Newsletter N. 26 Giugno 2011 - Consorzio Camerale per il Credito e
Transcript
Newsletter N. 26 Giugno 2011 - Consorzio Camerale per il Credito e
N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale La Newsletter del Consorzio Camerale SOMMARIO Tavola rotonda L’Europa verso un nuovo regime fiscale. Approfondimenti Il Libro Verde sul futuro dell’IVA. La Base Imponibile Unica comunitaria. La tassazione sull’energia. Focus Basilea 2 31. 12. 2011: Ultimo appuntamento con Basilea 2. Notizie flash Apertura del Fondo Centrale di Garanzia alle imprese subfornitrici Parte il progetto "Lazio 4 Impresa" Primi interventi del Fondo Italiano di Investimento Economic Outlook Statistiche macro-economiche, tassi di cambio e indici dei mercati azionari e obbligazionari Incontro con Algirdas Šemeta, Commissario europeo alla Fiscalità e all’Unione Doganale. Colazione di lavoro con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI, Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari. La Newsletter del Consorzio Camerale Pubblicazione mensile Via Camperio 1, Milano Tel. 02 8515 42 57/69/97 [email protected] www.consorziocreditoefinanza.it Presidente: Carlo Sangalli Direttore: Pier Andrea Chevallard Coordinatore: Roberto Calugi Responsabile progetto editoriale: Gianmarco Paglietti Redazione: Gianmarco Paglietti Valentina Morelli Carlo Bettonica 1 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale L’Europa verso un nuovo regime fiscale. Incontro con Algirdas Šemeta, Commissario europeo alla Fiscalità e all’Unione Doganale. La crisi che ha investito le nostre economie nel corso dell’ultimo quadriennio ha avuto notevoli ripercussioni non solo sul piano economico e finanziario, ma anche su quello politico. A livello europeo, in particolare, ha evidenziato, con una certa drammaticità, la duplice contraddizione – si potrebbe dire il peccato originale – che ha caratterizzato i primi dieci anni dell’euro. Da un lato, una politica monetaria accentrata a cui si contrappongono politiche economiche nazionali e, fino a poco tempo fa, scarsamente coordinate; dall’altro, una Banca Centrale europea a cui si affiancano Autorità (e regole) di vigilanza Algirdas Šemeta, Commissario bancaria nazionali. Europeo per la fiscalità Come se ciò non bastasse, la notevole riduzione della domanda proveniente da mercati circoscritti, dove finora ha operato gran parte delle piccole e medie imprese, la necessità di cercare un rilancio della produzione andando a valorizzare le opportunità presenti oltre frontiera, l’esigenza delle imprese di contrastare la concorrenza internazionale assumendo politiche commerciali più aggressive hanno evidenziato con chiarezza come il mercato unico europeo, nonostante i progressi compiuti nel corso dei decenni, presentasse ancora strozzature, incongruenze, aree grigie. Soprattutto, è emerso il ritardo con cui il livello politico ha finora operato per adeguare il quadro normativo alla dinamica del mercato stesso, finendo per creare esso stesso un ostacolo al completamento dell’integrazione europea. La risposta dell’Europa è stata ampia e relativamente tempestiva, benché talvolta contraddittoria e non del tutto univoca. E’ stata avviata un’ampia riforma della governance economica su scala continentale: si è fatto uno sforzo significativo per garantire un maggior coordinamento delle politiche economiche nazionali, è stato predisposto uno strumento di sistema per contrastare le situazioni di crisi-paese, sono state istituite Autorità di vigilanza europee per contribuire al controllo dei mercati bancari, finanziari e assicurativi e per monitorare il rischio “sistemico”. Allo stesso tempo, si è messa mano anche al completamento, effettivo, del mercato unico, sia attraverso un Atto formale, che prevede 12 linee di azione per eliminare gli ultimi ostacoli alla libera circolazione di persone, beni e servizi, sia avviando la riforma della politica fiscale europea. Si tratta di un impegno non di poco conto, che impegna le Istituzioni comunitarie ma che necessita, per avere successo, della collaborazione e soprattutto del contributo di idee di tutti gli operatori che a vari livelli sono coinvolti da questa riforma, ovvero i diversi livelli di governo, gli enti pubblici territoriali, il sistema finanziario, le imprese e le loro associazioni. Proprio per stimolare il confronto, per cercare il dialogo e per ottenere il consenso alle misure in corso di attuazione, la Commissione europea ha avviato una importante opera di comunicazione, potremmo dire di marketing istituzionale, finalizzata a far conoscere, a spiegare, a condividere queste proposte. Da 2 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale un lato attraverso consultazioni pubbliche, come nel caso del Libro Verde sul futuro dell’IVA, dall’altro attraverso veri e propri roadshow su scala europea. Una delle principali tappe del “tour” europeo che ha visto impegnato il Commissario europeo alla Fiscalità e all’Unione doganale, Algirdas Šemeta, è stata Milano, dove lo scorso 6 maggio si è tenuto l’incontro “Le prospettive della politica fiscale europea”. All’evento, organizzato dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza e dalla Camera di commercio di Milano, in collaborazione con la Rappresentanza di Milano della Commissione europea e con l’Osservatorio sulla fiscalità, hanno partecipato, oltre naturalmente al Commissario europeo, rappresentanti del sistema camerale, delle istituzioni finanziarie e del mondo associativo milanesi. Dei tre pilastri della riforma fiscale enunciati dal Commissario si parlerà più diffusamente nelle schede successive. Qui preme, invece, sottolineare alcuni aspetti importanti emersi durante l’incontro. Innanzitutto, la centralità delle PMI. E’ un principio che la Commissione europea ha enunciato a più riprese nel corso degli ultimi mesi, sia nell’ambito della revisione dello Small Business Act, in cui il “pensare piccolo” è diventato il paradigma su cui orientare la strategia per il rilancio dello sviluppo in Europa, sia nello stesso Atto per il Mercato Unico, dove si sottolinea, tra l’altro, l’importanza di sostenere la crescita delle PMI non solo con strumenti innovativi ma anche e soprattutto facilitandone l’accesso al credito, sia nella proposta di riforma fiscale, in particolare laddove ci si augura che la convergenza progressiva dei regimi IVA nazionali e la definizione di una base imponibile unica a livello europeo possano incoraggiare le imprese più piccole ad ampliare i propri mercati e a “pensare europeo”. Il “pensare europeo” è il secondo tema su cui puntare per favorire il rilancio dell’economia e, in particolare, del tessuto di piccole e medie imprese che ne costituisce l’ossatura. L’impegno della Commissione per il superamento dei residui ostacoli tecnici, normativi, amministrativi che ancora rimangono sulla strada della piena integrazione del mercato europeo, la semplificazione degli obblighi fiscali per le aziende internazionalizzate, la protezione su scala europea della proprietà intellettuale sono chiari segnali della volontà di creare un ambiente favorevole alla crescita internazionale delle imprese minori. Una crescita finora frenata anche dalla complessità delle procedure amministrative, dalla diversità delle norme fiscali, dalla difficoltà di tutelare giuridicamente i propri investimenti tangibili e soprattutto intangibili. Il terzo importante punto che è emerso con evidenza dall’incontro è il consolidamento del principio stesso di sussidiarietà, verticale e orizzontale. Non più, o quanto meno, non solo una sussidiarietà “di poteri” con una ripartizione più o meno rigida di competenze tra livelli di governo che non comunicano, ma una sussidiarietà “di funzioni” in cui le diverse Istituzioni hanno modo di condividere le proprie competenze e le proprie esperienze in modo da delineare soluzioni efficaci per ovviare agli ostacoli che ancora si frappongono alla realizzazione di un vero mercato domestico europeo. Aver riunito intorno a un tavolo rappresentanti della Commissione Europea, degli Enti pubblici locali, delle Istituzioni finanziarie, delle Associazioni di categoria non solo per condividere e discutere le proposte di Bruxelles ma anche per avanzare contro-proposte ha rappresentato un’occasione e un’opportunità importanti per conoscersi, per confrontarsi e per collaborare. 3 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale E’ emersa, d’altra parte, con evidenza, sia nell’incontro con il Commissario Europeo, sia nella colazione di lavoro con il Direttore Centrale di ABI, di cui si parlerà in un altro articolo, l’importanza del ruolo - anche la responsabilità che ne consegue - del sistema camerale nel favorire il confronto non solo tra le diverse istanze istituzionali che a diverso titolo operano sul territorio ma anche tra queste e le imprese, che rappresentano il vero terminale e il banco di prova per le politiche messe in campo. L’esperienza che le Camere di commercio hanno sviluppato nel corso dei decenni operando a contatto con le imprese fa di esse degli interlocutori privilegiati per i decisori politici ma le obbliga anche a fare uno sforzo costante di monitoraggio, di informazione, di consultazione e di proposta che, soprattutto in questa fase ancora critica per l’economia, sono fondamentali. Per saperne di più … Dal Mercato Comune al Mercato Unico 1951 Sei Paesi europei firmano il Trattato che istituisce la CECA, Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio con lo scopo di condividere le produzioni di queste due materie prime. 1957 Il Trattato di Roma istituisce la CEE, Comunità Economica Europea, a cui aderiscono gli stessi Paesi riuniti nella CECA, che ha tra i suoi scopi principali la costituzione del Mercato Comune Europeo. 1987 L’Atto Unico Europeo procede ad una revisione del Trattato di Roma al fine di rilanciare l’integrazione europea, anche attraverso il completamento del Mercato Interno Comunitario, immaginato come uno spazio senza frontiere interne, nel quale fosse assicurata la libera circolazione delle merci, delle persone, dei servizi e dei capitali. 1993 Entra in vigore il Mercato Unico Europeo. 2000 La Strategia di Lisbona propone di creare un Mercato unico digitale, attraverso la diffusione della banda larga, la promozione del commercio elettronico, lo sviluppo di servizi pubblici telematici. 2011 La Commissione europea adotta l’Atto per il Mercato Unico, che prevede 12 linee di azione per rilanciare l’economia europea e superare gli ultimi ostacoli al completamento effettivo del mercato domestico europeo. 4 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Il Libro Verde sul futuro dell’IVA. Il Libro Verde sul futuro dell’IVA analizza le maggiori criticità che affliggono il sistema fiscale e delinea possibili linee di intervento per raccogliere le considerazioni degli attori pubblici e privati. Si sottolinea la necessità di rafforzare e migliorare il sistema dell’IVA, per adeguarlo alle logiche di un mercato unico sempre più integrato e telematizzato. Le proposte, elaborate in relazione ai principali problemi, sono: ¾ armonizzazione del sistema IVA: le operazioni nazionali e intra-UE sono trattate in modo differente ai fini IVA, a causa dell’esistenza di opzioni e deroghe di cui possono usufruire gli Stati membri. Ciò ostacola il corretto funzionamento del mercato unico perché comporta distorsioni e aumenti dei costi per le imprese; ¾ armonizzazione dell’aliquota IVA: sarebbe utile favorire una maggior coerenza tra le aliquote IVA, pur nel rispetto dell’autonomia delle politiche nazionali; ¾ attuazione di un regime definitivo per il trattamento delle operazioni transfrontaliere nel mercato unico: l’attuale regime transitorio è basato sul principio di tassazione sul luogo di destinazione. Vengono valutati pro e contro di questo sistema e formulate alcune ipotesi di lavoro; ¾ riduzione dei costi amministrativi: l’attuale sistema IVA è complesso e genera costi eccessivi a carico di imprese e amministrazioni. Si può ipotizzare l’elaborazione di un modulo UE standard di dichiarazione IVA disponibile in tutte le lingue, che le imprese avrebbero la facoltà di adottare e che tutti gli Stati membri sarebbero tenuti ad accettare; ¾ introduzione del sistema dello sportello unico come misura di semplificazione che favorisca gli scambi transfrontalieri; ¾ creazione di un regime IVA a favore delle PMI: nell’ambito dello “Small Business Act” che si prefigge l’obiettivo di aiutare le PMI a trarre maggior vantaggio dalle opportunità offerte dal mercato unico, si è data agli Stati membri l’opportunità di stabilire una determinata soglia di fatturato annuale al di sotto della quale le imprese possano beneficiare dell’esenzione IVA. La proposta della Commissione è di fissare una soglia comune tale da ridurre i costi di adeguamento alle diverse regole nazionali e promuovere la crescita delle PMI. I partecipanti all’incontro hanno proposto, inoltre, un rafforzamento dei poteri attribuiti al Comitato IVA, che oggi ha solo una funzione consultiva. E’ stata anche avanzata la proposta di permettere la partecipazione delle imprese al Comitato, al fine di garantire la rappresentanza degli operatori economici. 5 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale La Base Imponibile Unica comunitaria. La CCCTB (Common Consolidated Corporate Tax Base) dovrebbe rappresentare un modello unico di riferimento (facoltativo per le imprese) per il calcolo dell’imponibile sui redditi d’impresa realizzati su scala europea. La CCCTB offrirebbe alle società che operino in più Stati membri la possibilità di consolidare tutti i profitti e le perdite registrati per l’intera attività svolta nell’ambito dell’Unione Europea, calcolando così un’unica base imponibile. In questo modo, le imposte sul reddito di impresa sarebbero tassate sul saldo consolidato a livello europeo, evitando il paradosso di veder tassati eventuali profitti realizzati in uno Stato pur in presenza di perdite registrate in altri Paesi. Inoltre, in luogo di diverse dichiarazioni dei redditi di impresa per ciascuno Stato in cui abbia sede l’attività delle aziende, sarebbe possibile presentare un unico documento presso il proprio Paese di riferimento valido per l’intera Unione Europea. Rimarrebbero, naturalmente, invariate le aliquote fiscali stabilite dai diversi Paesi, opportunamente compensate in sede comunitaria. Gli ulteriori effetti positivi derivanti da questa proposta sono: ¾ riduzione significativa degli oneri amministrativi per le imprese che operano al di fuori dei confini nazionali: secondo i dati forniti dalla stessa Commissione, si stima un risparmio di 0,7 miliardi di euro dei costi di adeguamento alle diverse normative nazionali e un risparmio di 1,3 miliardi di euro grazie al consolidamento. Secondo le stime effettuate, se anche solo il 5% delle PMI decidesse di espandersi all’estero facendo ricorso a questo sistema fiscale, i risparmi complessivi si aggirerebbero sull’ordine di un miliardo di euro; ¾ incentivo all’internazionalizzazione per le società che operano solo entro i confini nazionali: la CCCTB comporterebbe una riduzione del 62% delle spese fiscali necessarie alla creazione di un’impresa controllata, percentuale che per le PMI salirebbe al 67%; ¾ maggiore attrattività per gli investimenti esteri: l’esistenza di un unico regime di regole per la determinazione della base imponibile e di uno sportello unico a cui rivolgersi per la dichiarazione dei redditi stimolerebbe gli investimenti delle imprese extra-comunitarie. La tassazione sull’energia. Per conseguire uno degli obiettivi di Europa 2020, ossia quello di sviluppare un’economia sostenibile, è necessario ridurre l’utilizzo di combustibili e carburanti fossili, eccessivamente inquinanti, da parte degli operatori economici. L’attuale tassazione dei prodotti energetici è basata sulla quantità di prodotti energetici consumati: la Commissione vuole introdurre, invece, un regime di tassazione che consideri il contenuto energetico e l’impatto sull’ambiente derivante dalle fonti utilizzate. La Commissione propone di scindere l’aliquota dell’energia in due parti: una parte basata sulle emissioni di CO2 rilasciate dal prodotto energetico, mentre l’altra parte sarebbe basata sul contenuto energetico, ossia sull’effettiva energia generata dal prodotto. La proposta 6 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale favorirà il ricorso alle fonti di energia rinnovabile che rilasciano meno emissioni di CO2. Bisogna ricordare che attualmente i combustibili fossili, che sono le fonti di energia più inquinanti, sono i meno tassati, mentre sui biocarburanti gravano le imposte più pesanti. Per saperne di più… CCCTB Modello unico di riferimento per il calcolo dell’imponibile su base europea e per la compilazione delle dichiarazioni fiscali, consistente nel consolidamento ai fini fiscali di profitti e perdite di una società per tutta l’attività svolta nell’UE. Comitato IVA Organismo costituito dai rappresentati del Governo dei 27 Stai membri dell’UE che garantisce un’applicazione uniforme delle disposizioni comunitarie in materia di IVA. Eurofisc Struttura operativa comune, nata nel 2008 su iniziativa del Consiglio dell’Unione europea, avente lo scopo di supportare gli Stati membri in una più efficiente comunicazione e in una tempestiva lotta alle frodi e all’evasione fiscale. Europa 2020 Programma di azioni volto a favorire una crescita sostenibile ed esclusiva, attraverso un maggiore investimento in R&S, la creazione di nuovi posti di lavoro, la promozione di un’economia più sostenibile, basata sull’uso delle risorse rinnovabili, e lo sviluppo di una maggiore coesione sociale e territoriale. Libro Verde IVA Documento adottato dalla Commissione europea nel dicembre 2010 per una modernizzazione del sistema IVA, che affronta tematiche quali il trattamento IVA delle operazioni transfrontaliere, la neutralità del sistema IVA e una maggiore armonizzazione legislativa. Small Business Act Documento della Commissione europea adottato nel 2008 che contiene le linee guida per promuovere la crescita delle PMI: esso propone di creare un contesto legislativo e amministrativo più favorevole alle PMI e di eliminare gli eccessi burocratici che ne impediscono lo sviluppo. 7 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale 31. 12. 2011: Ultimo appuntamento con Basilea 2. Colazione di lavoro con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI, Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari. Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI Nel corso degli ultimi mesi, si è discusso molto sui possibili effetti che i nuovi parametri prudenziali introdotti da Basilea 3 potranno avere sul nostro sistema bancario e, di conseguenza, sulle modalità di accesso al credito da parte delle imprese. Il timore diffuso è che vi possa essere un irrigidimento delle condizioni praticate alle aziende, in particolare verso quelle di piccole e piccolissime dimensioni, tradizionalmente caratterizzate da debolezze strutturali che le penalizzano inesorabilmente ogni volta che si ragioni di rating, trasparenza e adeguatezza patrimoniale. Si tratta senza dubbio di un problema ben conosciuto da attori pubblici e istituzioni finanziarie, su cui anche le Camere di commercio sono fortemente impegnate, sia sul fronte dell’informazione verso le imprese, sia su quello del confronto e della proposta nei confronti delle banche e degli altri interlocutori istituzionali, anche a livello internazionale. Rimane, tuttavia, un’ultima importante scadenza lasciataci, per così dire, in eredità da Basilea 2: a fine anno, si esaurisce il periodo transitorio in cui era operante una deroga, concessa all’Italia, alle regole dell’Accordo internazionale in materia di trattamento delle “esposizioni scadute”. A partire dal 2012, in sostanza, le banche dovranno considerare scadute, ponderandole di conseguenza ai fini della vigilanza prudenziale, le esposizioni, anche verso le imprese, “scadute o sconfinanti da oltre 90 giorni”, dimezzando di fatto l’attuale limite temporale concesso ai prenditori per porre rimedio ai propri ritardi. Ciò, significa, di fatto, che le imprese che il 1’ gennaio 2012 risulteranno in ritardo di oltre 90 giorni (contro i 180 attuali) con il rimborso dei fidi o di altre forme di finanziamento ottenute da operatori bancari o ad essi assimilabili, andranno trattate come se fossero in default. Un cambiamento non di poco conto, tanto più se si considerano i cronici problemi lamentati dalle imprese minori nel riuscire a incassare i crediti, in particolare da grandi committenti e pubblica amministrazione, con le conseguenze immaginabili sulla liquidità e sulla loro capacità di onorare i debiti. È inevitabile, dunque, chiedersi se le nostre imprese siano pronte (e soprattutto informate) sul “cambiamento di paradigma” che interverrà a partire dal prossimo anno. Data purtroppo per probabile una risposta negativa, cosa si può fare – e soprattutto cosa possono fare le Camere di commercio – per contribuire, per quanto possibile, ad ammortizzare i possibili effetti delle “nuove” (almeno per l’Italia) regole sulla vigilanza prudenziale? Se ne è parlato con Gianfranco Torriero, Direttore Centrale ABI, Responsabile della Direzione Strategie e Mercati finanziari, in occasione della colazione di lavoro organizzata lo scorso 12 maggio dal Consorzio Camerale per il Credito e la Finanza in collaborazione con la Camera di commercio di Milano, a cui hanno preso parte Presidenti, Segretari Generali e Direttori delle Camere di commercio, delle Istituzioni finanziarie, delle Associazioni imprenditoriali e dei Confidi. 8 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale L’informazione fondamentale emersa con chiarezza dal confronto è che va esclusa la possibilità di una ulteriore deroga a favore dell’Italia, a causa della rigidità delle regole e, in particolare, delle scadenze tecniche e degli step per così dire “automatici” previsti da Basilea 2 e dalle successive norme di attuazione assunte a livello comunitario e nazionale. Una rigidità, peraltro, destinata ad acuirsi ancora di più con Basilea 3. Non resta, dunque, che adeguarsi al nuovo paradigma e operare per fare in modo che il sistema produttivo si presenti pronto a questo appuntamento. Queste considerazioni hanno avviato un confronto estremamente interessante tra i partecipanti che ha condotto a individuare alcuni spunti su cui riflettere e soprattutto lavorare nei prossimi mesi, anche nella prospettiva della definizione, a livello internazionale, degli aspetti più tecnici delle nuove regole di Basilea 3. Fare sistema. Così come già era stato evidenziato in occasione dell’incontro con il Commissario europeo, è stata sottolineata la necessità che le diverse componenti del sistema-paese siano in grado di presentarsi a livello internazionale con una posizione univoca e condivisa, capace di rafforzare – e vincolare – la capacità negoziale dei nostri rappresentanti di fronte agli interlocutori degli altri Paesi e delle Organizzazioni multilaterali. Ciò richiede naturalmente un impegno e una capacità crescenti di raccordo, di sintesi e di proposta da parte dei soggetti pubblici, in primis le Camere di commercio, ma ancora più richiede un impegno a collaborare, superando diffidenze e contrapposizioni, tra gli attori privati direttamente coinvolti da questi accordi, ovvero banche e imprese. Il ruolo dei confidi. Dal 2012 il numero potenziale di esposizioni scadute e, in prospettiva, di sofferenze da contabilizzare potrebbe crescere in maniera significativa, con le ovvie ricadute sui bilanci (e sui patrimoni) sia delle banche, sia dei confidi. Quali conseguenze potrebbero manifestarsi sulla sostenibilità finanziaria dei confidi, già messi duramente alla prova dagli effetti della crisi e alle prese con i vincoli della vigilanza? Il confronto tra i partecipanti alla colazione ha permesso di evidenziare due questioni centrali. Da un lato, è stato sottolineato che il problema del rispetto delle scadenze, per molte PMI, è irrisolvibile se non si trova, a monte, una soluzione per tutelare queste aziende a fronte dei ritardi nei pagamenti da parte della committenza. Sotto questo punto di vista, la stessa Unione Europea ha recentemente approvato una direttiva sui ritardi di pagamento della pubblica amministrazione che prevede sanzioni specifiche laddove le dilazioni nei pagamenti superino la soglia dei 30 (estensibili a 60) giorni dal ricevimento della fattura. Iniziative a tutela delle PMI sono state assunte anche a livello locale dalle Camere di commercio e da altri Enti pubblici, ma è evidente che il problema richiede una soluzione che sia strutturale. Dall’altro lato, si ripropone il tema della differenziazione dei servizi offerti dai confidi a favore delle imprese associate. In alcune realtà territoriali sono state sperimentate soluzioni innovative di micro-credito a breve a favore delle aziende alle prese con difficoltà temporanee nel rispetto delle scadenze con le banche. E’ possibile e auspicabile e in che modo replicare e strutturare simili iniziative su scala nazionale? Una nuova cultura finanziaria. Il ruolo dei confidi può essere fondamentale anche nel campo della cultura finanziaria delle imprese. Oggi più che mai, le imprese minori presentano tre debolezze fondamentali: innanzitutto, una cronica sottocapitalizzazione che le penalizza inevitabilmente ogni qualvolta se ne debba valutare il merito di credito. In secondo luogo, il ricorso a forme di 9 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale finanziamento a breve termine, spesso utilizzando strumenti finanziari non appropriati quali il tipico sconfinamento sul conto corrente, per finanziare investimenti di medio-lungo termine conduce inevitabilmente a una notevole debolezza sotto il profilo dell’equilibrio gestionale, esponendo sistematicamente l’impresa al rischio non solo di crisi di liquidità ma anche al pericolo, dal 2012 ancora più incombente, di ritrovarsi in una situazione imprevista di default tecnico. In terzo luogo, non va dimenticato il tema della trasparenza. Benché molto sia stato fatto per contribuire a superare il tradizionale gap informativo che da sempre caratterizza i rapporti tra banche e imprese, restano ancora molte zone grigie che conducono a diseconomie per entrambi gli interlocutori. Contribuire a una maggior trasparenza dei dati contabili delle imprese garantite, favorire il superamento della diffidenza verso la banca ma, al tempo stesso, farsi promotori presso gli istituti bancari di una maggior sensibilità e una maggior disponibilità al dialogo verso le imprese, per realizzare vere e proprie “partnership” di intenti tra banche e imprese rappresenterebbe senza dubbio un importante valore aggiunto offerto dai confidi. Per saperne di più… Circolare della Banca d'Italia n. 263 del 27 dicembre 2006 con la quale sono stati recepiti le direttive comunitarie 2006/48/CE e 2006/49/CE ed il documento "Convergenza internazionale della misurazione del capitale e dei coefficienti patrimoniali. Nuovo schema di regolamentazione" del Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria (cd. "Basilea II"). NUOVE DISPOSIZIONI DI VIGILANZA PRUDENZIALE PER LE BANCHE ESPOSIZIONI CON PONDERAZIONI PARTICOLARI 1. Esposizioni scadute (past due loans) La parte non garantita delle posizioni scadute è ponderata come segue: a) 150 per cento se le rettifiche di valore specifiche sono inferiori al 20 per cento della parte non garantita al lordo delle rettifiche di valore; b) 100 per cento se le rettifiche di valore specifiche sono pari o superiori al 20 per cento della parte non garantita al lordo delle rettifiche di valore. Per “esposizioni scadute” si intendono: 1) le sofferenze, le partite incagliate e le esposizioni ristrutturate; 2) le esposizioni – vantate nei confronti di soggetti residenti o aventi sede in Italia e classificate nei portafogli di cui ai paragrafi 3 (esposizioni verso enti senza scopo di lucro ed enti del settore pubblico), 7 (esposizioni verso imprese e altri soggetti) e 8 (esposizioni al dettaglio) – scadute e/o sconfinanti da oltre 90 giorni (*); 3) le esposizioni, diverse da quelle per le quali è ammessa la deroga dei 90 giorni, scadute/o sconfinanti da oltre 90 giorni. (*) Per tali esposizioni, in luogo del limite di 90 giorni, si applica un termine di 180 giorni fino al 31.12.2011. 10 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Nota tecnica: le scadenze di Basilea 3 L’entrata in vigore delle misure è fissata per ogni anno all’1 gennaio . I periodi di transizione sono evidenziati in giallo. A Coefficiente di leva finanziaria (Leverage ratio) 2011 2012 2013 2014 2015 2016 2017 2018 2019 Monitoraggio autorità di vigilanza Sviluppo parallelo. Annuncio del parametro previsto per l’1/1/2015 - Migrazione al Pilastro 1 - B Coefficiente minimo di patrimonio di prima qualità (Core Tier 1) (Minimum common equity capital ratio) - - 3,5 4,0 4,5 4,5 4,5 4,5 4,5 C «Cuscino» di conservazione conservation buffer) - - - - - 0,625 1,25 1,875 2,5 D B + C («cuscino» + coefficiente minimo di patrimonio di prima qualità) - - 3,5 4,0 4,5 5,125 5,75 6,375 7,0 E Deduzioni dal patrimonio primario (inclusi gli importi eccedenti il limite per le imposte differite e le cartolarizzazioni) - - - 20 40 60 80 100 100 F Coefficiente minimo di patrimonio primario (Tier 1) (Minimum Total Capital) - - 4,5 5,5 6,0 6,0 6,0 6,0 6,0 G Coefficiente patrimoniale totale (Minimum Total Capital) - - 8,0 8,0 8,0 8,0 8,0 8,0 8,0 H C + G («cuscino» + coefficiente patrimoniale totale) - - 8,0 8,0 8,0 8,625 9,125 9,875 10,5 I Strumenti di capitale cui viene tolta la qualifica di patrimonio primario principale (noncore Tier 1) o di patrimonio secondario (Tier 2) (Capital instruments that no longer qualify as non-core Tier 1 capital or Tier 2 capital) L Coefficiente di liquidità (Liquidity coverage ratio) (1) - - - (2) - - - - M Coefficiente di finanziamento medio stabile (Net stable funding ratio) - (1) - - - - - (2) - del patrimonio(Capital (1) Inizio periodo di osservazione (2) Introduzione dello standard minino 11 Eliminati in dieci anni a partire dal 2013 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Notizie flash. Selezione tratta dalle News settimanali del Consorzio Camerale. Il Consorzio Camerale offre un servizio di alerting e informazione a cadenza settimanale, focalizzato sui temi del credito e della finanza, dove sono riportate: - le news sintetiche della settimana - gli eventi in calendario organizzati dal Consorzio Camerale - la normativa multilaterale, europea, nazionale - le pubblicazioni di interesse - le consultazioni pubbliche in corso a livello europeo e nazionale. Il servizio è offerto, a titolo gratuito, alle Camere di commercio associate al Consorzio camerale. Apertura del Fondo Centrale di Garanzia alle imprese subfornitrici Il fondo di garanzia potrà intervenire a sostegno delle imprese che vantano crediti verso grandi aziende. L'intervento previsto di circa 20 milioni di euro potrà liberare 300 milioni di finanziamenti bancari, corrispondenti al credito che le piccole imprese vantano nei confronti delle grandi aziende in amministrazione straordinaria dal 1° luglio 2008. Sono circa 700 i milioni di euro di crediti vantati dalle piccole imprese nei confronti delle aziende in amministrazione straordinaria. Il Fondo offrirà un sostegno per quella parte di imprese della subfornitura che, a causa di una dimensione più ridotta, rischierebbero di subire gravi danni per lo stato di crisi dei grandi committenti. La misura, operativa dal 27 maggio, è stata predisposta per supportare i piccoli subfornitori nella fase immediatamente conseguente la crisi dell'azienda committente, quando il blocco delle commesse e il forte fabbisogno di liquidità rendono indispensabile il ricorso al credito bancario. Le imprese interessate dal decreto saranno quelle che non superano i 50 occupati e un fatturato di dieci milioni di euro. Potrà poi usufruire delle garanzie solo l'impresa il cui fatturato è costituito almeno dal 50% dalla fornitura all'impresa in amministrazione straordinaria. Parte il progetto "Lazio 4 Impresa" La Regione Lazio ha presentato il progetto "Lazio 4 Impresa", finalizzato a sostenere le imprese del territorio attraverso quattro linee di intervento: • • • • sostegno alle imprese attraverso la certificazione dei crediti da parte della Regione, che permetterà alle aziende di accedere a un fondo di rotazione di 500 milioni grazie all'accordo con i principali istituti di credito; convenzione Regione-Inps che permetterà alle imprese in difficoltà con i debiti previdenziali di poter continuare a operare grazie ad un apposito fondo di garanzia; programma per la ricerca che prevede lo stanziamento di 237,5 milioni di euro e la ridefinizione dell'intero sistema per adattarlo alla domanda di tecnologia proveniente dalle imprese; riprogrammazione dei fondi dell'Unione europea verso l'innovazione, la tutela dell'ambiente e la riqualificazione urbana. 12 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale L'accordo con l'Inps prevede che la Regione rilasci una garanzia all'Istituto per permettere alle imprese di accedere al sistema di pagamento dilazionato. Questo permetterà alle imprese di disporre del Durc (Documento unico di regolarità contributiva) e partecipare a gare e appalti pubblici. Primi interventi del Fondo Italiano di Investimento Il Fondo Italiano d’Investimento, istituito nell’aprile del 2011, nasce su iniziativa del Ministero dell’Economia e delle Finanze per sostenere la crescita dimensionale delle PMI. Si tratta di un fondo mobiliare chiuso riservato a investitori qualificati che prevede due tipologie di investimento: 1. assunzione di partecipazioni dirette nel capitale delle imprese italiane; 2. intervento come “fondo dei fondi”, investendo in fondi già esistenti. Sono stati firmati, lo scorso aprile, i primi tre accordi tra il Fondo Italiano di Investimento con i fondi di capitale di rischio attivi sul mercato italiano. Gli operatori interessati dall'intervento sono Gradiente SGR, Futurimpresa SGR e Progressio SGR. Sulla base di questi accordi, il Fondo Italiano di Investimento investirà 65 milioni di Euro per sostenere la raccolta di questi Fondi che operano in particolare con le piccole e medie imprese. I primi interventi operativi che hanno visto coinvolto il Fondo Italiano di Investimento sono stati realizzati agli inizi di maggio attraverso tre operazioni: investimento di 7,5 mln di euro nel capitale di rischio di un’impresa attiva nel settore della medicina nucleare applicata al settore farmaceutico, elettronico ed alimentare, con lo scopo di svilupparsi in Italia e all’estero; concessione di un finanziamento di 6,7 mln di euro a una società produttrice di sistemi per tende da sole, finalizzato allo sviluppo di nuove tecnologie in Europa e negli Stati Uniti; emissione di un prestito obbligazionario di 6 mln di euro a un’impresa produttrice di macchinari di finissaggio tessile, al fine di espandersi in Europa e nel mondo. 13 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale ECONOMIC OUTLOOK Statistiche macro-economiche: Paesi del G7 e Emergenti Paese Stati Uniti PIL Cambi (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Tasso Inflaz. Tasso Disocc. 2,3% 3,2% 9,0% Paese Euro – $ USA Eurozona 2,5% 2,8% 9,9% Euro – Sterlina Germania 4,8% 2,4% 7,1% Euro – Yen Regno Unito 1,8% 4,7% 7,7% Francia 2,2% 2,1% Italia 1,0% Spagna Prezzo Variazione annua 1,42 5,8% 0,87 1,8% 115,72 6,6% Euro – Fr. Svizzero 1,24 -0,7% 9,6% Euro – Yuan Cina 9,19 3,9% 2,6% 8,5% Euro – $ Canada 1,38 3,2% 0,8% 3,8% 21,3% Euro – Rublo Russo 39,84 -2,4% -1,0% 0,0% 4,6% Euro – Real Brasile 2,30 3,4% Cina 9,7% 5,3% 4,1% Euro - $ Hong Kong 11,00 5,7% India 8,2% 8,8% 7,3% Euro - $ NZ 1,78 3,7% Hong Kong 4,2% 4,2% 3,6% Euro - $ AUS 1,33 1,5% Corea del Sud 7,2% 2,6% 3,4% Fonte: Bloomberg. Brasile 5,0% 6,5% 6,5% Argentina 9,2% 9,7% 7,4% Giappone Fonte: Bloomberg. I dati sono annuali e si riferiscono all’ultima rilevazione ufficiale. Mercati obbligazionari e immobiliari (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Paese Variazione Valore JP Morgan 1 – 3 anni 1 settimana 208,91 0,0% JP Morgan 1 – 10 anni 184,38 -0,3% -0,6% 2,8% REIT Europa 553,43 -0,7% 4,9% 2,7% 1.799,50 1,7% 7,7% 17,4% EIT USA Fonte: Bloomberg. 14 1 mese -0,1% YTD 1,2% N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Mercati azionari (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Paese Valore Variazione 21.237 1 mese -2,4% YTD 5,3% Dax Francoforte 7.267 -1,8% 5,1% 5,1% Cac 40 Paris 3.991 -0,7% 4,9% 4,9% FTSE London 5.948 0,4% 0,8% -0,9% Swiss Mkt. Zurich 6.531 -0,5% 1,5% 2,2% 10.227 -1,3% 3,7% 3,7% S&P 500 – US 1.333 -0,3% 6,0% 0,2% Nasdaq Comp – US 2.803 -0,9% 5,7% -0,1% Nikkei 225 10.499 -0,3% 2,6% 0,4% Hang Seng Index 23.199 -0,3% 5,4% 5,4% RTS Russia 1.876 6,0% 6,0% 7,4% Shangai – Cina 2.791 -1,7% -0,6% -0,5% Bovespa - Brasil 70.940 1,3% 2,4% 1,1% FTSE/Mib Milano IBEX 35 Madrid YTD (€)1 5,3% Fonte: Bloomberg. Materie prime (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Commodities Petrolio (WTI) (barile) Oro (oncia) Variazione Valore 1 settimana 99,5 -0,2% 1 mese -10,3% YTD 8,9% 1.512,3 1,2% 0,6% 6,4% 35,1 -0,9% -22,5% 13,4% Platino (oncia) 1.773,0 0,5% -1,7% 0,2% Rame (tonnellata) 9.071,0 3,2% -5,3% -5,5% Mais (bushel) 759,5 11,4% 2,6% 18,7% Frumento (bushel) 806,5 10,8% -1,7% -3,1% Argento (oncia) Fonte: Bloomberg. 1 Valori espressi in funzione del cambio dell’Euro. 15 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Futures (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Paese Valore FTSE/Mib Milano Variazione attesa su prossima apertura 20.904,0 -1,59% FTSE London 5.929,5 -0,32% S&P 500 – US 1.328,2 -0,36% Dax Futures 7.271,5 0,06% Nikkei Futures 9.550,0 -0,60% Bovespa - Brasil 62.950,0 0,56% Fonte: Bloomberg. Mercato monetario (dati aggiornati al 26 maggio 2011) Costo denaro Libor 3 mesi 0,88% Banca Centrale Tasso di sconto 1,00% Regno Unito 0,73% 0,50% 0,23% Stati Uniti 0,29% 0,25% 0,04% Giappone 0,22% 0,10% 0,12% Europa Delta -0,12% Fonte: Bloomberg. Spreads verso Italia (dati aggiornati al 26 maggio 2011) 2 anni 5 anni 10 anni 30 anni Italia Germania 1,77% -1,00% 2,79% -1,36% 3,91% -1,48% 4,87% -1,82% Francia -0,93% -1,15% -1,13% -1,49% Spagna 0,32% 0,13% 0,22% 0,22% Fonte: Bloomberg. 16 N. 26 Anno IV Giugno 2011 La Newsletter del Consorzio Camerale Performance settimanale e da inizio anno delle principali asset class e relative subcategorie (dati aggiornati al 26 maggio 2011)2 Liquidità Tasso % 1,16% YTD 41,74% Euribor 3 mesi 1,44% 42,64% Libor 3 mesi Regno Unito 0,82% 8,83% Libor 3 mesi USA 0,26% -14,96% Libor 3 mesi Giappone 0,20% 3,99% Eonia Obbligazioni Area Euro 2 anni Rend % 1,15% YTD WTD Alternativi 4,32% Global Hedge Fund Index YTD 0,47% WTD 0,50% 0,46% 0,16% Indice 298,5 YTD -0,32% WTD 1,60% 0,00% MSCI Mondo Value 143,9 -1,01% 0,65% MSCI Mondo Growth WTD -0,08% MSCI Europa 136,7 0,79% 1,66% 377,0 -5,80% 1,71% 1.205 1,23% 1,41% 99,8 -1,65% 2,44% 319,2 -0,11% 1,15% 0,70% Global Commodities 0,30% Azionari -1,15% MSCI Mondo Area Euro 5 anni 2,17% -0,28% MSCI Nord America Area Euro 10 anni 3,03% -0,25% MSCI Asia Area Euro 30 anni 3,45% -1,44% MSCI Mercati Emergenti Area USA 2 anni 0,57% 0,20% Energia 192,9 -8,15% -0,50% Area USA 5 anni 1,32% 0,59% Industriali 121,8 6,03% 1,57% Area USA 10 anni 3,32% 0,46% Materiali 197,9 -0,46% 1,87% Area USA 30 anni 4,53% -1,37% Health care 94,2 -3,96% 0,55% JP Morgan 1-3 anni 1,21% -0,05% Finanziari 71,8 -2,37% 0,46% JP Morgan 1-10 anni 2,83% -0,27% Tecnologia 74,9 -3,49% 3,90% Immobiliare REIT Europe YTD 2,74% 91,6 7,21% 2,24% 103,3 -4,68% -1,96% REIT USA 17,45% Valore 22,01 YTD 1,52% WTD 0,09% 19,54 -6,24% 0,93% Valute Euro - Dollaro Rate 1,31 YTD 0,25% Consumi discrezionali WTD -0,72% Utilities 1,65% Volatilità Index VIX (Stati Uniti) WTD -12,18% Index VDAX (Germania) Fonte: Bloomberg. 2 Il colore della casella indica una performance positiva con il verde ed una negativa con il rosso, ma per liquidità e volatilità i criteri sono ovviamente opposti (verde per valori in diminuzione e viceversa). 17