Newsletter N. 26 Giugno 2011 - Consorzio Camerale per il Credito e

Transcript

Newsletter N. 26 Giugno 2011 - Consorzio Camerale per il Credito e
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
La Newsletter
del Consorzio Camerale
SOMMARIO
Tavola rotonda
L’Europa verso un nuovo regime fiscale.
Approfondimenti
Il Libro Verde sul futuro dell’IVA.
La Base Imponibile Unica comunitaria.
La tassazione sull’energia.
Focus Basilea 2
31. 12. 2011: Ultimo appuntamento con Basilea 2.
Notizie flash
Apertura del Fondo Centrale di Garanzia alle imprese subfornitrici
Parte il progetto "Lazio 4 Impresa"
Primi interventi del Fondo Italiano di Investimento
Economic Outlook
Statistiche macro-economiche, tassi di cambio e indici dei mercati
azionari e obbligazionari
Incontro con Algirdas Šemeta, Commissario europeo alla Fiscalità e
all’Unione Doganale.
Colazione di lavoro con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI,
Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari.
La Newsletter
del Consorzio Camerale
Pubblicazione mensile
Via Camperio 1, Milano
Tel. 02 8515 42 57/69/97
[email protected]
www.consorziocreditoefinanza.it
Presidente: Carlo Sangalli
Direttore: Pier Andrea Chevallard
Coordinatore: Roberto Calugi
Responsabile progetto editoriale:
Gianmarco Paglietti
Redazione:
Gianmarco Paglietti
Valentina Morelli
Carlo Bettonica
1
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
L’Europa verso un nuovo regime fiscale.
Incontro con Algirdas Šemeta, Commissario europeo
alla Fiscalità e all’Unione Doganale.
La crisi che ha investito le nostre economie nel corso dell’ultimo
quadriennio ha avuto notevoli ripercussioni non solo sul piano
economico e finanziario, ma anche su quello politico. A livello
europeo, in particolare, ha evidenziato, con una certa
drammaticità, la duplice contraddizione – si potrebbe dire il
peccato originale – che ha caratterizzato i primi dieci anni
dell’euro. Da un lato, una politica monetaria accentrata a cui si
contrappongono politiche economiche nazionali e, fino a poco
tempo fa, scarsamente coordinate; dall’altro, una Banca Centrale
europea a cui si affiancano Autorità (e regole) di vigilanza
Algirdas Šemeta, Commissario bancaria nazionali.
Europeo per la fiscalità
Come se ciò non bastasse, la notevole riduzione della domanda proveniente da mercati circoscritti,
dove finora ha operato gran parte delle piccole e medie imprese, la necessità di cercare un rilancio
della produzione andando a valorizzare le opportunità presenti oltre frontiera, l’esigenza delle
imprese di contrastare la concorrenza internazionale assumendo politiche commerciali più
aggressive hanno evidenziato con chiarezza come il mercato unico europeo, nonostante i progressi
compiuti nel corso dei decenni, presentasse ancora strozzature, incongruenze, aree grigie.
Soprattutto, è emerso il ritardo con cui il livello politico ha finora operato per adeguare il quadro
normativo alla dinamica del mercato stesso, finendo per creare esso stesso un ostacolo al
completamento dell’integrazione europea.
La risposta dell’Europa è stata ampia e relativamente tempestiva, benché talvolta contraddittoria e
non del tutto univoca. E’ stata avviata un’ampia riforma della governance economica su scala
continentale: si è fatto uno sforzo significativo per garantire un maggior coordinamento delle
politiche economiche nazionali, è stato predisposto uno strumento di sistema per contrastare le
situazioni di crisi-paese, sono state istituite Autorità di vigilanza europee per contribuire al
controllo dei mercati bancari, finanziari e assicurativi e per monitorare il rischio “sistemico”.
Allo stesso tempo, si è messa mano anche al completamento, effettivo, del mercato unico, sia
attraverso un Atto formale, che prevede 12 linee di azione per eliminare gli ultimi ostacoli alla
libera circolazione di persone, beni e servizi, sia avviando la riforma della politica fiscale europea.
Si tratta di un impegno non di poco conto, che impegna le Istituzioni comunitarie ma che necessita,
per avere successo, della collaborazione e soprattutto del contributo di idee di tutti gli operatori
che a vari livelli sono coinvolti da questa riforma, ovvero i diversi livelli di governo, gli enti
pubblici territoriali, il sistema finanziario, le imprese e le loro associazioni. Proprio per stimolare il
confronto, per cercare il dialogo e per ottenere il consenso alle misure in corso di attuazione, la
Commissione europea ha avviato una importante opera di comunicazione, potremmo dire di
marketing istituzionale, finalizzata a far conoscere, a spiegare, a condividere queste proposte. Da
2
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
un lato attraverso consultazioni pubbliche, come nel caso del Libro Verde sul futuro dell’IVA,
dall’altro attraverso veri e propri roadshow su scala europea.
Una delle principali tappe del “tour” europeo che ha visto impegnato il Commissario europeo alla
Fiscalità e all’Unione doganale, Algirdas Šemeta, è stata Milano, dove lo scorso 6 maggio si è
tenuto l’incontro “Le prospettive della politica fiscale europea”.
All’evento, organizzato dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza e dalla Camera di
commercio di Milano, in collaborazione con la Rappresentanza di Milano della Commissione
europea e con l’Osservatorio sulla fiscalità, hanno partecipato, oltre naturalmente al Commissario
europeo, rappresentanti del sistema camerale, delle istituzioni finanziarie e del mondo associativo
milanesi.
Dei tre pilastri della riforma fiscale enunciati dal Commissario si parlerà più diffusamente nelle
schede successive. Qui preme, invece, sottolineare alcuni aspetti importanti emersi durante
l’incontro. Innanzitutto, la centralità delle PMI. E’ un principio che la Commissione europea ha
enunciato a più riprese nel corso degli ultimi mesi, sia nell’ambito della revisione dello Small
Business Act, in cui il “pensare piccolo” è diventato il paradigma su cui orientare la strategia per il
rilancio dello sviluppo in Europa, sia nello stesso Atto per il Mercato Unico, dove si sottolinea, tra
l’altro, l’importanza di sostenere la crescita delle PMI non solo con strumenti innovativi ma anche
e soprattutto facilitandone l’accesso al credito, sia nella proposta di riforma fiscale, in particolare
laddove ci si augura che la convergenza progressiva dei regimi IVA nazionali e la definizione di
una base imponibile unica a livello europeo possano incoraggiare le imprese più piccole ad
ampliare i propri mercati e a “pensare europeo”.
Il “pensare europeo” è il secondo tema su cui puntare per favorire il rilancio dell’economia e, in
particolare, del tessuto di piccole e medie imprese che ne costituisce l’ossatura. L’impegno della
Commissione per il superamento dei residui ostacoli tecnici, normativi, amministrativi che ancora
rimangono sulla strada della piena integrazione del mercato europeo, la semplificazione degli
obblighi fiscali per le aziende internazionalizzate, la protezione su scala europea della proprietà
intellettuale sono chiari segnali della volontà di creare un ambiente favorevole alla crescita
internazionale delle imprese minori. Una crescita finora frenata anche dalla complessità delle
procedure amministrative, dalla diversità delle norme fiscali, dalla difficoltà di tutelare
giuridicamente i propri investimenti tangibili e soprattutto intangibili.
Il terzo importante punto che è emerso con evidenza dall’incontro è il consolidamento del
principio stesso di sussidiarietà, verticale e orizzontale. Non più, o quanto meno, non solo una
sussidiarietà “di poteri” con una ripartizione più o meno rigida di competenze tra livelli di
governo che non comunicano, ma una sussidiarietà “di funzioni” in cui le diverse Istituzioni
hanno modo di condividere le proprie competenze e le proprie esperienze in modo da delineare
soluzioni efficaci per ovviare agli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di un vero
mercato domestico europeo.
Aver riunito intorno a un tavolo rappresentanti della Commissione Europea, degli Enti pubblici
locali, delle Istituzioni finanziarie, delle Associazioni di categoria non solo per condividere e
discutere le proposte di Bruxelles ma anche per avanzare contro-proposte ha rappresentato
un’occasione e un’opportunità importanti per conoscersi, per confrontarsi e per collaborare.
3
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
E’ emersa, d’altra parte, con evidenza, sia nell’incontro con il Commissario Europeo, sia nella
colazione di lavoro con il Direttore Centrale di ABI, di cui si parlerà in un altro articolo,
l’importanza del ruolo - anche la responsabilità che ne consegue - del sistema camerale nel
favorire il confronto non solo tra le diverse istanze istituzionali che a diverso titolo operano sul
territorio ma anche tra queste e le imprese, che rappresentano il vero terminale e il banco di prova
per le politiche messe in campo. L’esperienza che le Camere di commercio hanno sviluppato nel
corso dei decenni operando a contatto con le imprese fa di esse degli interlocutori privilegiati per i
decisori politici ma le obbliga anche a fare uno sforzo costante di monitoraggio, di informazione, di
consultazione e di proposta che, soprattutto in questa fase ancora critica per l’economia, sono
fondamentali.
Per saperne di più …
Dal Mercato Comune al Mercato Unico
1951
Sei Paesi europei firmano il Trattato che istituisce la CECA, Comunità Europea
del Carbone e dell’Acciaio con lo scopo di condividere le produzioni di queste
due materie prime.
1957
Il Trattato di Roma istituisce la CEE, Comunità Economica Europea, a cui
aderiscono gli stessi Paesi riuniti nella CECA, che ha tra i suoi scopi principali la
costituzione del Mercato Comune Europeo.
1987
L’Atto Unico Europeo procede ad una revisione del Trattato di Roma al fine di
rilanciare l’integrazione europea, anche attraverso il completamento del Mercato
Interno Comunitario, immaginato come uno spazio senza frontiere interne, nel
quale fosse assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi
e dei capitali.
1993
Entra in vigore il Mercato Unico Europeo.
2000
La Strategia di Lisbona propone di creare un Mercato unico digitale, attraverso
la diffusione della banda larga, la promozione del commercio elettronico, lo
sviluppo di servizi pubblici telematici.
2011
La Commissione europea adotta l’Atto per il Mercato Unico, che prevede 12
linee di azione per rilanciare l’economia europea e superare gli ultimi ostacoli al
completamento effettivo del mercato domestico europeo.
4
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Il Libro Verde sul futuro dell’IVA.
Il Libro Verde sul futuro dell’IVA analizza le maggiori criticità che affliggono il sistema fiscale e
delinea possibili linee di intervento per raccogliere le considerazioni degli attori pubblici e privati.
Si sottolinea la necessità di rafforzare e migliorare il sistema dell’IVA, per adeguarlo alle logiche di
un mercato unico sempre più integrato e telematizzato. Le proposte, elaborate in relazione ai
principali problemi, sono:
¾ armonizzazione del sistema IVA: le operazioni nazionali e intra-UE sono trattate in modo
differente ai fini IVA, a causa dell’esistenza di opzioni e deroghe di cui possono usufruire gli
Stati membri. Ciò ostacola il corretto funzionamento del mercato unico perché comporta
distorsioni e aumenti dei costi per le imprese;
¾ armonizzazione dell’aliquota IVA: sarebbe utile favorire una maggior coerenza tra le
aliquote IVA, pur nel rispetto dell’autonomia delle politiche nazionali;
¾ attuazione di un regime definitivo per il trattamento delle operazioni transfrontaliere nel
mercato unico: l’attuale regime transitorio è basato sul principio di tassazione sul luogo di
destinazione. Vengono valutati pro e contro di questo sistema e formulate alcune ipotesi di
lavoro;
¾ riduzione dei costi amministrativi: l’attuale sistema IVA è complesso e genera costi eccessivi
a carico di imprese e amministrazioni. Si può ipotizzare l’elaborazione di un modulo UE
standard di dichiarazione IVA disponibile in tutte le lingue, che le imprese avrebbero la
facoltà di adottare e che tutti gli Stati membri sarebbero tenuti ad accettare;
¾ introduzione del sistema dello sportello unico come misura di semplificazione che favorisca
gli scambi transfrontalieri;
¾ creazione di un regime IVA a favore delle PMI: nell’ambito dello “Small Business Act” che si
prefigge l’obiettivo di aiutare le PMI a trarre maggior vantaggio dalle opportunità offerte dal
mercato unico, si è data agli Stati membri l’opportunità di stabilire una determinata soglia di
fatturato annuale al di sotto della quale le imprese possano beneficiare dell’esenzione IVA. La
proposta della Commissione è di fissare una soglia comune tale da ridurre i costi di
adeguamento alle diverse regole nazionali e promuovere la crescita delle PMI.
I partecipanti all’incontro hanno proposto, inoltre, un rafforzamento dei poteri attribuiti al
Comitato IVA, che oggi ha solo una funzione consultiva. E’ stata anche avanzata la proposta di
permettere la partecipazione delle imprese al Comitato, al fine di garantire la rappresentanza degli
operatori economici.
5
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
La Base Imponibile Unica comunitaria.
La CCCTB (Common Consolidated Corporate Tax Base) dovrebbe rappresentare un modello
unico di riferimento (facoltativo per le imprese) per il calcolo dell’imponibile sui redditi d’impresa
realizzati su scala europea. La CCCTB offrirebbe alle società che operino in più Stati membri la
possibilità di consolidare tutti i profitti e le perdite registrati per l’intera attività svolta nell’ambito
dell’Unione Europea, calcolando così un’unica base imponibile. In questo modo, le imposte sul
reddito di impresa sarebbero tassate sul saldo consolidato a livello europeo, evitando il paradosso
di veder tassati eventuali profitti realizzati in uno Stato pur in presenza di perdite registrate in
altri Paesi. Inoltre, in luogo di diverse dichiarazioni dei redditi di impresa per ciascuno Stato in cui
abbia sede l’attività delle aziende, sarebbe possibile presentare un unico documento presso il
proprio Paese di riferimento valido per l’intera Unione Europea. Rimarrebbero, naturalmente,
invariate le aliquote fiscali stabilite dai diversi Paesi, opportunamente compensate in sede
comunitaria.
Gli ulteriori effetti positivi derivanti da questa proposta sono:
¾ riduzione significativa degli oneri amministrativi per le imprese che operano al di fuori dei
confini nazionali: secondo i dati forniti dalla stessa Commissione, si stima un risparmio di 0,7
miliardi di euro dei costi di adeguamento alle diverse normative nazionali e un risparmio di
1,3 miliardi di euro grazie al consolidamento. Secondo le stime effettuate, se anche solo il 5%
delle PMI decidesse di espandersi all’estero facendo ricorso a questo sistema fiscale, i risparmi
complessivi si aggirerebbero sull’ordine di un miliardo di euro;
¾ incentivo all’internazionalizzazione per le società che operano solo entro i confini nazionali:
la CCCTB comporterebbe una riduzione del 62% delle spese fiscali necessarie alla creazione di
un’impresa controllata, percentuale che per le PMI salirebbe al 67%;
¾ maggiore attrattività per gli investimenti esteri: l’esistenza di un unico regime di regole per la
determinazione della base imponibile e di uno sportello unico a cui rivolgersi per la
dichiarazione dei redditi stimolerebbe gli investimenti delle imprese extra-comunitarie.
La tassazione sull’energia.
Per conseguire uno degli obiettivi di Europa 2020, ossia quello di sviluppare un’economia
sostenibile, è necessario ridurre l’utilizzo di combustibili e carburanti fossili, eccessivamente
inquinanti, da parte degli operatori economici. L’attuale tassazione dei prodotti energetici è basata
sulla quantità di prodotti energetici consumati: la Commissione vuole introdurre, invece, un
regime di tassazione che consideri il contenuto energetico e l’impatto sull’ambiente derivante
dalle fonti utilizzate. La Commissione propone di scindere l’aliquota dell’energia in due parti: una
parte basata sulle emissioni di CO2 rilasciate dal prodotto energetico, mentre l’altra parte sarebbe
basata sul contenuto energetico, ossia sull’effettiva energia generata dal prodotto. La proposta
6
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
favorirà il ricorso alle fonti di energia rinnovabile che rilasciano meno emissioni di CO2. Bisogna
ricordare che attualmente i combustibili fossili, che sono le fonti di energia più inquinanti, sono i
meno tassati, mentre sui biocarburanti gravano le imposte più pesanti.
Per saperne di più…
CCCTB
Modello unico di riferimento per il calcolo dell’imponibile su base europea e per
la compilazione delle dichiarazioni fiscali, consistente nel consolidamento ai fini
fiscali di profitti e perdite di una società per tutta l’attività svolta nell’UE.
Comitato IVA
Organismo costituito dai rappresentati del Governo dei 27 Stai membri dell’UE
che garantisce un’applicazione uniforme delle disposizioni comunitarie in materia
di IVA.
Eurofisc
Struttura operativa comune, nata nel 2008 su iniziativa del Consiglio dell’Unione
europea, avente lo scopo di supportare gli Stati membri in una più efficiente
comunicazione e in una tempestiva lotta alle frodi e all’evasione fiscale.
Europa 2020
Programma di azioni volto a favorire una crescita sostenibile ed esclusiva,
attraverso un maggiore investimento in R&S, la creazione di nuovi posti di lavoro,
la promozione di un’economia più sostenibile, basata sull’uso delle risorse
rinnovabili, e lo sviluppo di una maggiore coesione sociale e territoriale.
Libro Verde IVA Documento adottato dalla Commissione europea nel dicembre 2010 per una
modernizzazione del sistema IVA, che affronta tematiche quali il trattamento IVA
delle operazioni transfrontaliere, la neutralità del sistema IVA e una maggiore
armonizzazione legislativa.
Small Business
Act
Documento della Commissione europea adottato nel 2008 che contiene le linee
guida per promuovere la crescita delle PMI: esso propone di creare un contesto
legislativo e amministrativo più favorevole alle PMI e di eliminare gli eccessi
burocratici che ne impediscono lo sviluppo.
7
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
31. 12. 2011: Ultimo appuntamento con Basilea 2.
Colazione di lavoro con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI,
Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari.
Gianfranco Torriero,
Direttore Centrale ABI
Nel corso degli ultimi mesi, si è discusso molto sui possibili effetti che i
nuovi parametri prudenziali introdotti da Basilea 3 potranno avere sul
nostro sistema bancario e, di conseguenza, sulle modalità di accesso al
credito da parte delle imprese. Il timore diffuso è che vi possa essere un
irrigidimento delle condizioni praticate alle aziende, in particolare verso
quelle di piccole e piccolissime dimensioni, tradizionalmente caratterizzate
da debolezze strutturali che le penalizzano inesorabilmente ogni volta che si
ragioni di rating, trasparenza e adeguatezza patrimoniale. Si tratta senza
dubbio di un problema ben conosciuto da attori pubblici e istituzioni
finanziarie, su cui anche le Camere di commercio sono fortemente
impegnate, sia sul fronte dell’informazione verso le imprese, sia su quello
del confronto e della proposta nei confronti delle banche e degli altri
interlocutori istituzionali, anche a livello internazionale.
Rimane, tuttavia, un’ultima importante scadenza lasciataci, per così dire, in eredità da Basilea 2: a
fine anno, si esaurisce il periodo transitorio in cui era operante una deroga, concessa all’Italia, alle
regole dell’Accordo internazionale in materia di trattamento delle “esposizioni scadute”. A partire
dal 2012, in sostanza, le banche dovranno considerare scadute, ponderandole di conseguenza ai
fini della vigilanza prudenziale, le esposizioni, anche verso le imprese, “scadute o sconfinanti da
oltre 90 giorni”, dimezzando di fatto l’attuale limite temporale concesso ai prenditori per porre
rimedio ai propri ritardi.
Ciò, significa, di fatto, che le imprese che il 1’ gennaio 2012 risulteranno in ritardo di oltre 90 giorni
(contro i 180 attuali) con il rimborso dei fidi o di altre forme di finanziamento ottenute da operatori
bancari o ad essi assimilabili, andranno trattate come se fossero in default. Un cambiamento non di
poco conto, tanto più se si considerano i cronici problemi lamentati dalle imprese minori nel
riuscire a incassare i crediti, in particolare da grandi committenti e pubblica amministrazione, con
le conseguenze immaginabili sulla liquidità e sulla loro capacità di onorare i debiti.
È inevitabile, dunque, chiedersi se le nostre imprese siano pronte (e soprattutto informate) sul
“cambiamento di paradigma” che interverrà a partire dal prossimo anno. Data purtroppo per
probabile una risposta negativa, cosa si può fare – e soprattutto cosa possono fare le Camere di
commercio – per contribuire, per quanto possibile, ad ammortizzare i possibili effetti delle
“nuove” (almeno per l’Italia) regole sulla vigilanza prudenziale?
Se ne è parlato con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI, Responsabile della Direzione
Strategie e Mercati finanziari, in occasione della colazione di lavoro organizzata lo scorso 12
maggio dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza in collaborazione con la Camera di
commercio di Milano, a cui hanno preso parte Presidenti, Segretari Generali e Direttori delle
Camere di commercio, delle Istituzioni finanziarie, delle Associazioni imprenditoriali e dei
Confidi.
8
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
L’informazione fondamentale emersa con chiarezza dal confronto è che va esclusa la possibilità di
una ulteriore deroga a favore dell’Italia, a causa della
rigidità delle regole e, in particolare, delle scadenze tecniche
e degli step per così dire “automatici” previsti da Basilea 2 e
dalle successive norme di attuazione assunte a livello
comunitario e nazionale. Una rigidità, peraltro, destinata ad
acuirsi ancora di più con Basilea 3. Non resta, dunque, che
adeguarsi al nuovo paradigma e operare per fare in modo
che il sistema produttivo si presenti pronto a questo
appuntamento. Queste considerazioni hanno avviato un
confronto estremamente interessante tra i partecipanti che
ha condotto a individuare alcuni spunti su cui riflettere e soprattutto lavorare nei prossimi mesi,
anche nella prospettiva della definizione, a livello internazionale, degli aspetti più tecnici delle
nuove regole di Basilea 3.
Fare sistema. Così come già era stato evidenziato in occasione dell’incontro con il Commissario
europeo, è stata sottolineata la necessità che le diverse componenti del sistema-paese siano in
grado di presentarsi a livello internazionale con una posizione univoca e condivisa, capace di
rafforzare – e vincolare – la capacità negoziale dei nostri rappresentanti di fronte agli interlocutori
degli altri Paesi e delle Organizzazioni multilaterali. Ciò richiede naturalmente un impegno e una
capacità crescenti di raccordo, di sintesi e di proposta da parte dei soggetti pubblici, in primis le
Camere di commercio, ma ancora più richiede un impegno a collaborare, superando diffidenze e
contrapposizioni, tra gli attori privati direttamente coinvolti da questi accordi, ovvero banche e
imprese.
Il ruolo dei confidi. Dal 2012 il numero potenziale di esposizioni scadute e, in prospettiva, di
sofferenze da contabilizzare potrebbe crescere in maniera significativa, con le ovvie ricadute sui
bilanci (e sui patrimoni) sia delle banche, sia dei confidi. Quali conseguenze potrebbero
manifestarsi sulla sostenibilità finanziaria dei confidi, già messi duramente alla prova dagli effetti
della crisi e alle prese con i vincoli della vigilanza? Il confronto tra i partecipanti alla colazione ha
permesso di evidenziare due questioni centrali. Da un lato, è stato sottolineato che il problema del
rispetto delle scadenze, per molte PMI, è irrisolvibile se non si trova, a monte, una soluzione per
tutelare queste aziende a fronte dei ritardi nei pagamenti da parte della committenza. Sotto questo
punto di vista, la stessa Unione Europea ha recentemente approvato una direttiva sui ritardi di
pagamento della pubblica amministrazione che prevede sanzioni specifiche laddove le dilazioni
nei pagamenti superino la soglia dei 30 (estensibili a 60) giorni dal ricevimento della fattura.
Iniziative a tutela delle PMI sono state assunte anche a livello locale dalle Camere di commercio e
da altri Enti pubblici, ma è evidente che il problema richiede una soluzione che sia strutturale.
Dall’altro lato, si ripropone il tema della differenziazione dei servizi offerti dai confidi a favore
delle imprese associate. In alcune realtà territoriali sono state sperimentate soluzioni innovative di
micro-credito a breve a favore delle aziende alle prese con difficoltà temporanee nel rispetto delle
scadenze con le banche. E’ possibile e auspicabile e in che modo replicare e strutturare simili
iniziative su scala nazionale?
Una nuova cultura finanziaria. Il ruolo dei confidi può essere fondamentale anche nel campo della
cultura finanziaria delle imprese. Oggi più che mai, le imprese minori presentano tre debolezze
fondamentali: innanzitutto, una cronica sottocapitalizzazione che le penalizza inevitabilmente ogni
qualvolta se ne debba valutare il merito di credito. In secondo luogo, il ricorso a forme di
9
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
finanziamento a breve termine, spesso utilizzando strumenti finanziari non appropriati quali il
tipico sconfinamento sul conto corrente, per finanziare investimenti di medio-lungo termine
conduce inevitabilmente a una notevole debolezza sotto il profilo dell’equilibrio gestionale,
esponendo sistematicamente l’impresa al rischio non solo di crisi di liquidità ma anche al pericolo,
dal 2012 ancora più incombente, di ritrovarsi in una situazione imprevista di default tecnico. In
terzo luogo, non va dimenticato il tema della trasparenza. Benché molto sia stato fatto per
contribuire a superare il tradizionale gap informativo che da sempre caratterizza i rapporti tra
banche e imprese, restano ancora molte zone grigie che conducono a diseconomie per entrambi gli
interlocutori. Contribuire a una maggior trasparenza dei dati contabili delle imprese garantite,
favorire il superamento della diffidenza verso la banca ma, al tempo stesso, farsi promotori presso
gli istituti bancari di una maggior sensibilità e una maggior disponibilità al dialogo verso le
imprese, per realizzare vere e proprie “partnership” di intenti tra banche e imprese
rappresenterebbe senza dubbio un importante valore aggiunto offerto dai confidi.
Per saperne di più…
Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006 con la quale sono stati recepiti le
direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed il documento "Convergenza internazionale
della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di
regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. "Basilea II").
NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE BANCHE
ESPOSIZIONI CON PONDERAZIONI PARTICOLARI
1.
Esposizioni scadute (past due loans)
La parte non garantita delle posizioni scadute è ponderata come segue:
a) 150 per cento se le rettifiche di valore specifiche sono inferiori al 20 per cento della parte
non garantita al lordo delle rettifiche di valore;
b) 100 per cento se le rettifiche di valore specifiche sono pari o superiori al 20 per cento
della parte non garantita al lordo delle rettifiche di valore.
Per “esposizioni scadute” si intendono:
1) le sofferenze, le partite incagliate e le esposizioni ristrutturate;
2) le esposizioni – vantate nei confronti di soggetti residenti o aventi sede in Italia e
classificate nei portafogli di cui ai paragrafi 3 (esposizioni verso enti senza scopo di lucro
ed enti del settore pubblico), 7 (esposizioni verso imprese e altri soggetti) e 8 (esposizioni
al dettaglio) – scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni (*);
3) le esposizioni, diverse da quelle per le quali è ammessa la deroga dei 90 giorni, scadute/o
sconfinanti da oltre 90 giorni.
(*) Per tali esposizioni, in luogo del limite di 90 giorni, si applica un termine di 180 giorni fino al
31.12.2011.
10
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Nota tecnica: le scadenze di Basilea 3
L’entrata in vigore delle misure è fissata per ogni anno
all’1 gennaio .
I periodi di transizione sono evidenziati in giallo.
A
Coefficiente di leva finanziaria (Leverage ratio)
2011
2012
2013
2014
2015
2016
2017
2018
2019
Monitoraggio
autorità di vigilanza
Sviluppo parallelo. Annuncio del parametro
previsto per l’1/1/2015
-
Migrazione
al Pilastro
1
-
B
Coefficiente minimo di patrimonio di prima qualità
(Core Tier 1) (Minimum common equity capital ratio)
-
-
3,5
4,0
4,5
4,5
4,5
4,5
4,5
C
«Cuscino» di conservazione
conservation buffer)
-
-
-
-
-
0,625
1,25
1,875
2,5
D
B + C («cuscino» + coefficiente minimo di patrimonio di
prima qualità)
-
-
3,5
4,0
4,5
5,125
5,75
6,375
7,0
E
Deduzioni dal patrimonio primario (inclusi gli importi
eccedenti il limite per le imposte differite e le
cartolarizzazioni)
-
-
-
20
40
60
80
100
100
F
Coefficiente minimo di patrimonio primario (Tier 1)
(Minimum Total Capital)
-
-
4,5
5,5
6,0
6,0
6,0
6,0
6,0
G
Coefficiente patrimoniale totale (Minimum Total Capital)
-
-
8,0
8,0
8,0
8,0
8,0
8,0
8,0
H
C + G («cuscino» + coefficiente patrimoniale totale)
-
-
8,0
8,0
8,0
8,625
9,125
9,875
10,5
I
Strumenti di capitale cui viene tolta la qualifica di patrimonio primario principale (noncore Tier 1) o di patrimonio secondario (Tier 2) (Capital instruments that no longer
qualify as non-core Tier 1 capital or Tier 2 capital)
L
Coefficiente di liquidità (Liquidity coverage ratio)
(1)
-
-
-
(2)
-
-
-
-
M
Coefficiente di finanziamento medio stabile (Net stable
funding ratio)
-
(1)
-
-
-
-
-
(2)
-
del
patrimonio(Capital
(1) Inizio periodo di osservazione (2) Introduzione dello standard minino
11
Eliminati in dieci anni a partire dal 2013
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Notizie flash.
Selezione tratta dalle News settimanali del Consorzio Camerale.
Il Consorzio Camerale offre un servizio di alerting e informazione a cadenza settimanale, focalizzato sui temi del credito
e della finanza, dove sono riportate:
- le news sintetiche della settimana
- gli eventi in calendario organizzati dal Consorzio Camerale
- la normativa multilaterale, europea, nazionale
- le pubblicazioni di interesse
- le consultazioni pubbliche in corso a livello europeo e nazionale.
Il servizio è offerto, a titolo gratuito, alle Camere di commercio associate al Consorzio camerale.
Apertura del Fondo Centrale di Garanzia alle imprese subfornitrici
Il fondo di garanzia potrà intervenire a sostegno delle imprese che vantano crediti verso grandi
aziende. L'intervento previsto di circa 20 milioni di euro potrà liberare 300 milioni di finanziamenti
bancari, corrispondenti al credito che le piccole imprese vantano nei confronti delle grandi aziende
in amministrazione straordinaria dal 1° luglio 2008. Sono circa 700 i milioni di euro di crediti
vantati dalle piccole imprese nei confronti delle aziende in amministrazione straordinaria.
Il Fondo offrirà un sostegno per quella parte di imprese della subfornitura che, a causa di una
dimensione più ridotta, rischierebbero di subire gravi danni per lo stato di crisi dei grandi
committenti. La misura, operativa dal 27 maggio, è stata predisposta per supportare i piccoli
subfornitori nella fase immediatamente conseguente la crisi dell'azienda committente, quando il
blocco delle commesse e il forte fabbisogno di liquidità rendono indispensabile il ricorso al credito
bancario. Le imprese interessate dal decreto saranno quelle che non superano i 50 occupati e un
fatturato di dieci milioni di euro. Potrà poi usufruire delle garanzie solo l'impresa il cui fatturato è
costituito almeno dal 50% dalla fornitura all'impresa in amministrazione straordinaria.
Parte il progetto "Lazio 4 Impresa"
La Regione Lazio ha presentato il progetto "Lazio 4 Impresa", finalizzato a sostenere le imprese del
territorio attraverso quattro linee di intervento:
•
•
•
•
sostegno alle imprese attraverso la certificazione dei crediti da parte della Regione, che
permetterà alle aziende di accedere a un fondo di rotazione di 500 milioni grazie all'accordo
con i principali istituti di credito;
convenzione Regione-Inps che permetterà alle imprese in difficoltà con i debiti previdenziali di
poter continuare a operare grazie ad un apposito fondo di garanzia;
programma per la ricerca che prevede lo stanziamento di 237,5 milioni di euro e la
ridefinizione dell'intero sistema per adattarlo alla domanda di tecnologia proveniente dalle
imprese;
riprogrammazione dei fondi dell'Unione europea verso l'innovazione, la tutela dell'ambiente e
la riqualificazione urbana.
12
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
L'accordo con l'Inps prevede che la Regione rilasci una garanzia all'Istituto per permettere alle
imprese di accedere al sistema di pagamento dilazionato. Questo permetterà alle imprese di
disporre del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e partecipare a gare e appalti
pubblici.
Primi interventi del Fondo Italiano di Investimento
Il Fondo Italiano d’Investimento, istituito nell’aprile del 2011, nasce su iniziativa del Ministero
dell’Economia e delle Finanze per sostenere la crescita dimensionale delle PMI. Si tratta di un
fondo mobiliare chiuso riservato a investitori qualificati che prevede due tipologie di investimento:
1. assunzione di partecipazioni dirette nel capitale delle imprese italiane;
2. intervento come “fondo dei fondi”, investendo in fondi già esistenti.
Sono stati firmati, lo scorso aprile, i primi tre accordi tra il Fondo Italiano di Investimento con i
fondi di capitale di rischio attivi sul mercato italiano. Gli operatori interessati dall'intervento sono
Gradiente SGR, Futurimpresa SGR e Progressio SGR. Sulla base di questi accordi, il Fondo Italiano
di Investimento investirà 65 milioni di Euro per sostenere la raccolta di questi Fondi che
operano in particolare con le piccole e medie imprese.
I primi interventi operativi che hanno visto coinvolto il Fondo Italiano di Investimento sono stati
realizzati agli inizi di maggio attraverso tre operazioni: investimento di 7,5 mln di euro nel capitale
di rischio di un’impresa attiva nel settore della medicina nucleare applicata al settore farmaceutico,
elettronico ed alimentare, con lo scopo di svilupparsi in Italia e all’estero; concessione di un
finanziamento di 6,7 mln di euro a una società produttrice di sistemi per tende da sole, finalizzato
allo sviluppo di nuove tecnologie in Europa e negli Stati Uniti; emissione di un prestito
obbligazionario di 6 mln di euro a un’impresa produttrice di macchinari di finissaggio tessile, al
fine di espandersi in Europa e nel mondo.
13
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
ECONOMIC OUTLOOK
Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti
Paese
Stati Uniti
PIL
Cambi (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Tasso Inflaz. Tasso Disocc.
2,3%
3,2%
9,0%
Paese
Euro – $ USA
Eurozona
2,5%
2,8%
9,9%
Euro – Sterlina
Germania
4,8%
2,4%
7,1%
Euro – Yen
Regno Unito
1,8%
4,7%
7,7%
Francia
2,2%
2,1%
Italia
1,0%
Spagna
Prezzo
Variazione annua
1,42
5,8%
0,87
1,8%
115,72
6,6%
Euro – Fr. Svizzero
1,24
-0,7%
9,6%
Euro – Yuan Cina
9,19
3,9%
2,6%
8,5%
Euro – $ Canada
1,38
3,2%
0,8%
3,8%
21,3%
Euro – Rublo Russo
39,84
-2,4%
-1,0%
0,0%
4,6%
Euro – Real Brasile
2,30
3,4%
Cina
9,7%
5,3%
4,1%
Euro - $ Hong Kong
11,00
5,7%
India
8,2%
8,8%
7,3%
Euro - $ NZ
1,78
3,7%
Hong Kong
4,2%
4,2%
3,6%
Euro - $ AUS
1,33
1,5%
Corea del Sud
7,2%
2,6%
3,4%
Fonte: Bloomberg.
Brasile
5,0%
6,5%
6,5%
Argentina
9,2%
9,7%
7,4%
Giappone
Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all’ultima rilevazione ufficiale.
Mercati obbligazionari e immobiliari (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Paese
Variazione
Valore
JP Morgan 1 – 3 anni
1 settimana
208,91
0,0%
JP Morgan 1 – 10 anni
184,38
-0,3%
-0,6%
2,8%
REIT Europa
553,43
-0,7%
4,9%
2,7%
1.799,50
1,7%
7,7%
17,4%
EIT USA
Fonte: Bloomberg.
14
1 mese
-0,1%
YTD
1,2%
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Mercati azionari (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Paese
Valore
Variazione
21.237
1 mese
-2,4%
YTD
5,3%
Dax Francoforte
7.267
-1,8%
5,1%
5,1%
Cac 40 Paris
3.991
-0,7%
4,9%
4,9%
FTSE London
5.948
0,4%
0,8%
-0,9%
Swiss Mkt. Zurich
6.531
-0,5%
1,5%
2,2%
10.227
-1,3%
3,7%
3,7%
S&P 500 – US
1.333
-0,3%
6,0%
0,2%
Nasdaq Comp – US
2.803
-0,9%
5,7%
-0,1%
Nikkei 225
10.499
-0,3%
2,6%
0,4%
Hang Seng Index
23.199
-0,3%
5,4%
5,4%
RTS Russia
1.876
6,0%
6,0%
7,4%
Shangai – Cina
2.791
-1,7%
-0,6%
-0,5%
Bovespa - Brasil
70.940
1,3%
2,4%
1,1%
FTSE/Mib Milano
IBEX 35 Madrid
YTD (€)1
5,3%
Fonte: Bloomberg.
Materie prime (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Commodities
Petrolio (WTI) (barile)
Oro (oncia)
Variazione
Valore
1 settimana
99,5
-0,2%
1 mese
-10,3%
YTD
8,9%
1.512,3
1,2%
0,6%
6,4%
35,1
-0,9%
-22,5%
13,4%
Platino (oncia)
1.773,0
0,5%
-1,7%
0,2%
Rame (tonnellata)
9.071,0
3,2%
-5,3%
-5,5%
Mais (bushel)
759,5
11,4%
2,6%
18,7%
Frumento (bushel)
806,5
10,8%
-1,7%
-3,1%
Argento (oncia)
Fonte: Bloomberg.
1
Valori espressi in funzione del cambio dell’Euro.
15
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Futures (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Paese
Valore
FTSE/Mib Milano
Variazione attesa su
prossima apertura
20.904,0
-1,59%
FTSE London
5.929,5
-0,32%
S&P 500 – US
1.328,2
-0,36%
Dax Futures
7.271,5
0,06%
Nikkei Futures
9.550,0
-0,60%
Bovespa - Brasil
62.950,0
0,56%
Fonte: Bloomberg.
Mercato monetario (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
Costo denaro
Libor 3 mesi
0,88%
Banca Centrale
Tasso di sconto
1,00%
Regno Unito
0,73%
0,50%
0,23%
Stati Uniti
0,29%
0,25%
0,04%
Giappone
0,22%
0,10%
0,12%
Europa
Delta
-0,12%
Fonte: Bloomberg.
Spreads verso Italia (dati aggiornati al 26 maggio 2011)
2 anni
5 anni
10 anni
30 anni
Italia
Germania
1,77%
-1,00%
2,79%
-1,36%
3,91%
-1,48%
4,87%
-1,82%
Francia
-0,93%
-1,15%
-1,13%
-1,49%
Spagna
0,32%
0,13%
0,22%
0,22%
Fonte: Bloomberg.
16
N. 26
Anno IV
Giugno 2011
La Newsletter del Consorzio Camerale
Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati aggiornati al 26 maggio 2011)2
Liquidità
Tasso %
1,16%
YTD
41,74%
Euribor 3 mesi
1,44%
42,64%
Libor 3 mesi Regno Unito
0,82%
8,83%
Libor 3 mesi USA
0,26%
-14,96%
Libor 3 mesi Giappone
0,20%
3,99%
Eonia
Obbligazioni
Area Euro 2 anni
Rend %
1,15%
YTD
WTD
Alternativi
4,32% Global Hedge Fund Index
YTD
0,47%
WTD
0,50%
0,46%
0,16%
Indice
298,5
YTD
-0,32%
WTD
1,60%
0,00% MSCI Mondo Value
143,9
-1,01%
0,65%
MSCI Mondo Growth
WTD
-0,08% MSCI Europa
136,7
0,79%
1,66%
377,0
-5,80%
1,71%
1.205
1,23%
1,41%
99,8
-1,65%
2,44%
319,2
-0,11%
1,15%
0,70% Global Commodities
0,30%
Azionari
-1,15% MSCI Mondo
Area Euro 5 anni
2,17%
-0,28% MSCI Nord America
Area Euro 10 anni
3,03%
-0,25% MSCI Asia
Area Euro 30 anni
3,45%
-1,44% MSCI Mercati Emergenti
Area USA 2 anni
0,57%
0,20% Energia
192,9
-8,15%
-0,50%
Area USA 5 anni
1,32%
0,59% Industriali
121,8
6,03%
1,57%
Area USA 10 anni
3,32%
0,46% Materiali
197,9
-0,46%
1,87%
Area USA 30 anni
4,53%
-1,37% Health care
94,2
-3,96%
0,55%
JP Morgan 1-3 anni
1,21%
-0,05% Finanziari
71,8
-2,37%
0,46%
JP Morgan 1-10 anni
2,83%
-0,27% Tecnologia
74,9
-3,49%
3,90%
Immobiliare
REIT Europe
YTD
2,74%
91,6
7,21%
2,24%
103,3
-4,68%
-1,96%
REIT USA
17,45%
Valore
22,01
YTD
1,52%
WTD
0,09%
19,54
-6,24%
0,93%
Valute
Euro - Dollaro
Rate
1,31
YTD
0,25%
Consumi discrezionali
WTD
-0,72% Utilities
1,65%
Volatilità
Index VIX (Stati Uniti)
WTD
-12,18% Index VDAX (Germania)
Fonte: Bloomberg.
2
Il colore della casella indica una performance positiva con il verde ed una negativa con il rosso, ma per liquidità e volatilità i criteri sono ovviamente opposti (verde per valori in diminuzione e viceversa).
17