi di falso per soppressione
in favore di La Ventura Vincenzo, titolare di alcune sale bingo tra cui quella di Ferentino “Figli
delle Stelle 3” già citata nella relazione dello scorso anno in quanto oggetto di attentati
dinamitardi.
DDA DI TORINO – indagine Minotauro
Si tratta di procedimento – nel quale sono state emesse 148 misure cautelari nel maggio 2011 –
che ha trattato del radicamento della ‘ndrangheta in Piemonte, configuratasi ormai come una
stabile proiezione dell’associazione criminale originaria, con significativi margini di autonomia.
In tale contesto, oltre naturalmente ad una impressionante serie di condotte criminali, sono
state individuate due tipologie di attività commerciali deputate, oltre che all'ottenimento di
profitti, al sostentamento dei detenuti, indipendentemente dalla loro appartenenza a questo o
quel “locale”: la gestione di sale da gioco e la gestione di ditte di noleggio di apparecchi da
intrattenimento.
Si è infatti accertato che GIOFFRE' Giuseppe, dalla fine del mese di febbraio del 2008, aveva
iniziato a gestire, assieme a Salvatore e Domenico AGRESTA, un locale in Leinì “Il pivello
sportivo”, all'interno del quale si svolgeva il gioco del "poker texano" (il c.d. "Texas Hold'em"). A
tale scopo GIOFFRE’ aveva preso preventivi accordi con CREA Aldo Cosimo, che fino a quel
momento aveva, con i suoi fratelli, l'esclusiva sul “poker texano” a Torino.
Dall'analisi delle conversazioni emergeva chiaramente come nella bisca fossero platealmente
ignorate le limitazioni fissate da AAMS circa l’importo delle giocate e delle vincite.
Dopo la chiusura di quella di Leinì, veniva aperta una nuova bisca, questa volta a Torino, sotto
l'insegna del “circolo privato Giuseppe Cesare ABBA”.
Tale nuova attività si caratterizzava per essere gestita non più in maniera pressoché esclusiva
da GIOFFRE' ma affidata al controllo di appartenenti a diversi "locali".
In ogni caso gran parte dei ricavi derivanti dalla gestione delle bische veniva tradizionalmente
destinato all'assistenza dei detenuti.
Sempre al sostentamento dei detenuti erano destinati i proventi dell’attività di noleggio di
apparecchi da intrattenimento, settore gestito da esponenti dei “locali” piemontesi in regime
prevalentemente monopolistico e incentrato su di una rigida spartizione del territorio tra le varie
cosche.
L'analisi delle conversazioni intercettate dimostra infatti la partecipazione di esponenti di spicco
della 'ndrangheta piemontese all'attività di distribuzione e gestione degli apparecchi videopoker
ed il profondo inserimento del sodalizio criminale nel tessuto economico.
Ancora una volta si ha conferma che il mercato degli apparecchi da intrattenimento è
completamente refrattario alle regole ordinarie della concorrenza, in quanto fondamentale
strumento di infiltrazione e controllo dell'economia nel territorio.
DDA DI CALTANISSETTA
L’indagine si è incentrata sull’attività delittuosa, posta in essere da ALLEGRO Salvatore,
Matteo e Luigi (cugini di ALLEGRO Rosario e Carmelo di cui all’indagine Grande Vallone) che
– avendo raggiunto un accordo con DELL’ASTA Giuseppe, esponente di livello apicale della
famiglia mafiosa di Caltanissetta, e con il cognato DI MARCA Salvatore – erano riusciti a
controllare il settore del gioco a Caltanissetta attraverso la gestione di una serie di società: la
Bet Games 2000 per la gestione di scommesse, lotterie, totalizzatori; la Bet Games Group per
la creazione di piattaforme finalizzate alla gestione di giochi telematici a distanza; ma
soprattutto attraverso la Eurogames 2000 per il noleggio di apparecchiature per il gioco.
In pratica gli apparecchi della Eurogames erano sostanzialmente imposti a tutti gli esercizi
commerciali del territorio. Secondo le dichiarazioni di vari collaboratori, ciò era avvenuto in
quanto gli ALLEGRO avevano chiesto appoggio alla famiglia mafiosa di Caltanissetta alla
quale corrispondevano somme di denaro a titolo di partecipazione sugli utili ottenuti.
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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Naturalmente se i gestori degli esercizi commerciali non si adeguavano, la “famiglia” attuava
intimidazioni che potevano giungere fino all’incendio del locale.
Secondo il collaboratore RIGGIO Pietro, gli ALLEGRO avevano raggiunto un accordo di non
belligeranza con un altro personaggio mafioso, PADOVANI Antonio di Catania, legato alla
famiglia SANTAPAOLA, al clan BARBIERI nonché a varie organizzazioni mafiose operanti
nella zona di Siracusa, e dominus di una serie di società attive nel settore dei giochi e delle
scommesse.
Naturalmente, le macchinette della Eurogames, risultavano iregolari in quanto fornite di
telecomando utilizzato per modificare il software degli apparecchi e alterare i dati delle giocate.
Altri apparecchi non erano collegati alla rete telematica della concessionaria.
Nel corso dell’attività di indagine venivano arrestati, nella flagranza del reato di frode
informatica, ALLEGRO Matteo e ANGOTTI Marco, e veniva disposto il sequestro preventivo
delle citate società (tutte intestate, ovviamente, a prestanome). È stato altresì aperto un
procedimento di prevenzione ed è stato disposto il sequestro anticipato dei beni degli
ALLEGRO.
DDA DI CALTANISSETTA – Indagine Grande Vallone
L’attività d’indagine si è incentrata su una serie di attività imprenditoriali e commerciali
sviluppatesi sul territorio della provincia di Caltanissetta, in particolare nei comuni di
Serradifalco e Montedoro, che sebbene intestate a prestanomi, si ritenevano controllate dai
fratelli Rosario e Carmelo ALLEGRO quest’ultimo rappresentante della famiglia mafiosa di
SERRADIFALCO inserita nel mandamento di Mussomeli.
In particolare ALLEGRO Rosario - già condannato per 416 bis nell’operazione Leopardo rientrato a Serradifalco al termine di un periodo di carcerazione aveva assunto la piena
gestione della “Games Over”, società di noleggio di giochi elettromeccanici e macchine
distributrici, che proprio grazie alla intimidazione mafiosa esercitata, realizzava la gestione
monopolistica della fornitura degli apparecchi a tutti gli esercizi commerciali della zona, e così
incrementava esponenzialmente i suoi profitti, arrivando addirittura ad assorbire altre attività
commerciali come il “Bar Virtual” e la sala giochi “Tenax” di Mussomeli, nonché a pianificare e
realizzare l’apertura di una nuova società di noleggio, la “Full Games”.
Tali attività commerciali venivano ovviamente gestite con metodi criminali, ed infatti emergeva
la manomissione (affidata a tale BELARDO Edmondo) dei giochi elettromeccanici
commercializzati dalla Games Over, finalizzata sia ad evitare la contabilizzazione degli incassi
e il pagamento del PREU, sia a limitare le vincite in danno dei giocatori.
All’esito dell’attività di indagine è stata emessa misura cautelare a carico di 28 soggetti per 416
bis e per 12 quinquies DL 302/1991. E’ stato anche eseguito un provvedimento di sequestro
preventivo che ha interessato, tra l’altro, le attività commerciali gestite dalla “Game Over” e
“Full Games”.
DDA DI CAMPOBASSO
Il procedimento ha scardinato un’associazione composta da LIOTTA Antonio ed altre persone
che si avvalevano della ditta “Slot Machines Molise” dedita alla installazione e gestione di
apparecchi da gioco, di cui è titolare MERCURIO Mirko per svolgere una serie di attività
delittuose.
Venivano infatti avanzate, agli esercenti della zona, richieste perentorie ed incondizionate, di
istallare le macchinette della “Slot Molise” o di sostituire le macchinette elettroniche già
impiantate e conseguentemente gestirle.
L’intimazione veniva formulata con modalità chiaramente intimidatorie, ad opera di più persone
che si recavano presso l’esercizio commerciale, e reiterata insistentemente.
In caso di rifiuto, gli indagati ponevano in essere atti di grave violenza fisica e di minaccia nei
confronti dei titolari delle attività commerciali o attuavano gesti intimidatori quali incendi e
danneggiamenti.
L’attività di indagine ha comportato l’emissione di misura cautelare per associazione a
delinquere, illecita concorrenza, estorsione ed altri reati.
DDA DI CATANIA
L’indagine riguarda il clan mafioso “Bottaro-Attanasio” operante nella città di Siracusa e da
sempre impegnato nella gestione delle macchinette.
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Parte I - § 11. Le attività svolte in ordine alle «materie di interesse»:
Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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La misura cautelare emessa ricostruisce come negli ultimi anni il clan, appoggiando di volta in
volta una società di distribuzione e “coadiuvandola” nell’imposizione e nella collocazione delle
macchinette presso gli esercizi pubblici, avesse acquisito il controllo del settore per l’intero
territorio di Siracusa.
Inizialmente, gli esponenti del clan, non avendo le necessarie cognizioni tecniche, ponevano in
essere vere e proprie estorsioni nei confronti dei gestori/noleggiatori, cui imponevano il
pagamento di somme mensili.
In seguito ritenevano più proficuo imporre ai noleggiatori la corresponsione del 50% degli utili,
e conseguentemente – essendo divenuto proficuo moltiplicare il numero di macchinari installati
- imponevano a tappeto gli apparecchi negli esercizi commerciali del territorio.
Infine si arrivava alla gestione diretta degli apparecchi da parte di alcuni sodali, che
collocavano i loro macchinari in quei locali ricadenti nel territorio di loro “pertinenza criminale”.
La vicenda processuale si è incentrata sulla figura di BOTTARO Francesco nonché su MICIELI
Sebastiano e PROCIDA Giuseppe, il primo figlio di MICIELI Luigi, reggente del clan tra il 2007
e il 2008, il secondo figlio di PROCIDA Sebastiano, personaggio storico nel settore del
noleggio, collocazione e gestione dei video-poker.
I “figli”, dopo l’arresto di molti esponenti del clan, acquisivano la gestione delle attività criminali
collegate alle “macchinette” che avveniva secondo un preciso schema organizzativo: la ditta
“Royal Giochi”, gestita di fatto da PROCIDA Giuseppe, garantiva l’approvvigionamento e
l’alterazione delle apparecchiature; MICIELI Sebastiano e BOTTARO Francesco ne curavano
la distribuzione e l’imposizione sul territorio.
La capillarità della diffusione tra gli esercizi commerciali garantiva cospicui introiti che venivano
divisi tra i soggetti coinvolti secondo ben precise percentuali, una delle quali destinata alla
cassa comune del sodalizio mafioso, deputata – come prassi –al mantenimento degli affiliati e
delle loro famiglie.
All’esito dell’indagine è stata emessa misura cautelare per associazione di stampo mafioso,
estorsione aggravata, concorrenza sleale e frode informatica.
DDA DI LECCE
L’indagine ha riguardato VICIENTINO Daniele, PENNA Ercole, VICIENTINO Giovanni,
PRUDENTINO Albino ed altri soggetti appartenenti alla associazione mafiosa “Sacra corona
unita” dirigenti o capizona della frangia mesagnese, operante nella provincia di Brindisi, nei
territori di Mesagne, Ostuni e zone limitrofe.
Dai numerosi colloqui intercettati emergeva come una delle attività del clan fosse lo
sfruttamento della gestione dei videopoker, come il clan fosse dedito ad estorsioni in danno dei
gestori di “sale giochi” (la ditta "Scommettendo" di Ostuni era sottoposta ad estorsione da parte
del clan per 10.000 euro annui) e come fosse stata programmata l'apertura di una grande sala
giochi da utilizzare quale "copertura" per gli introiti illeciti.
E’ stata emessa misura cautelare a carico di 11 persone.
PROCURA DI CREMONA
Benché non siano emerse infiltrazioni da parte della criminalità organizzata, vale la pena di
citare – per il risalto mediatico che ne è derivato – l’indagine della Procura di Cremona sul
fenomeno delle scommesse, in relazione a partite di calcio truccate.
Dalle indagini è emersa l’esistenza di una organizzazione criminale - in cui confluivano
calciatori, ex calciatori nonché titolari di esercizi per la raccolta di scommesse - finalizzata ad
alterare le competizioni sportive, condizionando gli esiti degli incontri di squadre in lega Pro,
serie B e serie A.
Venivano così individuate n. 18 partite oggetto di tentativi di condizionamento con varie
modalità, tra cui anche quella di somministrare ai giocatori della squadra avversaria sostanze
ansiolitiche idonee ad influire negativamente sul rendimento dei calciatori. Più frequentemente,
la “combine” veniva affidata a giocatori inseriti nell’organizzazione, che dunque giocavano la
partita con la finalità di raggiungere il risultato che era stato oggetto delle relative scommesse
gestite da bookmakers nazionali ed esteri dell’organizzazione.
CONCLUSIONI
E’ ormai ampiamente dimostrato il preminente interesse della criminalità organizzata nel
settore del gioco, determinato dagli elevatissimi e rapidi guadagni; dalla possibilità di riciclare
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Infiltrazioni della criminalità org. nel gioco (anche) lecito.
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ingenti somme provenienti da attività illecite; dalla penetrazione territoriale connessa alla
gestione delle sale gioco, dei corner, degli apparecchi da intrattenimento; ed infine dai bassi
rischi giudiziari previsti per le singole condotte criminose.
Anche quest’anno l’attività delle Forze dell’ordine e delle DDA ha prodotto risultati significativi,
e numerose altre indagini, con prospettive di ampio respiro, sono in corso.
Ma soprattutto si è avuto sentore che la normativa emanata nell’ultimo periodo abbia
finalmente affrontato il comparto del gioco non soltanto come strumento di finanziamento per il
bilancio dello Stato, ma anche come possibile veicolo di interessi illeciti da contrastare con
strumenti adeguati.
Certo la normativa introdotta avrebbe potuto prevedere misure più stringenti, maggiori controlli,
sanzioni più efficaci. Ma intanto deve riconoscersi che sono stati introdotti alcuni significativi
presidi quali: l’istituzione di un albo e la previsione delle informazioni antimafia per tutti gli
operatori della filiera degli apparecchi da intrattenimento; l’introduzione di requisiti di
trasparenza, legalità e correttezza per le concessionarie; l’inibizione ad aprire punti di gioco per
chi è colpito da misura di prevenzione o alle imprese oggetto di tentativi di infiltrazione mafiosa;
la previsione di una più stringente normativa a tutela dei minori per i rischi insiti nell’attività di
gioco.
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Narcotraffico.
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Narcotraffico
(Magistrato delegato Cons. Carlo Caponcello)
Le acquisizioni informative complessivamente riferite alla materia in esame confermano il
rilievo cruciale del mercato degli stupefacenti al fine dell’analisi dei fondamentali assetti
strutturali e delle dinamiche operative tanto delle tradizionali organizzazioni mafiose quanto
delle strutture criminali di origine straniera maggiormente attive nel settore, costituendo il
traffico di droga il principale motore dei processi di accumulazione patrimoniale dei gruppi
criminali coinvolti e, dunque, un fattore decisivo tanto dell’analisi delle dinamiche e degli
equilibri prettamente criminali quanto per la comprensione dei più rilevanti processi di
reinvestimento speculativo nell’economia legale dei profitti generati dai cicli criminosi
governati dalla criminalità organizzata.
In particolare, la dimensione dei traffici riconducibili all’azione, ordinariamente proiettata su
scala transnazionale, dei cartelli criminali che condividono la gestione delle rotte di
importazione delle droghe naturali (cocaina, eroina e cannabis) ben contribuisce a spiegare
il valore assolutamente cruciale della relativa azione di contrasto e l’importanza del
coordinamento delle iniziative aventi finalità repressive sul piano interno ed internazionale.
Ciò è da dirsi, in particolare, sia con riferimento al ruolo assunto nella generazione delle
correnti di traffico indirizzate verso il territorio italiano dalle tradizionali consorterie mafiose
(e principalmente, di quelle calabresi e degli omologhi cartelli criminali radicati nell’area
metropolitana napoletana) sia con riguardo alla crescente capacità delle organizzazioni
criminali di origine albanese, nigeriana e nord-africana di controllare quote rilevanti dei flussi
di importazione e di commercializzazione degli stupefacenti, grazie anche a sempre più
ramificati e solidi raccordi operativi con gruppi criminali autoctoni.
Il dato merita attenzione vieppiù considerando la proporzione - rilevabile dalla presenza di
cittadini di altri Stati fra le persone complessivamente sottoposte ad indagini (39.053
denunciati nel 2010, di cui 12.006 stranieri) per il delitto associativo de quo e per il delitto di
detenzione e spaccio - dalla quale è agevolmente possibile trarre conferma dei risultati
ordinariamente propri della mera osservazione empirica di una realtà investigativa segnata
dal crescente rilievo del ruolo giocato da organizzazioni criminali straniere nella gestione del
mercato nazionale degli stupefacenti.
Avuto riguardo al territorio nazionale, una prima rilevazione è stata effettuata attraverso il
RE.GE. e segnatamente sul numero dei procedimenti iscritti al registro generale delle DDA
in relazione al reato di cui all’art. 74 del D.P.R. nr. 309/90.
Gli esiti di una mirata attività di ricognizione informativa e di elaborazione dei dati
complessivamente acquisiti nel sistema informativo S.i.d.d.a.-S.i.d.n.a. possono
preliminarmente rilevare ai fini di una complessiva valutazione dei caratteri fondamentali
dell’attività investigativa specificamente riferita alle condotte delittuose riconducibili all’agire
delle organizzazioni criminose dedite al traffico di sostanze stupefacenti, ma anche della
concretezza dei rischi appena segnalati.
In generale, il numero dei procedimenti relativi ai delitti di cui all’art. 74 d.P.R. 309/1990
pendenti presso le direzioni distrettuali antimafia nel periodo di osservazione 1° luglio 2010
– 30 giugno 2011 conferma l’assoluto rilievo del narcotraffico nella concreta dimensione
investigativa: 761 (745 nell’analogo periodo precedente) procedimenti iscritti e 6752
persone sottoposte ad indagini per il delitto sopra indicato (6341 nel periodo
precedente).
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D.N.A. – Relazione annuale – Dicembre 2011
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