Heath Ledger Lady Oscar La fabbrica dei sogni
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Heath Ledger Lady Oscar La fabbrica dei sogni
I film degli Oscar Le trame, le locandine e tutte le informazioni Numero Speciale / Anno 1 / Num. 0 23 febbraio 2009 La fabbrica dei sogni “Ad Hollywood non ci servono i soldi, costruiamo i sogni dal nulla” Lady Oscar è Meryl Streep l’attrice più volte candidata agli Academy Awards Heath Ledger L’uomo che voleva ingannare il Cinema La lunga notte numero Speciale per gli Oscar 2009 I vincitori, le nominations, le recensioni, le interviste, le foto... OPINIONI: i film degli Oscar 2009 nella classifica dei lettori. In questo numero La fabbrica dei sogni Vincitori e Nominations Schede Film Oscar Speciale Attori Heath Ledger Meryl Streep Jerry Lewis Gli Oscar in numeri PhotoGallery Curiosando Sfida all’ultima nota ... Opinioni dei lettori Recensioni Interviste Milk The Millionaire Home Video ComicWood 4 5 8 16 17 18 19 20 22 25 26 27 30 31 32 33 Editoriale Cari Amici, tra pochi mesi festeggeremo insieme il decimo compleanno di FilmUP.com, e per chi, come me, lo ha visto nascere, crescere e diventare grande, questo non può che essere una grande gioia. Quando la sua storia è iniziata, nel 1999, l’intento era di coinvolgere quanti più navigatori possibile nella nostra grande passione: Il Cinema. La mission di FilmUP.com, quindi, era di dare importanza e voce ad ogni film, che fosse un successo di botteghino o una pellicola destinata a pochi appassionati, e ciò che mi preme mettere in evidenza è che non solo ci siamo riusciti, ma anche che questo spirito è rimasto inalterato negli anni, nonostante la profonda evoluzione. La successiva trasformazione in community ci ha permesso di interagire con i nostri utenti, così da permettere ad ognuno di sentirsi protagonista !!! Con queste premesse, e il duro lavoro quotidiano del team, tutto il resto è venuto da se: news e curiosità dell’ultim’ora, immagini e interviste dei protagonisti, festival, programmazione nelle sale cinematografiche, Home Video e TV... ...e ora: la versione Beta di FilmUp. com Magazine, che vi accingete a leggere per la prima volta. Questo nuovo canale informativo permetterà di condividere con i nostri lettori e utenti le più importanti curiosità presenti anche sul portale, ma anche alcune nuove rubriche come ad esempio le vignette curate da un emergente fumettista italiano. Non voglio dilungarmi oltre, e certa che sarete trepidanti di scoprire le prossime pagine, non mi rimane che augurarvi… Buona Lettura! Il direttore Monica Cabras La fabbrica dei Sogni. “Ad Hollywood non ci servono i soldi, costruiamo i sogni dal nulla”. Così Hugh Jackman, vera rivelazione in veste di presentatore, apre la 81ª Edizione degli Oscar, preannunciando quello che sarà il tema della serata, dove Hollywood celebra se stessa e la sua capacità di creare sogni. Feste con meno caviale e champagne, hamburger al posto di aragosta e meno diamanti addosso ai divi, queste le premesse che hanno preceduto la celebrazione degli Academy Awards, influenzata anch’essa dalla profonda crisi economica internazionale. Ma non si pensi che sia stata una serata sottotono. Al Kodak Theatre di Los Angeles, infatti, il glamour non manca. Immersa in una scenografia che sembra rubata ad un club anni ’30, la cerimonia si trasforma quasi in una festa tra amici, dove un eclettico e divertente Hugh Jackman, dimentica completamente i panni del burbero Wolverine, e gioca con i nominati e le altre star, che non si prendono sul serio e si lasciano coinvolgere in un’infinita serie di gag musicali. In un’atmosfera serena e informale, tra balli e interventi comici, gli Oscar vengono consegnati uno dopo l’altro, rispettando i pronostici ma senza deludere nessuno. E in un clima dove l’illusione sovrasta la realtà, non poteva non essere premiato “The Millionaire”, quello che si può definire il caso cinematografico dell’anno, soprattutto tenendo conto che la pellicola stava per essere distribuita solo in DVD. Considerato dall’Academy il Miglior Film della passata stagione, “The Millionaire” si porta a casa 8 statuette e riceve anche il premio per la Regia e per la Sceneggiatura non Originale. Serata positiva anche per Sean Penn che grazie alla sua interpretazione in “Milk” riceve il secondo Oscar come Miglior Attore, e per Kate Winslet, protagonista in “The Reader”, che dopo sei nomination viene finalmente premiata come Miglior Attrice. Una serata che poteva risultare lunga e noiosa scorre veloce, dandoci la conferma che ad Hollywood tutto è possibile e che la magia del Cinema riesce ad allontanare, anche se per poche ore, una deludente quotidianità. Monica Cabras Vincitori & Nominations Miglior Regia Il curioso caso di Benjamin Migliore Attore Non Protagonista Button Josh Brolin per Milk caso di Benjamin Button Frost/Nixon - Il duello Robert Downey Jr. Ron Howard per Frost/Nixon Milk per Tropic Thunder - Il duello The Reader Philip Seymour Hoffman Gus Van Sant per Milk The Millionaire per Il dubbio Stephen Daldry per The Reader Heath Ledger Danny Boyle per The Millionaire Miglior Film David Fincher per Il curioso per Il Cavaliere Oscuro Michael Shannon Migliore Attore Protagonista per Revolutionary Road inatteso Miglior Sceneggiatura Originale Frank Langella per Frost/Nixon Frozen River - Il duello scritto da Courtney Hunt Sean Penn per Milk La felicità porta fortuna - Brad Pitt per Il curioso caso di Happy Go Lucky Benjamin Button scritto da Mike Leigh Mickey Rourke per The Wrestler In Bruges - La coscienza Richard Jenkins per L’ospite dell’assassino Migliore Attrice Protagonista Anne Hathaway per Rachel sta per sposarsi Angelina Jolie per Changeling Melissa Leo per Frozen River Meryl Streep per Il dubbio Kate Winslet per The Reader Migliore Attrice Non Protagonista scritto da Martin McDonagh Milk scritto da Dustin Lance Black Amy Adams per Il dubbio Wall-E Penélope Cruz scritto da Andrew Stanton, per Vicky Cristina Barcelona Jim Reardon Viola Davis per Il dubbio Taraji P. Henson per Il curioso caso di Benjamin Button Marisa Tomei per The Wrestler Miglior Scenegiattura Non originale Miglior Film Straniero Il curioso caso di Benjamin La banda Baader Meinhof, Button scritto da Eric Roth, Robin Swicord Il dubbio scritto da John Patrick Shanley Frost/Nixon - Il duello scritto da Peter Morgan The Reader scritto da David Hare The Millionaire scritto da Simon Beaufoy Migliore Fotografia La classe - Entre les murs, Changeling Francia, di Laurent Cantet Tom Stern Departures, Il curioso caso di Benjamin Giappone, di Yojiro Takita Button Revanche, Austria, di Götz Claudio Miranda Spielmann Il Cavaliere Oscuro Valzer con Bashir, Israele, Wally Pfister Germania, Francia, di Ari Folman The Reader Miglior Documentario Chris Menges, Roger Deakins The Millionaire Anthony Dod Mantle Migliore Film d’Animazione Migliori Costumi Bolt - Un eroe a quattro zampe Australia di Byron Howard, Chris Williams Catherine Martin Kung Fu Panda Il curioso caso di Mark Osborne, John di Benjamin Button Stevenson Jacqueline West Wall-E di Andrew Stanton La duchessa The Betrayal - Nerakhoon di Ellen Kuras, Thavisouk Phrasavath Michael O’Connor Milk Danny Glicker Migliore Scenografia Germania, di Uli Edel Revolutionary Road Albert Wolsky Encounters at the End of the World di Werner Herzog The Garden di Scott Hamilton Kennedy Man on Wire di James Marsh Trouble the Water di Tia Lessin, Carl Deal Miglior Documentario Cortometraggio Changeling The Conscience of Nhem En James J. Murakami, Gary Fettis di Steven Okazaki Il curioso caso The final inch di Benjamin Button di Irene Taylor Brodsky, Donald Graham Burt, Tom Grant Victor J. Zolfo Smile Pinki Il Cavaliere Oscuro di Megan Mylan Nathan Crowley, Peter Lando The witness - From the La duchessa balcony of room 306 Michael Carlin, Rebecca Alleway Adam Pertofsky, Margaret Hyde Revolutionary Road Kristi Zea, Debra Schutt 6 Miglior Montaggio Il curioso caso di Benjamin Button Miglior Sonoro Kirk Baxter, Angus Wall Il Cavaliere Oscuro Il Cavaliere Oscuro, Lee Smith Richard King Frost/Nixon - Il duello Iron Man Mike Hill, Dan Hanley Frank Eulner, Christopher Boyes Milk Elliot Graham The Millionaire The Millionaire Chris Dickens Glenn Freemantle, Tom Sayers Wall-E Miglior Trucco Ben Burtt, Matthew Wood Il curioso caso Wanted - Scegli il tuo destino di Benjamin Button Wylie Stateman Greg Cannom Migliori Effetti Sonori Il Cavaliere Oscuro John Caglione, Jr. e Conor O’Sullivan Hellboy II: The Golden Army Mike Elizalde, Thom Floutz Il curioso caso di Benjamin Miglior Cortometraggio Animato La Maison en Petits Cubes Migliore Colonna Sonora Originale Il curioso caso di Benjamin Button Alexandre Desplat Defiance - I giorni del coraggio James Newton Howard Milk Danny Elfman The Millionaire A.R. Rahman Wall-E Thomas Newman Kunio Kato Lavatory - Lovestory Konstantin Bronzit Oktapodi Emud Mokhberi, Thierry Marchand Presto Doug Sweetland This Way Up Button David Parker, Michael Semanick, Ren Klyce, Mark Weingarten Il Cavaliere Oscuro Lora Hirschberg, Gary Rizzo, Ed Novick The Millionaire Ian Tapp, Richard Pryke, Resul Pookutty Wall-E Tom Myers, Michael Semanick, Ben Burtt Wanted - Scegli il tuo destino Alan Smith, Adam Foulkes Chris Jenkins, Frank A. Montaño, Miglior Cortometraggio, Live Action Migliori Effetti Speciali Visivi Petr Forejt Auf Der Strecke (On The Line) Il curioso caso Migliore Canzone Originale Reto Caffi di Benjamin Button Manon On The Asphalt Eric Barba, Steve Preeg, “Down to Earth” da Wall-E Elizabeth Marre, Olivier Pont Burt Dalton, Craig Barron Peter Gabriel, Thomas Newman New Boy Il Cavaliere Oscuro “Jai Ho” da The Millionaire Steph Green, Tamara Anghie Nick Davis, Chris Corbould, A.R. Rahman, Gulzar The Pig Tim Webber, Paul Franklin “O Saya” da The Millionaire Tivi Magnusson, Dorte Høgh Iron Man A.R. Rahman, Spielzeugland (Toyland) John Nelson, Ben Snow, Maya Arulpragasam Jochen Alexander Freydank Dan Sudick, Shane Mahan 7 Frost/Nixon - Il duello (Frost/Nixon) U.S.A., Regno Unito, Francia, 2008, Drammatico, 122’ di Ron Howard con Sam Rockwell, Kevin Bacon, Michael Sheen, Rebecca Hall, Frank Langella, Oliver Platt, Patty McCormack, Matthew MacFadyen, Toby Jones, Holly Weber Distribuzione: UIP nelle sale dal 06 Febbraio 2009 Il curioso caso di Benjamin Button (The Curious Case of Benjamin Button) U.S.A., 2008, Drammatico, Romantico, 163’ di David Fincher con Brad Pitt, Tilda Swinton, Cate Blanchett, Julia Ormond, Taraji P. Henson, Lance E. Nichols, Elle Fanning Distribuzione: Warner Bros. nelle sale dal 3 Febbraio 2009 “Sono nato in circostanze particolari”. Così inizia “Il curioso caso di Benjamin Button”, adattato da un racconto degli anni ‘20 di F. Scott Fitzgerald su un uomo che nasce ottantenne e la cui età scorre al contrario: un uomo come tutti noi, incapace di fermare il tempo. In seguito allo scandalo Watergate, che lo costrinse a dimettersi dalla carica di Presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon, rimase in silenzio per tre anni. Passato questo periodo di tempo, l’ex presidente sorprese tutti accettando di rilasciare una serie di interviste televisive per lo show condotto dal giornalista britannico David Frost, durante le quali parlò dell’esperienza del suo mandato e dello scandalo che appunto vi mise fine.... Milk U.S.A., 2008, Drammatico, 128’ di Gus Van Sant con Sean Penn, Josh Brolin, Emile Hirsch, James Franco, Diego Luna, Brandon Boyce, Denis O’Hare, Victor Garber Distribuzione: BIM nelle sale dal 23 Gennaio 2009 Nel 1977, Harvey Milk è stato eletto supervisor (consigliere comunale) a San Francisco, divenendo il primo omosessuale dichiarato ad avere accesso a una importante carica pubblica in America. La sua vittoria non è stata solo una vittoria per i diritti dei gay, ma ha aperto la strada a coalizioni trasversali nello schieramento politico. Harvey Milk ha incarnato per molti dagli anziani agli iscritti al sindacato una nuova figura di militante per i diritti civili; e con la sua morte prematura, avvenuta nel 1978, è diventato un eroe per tutti gli americani. The Millionaire Slumdog Millionaire (Titolo originale) Regno Unito, U.S.A., 2008, Commedia, Drammatico, 120’ di Danny Boyle con Mia Drake, Imran Hasnee, Anil Kapoor, Irfan Khan, Madhur Mittal, Dev Patel, Freida Pinto, Shruti Seth Distribuzione: Lucky Red nelle sale dal 05 Dicembre 2008 Per riuscire a riconquistare la sua ex, un ragazzo indiano, analfabeta, decide di partecipare al programma “Chi vuol essere miliardario?”, del quale la ragazza é assidua spettatrice; a lui non interessa il denaro, lui vuole vincere per dimostrare qualcosa alla sua amata… L’ospite inatteso The Visitor (Titolo originale) U.S.A., 2007, Commedia, Drammatico, 103’ di Thomas McCarthy con Hiam Abbass, Amir Arison, Danai Jekesai Gurira, Richard Jenkins, Maggie Moore, Tzahi Moskovitz, Laith Nakli, Haaz Sleiman Distribuzione: Bolero Film nelle sale dal 05 Dicembre 2008 The Reader U.S.A., Germania, 2008, Drammatico, Romantico, 123’ di Stephen Daldry con Ralph Fiennes, Kate Winslet, Bruno Ganz, Ludwig Blochberger, Jeanette Hain, Volker Bruch, Linda Bassett, Claudia Michelsen Distribuzione: 01 Distribution nelle sale dal 20 Febbraio 2009 Germania, anni ‘50. Michael Berg é un ragazzo in piena età adolescenziale e quindi in preda ai primi turbamenti e alle prime voglie sessuali tipiche di quell’età. Un giorno, mentre cammina per strada, é vittima di un malore, e viene soccorso da Hannah, una donna matura, più grande di lui. Michael, rimane affascinato ed invaghito di questa donna tanto che inizia una relazione con la stessa. Hannah però, nasconde qualcosa, qualcosa che riguarda il suo passato... Un professore universitario, va a New York per partecipare ad un convegno, ma quando entra nel suo appartamento, scopre che una giovane coppia l’ho utilizza come abitazione. Departures Okuribito (Titolo originale) Giappone, 2008, Drammatico, 130’ di Yojiro Takita con Masahiro Motoki, Tsutomu Yamazaki, Ryoko Hirosue, Kazuko Yoshiyuki, Kimiko Yo, Takashi Sasano, Tôru Minegishi, Tetta Sugimoto, Yukiko Tachibana, Tatsuo Yamada nelle sale dal 2009 Dopo aver visto sfumare il suo futuro come violoncellista, per lo scioglimento dell’orchestra dove suonava, Daigo, si vede costretto a far ritorno al suo paesino natale insieme alla moglie. Vista la penuria di lavoro a disposizione, l’uomo accetta di lavorare come cerimoniere funebre, cioè colui che prepara il cadavere prima di essere sepolti. Nonostante il dissenso dei suoi parenti ed in particolar modo della moglie, la sua volontà é quella di continuare per la strada che ha intrapreso... Defiance - I giorni del coraggio Defiance (Titolo originale) U.S.A., 2008, Drammatico, Guerra, 129’ di Edward Zwick con Daniel Craig, Liev Schreiber, Jamie Bell, George MacKay, Mia Wasikowska, Tomas Arana, Rolandas Boravskis, Alexa Davalos, Mark Feuerstein Distribuzione: Medusa nelle sale dal 23 Gennaio 2009 Per sfuggire alle truppe tedesche, che gli hanno sterminato la famiglia, quattro fratelli ebrei polacchi, cercano rifugio nelle foreste che conoscono come le loro tasche. Decisi a vendicare la morte dei loro genitori, i tre fratelli più grandi pensano che il modo migliore per farlo, sia quello di salvare la vita ad altri disperati che cercano di non farsi acchiappare dai nazisti. Creano così un piccolo gruppo di resistenza, che però ben presto cresce a dismisura, attirando le attenzioni delle truppe nemiche... Changeling The Wrestler U.S.A., 2008, Thriller, Giallo, 140’ di Clint Eastwood con Angelina Jolie, John Malkovich, Riki Lindhome, Amy Ryan, Colm Feore, Devon Gearhart, Jeffrey Donovan, Kelly Lynn Warren, Devon Conti Distribuzione: UIP nelle sale dal 14 Novembre 2008 U.S.A., 2008, Azione, 105’ di Darren Aronofsky con Mickey Rourke, Marisa Tomei, Evan Rachel Wood, Judah Friedlander, Ajay Naidu, Mark Margolis, Ashley Springer, Anna-Karin Eskilsson, Giovanni Roselli, Angelina Aucello Distribuzione: Lucky red nelle sale dal 06 Marzo 2009 Randy “The Ram” Robinson (Mickey Rourke) era un wrestler professionista di rinomata fama alla fine degli anni 80’. Vent’anni dopo tira avanti esibendosi per i fans del duro wrestling nelle palestre dei licei e nelle comunità del New Jersey. Allontanatosi dalla figlia (Evan Rachel Wood), incapace di sostenere un vero rapporto, Randy vive per il brivido dello show, per l’adrenalina del combattimento e per l’adorazione dei fans che gli rimangono. Colto da un infarto durante un combattimento, il dottore gli dice di eliminare gli steroidi e di sospendere i combattimenti di wrestling. Costretto a lasciare lo show-business, Randy comincia a riflettere sulla sua vita. Prova a riallacciare i rapporti con sua figlia e inizia una relazione con una spogliarellista (Marisa Tomei) ormai non più giovanissima. Per un periodo le cose funzionano; tuttavia il richiamo della ribalta è troppo forte per lui e Randy si cimenta ancora una volta nel combattimento sul ring. Rachel sta per sposarsi Rachel Getting Married (Titolo originale) U.S.A., 2008, Commedia, 116’ di Jonathan Demme con Anne Hathaway, Rosemarie DeWitt, Tunde Adebimpe, Mather Zickel, Anisa George, Anna Deavere Smith, Bill Irwin Distribuzione: Sony Pictures Releasing Italia nelle sale dal 21 Novembre 2008 Quando Kym (Anne Hathaway) torna a casa della famiglia per il matrimonio della sorella Rachel (Rosemarie Dewitt), porta con sé una lunga storia di crisi personali, conflitti familiari e tragedie. La grande quantità di amici presenti al matrimonio della coppia si è riunita per un felice weekend di feste, musica ed amore, ma Kym, con le sue taglienti frasi secche e un’inclinazione naturale a provocare dei drammi, rappresenta un catalizzatore per le tensioni a lungo sopite nelle dinamiche familiari. Los Angeles, anni ‘20. Disperata per il rapimento del figlio, Christine Collins, si appella al buon cuore dei rapitori chiedendo che gli restituiscano il bambino. Dopo alcuni giorni, in effetti, la polizia le da la buona notizia del ritrovamento del figlio, ma la donna sostiene che quello non é il suo bambino. Considerata pazza, la donna viene umiliata con l’internazione in un manicomio. La verità in realtà é che suo figlio é stato ucciso e Christine si é trovata a combattere contro la corruzione della polizia, avendo contro l’opinione pubblica, sino a quando anche il bambino non arriva ad ammettere che Christine non é sua mamma. Il dubbio Doubt (Titolo originale) U.S.A., 2008, Drammatico, 104’ di John Patrick Shanley con Meryl Streep, Philip Seymour Hoffman, Amy Adams, Viola Davis, Alice Drummond, Lloyd Clay Brown, Carrie Preston, Joseph Foster, Bridget Megan Clark, Audrie J. Neenan, Susan Blommaert Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia nelle sale dal 30 Gennaio 2009 New York City, 1964. In una rigorosa scuola cattolica del Bronx, una suora sospetta che Padre Flynn abusi della sua autorità nei confronti degli studenti; é convinta, infatti, che il sacerdote nutra degli interessi nei confronti di uno studente di colore. Tropic Thunder U.S.A., 2008, Azione, Commedia, 105’ di Ben Stiller con Ben Stiller, Robert Downey Jr., Jack Black, Bill Hader, Nick Nolte, Jay Baruchel, Matthew McConaughey, Tom Cruise, Tobey Maguire, Justin Theroux, David Pressman, Brandon Jackson, Steve Coogan, Danny McBride, Valerie Azlynn, Matt Levin, Andrea De Oliveira, Holly Weber, Anya Monzikova, Jasmine Dustin Distribuzione: UIP nelle sale dal 24 Ottobre 2008 Frozen River U.S.A., 2008, Drammatico, 97’ di Courtney Hunt con Melissa Leo, Misty Upham, Michael O’Keefe, Mark Boone Junior, Charlie McDermott, James Reilly, Dylan Carusona, Jay Klaitz, Michael Sky, John Canoe, Nancy Wu Distribuzione: Archibald Enterprise Film nelle sale dal 2009 Dopo aver visto disattese tutte le sue speranze di comprare una casa prefabbricata, in quanto il marito é sparito dopo aver speso tutti i soldi nel gioco, Ray Eddy, che oltretutto ha due figli a carico, é disperata. Per cercare di guadagnare un po’ di soldi per sopravvivere, si presta a far attraversare il confine tra il Canada e gli Stati Uniti ai clandestini cinesi e pachistani. Il piano é quello di nascondergli nel portabagagli della macchina ed attraversare il fiume St. Lawrence che in questo periodo dell’anno é ghiacciato. Ad aiutarla in questa avventura disperata, Lila, una giovane Mohawk, caduta in un profondo dolore da quando é stata allontanata dal figlio... Hellboy II: The Golden Army U.S.A., 2008, Azione, Fantascienza, Fantastico, 110’ di Guillermo del Toro con Ron Perlman, Selma Blair, Jeffrey Tambor, Doug Jones, James Dodd, Luke Goss, Thomas Kretschmann, Brian Steele, Anna Walton Distribuzione: UIP nelle sale dal 16 Luglio 2008 Con la rottura di un’antica tregua tra l’umanità e i figli originari della Terra, sta per scatenarsi un putiferio. L’anarchico Principe degli inferi Nuada si è stancato di secoli di rispetto e ubbidienza verso il genere umano. Trama di risvegliare un esercito di macchine assassine a lungo sopite per riavere quello che appartiene al suo popolo; tutte le creature magiche dovranno essere libere di aggirarsi di nuovo per il mondo. Solo Hellboy aiutato dalla sua fidanzata Liz Sherman, può fermare il tenebroso sovrano e salvare il nostro mondo dalla distruzione, anche se preferirebbe starsene rilassato a sorseggiare birra e fumare un sigaro... In seguito ad una serie di avvenimenti non previsti, cinque attori che stavano girando un costosissimo film di guerra, si trovano costretti a diventare i soldati che stavano interpretando; la realtà però è di gran lunga più dura della finzione... Il Cavaliere Oscuro The Dark Knight (Titolo originale) U.S.A., 2008, Azione, Drammatico, Thriller, 152’ di Christopher Nolan con Christian Bale, Heath Ledger, Gary Oldman,Michael Caine, Morgan Freeman, Maggie Gyllenhaal, Aaron Eckhart, Eric Roberts Distribuzione: Warner Bros. Pictures nelle sale dal 23 Luglio 2008 Una nuova avventura dell’uomo pipistrello, che utilizza tutta la sua rabbia ed il suo rancore per cercare di ripulire Gotham City, dalla malavita da cui é infestata... Revolutionary Road U.S.A., Regno Unito, 2008, Drammatico, 119’ di Sam Mendes con Leonardo DiCaprio, Kate Winslet, Kathy Bates, Kathryn Hahn, Michael Shannon, Zoe Kazan, Ryan Simpkins, Ty Simpkins, Kristen Connolly Distribuzione: UIP nelle sale dal 30 Gennaio 2009 Anni ‘50, Frank e April Wheeler sono una coppia appartenente alla classe media americana, vivono nei dintorni di New York in una di quelle belle case da benestanti, ma sono in forte conflitto riguardo allo spazio da dedicare ai propri desideri contro l’opprimente ondata di conformismo che sembra essersi impossessata degli Stati Uniti in quegli anni. La coscienza dell’assassino In Bruges (Titolo originale) Regno Unito, Belgio, 2008, Azione, Commedia, 107’ Regia: Martin McDonagh con Colin Farrell, Brendan Gleeson, Ralph Fiennes, Elizabeth Berrington, Rudy Blomme, Olivier Bonjour, Mark Donovan, Eric Godon Distribuzione: Mikado nelle sale dal 16 Maggio 2008 In seguito ad un imprevisto durante il loro ultimo incarico, l’assassinio di un prete, due killer professionisti, Ray e Ken, vengono costretti dal loro boss, ad una vacanza forzata nell’accogliente città di Bruges in Belgio. Qui, i due, dovrebbero cercare di passare inosservati, finché non si calmano un pò le acque, ma, una serie di circostanze gli mette al centro di rocambolesche situazioni... Che non sia giunto il momento di cambiare vita...? Vicky Cristina Barcelona U.S.A., Spagna, 2008, Commedia, Drammatico, Romantico, 90’ di Woody Allen con Scarlett Johansson, Javier Bardem, Penelope Cruz, Patricia Clarkson, Kevin Dunn, Rebecca Hall, Pablo Schreiber, Carrie Preston Distribuzione: Medusa nelle sale dal 17 Ottobre 2008 Due turiste americane, Vicky e Cristina, che danno il nome al film, in viaggio nella città catalana, fanno perdere la testa ad un irresistibile pittore spagnolo. Se già non bastasse questo triangolo amoroso a rendere bollente la situazione, ci si mette pure l’exfidanzata dell’artista, che alla vista del “suo” uomo insieme a due straniere si fa travolgere dalla gelosia... Australia La felicità porta fortuna Happy Go Lucky (Titolo originale) Regno Unito, 2008, Commedia, Drammatico, 118’ di Mike Leigh con Sally Hawkins, Eddie Marsan, Nonso Anozie, Elliot Cowan, Samuel Roukin, Andrea Riseborough, Sarah Niles, Alexis Zegerman Distribuzione: Mikado nelle sale dal 05 Dicembre 2008 La spensieratezza e l’allegria di “Poppy”, così viene chiamata Pauline, insegnante delle elementari, é contagiosa ed in netto contrasto con la classica immagine che si ha di Londra, città nella quale vive, famosa per il suo clima nebuloso e piovoso. In un equilibrio, quasi matematico, tra se stessa ed il resto del mondo, Poppy, affronta la vita alla giornata, senza preoccuparsi troppo del futuro e cercando di vivere al meglio tutto quello che le accade di volta in volta... Australia, U.S.A., 2008, Avventura, Drammatico, Guerra, 144’ di Baz Luhrmann con Nicole Kidman, Hugh Jackman, David Wenham, Bryan Brown, Ben Mendelsohn, Jacek Koman, Bruce Spence, Jack Thompson, John Jarratt, Bill Hunter, Barry Otto, Essie Davis, David Gulpilil, Ray Barrett Distribuzione: 20th Century Fox nelle sale dal 16 Gennaio 2009 Una ricca nobildonna inglese, eredita una sconfinata tenuta in Australia con 2000 capi di bestiame. Quando alcuni, prepotenti, proprietari terrieri cercano di impossessarsi dei suoi possedimenti, cerca l’aiuto di un cow-boy, per portare il bestiame al sicuro. Durante il loro avventuroso cammino, attraverseranno luoghi impervi e desolati e vedranno con i propri occhi, come gli aerei giapponesi bombardarono Darwin... La banda Baader Meinhof Der Baader Meinhof Komplex (Titolo originale) Germania, 2008, Drammatico, 155’ di Uli Edel con Martina Gedeck, Moritz Bleibtreu, Johanna Wokalek, Bruno Ganz, Simon Licht, Jan Josef Liefers, Alexandra Maria Lara, Heino Ferch, Nadja Uhl, Hannah Herzsprung Distribuzione: BIM nelle sale dal 31 Ottobre 2008 Germania occidentale, anni 70. Bombe, attentati mortali insieme alla paura e alla minaccia di un nemico interno scuotono le fragili fondamenta della giovane democrazia tedesca. I più radicali figli della generazione nazista guidati da Andreas Baader , Ulrike Meinhof e Gudrun Ensslin combattono una violenta guerra contro ciò che percepiscono come la nuova faccia del fascismo: l’imperialismo americano sostenuto dalle istituzioni tedesche nelle quali ancora agiscono uomini dal passato nazista… Valzer con Bashir Israele, Germania, Francia, 2008, Animazione, 87’ di Ari Folman con Ron Ben-Yishai, Ronny Dayag, Ari Folman, Dror Harazi, Yehezkel Lazarov, Mickey Leon, Ori Sivan Distribuzione: Lucky red nelle sale dal 09 Gennaio 2009 Una sera, in un bar, un vecchio amico racconta al regista Ari Folman un incubo ricorrente nel quale 26 cani feroci lo inseguono. Lo stesso numero di animali, ogni notte. I due giungono alla conclusione che c’è un legame tra l’incubo e la loro missione nelle file dell’esercito israeliano durante la prima guerra del Libano, all’inizio degli anni ‘80. Ari si sorprende a scoprire di non ricordare niente di quel periodo della sua vita. Incuriosito da questo fatto inspiegabile, decide di incontrare e intervistare vecchi amici e compagni d’armi in giro per il mondo. Ha bisogno di scoprire la verità su quel periodo e su se stesso. Mano a mano che Ari va avanti con le ricerche, nella sua memoria cominciano ad emergere immagini surreali … La classe Entre les murs (Titolo originale) Francia, 2008, Drammatico, 128’ di Laurent Cantet con François Bégaudeau Distribuzione: Mikado nelle sale dal 10 Ottobre 2008 L’inizio di un nuovo anno scolastico in una scuola di un quartiere disagiato, riserverà a François, insegnante sui generis di francese una brutta sorpresa. Nonostante i suoi metodi non siano per niente severi, ma, al contrario il suo modo di porsi nei confronti degli alunni é piuttosto malleabile, alcuni studenti mettono in discussione il suo comportamento, mettendo in crisi il suo rigore professionale... Wall-E U.S.A., 2008, Animazione, Avventura, 97’ di Andrew Stanton con Fred Willard, Jeff Garlin, Ben Burtt Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia nelle sale dal 17 Ottobre 2008 Dopo aver trascorso centinaia di anni solitari facendo ciò per cui era stato costruito - ripulire il pianeta - W.A.L.L.E trova un nuovo scopo nella sua vita quando incontra un affusolato robot ricognitore di nome EVE. EVE si rende conto che W.A.L.L.E è involontariamente incappato nella chiave che assicurerà il futuro del pianeta, e torna di corsa nello spazio per riferire le sue scoperte agli umani. Nel frattempo, W.A.L.L.E segue EVE per tutta la galassia, dando vita ad una delle avventure comiche più fantasiose ed emozionanti mai portata sul grande schermo. Revanche Austria, 2008, Drammatico, Thriller, 121’ di Götz Spielmann con Johannes Krisch, Andreas Lust, Irina Potapenko, Ursula Strauss, Johannes Thanheiser, Michael-Joachim Heiss, Hanno Pöschl nelle sale dal 2009 Tamara é una prostituta stanca della vita che sta conducendo che sogna di scappare con l’uomo del quale é innamorata, Alex, il fattorino del suo protettore. Non é facile fuggire dal loro ambiente, ma per farlo, studiano un piano che prevede una rapina alla banca di un piccolo paesino, in modo da recuperare il denaro necessario alla loro fuga. Purtroppo però non tutto va come previsto e i due verranno braccati dalla polizia... Kung Fu Panda U.S.A., 2008, Animazione, Azione, Commedia, 95’ di Mark Osborne, John Stevenson con Jack Black, Jackie Chan, Dustin Hoffman, Lucy Liu, Ian McShane, Angelina Jolie, Michael Clarke Duncan, David Cross, Dan Fogler Distribuzione: UIP nelle sale dal 29 Agosto 2008 Quando gli abitanti della Valle della pace, sono minacciati da un temibile nemico, il leopardo Tai Lung, alcuni maestri di Kung Fu, cercano di trasformare il più pigro e lento abitante della valle, il panda Po, in un esperto maestro d’arti marziali, per poterlo contrapporre all’abilità di Tai Lung. Po, imbranato com’é, porterà lo scompiglio fra le rigide regole cui si attengono i maestri, ma alla fine, riuscirà ad imparare sia la disciplina, sia le tecniche necessarie per sventare la minaccia portata dal leopardo... Bolt - Un eroe a quattro zampe Bolt (Titolo originale) U.S.A., 2008, Animazione, 97’ di Byron Howard, Chris Williams con John Travolta, Miley Cyrus, Malcolm McDowell, Greg Germann, Diedrich Bader, Chloe Moretz, J.P. Manoux, Ronn Moss, James Lipton Distribuzione: Walt Disney Studios Motion Pictures Italia nelle sale dal 28 Novembre 2008 Bolt é la star di una serie tv insieme alla sua padroncina Penny. Lui é un adorabile cagnolino che interpreta un super-cane, ma é convinto che tutto quello che succede nel set, corrisponda alla realtà; quando si ritrova sulla strada alla ricerca della sua padroncina, che crede essere stata rapita, inizierà un avventuroso viaggio da Los Angeles a New York, in compagnia di una gatta e un criceto, si renderà conto che quello che lo rende speciale non sono i superpoteri... La duchessa The Duchess (Titolo originale) U.S.A., Italia, Regno Unito, Francia, Danimarca, 2008, Drammatico, Storico, 110’ di Saul Dibb con Keira Knightley, Ralph Fiennes, Charlotte Rampling, Simon McBurney, Dominic Cooper, Hayley Atwell, Aidan McArdle, Richard McCabe Distribuzione: BIM nelle sale dal 24 Dicembre 2008 Ambientato alla fine del ‘700, La Duchessa è la storia della bella e sofisticata Georgiana Spencer, la donna più affascinante della sua epoca. Famosa per la sua bellezza e il suo fascino, divenne un personaggio controverso per i suoi gusti stravaganti e la sua passione per il gioco e per l’amore. Andata in sposa giovanissima al più anziano e freddo Duca del Devonshire, amica intima di ministri e principi, Georgiana fu un’icona dell’eleganza, una madre devota, un’abile attivista politica, e la beniamina della gente comune. Ma al centro della sua storia c’è soprattutto una disperata ricerca dell’amore. Heath Ledger L’uomo che voleva ingannare il cinema Rendere omaggio a Heath Ledger non è semplice. Non è facile in una macchina denominata Cinema che fagocita tutto, trita ogni cosa, inglobando pellicole, interpretazioni, personaggi e idee in segmenti di tempo che si fanno sempre più brevi. Il tempo passa ed inesorabilmente ci ritroviamo in affanno nel cercare di rendere omaggio a un personaggio, a un attore, a un uomo che viveva una carriera in piena ascesa e che ora si aggiunge a quelle stelle che da lassù ci guardano incuriosite. Il 22 gennaio 2008 moriva Heath Ledger. Secondo i referti medici, a causa di una overdose da farmaci. Con la vittoria del Golden Globe 2009 come Miglior Attore non protagonista, definire l’australiano Heath Ledger “promettente” è forse troppo riduttivo. Nuova icona del Cinema, interprete vibrante in film come I segreti di Brokeback Mountain, I fratelli Grimm e l’incantevole strega e Io non sono qui, Heath Ledger possedeva quella rara capacità che hanno gli attori di talento di farsi amare sia da pubblico che da critica. Riusciva a far incontrare in territorio neutrale i capricciosi giudizi della gente. Caratterizzato da uno sguardo malinconico, capace poi di esplodere all’improvviso mutando in un sorriso sincero in film come Casanova o Paradiso + Inferno, Heath Ledger rimaneva impresso in quella pellicola che gli umani chiamano memoria. Ed è ancora così. A distanza di un anno dalla sua scomparsa la sua assenza è ancora molto presente non solo nel cuore dei suoi fan, ma nel Cinema in senso più ampio. Un Cinema che si vede amputare di una delle sue voci più interessanti e di uno dei volti più apprezzabili degli ultimi anni. Il nuovo millennio è stato per Heath Ledger il suo trampolino di lancio cominciando con Il Patriota proprio nel 2000. Di questi anni ha incarnato tutti gli aspetti positivi e negativi. La frenesia e il clamore, lo splendore e la smania, caratteristiche che si concretizzano nella realizzazione di ben dodici film in sette anni. Ma di questi anni Ledger incarnava anche la malinconia rarefatta che ha il Mondo di oggi, motivata dal desiderio di trovare un posto, unico e speciale, in questo tempo mutevole. Lui, invero, ci stava riuscendo e il Mondo, allora come ora, era ed è dalla sua parte candidandolo all’Oscar come miglior attore non protagonista. Un riconoscimento che è stato assegnato postumo solo una volta nella storia del cinema a Peter Finch, nel 1977, per Quinto Potere diretto da Sidney Lumet. Nella speranza che la storia si ripeta, immaginare un Cinema senza Heath Ledger non sarà facile. E nell’immaginare un Cinema e un Tempo senza di lui si arriva a pensare persino che forse è ciclico. Forse a volte serve la prematura uscita di scena di un attore promettente per ricordare che si sta andando tutti troppo di fretta. Che a noi critici, come agli spettatori, qualcosa sta sfuggendo di mano e formerà presto un nuovo vuoto, incolmabile, nei nostri ricordi. Accadde con River Phoenix nel lontano 1993, venuto a mancare per overdose a soli ventitre anni. E’ accaduto oggi per Heath Ledger. Entrambi bellissimi e tra i più promettenti attori della loro generazione, entrambi legati, forse, da quello stesso smarrimento che portavano con sé, trascinato dalla promessa di un futuro successo. Ma il fato a volte si fa sentire, spietato e terribilmente ironico. Il film che ha fatto conoscere Heath Ledger al grande pubblico è stato Il destino di un cavaliere. Il suo ultimo film è, curiosamente, The Dark Knight. Ledger ne stava contemporaneamente girando un altro: Parnasus – L’uomo che voleva ingannare il diavolo, diretto da Terry Gilliam. …E se si pensa al cinema come a un diavolo, siamo certi che Heat Ledger da lassù se la sta ridendo di gusto. Diego Altobelli Meryl Streep Lady Oscar: è Meryl Streep l’attrice più volte candidata agli Academy Awards Con le statuette conquistate grazie a “La gloria del mattino” (1933) di Lowell Sherman, “Indovina chi viene a cena” (1967) di Stanley Kramer, “Il leone d’inverno” (1968) di Anthony Harvey e “Sul lago dorato” (1981) di Mark Rydell, rimane a tutt’oggi l’indimenticabile Katharine Hepburn l’attrice più premiata dagli Academy Awards. Ma, nel corso di una carriera trentennale costituita da oltre sessanta prove sul set, è la grandissima Meryl Streep a detenere ancora il titolo di rappresentante del gentil sesso più volte candidata al maggior premio riservato a chi lavora nel magico universo della celluloide, vinto come protagonista con “La scelta di Sophie” (1982) di Alan J. Pakula e, ancor prima, in qualità di non protagonista per “Kramer contro Kramer” (1979) di Robert Benton. Unici due colpi portati a segno all’interno di una lista di ben quindici candidature iniziata con “Il cacciatore” (1978) di Michael Cimino per poi proseguire, al di là dell’accoppiata di film già citati, con “La donna del tenente francese” (1981) di Karel Reisz e “Silkwood” (1984) di Mike Nichols, sotto la cui regia ha sfiorato anche una seconda volta la vittoria grazie al ruolo ricoperto in “Cartoline dall’inferno” (1990). Del resto, la “Lady Oscar” più amata di Hollywood, a differenza di molti altri colleghi, ha da sempre dimostrato che la qualità dei risultati raggiunti non è eccessivamente legata alle capacità di coloro che la dirigono, tanto da riuscire a trovarsi vicino al luccicante palco su cui James Cameron e Peter Jackson hanno fatto incetta di premi, sia sotto la regia del Sydney Pollack de “La mia Africa” (1985) e del Clint Eastwood de “I ponti di Madison County” (1995), sia sotto quella di nomi meno celebrati come l’Hector Babenco di “Ironweed” (1987), il Fred Schepisi di “Un grido nella notte” (1988) e il Carl Franklin de “La voce dell’amore” (1998). Senza dimenticare il delicato e sottovalutato “La musica del cuore” (1999), firmato da un Wes Craven una volta tanto lontano dall’horror, seguìto da “Il ladro di orchidee” (2002) di Spike Jonze e “Il diavolo veste Prada” (2006) di David Frankel. Fino alla nuova candidatura per la parte della rigida Sorella Aloysius Beauvier ricoperta ne “Il dubbio”, dramma di derivazione teatrale di John Patrick Shanley che, al di là della Anne Hathaway di “Rachel sta per sposarsi”, l’Angelina Jolie di “Changeling” e la Melissa Leo di “Frozen river”, la farà scontrare nel corso della magica notte delle stelle del cinema contro la Kate Winslet di “The reader-A voce alta”, sua degna erede. Anche perché è già la sesta volta che la giovane interprete di “Titanic” si avvicina all’Oscar in quindici anni prestati al servizio del grande schermo. Fancesco Lomuscio Oscar 2009: premio umanitario Jean Hersholt a Il Myron Mertz della commedia horror “Morti di paura”, il “cantante matto”, il “nipote picchiatello”, il “delinquente delicato”, il “marmittone”, il “Cenerentolo” e perfino l’assurdo “dottor Jerryll” delle folli, divertenti notti. Tanti diversi nomi o, se preferite, personaggi, attraverso cui identificare l’oggi ottantatreenne talento comico Jerry Lewis (Joseph Levitch all’anagrafe), originario del New Jersey, la cui sessantennale attività sul set, che lo ha visto più volte nei panni di esilarante spalla di Dean Martin, nonostante una filmografia comprendente anche collaborazioni con nomi del calibro di Martin Scorsese (“Re per una notte”) ed Emir Kusturica, soltanto quest’anno lo porterà a salire sul luccicante, ambitissimo palco degli Academy Awards. Ma la particolarità risiede nel fatto che Lewis, il quale ha già trovato da fine millennio scorso il suo degno erede su celluloide nel molleggiato e auto-deformante Jim Carrey, riceverà un premio che non sarà legato né alla sua più recente performance davanti alla macchina da presa, né al riconoscimento per la sua lodevole carriera che lo ha trovato spesso impegnato anche nei panni di regista. Infatti, dopo veri e propri simboli di Hollywood quali Bob Hope, Gregory Peck, Audrey Hepburn e Paul Newman, l’attore ritirerà il premio umanitario Jean Hersholt, ricompensa assegnata alle cerimonie degli Oscar dal lontano 1956 (non tutti gli anni, però), in quanto, anche se in pochi ne sono a conoscenza, rientra tra gli iniziatori del Telethon – di cui lanciò la prima edizione negli Stati Uniti ben quarantatre anni fa – e tra coloro che hanno contribuito a fondare l’Associazione per le distrofie muscolari. Del resto, come ha dichiarato Sid Ganis, presidente dell’Academy of Motion Picture Art and Sciences: “Jerry è un attore leggendario che non ha solo fatto ridere milioni di persone nel mondo, ma ne ha anche aiutate migliaia facendo conoscere e raccogliendo fondi per coloro che soffrono di distrofia muscolare”. Francesco Lomuscio Jerry Lewis I film che hanno vinto 6 o più premi Ben-Hur: Vinse 11 O. (12 cand.) 1997 Titanic: Vinse 11 O. (14 cand.) 2003 Il signore degli anelli - Il ritorno del re: Vinse 11 O. (11 cand.) 1961 West Side Story: Vinse 10 O. (11 cand.) 1996 Il paziente inglese: Vinse 9 O. (12 cand.) 1958 Gigi: Vinse 9 O. (9 cand.) 1987 L’ultimo imperatore: Vinse 9 O. (9 cand.) 1939 Via col vento: Vinse 8 O. (13 cand.) Gli Oscar in numeri 1959 1953 Da qui all’eternità: Vinse 8 O. (13 cand.) 1954 Fronte del porto: Vinse 8 O. (12 cand.) 1964 My Fair Lady: Vinse 8 O. (12 cand.) 1972 Cabaret: Vinse 8 O. (10 cand.) 1982 Gandhi: Vinse 8 O. (11 cand.) 1984 Amadeus: Vinse 8 O. (11 cand.) 1944 La mia via: Vinse 7 O. (10 cand.) 1946 I migliori anni della nostra vita: Vinse 7 O. (8 cand.) 1957 Il ponte sul fiume Kwai: Vinse 7 O. (8 cand.) 1962 Lawrence d’Arabia: Vinse 7 O. (10 cand.) 1970 Patton generale d’acciaio: Vinse 7 O. (10 cand.) 1973 La stangata: Vinse 7 O. (10 cand.) 1985 La mia Africa: Vinse 7 O. (11 cand.) 1990 Balla coi lupi: Vinse 7 O. (12 cand.) 1993 Schindler’s List: Vinse 7 O. (12 cand.) 1998 Shakespeare in Love: Vinse 7 O. (13 cand.) 1942 La Signora Miniver: Vinse 6 O. (12 cand.) 1950 Eva contro Eva: Vinse 6 O. (14 cand.) 1951 Un Americano a Parigi: Vinse 6 O. (8 cand.) 1951 Un posto al sole: Vinse 6 O. (9 cand.) 1966 Un uomo per tutte le stagioni: Vinse 6 O. (8 cand.) 1974 Il Padrino parte seconda: Vinse 6 O. (11 cand.) 1977 Guerre stellari: Episodio IV - Una nuova speranza: Vinse 6 O. (10 cand.) 1994 Forrest Gump: Vinse 6 O. (13 cand.) 2002 Chicago: Vinse 6 O. (13 cand.) I 3 film che hanno vinto il maggior numero di premi tra le cinque categorie più importanti Accadde una notte (1934) 1. Miglior Film: Accadde una notte 2. Miglior Regia: Frank Capra 3. Miglior Attore: Clark Gable 4. Migliore Attrice: Claudette Colbert 5. Miglior Sceneggiatura: Robert Riskin Qualcuno volò sul nido del cuculo (1975) 1. Miglior Film: Qualcuno volò sul nido del cuculo 2. Miglior Regia: Miloš Forman 3. Miglior Attore: Jack Nicholson 4. Migliore Attrice: Louise Fletcher 5. Miglior Sceneggiatura: Lawrence Hauben and Bo Goldman Il Silenzio degli innocenti (1991) 1. Miglior Film: Il Silenzio degli innocenti 2. Miglior Regia : Jonathan Demme 3. Miglior Attore: Anthony Hopkins 4. Migliore Attrice: Jodie Foster 5. Miglior Sceneggiatura: Ted Tally Qualche record • • • • • • • • Nel 2003 Il signore degli anelli – Il ritorno del re diventò il primo lungometraggio fantasy a vincere il premio per il miglior film La pellicola che ricevette il maggior numero di premi, senza vincere però l’Oscar per il miglior film, fu Cabaret nel 1972 (8 premi) I due film a pari merito per il maggior numero di nomination senza però vincere alcun premio sono: Due vite una svolta (1977) e Il Colore viola (1985) La pellicola con il maggior numero di nomination senza quella per il miglior film è Non si uccidono così anche i cavalli? del 1969 che collezionò 9 candidature Il primo ed unico film animato ad aver mai vinto il premio per la migliore pellicola è La Bella e la bestia, che condivide il record del maggior numero di nomination per un film animato (6) con Wall-E Valzer con Bashir è il primo film animato ad essere nominato nella categoria miglior film straniero, dove rappresenta Israele Il signore degli anelli – Il ritorno del re, Braveheart, L’ultimo imperatore, Gigi, Il Giro del mondo in ottanta giorni, Il Più grande spettacolo del mondo, Un americano a Parigi, Grand Hotel, All’ovest niente di nuovo e Ali sono tutti film che hanno vinto il premio come migliore pellicola senza ricevere neanche una nomination per gli attori, protagonisti e non Grand Hotel è l’unica pellicola ad aver vinto il premio come miglior film senza ricevere nessun’altra nomination. Curiosando 2009 Oscar Academy Awards “Assomiglia a mio zio Oscar!”, una frase passata alla storia che segna l’inizio di uno dei più importanti ed attesi eventi a livello mondiale, pronunciata nel 1931, secondo una voce metropolitana, da Margaret Herrick, segretaria di un direttore dell’Academy Awards. Il nome “Oscar” però sembra che sia stato usato solo dopo il 1939, sebbene già molti divi di Hollywood avessero cominciato a chiamare la statuetta “Oscar” durante i discorsi della cerimonia di premiazione. Per fedeltà di cronaca non si può non citare brevemente l’altra versione della leggenda, secondo cui il nome “Oscar” fu dato dall’attrice Bette Devis, madrina della statuetta, in onore del suo primo marito, Harman Oscar Nelson jr. A parte queste amene leggende, è innegabile che il luccicante premio ne abbia fatta di strada nel tempo, in fondo era l’ estate del 1928 quando l’art director Cedric Gibbson, della celebre casa cinematografica “ Metro Goldwyn Mayer”, offre 500 dollari allo scultore G. Stanley per modellare una statuetta in argilla, placcata in bronzo, e per produrne 12 copie placcate oro 24 carati per la cena di premiazione degli “Awards of merit”. Ma cosa rappresenta questa statuetta a parte uno “Zio d’America”? Gibbson realizzò un cavaliere nudo che immergeva la sua spada in una bobina di film con cinque fessure, rappresentanti i cinque rami originali del premio che allora riguardava produttori, registi, attori, scrittori e tecnici. La prima cerimonia ufficiale dell’ Academy Award si svolse alla “Blossom Room” dell’Hollywood Roosevelt Hotel e in quello stesso periodo Walt Disney fondava la Walt Disney Productions a Los Angeles, in cui si svolgevano le prime proiezioni di film sugli aerei di linea. Quest’anno la realizzazione delle statuette è stata affidata all’ artigiano di Chicago, Luis Villalobos. Per questa famosa statuetta gli attori di tutto il mondo farebbero follie, e non solo loro, dato il prezzo pagato da alcuni col- lezionisti. Nel 1988 infatti un collezionista svizzero pagò 15.760 dollari per l’ Oscar vinto da “Un americano a Parigi” come miglior film nel 1951. La “Notte degli Oscar” è ancora oggi una cerimonia molto apprezzata e trasmessa in tutto il mondo, dove gli invitati fanno sfoggio delle creazioni dei più celebri stilisti, come ad esempio Penélope Cruz che questo anno sfilerà sul tappeto rosso indossando un abito “Oscar de la Renta”. E’ oltretutto la prima attrice spagnola ad aver ricevuto ben due candidature alla statuetta, la prima anni fa con “Volver” del regista Pedro Almodovar ed ora con “Vicky Cristina Barcelona”di Woody Allen come “Miglior Attrice Non Protagonista”. In controtendenza, Meryl Streep sembra aver deciso di utilizzare alcuni abiti del suo guardaroba personale per una forma di scaramanzia, dopo tutto ha già vinto diversi premi nell’edizione di “Screen Actor’s Guild Awards” per la sua interpretazione nel film “Il dubbio”. Secondo quanto riportano alcune testate statunitensi, sembra che l’attrice abbia dichiarato che, in caso di vittoria, non comprerà più un vestito nuovo. Al momento questa titanica attrice ha collezionato ben quindici nomination e due vittorie. Se dovesse farcela, si posizionerebbe nella classifica dei record subito dopo la grande Katherine Hepburn (12 nomination e 4 vittorie). Altra probabile attrice scaramantica potrebbe essere Anne Hathaway alla sua prima nomination agli Oscar, candidata come “Migliore Attrice Protagonista” per la sua interpretazione in “Rachel sta per sposarsi”. La giovane attrice percorrerà il tappeto rosso degli Oscar con il padre, ed ha dichiarato di essere in cerca di altri due biglietti per portare alla “Notte degli Oscar” anche la madre e il fratello, perché sono le persone più importanti della sua vita. Cosa sicuramente vera e consigliabile, dopo le sue “turbolente” relazioni sentimentali, prima con il manager Raffaello Follieri, arrestato dalla polizia di Los Angeles per truffa a causa di un assegno scoperto di circa 250.000 dollari. Un brutto periodo per Hathaway che ha dovuto perfino subire un’ interrogatorio dalla polizia. Subito dopo però pareva essersi consolata con Adam Shulman, cui però pagava praticamente tutto. Sebbene Anne Hathaway abbia impressionato giuria e pubblico per la sua interpretazione, i bookmakers comunque considerano improbabile la sua vittoria e danno per favorita l’inglese Kate Winslet per “The Reader”, che nonostante i suoi trentaquattro anni e le sei nomination non ha ancora mai vinto la statuetta. “Fra i due litiganti il terzo gode”: infatti allo stesso premio concorre anche Melissa Leo, attrice semi sconosciuta, che ha brillato nel ruolo di madre in “Frozen River” o forse alla fine ad accaparrarsi la statuetta sarà per la seconda volta Angelina Jolie per “Changeling” di Clint Eastwood. Molti si chiedono come Angelina Jolie vivrà questa magica notte, calcolando che tutto sembra andarle di traverso, prima di tutto perchè fra le candidate le preferite sembrano essere Meryl Streep e Kate Winslet e poi perché fra i presentatori della “ Notte degli Oscar” compare il nome di Jennifer Aniston, dopo il successo al botteghino di Natale del film “Io & Marley”. Sono passati anni dal divorzio fra Jennifer Aniston e Brad Pitt, che corse subito fra le braccia di Angelina Jolie, chissà cosa succederà quando si incontreranno…..che la vendetta sia davvero un piatto da gustare freddo? sicuramente in questo caso è stato servito alla Aniston su un “tappeto rosso” e qualsiasi cosa succederà Jennifer potrà contare sul suo fidanzato John Mayer, che le ha suggerito di cogliere la palla al balzo per dimostrare al mondo di essere superiore. La presenza dell’ex moglie agli Oscar sembra non intaccare il sorriso serafico di Brad Pitt che, informato sul numero totale delle nomination del film “Il curioso caso di Benjamin Button”, ha placidamente affermato che le cose più importanti della sua vita sono la paternità e l’amore per Angelina Jolie. Più entusiasta è apparso il regista David Fincher, che sembra aver colpito nel segno decidendo di realizzare la breve novella di Francis Scott Fitzgerald, scritta nel 1921, nonostante le accuse di plagio mossegli da Adriana Pichini, che nel 1994 ha scritto un romanzo intitolato “Il ritorno di Arthur all’innocenza”, depositato alla SIAE e inviato ad un editore americano per farlo pubblicare. Una vicenda molto strana, dato che la sceneggiatura pare sia stata presentata nel 1990 a Steven Spielberg con Tom Cruise nella parte di Benjamin Botton e poi riproposta nel 1998 a Ron Howard. Per quanto riguarda l’Oscar come “Migliore attore non protagonista”, molti ritengono che sarà quasi sicuramente assegnato a Heath Ledger (morto il 22 gennaio 2008 per un’overdose di farmaci) per la sua accattivante interpretazione del cattivo personaggio di Jocker nel film “Il cavaliere oscuro”, ultimo episodio della saga di Batman. Accanto a Jennifer Aniston nell’81° edizione della “Notte degli Oscar” è stato scelto l’ affascinante attore australiano Hugh Jackman, conosciuto a livello mondiale, e definito dal pubblico secondo un recente sondaggio “l’uomo più sexy del mondo”, che da poco pare abbia concluso la lavorazione del film “XMen - Le origini: Wolverine”, atteso nelle sale italiane per maggio 2009. Il grande assente di questa edizione sarà Peter Gabriel, che si è ritirato dalla lista degli artisti che si dovevano esibire durante la cerimonia. Il motivo è semplice: il musicista era convinto di poter eseguire integralmente il brano che fa da colonna sonora al film d’ animazione “Wall-E” ossia la canzone “Down to earth”, composta con Thomas Newman. Il brano ha ricevuto la nomination per il premio “Best original song from a motion picture”, ma quando l’artista ha saputo di dover interpretare solo una versione accorciata della canzone, ha preferito rinunciare. Il posto vuoto sembra però che sia stato subito occupato dal Soweto Gospel Choir, già vincitore di due Grammy Award. Fondato e diretto da David Mulovhedzi e Beverly Bryer, conta i migliori talenti delle molte chiese di Soweto e dintorni ed è stato riconosciuto come uno dei più grandi gruppi musicali di gospel di questi anni, tanto da essersi esibito in tutto il mondo cantando con star come Bono, Queen, Annie Lennox, Dionne Warwick, Jimmy Cliff e Celine Dion. Federica Di Bartolo Sfida all’ultima nota per la notte degli Oscar Danny Elfman una sua personale maturità espressiva, utilizzando strumenti e cori in giusta misura e potrebbe convincere i giurati dell’Academy. Aggiunge una nomination al suo curriculum anche James Newton Howard: con quest’ultima ottenuta per Defiance raggiunge quota otto e spera di aggiudicarsi finalmente l’Oscar con una partitura forse non tra le più originali della sua carriera, ma di forte impatto emotivo e con il giusto insieme di classicità e richiami a musiche tradizionali. Vero veterano degli Oscar sfiorati è l’ultimo nominato di quest’anno: Thomas Newman che, con ben 10 candidature, si affida al robot Wall-E per aggiudicarsi l’ambita statuetta con delle composizioni che hanno contribuito in maniera decisiva al grande successo del film, quasi del tutto privo di dialoghi. Se la sfida per la Miglior colonna sonora originale sembra molto aperta, per quanto riguarda l’Oscar come Miglior Canzone Originale ci si ritrova, come già accennato, con gli ottimi brani di The Millionaire e solamente Down to Earth, interpretata da Peter Gabriel sulle musiche di Thomas Newman del film Wall-E, a contrastare i ritmi indiani: una Alexandre Desplat Sfida aperta nella categoria Miglior Colonna Sonora dei premi Oscar 2009: a contendersi la statuetta un gruppo di compositori di grande esperienza e un outsider che potrebbe sconfiggerli tutti. E’, infatti, alla sua prima nomination l’indiano A. R. Rahman, la vera sorpresa di questa edizione: con il suo mix di musica di bollywood e sonorità più internazionali, ha saputo seguire con efficacia lo stile visionario di Danny Boyle e il suo The Millionaire, aggiudicandosi, oltre alla nomination come miglior colonna sonora, anche due candidature nella categoria Miglior canzone originale con Jai Ho e O Saya. Tutt’altro genere di musica per il raffinato compositore francese Alexandre Desplat, alla sua seconda nomination dopo The Queen, che si è occupato dei brani strumentali de Il curioso caso di Benjamin Button, realizzando partiture di rara bellezza artistica, sapendo seguire anche musicalmente l’evolversi della storia. Danny Elfman, nominato per Milk, è alla sua quarta nomination dopo quelle ottenute per Big Fish, Good Will Hunting e Man in Black, e con questo sua ultima prova sembra aver raggiunto 25 ballata ecologista poetica e valorizzata dalla voce del cantante dei Genesis. Del tutto inspiegabile l’esclusione dagli Oscar di Bruce Springsteen che, con The Wrestler, si era giustamente aggiudicato il Golden Globe: il brano, composto per il film di Aronofsky, era uno dei migliori dell’anno per musica e testo, ma non ha convinto i giurati dell’Academy. Beatrice Pagan Opinioni dei lettori Wall-E 9,5 Bolt - Un eroe a quattro zampe 9,5 Voto medio dei lettori: 9 Milk 9 Alcune opinioni arrivate in redazione: The Wrestler 9 Valzer con Bashir 9 The Millionaire 8,5 Il Cavaliere Oscuro 8,5 Frost/Nixon - Il duello 8,5 Changeling 8,5 Iron Man 8,5 Milk Wall-E Voto medio dei lettori: 9,5 Alcune opinioni arrivate in redazione: Assolutamente sublime (voto: 10) Il film mi ha lasciato completamente senza fiato. Non pensavo che in questi tempi ci fosse ancora spazio per realizzare capolavori assoluti come questo. La pellicola è sempre li che mi gira per la testa, mi commuove e mi fa riflettere, non posso farne a meno. E’ sbalorditivo come mi abbia commosso,proprio me,che sono un pezzo di ghiaccio. Questo cartone animato (film) è senza ombra di dubbio il migliore che io abbia mai visto. E’ riuscito a spodestare dal trono il re...Il re leone. Marco, 23 anni, Bologna (BO). e pensare che non è il mio genere.. (voto: 10) A dir poco fantastico questo film che racconta una splendida, drammatica storia che fa tanto riflettere..io do 10, il massimo...e pensare che non è il miogenere di film.. consigliatissimo Claudio, 19 anni, Vibo Valentia (VV). Quante emozioni (voto: 9) Ammetto ke sono andata a vedere questo film senza conoscerne bn la trama o averne visto il trailer, ma ero incuriosita dal titolo e dal quel poco ke avevo sentito in merito, e all’ultimo l’ho visto. Mi è piaciuto molto, un pò crude alcune scene ma coerenti nel descrivere una realtà diversa da quella ke potessi mai immaginare..particolare la trama, bravissimi gli attori..il sentimento d’amore del protagonista che viene descritto è spettacolare..non capisco xò xkè il titolo è stato cambiato in “the millionaire” e non hanno lasciato “slumdog millionaire”, era più adatto al film.. Chiara, 22 anni, Milano (MI). La classifica dei lettori Non vedevo nulla di simile ormai da tempo (voto: 10) Sicuramente il film che più mi ha emozionato in questi ultimi mesi di cinema deludente! L’interpretazione di Sean Penn a mio avviso è da oscar e anche gli attori non protagonisti devo dire fanno la loro grande parte in un film che parla di una lotta che risale agli anni 70’, ma che aihmé ancora oggi si combatte in paesi come il nostro, dove l’omossessualità è ancora considerata qualcosa di sbagliato! il film, nonostante rievochi fatti avvenuti nell’america appunto degli anni 70’, di mentalità sicuramente più bigotta e discriminante nei riguardi nn solo dei gay, ma anche di chi ha la pelle di diverso colore, riesce comunque a rendere un’attualità del tema che onestamente mi ha toccato dal profondo. Guardando il film nn solo mi sn emozionata, ma ho anche riflettuto, uscendo dalla sala, sulla enorme e galoppante ipocrisia, oscurantismo e ignoranza che ancora persiste in un mondo, cm il nostro, che si dice “moderno”, “laico”, “democratico”. Lo farei vedere nelle scuole, perchè è molto istruttivo. devo dare 10 per forza Veronica, 28 anni, Palermo (PA). Il curioso caso di Benjamin Button 8 L’ospite inatteso 8 La banda Baader Meinhof 8 Kung Fu Panda 7,5 Hellboy II: The Golden Army 7,5 La duchessa 7 In Bruges La coscienza dell’assassino 7 Defiance - I giorni del coraggio 7 Wanted - Scegli il tuo destino 6,5 Magnifico. Tropic Thunder 6,5 Non ci sono parole per descrivere la bellezza di questo film, la più grande regia di Van Sant, la più grande interpretazione di Penn, una colonna sonora magnifica e diversi elementi di contorno davvero incredibili rendono questo “milk” non solo degno di ricevere uno o più oscar (A penn ci sta tutto), ma anche uno dei film più toccanti in questi recenti tempi di cinema. Alessandro, 18 anni, Milano (MI). Il dubbio 6 Australia 6 La classe - Entre les murs 6 Vicky Cristina Barcelona 6 Revolutionary Road 5,5 La felicità porta fortuna Happy Go Lucky 5,5 Rachel sta per sposarsi 4 The Reader Frozen River Departures Revanche The Garden Man on Wire n/a n/a n/a n/a n/a n/a (voto:10) Il buio, illuminato dal coraggio (voto: 9) Interpretazione straordinaria di sean penn (somiglianza maniacale con il vero milk). biografia di un attivista gay di cui non se ne conoscevano le gesta. storia di una vita trasgressiva, onesta e coraggiosa. la determinazione e l’orgoglio vinceranno sull’ipocrisia ed il buio della solitudine. certo che è sempre frustrante (nella storia dell’umanità) riscontrare come la “forza del pensiero” e le giuste rivendicazioni si concludano per la maggior parte con la morte di chi se ne fa carico. Filomena, 47 anni, Torino (TO). Recensioni Il caso curioso di Benjamin Button Se io potessi vivere nuovamente la mia vita, nella prossima cercherei di commettere più errori. Non tenterei di essere tanto perfetto, mi rilasserei di più, sarei più stolto di quello che sono stato, in verità prenderei poche cose sul serio. Correrei più rischi,viaggerei di più, scalerei più montagne, contemplerei più tramonti e attraverserei più fiumi. Andrei in posti dove mai sono stato, avrei più problemi reali e meno problemi immaginari. Così inizia “Se io potessi”, una delle più belle poesie di Jorge Luis Borges, ed è questo il concetto al centro di “Il caso curioso di Benjamin Button”, e cioè la vita. Un tema semplice no? Si potrebbe dire che ogni film parli di vita, e di certo non si sbaglierebbe: ogni storia di una persona è si il percorso di uno, ma anche, al contempo l’unione di tanti eventi, emozioni, ragionamenti, di tanti che avranno provato, magari non esattamente uguali, ma simili, le stesse situazioni. Qui però il discorso è alla radice, non si parla di semplici punti in comune, di possibili interpretazioni. La storia di Benjamin Button, inventata (ma non è esattamente uguale al libro) da Francis Scott Fitzgerald in un racconto del 1922, è emblema delle esistenze di tutti perché di queste si preoccupa di prenderne l’aspetto cruciale: l’approccio alla vita. Benjamin Button nasce vecchio e crescendo ringiovanisce. Potrebbe essere un freak, un uomo segnato, per la sua diversità, a rimanere ai margini, a nascondersi dall’occhio altrui, ma al contrario vive tranquillamente il suo essere differente, conscio che niente gli verrà precluso, né l’amore, né l’amicizia, né l’avventura. Non si impegna a superare limiti o a abbattere ostacoli, che siano la diffidenza o le problematiche reali (salvo nel finale, quando si “allontana”) che il suo ringiovanimento porta di volta in volta, perché vive in pace con sé stesso. Non ci sono barriere se non le si vuole vedere. Benjamin Button diventa così forza motrice delle sfide che le persone che incontrerà nel suo percorso avevano preferito abbandonare, una sorta di angelo che non ha bisogno di parole per illuminare gli altri, ma a cui basta esserci per dimostrare da dove nasca la felicità (e in tal senso è perfetta la scelta di Brad Pitt: molto bravo, ma anche dotato della giusta bellezza necessaria per la forza del personaggio). David Fincher, reduce dallo splendido e inquietante Zodiac, segue quasi senza volersi far notare la sceneggiatura magistralmente scritta (un film sulla vita di un uomo che va “al contrario” non poteva che iniziare da “una” fine) da Eric Roth , ma il suo è uno straordinario occhio “invisibile”. La crescita di un amore fatto di affinità elettive, come quello tra Benjamin e Daisy, è costruito con abili giochi di luce, con inquadrature tanto intime, quanto mai invasive o ambigue. L’incedere, ora lento, ora veloce, dello scorrere del tempo che in Zodiac si sintetizzava nella splendida sequenza della costruzione dei grattacieli, qui diventa cuore pulsante di tutta l’opera. Non è solo lo straordinario trucco sul viso di Brad Pitt (per il quale è stato utilizzato un innovativo sistema di motion capture), ma tutto il film trasuda la volontà di ragionare sul rapporto tra cinema e cronologia (si veda ad esempio la ricostruzione dell’incidente di Daisy). La fotografia seppiata che rende polverosi i ricordi non è che una scelta fatta in tal senso: non è il cinema che fu, ma un cinema che ancora è, un cinema fatto di immagini curate, di emozioni suggerite e voglia di scavare dentro ognuno di noi. Andrea D’Addio The millionaire Aiuto del pubblico, 50 e 50, telefonata a casa. Sono gli aiuti a disposizione di chi si siede davanti al presentatore di “Chi vuol essere milionario?” con l’intenzione di arrivare il più in alto possibile, magari diventare proprio milionario. Li conosciamo tutti, inutile dirlo,il già solo citarli ci mette nella condizione di prepararci ad una buona dose di suspanse visto che si scommette non solo sulla risposta giusta, ma anche sulla cultura del partecipante. In questo caso, seduto davanti al Gerry Scotti indiano è il poco più che ventenne Jamal, il protagonista del nuovo film di Danny Boyle. Il regista inglese già autore di Trainspotting e The Beach, fedele al motto “ogni volta che mi cimento con un genere diverso, mi sento come all’esordio e riesco a dare più freschezza al racconto”, stavolta è infatti volato in India (dove non era mai stato) per girare una favola tanto indiana nell’anima, quanto occidentale nell’occhio. I dodici quiz che vengono proposti a Jamal per arrivare alla meta finale sono infatti l’occasione per conoscere la storia di questo ragazzo nato paria, scampato a mille traversie, e ora aspirante paperone. La vita di un ragazzo che ha fatto del ricongiungimento con la sua amata Latika la sua ragione di vita e che è pronto a sacrificare tutto sé stesso in nome dell’amore. Boyle ci racconta tutto questo come un thriller, fa un abile uso del flashback e tiene sulle spine qualsiasi spettatore giocando sulla credibilità del personaggio anziché sulla sua cultura. Dentro c’è uno dei fondamenti della cultura indiana, il karma, il destino inteso come frutto delle azioni (positive) della persona, ma anche i colori e il melodramma indiano, quella Bollywood che stiamo conoscendo sempre più. Ne esce un ibrido culturale affascinante, ritmato, un intrattenimento che ben calibra humour e thrilling lasciando comunque spazio a riflessioni ad ampio raggio sulle condizioni disumane che tanti ragazzini (non solo indiani) si trovano a dover affrontare quando lo stato latita e intorno i grandi non si fanno tanti scrupoli. Chissà che non sia questa la sorpresa ai prossimi Academy awards. Andrea D’Addio però, a livello cinematografico, piuttosto lineare. Oltre al cuore del protagonista, ai suoi sacrifici (personali: l’amore) in nome di un bene comune (la non discriminazione), ad emergere (e forse era un punto su cui indugiare di più) è il suo successo nell’avere creato un vero e proprio movimento di pensatori, giovani che anche dopo la sua morte continuarono a lottare in nome dell’uguaglianza. La bravura di Sean Penn, grandioso nella sua somiglianza con Harvey Milk (presumiamo non solo fisica), si accompagna alle altre dei personaggi di contorno (da James Franco a Emile Hirsch, passando sul sempre più straordinario Josh Brolin), per un film che se fosse stato più corale e un po’ meno agiografico, avrebbe reso ancor più grande la vita di questo eroe contemporaneo. Milk Dopo la trilogia della morte ( Gerry, Elephant e Last Days) e l’acclamato Paranoid park, Gus Van Sant ritorna ad utilizzare un linguaggio più “tradizionale” per raccontare gli ultimi otto anni di vita di Harvey Milk, il primo americano gay dichiarato ad essere eletto per un ruolo pubblico (consigliere comunale di San Francisco nel 1978). Una scelta, quella di seguire passo passo una sceneggiatura ricca di dialoghi e abbastanza serrata se si confronta con i quattro film precedenti, fatta perché ad emergere sia la “storia” anziché l’autore. Van Sant mette Harvey Milk davanti a tutto: che lo si conosca, che si comprenda ancor oggi quanto sia stato importante per la parità di diritti, che il suo nome continui a circolare come esempio di coraggio anche nelle nuove generazioni. La passione con cui il regista si è approcciato al progetto è riscontrabile proprio nella sua volontà di diventare invisibile, di mettere in luce gli aspetti migliori della vita del politico tralasciandone le parti più equivoche (lo stesso Van Sant ha detto, nell’intervista rilasciataci, di aver tagliato su droga ed eccessi), facendo sì che la macchina da presa riprenda l’intimità del suo protagonista trovando il giusto equilibrio tra pudore e onestà. Né enfasi, né ambiguità Di vera maestria registica Van Sant ci mette la capacità di montare materiale di repertorio con scene di finzione con estrema naturalezza, e due scene ricche di pathos: il discorso al pubblico dopo le minacce, e il tragico epilogo. Nella sua eccezionalità, la vita di Milk è Andrea D’Addio Frost vs Nixon Il duello 1977, storia vera: sono passati tre anni da quando Richard Nixon, sull’onda dello scandalo Watergate, ha lasciato la Casa bianca, quando David Frost, un anchorman inglese che non gode di grande credito negli States, offre una grossa somma all’ex presidente per realizzare un ciclo di quattro interviste. Si tratta di un’occasione per entrambi: Nixon vuole essere rivalutato, dimostrare che è stato un grande statista, al di là di quelli che considera piccoli errori; Frost vuole raggiungere il successo in America (dopo esserne rimasto scottato anni prima) e sa che se riuscirà a mettere in difficoltà il suo ospite si guadagnerà l’attenzione del mondo. Logico dire che solo uno dei due potrà uscire vincitore dal confronto, ed infatti la sceneggiatura del sempre acuto londinese Peter Morgan (ama scrivere di storie vere, suoi anche gli script di The queen e L’ultimo re di Scozia) costruisce i loro incontri come un vero e proprio match di boxe. Le strategie, gli allenamenti, le provocazioni, i colpi bassi, il kappaò e l’onore delle armi. Tutto proprio come se si fosse sul ring. Dopotutto, prima di essere film, Frost/Nixon è stata una commedia teatrale (scritta dallo stesso Morgan e interpretata dagli stessi protagonisti): lì la delimitazione dello spazio era non solo appropriata, ma anche necessaria. Ne esce una riflessione politica di ampio respiro, che va anche al di là della semplice introspezione dell’uomo Richard Nixon. L’intelligenza e il savoir faire di questo statista, che ha ispirato, a ragione, una delle più belle battute di Woody Allen (“Nixon era un bravo presidente, però quando usciva dalla Casa Bianca il servizio d’ordine contava l’argenteria” ), al di là delle prove e delle accuse mossegli contro, emergono comunque come doti forse sconosciute alle classi politiche odierne. Morgan soprattutto riesce a dare tridimensionalità ad un Presidente finalmente comprensibile, un uomo alla ricerca della sua dignità, ma non disposto a rinnegare sé stesso, autocompiaciuto della sua personalità, ma comunque pronto ad incassare e ascoltare. Ron Howard, lasciando da parte quel tono epico che spesso lo contraddistingue (quasi che ogni suo film debba essere “il” film), si mette qui al servizio di un copione dai dialoghi intensi e serrati, ben congegnato nei suoi snodi narrativi e soprattutto trainato da un cast eccezionale. Michael Sheen (David Frost), ma soprattutto Frank Langella(Richard Nixon), raggiungono vette interpretative che da sole valgono la visione. Ne esce un film ricco di pathos, una sorta di thriller della parola, un pamphlet sull’ambizione e il potere (politico e mediatico) che seppur non emerga per una particolare ispirazione registica (fluida, ma nulla più. Il vero merito del ritmo è del montaggio) eccelle per tutto il resto. Andrea D’Addio Il Cavaliere Oscuro “Alcuni uomini vogliono solo bruciare il mondo”. In questa frase – declamata dal personaggio di Joker in una delle ultime catastrofiche sequenze finali – è racchiusa tutta la filosofia di questo ennesimo episodio delle gesta di Batman, l’ eroe dei fumetti creato da Bob Kane. La scelta di Christopher Nolan di improntare sulla figura di Joker tutta l’opera appare chiara fin dall’inizio, quando vediamo molti Joker organizzare una rapina tanto complicata quanto sanguinaria. Joker rappresenta il caos, la carta che scompiglia il gioco e contro la quale l’ordine e le regole costituite nulla possono. E’ contro tutto e tutti (anche la criminalità organizzata ha delle regole che il Joker stravolge, emblematica in questo senso la scena in cui brucia montagne di denaro davanti agli occhi inebetiti dei mafiosi avidi ed attaccati alla vil pecunia). Sovvertitore per eccellenza, Joker scardina le prescrizioni ed i precetti per un unico apocalittico scopo: quello di “bruciare il mondo”, per l’appunto. La vita reale, però, come a volte accade, supera l’immaginazione anche del più fertile degli sceneggiatori ed ecco che Heath Ledger, l’ottimo interprete che dà le fattezze a Joker, qualche mese dopo la lavorazione del film, come tutti sanno, ci lascia a soli trent’anni, morendo, solo, nella camera di un’appartamento. Non c’è nulla di più caotico della morte, verrebbe da dire, soprattutto quando si è giovani. Alter ego di Joker è ovviamente l’eroe Batman. Egli rappresenta l’ordine, la lealtà, la giustizia. Tanto prode e tanto disposto al sacrificio da rinunciare anche all’etichetta di “eroe” pur di assicurare alla comunità un simbolo e un ideale al quale ispirarsi. Ed a quel punto Batman diventa il guardiano silenzioso che veglia su tutti noi, il Cavaliere Oscuro che svetta nei cieli di Gothan, sempre più solo e sempre più tenebroso. Christopher Nolan, assieme al fratello Jonathan, scrive un film poderoso dove, come detto, abbondano riflessioni filosofiche sul Kaos e l’Ordine, sul ruolo dell’eroe nella società, sull’innata tendenza dell’uomo verso il bene (o il male, come sostiene Joker). La sceneggiatura però, vuoi anche per l’eccessiva pretenziosità (in fondo sempre di un fumetto parliamo), in alcuni punti mostra cedimenti, evidenziati soprattutto dalla contraddittorietà di alcuni personaggi e dalla sequenza degli eventi la cui consequenzialità non sempre appare chiara. Ed alla fine, vuoi per l’atmosfera sempre cupa e lugubre, vuoi anche per l’eccessiva lunghezza del film, l’opera risulta a tratti pesante e dallo scorrimento poco fluido. E questo nonostante alcune riprese davvero emozionanti (soprattutto quelle aeree sono di ottima fattura) ed una cast di grandissimo richiamo nel quale spiccano due sempreverdi come Michael Cane e Morgan Freeman. In definitiva, “Il Cavaliere Oscuro”, ben si incanala nel solco delle opere che lo hanno preceduto ed il suo finale assicura un futuro al pipistrello che, silenziosamente, veglia su tutti noi, anche nostro malgrado. Daniele Sesti Wall-E “E’ bruttissimo!!!”, questo il commento di mia figlia di 4 anni e mezzo all’uscita della proiezione di “Wall-E”, ultimo capolavoro della Pixar. Perché in realtà, anche questa volta, i maghi della casa della luce da tavolo, hanno creato un’opera d’arte bellissima, complessa e meravigliosa, ma è un film adulto per adulti, difficile da capire per dei bambini così piccoli. Per i primi 20 minuti i personaggi sono muti, l’azione è inesistente e il ritmo lento. Niente colori pop, i marroni e i grigi dominano su una terra desolata e abbandonata, dove si aggira solitario il robottino Wall-E, ultimo della sua specie, che tutte le mattine compatta i rifiuti e porta nel suo rifugio tutti quegli oggetti che attirano la sua attenzione. L’arrivo di un robot iper tecnologico, Eve, cambierà la sua routine, sempre uguale. Fino a quando i due robot si trovano sulla Terra il film procede in modo sorprendente, per le scelte estreme adottate da Andrew Stanton, la malinconia e la solitudine sono i sentimenti che permeano tutta la prima parte, la scelta del sonoro e delle musica è incredibilmente innovativa, l’incontro tra i due robot viene affrontato in modo non banale. Quando però, dopo la scena più straziante del film in cui Wall-E si vede portare via Eve, i due robot si ritrovano sull’astronave diventata rifugio per il genere umano, scappato da una Terra sommersa dai rifiuti e ormai inospitale, le scelte si fanno più convenzionali. Sull’astronave gli esseri umani si sono adagiati sulle macchine e possono vivere solo grazie a loro, sono diventati obesi nulla facenti e nulla pensanti, saranno un manipolo di robot impazziti e l’amore di Wall-E per Eve a salvarli. E’ impossibile non commuoversi davanti a questi robot più umani degli uomini, che provano emozioni, si innamorano, si baciano, si disperano, desiderano, mentre gli essere umani sopravvivono incapaci di camminare, di toccarsi, di guardare oltre uno schermo, soprattutto incapaci di stupirsi, caratteristica principale di Wall-E, che con i suoi grandi occhi scruta il mondo, o meglio ciò che ne rimane, con immensa meraviglia, capace di trovare poetica una lampadina, un accendino, capace di provare emozione per una stretta di mano. Un futuro apocalittico quello prospettato dai disegnatori della Pixar da cui potremmo salvarci solo imparando a emozionarci ancora davanti al fuoco di un accendino o sognando con un vecchio musical. Elisa Giulidori Interviste Quanto pensi che questo film sia vicino alla prossima era Obama? James Franco: E’ un film ambientato negli anni ’70, un periodo in cui gli ideali di pace e uguaglianza erano propri di tanta gente. Milk è quindi un film importante per capire l’oggi, un momento in cui c’è tanta speranza per il futuro, ma anche qualche passo indietro rispetto a trent’anni fa, basti pensare alla pro position n.8 sui matrimoni sui gay Milk: Interviste a James Franco e Gus Van Sant A Roma, per presentare Milk, film biografico sulla vita del politico omosessuale Harvey Milk, primo gay dichiarato ad essere eletto ad una carica istituzionale in America, sono venuti a Roma l’attore James Franco (nel film, è l’amante di Milk) e l’acclamato regista Gus Van Sant. Li incontriamo uno, dopo l’altro, a Roma, presso la bella cornice dello Splendid Hotel. Iniziamo con James Franco. Cosa ti ha convinto ad accettare questo ruolo?James Franco: Nessuno, sono stato io a convincere Gus Van Sant a darmi questo ruolo. Due anni fa stavo a Londra per un corso di letteratura inglese quando ho saputo che Gus stava progettando questo film. Era solo una voce e io non sapevo neanche chi fosse Harvey Milk. Ho fatto così una ricerca su google, ho trovato informazioni, ho visto che c’era stato anche un documentario sulla sua vita che aveva vinto un oscar nell’84, l’ho recuperato e l’ho visto. Sono così venuto a conoscenza della storia di un uomo incredibile, e ho cominciato a tempestare Gus di telefonate perché mi prendesse nel film, e alla fine ha ceduto. Cosa hai trovato di così sorprendente in questa storia?James Franco: In Italia probabilmente è normale non sapere chi sia stato Harvey Milk, ma quello che mi ha sorpreso che io stesso non sapessi chi fosse, nonostante lui abbia fatto la storia a San Francisco, proprio a due passi da dove sono cresciuto, Palo Alto. A scuola nessuno ne ha mai parlato, né penso che lo facciano ora. Spero che il film in questo senso servi a qualcosa. Com’è cambiata l’opinione pubblica sugli omosessuali da allora ad oggi? James Franco: Molto e in meglio. Basti pensare che se si va ora nel quartiere di Castro, dove un tempo viveva la comunità gay di San Francisco e Milk trovò gran parte della sua base elettorale, ora ci si ritrova in una zona come tante, aperta a tutti e non caratterizzata. Questo perché ora i gay possono vivere liberamente ovunque. Stessa cosa per le battute: un tempo era normale prendere in giro gli omosessuali, ora non è più accettabile. Passiamo a Gus Van Sant.. Domanda obbligata visto che in questi giorni stiamo assistendo all’insediamento di Obama alla casa bianca. Come stanno cambiando gli Stati Uniti d’America? Gus Van Sant: Con Obama si riaprono le speranze. Lui in qualche modo somiglia a Milk, perché entrambi parlano non solo alla propria comunità, ma a tutti gli emarginati. La loro base elettorale non è soltanto la minoranza di cui hanno fatto parte per anni, ma tutti quanti. Di differente c’è invece che Obama viene dalla politica mentre Milk veniva dalla strada Non pensa che in molte commedie americane, come Qualcosa è cambiato, o sit com come Will & Grace, portino avanti, nei personaggi di contorno, uno stereotipo altrettanto razzista verso i gay, e cioè quello di persone sempre con la parola giusta, sempre buoni e perfetti, e mai persone che, come tutti, e qui starebbe la vera uguaglianza, possono essere buoni e cattivi, meschini e generosi? Gus Van Sant: Forse è vero, ma ci sono stati così tanti personaggi cattivi gay, che non fa male portare il maggiore numero di esempi positivi possibili. Noi ne abbiamo proposto uno, per tutti quei giovani che ancora hanno paura di dichiararsi. Anche se non lo abbiamo disegnato come un santo, ché certo santo non era. Dalla sua vita abbiamo tagliato molti eccessi, la droga e il sesso più violento che sicuramente avrà provato, così come non abbiamo trattato tutte le sue relazioni, concentrandosi solo sulle due più importanti, ma è stata un esigenza legata al tempo. Avevamo tanto materiale e dovevamo concentrarci solo sull’essenziale. Come ha lavorato al montaggio di materiale di repertorio e scene di fiction? Gus Van Sant: E’ stato un processo lungo, ma non dal punto di vista esecutivo, quanto decisionale. All’inizio volevamo girare tutto in sedici millimetri in modo da poter poi montare il repertorio senza avere problemi di formato, di fotografia e così via. Le prime prove però ci hanno dimostrato che sembrava così di assistere ad un documentario televisivo, qualcosa di diverso da un film vero e proprio. Oltretutto gli Studios ce lo hanno impedito, e così abbiamo cercato il giusto equilibrio visivo tra ciò che avevamo e ciò che dovevamo girare. Il suo stile sembra qui un po’ messo da parte a favore della storia. E’ solo una sensazione? Gus Van Sant: Ho girato già buona parte dell’Europa e degli stati Uniti per promuovere questo film, ma questa è la prima volta che mi viene posta questa domanda che ha una sua veridicità. La sceneggiatura di Milk, quando l’ho letta la prima volta, mi è sembrata così ricca di informazioni e momenti chiave, che ho deciso di approcciarmi a tutto il progetto come se stessi girando il padrino. E’ la sceneggiatura la guida del film, io l’ho seguita. Com’è possibile che in America ci siano così tanti entusiasti dell’elezione di Obama?Sembra che nessuno per anni abbia votato Bush… Gus Van Sant: Bush è stato un insider dell’ambiente economico. Lo ha detto lui stesso alla stampa una volta che, quando era solo il figlio del Presidente, tutti si rivolgevano a lui per favori e raccomandazioni. Allo stesso modo si è posto lui quando è stato eletto Presidente. Ha avuto sempre l’appoggio di una minoranza, ma una minoranza compatta e capace di veicolare molti voti. Obama invece si rivolge, come detto, al popolo. Andrea D’Addio The millionaire Intervista al regista A Roma, alla Casa del cinema, per presentare The millionaire arriva il suo regista, Danny Boyle. Prima ancora di accomodarsi, si rivolge a tutti i giornalisti in sala scusandosi per il suo italiano “che non esiste” e ringraziandoli, in quanto italiani, per avere dato alla sua Inghilterra Fabio Capello, “da quando c’è lui, siamo davvero forti” Quando ha deciso di girare Il Milionario? Prima ancora di leggere il romanzo, ho letto la sceneggiatura. Conoscevo la trasmissione “Come diventare un milionario”. Dopotutto, chi non la conosce?, ma all’inizio il solo pensiero di fare un film su questa trasmissione mi sembrava pessimo. Lo script era di Simon Beaufoy, lo sceneggiatore di Full Monty, un film che ho amato molto e così ho cominciato a leggerlo. Sono stato subito rapito. Girare in India… Non ci ero mai stato prima di iniziare a girare questo film. E’ stata una bellissima esperienza, l’idea che lì i ricchi e i poveri siano in continuo contatto senza divisioni è l’elemento culturale che più mi ha colpito. Sono un insieme più che mai eterogeneo che si muove tutto assieme. Le reazioni del pubblico americano… Sta riscuotendo molto successo. Siamo usciti con poche copie, ma sta andando molto bene. Forse succede perché non è una storia sui soldi, ma sull’amore ed il riscatto, una sorta di Rocky-stoy. Hollywood sta guardando sempre di più a Bollywood. Spielberg è uno di quelli, ma quando stavo girando il film anche Will Smith è venuto due volte per prendere degli accordi con quell’industria. E Los Angelese non è proprio dietro l’angolo… Come ha reagito dopo aver visto quello che sta succedendo a Mombay proprio in questi giorni? Mumbai è una città molto calma, ma come tutta l’India è piena di estremi e possono succedere cose come queste, inaspettate e cruente. Mi ha molto colpito l’attualità di questi giorni. Ci siamo messi subito in contatto con quelli della troupe che fortunatamente stanno tutti bene. E’ strano vedere i posti dove abbiamo girato, come la stazione in cui è svolta l’ultima scena del film, presa sotto assedio dai terroristi. Sono sicuro che però saprà riprendersi, già qualche anno fa ha superato un bruttissimo attentato fatto ai treni. Lei cambia sempre generi di film. Cosa lega la sua filmografia? Credo che i primi film siano sempre quelli più belli. Per me, per esempio, Blood Simple è il più bello dei Coen, così come Sesso, Bugie e Videotape è il più entusiasmante di Soderbergh. Bisognerebbe fare un festival di sole opere prime, perché i giovani cineasti rischiano di più, hanno più inventiva, si rischia spesso un po’ inconsapevolmente perché non si sa bene cosa fare, ma questo aggiunge freschezza al lavoro. Cosi come Sunshine per me era un film nuovo, non avevo mai avuto a che fare con la fantascienza, così lo è anche Il Milionario, visto che ho avuto a che fare con un set completamente indiano, cosa che nella gestione del film, ha avuto un peso fortissimo. Spero così di dare sempre quella freschezza necessaria ad ogni film. Sia qui che in Millions si parla di due fratelli e di mezzo ci sono un sacco di soldi. E’ solo coincidenza? “Io ho una sorella gemella. Forse è per questo che capito sempre in progetti del genere. Comunque Godard diceva che per fare un film basta una donna ed una pistola. Siccome a me le pistole non piacciono preferisco avere una donna ed un sacco di soldi Il casting… All’inizio abbiamo avuto un po’ di problemi nel trovare i bambini adatti. Ci serviva che parlassero inglese. Poi abbiamo deciso di cambiare la lingua della prima parte, e girarla nel più verosimile hindi. Così abbiamo potuto trovare gli attori giusti. Sono attori nati, perché hanno visto decine di dvd pirata, conoscono balli, canti, tutte le star del cinema di Bollywood. Sono stati fantastici. L’unico problema è stato quando abbiamo dovuto dire alla produzione che avevamo cambiato la lingua di parte del film. Dovevate vedere quanto erano felici… La co-regista indicata nei titoli di coda… E’ la direttrice del casting. Mi ha aiutato talmente tanto sul set che, siccome vuole fare in futuro la regista, mi sembrava un giusto riconoscimento Andrea D’Addio Home video in uscita febbraio e marzo dal 18/03 La banda baader meinhof (DVD) – Noleggio La duchessa (DVD) – Noleggio dal 25/03 dal 10/02 Tropic Thunder Rachel sta per sposarsi (DVD) – Noleggio (DVD e BLU-RAY DISC) Noleggio dal 11/02 Wall-E (DVD) - Vendita (2 DVD) - Vendita (BLU-RAY DISC) - Vendita dal 24/02 La classe - Entre les murs (DVD) – Noleggio L’ospite inatteso (DVD) – Noleggio dal 10/03 La felicita’ porta fortuna Happy Go Lucky (DVD) – Noleggio dal 04/03 Changeling (DVD) - Vendita dal 17/03 Tropic thunder (DVD e BLU-RAY DISC) Vendita INFO & COPYRIGHT Direttore Editoriale: Riccardo Steri Direttore Responsabile: Monica Cabras Hanno collaborato: Erika Melis, Alessandro Mura, Diego Altobelli, Francesco Lomuscio, Federica Di Bartolo, Beatrice Pagan, Andrea D’Addio, Daniele Sesti, Federico Raponi, Elisa Giulidori Photo Copyright: Kika Press & Media. 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