In breve

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Low protein intake in infancy reduces childhood obesity risk Uno studio europeo dimostra che i bambini alimentati con formula ad elevato contenuto proteico hanno un rischio più che raddoppiato di diventare obesi all’età di 6 anni. I risultati di uno studio europeo presentati ad un congresso internazionale hanno dimostrato che un basso intake proteico nei primi mesi di vita riduce il rischio di obesità in età scolare. L’articolo “Lower protein content in infant formula reduces BMI and obesity risk at school age”, di recente pubblicazione sulla rivista The American Journal of Clinical Nutrition (AJCN), è stato presentato al secondo congresso internazionale “The Power of Programming”, tenutosi nei giorni 13‐15 marzo 2014 a Monaco di Baviera e organizzato dal Professor Berthold Koletzko. Il Professor Koletzko è il coordinatore del progetto EarlyNutrition, finanziato dalla Comunità Europea nell’ambito del 7th Framework Programme for Research and Technological Development; (contratto numero FP7‐KBBE‐2011‐289346) tale progetto nasce con l’intento di verificare le ipotesi riguardanti il programming nutrizionale, cioè l’associazione tra alimentazione nelle fasi precoci della vita e l’impatto sullo stato di salute nelle epoche successive. In un mondo in cui si parla di “globesity”, particolare attenzione in campo preventivo deve essere posta all’ individuazione di interventi nutrizionali da attuare precocemente per la prevenzione dell’obesità. Anche l’Italia risulta partner di tale Progetto: in particolare è coinvolta nel Progetto CHOP (Childhood Obesity Project). Lo studio ha dimostrato che, in caso di impossibilità ad allattare al seno, l’assunzione di una formula a basso contenuto proteico riduce il Body Mass Index (BMI) e il rischio di obesità in età scolare. Il progetto è caratterizzato dallo studio di neonati, reclutati alla nascita tra Ottobre 2002 e Luglio 2004, allattati esclusivamente al seno, e neonati che, per mancanza di latte materno e/o impossibilità ad allattare, sono stati randomizzati in doppio cieco in uno dei due gruppi degli alimentati con formula a differente intake proteico (alto contenuto proteico, 2.9 g/100 Kcal, 1.9 g/dL, oppure basso contenuto proteico, 1.77 g/100 kcal, 1.2 g/dL), rappresentanti rispettivamente il limite massimo e minimo delle raccomandazioni di composizione proteica degli alimenti per lattanti della Comunità Europea (DIRETTIVA 2006/141/CE DELLA COMMISSIONE del 22 dicembre 2006). La formula è stata fornita per il primo anno di vita; i bambini sono successivamente stati seguiti con un follow‐up regolare, con valutazioni antropometriche e nutrizionali, in modo da seguirne la crescita nel tempo, sino all’età scolare. Già nel 2009, i primi risultati dello studio CHOP, pubblicati sull’American Journal of Clinical Nutrition, avevano dimostrato che i bambini che avevano assunto una formula a minor apporto di proteine presentava nei primi 24 mesi di vita una crescita simile a quella dei bambini allattati al seno, mentre i bambini che avevano assunto una formula a maggior apporto proteico avevano evidenziato un maggiore BMI z score. Il dato sorprendente, pubblicato nei giorni scorsi, è che il contenuto differente di proteine presente nelle formule non è in grado solo di influenzare la crescita a 2 anni ma influenza il rischio di sviluppare obesità in età scolare, a 6 anni. Il 48% dei bambini originariamente arruolati, infatti, ha proseguito lo studio di follow‐up; nel gruppo allattato con formula ad elevato contenuto proteico, il rischio di obesità è risultato 2.43 volte più elevato. Con questi brillanti risultati, viene quindi a cadere definitivamente il concetto di “more is better”: nel caso delle proteine, anzi, risulta dal punto di vista scientifico il contrario. Importanti i cambiamenti che potranno esserci nelle pratiche nutrizionali del bambino. “Un’ ottimale nutrizione nei primi anni di vita ha un ruolo rilevante per porre le basi di uno stato di salute ottimale nelle epoche successive”, affermano gli autori dell’articolo. Gli autori dell’articolo sottolineano quindi come evitare un elevato apporto proteico nell’infanzia e promuovere l’allattamento al seno possano effettivamente contribuire alla prevenzione dell’obesità infantile.