Spett. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e
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Spett. Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e c.p.c. Presidenza del Consiglio dei Ministri Ufficio Circondariale Marittimo Arbatax Ministro del Turismo Michela Brambilla Presidente Regione Sardegna Assessorato al Turismo Regione Sardegna Presidente provincia Ogliastra Sindaco Lotzorai “Unione Sarda” “La nuova Sardegna” “Il Giornale” “Il Corriere della Sera” “La Stampa” “La Repubblica” “Famiglia Cristiana” Oggetto: reato di turismo con l’aggravante della reiterazione Buongiorno, sono un turista? Fino a qualche giorno fa non avrei usato l’interrogativo, oggi me ne corre l’obbligo! Da diciott’anni vengo in Sardegna, per la precisione a Lotzorai, per l’ulteriore precisione al Camping Solemar, ma quest’anno, probabilmente, per l’ultima volta. Non voglio ne posso entrare nel merito della ragione o del torto della proprietà del camping in tema di concessione dell’utilizzo del terreno demaniale, ma entro invece nel merito della modalità di esecuzione dell’operazione di sgombero forzato del suddetto camping, cui i turisti, fra i quali lo scrivente, sono stati sottoposti. Nella mattinata di mercoledì 24 agosto ultimo scorso, ho visto arrivare in quasi contemporanea militi della Guardia Costiera, dei Carabinieri e della Polizia Municipale di Lotzorai. Mentre Carabinieri e Polizia Municipale presidiavano il parcheggio con l’adeguata discrezione, la Guardia Costiera eseguiva numerosi controlli ambientali (fotografie di campers, roulottes, qualche turista di sfondo, ecc.), evidentemente divertenti a giudicare dalle sguaiate risate che fra di loro facevano. Nel corso di questi controlli, i militi di cui sopra apponevano svariati nastri di delimitazione di alcune zone del campeggio, corredati di cartelli con la dicitura AREA SOTTOPOSTA A SEQUESTRO (Art. 354 C.P.P) Alcuni turisti si avvicinavano per chiedere quali conseguenze ne sarebbero derivate, ottenendo come risposta di rivolgersi ai responsabili della struttura. Solo dopo la partenza delle forze dell’ordine venivamo informati che tutti noi, ripeto tutti, avremmo dovuto immediatamente, e comunque non oltre la mattina del giorno seguente, sgomberare le aree delimitate (tutta la parte demaniale), pena il sequestro delle nostre attrezzature. Con la modalità di un esodo abbiamo sgomberato l’area, che peraltro rappresenta la maggior parte del campeggio, non senza la collaborazione ed il supporto dei responsabili e di tutto lo staff che, in qualche modo, cercavano di minimizzare disagi e danni a noi turisti. Parte dei campeggiatori trovava collocazione nell’area abitualmente destinata a parcheggio delle auto, in condizioni a dir poco disagevoli, mentre la maggior parte era costretta ad andarsene, alcuni altrove, ma molti direttamente a casa. Ricorrendo a citazioni altisonanti mi vien da dire: “… ed il modo ancor m’offende.”, perché cos’altro dovrò ancora sopportare per continuare nel mio reato di turismo? L’aumento del costo dei traghetti l’avevo già quasi digerito, l’aumento dei costi generali è sovrapponibile a quello delle altre regioni, e quindi assorbito anche quello, ma essere cacciato dalla piazzola che ho occupato per le vacanze degli ultimi diciotto anni, in modo così repentino e sgarbato, non riesco proprio a digerirlo. Quale danno avrei fatto al Demanio ed allo Stato se avessi continuato ad occupare quella piazzola per una ulteriore settimana? Quale pericolo di fuga dei responsabili del camping imponevano azioni così devastanti per chi dopo un anno di lavoro chiede solo di godersi delle meritate vacanze? Quale urgenza imponeva uno sgombero così tempestivo di decine e decine di turisti con le loro famiglie e con le loro aspettative di riposo e di svago. Ci sono forse, non lo so e non lo voglio nemmeno sapere, dei contenziosi economici fra la società proprietaria del campeggio e lo Stato, che sia Demanio, Regione Sardegna, Provincia dell’Ogliastra o comune di Lotzorai? Si trovi, come per ogni contenzioso di cui si ha notizia, il modo per far sanare le eventuali pendenze a chi è tenuto a farlo, senza menare fendenti a destra e a manca disinteressandosi di chi li riceverà sul viso. E poi, che vantaggio si trae ad annullare gli incassi di chi ha in quell’attività l’unico introito, magari interamente o solo in gran parte, destinato a coprire l’eventuale debito nei confronti dello Stato? Qualcuno ha sbagliato? Che paghi, ma noi turisti cosa abbiamo sbagliato, a parte la decisione di venire in Sardegna, scegliendo per l’ennesima volta la stessa struttura senza aver mai conosciuto problemi le volte precedenti? La sensazione è che non ci si preoccupi a sufficienza di tutelare chi non ha colpe, ma si preferisca agire con sensazionalismo senza curarsi dei danni collaterali. Siamo come i civili colpiti dai bombardamenti delle postazioni militari fra paesi belligeranti, ma noi non sapevamo di esserlo. Perché sciupare denaro pubblico e privato per cercare di incrementare il turismo se poi tutto viene vanificato con azioni sconsiderate ed intempestive? Perché ho scritto queste poche righe di segnalazione del problema e di lagnanza dello stesso: perché sono un cretino che spera ancora che qualcuno dei destinatari le legga e tragga qualche utile conclusione, e soprattutto si adoperi a che, quando possibile, venga evitato di arrestare il chirurgo mentre il paziente è ancora sul lettino operatorio, magari con il cuore aperto. Cordiali saluti Ermanno Galasso [email protected] [email protected]