Azienda Vinicola Benedetti Adriano La Villa di Benedetti Matteo e

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Azienda Vinicola Benedetti Adriano La Villa di Benedetti Matteo e
Azienda Vinicola Benedetti Adriano La Villa di Benedetti Matteo e Simone
Negrar di Valpolicella
“Valpolicella la terra profumata”
La prima volta che ho conosciuto l'Amarone o meglio il Recioto Amarone è stato nel 1988 quando
ero militare presso la Caserma Leone Bosin della Brigata Alpina Orobica del V Corpo d’Armata a
Merano.
Volendo condividere un salame nostrano con alcuni commilitoni, scesi alla bouvet ufficiali per
prendere una bottiglia di Vino.
Li fui attratto da una bottiglia bordolese scura con un collarino che recitava ad una fantomatica
vinificazione della selezione delle sole recie dell'uva (la parte alta del grappolo più ricca di sostanza
secca e zuccherina) opportunamente poste in appassimento secondo un procedimento antico che si
tramandava da secoli. Non ricordo il nome dell'azienda, ricordo che era un Recioto Amarone
poderoso intenso ed inebriante, profumi ed aromi complessi, struttura esemplare, il fruttato cedeva
il passo alle spezie, al caffe tostato, al tabacco e per finire richiamava intensamente l’uva passita,
era delizioso quasi divino.
Mi colse all'improvviso facendomi perdere la ragione, non ero abituato a vini di quel grado alcolico
e di quella poderosità: ricordo che con la mia Autobianchi A112 Abarth sfrecciai sù una strada nel
centro di Merano lungo il Fiume Passirio, mentre automobilisti che venivano dal fronte opposto mi
facevano i fari, Piero il commilitone Bresciano che aveva condiviso la serata, mi avverti al termine
della via che stavamo viaggiando in senso contrario .…
L'Amarone non è un vino come gli altri, ha un'anima che riecheggia in tempi antichi con nomi
differenti Retico….. Acinatico……., è indomabile ed indomito è abituato a domare gli uomini a
sottometterli alla sua forza generosa, bisogna portargli rispetto e non sottovalutarlo mai.
La sua forza non è data solo dall'elevato grado alcolico ma dal complesso delle componenti che
contiene che gli conferiscono un carattere straordinario, mai uguale di annata in annata mai uguale
tra le diverse cantine e territori.
Per fare un grande Amarone serve una grande esperienza e passione e chi si improvvisa rischia di
ottenere un vino privato della sua personalità che nasce dal forte radicamento dei viticoltori della
Valpolicella con la propria storia e territorio, l’Amarone è un vino che ha un’anima pulsante e viva
che muta nel corso del tempo rimanendo sempre fedele alla sua storia.
Quando si beve in cantina un Amarone, si è completamente immersi ed inebriati non solo dalla
forza energetica presente nella cantina, ma anche dalla sua essenza, se si esagera non si ha scampo,
si perde completamente il senno, l'Amarone non permette errori ...a meno che un uomo
intenzionalmente decida di perdersi nell'oblio.
Finito il militare predisposi i preparativi per la mia prima missione enoica in quei di Valpolicella,
selezionando l’’Azienda da visitare su una delle prime guide Vinicole pubblicate in Italia. Ritenni
che l’Azienda Le Ragose in cima ai monti della Valpolicella su per strade bianche poteva essere una
scelta interessante.
Chi la vita l'ha vissuta, subita, si è sporcato del suo odore a volte profumato ma il più delle volte
putrido, s'ha che è un percorso tortuoso e misterioso pieno di imprevisti e sorprese; quel giorno io
ed i miei tre compagni Fabio,Giuseppe e Luigi, su un fuoristrada inconsapevolmente diventammo
futuri inconsapevoli fondatori della Confraternita dell’Amarone, non giungemmo mai in
quell'azienda e per dirla tutta non assaggiammo mai quel Amarone, non riuscendo a trovarla.
All’epoca non c’erano i navigatori o google maps, grazie all'aiuto di preziose informazioni di
contadini immersi nel sole pomeridiano intenti a tagliare il fieno, ripiegammo su una cantina
sconosciuta alla guide del vino. Una sorridente signora dall'aspetto elegante e gentile ci accolse, e ci
fece conoscere i suoi due figli gemelli Matteo e Simone, da lì inizio un'amicizia fatta di intesa e di
solenni sbornie inneggianti all'Amarone, il nostro io esistenziale si legò intimamente ai sapori e
profumi presenti all'interno di quella umile cantina della famiglia Benedetti.
Ricordo il padre Adriano, uomo di poche parole colme di saggezza e significato, sempre calmo e
tranquillo, mai una parola fuori posto mai un gesto di stizza, veramente una persona speciale, i due
figli Matteo e Simone anche loro gentili ed ospitali all'inizio facevamo fatica a riconoscerli.
La cantina era semplice ma funzionale, le vecchie botti di legno ed i serbatoi in vetroresina ed
acciaio, le molte damigiane distribuite a terra e i pochi essenziali e semplici macchinari.
Il vino come era ? Dipendeva dall'annata, dallo stato delle botti, e dal caso affidato alla poca
tecnologia.
Si bevevano alcuni grandi Amaroni eccellenti e poi alcune volte discreti con difetti ereditati da botti
troppo vecchie per essere usate, il recioto era squisito ad aprile appena completata la fermentazione
era dolce e rispecchiava tutti gli aromi complessi e ben definiti del terroir, era percebile la ciliegia
marasca ma anche di annata in annata diversi altri aromi che richiamavano la prugna disidratata, la
mela granny smith, la banana ed i frutti tropicali rendendolo un grande passito da abbinare con la
pasticceria secca ma anche un grande vino da conversazione.
Non subendo filtrazioni spinte poteva capitare che nel periodo estivo andasse in rifermentazione
diventando quel recioto scappato che in passata qualcuno sostiene sia stato alla base dell’Amarone.
Il valpolicella classico umile e schietto, vinoso che non lasciava spazio all'immaginazione, il
superiore nelle annate migliori era eccellente, con un sapore fruttato rotondo elegante, il ripasso
vino difficile, ottenuto dalla riferimentazione del vino valpolicella sulle vinacce di Amarone, in
quella situazione era un azzardo della cantina.
Fui subito affascinato da quel vino prodotto nel cuore della Valpolicella classica con uve autoctone
ed antiche, la corvina, il corvinone, la rondinella , molinara ed altre; un vino unico esclusivo, uno
dei pochi vino rossi robusti secchi adatto a lungo invecchiamento, sicuramente l’unico vino Italiano
ottenuto attraverso l'appassimento delle uve e prodotto in quantità significative.
In quella cantina abbiamo passato dei momenti di allegria ed ubriachezza a volte anche estrema,
abbiamo gioito in compagnia ed abbiamo imparato a conoscere l'evoluzione della cantina dal 1989
ad oggi, provando l'ebbrezza di comprendere la creazione di un'opera d'arte frutto dell'intensa
unione fra l'uomo e la natura. Ogni annata ci stupiva per le sue evoluzioni ed alchimie, i fratelli
Benedetti Matteo e Simone ci chiedevano consigli ed opinioni che gli servivano per migliorare ed
evolversi verso la produzione di vini di eccellenza, sempre prodotti con molta impegno e passione,
univoca da parte degli ospiti della Cantina è stata l’idea che i due fratelli e la famiglia Benedetti
rappresentassero il concetto più bello dell’ospitalità e nel contempo del legame forte e quasi
totalitario tra cantina e produttore.
Arrivando ai giorni nostri la cantina si è profondamente rinnovata ed innovata, botti in legno grandi,
tonneau e poche barriques poi per la vinificazione, per i vini dolci e per i vini quotidiani tutto
acciaio, tecniche sostenibili sia in vigna che cantina ma al passo con i tempi per una produzione di
elevata qualità.
La selezione vigneto la Permuta, da un attenta e sapiente vinificazione, un eccellente interpretazione
dell'Amarone 2008, profumi e struttura complessa, ciliegia marasca, prugna disidratata, spezie,
note balsamiche, morbido, caldo ,armonico e persistente; una gradazione di oltre 17°, un Amarone
a mio avviso ottimo, un vino poliedrico che si può bere subito o tra ventanni.
L'Amarone 2010 eccellente, un’annata elegante, sentori di spezie,cioccolata,ciliegia
marasca,liquirizia, da prendere anche perchè è il primo Amarone docg della Valpolicella.
Recioto 2011 vigneto la permuta, nell'antichità denominato acinatico e retico, vino apprezzato da
studiosi ed imperatori, rosso ottenuto dalle stesse uve e dallo stesso procedimento di appassimento,
cambia la vinificazione. Profumi freschi ed intesamente fruttati, gli zuccheri ben equilibrati mai
stucchevoli o eccessivi, elegante fresco con sentori di frutti a bacca rossa, mela granny smith,
melissa, un eccellente recioto che supera i prodotti di molte aziende altisonanti e si caratterizza per
la tipicità, niente legno perchè non ne ha bisogno, è già un vino di personalità e sostanza; consiglio
a tutti di dimenticarne alcune bottiglie (se si riesce) per un decennio e sentirete l'evoluzione del
Retico.
Non voglio svelare tutto, vi invito a visitare la cantina che si trova proveniendo da Verona poco
dopo il centro abitato di Negrar di Valpolicella, chiamate Matteo o Simone per prenotare la visita…
e mi raccomando ditegli mi manda Picone…… anzi Paolo.
Il CapoVino
Paolo Chinnici