Dibattito sulla mafia,IPERTROFIA PROSTATICA

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Dibattito sulla mafia,IPERTROFIA PROSTATICA
Dibattito sulla mafia
Dibattito sulla mafia
Mafia: Un problema europeo
Fonte:http://www.arcoiris.tv/
Petra Reski, autrice del libro SANTA MAFIA
DA PALERMO A DUISBURG:
SANGUE, AFFARI, POLITICA E DEVOZIONE
Dott. Vito Zincani, procuratore capo di Modena
Enza Rando, Rappresentante della Presidenza Nazionale di Libera
“La mafia non è un problema esclusivamente italiano. Il mio intento era rendere
chiaro che la mafia non è un affare di coppole e di realtà arretrate del sud Italia,
ma un problema europeo”. –
Petra Reski
Visita il sito: www.nuovimondi.info
[flv:/wp-content/themes/mimbo2.2/video/Mafia.flv 450 435]
NOSTRO COMMENTO:
interessante!
Un
dibattito
sulla
mafia
è
sempre
IPERTROFIA PROSTATICA BENIGNA
IPERPLASIA PROSTATICA BENIGNA
• Un problema vecchio quanto l’uomo, l’ingrossamento della
prostata – ipertrofia prostatica benigna ( IPB ) – è una
malattia che riguarda circa il 75 – 80 % degli uomini italiani
over 50, con una percentuale che cresce con l’aumentare
dell’età. L’IPB è seconda per diagnosi effettuate ogni anno
negli uomini del nostro Paese superata solo dall’ipertensione
arteriosa. “Le ultime stime”, dice il professor Lucio Miano,
Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica Seconda
Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La Sapienza, Roma,
“indicano un notevole incremento della patologia con
l’aumentare dell’invecchiamento nella popolazione: dal 1998 al
2005 gli italiani di età superiore ai 75 anni sono passati da
10 milioni a circa 14 milioni ed entro il 2007 si prevede che
l’IPB colpirà oltre 26 milioni di Europei con più di 50 anni”.
Un problema socio-sanitario di vastissime dimensioni che oltre
agli elevati costi, sostenuti dal SSN (oltre 40 mila
interventi chirurgici l’anno) incide pesantemente sulla
qualità di vita di chi ne è affetto “. “I sintomi associati” ,
aggiunge il professor Aldo Bono, presidente della Società
Italiana di Urologia e Primario Urologia, Ospedale di Varese
“comprendono disturbi alle vie urinarie (dalla difficoltà a
urinare, urgenza e frequenza anche notturna e nei casi più
seri alla completa ritenzione), disfunzioni sessuali con
impotenza e problemi di eiaculazione”.
• Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile, è
giunta recentemente in Italia un’innovativa tecnica laser made
in USA che, spiega il professor Andrea Tubaro, Professore
Associato di Urologia Università La Sapienza Roma , “trasforma
il tessuto malato in tante bollicine di vapore e risolve in un
giorno l’ipertrofia prostatica benigna salvaguardando,
rispetto gli interventi tradizionali, la potenza sessuale e la
continenza urinaria. La PVP (photoselective vaporizazion of
the prostate) vaporizzazione fotoselettiva della prostata,
messa a punto dal professor Reza S. Malek della prestigiosa
Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota e approvata dall’ FDA,
sfrutta l’azione di un potente laser – KTP – in grado di
vaporizzare strati di tessuto prostatico di un millimetro di
spessore, eliminando così l’ eccesso della ghiandola
sviluppato intorno all’uretra (il condotto circondato nel suo
tratto iniziale dalla prostata , che convoglia l’urina dalla
vescica all’esterno compresso e il cui calibro è ridotto)”.
• La nuova tecnica laser PVP, impiegata con successo su più di
100mila pazienti nel mondo, di cui 1.000 in Italia nel 2005, è
già disponibile in 14 centri ospedalieri italiani a totale
carico del SSN .”Si effettua”, spiega il dottor Giancarlo
Comeri, Primario Unità Operativa Urologia e Andrologia
Multimedica Holding, Castellanza – Varese, “per via
endoscopica in day hospital con anestesia spinale a volte
associata a una leggera sedazione): la fibra laser, introdotta
dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio,
vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione
l’area interessata senza alcun sanguinamento. La maggior parte
dei pazienti torna a casa dopo alcune ore e riprende le
normali attività nel giro di pochi giorni.
• “Rispetto alla TURP (Trans Urethral Resection of Prostate)”,
resezione endoscopica transuretrale della prostata”, precisa
Tubaro, “l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50
anni, recenti studi, effettuati dal professor RS Malek presso
la Mayo Clinic di Rochester per 5 anni su 94 pazienti trattati
con laser KTP , e un altro studio europeo svolto
dall’università di Basilea dimostrano che la nuova tecnica
consente di ottenere gli stessi risultati della resezione
transuretrale ma con modestissimi rischi e complicanze intra e
post operatorie , immediata e duratura risoluzioni dei sintomi
e breve ricorso al catetere – solo qualche ora – che si
applica sempre dopo il gli interventi chirurgici alle vie
urinarie per facilitare lo svuotamento della vescica”.
• “Nella TURP”, ricorda Miano, ” la prostata malata viene
asportata con un bisturi elettrico, frammento dopo frammento,
attraverso uno speciale strumento endoscopico – resettore –
inserito nell’ uretra. Sono presenti però disturbi post
operatori come problemi erettivi nel 2-30% dei casi,
eiaculazione retrograda (emissione di sperma “al contrario”, e
cioè verso la vescica anziché all’esterno) nel 70-80%,
infezione urinaria, nel 5-10%, significativo sanguinamento nel
13%, trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1-5%.
• Con il laser KTP si sono riscontrate complicanze solo nel
12% dei pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di
durata limitata nel 6% , ematuria tardiva nel 3%, stenosi del
collo vescicale nel 2% , eiaculazione retrograda solo nel 26%
dei casi”. “Nessun paziente, sessualmente attivo, prima del
trattamento”, evidenzia il dottor Comeri, “ha sviluppato
impotenza, spesso riscontrata a seguito dei tradizionali
interventi endoscopici e chirurgici perché la vaporizzazione
millimetrica e selettiva dei tessuti non crea danni ai nervi
deputati all’erezione che decorrono proprio a ridosso della
prostata. Inoltre non è stato riscontrato alcun caso di
incontinenza urinaria e soprattutto non si sono verificate
recidive con la necessità di un secondo intervento a conferma
che il laser KTP offre una reale e definitiva soluzione per
l’IPB”. “Il ricorso al laser “, prosegue il professor Tubaro”,
è già un’arma ben consolidata nella chirurgia della prostata
ingrossata ma è anche un campo in perenne evoluzione,
destinato a continue migliorie tecniche . Infatti quest’ultima
tecnica usa un laser ad alta potenza, che semplifica
l’intervento perché vaporizzando la prostata malata millimetro
dopo millimetro non si deve ricorrere – come invece avviene
con il laser ad olmio- alla frantumazione delle aree trattate
per poterle estrarle dal canale uretrale.
• “La PVP laser KTP”, sottolinea infine Tubaro, “per i suoi
rischi ridotti è particolarmente indicata per pazienti
cardiopatici in terapia con anticoagulanti orali che non sono
più costretti a sospendere la terapia come si impone sempre
per un intervento chirurgico, per quelli affetti da disordini
emocoagulativi e per coloro con un elevato rischio
anestesiologico”.
• “Benché il costo della tecnica laser attualmente in uso In
Italia in alcuni centri d’eccellenza, sia elevato”, dice il
professor Miano, “abbatte, con la possibilità di effettuare il
trattamento in day-surgery e cioè in un giorno, il costo della
degenza media rispetto ai 3-5 giorni richiesti dagli
interventi tradizionali – riduce le liste di attesa e i tempi
di convalescenza , aspetti positivi da valutare in una analisi
costo-beneficio per un suo impiego routinario”.
• L’ingrossamento della prostata – ipertrofia prostatica
benigna (IPB) – è un problema vecchio quanto l’uomo. “E’
infatti una malattia molto diffusa”, dice il professor Lucio
Miano, Professore Ordinario e Direttore Clinica Urologica
Seconda Facoltà di Medicina e Chirurgia Università La
Sapienza, Roma, “che riguarda circa il 75-80% degli uomini
italiani over 50, con una percentuale che cresce con
l’aumentare dell’età. L’IPB è seconda per diagnosi effettuate
ogni anno negli uomini italiani, superata solo
dall’ipertensione arteriosa. Le ultime stime indicano un
notevole incremento della patologia con l’aumentare
dell’invecchiamento nella popolazione: dal 1998 al 2005 gli
Italiani di età superiore ai 75 anni sono passati da 10
milioni a circa 14 milioni ed entro il 2007 si prevede che
l’IPB colpirà oltre 26 milioni di Europei con più di 50 anni.
Un problema socio-sanitario di vastissime dimensioni che oltre
agli elevati costi, sostenuti dal SSN ( 40 mila interventi
chirurgici l’anno) incide pesantemente sulla qualità di vita
di chi ne è affetto. I sintomi associati comprendono disturbi
alle vie urinarie disfunzioni sessuali con impotenza e
problemi di eiaculazione “.
• “L’IPB”, precisa il professor Aldo Bono, presidente della
Società Italiana di Urologia e Primario di Urologia, Ospedale
di Varese, ” è una patologia che colpisce la prostata, che ha
la funzione di produrre un componente del liquido seminale.
Non si sa quali siano le cause esatte di questa malattia
correlata all’età anche se è certa l’influenza delle
variazioni dell’assetto ormonale – in particolare degli
estrogeni – legate all’andropausa. L’ingrossamento della
prostata provoca una compressione dell’uretra, il cui calibro
si riduce, provocando difficoltà a urinare, si ha la
sensazione che non tutta l’urina sia stata espulsa e si può
anche arrivare a un blocco completo della funzione, con
l’obbligo di utilizzare un catetere per svuotare la vescica”.
• Per affrontare e risolvere questa emergenza al maschile è
giunta recentemente in Italia dopo oltre 10 anni di ricerche e
5 di impiego clinico un’innovativa tecnica laser made in USA ,
che trasforma il tessuto malato in tante bollicine di vapore e
risolve in un giorno l’ipertrofia prostatica benigna
salvaguardando, rispetto agli interventi tradizionali, la
potenza
sessuale
e
la
continenza
urinaria
“La
PVP(photoselective vaporizazion of the prostate) –
vaporizzazione fotoselettiva della prostata, questo il nome
della nuova metodica,” spiega il professor Andrea Tubaro,
Professore Associato di Urologia Università La Sapienza, Roma
, “messa a punto dal professor Reza S. Malek della prestigiosa
Mayo Clinic di Rochester nel Minnesota e approvata dall’ FDA,
sfrutta l’azione di un potente laser – green light KTP – in
grado di vaporizzare strati di tessuto prostatico di un
millimetro di spessore, eliminando così l’ eccesso della
ghiandola sviluppato intorno all’uretra (il condotto
circondato nel suo tratto iniziale dalla prostata , che
convoglia l’urina dalla vescica all’esterno compresso e il cui
calibro è ridotto) La nuova tecnica laser PVP, impiegata con
successo su più di 100 mila pazienti nel mondo, di cui 1.000
in Italia nel 2005, è già disponibile in 14 centri ospedalieri
italiani a totale carico del SSN. Si effettua per via
endoscopica in day hospital con anestesia spinale a volte
associata a una leggera sedazione): la fibra laser, introdotta
dal pene nell’uretra attraverso un sottile cistoscopio,
vaporizza millimetro per millimetro con estrema precisione
l’area interessata senza alcun sanguinamento. Grazie ad fibra
un’ottica, il chirurgo è in grado di osservare l’interno
dell’uretra e di guidare l’intervento senza margine di errore.
La durata dell’intervento dipende dalle dimensioni del tessuto
da vaporizzare un grammo di tessuto richiede un minuto per cui
prostate di 20 grammi vengono rimosse nel giro di una ventina
di minuti .La maggior parte dei pazienti torna a casa dopo
alcune ore e riprende le normali attività nel giro di pochi
giorni”.
• “Rispetto alla TURP (Trans Urethral Resection of Prostate)
resezione endoscopica transuretrale della prostata ,
l’intervento chirurgico più impiegato negli ultimi 50 anni,”
• precisa il dottor Giancarlo Comeri Primario Unità Operativa
Urologia e Andrologia Multimedica Holding, Castellanza-Varese,
recenti studi sulla PVP effettuati da RS Malek presso la Mayo
Clinic di Rochester per 5 anni su 94 pazienti trattati con
Green Light PVP, e uno studio comparativo tra PVP versus TURP
svolto a Basilea nel 2005 e altri ancora in corso dimostrano
l’efficacia della metodica che consente di ottenere gli stessi
risultati clinici della resezione transuretrale della prostata
ma con minori rischi e complicanze intra e post operatorie con
tempi operatori sovrapponibili”. “Nella TURP” aggiunge Miano
“la prostata malata viene asportata con un bisturi elettrico,
frammento dopo frammento, attraverso uno speciale strumento
endoscopico – un resettore (di dimensioni maggiori rispetto al
cistoscopio ) – inserito nell’ uretra. Sono presenti però
disturbi post operatori come problemi erettivi nel 2-30%, dei
casi , eiaculazione retrograda (emissione di sperma “al
contrario”, verso la vescica anziché all’esterno) nel 70-80%,
infezione urinaria nel 5-10%, significativo sanguinamento nel
13%, trasfusione nel 2-5%, incontinenza urinaria 1- 5% .Con il
laser PVP si sono riscontrate complicanze solo nel 12% dei
pazienti: disturbi minzionali di tipo irritativo di durata
limitata nel 6%, dei casi, ematuria tardiva nel 3%, stenosi
del collo vescicale nel 2%. Solo nel 26% dei casi è stata
riferita eiaculazione retrograda. “Nessun paziente,
sessualmente attivo, prima del trattamento”, evidenzia Comeri
ha sviluppato impotenza ,spesso riscontrata a seguito dei
tradizionali interventi endoscopici e chirurgici. A differenza
di tutte le altre terapie che funzionano riscaldando i tessuti
e non vaporizzandoli , non vi è infatti il rischio di arrecare
danni ai nervi che presiedono alla funzione dell’erezione e
che decorrono a ridosso della prostata, Nessun paziente ha
dovuto sottoporsi ad un secondo intervento, a conferma che il
laser KTP offre una reale e definitiva soluzione per l’IPB”.
• “La nuova tecnica “, osserva Tubaro ,”consente inoltre di
poter effettuare l’intervento senza complicanze nei
cardiopatici in terapia con anticoagulanti orali che non sono
più costretti a sospendere la terapia come si impone sempre
per un intervento chirurgico, su pazienti con disordini
emocoagulativi e su coloro con un elevato rischio
anestesiologico studio (Reich O et al -2005).
• “Nella mia esperienza”, conclude Comeri i vantaggi della PVP
possono essere cos’ riassunti : estrema soddisfazione del
paziente con l’ 83% di miglioramento del punteggio
sintomatologico, ripresa immediata della minzione,
miglioramento delle disfunzioni sessuali quando l’unica causa
erano gli stessi disturbi minzionali legati all’IPB
sintomatologia irritativa post operatoria breve e di modesta
entità, E ancora: tempo di cateterismo post operatorio più
breve degli interventi tradizionali, talora ridotto a poche
ore, dimissioni possibili lo stesso giorno dell’intervento e
ritorno alle normali occupazioni entro pochi giorni. A 3 anni
dall’intervento il 95% dei pazienti continua a dichiararsi
molto soddisfatto. Anche in pazienti con ritenzione cronica
completa di urina di qualsiasi età, anche avanzata, il laser
consente la ripresa della minzione spontanea già nel giro di
24 – 48 ore nell’85% dei casi”.
• La PVP con Laser KTP e le altre tecniche laser
• “Il ricorso al laser”, spiega il professor Miano
“utilizzando fonti diverse, con diverse lunghezze d’onda e con
diverse modalità di interazione con i tessuti, è già un’arma
ben consolidata nella chirurgia della prostata ingrossata ma è
anche un campo in perenne evoluzione, destinato a continue
migliorie tecniche . Infatti la nuova tecnica PVP usa un laser
– KTP – laser Potassium Tytanyl Phosphato ad alta energia
(80W) con una lunghezza d’onda di 532 nm, che viene assorbita
soprattutto da tessuti molto vascolarizzati e quindi ricchi di
ossi-emoglobina come la prostata. Gli unici tipi di laser che
fino a qualche tempo fa si sono dimostrati efficaci sono
quello a Olmio e lo Yag-q, che consentono l’ escissione per
via endoscopica dell’adenoma prostatico. Entrambi però hanno
avuto solo modesta diffusione per la maggiore durata
dell’intervento rispetto ad altre tecniche come la TURP , per
i lunghi tempi di apprendimento della metodica necessari ai
chirurghi, la non sempre perfetta capacità emostatica e
soprattutto la difficoltà di estrarre attraverso il canale
uretrale i grossi frammenti staccati dalla prostata e refluiti
in vescica, che vanno sminuzzati con strumenti, che mettono a
rischio l’integrità della parete vescicale e relative
complicanze importanti. Questa manovra non si effettua invece
con la PVP, poiché vaporizza la prostata malata strato dopo
strato”.
• Negli USA il laser KTP ha avuto una larghissima e rapida
diffusione tanto che negli ultimi 2 anni sono stati realizzati
oltre 70.mila interventi con questa metodica. In Italia i
centri che utilizzano questo laser sono al momento 14 con una
casistica che nel solo anno 2005 è stata di oltre 1.000 casi
Ancora:
L’ipertrofia prostatica benigna curata in un giorno al Policlinico di Bari
Fonte:sudnews.it
Tipico di un reparto universitario è anche il coinvolgimento attivo nello sviluppo
scientifico di questa tecnologia che ha buone possibilità di applicazione anche nel
campo dei tumori della vescica.
Al Policlinico di Bari disponibile la vaporizzazione laser della prostata Il
progresso tecnologico consente di trattare l’ipertrofia prostatica benigna (IPB)
mediante tecniche mininvasive, mentre, fino a qualche tempo fa i trattamenti
chirurgici, pur efficaci, procuravano al paziente sanguinamenti tali da necessitare
di trasfusione, con rischi associati di incontinenza e disfunzione erettile.
L’impiego del laser consente di annullare il rischio di sanguinamento riducendo le
complicanze della chirurgia. L’impiego del laser nel trattamento dell’IPB non è un’
idea nuova ma il frutto di una sperimentazione quasi trentennale.
Tuttavia, solo recentemente, il miglioramento tecnologico ha consentito di mettere a
punto un laser in grado di raggiungere gli stessi risultati funzionali della
chirurgia endoscopica tradizionale e di abbattere i rischi per il paziente, tanto da
poter essere dimesso libero dal catetere il giorno dopo l’intervento. Si tratta di
un laser a luce verde che può erogare ben 120W di potenza e vaporizza il tessuto
prostatico, capace di trattare prostate fino a 60ml, con risultati funzionali del
tutto paragonabili alla resezione transuretrale della prostata (TURP). Ma la TURP,
sicuramente un valido trattamento chirurgico, è gravato da una degenza che può
variare da 2 a 5 giorni dopo l’intervento, si associa a sanguinamenti cospicui che
nel 5% dei casi necessitano di trasfusioni e non può essere praticata in pazienti
che hanno disturbi della coagulazione.
La vaporizzazione della prostata invece è fotoselettiva” (PVP), perchè il raggio
laser viene assorbito dall’emoglobina del sangue provocando un immediato
riscaldamento dei tessuti, che letteralmente si trasformano in vapore, e,
ovviamente, dei vasi con annullamento del sanguinamento. Da marzo del 2009 questa
nuova apparecchiatura è disponibile anche presso la Urologia Universitaria del
Policlinico di Bari diretta dal Prof. Arcangelo Pagliarulo che, coadiuvato dal dr.
Gaetano de Rienzo, ha messo a punto la metodica facendola entrare nella routine
dell’attività chirurgica svolta nell’Unità Operativa da lui diretta. Tipico di un
reparto universitario è anche il coinvolgimento attivo nello sviluppo scientifico di
questa tecnologia che ha buone possibilità di applicazione anche nel campo dei
tumori della vescica.
12/01/2010
Ed ora alcune novità e curiosità
Fonte:dal Giornale: http://www.menshealth.it si riporta:
NUOVO TEST SALVA-PROSTATA
Un semplice esame delle urine (PCA-3) fa avere ancora più informazioni sulla tua
ghiandola. Per cure ancora più mirate
La novità
PCA-3 (Prostate Cancer Antigen 3): è questo il nome del test ora disponibile anche
in Italia, che aiuta l’urologo a distinguere il tumore prostatico da patologie
benigne quali l’ipertrofia prostatica (ingrossamento della ghiandola) o le
prostatiti (infiammazioni della prostata). “Il PCA-3 è una proteina che può essere
misurata tramite un semplice esame delle urine: quando i suoi livelli sono
eccessivi, nel 95% dei casi ci si trova di fronte a un cancro alla prostata”, spiega
il professor Vincenzo Mirone, presidente della Società italiana di Urologia.
“L’esame viene eseguito su urine raccolte in seguito a esplorazione rettale e
fornisce informazioni aggiuntive che il PSA, il marcatore più noto per questo tipo
di diagnosi, non può dare. Ad esempio, al di sopra di certi valori può segnalare il
rischio di una forma localmente avanzata del tumore con superamento della capsula
prostatica: in alcuni casi, è utile quindi anche per prevedere l’aggressività del
tumore, la cui presenza va poi comunque sempre confermata con una biopsia, cioè con
il prelievo di tessuto dalla ghiandola”.
La prevenzione
Gli specialisti lo ripetono fino allo sfinimento: nella lotta ai tumori la
prevenzione e le diagnosi tempestive possono davvero salvare la vita. “Nel caso del
cancro alla prostata è fondamentale una visita urologica annuale e, dopo i 45 anni,
un prelievo di sangue ogni 12 mesi circa per tenere sotto controllo i valori del
PSA”, raccomanda sempre il professor Mirone. “Sarà poi lo specialista, caso per
caso, a valutare l’opportunità di eseguire anche il nuovo test”.
I segnali d’allarme
Per favorire la diagnosi precoce, cioè individuare un tumore o qualsiasi altro
problema alla prostata quando è ancora al suo stadio iniziale e quindi curabile con
maggiori probabilità di successo, è poi importante non sottovalutare determinati
segnali d’allarme. In particolare, è opportuno sottoporti a una visita urologica se…
01. Ti alzi sempre più spesso la notte per urinare.
02. Provi bruciore durante la minzione.
03. Osservi la presenza di sangue nel liquido seminale.
04. Osservi la presenza di sangue nelle urine.
05. Ti capita di perdere urine involontariamente.
06. Ti capita di avere difficoltà a ottenere e/o mantenere l’erezione.
07. Noti la presenza di tumefazioni testicolari o scrotali.
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6 MOTIVI PER FARE SESSO
Il primo lo conosci anche tu. Eccotene però altri 5 che non ti aspetti. E che hanno
a che fare con la tua salute
2. Tonifichi il cuore
Un articolo apparso sul Journal of Epidemiology and Community Health dimostra che
facendolo almeno ogni 3 o 4 giorni si possono dimezzare i rischi di infarto. Durante
il rapporto sessuale, infatti, il cuore arriva a pompare per 145 volte al minuto:
insomma, il sesso allena il sistema circolatorio come qualsiasi altra regolare
pratica sportiva.
3. Combatti i dolori
Un articolo pubblicato dal Bulletin of Experimental Biology and Medicine assicura
che con l’orgasmo il corpo quintuplica la produzione di ossitocina, un ormone che
aiuta la produzione di endorfine, i nostri antidolorifici naturali persino più
potenti dei farmaci.
4. Riduci lo stress
Per combattere la tensione uno studio scozzese, riportato dalla rivista Biological
Psychology, consiglia le scorpacciate di sesso. Tanto più che fare l’amore non serve
solo a “tamponare” l’ansia mentre sei tra le lenzuola, ma ha effetti a lungo
termine: fra le coppie osservate nella ricerca, infatti, quelle che se la sono
spassata di più a letto hanno dimostrato nel tempo di avere reazioni allo stress
molto migliori delle coppie sessualmente meno attive.
5. Proteggi la prostata
Una ricerca del Cancer Council Victoria di Melbourne (Australia) sostiene che
un’intensa vita sessuale protegge la prostata dai rischi di tumore: le eiaculazioni
frequenti, infatti, agiscono come un efficace sistema di pulizia,“lavando via” gran
parte delle sostanze che potrebbero danneggiare la ghiandola maschile. Per ridurre
il rischio addirittura del 65% sono sufficienti cinque performance “hot” alla
settimana.
6. Neutralizzi i virus
Alla Wilkes University (Usa), un gruppo di ricercatori americani guidato dal
professor Carl Charnetski ha scoperto che una sana e regolare attività sessuale fa
innalzare i livelli di immunoglobulina A, uno degli anticorpi più importanti del tuo
sistema immunitario. Si raccomanda di attenersi alle “dosi minime consigliate”: mai
meno di 2-3 rapporti la settimana.
CIBI SALVA-PROSTATA
Gli alimenti da preferire per rafforzare il guscio della tua preziosissima “noce” e
prevenire fastidiosi disturbi
Aglio e cipolle
Un articolo pubblicato dalla rivista Urology riporta che mangiare 4 cipolle ogni 7
giorni ti aiuta a ridurre i rischi di ingrossamento della prostata (iperplasia
prostatica benigna) del 59%. Puoi potenziarne l’effetto mischiandole con l’aglio,
crudo e schiacciato, che tra l’altro fa bene anche al cuore.
Broccoli
Consuma 400 grammi alla settimana di questi vegetali e, grazie al loro contenuto di
indoli, terrai a bada i rischi di disturbi a questa ghiandola. Meglio ancora se li
consumi crudi, perché la cottura altera il contenuto degli indoli.
Pomodori
E’ stato dimostrato che il licopene presente in essi abbatte drasticamente i rischi
di sviluppare problemi alla prostata. E tieni conto che il concentrato di pomodoro e
il ketchup ne contengono ancora di più.
Tè verde
Bevine 5 tazze al giorno e, assicura l’American Journal of Epidemiology, i suoi
antiossidanti (le catechine) ridurranno i rischi per la prostata del 48%.
Tonno, acciughe e merluzzo
Sono tutti pesci particolarmente ricchi di selenio. Ed è stato appurato dai
ricercatori che la carenza di questo minerale rende la prostata più vulnerabile.
PIACERE SALVA PROSTATA
Prenditi cura della tua prostata senza stress. Basta mangiare del buon cibo,
startene comodo e fare molto… sesso
Fai più sesso
Nel 2004, il National Cancer Institute di Washington, negli Stati Uniti, fece
un’indagine su 30.000 uomini di mezza età, scoprendo che in quelli che avevano in
media 21 eiaculazioni al mese il rischio di cancro della prostata era del 33%
inferiore rispetto a chi aveva 4-7 eiaculazioni al mese.
Sdraiati in spiaggia
È già ben noto che l’organismo produce vitamina D quando viene esposto alla luce del
sole, ma ora gli scienziati sostengono che la prostata la usa per produrre una sua
forma particolare di vitamina, in grado di inibire la crescita delle cellule
cancerose. Uno studio su 3.414 uomini condotto alla Wake Forest University ha
confermato che quelli che vivono in zone più soleggiate hanno un rischio di cancro
della prostata del 32% inferiore ai loro fratelli più settentrionali.
Mangia il sugo di pomodoro
Un’analisi retrospettiva di 21 studi pubblicata su The Journal of Nutrition ha
evidenziato che gli uomini che mangiano 2-4 porzioni di pomodori crudi alla
settimana riducono del 26% il rischio di cancro della prostata. Altri studi
dimostrano che i pomodori cotti contengono una quantità ancora maggiore del potente
antiossidante licopene rispetto ai pomodori crudi.
Bevi vino rosso
Nel gennaio scorso, uno studio del Fred Hutchinson Cancer Research Center, di
Seattle, ha suggerito che bere un bicchiere di vino rosso al giorno può dimezzare il
rischio di cancro: il vino è ricco di resveratrolo, un antiossidante presente nella
buccia dell’uva, in grado di inibire la crescita del cancro della prostata.
LA PREVENZIONE A 40 ANNI
Sei ancora nel pieno delle forze, certo. Ma devi tenerti sotto controllo se vuoi
continuare a esserlo anche in futuro
40 anni per un uomo sono un traguardo importante. Sei ancora giovane e forte, ma con
il vantaggio di una maggiore consapevolezza rispetto al passato. Inclusa la
consapevolezza di doverti sottoporre regolarmente a determinati controlli per
mantenerti in salute. Eccotene 4 che gli specialisti ti suggeriscono più di altri…
01. Prelievo PSA contro il tumore della prostata
Visto che un terzo dei tumori alla prostata colpisce persone sotto i 65 anni, uno
studio della Johns Hopkins University (Usa) consiglia specifici esami del sangue già
a 40 anni:conoscere in tempo il tuo valore-base di Psa (l’Antigene prostatico
specifico) ti permette infatti di ridurre al minimo i rischi e facilita la diagnosi
precoce da parte del tuo medico.
Frequenza: una volta all’anno.
02. Autoesame contro i tumori della pelle
Il melanoma è uno dei tumori della pelle più feroci e aggressivi, ma per fortuna può
essere controllato e combattuto con un’arma semplicissima: la mappa dei nei. Segna
su un foglio tutti i nei e gli angiomi (le “voglie”) che vedi sul tuo corpo e, a
distanza di un anno, controlla se sono diventati asimmetrici, se hanno i bordi
frastagliati, se il colore è cambiato, se hanno un diametro superiore a 6 mm e se
evolvono nel tempo.Se noti qualcosa di strano, fatti vedere da un dermatologo.
Frequenza: autoesame annuale; visita specialistica ogni 5 anni.
03. TAC contro l’infarto
La Tac a 64 strati è fondamentale per chi non è a posto con le analisi previste a
partire dai 30 anni (la proteina C-reattiva e l’omocisteina). Semplificando, è una
serie di radiografie del cuore effettuate con una scansione rapidissima. Questa Tac
cattura le sue immagini tra un battito e l’altro, le assembla e costruisce una foto
in
3-D
del
tuo
muscolo
più
importante,
la
più
precisa
che
si
possa
immaginare,comprensiva di accumuli di calcio e depositi di placca (morbida e dura)
nelle arterie. L’ideale per valutare il tuo rischio futuro.
Frequenza: ogni 5 anni.
04. Visita oculistica contro il glaucoma
Il glaucoma è la causa più importante di cecità nel mondo Occidentale secondo il
Journal of Epidemiology and Community Health. Il modo più efficace di contrastarlo
consiste nell’individuarlo precocemente: basta una semplice visita oculistica che
preveda la misurazione della pressione del fondo dell’occhio, senza aspettare di
notare un deterioramento della vista.
Frequenza: ogni 2 anni.
Oltre a questi controlli, ricordati poi di eseguore regolarmente anche quelli
consigliati per la decade dei 30 anni: clicca qui per scoprire quali.
NOSTRO COMMENTO: L’ingrossamento della prostata da 50 anni in
su si può dire che affligge la maggior parte degli uomini.
Occorre fare dei controlli almeno una volta l’anno per non
incorrere in patologie più serie. Se non si riesce a tenere
sotto controllo la prostata con le terapie farmacologiche
occorre intervenire chirurgicamente. Con la nuova tecnica
laser PVP (photoselective vaporizazion of the prostate) la
maggior parte dei pazienti torna a casa dopo alcune ore e
riprende le normali attività nel giro di pochi giorni.
Presidente Fini:
fuori dal PDL.
si
tiri
Gianfranco Fini vs Silvio Berlusconi Gubbio 10 Settembre 2009
Parte 1/4
Fonte:lucamengoni
Fini a Gubbio risponde colpo su colpo sulle questioni di interesse nazionale come
immigrazione, testamento biologico, indagini sulle stragi di mafia, ribadendo la
propria distanza dal pensiero di Berlusconi e della lega nord su parecchi temi – 10
Settembre 2009
NOSTRO COMMENTO: Abbiamo voluto mandare in onda questo dibattito di Fini con il
Cavaliere per evidenziare tutte le divergenze che esistono tra i due su tematiche
molto importanti: emigrazione, testamento biologico, famiglia, lavoro, ecc. Fini
rimprovera a Berlusconi la mancanza di dibattito interno che esiste oggi nell’ambito
del PDL per mettere a confronto le varie posizioni. Ma allora, Noi ci chiediamo.
Fini fino ad oggi dov’era? Perché ha contribuito a votare le leggi che oggi critica
e rimanere silente per tanto tempo? Se possiamo permetterci, Egregio Presidente, a
nostro sommesso avviso, Noi non ci saremmo mai uniti col PDL, addirittura, facendo
scomparire Alleanza Nazionale? Bossi ha mantenuto il suo simbolo. Lei perché NO?
Secondo Noi il Suo è stato un errore. Eppure conosceva bene il Cavaliere! Insomma,
Presidente, ha perso un po’ di credibilità. Almeno nell’ambito di quelle poche
persone che la stimavano e tutt’ora la stimano, me compreso. Se si è ravveduto si
sbrighi a tirarsi fuori. Errare humanum est. Perseverare diabolicum. Lei è un uomo
intelligente lo ha già fatto altre volte chiedendo scusa agli ebrei delle stragi
naziste. Si tiri fuori Presidente! Orami siamo alle “comiche finali..” Non lo ha
detto Lei?
La velocità del web
Un misuratore per la velocità del web
Fonte:http://www.ilsole24ore.com/
A chi non capita di collegarsi a internet dal computer di casa
o con la “chiavetta” e di rendersi conto che, a secondo
dell’orario in cui accede o del luogo in cui si trova, il
collegamento è più o meno veloce?
Presto sarà possibile scaricare gratis un software che
consentirà di misurarsi da soli la qualità e la velocità di
accesso a internet e verificare se l’offerta che l’operatore
telefonico ha venduto corrisponde a quella reale. È uno degli
aspetti più interessanti della convenzione siglata ieri tra
l’Authority per le comunicazioni e la fondazione Ugo Bordoni,
presieduta da Enrico Manca, finalizzata ad avviare dal
prossimo primo ottobre le prime misurazioni sulla qualità
della connessione web in Italia.
«L’iniziativa nasce da una delibera dell’Autorità e sulla scia
di un’iniziativa analoga avviata dall’Authority britannica
Ofcom – spiega Roberto Viola, segretario generale dell’Agcom –
lo scopo è aumentare la consapevolezza dell’utente sulla
qualità dell’accesso a internet che riceve, e dunque
sviluppare il mercato della larga banda anche verso prodotti
che offrono una maggiore quantità di megabit, ma anche di
consentire una mappatura sul tasso di utilizzo della rete
nelle varie aree del Paese allo scopo di indirizzare meglio le
scelte sugli investimenti».
Tanto per dare l’idea dell’esito di queste misurazioni in Gran
Bretagna, si è scoperto che rispetto a una velocità media
venduta dagli operatori, pari a 7,1 magabit al secondo, quella
effettiva era di 4,1 megabit con punte più alte nei centri
urbani e decisamente inferiori nella aree rurali. E ancora:
gli utilizzatori di 2 megabit al secondo o meno sono meno del
10%, mentre quelli che superano i 6 megabit sono attorno al
20% dell’utenza.
«Il software dovrebbe essere pronto già nel corso del 2010 –
spiega Mario Frulloni, direttore tecnico della fondazione, che
è stata selezionata come certificatore terzo delle misurazioni
– e potrà essere scaricato gratuitamente dal sito dell’Agcom o
della nostra fondazione. Quando l’utente si collega, oltre a
verificare in presa diretta la qualità dell’accesso, il
software trasmetterà i dati all’Agcom». I costi del progetto
saranno a carico degli operatori telefonici coinvolti, che ad
oggi rappresentano oltre il 95% della clientela della banda
larga. I dati delle rilevazioni saranno resi pubblici con
cadenza periodica. L.Ser.
NOSTRO COMMENTO: Questa è una cosa utilissima. Io, per esempio, dovrei viaggiare a
20 Mb, ma sono sicuro che non viaggio neanche a 10 mb. Così come me chissà quanta
gente viaggia a velocità notevolmente inferiore a quella che l’operatore telefonico
ha venduto. Auguriamoci di poter sistemare il tutto. Staremo a vedere!
Il
nucleare:
incognita
una
grossa
Perche’ il nucleare non e’ la soluzione
Di Giuseppe Vatinno 13-09-2009
Fonte: http://italiadeivalori.antoniodipietro.com
Il governo Berlusconi, coerentemente (bisogna
dirlo), con il suo programma elettorale si
presenta con una riedizione del nucleare in
Italia.
Inizialmente, si pensava alla ennesima boutade governativa,
con un Presidente del Consiglio tradizionalmente iperattivo ed
ipercinetico che vuole pontificare su tutto, perfino sulla
fisica atomica. Poi ci si è resi conto che le cose stanno
procedendo: il Ministro dello Sviluppo economico Scajola ha
firmato un decreto che fa partire la macchina; ora, il
prossimo step, è quello di pubblicare la lista dei siti e qui,
penso, ne vedremo delle belle poiché nessuno vuole avere una
centrale termonucleare nel proprio giardino. Nel frattempo, il
giro vorticoso delle superconsulenze ha ripreso il suo corso;
studi di fattibilità milionari, magari dati ai soliti “amici
degli amici”, si susseguono a ritmo incessante.
Cosa succederà in futuro? Il nucleare berlusconiano veramente
ripartirà in Italia o è una specie di “Ponte sullo Stretto”
perenne di cui tutti parlano perché intanto non si farà mai?
Questi gli interrogativi che attendono risposte.
Intanto vediamo perché, tecnico – politicamente, questo
nucleare governativo non ci piace.
Il primo punto è che l’accordo tra l’Enel e l’omonima società
francese di elettrcità, sembra fatto su misura per rifilare
all’Italia (che del resto è storicamente abituata) un bidone
tecnologico: infatti il nucleare francese è di terza
generazione mentre ora già gira la versione 3.5 e fra qualche
anno addirittura la 4.
Quindi all’Italia capiterà un nucleare in sostanziale “disuso”
mondiale. Il nucleare di terza generazione poi presenta ancora
problemi relativi alla sicurezza e quindi è un nucleare
pericoloso.
Il secondo punto è che il nucleare, al contrario di quanto
sbandierato dal Ministro Scajola e da Berlusconi costa e costa
molto alla comunità, cioè a noi tutti.
Infatti, nel computo dei costi, si deve mettere anche la
costruzione e lo smantellamento della centrale con il che il
costo unitario di Kwh prodotto non è affatto così conveniente
come si vuol fare pensare.
Il terzo punto è che la gestione in sicurezza delle scorie non
è affatto risolto se è vero che nessuno sa più dove buttarle,
a partire dagli usa del presidente Obama che le nasconde nel
sito salino di Yucca Mountains.
Quarto punto le emissioni evitate di CO2, cioè di anidride
carbonica, il gas serra responsabile principale dei
Cambiamenti climatici,
Protocollo di Kyoto.
non
sono
conteggiabili
per
il
Il quinto punto è che le centrali nucleari sono degli
obiettivi terroristici molto sensibili e che quindi richiedono
una sorveglianza “h 24” militare molto costosa .
Il sesto punto, ma certo non meno importante degli altri, è
che, guidato dagli Usa, il mondo sta dirigendosi con decisione
verso le fonti rinnovabili e cioè solare, eolico, biomasse,
piccolo idro, energia mareale.
Il settimo punto è che il nucleare civile fa, spesso, da
traino al nucleare militare e non vorremo che Berlusconi,
saputolo, volesse una bella bomba con il suo faccione.
L’ottavo punto, ma forse anche più importante, è che i
cittadini italiani si sono espressi contro il nucleare con un
referendum più di venti anni fa.
Insomma, appare chiaro che il nucleare è una scelta di vera
retroguardia scientifica, politica, civile ed umana ed occorra
una forte opera di mobilitazione dei cittadini per impedirla.
NOSTRO COMMENTO: Forse le fonti rinnovabili e,cioè, l’energia
solare, eolica, le biomasse, il piccolo idro e l’energia
mareale sono meno inquinanti e tutto sommato più gestibili.
Sarebbe il caso che l’Italia ci ripensasse. Gli USA lo hanno
già fatto. Questo, però, in Italia non avverrà mai!