Rassegna stampa 07-08-2012
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Rassegna stampa 07-08-2012
INDICE Cronaca Sfrutta-mimi: salgono a 15 gli accusati 07/08/12 2 La Voce di Romagna Ravenna Cultura e Turismo Alla Villa Romana di Russi si rievocano le “feriae Augusti” 07/08/12 Corriere Romagna Ravenna Il festival internazionale del folklore fa tappa in piazza a Fusignano 07/08/12 Il Resto del Carlino Ravenna 3 4 Pubblica Amministrazione Tagli al test del pubblico impiego 07/08/12 5 Il Sole 24 Ore L’Imu fa volare le entrate del primo semestre 07/08/12 8 Il Sole 24 Ore Imposta sulla pubblicità bloccata 07/08/12 9 Il Sole 24 Ore Troppe smentite sui tagli agli stipendi pubblici 07/08/12 10 Italia Oggi Le entrate in crescita del 4,3% grazie all'acconto dell'Imu 07/08/12 Italia Oggi Spending review, un colabrodo 07/08/12 12 Italia Oggi Edilizia e programmazione, affare provinciale 07/08/12 11 13 Italia Oggi Pagina 1 di 13 press LinE FOC E DI ROMAGNA RAVENNA FAENZA LUGO & IMOLA Direttore Responsabile: Franco Fregni 07/08/2012 Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Sfrutta-mimi: salgono a 15 gli accusati IL CASO I due romeni arrestati a Russi in silenzio davanti al giudice. Dall'ordinanza spuntano altri nomi uoli differenti, ma la presunta associazione era la stessa. Salgono a 15 le persone indagate nell'ambito del giro di sfruttamento di giovani romeni con disagi personali (psichici o economici) scoperto dai carabinieri del Reparto Operativo. Ma se 11 di loro hanno nome e cognome, per altri quattro esistono solo soprannomi. Si tratta di persone che lavoravano in Romania nella fase del reclutamento e per le quali gli inquirenti sono alla ricerca di ulteriori riscontri. E quanto si evince dalle 86 pagine dell'ordinanza con il quale il gip bolognese Alberto Ziroldi, su richiesta del pm Stefano Orsi della Dda, ha erogato le misure restrittive. In particolare il mandato di carcerazione ha riguardato sei romeni. Per altri cinque la stessa richiesta è stata respinta. Al momento ignoriamo dove possano trovarsi i destinatari delle misure. Non è escluso che la magistratura romena abbia aperto un procedimento parallelo muovendosi in autonomia. In ogni modo, per i due arrestati in Italia - Aneta Adam, 32 anni, ed Emanuel Bogdan, 31, entrambi domiciliati a Russi -, l'interrogatorio di garanzia si è concluso senza nuovi elementi. I due - difesi dagli avvocati Giampaolo Remondi di Ferrara e Michele Dell'Edera di Ravenna - si sono infatti avvalsi della facoltà di non rispondere. Per ora restano dentro. La difesa non ha escluso di ricorrere al tribunale del Riesame. L'inchiesta era partita a inizio 2011 dopo un intervento dei carabinieri della Stazione di Russi nella casa di San Pancrazio nella quale venivano ospitati i giovani romeni reclutati in Patria con la promessa di una vita migliore e poi dirottati a chiedere le elemosina anche travestiti da mimi o con pesanti costumi di animali-peluche. Tra le città, a Cervia, Pinarella e Milano Marittima si guadagnava bene. A Forlì invece entrate non erano soddisfacenti Ritmi vorticosi di lavoro, dalle 8 alle 19.30, dedotti da riscontri di vario genere. Li portavano a Russi, dietro casa. Ma anche a Ravenna, in centro. E poi c'era la riviera: Cervia, Pinarella e Milano Marittima, dove si guadagnava bene. A Forlì invece le entrate non erano state soddisfacenti. Quindi l'entroterra: Lugo, Bagnacavallo, Faenza, Imola. E oltre provincia: Porto Viro (Rovigo) e Mezzogoro (Ferrara). Che potesse esserci qualcosa di strano in quella casa di Russi era emerso quando il 24 febbraio 2001 da Milano un romeno aveva riferito di una fuga di un suo conoscente da una "casaprigione" del Ravennate. Il ragazzo in questione aveva poi raccontato agli inquirenti che era stato avvicinato a Natale 2010 in Patria con la proposta di un lavoro in una dita edile italiana. Uguale a 800 euro al mese. E il 14 gennaio era partito in bus. Viaggio pagato e tanta speranza. Ma il giorno dopo lo avevano portato in giro per Ravenna a mostrargli gli altri connazionali mendicanti. Ed è così che si era arrivati alla casa. Dentro, oltre a tanti ragazzi romeni e a materassi sparsi per terra per farli dormire, anche una lista dove erano indicati nomi e località di "lavoro" per ogni giorno della settimana. ACo Pagina 13 Sfrutta-mimi: salgono a 15 gli accusati Aè3R1ENTE Pagina 2 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 .5> i\ L\O orriere pressunE di Ravenna Faenza-Lupo e Imola Direttore Responsabile: Maria Patrizia Lanzetti 07/08/2012 Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. FERRAGOSTO Alla. Villa Romana di Russi si rievocano le "feriae Augusti" Agosto è tempo di ferie, ma non per tutti. Lo sapevano bene gli antichi Romani, che hanno ricavato il termine "Ferragosto" da "feriae Augusti", la festività istituita dall'imperatore Ottaviano Augusto nel 18 a.c., per celebrare i raccolti e la fine dei principali lavori agricoli. Così, per ricordare l'origine pagana di questa festività - che il calendario cattolico ha poi dedicato all'Assunzione di Maria - il complesso archeologico della Villa Romana di Russi per un giorno ritornerà indietro di duemila anni per rivivere le ferie di Augusto. Mercoledì 15 agosto la Pro Loco di Russi - in collaborazione con il Uno sguardo al passato Comune, il Gruppo raRAVENNA. L'area archeologica sarà allestita in modo da ricreare abitudini e momenti di vita pubblica e privata dei suoi antichi abitanti vennate archeologico (Gra) e la Soprintendenza regionale per i Beni archeologici organizza un evento davvero speciale nell'antica Villa Romana. Dalle 16 alle 21, i volontari rievocheranno una giornata tipo nella Villa Rustica al tempo dei Romani. L'area archeologica sarà allestita in modo da ricreare abitudini e momenti di vita pubblica e privata dei suoi antichi abitanti, esponendo anche antiche ricette romane. I volontari, in abbigliamento d'epoca, illustreranno le funzioni delle diverse strutture della villa, rispondendo alle domande dei visitatori. In particolare, presidieranno le cucine, le sale del banchetto (triclini), l'orto-giardino e il Torcularium (pigiatoio dell'uva), dove saranno serviti cibi e bevande in tema con il territorio e la stagione. La giornata sarà accompagnata dal suono dei flauti. Per informazioni: tel. 0544 587670; oppure 0544 581357. Una giornata a ritroso nel tempo per rivivere le atmosfere delle antiche Pagina 9 si domus Pagina 3 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 AllaMllaRomanadIRussi le press unE il Resto del Carlino RAVENNA Direttore Responsabile: Giovanni Morandi 07/08/2012 Periodicità: Quotidiano Tiratura: n.d. Diffusione: n.d. Il festiva( internazionale del fotklere fa tappa in piazza a Fusignano L FESTIVAL internazionale dei folklore fa tappa a Fusignano. Questa sera alle 21 in piazza Coralli, due gruppi tradizionali di Russia Cotornbia daranno vita atto spettacoto. L ifestazione è organizzata dai Canterin i arroli di Russi, Ingresso gratuito ktd» ',unir) nvieno, b ,I gram,,ina Pagina 4 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 07/08/2012 pressunE ll'erldOIS Periodicità: Quotidiano Tiratura: 331.753 Direttore Responsabile: Roberto Napoletano Diffusione: 262.360 al test del pubblico impiego Riordino delle province e costi per beni e servizi: la spending review entra nella fase 2 Marco Mobili ROMA La fase due della spending review passa inevitabilmente per l'attuazione delle disposizioni sulla revisione della spesa che oggi la Camera approverà definitivamente. Entro la fine di questa settimana la conversione del decreto legge approderà sulla Gazzetta Ufficiale. Non solo. Per la riunione di venerdì prossimo del Consiglio dei ministri, salvo eventuali ripensamenti, il premier Mario Monti avrebbe chiesto a tutti i ministeri lo stato dell'arte delle riforme varate in questi mesi, o meglio il quadro di quanto si è fin qui fatto e di quanto si dovrà fare alla ripresa dei lavori. Una vera e propria road map per consentire all'Esecutivo di riavviare rapidamente la complessa macchina dell'attuazione delle riforme al termine della pausa estiva, che dovrebbe concludersi il 25 agosto. Tre gli appuntamenti strategici e che rappresentano il cuore dell'intero processo di revisione della spesa: la determinazione dei fabbisogni standard e l'avvio della piattaforma Consip per gli acquisti di beni e servizi; la definizione delle nuove piante organiche dei dipendenti pubblici sulla base delle quali saranno tagliate non meno di 24mila unità, tra dipendenti stai (nmila) e degli enti territoriali (13mila); il riordino delle province. Il fronte più caldo per il prossimo autunno si preannuncia essere quello del pubblico impiego. Lo stesso ministro per la pubblica amministrazione e la semplificazione, Patroni Griffi, ha già avuto modo di assicurare che gli effetti del taglio sugli organici sarà strutturale e comporterà «da una parte, una diminuzione della spesa e, dall'altra, consentirà nuove assunzioni mirate sui giovani e per le carriere direttive». Ma non ci sarà neanche il tempo di rientrare, dunque, che il Governo sarà chiamato a gestire con le rappresentanze sindacali le procedure di mobilità collettiva che si apriranno nei sin- goli ministeri e negli enti pubblici con il taglio delle dotazioni organiche. Il primo appuntamento con i sindacati è già in agenda per il 4 settembre, mentre per il 28 dello stesso mese resta confermato (a oggi) lo sciopero proclamato da Cgil e Uil. Dai contatti preliminari di settembre dovrà dunque prendere il via la procedura per arrivare a ridurre gli uffici e le dotazioni organiche della Pa (2o% per il personale dirigenziale di livello generale e di livello non generale e 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico per il personale non dirigenziale). E questo accadrà con il varo VENERDt CDM Monti attende dai ministeri lo stato dell'arte delle riforme fin qui varate dal Governo: le cose fatte e quelle da fare alla ripresa dei lavori \i'•••\_\, Consip È una società del ministero dell'Economia, che ne è azionista unico. Il suo ambito di intervento è volto, da una parte, a fornire servizi di consulenza e di assistenza progettuale, organizzativa e tecnologica per l'innovazione del Mef e della Corte dei conti; dall'altra, a gestire il programma per la razionalizzazione degli acquisti nella Pa. La spending review rafforza il sistema centralizzato degli acquisti puntando alla realizzazione di economie di scala che consentono alle singole amministrazioni di beneficiare di prezzi più vantaggiosi e di ridurre gli oneri connessi alla gestione autonoma delle procedure contrattuali. entro il 31 ottobre prossimo da parte del Governo di una raffica di decreti della presidenza del consiglio. Solo per Viminale, Farnesina e Difesa i termini saranno più lunghi. A settembre, poi, è già stata annunciata dal commissario straordinario perla spesa pubblica, Enrico Bondi, l'accelerazione per arrivare alla definizione dei costi standard. Anche questo sarà unpassaggio cruciale della riforma sulla spesa pubblica per beni e servizi, soprattutto se sarà in grado di assicurare allo Stato, come sottolineato dallo stesso Bondi, risparmi a regime per io miliardi di euro. Sul controllo in materia di acquisti di beni e servizi da parte della pubblica amministrazione assumerà particolare importanza il ruolo che sarà chiamato a svolgere il Tesoro nel curare lo sviluppo e la gestione del sistema informatico di e-procurement a supporto del programma di razionalizzazione degli acquisti gestito da Consip. Per farlo la società potrà operare come centrale di committenza delle pubbliche amministrazioni, anche relativamente al programma per l'efficientamento delle procedure di dismissione di beni mobili, sulla base di apposite convenzioni stipulate con il ministero dell'Economia. Il terzo dossier atteso per l'esame di settembre è il pacchetto province. I tempi sono stretti. Le regioni, infatti, entro metà ottobre dovranno inviare al Governo il prospetto conle loro indicazioni sul riordino previsto dalla spending review. Le ipotesi di intervento saranno messe a punto nell'ambito del consiglio delle autonomie locali e serviranno come traccia definitiva all'Esecutivo. Spetterà poi al Governo, entro fine ottobre, emanare il proprio atto finale di riordino degli enti, probabilmente un nuovo decreto legge da convertire entro la fine dell'anno. L'obiettivo è quello di arrivare al dimezzamento degli enti teritoriali. I Pagina 9 Ti ag al test del pubblico impiego O RIPRODUZIONE RISERVATA ì Pagina 5 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 07/08/2012 press unE ll'erld CAS Periodicità: Quotidiano Tiratura: 331.753 Direttore Responsabile: Roberto Napoletano Diffusione: 262.360 Il quadro degli interventi AGF 1 . AGF Va e -'. ',..f"s:: —`k • ,,,,.. , Z'k''''','\ • \ Ta g r ni iante orga niche per dpridu rr e 20%i dirigenti e - 10%i dipendenti iPendent' sonate oc cupati nen Pa, in sovrannumero pntr.. dare 201a: se ha i anagr a fici e gT prima cont r i butivi 'g aore Mena posti letto Stretta su beni e servizi Le otto regioni in disavanzo I contratti stipulati fuori dal sistema Consip saranno nulli a meno che non non prevedano condizioni più favorevoli. Il Governo blocca da quest'anno fino al 2014 gli adeguamenti Istat sui canoni pagati dalle amministrazioni per gli immobili in affitto. Dal 1 gennaio 2015 i canoni saranno anche ridotti del 15 per cento sanitario (Piemonte, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia) potranno anticipare a12013 l'aumento dell'addizionale Irpef dallo 0,5%. Le regioni e le province autonome di Trent° e di Bolzano dovranno adottare, entro il 31 dicembre 2012, piani per ridurre da 4 a 3,7i posti letto per ogni mille abitanti ifavrm dell'ultima rie in D i1 'ott °bre il More d buonia` valore pasto non Potr, rare i 7 euro Sarà asuPe vietato monetizzzare arei e.ferie AGF FA: ■ ••k:\ \, 4. s„. Tagli ai fondi Con una riduzione del fondo sperimentale di riequilibrio i Comuni dovranno rinunciare a 500 milioni quest'anno e a 2 miliardi dal 2013.1 sindaci si vedono però riconoscere (solo per il 2012) 800 milioni, 300 girati direttamente dalle Regioni e altri 500 reperiti dal fondo peri rimborsi fiscali. Entro il 2014, poi, dovrà partire la gestione associata delle funzioni fondamentali Verso il. climezzamento Il provvedimento punta ad accorpare le , province con Cessioni alla Cdp l'obiettivo di dimezzarne il numero attuale. Per sopravvivere, gli enti dovranno avere 2.500 km quadrati e 350mila abitanti. Entro il primo gennaio 2014 verranno istituite dieci città metropolitane: Roma Torino Milano Venezia Genova Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria ministero del Tesoro prevede di completare entro fine 2012 Io cessione delle sue controllate Sace, F'ntecna e Simest alla Cassa depositi e Prestiti. L'importo complessivo dell'operazione, stimato ín 10 miliardi di euro, sarà utilizzato per ridurre il debito pubblico. provvedimento individua poi i criteri del salvataggio di Banca Mps Pagina 9 Ti ag al test del pubblico impiego Pagina 6 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 07/08/2012 pressunE ll'erldOIS Direttore Responsabile: Roberto Napoletano FOTOGRAMMA Periodicità: Quotidiano Tiratura: 331.753 Diffusione: 262.360 IMAGO ECO NO MICA Tagli alle controllate Tetto agli entolunien Le società a totale partecipazione pubblica che hanno ottenuto nel 2011 oltre il 90% del fatturato da prestazioni di servizi a favore di pubbliche amministrazioni dovranno essere sciolte entro fine 2013 o alienate entro 1130 giugno 2013. La misura non si applica alle società che erogano servizi «in favore dei cittadini» Non potrà superare i 300mil euro annui (pari allo stipendio del primo presidente della Corte dì cassazione) remunerazione complessiva di dirigenti e dipendenti di società non quotate che siano partecipate dalto Stato. La stretta entra in vigore con la nomina dei nuovi consigli di amministrazione Più tasse peri fuori corso Gl i atenei potranno raddoppiare le tasse agli studenti fuori corso con Isee superiore a 150mila euro. Aumento fino al 25% con Isee inferio e a 90m la euro e al 50%tra 9Omila e 150mila euro Pertre anni accademici, a decorrere da 3- 014, le rette degli studenti con Isee sotto i 40m la euro non possono aumentare più dell'indice dei prezzi al consumo Pagina 9 Ti ag al test del pubblico impiego Pagina 7 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 111 Soleltd pressunE opin Lku NORME E TRIBUTI 07/08/2012 Periodicità: Quotidiano Tiratura: 331.753 Direttore Responsabile: Roberto Napoletano Diffusione: 262.360 Canti pubbaí,Il gettito registrato nel periodo gennaio-giugno di quest'anno è aumentato del 4,3% L'Imu fa volare le entrate del primo semestre Marco Mobili ROMA ::::::::: L'Imu fa volare le entrate del primo semestre 2012. Il gettito erariale della prima rata di acconto dell'imposta municipale, con i suoi 3,934 miliardi di euro, ha contribuito per circa il 50% a far crescere il gettito di oltre 7,9 PIÙ E MENO Dalla rata di acconto dell'imposta municipale sono entrati 3,934 miliardi L'Iva in flessione dell'1,4 per cento miliardi di euro, pari al 4,3% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. E come sottolinea il Dipartimento delle finanze nella nota di accompagnamento ai dati sulle entrate gennaio - giugno 2012, il gettito per l'Erario rispetto al precedente mese di maggio è cresciu- to dell'1,8 per cento. E al netto della una tantum sul leasing immobiliare registrata nel mese di aprile 2011, la crescita tendenziale - sottoliena il Dipartimento - «è ancora più sostenuta e pari al 5,1 per cento». La crisi, comunque, si fa sentire soprattutto sul fronte dei consumi interni di beni durevoli: l'Iva fa registrare una flessione de12,2%, solo parzialmente compensata dall'aumento dell'aliquota ordinaria della scorsa estate. A sostenere l'Iva, che complessivamente perde 1'1,4% nel semestre (meno 705 milioni), è la componente di imposta pagata sulle importazioni (+2,8%). Sul fronte delle imposte indirette è l'imposta di bollo che fa il pieno con i1136,3% (2,06 miliardi in più) grazie al gettito della patrimoniale sui conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, introdotta con gli aumenti dell'imposta di bollo previsti sia con la manovra estiva dello scorso anno sia con le modifiche apportate dalla manovra salva-Italia di fine 2011. Se si fa un passo indietro e si guarda alle imposte dirette il dato positivo arriva dalla tasazione delle rendite finanziarie con un incremento nel primo semestre 2012 del 46,7%, pari a un gettito di 1,545 miliardi. Complessivamente le dirette crescono di quasi 5 miliardi (+4,964 miliardi). Resta in flessione dell'1,6% il gettito Ires, che perde 157 milioni di euro. Il momento verità sull'impatto della crisi sulle imprese arriverà, però, con i dati dell'autossazione fatta slittare dal Governo dal 9 luglio al 20 agosto. In flessione anche l'Ire, con il calo delle ritenute dei lavori autonomi (-3,8%) e delle rietenute d'acconto, la cui aliquota è scesa dal io a14%, applicate ai bonifici per le detrazioni Irpef del 36 e 55 per cento. In segno positivo chiudono il primo semestre 2012 le imposte sulle transazioni (32,5%) e soprattuto l'imposta di fabbricazio- ne sugli oli minerali (2,136 miliardi in più, pari al +24,2%). E questo grazie al "caro accisa" o alla "tassa sulla disgrazia" utilizzata dal Governo per far fronte alle emergenze del terremoto che ha coinvolto l'Emilia-Romagna, la Lombardia e il Veneto. Prosegue il calo dei giochi dove si certifica una perdita nel primo semestre di 404 milioni, di cui 234 legati alla flessione del gioco del lotto che perde il 7 per cento. Non bastano a sostenre i proventi del gioco la crescita costante dei Gratta&Vinci (+3,4% pari a +27 milioni di euro) e delle new slot (+1,8% pari a +36 milioni di euro). Il bollettino diramato ieri dal Dipartimento delle Finanze pone l'accento anche sulla lotta all'evasione: gli incasi da ruoli relativi all'attività di accertamento e controllo crescono nei primi sei dell'anno del 4,5% portando nelle casse dello Stato 146 milioni. RIPRODUZIONE RISERVATA La composizione percentuale Gennaio-Giugno 2011 Irpef 43,2 Altre entrare 11,4 Oli minerali, consumo sul gas, oli lubrificanti e bitumi di petrolio 6,3 Imposte sulle transazioni 2,4 Lotto, lotterie e altre attività di gioco 3,5 Ires 5,4 Iva 27,8 Gennaio-Giugno 2012 Altre entrare 15,1 Oli minerali, consumo sul gas, oli lubrificanti e bitumi di petrolio Imposte sulle transazioni 2,3 6,7 Ires 5,1 Iva 26,2 Lotto, lotterie e altre attività di gioco 3,4 Fonte: Dipartimento delle Finanze Pagina 8 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 Pagina 17 pressunE Sole/2 eri)Lkil Ih■ 07/08/2012 NORME E TRIBUTI Periodicità: Quotidiano Tiratura: 331.753 Direttore Responsabile: Roberto Napoletano Diffusione: 262.360 Entì uak.ì, Niente aumenti anche per il diritto sulle affissioni Imposta sulla pubblicità bloccata Giuseppe Debenedetto Non è più possibile aumentare le tariffe di imposta sulla pubblicità e diritto sulle pubbliche affissioni. È l'effetto dell'abrogazione disposta dal Dl 83/2012) dell'articolo n comma 10 della legge 449/97, che consentiva di aumentare fino ad un massimo del 5o% queste voci per le superfici superiori al metro quadrato. Tra le disposizioni abrogate dal D183/2012, convertito in leg- ge il 3 agosto, l'allegato i contempla, al punto 30, proprio l'articolo n della legge 449/97 cancellando così la norma sugli aumenti tariffari. L'articolo 23 comma n del D183/12 fa comunque salvi i procedimenti avviati prima del 26 giugno scorso, data di entrata in vigore del decreto, quindi è possibile perfezionare solo le delibere con istruttoria anteriore a tale data. Non è chiara la ragione dell'abrogazione dell'intero arti- colo n della legge 449/97, se si considera che il Dl 16/2012 ha sbloccato dal 2012 la possibilità di aumentare aliquote e tariffe di tutti i tributi locali. È probabile quindi che si tratti dell'ennesimo errore "tecnico". In ogni caso viene limitato lo spazio di manovra sulle tariffe dei tributi "minori" (imposta sulla pubblicità, affissioni e tassa occupazione spazi ed aree pubbliche), spingendo gli enti locali verso l'adozione di prelievi alter- nativi (Cosap e Cimp) più adattabili alle proprie esigenze. Sulle possibilità di aumentare le tariffe dei tributi minori, l'articolo 12 e seguenti del Dlgs 507/93 prevede le tariffe "fisse" per l'imposta sulla pubblicità e per il diritto sulle pubbliche affissioni (articolo 19), distinte per classi di Comuni. Le tariffe sono state adeguate con Dpcm del 16/2/2001, a decorrere dal i °marzo 2001, e da allora mai più ritoccate. L'articolo n della legge 449/1997 consentiva ai Comuni di aumentare l'imposta sulla pubblicità e le affissioni fino a un massimo del 20% dal i° gennaio 1998 e fino ad un massimo del 50% dal i °gennaio 2000 per le superfici superiori al metro quadrato. Tale eventualità è ora venuta meno a causa dell'abrogazione disposta dal decreto 83/2012. Resta quindi la possibilità di introdurre la categoria speciale (prevista dall'articolo 4 Dlgs 507/93), con conseguente maggiorazione fino al 150% delle tariffe sulla pubblicità e sulle affissioni, ma solo limitatamente ad una parte del territorio comunale. O RIPRODUZIONE RISERVATA Pagina 19 Pagina 9 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 press unE 07/08/2012 t QINUTIOUNO ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9 Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi Periodicità: Quotidiano Tiratura: 127.349 Diffusione: 78.822 Così l'argomento resta d'attualità: il 10% varrebbe 20 miliardi Troppe smentite sui tagli agli stipendi pubblici dialogo tra alcuni esponenti degli staff governativi che si sono occupati della spending review in cui i certo non ci saranno tagli alle retribusi faceva esplicito riferimento a questa misura. Il zioni pubbliche. E non abbiamo alcuna dato di partenza è che il contributo di solidarietà intenzione di toccare le tredicesime, non oggi già applicato ai dirigenti (il 5 per cento per siamo in queste condizioni». L'ultimo in chi guadagna più di 90mila euro annui, il 10 per ordine di tempo è stato il sottosegretario alla presicento per chi è sopra i 120mila euro) è una misura denza del consiglio, Antonio Catricalà, in un'inche non incide sui conti pubblici mentre per farlo tervista domenicale al Corriere della occorre agire sulla massa. Il dato riSera (la domanda era: «Cosa farete ferito è di 2 miliardi per ogni punto per evitare l'aumento Iva?»); ma è lunpercentuale di salario comlessivo (non ghissimo l'elenco delle excusatio non quello contrattuale) tagliato. Un'altra petite governative su questa materia. considerazione riportata riguarda il Perché, allora, i più autorevoli espofatto che molte aziende private, al nenti del governo continuano a parlarfine della conservazione dei posti di ne anche quando il tema non è oggetlavoro, hanno già sottoposto tutti i to di una domanda specifica? Queste propri dipendenti ad un contributo affermazioni sembrano assumere il di solidarietà del 10 per cento e un valore di un indizio che l'argomento intervento, dunque, sarebbe possibile resta comunque di attualità. Certo, anche nel pubblico, considerato che si può dire che molti blog sindacali gli indici delle retribuzioni nette nel ed anche alcuni quotidiani abbiano complesso della pubblica amministrafatto a gara per rivelare presunti piazione diffusi dall'Aran dicono che sono Antonio Catricalà ni B del governo per prevedere tagli cresciute più del privato: dal 2005 nell degli stipendi dei dipendenti pubblici misura del 15 per cento (anche se la di tutti i comparti dello Stato e degli enti locali: massa salariale pubblica è stata stabilizzata gravariabilmente dal 2,5 al 10 per cento, a seconda zie al blocco del turnover). La terza consideraziodel dossier cui farebbero riferimento le indiscrene su cui tutti sembravano convenire, a margine zioni e che sarebbero tutti custoditi nelle segrete delle polemiche sul provvedimento della spending stanze di via XX Settembre. Forse il punto è che review su cui ieri il governo ha chiesto il voto di l'ipotesi di un piano di emergenza di questo tipo, fiducia alla Camera, era che i tagli selettivi non da attuarsi soltanto se il governo dovesse davvero sono possibili- i tagli della spesa pubblica o sono trovarsi alle strette, appare tutt'altro che campata lineari o non esistono, è stata la conclusione. --e Riproduzione riservata —111 per aria. Italia Oggi, per esempio, ha carpito un DI FRANCO ADRIANO D Pagina 3 3,113Mi hi fallo male ai .• Truppe amPr. e sui 'agii figli stipendi pyibbliri Pagina 10 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 pressunE t QINUTIOUNO ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9 ai Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi 07/08/2012 Periodicità: Quotidiano Tiratura: 127.349 Diffusione: 78.822 Le entrate in crescita del 4,3% grazie all'acconto dell'Imu L'acconto Imu salva il gettito. La spettanza erariale della prima rata di acconto, pari a 3.934 milioni di curo, in linea con le previsioni, garantisce nel complesso, pur in presenza di una congiunta/sa fortemente negativa, la dinamica delle entrate tributarie una tendenza alla crescita a ritmi superiori rispetto all'analogo periodo dello scorso anno per effetto delle misure correttive varate a partire dalla seconda metà del 2011. A renderlo noto il ministero dell'economia che ha diffuso ieri i dati sulle entrate tributarie del periodo gennaio-giugno 2012. La boccata d'ossigeno si concretizza con una crescita, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente del 4,3%. «Nel periodo gennaio-giugno 2012 le entrate tributarie erariali», scrivono da via Venti Settembre, «si sono attestate a 191.180 milioni di euro, mostrando una crescita del 4,3% (+7.963 milioni di euro) rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e recuperando 1,8 punti percentuali rispetto al mese di maggio. Ai fini di un confronto omogeneo, al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare registrata nel mese di aprile 2011, la crescita tendenziale è ancora più sostenuta e pari al 5,1%». Sul fronte delle imposte dirette, si segnala il calo dell'Iva, anche se le imposte indirette fanno rilevare un incremento complessivo del 3,5% (+2.999 milioni di euro). In particolare al netto dell'imposta sostitutiva una tantum sul leasing immobiliare la crescita delle imposte indirette è risultata pari a 5,0% (+4.258 milioni di euro). In flessione, però, il gettito Iva (-1,4% pari a -705 milioni di curo) che riflette l'effetto congiunto dell'aumento della componente Iva del prelievo sulle importazioni (+2,8%) e della flessione della componente relativa agli scambi interni (-2,2%) che risente della stagnazione della domanda interna compensata solo parzialmente dagli effetti legati all'incremento di un punto percentuale dell'aliquota Iva introdotta dal dlgs 138/2011. Le imposte dirette aumentano del 5,1% (+4.964 milioni di euro). Il gettito Ire evidenzia una lieve variazione negativa dello 0,5 % (-381 milioni di euro) che riflette l'andamento delle ritenute dei lavoratori autonomi (-3,8%) e delle ritenute d'acconto applicate ai pagamenti relativi ai bonifici disposti dai contribuenti per beneficiare di oneri deducibili o di spese per le quali spetta la detrazione d'imposta, per effetto della riduzione dell'aliquota della ritenuta dal 10% al 4%. Crescono le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblid (+0,4%) e dei dipendenti privati (+0,7). Il gettito Ires registra una flessione dell'1,6% (-157 milioni di euro). le altre imposte dirette significativo risulta l'incremento dell'imposta sostitutiva su ritenute, interessi e altri redditi di capitale (+1.545 milioni di euro, pari a +46,7%) influenzata da diversi fattori di carattere tecniconormativo e in particolare dalle modifiche apportate al regime di tassazione delle rendite finanziarie. In crescita significativa l'imposta di bollo che registra un incremento del 136,3% (+2.066 milioni di euro) dovuto alle modifiche normative apportate con i provvedimenti della seconda metà del 2011 alle tariffe di bollo applicabili su conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari, nonché all'anticipo del versamento dell'acconto sull'imposta di bollo. Positivo l'andamento degli incassi da ruoli relativi ad attività di accertamento e controllo:+4,5% (+146 milioni di euro). Pagina 27 Spending rInien. un ■ unbrodo Pagina 11 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 press LinE t 07/08/2012 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9 Periodicità: Quotidiano Tiratura: 127.349 Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi Diffusione: 78.822 11 governo chiede la fiducia alla camera per blindare il testo. Ma i deputati lo smontano Spending review, un colabrodo Manca l'urgenza. Rischio caos su province e regioni speciali DI FRANCESCO CERISANO a spending review così non va. Perché, pur contenendo norme in alcuni casi destinate a entrare in vigore nel 2016 e necessitando di 20 dpcm, 15 decreti ministeriali, 4 deleghe legislative per essere attuata, ha assunto la forma del decreto legge. E poi perché è stata infarcita di termini inglesi nonostante il divieto di usare parole straniere nella formulazione dei testi legislativi a meno che non siano diventate di uso comune in italiano (cosa difficile da dimostrare per espressioni quali «e-procurement», «in house providing», «payment by results» e «risk sharing»). E ancora perché un testo del genere non è stato sufficientemente corretto in parlamento nonostante i tanti punti deboli che potrebbero esporlo in futuro a impugnazioni e ricorsi (a cominciare dai tempi per la procedura di riordino delle provii-ice fino al mancato rispetto delle prerogative delle regioni a statuto speciale), Questi i rilievi della camera dei deputati sulla spending review, messi nero su bianco nei pareri licenziati nei giorni scorsi dalle commissioni e dal comitato per la legislazione di Montecitorio. Parole destinate tuttavia a cadere nel vuoto visto che oggi il decreto sulla revisione della spesa pubblica taglierà il traguardo dell'approvazione definitiva grazie alla 34esima fiducia chiesta dal governo L Monti. Il dl 95, trasmesso alla camera senza alcuna chance di essere modificato rispetto al testo del senato, diventerà quindi legge con tutto il carico di riserve di metodo e di merito che il grande lavoro emendativo di palazzo Madama non è riuscito a correggere. In alcuni casi si tratta solo di mancanza di coordinamento tra vecchie e nuove disposizioni che si sovrappongono su alcune materie specifiche (acquisto di beni e servizi da parte della p.a., taglio degli organici, taglio alle spese per le autoblu, tetto agli stipendi dei dipendenti e dei manager delle società pubbliche). In altri i vizi potrebbero avere conseguenze ben più gravi, compresa l'impugnazione davanti alla Consulta. Riordino delle province. Il comitato per la legislazione presieduto dal deputato Pd Doris Lo Moro punta il dito sulla nuova tempistica per il riordino delle province disegnata dal maxiemendamento approvato al senato. Qui la contraddizione è data dal fatto che i termini relativi alle prime tre fasi. del procedimento decorrono dalla data di pubblicazione della delibera governativa sui criteri di riordino (24 luglio), il che sposta al 25 ottobre 2012 la dead line entro cui le regioni dovranno presentare le proposte di accorpamento. Mentre il termine dell'ultima fase (adozione del provvedimento di riordino da parte del governo) scade 60 giorni dopo 1' entrata in vigore della legge di conversione della spending review. E quindi verosimilmente a inizi ottobre, con l'effetto paradossale che il termine per l'adozione dell'atto del governo verrebbe a spirare prima di quello per la presentazione dei piani di riordino. Tagli alle regioni a statuto speciale. L'art.16 del dl 95, nella parte in cui fissa gli obiettivi di risparmio delle regioni autonome per il triennio 2012-2014, stabilisce che, in caso di i mancato accordo tra queste e il governo, l'accantonamento sia effettuato con decreto del Mef da varare entro il 15 ottobre 2012 in proporzione alle spese per consumi intermedi del 2011. Il comitato per la legislazione chiede di valutare la compatibilità di tale norma con l'art.27 della legge delega sul federalismo fiscale che impone l'adozione di procedure concordate per l'applicazione della normativa statale alle regioni a statuto speciale. Tanto più che, si legge nel parere, «la violazione del vincolo che impone l'adozione delle procedure pattizie di attuazione statutaria è la motivazione principale alla base della recente sentenza (n.178/2012) con cui la Corte costituzionale ha dichiarato l'illegittimità di una norma del dlgs 118/2011 recante disposizioni sull'armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio di regioni ed enti locali». Abuso dei decreti legge. Quelle fin qui esaminate sono contraddizioni tecniche, ma c'è un vizio di fondo nella spending review che Monti ha sempre ignorato e su cui i deputati pongono l'accento: la necessità (ribadita più volte anche dal presidente della repubblica, Giorgio Pagina 12 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015 Napolitano) di porre un freno alla decretazione d'urgenza e alla tendenza da parte dei governi di turno a blindare i testi a colpi di fiducia. Qui il comitato per la legislazione non fa sconti e ritiene imprescindibile che i decreti legge contengano norme di immediata applicabilità, tali da giustificare l'utilizzo del dl. Ma come conciliare questo auspicio con l'entrata in vigore a tappe della spending che dispiegherà i suoi effetti a partire dai prossimi giorni e fino al 2016? Insomma, a giudizio dei deputati, ci fosse stato tempo e voglia di riaprire il cantiere del provvedimento non sarebbe mancata materia su cui intervenire. E lo dimostrano i 160 emendamenti presentati per l'aula e ignorati dall'esecutivo nel momento in cui il ministro dell'economia, Vittorio Grilli, ha posto la questione di fiducia. La funzione di Montecitorio, lo si sapeva dall'inizio, sarebbe stata solo quella di chinare il capo e asseverare il decreto. Ma prima í parlamentari hanno voluto togliersi qualche sassolino dalle scarpe. O Riproduzione riservata Pagina 27 Spending revien. ■ •olal,rollo press LinE t 07/08/2012 ECIINUSLIED.1:111.11MICII 11: POUTICO 9 Periodicità: Quotidiano Tiratura: 127.349 Direttore Responsabile: Pierluigi Magnaschi Diffusione: 78.822 Le materie restano di competenza dell'ente locale, il passo indietro nel maxiemendamento alla Spending Edilizia e programmazione, affare provinciale DI MARIO D'ADAMO T ornano alle province le competenze in materia di programmazione provinciale della rete scolastica e di gestione dell'edilizia scolastica relativa alle scuole secondarie di secondo grado. La nività è stata inserita ne 1 maxiemendamento alla spending review, decreto legge n. 95 del 2012, maxiemendamento presentato al Senato nella seduta del 31 luglio e sul quale è stata posta e ottenuta la fiducia. La formulazione iniziale del decreto legge aveva previsto con il ridimensionamento delle province il trasferimento ai comuni delle funzioni amministrative già da esse esercitate per disposizione di legge «e rientranti nelle materie di competenza legislativa esclusiva dello Stato ai sensi dell'articolo 117, comma secondo, della Costituzione» (art. 17, 6° comma, del decreto). Uniche eccezioni la pianificazione territoriale, i servizi di trasporto e le strade provinciali (art. 17, 10° comma). Grazie all'introduzione dell'emendamento, la programmazione dell'offerta formativa e l'edilizia degli istituti superiori continueranno a essere posizionate sul livello provinciale. Da un lato, infatti, il bacino degli utenti delle scuole del secondo ciclo presenta dimensioni oggettivamente più ampie e intersecate dell'ambito di ciascun comune, impossibilitato perciò a gestirne la complessità; dall'altro i comuni, non necessariamente solo i maggiori già sede di amministrazioni provinciali, si sarebbero visti assegnare sia la proprietà sia, con bilanci ulteriormente gravati, la ben più onerosa manutenzione degli edifici di scuola secondaria superiore. E sarebbe stato anche uno stravolgimento del sistema già geometricamente riordinato da una legge del 1996, la n. 23, che aveva attribuito ai comuni proprietà e competenze passive delle scuole materne e del primo ciclo, il cui ambito territoriale aveva e ha dimensione intracomunali, e alle province quelle del secondo ciclo, il cui ambito e le cui dimensioni avevano e hanno caratteristiche intercomunali. Dopo proteste e denunce degli enti locali e dei loro rappresentanti che avevano paventato rischi di compromissione del regolare inizio dell'anno scolastico, il governo ha riportato indietro le lancette dell'orologio, lasciando alla competenza delle province compiti e funzioni in materia di patrimonio edilizio degli istituti e scuole secondarie di secondo grado ricadenti nei rispettivi territori. E speriamo che le province rimaste dopo il cosiddetto riordino, meno di cinquanta, riorganizzazione, ma si è preferito riconferire alle province la formulazione dei piani di riordino scolastico, in ragione della loro maggiore vicinanza ai cittadini e agli utenti. Ci si augura anche in questo caso che la maggiore dimensione che assumerà ciascuna provincia consenta lo stesso di valutare con precisione profili territoriali e bacini di utenza più adatti alle esigenze di studio dei suoi abitanti. Come anche segnalato da questo giornale, le competenze delle province in materia di programmazione scolastica e dell'offerta formativa andrebbero completate, assegnando a esse anche le funzioni relative a formazione e mercato del lavoro, così da garantire interventi organici non solo in fatto di contenitori, edifici e rete scolastica, ma anche in merito a contenuti, formazione e mercato del lavoro, appunto, «per dettagliare l'offerta, diversificarla e adeguarla alle esigenze produttive del territorio». Purtroppo, l'approvazione della spending review non sembra essere la sede per altri interventi legislativi sulle competenze delle province. ©Riproduzione riservata possano contare, oltre che su territori più vasti, anche su bilanci quanto meno sufficienti a gestire il patrimonio edilizio, di cui devono poter garantire non solo la manutenzione ordinaria ma la prosecuzione degli interventi di messa in sicurezza. Quanto alla programmazione della rete scolastica, si tratta di una competenza che con tutta evidenza non poteva essere trasferita ai comuni; poteva essere demandata alle regioni, alle quali in ogni caso spetta l'adozione del provvedimento finale di dimensionamento e di Pagina 34 Inidonei al pa Pagina 13 di 13 Riproduzione autorizzata licenza Ars Promopress 2012-2015