Heath Ledger Lady Oscar La fabbrica dei sogni

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Heath Ledger Lady Oscar La fabbrica dei sogni
I film degli Oscar
Le trame, le locandine
e tutte le informazioni
Numero Speciale / Anno 1 / Num. 0
23 febbraio 2009
La fabbrica
dei sogni
“Ad Hollywood
non ci servono i soldi,
costruiamo i sogni dal nulla”
Lady Oscar
è Meryl Streep
l’attrice più volte candidata
agli Academy Awards
Heath
Ledger
L’uomo che voleva
ingannare il Cinema
La lunga notte
numero Speciale per gli Oscar 2009
I vincitori, le nominations, le recensioni, le interviste, le foto...
OPINIONI: i film degli Oscar 2009 nella classifica dei lettori.
In questo numero
La fabbrica dei sogni
Vincitori e Nominations Schede Film Oscar
Speciale Attori
Heath Ledger Meryl Streep
Jerry Lewis
Gli Oscar in numeri
PhotoGallery
Curiosando
Sfida all’ultima nota ...
Opinioni dei lettori
Recensioni Interviste
Milk
The Millionaire
Home Video
ComicWood
4
5
8
16
17
18
19
20
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32
33
Editoriale
Cari Amici,
tra pochi mesi festeggeremo insieme il decimo
compleanno di FilmUP.com, e per chi, come me, lo ha
visto nascere, crescere e diventare grande, questo non
può che essere una grande gioia.
Quando la sua storia è iniziata, nel 1999, l’intento era di
coinvolgere quanti più navigatori possibile nella nostra
grande passione: Il Cinema.
La mission di FilmUP.com, quindi, era di dare
importanza e voce ad ogni film, che fosse un successo
di botteghino o una pellicola destinata a pochi
appassionati, e ciò che mi preme mettere in evidenza
è che non solo ci siamo riusciti, ma anche che questo
spirito è rimasto inalterato negli anni, nonostante la
profonda evoluzione.
La successiva trasformazione in community ci ha
permesso di interagire con i nostri utenti, così da
permettere ad ognuno di sentirsi protagonista !!!
Con queste premesse, e il duro
lavoro quotidiano del team, tutto
il resto è venuto da se: news e
curiosità dell’ultim’ora, immagini e
interviste dei protagonisti, festival,
programmazione nelle sale
cinematografiche, Home Video e
TV...
...e ora: la versione Beta di FilmUp.
com Magazine, che vi accingete a
leggere per la prima volta.
Questo nuovo canale informativo
permetterà di condividere con i
nostri lettori e utenti le più importanti
curiosità presenti anche sul portale,
ma anche alcune nuove rubriche
come ad esempio le vignette curate
da un emergente fumettista italiano.
Non voglio dilungarmi oltre, e certa che sarete
trepidanti di scoprire le prossime pagine, non mi rimane
che augurarvi… Buona Lettura!
Il direttore
Monica Cabras
La fabbrica dei Sogni.
“Ad Hollywood
non ci servono
i soldi, costruiamo
i sogni dal nulla”.
Così Hugh Jackman, vera rivelazione in veste di presentatore,
apre la 81ª Edizione degli Oscar, preannunciando quello che
sarà il tema della serata, dove Hollywood celebra se stessa e
la sua capacità di creare sogni.
Feste con meno caviale e champagne, hamburger al posto di
aragosta e meno diamanti addosso ai divi, queste le premesse
che hanno preceduto la
celebrazione degli Academy
Awards, influenzata anch’essa dalla profonda crisi economica
internazionale. Ma non si pensi che sia stata una serata
sottotono.
Al Kodak Theatre di Los Angeles, infatti, il glamour non
manca. Immersa in una scenografia che sembra rubata ad un
club anni ’30, la cerimonia si trasforma quasi in una festa tra
amici, dove un eclettico e divertente Hugh Jackman, dimentica
completamente i panni del burbero Wolverine, e gioca con
i nominati e le altre star, che non si prendono sul serio e si
lasciano coinvolgere in un’infinita serie di gag musicali.
In un’atmosfera serena e informale, tra balli e interventi comici,
gli Oscar vengono consegnati uno dopo l’altro, rispettando i
pronostici ma senza deludere nessuno.
E in un clima dove l’illusione sovrasta la realtà, non poteva
non essere premiato “The Millionaire”, quello che si può
definire il caso cinematografico dell’anno, soprattutto tenendo
conto che la pellicola stava per essere distribuita solo in
DVD. Considerato dall’Academy il Miglior Film della passata
stagione, “The Millionaire” si porta a casa 8 statuette e riceve
anche il premio per la Regia e per la Sceneggiatura non
Originale.
Serata positiva anche per Sean Penn che grazie alla sua
interpretazione in “Milk” riceve il secondo Oscar come Miglior
Attore, e per Kate Winslet, protagonista in “The Reader”, che
dopo sei nomination viene finalmente premiata come Miglior
Attrice.
Una serata che poteva risultare lunga e noiosa scorre veloce,
dandoci la conferma che ad Hollywood tutto è possibile e che
la magia del Cinema riesce ad allontanare, anche se per poche
ore, una deludente quotidianità.
Monica Cabras
Vincitori & Nominations
Miglior Regia
Il curioso caso di Benjamin
Migliore Attore Non
Protagonista
Button
Josh Brolin per Milk
caso di Benjamin Button
Frost/Nixon - Il duello
Robert Downey Jr.
Ron Howard per Frost/Nixon
Milk
per Tropic Thunder
- Il duello
The Reader
Philip Seymour Hoffman
Gus Van Sant per Milk
The Millionaire
per Il dubbio
Stephen Daldry per The Reader
Heath Ledger
Danny Boyle per The Millionaire
Miglior Film
David Fincher per Il curioso
per Il Cavaliere Oscuro
Michael Shannon
Migliore Attore
Protagonista
per Revolutionary Road
inatteso
Miglior
Sceneggiatura
Originale
Frank Langella per Frost/Nixon
Frozen River
- Il duello
scritto da Courtney Hunt
Sean Penn per Milk
La felicità porta fortuna -
Brad Pitt per Il curioso caso di
Happy Go Lucky
Benjamin Button
scritto da Mike Leigh
Mickey Rourke per The Wrestler
In Bruges - La coscienza
Richard Jenkins per L’ospite
dell’assassino
Migliore Attrice
Protagonista
Anne Hathaway per Rachel sta
per sposarsi
Angelina Jolie per Changeling
Melissa Leo per Frozen River
Meryl Streep per Il dubbio
Kate Winslet per The Reader
Migliore Attrice Non
Protagonista
scritto da Martin McDonagh
Milk
scritto da Dustin Lance Black
Amy Adams per Il dubbio
Wall-E
Penélope Cruz
scritto da Andrew Stanton,
per Vicky Cristina Barcelona
Jim Reardon
Viola Davis per Il dubbio
Taraji P. Henson per Il curioso
caso di Benjamin Button
Marisa Tomei per The Wrestler
Miglior
Scenegiattura Non
originale
Miglior Film
Straniero
Il curioso caso di Benjamin
La banda Baader Meinhof,
Button
scritto da Eric Roth, Robin
Swicord
Il dubbio
scritto da John Patrick Shanley
Frost/Nixon - Il duello
scritto da Peter Morgan
The Reader
scritto da David Hare
The Millionaire
scritto da Simon Beaufoy
Migliore Fotografia
La classe - Entre les murs,
Changeling
Francia, di Laurent Cantet
Tom Stern
Departures,
Il curioso caso di Benjamin
Giappone, di Yojiro Takita
Button
Revanche, Austria, di Götz
Claudio Miranda
Spielmann
Il Cavaliere Oscuro
Valzer con Bashir, Israele,
Wally Pfister
Germania, Francia, di Ari Folman
The Reader
Miglior
Documentario
Chris Menges, Roger Deakins
The Millionaire
Anthony Dod Mantle
Migliore Film
d’Animazione
Migliori Costumi
Bolt - Un eroe a quattro zampe
Australia
di Byron Howard, Chris Williams
Catherine Martin
Kung Fu Panda
Il curioso caso
di Mark Osborne, John
di Benjamin Button
Stevenson
Jacqueline West
Wall-E di Andrew Stanton
La duchessa
The Betrayal - Nerakhoon
di Ellen Kuras, Thavisouk
Phrasavath
Michael O’Connor
Milk
Danny Glicker
Migliore
Scenografia
Germania, di Uli Edel
Revolutionary Road
Albert Wolsky
Encounters at the End of the
World
di Werner Herzog
The Garden
di Scott Hamilton Kennedy
Man on Wire
di James Marsh
Trouble the Water
di Tia Lessin, Carl Deal
Miglior
Documentario
Cortometraggio
Changeling
The Conscience of Nhem En
James J. Murakami, Gary Fettis
di Steven Okazaki
Il curioso caso
The final inch
di Benjamin Button
di Irene Taylor Brodsky,
Donald Graham Burt,
Tom Grant
Victor J. Zolfo
Smile Pinki
Il Cavaliere Oscuro
di Megan Mylan
Nathan Crowley, Peter Lando
The witness - From the
La duchessa
balcony of room 306
Michael Carlin, Rebecca Alleway
Adam Pertofsky, Margaret Hyde
Revolutionary Road
Kristi Zea, Debra Schutt
6
Miglior Montaggio
Il curioso caso
di Benjamin Button
Miglior Sonoro
Kirk Baxter, Angus Wall
Il Cavaliere Oscuro
Il Cavaliere Oscuro, Lee Smith
Richard King
Frost/Nixon - Il duello
Iron Man
Mike Hill, Dan Hanley
Frank Eulner, Christopher Boyes
Milk Elliot Graham
The Millionaire
The Millionaire Chris Dickens
Glenn Freemantle, Tom Sayers
Wall-E
Miglior Trucco
Ben Burtt, Matthew Wood
Il curioso caso
Wanted - Scegli il tuo destino
di Benjamin Button
Wylie Stateman
Greg Cannom
Migliori Effetti
Sonori
Il Cavaliere Oscuro
John Caglione,
Jr. e Conor O’Sullivan
Hellboy II: The Golden Army
Mike Elizalde, Thom Floutz
Il curioso caso di Benjamin
Miglior
Cortometraggio
Animato
La Maison en Petits Cubes
Migliore Colonna
Sonora Originale
Il curioso caso
di Benjamin Button
Alexandre Desplat
Defiance - I giorni del coraggio
James Newton Howard
Milk
Danny Elfman
The Millionaire
A.R. Rahman
Wall-E
Thomas Newman
Kunio Kato
Lavatory - Lovestory
Konstantin Bronzit
Oktapodi
Emud Mokhberi,
Thierry Marchand
Presto
Doug Sweetland
This Way Up
Button
David Parker, Michael Semanick,
Ren Klyce, Mark Weingarten
Il Cavaliere Oscuro
Lora Hirschberg, Gary Rizzo,
Ed Novick
The Millionaire
Ian Tapp, Richard Pryke,
Resul Pookutty
Wall-E
Tom Myers, Michael Semanick,
Ben Burtt
Wanted - Scegli il tuo destino
Alan Smith, Adam Foulkes
Chris Jenkins, Frank A. Montaño,
Miglior
Cortometraggio,
Live Action
Migliori Effetti
Speciali Visivi
Petr Forejt
Auf Der Strecke (On The Line)
Il curioso caso
Migliore Canzone
Originale
Reto Caffi
di Benjamin Button
Manon On The Asphalt
Eric Barba, Steve Preeg,
“Down to Earth” da Wall-E
Elizabeth Marre, Olivier Pont
Burt Dalton, Craig Barron
Peter Gabriel, Thomas Newman
New Boy
Il Cavaliere Oscuro
“Jai Ho” da The Millionaire
Steph Green, Tamara Anghie
Nick Davis, Chris Corbould,
A.R. Rahman, Gulzar
The Pig
Tim Webber, Paul Franklin
“O Saya” da The Millionaire
Tivi Magnusson, Dorte Høgh
Iron Man
A.R. Rahman,
Spielzeugland (Toyland)
John Nelson, Ben Snow,
Maya Arulpragasam
Jochen Alexander Freydank
Dan Sudick, Shane Mahan
7
Frost/Nixon - Il duello
(Frost/Nixon)
U.S.A., Regno Unito, Francia, 2008,
Drammatico, 122’
di Ron Howard
con Sam Rockwell, Kevin Bacon,
Michael Sheen, Rebecca Hall,
Frank Langella, Oliver Platt, Patty
McCormack, Matthew MacFadyen,
Toby Jones, Holly Weber
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 06 Febbraio 2009
Il curioso caso
di Benjamin Button
(The Curious Case of Benjamin Button)
U.S.A., 2008, Drammatico, Romantico,
163’ di David Fincher
con Brad Pitt, Tilda Swinton, Cate
Blanchett, Julia Ormond, Taraji P.
Henson, Lance E. Nichols, Elle Fanning
Distribuzione: Warner Bros.
nelle sale dal 3 Febbraio 2009
“Sono nato in circostanze particolari”.
Così inizia “Il curioso caso di Benjamin
Button”, adattato da un racconto degli
anni ‘20 di F. Scott Fitzgerald su un
uomo che nasce ottantenne e la cui età
scorre al contrario: un uomo come tutti
noi, incapace di fermare il tempo.
In seguito allo scandalo Watergate, che
lo costrinse a dimettersi dalla carica
di Presidente degli Stati Uniti, Richard
Nixon, rimase in silenzio per tre anni.
Passato questo periodo di tempo, l’ex
presidente sorprese tutti accettando
di rilasciare una serie di interviste
televisive per lo show condotto dal
giornalista britannico David Frost,
durante le quali parlò dell’esperienza
del suo mandato e dello scandalo che
appunto vi mise fine....
Milk
U.S.A., 2008, Drammatico, 128’
di Gus Van Sant
con Sean Penn, Josh Brolin, Emile
Hirsch, James Franco, Diego Luna,
Brandon Boyce, Denis O’Hare, Victor
Garber
Distribuzione: BIM
nelle sale dal 23 Gennaio 2009
Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto
supervisor (consigliere comunale) a
San Francisco, divenendo il primo
omosessuale dichiarato ad avere
accesso a una importante carica
pubblica in America. La sua vittoria non
è stata solo una vittoria per i diritti dei
gay, ma ha aperto la strada a coalizioni
trasversali nello schieramento politico.
Harvey Milk ha incarnato per molti dagli anziani agli iscritti al sindacato una nuova figura di militante per i diritti
civili; e con la sua morte prematura,
avvenuta nel 1978, è diventato un eroe
per tutti gli americani.
The Millionaire
Slumdog Millionaire (Titolo originale)
Regno Unito, U.S.A., 2008, Commedia,
Drammatico, 120’
di Danny Boyle
con Mia Drake, Imran Hasnee, Anil
Kapoor, Irfan Khan, Madhur Mittal, Dev
Patel, Freida Pinto, Shruti Seth
Distribuzione: Lucky Red
nelle sale dal 05 Dicembre 2008
Per riuscire a riconquistare la sua ex,
un ragazzo indiano, analfabeta, decide
di partecipare al programma “Chi
vuol essere miliardario?”, del quale la
ragazza é assidua spettatrice; a lui non
interessa il denaro, lui vuole vincere per
dimostrare qualcosa alla sua amata…
L’ospite inatteso
The Visitor (Titolo originale)
U.S.A., 2007, Commedia,
Drammatico, 103’ di Thomas McCarthy
con Hiam Abbass, Amir Arison, Danai
Jekesai Gurira, Richard Jenkins,
Maggie Moore, Tzahi Moskovitz, Laith
Nakli, Haaz Sleiman
Distribuzione: Bolero Film
nelle sale dal 05 Dicembre 2008
The Reader
U.S.A., Germania, 2008, Drammatico,
Romantico, 123’
di Stephen Daldry
con Ralph Fiennes, Kate Winslet,
Bruno Ganz, Ludwig Blochberger,
Jeanette Hain, Volker Bruch, Linda
Bassett, Claudia Michelsen
Distribuzione: 01 Distribution
nelle sale dal 20 Febbraio 2009
Germania, anni ‘50. Michael Berg é un
ragazzo in piena età adolescenziale
e quindi in preda ai primi turbamenti
e alle prime voglie sessuali tipiche di
quell’età. Un giorno, mentre cammina
per strada, é vittima di un malore, e
viene soccorso da Hannah, una donna
matura, più grande di lui. Michael,
rimane affascinato ed invaghito di
questa donna tanto che inizia una
relazione con la stessa. Hannah però,
nasconde qualcosa, qualcosa che
riguarda il suo passato...
Un professore universitario, va a
New York per partecipare ad un
convegno, ma quando entra nel suo
appartamento, scopre che una giovane
coppia l’ho utilizza come abitazione.
Departures
Okuribito (Titolo originale)
Giappone, 2008, Drammatico, 130’
di Yojiro Takita
con Masahiro Motoki, Tsutomu
Yamazaki, Ryoko Hirosue, Kazuko
Yoshiyuki, Kimiko Yo, Takashi Sasano,
Tôru Minegishi, Tetta Sugimoto, Yukiko
Tachibana, Tatsuo Yamada
nelle sale dal 2009
Dopo aver visto sfumare il suo futuro
come violoncellista, per lo scioglimento
dell’orchestra dove suonava, Daigo,
si vede costretto a far ritorno al
suo paesino natale insieme alla
moglie. Vista la penuria di lavoro a
disposizione, l’uomo accetta di lavorare
come cerimoniere funebre, cioè colui
che prepara il cadavere prima di
essere sepolti. Nonostante il dissenso
dei suoi parenti ed in particolar modo
della moglie, la sua volontà é quella
di continuare per la strada che ha
intrapreso...
Defiance - I giorni
del coraggio
Defiance (Titolo originale)
U.S.A., 2008, Drammatico, Guerra,
129’ di Edward Zwick con Daniel Craig,
Liev Schreiber, Jamie Bell, George
MacKay, Mia Wasikowska, Tomas
Arana, Rolandas Boravskis, Alexa Davalos, Mark Feuerstein Distribuzione:
Medusa nelle sale dal 23 Gennaio 2009
Per sfuggire alle truppe tedesche, che
gli hanno sterminato la famiglia, quattro
fratelli ebrei polacchi, cercano rifugio
nelle foreste che conoscono come
le loro tasche. Decisi a vendicare la
morte dei loro genitori, i tre fratelli più
grandi pensano che il modo migliore
per farlo, sia quello di salvare la vita ad
altri disperati che cercano di non farsi
acchiappare dai nazisti. Creano così
un piccolo gruppo di resistenza, che
però ben presto cresce a dismisura,
attirando le attenzioni delle truppe
nemiche...
Changeling
The Wrestler
U.S.A., 2008, Thriller, Giallo, 140’
di Clint Eastwood
con Angelina Jolie, John Malkovich,
Riki Lindhome, Amy Ryan, Colm Feore, Devon Gearhart, Jeffrey Donovan,
Kelly Lynn Warren, Devon Conti
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 14 Novembre 2008
U.S.A., 2008, Azione, 105’
di Darren Aronofsky
con Mickey Rourke, Marisa Tomei,
Evan Rachel Wood, Judah Friedlander,
Ajay Naidu, Mark Margolis, Ashley
Springer, Anna-Karin Eskilsson,
Giovanni Roselli, Angelina Aucello
Distribuzione: Lucky red
nelle sale dal 06 Marzo 2009
Randy “The Ram” Robinson (Mickey
Rourke) era un wrestler professionista
di rinomata fama alla fine degli anni 80’.
Vent’anni dopo tira avanti esibendosi
per i fans del duro wrestling nelle
palestre dei licei e nelle comunità del
New Jersey. Allontanatosi dalla figlia
(Evan Rachel Wood), incapace di
sostenere un vero rapporto, Randy
vive per il brivido dello show, per
l’adrenalina del combattimento e
per l’adorazione dei fans che gli
rimangono. Colto da un infarto durante
un combattimento, il dottore gli dice di
eliminare gli steroidi e di sospendere
i combattimenti di wrestling. Costretto
a lasciare lo show-business, Randy
comincia a riflettere sulla sua vita.
Prova a riallacciare i rapporti con sua
figlia e inizia una relazione con una
spogliarellista (Marisa Tomei) ormai
non più giovanissima. Per un periodo
le cose funzionano; tuttavia il richiamo
della ribalta è troppo forte per lui e
Randy si cimenta ancora una volta nel
combattimento sul ring.
Rachel
sta per sposarsi
Rachel Getting Married (Titolo originale)
U.S.A., 2008, Commedia, 116’
di Jonathan Demme
con Anne Hathaway, Rosemarie
DeWitt, Tunde Adebimpe, Mather
Zickel, Anisa George, Anna Deavere
Smith, Bill Irwin
Distribuzione: Sony Pictures Releasing
Italia
nelle sale dal 21 Novembre 2008
Quando Kym (Anne Hathaway) torna
a casa della famiglia per il matrimonio
della sorella Rachel (Rosemarie
Dewitt), porta con sé una lunga storia
di crisi personali, conflitti familiari e
tragedie. La grande quantità di amici
presenti al matrimonio della coppia si è
riunita per un felice weekend di feste,
musica ed amore, ma Kym, con le sue
taglienti frasi secche e un’inclinazione
naturale a provocare dei drammi,
rappresenta un catalizzatore per le
tensioni a lungo sopite nelle dinamiche
familiari.
Los Angeles, anni ‘20. Disperata per il
rapimento del figlio, Christine Collins,
si appella al buon cuore dei rapitori
chiedendo che gli restituiscano il
bambino. Dopo alcuni giorni, in effetti,
la polizia le da la buona notizia del
ritrovamento del figlio, ma la donna
sostiene che quello non é il suo
bambino. Considerata pazza, la donna
viene umiliata con l’internazione in un
manicomio. La verità in realtà é che
suo figlio é stato ucciso e Christine
si é trovata a combattere contro
la corruzione della polizia, avendo
contro l’opinione pubblica, sino a
quando anche il bambino non arriva
ad ammettere che Christine non é sua
mamma.
Il dubbio
Doubt (Titolo originale)
U.S.A., 2008, Drammatico, 104’
di John Patrick Shanley
con Meryl Streep, Philip Seymour
Hoffman, Amy Adams, Viola Davis,
Alice Drummond, Lloyd Clay Brown,
Carrie Preston, Joseph Foster, Bridget
Megan Clark, Audrie J. Neenan, Susan
Blommaert
Distribuzione: Walt Disney Studios
Motion Pictures Italia
nelle sale dal 30 Gennaio 2009
New York City, 1964. In una rigorosa
scuola cattolica del Bronx, una suora
sospetta che Padre Flynn abusi della
sua autorità nei confronti degli studenti;
é convinta, infatti, che il sacerdote
nutra degli interessi nei confronti di uno
studente di colore.
Tropic Thunder
U.S.A., 2008, Azione, Commedia, 105’
di Ben Stiller con Ben Stiller, Robert
Downey Jr., Jack Black, Bill Hader,
Nick Nolte, Jay Baruchel, Matthew
McConaughey, Tom Cruise, Tobey
Maguire, Justin Theroux, David
Pressman, Brandon Jackson, Steve
Coogan, Danny McBride, Valerie
Azlynn, Matt Levin, Andrea De Oliveira,
Holly Weber, Anya Monzikova, Jasmine
Dustin
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 24 Ottobre 2008
Frozen River
U.S.A., 2008, Drammatico, 97’
di Courtney Hunt
con Melissa Leo, Misty Upham, Michael
O’Keefe, Mark Boone Junior, Charlie
McDermott, James Reilly, Dylan
Carusona, Jay Klaitz, Michael Sky,
John Canoe, Nancy Wu
Distribuzione: Archibald Enterprise
Film
nelle sale dal 2009
Dopo aver visto disattese tutte le
sue speranze di comprare una casa
prefabbricata, in quanto il marito é
sparito dopo aver speso tutti i soldi
nel gioco, Ray Eddy, che oltretutto
ha due figli a carico, é disperata.
Per cercare di guadagnare un po’ di
soldi per sopravvivere, si presta a far
attraversare il confine tra il Canada
e gli Stati Uniti ai clandestini cinesi
e pachistani. Il piano é quello di
nascondergli nel portabagagli della
macchina ed attraversare il fiume
St. Lawrence che in questo periodo
dell’anno é ghiacciato. Ad aiutarla
in questa avventura disperata, Lila,
una giovane Mohawk, caduta in un
profondo dolore da quando é stata
allontanata dal figlio...
Hellboy II:
The Golden Army
U.S.A., 2008, Azione, Fantascienza,
Fantastico, 110’ di Guillermo del Toro
con Ron Perlman, Selma Blair, Jeffrey
Tambor, Doug Jones, James Dodd,
Luke Goss, Thomas Kretschmann,
Brian Steele, Anna Walton
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 16 Luglio 2008
Con la rottura di un’antica tregua
tra l’umanità e i figli originari della
Terra, sta per scatenarsi un putiferio.
L’anarchico Principe degli inferi Nuada
si è stancato di secoli di rispetto e
ubbidienza verso il genere umano.
Trama di risvegliare un esercito di
macchine assassine a lungo sopite
per riavere quello che appartiene al
suo popolo; tutte le creature magiche
dovranno essere libere di aggirarsi
di nuovo per il mondo. Solo Hellboy
aiutato dalla sua fidanzata Liz
Sherman, può fermare il tenebroso
sovrano e salvare il nostro mondo dalla
distruzione, anche se preferirebbe
starsene rilassato a sorseggiare birra e
fumare un sigaro...
In seguito ad una serie di avvenimenti
non previsti, cinque attori che stavano
girando un costosissimo film di guerra,
si trovano costretti a diventare i soldati
che stavano interpretando; la realtà
però è di gran lunga più dura della
finzione...
Il Cavaliere Oscuro
The Dark Knight (Titolo originale)
U.S.A., 2008, Azione, Drammatico,
Thriller, 152’
di Christopher Nolan
con Christian Bale, Heath Ledger,
Gary Oldman,Michael Caine, Morgan
Freeman, Maggie Gyllenhaal, Aaron
Eckhart, Eric Roberts
Distribuzione: Warner Bros. Pictures
nelle sale dal 23 Luglio 2008
Una nuova avventura dell’uomo
pipistrello, che utilizza tutta la sua
rabbia ed il suo rancore per cercare di
ripulire Gotham City, dalla malavita da
cui é infestata...
Revolutionary Road
U.S.A., Regno Unito, 2008, Drammatico, 119’ di Sam Mendes
con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet,
Kathy Bates, Kathryn Hahn, Michael
Shannon, Zoe Kazan, Ryan Simpkins,
Ty Simpkins, Kristen Connolly
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 30 Gennaio 2009
Anni ‘50, Frank e April Wheeler sono
una coppia appartenente alla classe
media americana, vivono nei dintorni
di New York in una di quelle belle case
da benestanti, ma sono in forte conflitto
riguardo allo spazio da dedicare ai
propri desideri contro l’opprimente
ondata di conformismo che sembra
essersi impossessata degli Stati Uniti in
quegli anni.
La coscienza
dell’assassino
In Bruges (Titolo originale)
Regno Unito, Belgio, 2008, Azione,
Commedia, 107’
Regia: Martin McDonagh
con Colin Farrell, Brendan Gleeson,
Ralph Fiennes, Elizabeth Berrington,
Rudy Blomme, Olivier Bonjour, Mark
Donovan, Eric Godon
Distribuzione: Mikado
nelle sale dal 16 Maggio 2008
In seguito ad un imprevisto durante
il loro ultimo incarico, l’assassinio
di un prete, due killer professionisti,
Ray e Ken, vengono costretti dal
loro boss, ad una vacanza forzata
nell’accogliente città di Bruges in
Belgio. Qui, i due, dovrebbero cercare
di passare inosservati, finché non si
calmano un pò le acque, ma, una serie
di circostanze gli mette al centro di
rocambolesche situazioni... Che non
sia giunto il momento di cambiare
vita...?
Vicky Cristina
Barcelona
U.S.A., Spagna, 2008, Commedia,
Drammatico, Romantico, 90’
di Woody Allen
con Scarlett Johansson, Javier Bardem,
Penelope Cruz, Patricia Clarkson, Kevin Dunn, Rebecca Hall, Pablo Schreiber, Carrie Preston
Distribuzione: Medusa
nelle sale dal 17 Ottobre 2008
Due turiste americane, Vicky e Cristina,
che danno il nome al film, in viaggio
nella città catalana, fanno perdere
la testa ad un irresistibile pittore
spagnolo. Se già non bastasse questo
triangolo amoroso a rendere bollente
la situazione, ci si mette pure l’exfidanzata dell’artista, che alla vista del
“suo” uomo insieme a due straniere si
fa travolgere dalla gelosia...
Australia
La felicità porta
fortuna
Happy Go Lucky (Titolo originale)
Regno Unito, 2008, Commedia, Drammatico, 118’
di Mike Leigh
con Sally Hawkins, Eddie Marsan,
Nonso Anozie, Elliot Cowan, Samuel
Roukin, Andrea Riseborough, Sarah
Niles, Alexis Zegerman
Distribuzione: Mikado
nelle sale dal 05 Dicembre 2008
La spensieratezza e l’allegria di
“Poppy”, così viene chiamata Pauline,
insegnante delle elementari, é
contagiosa ed in netto contrasto con
la classica immagine che si ha di
Londra, città nella quale vive, famosa
per il suo clima nebuloso e piovoso.
In un equilibrio, quasi matematico,
tra se stessa ed il resto del mondo,
Poppy, affronta la vita alla giornata,
senza preoccuparsi troppo del futuro e
cercando di vivere al meglio tutto quello
che le accade di volta in volta...
Australia, U.S.A., 2008, Avventura,
Drammatico, Guerra, 144’
di Baz Luhrmann
con Nicole Kidman, Hugh Jackman,
David Wenham, Bryan Brown, Ben
Mendelsohn, Jacek Koman, Bruce
Spence, Jack Thompson, John Jarratt,
Bill Hunter, Barry Otto, Essie Davis,
David Gulpilil, Ray Barrett
Distribuzione: 20th Century Fox
nelle sale dal 16 Gennaio 2009
Una ricca nobildonna inglese, eredita
una sconfinata tenuta in Australia con
2000 capi di bestiame. Quando alcuni,
prepotenti, proprietari terrieri cercano di
impossessarsi dei suoi possedimenti,
cerca l’aiuto di un cow-boy, per portare
il bestiame al sicuro. Durante il loro
avventuroso cammino, attraverseranno
luoghi impervi e desolati e vedranno
con i propri occhi, come gli aerei
giapponesi bombardarono Darwin...
La banda Baader
Meinhof
Der Baader Meinhof Komplex (Titolo
originale)
Germania, 2008, Drammatico, 155’
di Uli Edel
con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu,
Johanna Wokalek, Bruno Ganz, Simon
Licht, Jan Josef Liefers, Alexandra
Maria Lara, Heino Ferch, Nadja Uhl,
Hannah Herzsprung
Distribuzione: BIM
nelle sale dal 31 Ottobre 2008
Germania occidentale, anni 70. Bombe,
attentati mortali insieme alla paura
e alla minaccia di un nemico interno
scuotono le fragili fondamenta della
giovane democrazia tedesca. I più
radicali figli della generazione nazista
guidati da Andreas Baader , Ulrike
Meinhof e Gudrun Ensslin combattono
una violenta guerra contro ciò che
percepiscono come la nuova faccia
del fascismo: l’imperialismo americano
sostenuto dalle istituzioni tedesche
nelle quali ancora agiscono uomini dal
passato nazista…
Valzer con Bashir
Israele, Germania, Francia, 2008, Animazione, 87’
di Ari Folman
con Ron Ben-Yishai, Ronny Dayag, Ari
Folman, Dror Harazi, Yehezkel Lazarov,
Mickey Leon, Ori Sivan
Distribuzione: Lucky red
nelle sale dal 09 Gennaio 2009
Una sera, in un bar, un vecchio amico
racconta al regista Ari Folman un
incubo ricorrente nel quale 26 cani
feroci lo inseguono. Lo stesso numero
di animali, ogni notte. I due giungono
alla conclusione che c’è un legame
tra l’incubo e la loro missione nelle file
dell’esercito israeliano durante la prima
guerra del Libano, all’inizio degli anni
‘80. Ari si sorprende a scoprire di non
ricordare niente di quel periodo della
sua vita. Incuriosito da questo fatto
inspiegabile, decide di incontrare e
intervistare vecchi amici e compagni
d’armi in giro per il mondo. Ha bisogno
di scoprire la verità su quel periodo e
su se stesso. Mano a mano che Ari
va avanti con le ricerche, nella sua
memoria cominciano ad emergere
immagini surreali …
La classe
Entre les murs (Titolo originale)
Francia, 2008, Drammatico, 128’
di Laurent Cantet
con François Bégaudeau
Distribuzione: Mikado
nelle sale dal 10 Ottobre 2008
L’inizio di un nuovo anno scolastico in
una scuola di un quartiere disagiato,
riserverà a François, insegnante
sui generis di francese una brutta
sorpresa. Nonostante i suoi metodi non
siano per niente severi, ma, al contrario
il suo modo di porsi nei confronti degli
alunni é piuttosto malleabile, alcuni
studenti mettono in discussione il suo
comportamento, mettendo in crisi il suo
rigore professionale...
Wall-E
U.S.A., 2008, Animazione, Avventura,
97’ di Andrew Stanton con Fred Willard,
Jeff Garlin, Ben Burtt
Distribuzione: Walt Disney Studios
Motion Pictures Italia nelle sale dal 17
Ottobre 2008
Dopo aver trascorso centinaia di anni
solitari facendo ciò per cui era stato
costruito - ripulire il pianeta - W.A.L.L.E
trova un nuovo scopo nella sua vita
quando incontra un affusolato robot
ricognitore di nome EVE. EVE si rende
conto che W.A.L.L.E è involontariamente
incappato nella chiave che assicurerà
il futuro del pianeta, e torna di corsa
nello spazio per riferire le sue scoperte
agli umani. Nel frattempo, W.A.L.L.E
segue EVE per tutta la galassia, dando
vita ad una delle avventure comiche più
fantasiose ed emozionanti mai portata
sul grande schermo.
Revanche
Austria, 2008, Drammatico, Thriller,
121’ di Götz Spielmann
con Johannes Krisch, Andreas Lust,
Irina Potapenko, Ursula Strauss, Johannes Thanheiser, Michael-Joachim
Heiss, Hanno Pöschl
nelle sale dal 2009
Tamara é una prostituta stanca della
vita che sta conducendo che sogna
di scappare con l’uomo del quale é
innamorata, Alex, il fattorino del suo
protettore. Non é facile fuggire dal loro
ambiente, ma per farlo, studiano un piano
che prevede una rapina alla banca di un
piccolo paesino, in modo da recuperare
il denaro necessario alla loro fuga.
Purtroppo però non tutto va come previsto
e i due verranno braccati dalla polizia...
Kung Fu Panda
U.S.A., 2008, Animazione, Azione,
Commedia, 95’
di Mark Osborne, John Stevenson
con Jack Black, Jackie Chan, Dustin
Hoffman, Lucy Liu, Ian McShane,
Angelina Jolie, Michael Clarke Duncan,
David Cross, Dan Fogler
Distribuzione: UIP
nelle sale dal 29 Agosto 2008
Quando gli abitanti della Valle della
pace, sono minacciati da un temibile
nemico, il leopardo Tai Lung, alcuni
maestri di Kung Fu, cercano di
trasformare il più pigro e lento abitante
della valle, il panda Po, in un esperto
maestro d’arti marziali, per poterlo
contrapporre all’abilità di Tai Lung. Po,
imbranato com’é, porterà lo scompiglio
fra le rigide regole cui si attengono
i maestri, ma alla fine, riuscirà ad
imparare sia la disciplina, sia le tecniche
necessarie per sventare la minaccia
portata dal leopardo...
Bolt - Un eroe a
quattro zampe
Bolt (Titolo originale)
U.S.A., 2008, Animazione, 97’
di Byron Howard, Chris Williams
con John Travolta, Miley Cyrus,
Malcolm McDowell, Greg Germann,
Diedrich Bader, Chloe Moretz, J.P. Manoux, Ronn Moss, James Lipton
Distribuzione: Walt Disney Studios
Motion Pictures Italia
nelle sale dal 28 Novembre 2008
Bolt é la star di una serie tv insieme
alla sua padroncina Penny. Lui é un
adorabile cagnolino che interpreta un
super-cane, ma é convinto che tutto
quello che succede nel set, corrisponda
alla realtà; quando si ritrova sulla strada
alla ricerca della sua padroncina, che
crede essere stata rapita, inizierà un
avventuroso viaggio da Los Angeles a
New York, in compagnia di una gatta e
un criceto, si renderà conto che quello
che lo rende speciale non sono i superpoteri...
La duchessa
The Duchess (Titolo originale)
U.S.A., Italia, Regno Unito, Francia,
Danimarca, 2008, Drammatico, Storico,
110’
di Saul Dibb
con Keira Knightley, Ralph Fiennes,
Charlotte Rampling, Simon McBurney,
Dominic Cooper, Hayley Atwell, Aidan
McArdle, Richard McCabe
Distribuzione: BIM
nelle sale dal 24 Dicembre 2008
Ambientato alla fine del ‘700, La
Duchessa è la storia della bella e
sofisticata Georgiana Spencer, la
donna più affascinante della sua
epoca. Famosa per la sua bellezza e
il suo fascino, divenne un personaggio
controverso per i suoi gusti stravaganti
e la sua passione per il gioco e per
l’amore. Andata in sposa giovanissima
al più anziano e freddo Duca del
Devonshire, amica intima di ministri
e principi, Georgiana fu un’icona
dell’eleganza, una madre devota,
un’abile attivista politica, e la beniamina
della gente comune. Ma al centro della
sua storia c’è soprattutto una disperata
ricerca dell’amore.
Heath Ledger
L’uomo che voleva
ingannare il cinema
Rendere omaggio a Heath Ledger non è
semplice. Non è facile in una macchina
denominata Cinema che fagocita tutto,
trita ogni cosa, inglobando pellicole, interpretazioni, personaggi e idee in segmenti di tempo che si fanno sempre più
brevi. Il tempo passa ed inesorabilmente ci ritroviamo in affanno nel cercare
di rendere omaggio a un personaggio,
a un attore, a un uomo che viveva una
carriera in piena ascesa e che ora si
aggiunge a quelle stelle che da lassù ci
guardano incuriosite.
Il 22 gennaio 2008 moriva Heath Ledger. Secondo i referti medici, a causa di
una overdose da farmaci.
Con la vittoria del Golden Globe 2009
come Miglior Attore non protagonista,
definire l’australiano Heath Ledger “promettente” è forse troppo riduttivo.
Nuova icona del Cinema, interprete vibrante in film come I segreti di Brokeback Mountain, I fratelli Grimm e l’incantevole strega e Io non sono qui, Heath
Ledger possedeva quella rara capacità
che hanno gli attori di talento di farsi
amare sia da pubblico che da critica. Riusciva a far incontrare in territorio neutrale i capricciosi giudizi della gente.
Caratterizzato da uno sguardo malinconico, capace poi di esplodere all’improvviso mutando in un sorriso sincero in
film come Casanova o Paradiso + Inferno, Heath Ledger rimaneva impresso in
quella pellicola che gli umani chiamano
memoria.
Ed è ancora così. A distanza di un anno
dalla sua scomparsa la sua assenza è
ancora molto presente non solo nel cuore dei suoi fan, ma nel Cinema in senso
più ampio. Un Cinema che si vede amputare di una delle sue voci più interessanti e di uno dei volti più apprezzabili
degli ultimi anni.
Il nuovo millennio è stato per Heath
Ledger il suo trampolino di lancio cominciando con Il Patriota proprio nel
2000. Di questi anni ha incarnato tutti gli
aspetti positivi e negativi. La frenesia e
il clamore, lo splendore e la smania, caratteristiche che si concretizzano nella
realizzazione di ben dodici film in sette
anni. Ma di questi anni Ledger incarnava anche la malinconia rarefatta che ha
il Mondo di oggi, motivata dal desiderio
di trovare un posto, unico e speciale, in
questo tempo mutevole.
Lui, invero, ci stava riuscendo e il Mondo, allora come ora, era ed è dalla sua
parte candidandolo all’Oscar come
miglior attore non protagonista. Un riconoscimento che è stato assegnato
postumo solo una volta nella storia del
cinema a Peter Finch, nel 1977, per
Quinto Potere diretto da Sidney Lumet.
Nella speranza che la storia si ripeta,
immaginare un Cinema senza Heath
Ledger non sarà facile. E nell’immaginare un Cinema e un Tempo senza di lui
si arriva a pensare persino che forse è
ciclico. Forse a volte serve la prematura
uscita di scena di un attore promettente per ricordare che si sta andando tutti
troppo di fretta. Che a noi critici, come
agli spettatori, qualcosa sta sfuggendo di mano e formerà presto un nuovo
vuoto, incolmabile, nei nostri ricordi.
Accadde con River Phoenix nel lontano
1993, venuto a mancare per overdose a
soli ventitre anni. E’ accaduto oggi per
Heath Ledger. Entrambi bellissimi e tra i
più promettenti attori della loro generazione, entrambi legati, forse, da quello
stesso smarrimento che portavano con
sé, trascinato dalla promessa di un futuro successo.
Ma il fato a volte si fa sentire, spietato e
terribilmente ironico.
Il film che ha fatto conoscere Heath Ledger al grande pubblico è stato Il destino di un cavaliere. Il suo ultimo film è,
curiosamente, The Dark Knight. Ledger
ne stava contemporaneamente girando
un altro: Parnasus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, diretto da Terry
Gilliam.
…E se si pensa al cinema come a un
diavolo, siamo certi che Heat Ledger da
lassù se la sta ridendo di gusto.
Diego Altobelli
Meryl Streep
Lady Oscar:
è Meryl Streep
l’attrice più volte
candidata
agli Academy Awards
Con le statuette conquistate grazie a
“La gloria del mattino” (1933) di Lowell
Sherman, “Indovina chi viene a cena”
(1967) di Stanley Kramer, “Il leone d’inverno” (1968) di Anthony Harvey e “Sul
lago dorato” (1981) di Mark Rydell, rimane a tutt’oggi l’indimenticabile Katharine Hepburn l’attrice più premiata dagli
Academy Awards. Ma, nel corso di una
carriera trentennale costituita da oltre
sessanta prove sul set, è la grandissima
Meryl Streep a detenere ancora il titolo
di rappresentante del gentil sesso più
volte candidata al maggior premio riservato a chi lavora nel magico universo
della celluloide, vinto come protagonista con “La scelta di Sophie” (1982) di
Alan J. Pakula e, ancor prima, in qualità
di non protagonista per “Kramer contro
Kramer” (1979) di Robert Benton. Unici due colpi portati a segno all’interno di una
lista di ben quindici candidature iniziata con “Il cacciatore” (1978) di Michael Cimino
per poi proseguire, al di là dell’accoppiata di film già citati, con “La donna del tenente
francese” (1981) di Karel Reisz e “Silkwood” (1984) di Mike Nichols, sotto la cui regia
ha sfiorato anche una seconda volta la vittoria grazie al ruolo ricoperto in “Cartoline
dall’inferno” (1990). Del resto, la “Lady Oscar” più amata di Hollywood, a differenza
di molti altri colleghi, ha da sempre dimostrato che la qualità dei risultati raggiunti
non è eccessivamente legata alle capacità di coloro che la dirigono, tanto da riuscire
a trovarsi vicino al luccicante palco su cui James Cameron e Peter Jackson hanno
fatto incetta di premi, sia sotto la regia del Sydney Pollack de “La mia Africa” (1985)
e del Clint Eastwood de “I ponti di Madison County” (1995), sia sotto quella di nomi
meno celebrati come l’Hector Babenco di “Ironweed” (1987), il Fred Schepisi di “Un
grido nella notte” (1988) e il Carl Franklin de “La voce dell’amore” (1998). Senza dimenticare il delicato e sottovalutato “La musica del cuore” (1999), firmato da un Wes
Craven una volta tanto lontano dall’horror, seguìto da “Il ladro di orchidee” (2002) di
Spike Jonze e “Il diavolo veste Prada” (2006) di David Frankel.
Fino alla nuova candidatura per la parte della rigida Sorella Aloysius Beauvier ricoperta ne “Il dubbio”, dramma di derivazione teatrale di
John Patrick Shanley che, al di là della Anne
Hathaway di “Rachel sta per sposarsi”,
l’Angelina Jolie di “Changeling” e la
Melissa Leo di “Frozen river”,
la farà scontrare nel corso
della magica notte delle
stelle del cinema contro la Kate Winslet
di “The reader-A
voce alta”, sua
degna erede. Anche perché è già
la sesta volta che
la giovane interprete di “Titanic” si
avvicina all’Oscar
in quindici anni prestati al servizio del
grande schermo.
Fancesco Lomuscio
Oscar 2009:
premio umanitario
Jean Hersholt a
Il Myron Mertz della commedia horror
“Morti di paura”, il “cantante matto”, il
“nipote picchiatello”, il “delinquente delicato”, il “marmittone”, il “Cenerentolo”
e perfino l’assurdo “dottor Jerryll” delle
folli, divertenti notti. Tanti diversi nomi o,
se preferite, personaggi, attraverso cui
identificare l’oggi ottantatreenne talento comico Jerry Lewis (Joseph Levitch
all’anagrafe), originario del New Jersey,
la cui sessantennale attività sul set, che
lo ha visto più volte nei panni di esilarante spalla di Dean Martin, nonostante una
filmografia comprendente anche collaborazioni con nomi del calibro di Martin
Scorsese (“Re per una notte”) ed Emir
Kusturica, soltanto quest’anno lo porterà a salire sul luccicante, ambitissimo
palco degli Academy Awards.
Ma la particolarità risiede nel fatto che
Lewis, il quale ha già trovato da fine millennio scorso il suo degno erede su celluloide nel molleggiato e auto-deformante Jim Carrey, riceverà un premio che
non sarà legato né alla sua più recente
performance davanti alla macchina da
presa, né al riconoscimento per la sua
lodevole carriera che lo ha trovato spesso impegnato anche nei panni di regista.
Infatti, dopo veri e propri simboli di Hollywood quali Bob Hope, Gregory Peck,
Audrey Hepburn e Paul Newman, l’attore ritirerà il premio umanitario Jean
Hersholt, ricompensa assegnata alle
cerimonie degli Oscar dal lontano 1956
(non tutti gli anni, però), in quanto, anche se in pochi ne sono a conoscenza,
rientra tra gli iniziatori del Telethon – di
cui lanciò la prima edizione negli Stati Uniti ben quarantatre anni fa – e tra
coloro che hanno contribuito a fondare
l’Associazione per le distrofie muscolari.
Del resto, come ha dichiarato Sid Ganis,
presidente dell’Academy of Motion Picture Art and Sciences: “Jerry è un attore
leggendario che non ha solo fatto ridere
milioni di persone nel mondo, ma ne ha
anche aiutate migliaia facendo conoscere e raccogliendo fondi per coloro che
soffrono di distrofia muscolare”.
Francesco Lomuscio
Jerry Lewis
I film che hanno vinto
6 o più premi
Ben-Hur: Vinse 11 O. (12 cand.)
1997
Titanic: Vinse 11 O. (14 cand.)
2003 Il signore degli anelli - Il ritorno del re:
Vinse 11 O. (11 cand.)
1961 West Side Story: Vinse 10 O. (11 cand.)
1996 Il paziente inglese: Vinse 9 O. (12 cand.)
1958 Gigi: Vinse 9 O. (9 cand.)
1987 L’ultimo imperatore: Vinse 9 O. (9 cand.)
1939 Via col vento: Vinse 8 O. (13 cand.)
Gli Oscar in numeri
1959 1953 Da qui all’eternità: Vinse 8 O. (13 cand.)
1954 Fronte del porto: Vinse 8 O. (12 cand.)
1964 My Fair Lady: Vinse 8 O. (12 cand.)
1972 Cabaret: Vinse 8 O. (10 cand.)
1982 Gandhi: Vinse 8 O. (11 cand.)
1984 Amadeus: Vinse 8 O. (11 cand.)
1944 La mia via: Vinse 7 O. (10 cand.)
1946 I migliori anni della nostra vita:
Vinse 7 O. (8 cand.)
1957 Il ponte sul fiume Kwai: Vinse 7 O. (8 cand.)
1962
Lawrence d’Arabia: Vinse 7 O. (10 cand.)
1970 Patton generale d’acciaio:
Vinse 7 O. (10 cand.)
1973 La stangata: Vinse 7 O. (10 cand.)
1985 La mia Africa: Vinse 7 O. (11 cand.)
1990 Balla coi lupi: Vinse 7 O. (12 cand.)
1993 Schindler’s List: Vinse 7 O. (12 cand.)
1998 Shakespeare in Love: Vinse 7 O. (13 cand.)
1942 La Signora Miniver: Vinse 6 O. (12 cand.)
1950 Eva contro Eva: Vinse 6 O. (14 cand.)
1951 Un Americano a Parigi: Vinse 6 O. (8 cand.)
1951 Un posto al sole: Vinse 6 O. (9 cand.)
1966 Un uomo per tutte le stagioni:
Vinse 6 O. (8 cand.)
1974 Il Padrino parte seconda: Vinse 6 O. (11 cand.)
1977
Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza: Vinse 6 O. (10 cand.)
1994 Forrest Gump: Vinse 6 O. (13 cand.)
2002 Chicago: Vinse 6 O. (13 cand.)
I 3 film che hanno vinto
il maggior numero di premi
tra le cinque categorie
più importanti
Accadde una notte (1934)
1.
Miglior Film: Accadde una notte
2.
Miglior Regia: Frank Capra
3.
Miglior Attore: Clark Gable
4.
Migliore Attrice: Claudette Colbert
5.
Miglior Sceneggiatura: Robert Riskin
Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975)
1.
Miglior Film: Qualcuno volò sul nido del cuculo
2.
Miglior Regia: Miloš Forman
3.
Miglior Attore: Jack Nicholson
4.
Migliore Attrice: Louise Fletcher
5.
Miglior Sceneggiatura: Lawrence Hauben
and Bo Goldman
Il Silenzio degli innocenti (1991)
1.
Miglior Film: Il Silenzio degli innocenti
2.
Miglior Regia : Jonathan Demme
3.
Miglior Attore: Anthony Hopkins
4.
Migliore Attrice: Jodie Foster
5.
Miglior Sceneggiatura: Ted Tally
Qualche record
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Nel 2003 Il signore degli anelli – Il ritorno del re diventò il primo lungometraggio fantasy a vincere il
premio per il miglior film
La pellicola che ricevette il maggior numero di premi, senza vincere però l’Oscar per il miglior film, fu
Cabaret nel 1972 (8 premi)
I due film a pari merito per il maggior numero di
nomination senza però vincere alcun premio sono:
Due vite una svolta (1977) e Il Colore viola (1985)
La pellicola con il maggior numero di nomination
senza quella per il miglior film è Non si uccidono
così anche i cavalli? del 1969 che collezionò 9 candidature
Il primo ed unico film animato ad aver mai vinto il
premio per la migliore pellicola è La Bella e la bestia, che condivide il record del maggior numero di
nomination per un film animato (6) con Wall-E
Valzer con Bashir è il primo film animato ad essere
nominato nella categoria miglior film straniero, dove
rappresenta Israele
Il signore degli anelli – Il ritorno del re, Braveheart,
L’ultimo imperatore, Gigi, Il Giro del mondo in ottanta giorni, Il Più grande spettacolo del mondo, Un
americano a Parigi, Grand Hotel, All’ovest niente di
nuovo e Ali sono tutti film che hanno vinto il premio
come migliore pellicola senza ricevere neanche
una nomination per gli attori, protagonisti e non
Grand Hotel è l’unica pellicola ad aver vinto il premio come miglior film senza ricevere nessun’altra
nomination.
Curiosando
2009
Oscar Academy Awards
“Assomiglia a mio zio Oscar!”, una frase
passata alla storia che segna l’inizio di
uno dei più importanti ed attesi eventi a
livello mondiale, pronunciata nel 1931,
secondo una voce metropolitana, da
Margaret Herrick, segretaria di un direttore dell’Academy Awards. Il nome
“Oscar” però sembra che sia stato usato solo dopo il 1939, sebbene già molti
divi di Hollywood avessero cominciato a
chiamare la statuetta “Oscar” durante i
discorsi della cerimonia di premiazione.
Per fedeltà di cronaca non si può non
citare brevemente l’altra versione della
leggenda, secondo cui il nome “Oscar”
fu dato dall’attrice Bette Devis, madrina
della statuetta, in onore del suo primo
marito, Harman Oscar Nelson jr. A parte
queste amene leggende, è innegabile
che il luccicante premio ne abbia fatta di
strada nel tempo, in fondo era l’ estate del
1928 quando l’art director Cedric Gibbson, della celebre casa cinematografica
“ Metro Goldwyn Mayer”, offre 500 dollari allo scultore G. Stanley per modellare
una statuetta in argilla, placcata in bronzo, e per produrne 12 copie placcate
oro 24 carati per la cena di premiazione
degli “Awards of merit”. Ma cosa rappresenta questa statuetta a parte uno “Zio
d’America”? Gibbson realizzò un cavaliere nudo che immergeva la sua spada
in una bobina di film con cinque fessure,
rappresentanti i cinque rami originali del
premio che allora riguardava produttori,
registi, attori, scrittori e tecnici. La prima
cerimonia ufficiale dell’ Academy Award
si svolse alla “Blossom Room” dell’Hollywood Roosevelt Hotel e in quello stesso periodo Walt Disney fondava la Walt
Disney Productions a Los Angeles, in cui
si svolgevano le prime proiezioni di film
sugli aerei di linea. Quest’anno la realizzazione delle statuette è stata affidata
all’ artigiano di Chicago, Luis Villalobos.
Per questa famosa statuetta gli attori di
tutto il mondo farebbero follie, e non solo
loro, dato il prezzo pagato da alcuni col-
lezionisti. Nel 1988 infatti un collezionista
svizzero pagò 15.760 dollari per l’ Oscar
vinto da “Un americano a Parigi” come
miglior film nel 1951.
La “Notte degli Oscar” è ancora oggi una
cerimonia molto apprezzata e trasmessa
in tutto il mondo, dove gli invitati fanno
sfoggio delle creazioni dei più celebri
stilisti, come ad esempio Penélope Cruz
che questo anno sfilerà sul tappeto rosso
indossando un abito “Oscar de la Renta”.
E’ oltretutto la prima attrice spagnola ad
aver ricevuto ben due candidature alla
statuetta, la prima anni fa con “Volver”
del regista Pedro Almodovar ed ora con
“Vicky Cristina Barcelona”di Woody Allen
come “Miglior Attrice Non Protagonista”.
In controtendenza, Meryl Streep sembra
aver deciso di utilizzare alcuni abiti del
suo guardaroba personale per una forma
di scaramanzia, dopo tutto ha già vinto
diversi premi nell’edizione di “Screen Actor’s Guild Awards” per la sua interpretazione nel film “Il dubbio”. Secondo quanto riportano alcune testate statunitensi,
sembra che l’attrice abbia dichiarato che,
in caso di vittoria, non comprerà più un
vestito nuovo. Al momento questa titanica attrice ha collezionato ben quindici
nomination e due vittorie. Se dovesse
farcela, si posizionerebbe nella classifica
dei record subito dopo la grande Katherine Hepburn (12 nomination e 4 vittorie).
Altra probabile attrice scaramantica potrebbe essere Anne Hathaway alla sua
prima nomination agli Oscar, candidata
come “Migliore Attrice Protagonista” per
la sua interpretazione in “Rachel sta per
sposarsi”. La giovane attrice percorrerà
il tappeto rosso degli Oscar con il padre,
ed ha dichiarato di essere in cerca di altri
due biglietti per portare alla “Notte degli
Oscar” anche la madre e il fratello, perché sono le persone più importanti della
sua vita. Cosa sicuramente vera e consigliabile, dopo le sue “turbolente” relazioni sentimentali, prima con il manager
Raffaello Follieri, arrestato dalla polizia di
Los Angeles per truffa a causa di un assegno scoperto di circa 250.000 dollari.
Un brutto periodo per Hathaway che ha
dovuto perfino subire un’ interrogatorio
dalla polizia. Subito dopo però pareva
essersi consolata con Adam Shulman,
cui però pagava praticamente tutto.
Sebbene Anne Hathaway abbia impressionato giuria e pubblico per la sua interpretazione, i bookmakers comunque
considerano improbabile la sua vittoria e
danno per favorita l’inglese Kate Winslet
per “The Reader”, che nonostante i suoi
trentaquattro anni e le sei nomination
non ha ancora mai vinto la statuetta.
“Fra i due litiganti il terzo gode”: infatti
allo stesso premio concorre anche Melissa Leo, attrice semi sconosciuta, che
ha brillato nel ruolo di madre in “Frozen
River” o forse alla fine ad accaparrarsi
la statuetta sarà per la seconda volta
Angelina Jolie per “Changeling” di Clint
Eastwood. Molti si chiedono come Angelina Jolie vivrà questa magica notte,
calcolando che tutto sembra andarle di
traverso, prima di tutto perchè fra le candidate le preferite sembrano essere Meryl Streep e Kate Winslet e poi perché fra
i presentatori della “ Notte degli Oscar”
compare il nome di Jennifer Aniston,
dopo il successo al botteghino di Natale
del film “Io & Marley”. Sono passati anni
dal divorzio fra Jennifer Aniston e Brad
Pitt, che corse subito fra le braccia di
Angelina Jolie, chissà cosa succederà
quando si incontreranno…..che la vendetta sia davvero un piatto da gustare
freddo? sicuramente in questo caso è
stato servito alla Aniston su un “tappeto
rosso” e qualsiasi cosa succederà Jennifer potrà contare sul suo fidanzato John
Mayer, che le ha suggerito di cogliere la
palla al balzo per dimostrare al mondo di
essere superiore.
La presenza dell’ex moglie agli Oscar
sembra non intaccare il sorriso serafico
di Brad Pitt che, informato sul numero
totale delle nomination del film “Il curioso
caso di Benjamin Button”, ha placidamente affermato che le cose più importanti della sua vita sono la paternità e
l’amore per Angelina Jolie. Più entusiasta è apparso il regista David Fincher,
che sembra aver colpito nel segno decidendo di realizzare la breve novella di
Francis Scott Fitzgerald, scritta nel 1921,
nonostante le accuse di plagio mossegli da Adriana Pichini, che nel 1994 ha
scritto un romanzo intitolato “Il ritorno
di Arthur all’innocenza”, depositato alla
SIAE e inviato ad un editore americano
per farlo pubblicare. Una vicenda molto
strana, dato che la sceneggiatura pare
sia stata presentata nel 1990 a Steven
Spielberg con Tom Cruise nella parte
di Benjamin Botton e poi riproposta nel
1998 a Ron Howard.
Per quanto riguarda l’Oscar come “Migliore attore non protagonista”, molti
ritengono che sarà quasi sicuramente
assegnato a Heath Ledger (morto il 22
gennaio 2008 per un’overdose di farmaci) per la sua accattivante interpretazione del cattivo personaggio di Jocker nel
film “Il cavaliere oscuro”, ultimo episodio
della saga di Batman.
Accanto a Jennifer Aniston nell’81° edizione della “Notte degli Oscar” è stato
scelto l’ affascinante attore australiano Hugh Jackman, conosciuto a livello
mondiale, e definito dal pubblico secondo un recente sondaggio “l’uomo più
sexy del mondo”, che da poco pare abbia concluso la lavorazione del film “XMen - Le origini: Wolverine”, atteso nelle
sale italiane per maggio 2009.
Il grande assente di questa edizione
sarà Peter Gabriel, che si è ritirato dalla
lista degli artisti che si dovevano esibire
durante la cerimonia. Il motivo è semplice: il musicista era convinto di poter
eseguire integralmente il brano che fa
da colonna sonora al film d’ animazione “Wall-E” ossia la canzone “Down to
earth”, composta con Thomas Newman.
Il brano ha ricevuto la nomination per il
premio “Best original song from a motion
picture”, ma quando l’artista ha saputo
di dover interpretare solo una versione
accorciata della canzone, ha preferito
rinunciare.
Il posto vuoto sembra però che sia stato subito occupato dal Soweto Gospel
Choir, già vincitore di due Grammy
Award. Fondato e diretto da David Mulovhedzi e Beverly Bryer, conta i migliori
talenti delle molte chiese di Soweto e
dintorni ed è stato riconosciuto come uno
dei più grandi gruppi musicali di gospel
di questi anni, tanto da essersi esibito in
tutto il mondo cantando con star come
Bono, Queen, Annie Lennox, Dionne
Warwick, Jimmy Cliff e Celine Dion.
Federica Di Bartolo
Sfida all’ultima nota
per la notte degli Oscar
Danny Elfman
una sua personale maturità espressiva,
utilizzando strumenti e cori in giusta
misura e potrebbe convincere i giurati
dell’Academy.
Aggiunge una nomination al suo curriculum anche James Newton Howard:
con quest’ultima ottenuta per Defiance
raggiunge quota otto e spera di aggiudicarsi finalmente l’Oscar con una partitura forse non tra le più originali della sua
carriera, ma di forte impatto emotivo
e con il giusto insieme di classicità e
richiami a musiche tradizionali.
Vero veterano degli Oscar sfiorati è l’ultimo nominato di quest’anno: Thomas
Newman che, con ben 10 candidature,
si affida al robot Wall-E per aggiudicarsi
l’ambita statuetta con delle composizioni che hanno contribuito in maniera
decisiva al grande successo del film,
quasi del tutto privo di dialoghi.
Se la sfida per la Miglior colonna sonora
originale sembra molto aperta, per
quanto riguarda l’Oscar come Miglior
Canzone Originale ci si ritrova, come
già accennato, con gli ottimi brani di
The Millionaire e solamente Down to
Earth, interpretata da Peter Gabriel sulle musiche di Thomas Newman del film
Wall-E, a contrastare i ritmi indiani: una
Alexandre Desplat
Sfida aperta nella categoria Miglior
Colonna Sonora dei premi Oscar 2009:
a contendersi la statuetta un gruppo di
compositori di grande esperienza e un
outsider che potrebbe sconfiggerli tutti.
E’, infatti, alla sua prima nomination
l’indiano A. R. Rahman, la vera sorpresa di questa edizione: con il suo mix
di musica di bollywood e sonorità più
internazionali, ha saputo seguire con
efficacia lo stile visionario di Danny
Boyle e il suo The Millionaire, aggiudicandosi, oltre alla nomination come
miglior colonna sonora, anche due
candidature nella categoria Miglior
canzone originale con Jai Ho e O Saya.
Tutt’altro genere di musica per il raffinato compositore francese Alexandre
Desplat, alla sua seconda nomination
dopo The Queen, che si è occupato dei
brani strumentali de Il curioso caso di
Benjamin Button, realizzando partiture di rara bellezza artistica, sapendo
seguire anche musicalmente l’evolversi
della storia.
Danny Elfman, nominato per Milk,
è alla sua quarta nomination dopo
quelle ottenute per Big Fish, Good Will
Hunting e Man in Black, e con questo
sua ultima prova sembra aver raggiunto
25
ballata ecologista poetica e valorizzata
dalla voce del cantante dei Genesis.
Del tutto inspiegabile l’esclusione
dagli Oscar di Bruce Springsteen che,
con The Wrestler, si era giustamente
aggiudicato il Golden Globe: il brano,
composto per il film di Aronofsky, era
uno dei migliori dell’anno per musica
e testo, ma non ha convinto i giurati
dell’Academy.
Beatrice Pagan
Opinioni dei lettori
Wall-E
9,5
Bolt - Un eroe a quattro zampe
9,5
Voto medio dei lettori: 9
Milk
9
Alcune opinioni arrivate in redazione:
The Wrestler
9
Valzer con Bashir
9
The Millionaire
8,5
Il Cavaliere Oscuro
8,5
Frost/Nixon - Il duello
8,5
Changeling
8,5
Iron Man
8,5
Milk
Wall-E
Voto medio dei lettori: 9,5
Alcune opinioni arrivate in redazione:
Assolutamente sublime
(voto: 10)
Il film mi ha lasciato completamente senza
fiato. Non pensavo che in questi tempi ci fosse ancora spazio per realizzare capolavori
assoluti come questo. La pellicola è sempre
li che mi gira per la testa, mi commuove e mi
fa riflettere, non posso farne a meno. E’ sbalorditivo come mi abbia commosso,proprio
me,che sono un pezzo di ghiaccio. Questo
cartone animato (film) è senza ombra di
dubbio il migliore che io abbia mai visto. E’
riuscito a spodestare dal trono il re...Il re
leone.
Marco, 23 anni, Bologna (BO).
e pensare che non è il mio genere..
(voto: 10)
A dir poco fantastico questo film che racconta una splendida, drammatica storia che
fa tanto riflettere..io do 10, il massimo...e
pensare che non è il miogenere di film..
consigliatissimo
Claudio, 19 anni, Vibo Valentia (VV).
Quante emozioni
(voto: 9)
Ammetto ke sono andata a vedere questo
film senza conoscerne bn la trama o averne
visto il trailer, ma ero incuriosita dal titolo
e dal quel poco ke avevo sentito in merito,
e all’ultimo l’ho visto. Mi è piaciuto molto,
un pò crude alcune scene ma coerenti nel
descrivere una realtà diversa da quella
ke potessi mai immaginare..particolare la
trama, bravissimi gli attori..il sentimento
d’amore del protagonista che viene descritto
è spettacolare..non capisco xò xkè il titolo
è stato cambiato in “the millionaire” e non
hanno lasciato “slumdog millionaire”, era più
adatto al film..
Chiara, 22 anni, Milano (MI).
La classifica dei lettori
Non vedevo nulla di simile ormai da tempo
(voto: 10)
Sicuramente il film che più mi ha emozionato
in questi ultimi mesi di cinema deludente!
L’interpretazione di Sean Penn a mio avviso
è da oscar e anche gli attori non protagonisti
devo dire fanno la loro grande parte in un
film che parla di una lotta che risale agli anni
70’, ma che aihmé ancora oggi si combatte
in paesi come il nostro, dove l’omossessualità è ancora considerata qualcosa di
sbagliato! il film, nonostante rievochi fatti
avvenuti nell’america appunto degli anni
70’, di mentalità sicuramente più bigotta e
discriminante nei riguardi nn solo dei gay,
ma anche di chi ha la pelle di diverso colore,
riesce comunque a rendere un’attualità del
tema che onestamente mi ha toccato dal
profondo. Guardando il film nn solo mi sn
emozionata, ma ho anche riflettuto, uscendo
dalla sala, sulla enorme e galoppante ipocrisia, oscurantismo e ignoranza che ancora
persiste in un mondo, cm il nostro, che si
dice “moderno”, “laico”, “democratico”. Lo
farei vedere nelle scuole, perchè è molto
istruttivo. devo dare 10 per forza
Veronica, 28 anni, Palermo (PA).
Il curioso caso di Benjamin Button 8
L’ospite inatteso
8
La banda Baader Meinhof
8
Kung Fu Panda
7,5
Hellboy II: The Golden Army
7,5
La duchessa
7
In Bruges
La coscienza dell’assassino
7
Defiance - I giorni del coraggio
7
Wanted - Scegli il tuo destino
6,5
Magnifico.
Tropic Thunder
6,5
Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questo film, la più grande regia di Van
Sant, la più grande interpretazione di Penn,
una colonna sonora magnifica e diversi
elementi di contorno davvero incredibili
rendono questo “milk” non solo degno di
ricevere uno o più oscar (A penn ci sta tutto),
ma anche uno dei film più toccanti in questi
recenti tempi di cinema.
Alessandro, 18 anni, Milano (MI).
Il dubbio
6
Australia
6
La classe - Entre les murs
6
Vicky Cristina Barcelona
6
Revolutionary Road
5,5
La felicità porta fortuna
Happy Go Lucky
5,5
Rachel sta per sposarsi
4
The Reader
Frozen River
Departures
Revanche
The Garden
Man on Wire
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
n/a
(voto:10)
Il buio, illuminato dal coraggio
(voto: 9)
Interpretazione straordinaria di sean penn
(somiglianza maniacale con il vero milk).
biografia di un attivista gay di cui non se
ne conoscevano le gesta. storia di una vita
trasgressiva, onesta e coraggiosa. la determinazione e l’orgoglio vinceranno sull’ipocrisia ed il buio della solitudine. certo che è
sempre frustrante (nella storia dell’umanità)
riscontrare come la “forza del pensiero” e
le giuste rivendicazioni si concludano per la
maggior parte con la morte di chi se ne fa
carico.
Filomena, 47 anni, Torino (TO).
Recensioni
Il caso curioso
di Benjamin
Button
Se io potessi vivere nuovamente la mia
vita, nella prossima cercherei di commettere più errori. Non tenterei di essere
tanto perfetto, mi rilasserei di più, sarei
più stolto di quello che sono stato, in verità prenderei poche cose sul serio. Correrei più rischi,viaggerei di più, scalerei
più montagne, contemplerei più tramonti
e attraverserei più fiumi. Andrei in posti
dove mai sono stato, avrei più problemi
reali e meno problemi immaginari.
Così inizia “Se io potessi”, una delle più
belle poesie di Jorge Luis Borges, ed è
questo il concetto al centro di “Il caso
curioso di Benjamin Button”, e cioè la
vita. Un tema semplice no? Si potrebbe
dire che ogni film parli di vita, e di certo
non si sbaglierebbe: ogni storia di una
persona è si il percorso di uno, ma anche, al contempo l’unione di tanti eventi, emozioni, ragionamenti, di tanti che
avranno provato, magari non esattamente uguali, ma simili, le stesse situazioni. Qui però il discorso è alla radice,
non si parla di semplici punti in comune,
di possibili interpretazioni. La storia di
Benjamin Button, inventata (ma non è
esattamente uguale al libro) da Francis
Scott Fitzgerald in un racconto del 1922,
è emblema delle esistenze di tutti perché di queste si preoccupa di prenderne
l’aspetto cruciale: l’approccio alla vita.
Benjamin Button nasce vecchio e crescendo ringiovanisce. Potrebbe essere
un freak, un uomo segnato, per la sua
diversità, a rimanere ai margini, a nascondersi dall’occhio altrui, ma al contrario vive tranquillamente il suo essere
differente, conscio che niente gli verrà
precluso, né l’amore, né l’amicizia, né
l’avventura. Non si impegna a superare
limiti o a abbattere ostacoli, che siano la
diffidenza o le problematiche reali (salvo nel finale, quando si “allontana”) che
il suo ringiovanimento porta di volta in
volta, perché vive in pace con sé stesso.
Non ci sono barriere se non le si vuole
vedere. Benjamin Button diventa così
forza motrice delle sfide che le persone
che incontrerà nel suo percorso avevano preferito abbandonare, una sorta di
angelo che non ha bisogno di parole per
illuminare gli altri, ma a cui basta esserci
per dimostrare da dove nasca la felicità (e in tal senso è perfetta la scelta di
Brad Pitt: molto bravo, ma anche dotato
della giusta bellezza necessaria per la
forza del personaggio). David Fincher,
reduce dallo splendido e inquietante
Zodiac, segue quasi senza volersi far
notare la sceneggiatura magistralmente
scritta (un film sulla vita di un uomo che
va “al contrario” non poteva che iniziare
da “una” fine) da Eric Roth , ma il suo è
uno straordinario occhio “invisibile”. La
crescita di un amore fatto di affinità elettive, come quello tra Benjamin e Daisy,
è costruito con abili giochi di luce, con
inquadrature tanto intime, quanto mai
invasive o ambigue. L’incedere, ora lento, ora veloce, dello scorrere del tempo
che in Zodiac si sintetizzava nella splendida sequenza della costruzione dei
grattacieli, qui diventa cuore pulsante di
tutta l’opera. Non è solo lo straordinario
trucco sul viso di Brad Pitt (per il quale è
stato utilizzato un innovativo sistema di
motion capture), ma tutto il film trasuda
la volontà di ragionare sul rapporto tra
cinema e cronologia (si veda ad esempio la ricostruzione dell’incidente di Daisy). La fotografia seppiata che rende
polverosi i ricordi non è che una scelta
fatta in tal senso: non è il cinema che
fu, ma un cinema che ancora è, un cinema fatto di immagini curate, di emozioni suggerite e voglia di scavare dentro
ognuno di noi.
Andrea D’Addio
The millionaire
Aiuto del pubblico, 50 e 50, telefonata
a casa. Sono gli aiuti a disposizione di
chi si siede davanti al presentatore di
“Chi vuol essere milionario?” con l’intenzione di arrivare il più in alto possibile,
magari diventare proprio milionario. Li
conosciamo tutti, inutile dirlo,il già solo
citarli ci mette nella condizione di prepararci ad una buona dose di suspanse
visto che si scommette non solo sulla
risposta giusta, ma anche sulla cultura
del partecipante. In questo caso, seduto
davanti al Gerry Scotti indiano è il poco
più che ventenne Jamal, il protagonista
del nuovo film di Danny Boyle. Il regista
inglese già autore di Trainspotting e The
Beach, fedele al motto “ogni volta che
mi cimento con un genere diverso, mi
sento come all’esordio e riesco a dare
più freschezza al racconto”, stavolta è
infatti volato in India (dove non era mai
stato) per girare una favola tanto indiana
nell’anima, quanto occidentale nell’occhio. I dodici quiz che vengono proposti a Jamal per arrivare alla meta finale
sono infatti l’occasione per conoscere
la storia di questo ragazzo nato paria,
scampato a mille traversie, e ora aspirante paperone. La vita di un ragazzo
che ha fatto del ricongiungimento con la
sua amata Latika la sua ragione di vita e
che è pronto a sacrificare tutto sé stesso
in nome dell’amore.
Boyle ci racconta tutto questo come un
thriller, fa un abile uso del flashback e
tiene sulle spine qualsiasi spettatore
giocando sulla credibilità del personaggio anziché sulla sua cultura. Dentro
c’è uno dei fondamenti della cultura indiana, il karma, il destino inteso come
frutto delle azioni (positive) della persona, ma anche i colori e il melodramma
indiano, quella Bollywood che stiamo
conoscendo sempre più. Ne esce un
ibrido culturale affascinante, ritmato, un
intrattenimento che ben calibra humour
e thrilling lasciando comunque spazio a
riflessioni ad ampio raggio sulle condizioni disumane che tanti ragazzini (non
solo indiani) si trovano a dover affrontare quando lo stato latita e intorno i grandi non si fanno tanti scrupoli. Chissà che
non sia questa la sorpresa ai prossimi
Academy awards.
Andrea D’Addio
però, a livello cinematografico, piuttosto
lineare. Oltre al cuore del protagonista,
ai suoi sacrifici (personali: l’amore) in
nome di un bene comune (la non discriminazione), ad emergere (e forse era
un punto su cui indugiare di più) è il suo
successo nell’avere creato un vero e
proprio movimento di pensatori, giovani
che anche dopo la sua morte continuarono a lottare in nome dell’uguaglianza.
La bravura di Sean Penn, grandioso
nella sua somiglianza con Harvey Milk
(presumiamo non solo fisica), si accompagna alle altre dei personaggi di contorno (da James Franco a Emile Hirsch,
passando sul sempre più straordinario
Josh Brolin), per un film che se fosse
stato più corale e un po’ meno agiografico, avrebbe reso ancor più grande la
vita di questo eroe contemporaneo.
Milk
Dopo la trilogia della morte ( Gerry, Elephant e Last Days) e l’acclamato Paranoid park, Gus Van Sant ritorna ad utilizzare un linguaggio più “tradizionale”
per raccontare gli ultimi otto anni di vita
di Harvey Milk, il primo americano gay
dichiarato ad essere eletto per un ruolo
pubblico (consigliere comunale di San
Francisco nel 1978). Una scelta, quella di seguire passo passo una sceneggiatura ricca di dialoghi e abbastanza
serrata se si confronta con i quattro film
precedenti, fatta perché ad emergere
sia la “storia” anziché l’autore. Van Sant
mette Harvey Milk davanti a tutto: che
lo si conosca, che si comprenda ancor
oggi quanto sia stato importante per la
parità di diritti, che il suo nome continui
a circolare come esempio di coraggio
anche nelle nuove generazioni.
La passione con cui il regista si è approcciato al progetto è riscontrabile proprio nella sua volontà di diventare invisibile, di mettere in luce gli aspetti migliori
della vita del politico tralasciandone le
parti più equivoche (lo stesso Van Sant
ha detto, nell’intervista rilasciataci, di
aver tagliato su droga ed eccessi), facendo sì che la macchina da presa riprenda l’intimità del suo protagonista
trovando il giusto equilibrio tra pudore e
onestà. Né enfasi, né ambiguità Di vera
maestria registica Van Sant ci mette la
capacità di montare materiale di repertorio con scene di finzione con estrema
naturalezza, e due scene ricche di pathos: il discorso al pubblico dopo le minacce, e il tragico epilogo.
Nella sua eccezionalità, la vita di Milk è
Andrea D’Addio
Frost vs Nixon
Il duello
1977, storia vera: sono passati tre anni
da quando Richard Nixon, sull’onda
dello scandalo Watergate, ha lasciato
la Casa bianca, quando David Frost,
un anchorman inglese che non gode di
grande credito negli States, offre una
grossa somma all’ex presidente per realizzare un ciclo di quattro interviste. Si
tratta di un’occasione per entrambi: Nixon vuole essere rivalutato, dimostrare
che è stato un grande statista, al di là di
quelli che considera piccoli errori; Frost
vuole raggiungere il successo in America (dopo esserne rimasto scottato anni
prima) e sa che se riuscirà a mettere
in difficoltà il suo ospite si guadagnerà
l’attenzione del mondo. Logico dire che
solo uno dei due potrà uscire vincitore
dal confronto, ed infatti la sceneggiatura
del sempre acuto londinese Peter Morgan (ama scrivere di storie vere, suoi
anche gli script di The queen e L’ultimo
re di Scozia) costruisce i loro incontri
come un vero e proprio match di boxe.
Le strategie, gli allenamenti, le provocazioni, i colpi bassi, il kappaò e l’onore
delle armi. Tutto proprio come se si fosse sul ring. Dopotutto, prima di essere
film, Frost/Nixon è stata una commedia
teatrale (scritta dallo stesso Morgan e
interpretata dagli stessi protagonisti):
lì la delimitazione dello spazio era non
solo appropriata, ma anche necessaria.
Ne esce una riflessione politica di ampio
respiro, che va anche al di là della semplice introspezione dell’uomo Richard
Nixon.
L’intelligenza e il savoir faire di questo
statista, che ha ispirato, a ragione, una
delle più belle battute di Woody Allen
(“Nixon era un bravo presidente, però
quando usciva dalla Casa Bianca il servizio d’ordine contava l’argenteria” ), al
di là delle prove e delle accuse mossegli
contro, emergono comunque come doti
forse sconosciute alle classi politiche
odierne. Morgan soprattutto riesce a
dare tridimensionalità ad un Presidente finalmente comprensibile, un uomo
alla ricerca della sua dignità, ma non
disposto a rinnegare sé stesso, autocompiaciuto della sua personalità, ma
comunque pronto ad incassare e ascoltare. Ron Howard, lasciando da parte
quel tono epico che spesso lo contraddistingue (quasi che ogni suo film debba
essere “il” film), si mette qui al servizio di
un copione dai dialoghi intensi e serrati,
ben congegnato nei suoi snodi narrativi
e soprattutto trainato da un cast eccezionale.
Michael Sheen (David Frost), ma soprattutto Frank Langella(Richard Nixon),
raggiungono vette interpretative che da
sole valgono la visione. Ne esce un film
ricco di pathos, una sorta di thriller della
parola, un pamphlet sull’ambizione e il
potere (politico e mediatico) che seppur
non emerga per una particolare ispirazione registica (fluida, ma nulla più. Il
vero merito del ritmo è del montaggio)
eccelle per tutto il resto.
Andrea D’Addio
Il Cavaliere
Oscuro
“Alcuni uomini vogliono solo bruciare il
mondo”. In questa frase – declamata dal
personaggio di Joker in una delle ultime
catastrofiche sequenze finali – è racchiusa tutta la filosofia di questo ennesimo episodio delle gesta di Batman, l’
eroe dei fumetti creato da Bob Kane. La
scelta di Christopher Nolan di improntare sulla figura di Joker tutta l’opera appare chiara fin dall’inizio, quando vediamo molti Joker organizzare una rapina
tanto complicata quanto sanguinaria.
Joker rappresenta il caos, la carta che
scompiglia il gioco e contro la quale l’ordine e le regole costituite nulla possono.
E’ contro tutto e tutti (anche la criminalità organizzata ha delle regole che il
Joker stravolge, emblematica in questo
senso la scena in cui brucia montagne
di denaro davanti agli occhi inebetiti dei
mafiosi avidi ed attaccati alla vil pecunia). Sovvertitore per eccellenza, Joker
scardina le prescrizioni ed i precetti per
un unico apocalittico scopo: quello di
“bruciare il mondo”, per l’appunto. La
vita reale, però, come a volte accade,
supera l’immaginazione anche del più
fertile degli sceneggiatori ed ecco che
Heath Ledger, l’ottimo interprete che dà
le fattezze a Joker, qualche mese dopo
la lavorazione del film, come tutti sanno, ci lascia a soli trent’anni, morendo,
solo, nella camera di un’appartamento.
Non c’è nulla di più caotico della morte,
verrebbe da dire, soprattutto quando si
è giovani. Alter ego di Joker è ovviamente l’eroe Batman. Egli rappresenta l’ordine, la lealtà, la giustizia. Tanto prode e
tanto disposto al sacrificio da rinunciare
anche all’etichetta di “eroe” pur di assicurare alla comunità un simbolo e un
ideale al quale ispirarsi. Ed a quel punto
Batman diventa il guardiano silenzioso
che veglia su tutti noi, il Cavaliere Oscuro che svetta nei cieli di Gothan, sempre
più solo e sempre più tenebroso.
Christopher Nolan, assieme al fratello Jonathan, scrive un film poderoso
dove, come detto, abbondano riflessioni filosofiche sul Kaos e l’Ordine, sul
ruolo dell’eroe nella società, sull’innata
tendenza dell’uomo verso il bene (o il
male, come sostiene Joker). La sceneggiatura però, vuoi anche per l’eccessiva
pretenziosità (in fondo sempre di un fumetto parliamo), in alcuni punti mostra
cedimenti, evidenziati soprattutto dalla
contraddittorietà di alcuni personaggi e dalla sequenza degli eventi la cui
consequenzialità non sempre appare
chiara. Ed alla fine, vuoi per l’atmosfera
sempre cupa e lugubre, vuoi anche per
l’eccessiva lunghezza del film, l’opera risulta a tratti pesante e dallo scorrimento
poco fluido. E questo nonostante alcune riprese davvero emozionanti (soprattutto quelle aeree sono di ottima fattura)
ed una cast di grandissimo richiamo nel
quale spiccano due sempreverdi come
Michael Cane e Morgan Freeman.
In definitiva, “Il Cavaliere Oscuro”, ben
si incanala nel solco delle opere che lo
hanno preceduto ed il suo finale assicura un futuro al pipistrello che, silenziosamente, veglia su tutti noi, anche
nostro malgrado.
Daniele Sesti
Wall-E
“E’ bruttissimo!!!”, questo il commento
di mia figlia di 4 anni e mezzo all’uscita della proiezione di “Wall-E”, ultimo
capolavoro della Pixar. Perché in realtà, anche questa volta, i maghi della
casa della luce da tavolo, hanno creato
un’opera d’arte bellissima, complessa
e meravigliosa, ma è un film adulto per
adulti, difficile da capire per dei bambini
così piccoli. Per i primi 20 minuti i personaggi sono muti, l’azione è inesistente e
il ritmo lento. Niente colori pop, i marroni
e i grigi dominano su una terra desolata
e abbandonata, dove si aggira solitario
il robottino Wall-E, ultimo della sua specie, che tutte le mattine compatta i rifiuti
e porta nel suo rifugio tutti quegli oggetti
che attirano la sua attenzione. L’arrivo di
un robot iper tecnologico, Eve, cambierà
la sua routine, sempre uguale.
Fino a quando i due robot si trovano sulla Terra il film procede in modo sorprendente, per le scelte estreme adottate da
Andrew Stanton, la malinconia e la solitudine sono i sentimenti che permeano
tutta la prima parte, la scelta del sonoro
e delle musica è incredibilmente innovativa, l’incontro tra i due robot viene affrontato in modo non banale.
Quando però, dopo la scena più straziante del film in cui Wall-E si vede
portare via Eve, i due robot si ritrovano
sull’astronave diventata rifugio per il
genere umano, scappato da una Terra
sommersa dai rifiuti e ormai inospitale,
le scelte si fanno più convenzionali.
Sull’astronave gli esseri umani si sono
adagiati sulle macchine e possono vivere solo grazie a loro, sono diventati obesi nulla facenti e nulla pensanti, saranno
un manipolo di robot impazziti e l’amore
di Wall-E per Eve a salvarli.
E’ impossibile non commuoversi davanti
a questi robot più umani degli uomini,
che provano emozioni, si innamorano,
si baciano, si disperano, desiderano,
mentre gli essere umani sopravvivono
incapaci di camminare, di toccarsi, di
guardare oltre uno schermo, soprattutto
incapaci di stupirsi, caratteristica principale di Wall-E, che con i suoi grandi occhi scruta il mondo, o meglio ciò che ne
rimane, con immensa meraviglia, capace di trovare poetica una lampadina, un
accendino, capace di provare emozione
per una stretta di mano.
Un futuro apocalittico quello prospettato dai disegnatori della Pixar da cui
potremmo salvarci solo imparando a
emozionarci ancora davanti al fuoco di
un accendino o sognando con un vecchio musical.
Elisa Giulidori
Interviste
Quanto pensi che questo film sia vicino alla prossima era Obama?
James Franco: E’ un film ambientato
negli anni ’70, un periodo in cui gli ideali
di pace e uguaglianza erano propri di
tanta gente. Milk è quindi un film importante per capire l’oggi, un momento in
cui c’è tanta speranza per il futuro, ma
anche qualche passo indietro rispetto a
trent’anni fa, basti pensare alla pro position n.8 sui matrimoni sui gay
Milk:
Interviste a
James Franco
e Gus Van Sant
A Roma, per presentare Milk, film biografico sulla vita del politico omosessuale Harvey Milk, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica
istituzionale in America, sono venuti a
Roma l’attore James Franco (nel film,
è l’amante di Milk) e l’acclamato regista
Gus Van Sant. Li incontriamo uno, dopo
l’altro, a Roma, presso la bella cornice
dello Splendid Hotel.
Iniziamo con James Franco.
Cosa ti ha convinto ad accettare
questo ruolo?James Franco: Nessuno, sono stato io a convincere Gus Van
Sant a darmi questo ruolo. Due anni fa
stavo a Londra per un corso di letteratura inglese quando ho saputo che Gus
stava progettando questo film. Era solo
una voce e io non sapevo neanche chi
fosse Harvey Milk. Ho fatto così una
ricerca su google, ho trovato informazioni, ho visto che c’era stato anche un
documentario sulla sua vita che aveva
vinto un oscar nell’84, l’ho recuperato
e l’ho visto. Sono così venuto a conoscenza della storia di un uomo incredibile, e ho cominciato a tempestare Gus
di telefonate perché mi prendesse nel
film, e alla fine ha ceduto.
Cosa hai trovato di così sorprendente in questa storia?James Franco: In
Italia probabilmente è normale non sapere chi sia stato Harvey Milk, ma quello che mi ha sorpreso che io stesso non
sapessi chi fosse, nonostante lui abbia
fatto la storia a San Francisco, proprio
a due passi da dove sono cresciuto,
Palo Alto. A scuola nessuno ne ha mai
parlato, né penso che lo facciano ora.
Spero che il film in questo senso servi
a qualcosa.
Com’è cambiata l’opinione pubblica
sugli omosessuali da allora ad oggi?
James Franco: Molto e in meglio. Basti
pensare che se si va ora nel quartiere di Castro, dove un tempo viveva la
comunità gay di San Francisco e Milk
trovò gran parte della sua base elettorale, ora ci si ritrova in una zona come
tante, aperta a tutti e non caratterizzata.
Questo perché ora i gay possono vivere
liberamente ovunque. Stessa cosa per
le battute: un tempo era normale prendere in giro gli omosessuali, ora non è
più accettabile.
Passiamo a Gus Van Sant..
Domanda obbligata visto che in questi giorni stiamo assistendo all’insediamento di Obama alla casa bianca.
Come stanno cambiando gli Stati
Uniti d’America?
Gus Van Sant: Con Obama si riaprono le speranze. Lui in qualche modo
somiglia a Milk, perché entrambi parlano non solo alla propria comunità,
ma a tutti gli emarginati. La loro base
elettorale non è soltanto la minoranza
di cui hanno fatto parte per anni, ma
tutti quanti. Di differente c’è invece che
Obama viene dalla politica mentre Milk
veniva dalla strada
Non pensa che in molte commedie
americane, come Qualcosa è cambiato, o sit com come Will & Grace,
portino avanti, nei personaggi di
contorno, uno stereotipo altrettanto
razzista verso i gay, e cioè quello di
persone sempre con la parola giusta,
sempre buoni e perfetti, e mai persone che, come tutti, e qui starebbe la
vera uguaglianza, possono essere
buoni e cattivi, meschini e generosi?
Gus Van Sant: Forse è vero, ma ci
sono stati così tanti personaggi cattivi
gay, che non fa male portare il maggiore numero di esempi positivi possibili.
Noi ne abbiamo proposto uno, per tutti
quei giovani che ancora hanno paura di
dichiararsi. Anche se non lo abbiamo
disegnato come un santo, ché certo
santo non era. Dalla sua vita abbiamo
tagliato molti eccessi, la droga e il sesso più violento che sicuramente avrà
provato, così come non abbiamo trattato tutte le sue relazioni, concentrandosi
solo sulle due più importanti, ma è stata
un esigenza legata al tempo. Avevamo
tanto materiale e dovevamo concentrarci solo sull’essenziale.
Come ha lavorato al montaggio di
materiale di repertorio e scene di
fiction?
Gus Van Sant: E’ stato un processo lungo, ma non dal punto di vista esecutivo,
quanto decisionale. All’inizio volevamo
girare tutto in sedici millimetri in modo
da poter poi montare il repertorio senza
avere problemi di formato, di fotografia
e così via. Le prime prove però ci hanno dimostrato che sembrava così di assistere ad un documentario televisivo,
qualcosa di diverso da un film vero e
proprio. Oltretutto gli Studios ce lo hanno impedito, e così abbiamo cercato il
giusto equilibrio visivo tra ciò che avevamo e ciò che dovevamo girare.
Il suo stile sembra qui un po’ messo
da parte a favore della storia. E’ solo
una sensazione?
Gus Van Sant: Ho girato già buona
parte dell’Europa e degli stati Uniti per
promuovere questo film, ma questa è la
prima volta che mi viene posta questa
domanda che ha una sua veridicità. La
sceneggiatura di Milk, quando l’ho letta
la prima volta, mi è sembrata così ricca
di informazioni e momenti chiave, che
ho deciso di approcciarmi a tutto il progetto come se stessi girando il padrino.
E’ la sceneggiatura la guida del film, io
l’ho seguita.
Com’è possibile che in America ci
siano così tanti entusiasti dell’elezione di Obama?Sembra che nessuno per anni abbia votato Bush…
Gus Van Sant: Bush è stato un insider
dell’ambiente economico. Lo ha detto
lui stesso alla stampa una volta che,
quando era solo il figlio del Presidente, tutti si rivolgevano a lui per favori e
raccomandazioni. Allo stesso modo si
è posto lui quando è stato eletto Presidente. Ha avuto sempre l’appoggio
di una minoranza, ma una minoranza
compatta e capace di veicolare molti voti. Obama invece si rivolge, come
detto, al popolo.
Andrea D’Addio
The millionaire
Intervista al regista
A Roma, alla Casa del cinema, per
presentare The millionaire arriva
il suo regista, Danny Boyle. Prima
ancora di accomodarsi, si rivolge a
tutti i giornalisti in sala scusandosi
per il suo italiano “che non esiste” e
ringraziandoli, in quanto italiani, per
avere dato alla sua Inghilterra Fabio
Capello, “da quando c’è lui, siamo
davvero forti”
Quando ha deciso di girare Il Milionario?
Prima ancora di leggere il romanzo,
ho letto la sceneggiatura. Conoscevo la trasmissione “Come diventare
un milionario”. Dopotutto, chi non
la conosce?, ma all’inizio il solo
pensiero di fare un film su questa
trasmissione mi sembrava pessimo.
Lo script era di Simon Beaufoy, lo
sceneggiatore di Full Monty, un
film che ho amato molto e così ho
cominciato a leggerlo. Sono stato
subito rapito.
Girare in India…
Non ci ero mai stato prima di iniziare
a girare questo film. E’ stata una
bellissima esperienza, l’idea che lì
i ricchi e i poveri siano in continuo
contatto senza divisioni è l’elemento
culturale che più mi ha colpito. Sono
un insieme più che mai eterogeneo
che si muove tutto assieme.
Le reazioni del pubblico americano…
Sta riscuotendo molto successo.
Siamo usciti con poche copie, ma
sta andando molto bene. Forse
succede perché non è una storia sui
soldi, ma sull’amore ed il riscatto,
una sorta di Rocky-stoy. Hollywood sta guardando sempre di più
a Bollywood. Spielberg è uno di
quelli, ma quando stavo girando il
film anche Will Smith è venuto due
volte per prendere degli accordi con
quell’industria. E Los Angelese non
è proprio dietro l’angolo…
Come ha reagito dopo aver visto quello che sta succedendo a
Mombay proprio in questi giorni?
Mumbai è una città molto calma, ma
come tutta l’India è piena di estremi
e possono succedere cose come
queste, inaspettate e cruente. Mi ha
molto colpito l’attualità di questi giorni. Ci siamo messi subito in contatto
con quelli della troupe che fortunatamente stanno tutti bene. E’ strano
vedere i posti dove abbiamo girato,
come la stazione in cui è svolta l’ultima scena del film, presa sotto assedio dai terroristi. Sono sicuro che
però saprà riprendersi, già qualche
anno fa ha superato un bruttissimo
attentato fatto ai treni.
Lei cambia sempre generi di film.
Cosa lega la sua filmografia?
Credo che i primi film siano sempre
quelli più belli. Per me, per esempio,
Blood Simple è il più bello dei Coen,
così come Sesso, Bugie e Videotape
è il più entusiasmante di Soderbergh. Bisognerebbe fare un festival di
sole opere prime, perché i giovani
cineasti rischiano di più, hanno più
inventiva, si rischia spesso un po’
inconsapevolmente perché non si sa
bene cosa fare, ma questo aggiunge freschezza al lavoro. Cosi come
Sunshine per me era un film nuovo,
non avevo mai avuto a che fare con
la fantascienza, così lo è anche Il
Milionario, visto che ho avuto a che
fare con un set completamente indiano, cosa che nella gestione del
film, ha avuto un peso fortissimo.
Spero così di dare sempre quella
freschezza necessaria ad ogni film.
Sia qui che in Millions si parla di
due fratelli e di mezzo ci sono un
sacco di soldi. E’ solo coincidenza?
“Io ho una sorella gemella. Forse è
per questo che capito sempre in progetti del genere. Comunque Godard
diceva che per fare un film basta
una donna ed una pistola. Siccome
a me le pistole non piacciono preferisco avere una donna ed un sacco
di soldi
Il casting…
All’inizio abbiamo avuto un po’ di
problemi nel trovare i bambini adatti.
Ci serviva che parlassero inglese.
Poi abbiamo deciso di cambiare la
lingua della prima parte, e girarla nel
più verosimile hindi. Così abbiamo
potuto trovare gli attori giusti. Sono
attori nati, perché hanno visto decine di dvd pirata, conoscono balli,
canti, tutte le star del cinema di Bollywood. Sono stati fantastici. L’unico
problema è stato quando abbiamo
dovuto dire alla produzione che avevamo cambiato la lingua di parte del
film. Dovevate vedere quanto erano
felici…
La co-regista indicata nei titoli di
coda…
E’ la direttrice del casting. Mi ha
aiutato talmente tanto sul set che,
siccome vuole fare in futuro la regista, mi sembrava un giusto riconoscimento
Andrea D’Addio
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di Alessandro Mura